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Destra storica 1861-1876

La destra storica di Jacini adotta un modello economico agro-


manifatturiero, vuol dire che gli esponenti di governo della destra di questo
periodo puntano il settore agricolo come settore trainante dell'economia, poi
però in posizione subalterna bisogna sviluppare anche una rete di industrie di
manifatture di fabbriche per garantire lo sviluppo economico del paese.
La destra storica in economia è liberista, quindi esalta la libertà di iniziativa
economica degli imprenditori. Questo regime molto libero favorisce molto
l'agricoltura del Sud, che per la prima volta non ha più vincoli che bloccano
l'export: questi abbandonano la varietà dei prodotti per concentrarsi su quelli
molto richiesti e quindi si perde la varietà culturale.
Le poche industrie del Sud però non reggono la concorrenza di quelle del Nord
e sono costretti a chiudere, quindi sparisce tutto quel tessuto di prezioso e
manifatture meridionali che avevamo prima del modello della destra storica. In
più vi è la concorrenza di valore europeo con il liberismo, e il sistema italiano
economico ancora fragile fa i conti con le economie tedesche, inglese e francesi.

Liberalismo
Nel momento in cui il liberalismo nasce come ideologia è un sistema
d’ideologie dove troviamo tanti autori che hanno sfumature diverse, ma si
riconoscono in alcuni punti fondamentali:
1. Il liberalismo riconosce che tutti noi abbiamo dei diritti naturali, i quali
sono innati, inalienabili e imprescrittibili;
2. Essendo innati questi diritti vengono prima di ogni legislazione quindi
vengono prima del diritto di qualsiasi stato. Lo stato deve garantirne
l’esecuzione. Essi sono il diritto alla vita, all’integrità fisica, alla
libertà, all’uguaglianza e alla proprietà privata.
Nel liberalismo il cittadino viene prima dello Stato, in quanto esso esiste solo per
garantire l’esecuzione dei diritti, ma non per decidere come esercitarli quindi ha
una funzione negativa.

I diritti sono divisi in sfera spirituale e sfera economica:


Spirituale: opinione, stampa, espressione, libertà di culto (si legano
all’interiorità dell’individuo.)
Economica: diritti legati alla libera iniziativa privata. Adam Smith ne la
ricchezza delle nazioni parla in maniera sistematica dei principi del liberismo.

Liberalismo dell’800
Il pensiero liberale afferma che la concorrenza produce sviluppo e
progresso.
Prevede due modelli di società contrapposti:
- società pluralistico-conflittuale, dove più soggetti sono in conflitto, in
competizione, ognuno ha le sue idee, ognuno persegue i suoi interessi e
attraverso la competizione emergono i migliori (meritocrazia);
- società omogenea, in cui tutti sono costretti a fare le stesse cose, lo stato
impone le sue regole. Secondo i liberali questo impedisce il progresso (es: Russia,
Cina, Corea del Nord).

Humboldt, grande liberale dell'800, dice che più c'è progresso e sviluppo, più lo
stato tende a controllare gli individui e questo è un difetto del progresso e dello
sviluppo della società occidentale: lo stato diventa invasivo e la sfera della
privacy dell'individuo si restringe.

Nel 1874 viene pubblicata la non Expedit di Pio IX, che fa divieto ai cattolici di
partecipare alla vita sociale e politica dello stato, a pena di scomunica.
Questa bolla apre una ferita nell'opinione pubblica italiana, perché i cattolici, a
pena di scomunica, si guardavano bene dal fare volontariato perché il primo
problema è che improvvisamente tutto il volontariato cattolico sparisce. Questo
determina dentro la chiesa una crisi e delle soluzioni.

Nel 1876 la destra raggiunge un clamoroso obiettivo: il pareggio di bilancio. Il


pareggio di bilancio (no debiti) è costato agli italiani lacrime e sangue: la
tassazione della destra storica è stata una tassazione terribile, il cui il prezzo è
stato pagato soprattutto dalle classi più povere. Vi è comunque un paradosso,
perché anche se hanno raggiunto quel grandissimo obiettivo però la destra
storica perde le elezioni.
Le leggi delle Guarentigie
Le leggi delle Guarentigie sono leggi votate dal parlamento italiano, ma si
configura come un trattato unilaterale internazionale. Perché trattato
unilaterale? La Santa Sede il Papa non riconoscerà mai questa legge: infatti la
ferita aperta con la conquista di Roma nel 1870 (la presa di Porta Pia) verrà
ricucita solamente da Mussolini nel 1929, quindi per cinquant'anni la Santa Sede
non ha riconosciuto la sovranità dello Stato italiano.
La situazione come vedremo si è ammorbidita agli inizi del 1900, quando
sono stati eletti alcuni che hanno cominciato sotto traccia un dialogo con lo stato
italiano. Quindi unilaterale vuol dire internazionale, perché le leggi delle
Guarentigie regolano i rapporti fra due Stati sovrani: lo stato italiano e lo Stato
della Chiesa. Cosa vuol dire garantisce? Guarentigie vuol dire "garanzie" quindi
lo stato italiano ha fatto una legge per garantire la sovranità e l'indipendenza
dello Stato della Chiesa.

Clausole
1. L'Italia riconosce lo stato della Chiesa come Stato sovrano
indipendente soggetto di diritto internazionale;
2. Al Papa viene riconosciuto lo status di capo di Stato estero con tutte
le prerogative e immunità concesse;
3. Il territorio italiano, individuato dallo stato italiano, sul quale la
chiesa esercita la piena sovranità è il seguente: piazza San Pietro,
la basilica, i giardini e i palazzi dietro la basilica, i palazzi del
Laterano (edifici staccati situati nel centro di Roma) e la residenza
estiva del papa a Castel Gandolfo;
4. Al papa viene riconosciuto il libero esercizio del potere spirituale;
5. Lo stato italiano riconosce allo stato della Chiesa una dotazione
annua in denaro per provvedere alle spese di culto.
Le tre immunità del clero (non pagavano le tasse, le armi non entravano in
territorio di chiesa e qualsiasi reato fosse compiuto dal clero poteva essere
giudicato solo dal clero) intanto sono state abolite dal 1861.
Con le Guarentigie si compie l'ideale di Cavour di libera chiesa in libero stato.

Sinistra storica 1876 – 1887


Perché si chiama destra e sinistra storica? Per differenziare queste
correnti dalla parola novecentesca destra a sinistra, e in più la differenza fra
destra e sinistra è che entrambe sono liberiste, ma la prima pensa a una vita
elettorale più elitaria, mentre la seconda vuole che le masse popolari facciano
sempre più parte della vita dello stato.

Nel 1870 nel mondo si verifica una grande crisi globale economica,
innescata soprattutto dalla caduta dei prezzi dei cereali in Europa, dovuta alla
meccanizzazione americana dell’agricoltura e invadono di tonnellate di cereali
il mercato europeo. La sinistra adotta il protezionismo e mette dei dazi altissimi
sulle materie importate, i quali successivamente colpiranno anche l’industria. Il
periodo la sinistra storica è dominato da un personaggio politico leader che si
chiama Agostino Depretis, il primo ministro che potrà contare su una
maggioranza parlamentare fortissima, perché convince i deputati della destra a
votare i suoi provvedimenti attraverso il trasformismo, ovvero la capacità di
attrarre nel proprio schieramento anche i rivali, in modo da avere una
maggioranza schiacciante che approva i propri provvedimenti.

La sinistra comprende quindi anche la destra storica nella maggioranza, la


quale è disposta a dei compromessi ma non accettano del tutto la politica della
sinistra storica, quindi è chiaro che tendono a frenare la portata di formatrice
della politica di Depretis.

Politica interna
Uno dei grandissimi obiettivi che viene centrato da Depretis è quando
pubblica la base elettorale nel 1882, nella quale votano molte più persone che
prima non ne avevano il diritto. Viene eletto nel Parlamento il primo deputato
che seguiva il socialismo moderno, nato col pensiero di Marx. Fino agli inizi del
900, socialismo e comunismo saranno sinonimi, per cui socialismo vuol dire
lotta politica finalizzata a una rivoluzione proletaria anche violenta.
Viene eletto in Italia dal 1882 al Parlamento Andrea Costa e alla sua campagna
elettorale partecipa come militante il padre di Benito Mussolini.

Prima se volevi essere netto al Parlamento andavo al circolo dei notabili,


dove c'erano possidenti terrieri molto ricchi e avevano quindi diritto di voto.
Siccome la legge elettorale vecchia è una legge censitaria che cade nel 1882,
votava solo il 4% della popolazione. Nel 1882 la faccenda cambia molto perché
non bastano più i voti del circolo, ma bisognava fare campagna elettorale: nasce
la politica moderna cioè devo fare comizi, stampare volantini, pubblicare
articoli sui giornali.
L'ultimo aspetto della politica interna è che è liberista, però in economia
è costretta ad adottare il protezionismo, prima in agricoltura e poi verso il
settore industriale, e questo vuol dire che negli anni della sinistra storica lo stato
comincia a regolamentare sempre di più l'economia. Ma, al contrario della
destra, la sinistra storica, composta da politici più giovani, capisce che bisogna
puntare assolutamente sullo sviluppo del sistema industriale: la sinistra diventa
la grande classe politica che appoggia lo sviluppo industriale.

Politica estera
La presa di Roma aveva isolato l'Italia a livello internazionale, perché
l'opinione pubblica cattolica europea vedeva il nuovo stato italiano come quello
che aveva rapinato il Papa del suo patrimonio. I rapporti con la Francia si
rompono improvvisamente e noi ci ritroviamo completamente isolati.

Dopo la nascita della Germania moderna (con il brindisi dei generali prussiani a
Versailles che decide la nascita del secondo Reich, con Guglielmo I primo
imperatore) il grande burattinaio della nuova Germania è il cancelliere
Bismarck: egli comincia a pensare di attrarre l'Italia verso la Germania in modo
tale da indebolire ancora di più la potenza francese. Questo processo di
avvicinamento passa attraverso due momenti fondamentali:
- il Congresso di Berlino del 1878, dove Bismark fa sedere tutti i
rappresentanti delle grandi potenze per fare ordine dopo che i russi e i turchi
avevano combattuto una breve guerra per il controllo della Bulgaria. Lui fa
sedere non solo i responsabili di quella guerra al tavolo della pace, ma fa sedere
tutte le potenze europee per disegnare il nuovo ordine di equilibrio dell'Europa.
Chiama anche l'Italia e lei, per mettersi in buona luce di fronte a tutte le potenze
europee che la disprezzavano, applica la politica delle mani nette, cioè delle
mani pulite: non chiede nessun territorio per lei, come farà Bismark.
- Nel 1882 l'Italia firma con la Germania la famosa Triplice Alleanza.
Esisteva già un patto di Duplice alleanza tra l'Austria (dal 1867 “Impero
austroungarico”) e la Germania. La Triplice Alleanza è un patto militare
difensivo: le tre potenze si impegnano a entrare in guerra in difesa di quella che
delle tre sarà aggredita da un altro paese.

Non è un caso che sempre nel 1882 noi cominciamo la nostra avventura
coloniale: lo Stato italiano compra infatti da una società di navigazione genovese
(Rubattino) che l'aveva a sua volta comprata dai capi tribù locali la baia di Assab,
che si trova nel Mar Rosso.
Prima di comprare Assab otteniamo il permesso di Bismark, perché l'Africa
è già praticamente spartita tra le grandi potenze del 1880, per cui Bismark vuole
essere sicuro di non rompere gli equilibri in Africa, onde evitare tensioni
politiche tra le potenze andando a creare degli incidenti colloquiali in Africa. Nel
1885 noi conquistiamo militarmente il porto di Massaua. Gli industriali italiani
spingono molto per la nostra espansione economica, perché vogliono nuovi
mercati dove vendere i prodotti ma vogliono soprattutto materie prime a basso
costo.

Dopo due anni Depretis vuole prendere l’Abissinia (Etiopia), governato da


Negus. Questo attacco, che avviene nel 1887, parte dalle nostre basi di Massaua.
Gli inglesi stavano consolidando un blocco di influenza territoriale (Egitto e
Sudan) perché nella loro visione coloniale c'era il progetto di prendere tutta la
fascia costiera est dell'Africa, quindi non possono permettere che qualcuno,
l'Italia, gli vada a rompere le uova nel paniere. Allora finanziano e inviano armi
agli abissini.
A Dogali 500 italiani vengono massacrati dagli abissini ed è la prima volta
che una potenza europea viene sconfitta in territorio coloniale. L'impressione
in Italia è negativa e fortissima. Depretis è costretto a dimettersi e morirà lo
stesso anno.

Età crispina 1887-1896


Dopo la dimessa di Depretis sale al potere il suo delfino che si chiama
Francesco Crispi, un uomo politico siciliano cresciuto nel movimento di Mazzini,
che ha partecipato alla liberazione di Garibaldi, che è stato un'attivista politico
maximiano, ma che dopo l'unità d'Italia ha cominciato a cambiare orientamento
politico diventando un fortissimo sostenitore della monarchia.
Comincia sempre più a ispirarsi al modello autoritario di Bismarck, quindi
politicamente il governo si caratterizza come un potere esecutivo: assume su di
sé alcuni ministeri, tra cui il ministero degli interni e il ministero degli esteri,
oltre a essere ovviamente primo ministro.

Politica interna
In politica interna fronteggerà con grande decisione e anche violenza i vari
moti contadini e operai che si verificano in Italia durante il suo periodo di
governo, perché sono anni di crisi economica e le piazze si riempiono di
manifestanti di proteste che lui reprime in maniera anche violenta. Da qui il suo
uso assolutamente parziale fazioso dei della figura del prefetto: ovvero un
rappresentante del potere centrale nelle province, che vengono usati da Crispi
per ordinare la repressione delle piazze. Perciò Crispi si schiera con i latifondisti:
difende il loro potere economico, che chiede protezione per il loro business ma
anche un nuovo tentativo di espansione coloniale.

Sono gli anni in cui il settore trainante dell'industria italiana è il settore


ferroviario, il quale è un grande business industriale, perché non solo c'è una
grande capacità di lavorare l'acciaio per binari, locomotive e vagoni, ma anche
tutta l'industria che riguarda la costruzione di un treno quindi arredamenti
interni, lampadine, tessuti per i sedili.

Trainante in questo momento il sistema delle concessioni: io industria


privata mi impegno a costruire un tratto di ferrovia, pago le spese e lo stato mi
dà il diritto di sfruttare quella ferrovia per trent'anni, quarant'anni, cent'anni...
in modo tale che io incassando i biglietti a un certo punto pareggio l'investimento
iniziale le mie spese di costruzione e poi comincio a guadagnare, pareggiando il
mio investimento iniziale. In economia questo fenomeno si chiama break even.

Industriali e i latifondisti chiedono a Crispi tre cose:


1. Difendere il mercato interno dalla concorrenza straniera (aveva già
cominciato a farlo Depretis) sia in agricoltura che in industria;
2. Proteggere la nuova classe economica di potere (la classe dirigente) dalla
crescente conflittualità sociale. Questo è un tema che sarà un elemento che
differenzia molto Crispi da Giovanni Giolitti, perché Crispi si schiera alla
protezione dei potentati economici, perciò non è neutrale;
3. Acquisire nuovi mercati esteri dove vendere i prodotti italiani, ma questo
significa ovviamente riprendere la politica coloniale.

Nel 1892 Crispi è costretto a dare le dimissioni perché alcuni suoi


collaboratori vengono coinvolti in alcuni scandali di corruzione, anche se lui non
è direttamente coinvolto. Viene nominato al suo posto temporaneamente un
esponente della destra storica, un aristocratico che si chiama il marchese di
Rudinì, ma dopo pochi mesi gli succede il primo governo di Giovanni Giolitti, che
durerà pochissimo.

Movimento dei fasci italiani


Mentre Giolitti è al governo, in Sicilia esplode una enorme rivolta
contadina a cui poi si aggiungono le proteste dei minatori, chiamata il
movimento dei fasci siciliani. Questa rivolta è guidata da esponenti giovani
socialisti (Nicola Barbato), quindi è una rivolta che ha un'impronta anche
politica, ma non è dettata solo dalle condizioni di miseria: ha anche una
direzione politica, che mette molta paura ai latifondisti perché per la prima
volta si vede cosa a cosa può arrivare il socialismo.
Questo movimento vuole:
- Migliori condizioni di lavoro (ancora in Italia alle 8 ore di diritto non ci
sono, non come in altri paesi);
- Pressione fiscale più giusta;
- Amministrazione della giustizia più equa.
Giolitti non reprime con la violenza, lo stato si mantiene neutrale.
Tuttavia anche Giolitti nel 1893 rimarrà travolto dallo scandalo della
Banca Romana, nel quale dei suoi collaboratori hanno dei problemi di conflitto
di interessi, perché in Parlamento difendono con delle leggi la Banca Romana
essendo anche azionisti della stessa. Ritorna perciò Crispi, che decide
immediatamente una repressione violenta dei fasci siciliani, usando gli stessi
strumenti che erano stati usati per la repressione del brigantaggio da Cialdini:
alcune fette del territorio del sud vengono considerate in stato di emergenza e
all’interno di esse può essere utilizzato il codice militare, per cui vi è la pena di
morte, i giudici sono funzionari, e nel giro di quattro anni elimina il fenomeno
del brigantaggio. Con lo stesso strumento Crispi eliminerà il movimento dei fasci
siciliani, l'unica differenza è già entrato in vigore il nuovo codice penale
Zanardelli e la pena di morte è stata abolita; quindi molti protagonisti di fasci
siciliani verranno condannati a lunghe pene di prigione ma non alla pena di
morte.

Cristianesimo sociale
Nel 1895 nasce a Genova il partito socialista italiano, con il suo giornale,
L’avanti: è il nuovo grande organismo politico che in Italia diffonde e propaganda
il pensiero di Karl Marx.
Insieme ad Andrea Costa, fondatore del giornale, troviamo un gruppo di
personaggi politici che sarà poi protagonista della vita politica degli anni
successivi fino alla prima guerra, come Filippo Turati e Anna Kuliscioff.

Partiamo dalla Non Expedit, quel terribile divieto per i cattolici di


partecipare alla vita politica e sociale dello Stato che Pio IX aveva emanato nel
1874; dopo quel divieto molti cattolici cominciano a protestare perché credono
che impedire il volontariato (la partecipazione alla vita sociale) va contro il
Vangelo. Allora un movimento di giovani cattolici comincia a interrogarsi su
questo aspetto che loro sentono molto contraddittorio. Tra l’altro tutte queste
organizzazioni di volontariato cattolico che non operavano più erano state
sostituite dalle organizzazioni di volontariato socialista, perché cattolicesimo e
socialismo hanno un tema comune fortissimo che è l'aiuto verso le classi più
povere.

Una rappresentante famosissimo che si chiama Toniolo dà vita alla famosa


corrente del cristianesimo sociale, e comincia l'interno della Chiesa a crearsi
forte il dibattito perché almeno questa parte non expedit venga cancellata. C'è
un problema però: non si può da Papa smentire o negare le cose che ha detto il
predecessore. Morto Pio IX diventa Papa Leone XIII, il quale pubblica nel 1891
una nuova bolla chiamata Rerum Novarum (“delle cose nuove”).

Alcuni articoli ci fanno capire che Leone sia un Papa molto politico:
1. Rinnovata condanna del socialismo: Leone XIII condanna il socialismo,
già presente nella bolla Sillabo di Pio IX del 1864;
2. Condanna del principio della lotta di classe: la classe operaia deve fare
la rivoluzione per prendere il potere (Marx). Condanna il principio della
proprietà privata: anche questo è in funzione anti-Marx perché egli
voleva l'abolizione della proprietà;
3. Condanna dello sciopero: lo sciopero è uno strumento illegittimo ma
riconosce delle necessità di rimuovere le cause dei conflitti sociali;
4. Riconoscimento del dovere dello Stato di tutelare la classe operaia: il
Papa si schiera apertamente a difesa delle classiche povere;
5. Riconoscimento della necessità di distribuire equamente la ricchezza;
6. Riconoscimento del diritto dei lavoratori di associarsi in sindacati,
sempre però nel rispetto delle leggi.

Politica coloniale
Ultimo aspetto del 1889: Crispi firma con l'imperatore di Abissinia un
trattato chiamato trattato di Uccialli, per realizzare un protettorato italiano
sulla loro nazione. Il protettorato è una forma di organizzazione politica in cui
una potenza controlla l'economia, la difesa e la politica estera di uno stato
più arretrato che però mantiene le proprie leggi e la propria sovranità.
Nel 1890 la striscia interna di territorio che sulle rive del Mar Rosso collega Assab
(1882) e Massaua (1885) viene chiamata ufficialmente Eritrea.

Nel 1895 Crispi ripropone quel progetto di espansione coloniale di


Depretis, partendo sempre dai possedimenti italiani che sono stati chiamati
Eritrea, nel 1895 Crispi dichiara guerra all'Etiopia. Sarà l'ennesima disfatta e ci
sono due battaglie decisive: l'assedio e la sconfitta italiana del forte di Makallè
(1895) e la battaglia di Adua (1896).
La sconfitta di Adua, come quella di Dogali è decisiva perché la seconda fase
coloniale italiana si blocca e Crispi è costretto alle dimissioni.

Crisi italiana di fine secolo


L’Italia continua a trovarsi in una situazione di crisi economica: le misure
protezionistiche volute dalla sinistra storica e continuate da Crispi avevano
ormai esaurito i loro effetti positivi, per cui la domanda interna diminuisce
(richiesta di beni fatta dalle famiglie, la produzione diminuisce così come gli
investimenti e l’export) e l'Italia entra in recessione.
Siamo in un momento in cui vanno in sofferenza le banche, perché avevano
prestato molti soldi alle ditte che costruivano edifici e case immobili, in quanto
c'era una forte richiesta di abitazioni. Questo boom dell'edilizia era favorito da
una innovazione tecnologica che proveniva dagli Stati Uniti: il cemento Portland,
che aveva delle caratteristiche di tenuta di resistenza straordinarie, soprattutto
se abbinato con degli scheletri di metallo. Così nelle grandi città cominciamo a
vedere i palazzi che superano i quattro piani. C'è però una minore richiesta anche
di case di appartamenti, quindi le ditte costruttrici non riescono più a vendere
appartamenti e automaticamente non riescono più a restituire i prestiti alle
banche, tanto che alcune falliranno.

Il sistema bancario italiano è totalmente in mano ai privati, non c'è nessun


organismo che regola che vigila l'attività bancaria. Per questo nel 1894 lo stato
fonda la Banca d'Italia, la quale a partire dal 1894 è l'unica che può emettere
moneta quindi può stampare banconote e fondere monete ed è l'unico organismo
che vigila sulla correttezza delle procedure e delle attività bancarie. Nel 1897
scoppia una grande ondata di proteste contadine e cittadine che ha il suo
epicentro in Emilia (Ferrara, Modena e Bologna). I contadini braccianti che
rivendicano migliori condizioni di lavoro. L’anno dopo anche in altre grandi
città del nord esplodono queste rivolte: il motivo centrale della protesta e il
rialzo del prezzo del pane.

Come primo ministro succede a Crispi il marchese Rudinì, che appartiene alla
destra storica ed è uomo conservatore e autoritario. Egli decide di rispondere
duramente a queste proteste di piazza.
Il caso più drammatico di questa repressione ha luogo a Milano: una protesta
guidata da sacerdoti e dirigenti socialisti viene repressa dall’esercito, al comando
di un generale chiamato Bava Beccaris, che decide di sparare sulla folla.
Rimarranno nelle strade insanguinate di Milano più di 100 morti. Nel
contempo la polizia arresta tutti i dirigenti socialisti e cattolici che avevano
guidato la protesta.

Il nuovo re decide di premiare il generale con una medaglia al valore, e questo


scatena l’inferno: in alcuni ambienti che nasce l'idea di realizzare in Italia una
sorta di colpo di Stato. I protagonisti di questo progetto sono tre:
- la corona: il re
- i vertici militari
- diversi deputati della destra storica più conservatrice.
Per realizzare questo progetto questi congiurati pensano che Rudinì non sia
adatto a prendere il comando della situazione, Nel 1898 viene nominato
presidente del consiglio il generale Pelloux, il quale presenta alla camera una
proposta di legge, le leggi eccezionali.
Leggi eccezionali
Queste leggi puntavano a limitare fortemente la sfera di libertà dei cittadini e
allo stesso tempo aumentare il potere del governo in modo tale da mettere sotto
controllo la società italiana. Pelloux però non ha fatto i conti col Parlamento,
perché lì appena vengono proposte queste leggi tutta l'opposizione politica alla
destra si unisce e si compatta (esattamente il contrario di quello che è successo
alla sinistra) per bloccare la votazione di queste leggi.
Ci sono due leader che appartengono alla sinistra storica che guidano questa
opposizione: Giolitti e Zanardelli. La votazione di queste leggi viene bloccata
con una pratica che si chiama ostruzionismo parlamentare, ovvero l'utilizzo
rigido fiscale del regolamento di svolgimento dei lavori della camera.
Ma Pelloux non si perde d'animo: prende le leggi eccezionali e le mette dentro un
decreto-legge (decreti fatti dal governo e giustificati da condizioni di emergenza
per cui entrano in vigore subito). Colpo di scena: il decreto viene impugnato
davanti alla Corte di Cassazione, la quale fa le veci di una corte costituzionale.
I giudici lo esaminano e lo dichiarano contrario allo Statuto Albertino, perché
danneggiava alcuni diritti fondamentali, quindi viene dichiarato nullo.

Pelloux da le dimissioni, perché pensano si possa risolvere tutto con le elezioni.


Prima che si svolgano succede però un fatto drammatico: un anarchico italiano,
Gaetano Bresci, tornato dagli Stati Uniti dove vive, uccide a Monza tre
Umberto I il famoso attentato di Monza del 1900.

Bresci viene arrestato quasi subito, dichiarando che ha voluto vendicare i morti
dell'eccidio di Milano. Verrà portato nel carcere di Santo Stefano e morirà in
circostanze misteriose prima di Natale, probabilmente pestato a morte dalla
polizia.
Le elezioni non vanno come pensava la destra storica: la destra vince ma di poco,
e allora in questo clima incandescente abbiamo uno dei pochissimi gesti politici
positivi: Vittorio Emanuele III sale al trono il figlio, il quale dà l'incarico di
formare il governo a Zanardelli, come gesto di pacificazione tra la corona e la
sinistra del Parlamento.
Giolitti diventa Ministro dell’Interno e nel 1901 diventa Primo Ministro.

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