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CIVILISATION ITALIENNE

DALL’UNITÀ ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE


(1861-1914)
Periodizzazione

1861-1875 : stagione della Destra storica


(in realtà, più centro che destra)

- Piemontesizzazione dell’Italia : amministrazione del territorio;


- La questione meridionale : problemi socio-economici del Sud (carenze
infrastrutturali, criminalità: brigantaggio, mafia);
- Deficit statale (il costo delle Guerre d’Indipendenza)
1876-1895: stagione della Sinistra storica (mazziniani e garibaldini)
- Lotta contro l’analfabetismo ;
- Il trasformismo: costruzione di maggioranze diverse, in funzione
della legge da approvare = esplosione della corruzione ;
- Nascita delle prime grandi industrie italiane
- Politica estera: nascita della Triplice alleanza (con l’Austria e la
Germania); colonialismo ;
- Codice Zanardelli: abolizione della pena di morte
8 febbraio
Costruzione dello Stato
1861-1865: riforme territoriali

Marzo 1861: proposta del deputato Minghetti, che prevede un


sistema di decentralizzazione. Cavour rifiuta.

1861: il governo di Bettino Ricasoli adotta la legge Rattazzi, già


proposta nel 1859. il regno è diviso in province, a loro volta divise in
circondari, ognuno dei quali è organizzato in mandamenti. Ogni
provincia è guidata da un prefetto, ogni circondario da un sottoprefetto. Il
regno conta conta 59 province, che diverranno 69 nel 1871.
20 marzo 1865: Il parlamento vota una legge di unificazione
amministrativa: questa legge comprende decreti sulla sicurezza
pubblica e la sanità, e decreti sull’eliminazione delle ultime strutture
amministrative pre-unitarie.
A partire da questa legge, ogni città è amministrata da un sindaco,
mentre negli stati pre-unitari, c’erano magistrati, gonfalonieri (dignità
conferita dalla S. Sede a personaggi benemeriti, con l’incarico di
difenderne le ragioni e i diritti).

L’armonizzazione amministrativa è in realtà una generalizzazione


delle strutture già esistenti nel regno sardo-piemontese.
Per questo si parla di piemontesizzazione.
Costruzione dello Stato

Gennaio 1866, applicazione di 4 codici:


1) codice civile (proprietà individuale e validità
del matrimonio civile);
2) codice di procedura civile;
3) codice del commercio;
4) codice della marina mercantile.
Il re e il potere centrale

◦ L’Italia è una monarchia costituzionale.


◦ Il re e il governo incarnano il potere esecutivo.
◦ Il parlamento incarna il potere legislativo. Secondo lo
Statuto albertino, la Camera e il Senato propongono e votano
le leggi.
◦ Il re è capo dello Stato, nomina il presidente del consiglio
dei Ministri, i ministri e i senatori. È anche capo di tutte le
armate, e della diplomazia.
Vittorio Emanuele II (1820-1867),
re d’Italia (1861-1878)
« Fare gli Italiani »: lo Stato e i cittadini

Principali fattori di unità della popolazione :


Istruzione;
Esercito;
Partecipazione politica
Istruzione e alfabetizzazione
1861: 80% della popolazione era analfabeta.
1861: Legge Casati del 1859, che fissa l’istruzione obbligatoria tra i 5 e i
10 anni, è estesa a tutto il territorio del regno.
1872: il deputato Pasquale Villari, che sarà Ministro dell’Istruzione nel
1891, scrive un articolo molto importante sulle conseguenze socio-
economiche di questa situazione (« La scuola e la questione sociale in
Italia », Nuova Antologia).
1877: Legge Coppino: fissa l’étà della scuola obbligatoria a 9 anni.
Insegnamento pubblico e laico, senza catechismo. Questa legge prevede
la formazione degli insegnanti in scuole « normali ».
1878: gli insegnanti godono dello statuto di funzionari dello Stato.
1885: la carriera dell’insegnamento è aperta alle donne.
Un caso editoriale: il libro Cuore

Edmondo de Amicis
(1846-1908)
Cuore, 1886
L’esercito
La difesa nazionale è un altro tema federatore della popolazione del
nuovo Stato. Questo tema poggia in particolare su due pilastri:
1) L’eritaggio della « nazione armata » risorgimentale
2) La coscrizione (il servizio militare obbligatorio)

1861: l’obbligo del servizio militare, in vigore nel regno sardo-


piemontese dal 1854, è esteso a tutto il Regno d’Italia.

1875: l’insegnamento scolastico è imposto durante la formazione


militare (alfabetizzazione).
Il diritto di voto
Il nuovo Stato elabora diversi regolamenti elettorali per quanto
riguarda le elezioni « politiche » (per il Parlamento) e le elezioni
« amministrative » (municipali e regionali).
Legge del 1865: hanno diritto di voto le persone (uomini e donne)
maggiorenni (21 anni), proprietarie della loro abitazione, e che
pagano almeno 5 lire di tasse all’anno (nei comuni < 3000 abitanti)
o 25 lire (nei comuni > 60000).
Tra questi estremi, è previsto un meccanismo di imposizione
progressiva per avere diritto di voto.
1889: più di 3.400.000 adulti sono iscritti nelle circoscrizioni
elettorali.
Secolarizzazione
Cavour: « Libera chiesa in libero Stato » (discorso al Parlamento, 17
marzo 1861).
Lo Stato deve garantire la coesistenza della libertà individuale religiosa e
della libertà pubblica. Il Governo deve far rispettare quindi la pluralità
confessionale, e la Chiesa deve occuparsi soltanto delle questioni spirituali.
Il potere spirituale del Papa dev’essere garantito e protetto; invece, il suo
potere temporale dev’essere annullato.

1871: dopo la proclamazione di Roma, il Governo proclama la legge delle


Guarentigie (loi des Garanties), che Pio IX prima, e Leone XIII dopo non
riconobbero mai (ma che dovettero comunque accettare).
1865 e 1890: nel codice civile del 1865 e in quello del 1890, detto codice
Zanardelli, non è previsto il concetto di « Religione di Stato ».
Conseguenze
1863: il giornale Unità cattolica « Né elettori, né eletti ».
Nel novembre del 1876 la Sinistra vinse le elezioni e andò al
potere. Il 29 ottobre 1878 l'ideatore della formula «né eletti né
elettori», rilanciò il tema del voto politico ai cattolici per arginare il
dilagare della Sinistra. Non deposta la sfiducia nelle istituzioni,
invitò per la prima volta i cattolici ad organizzarsi politicamente
1874: un decreto del tribunale vaticano afferma che è
sconveniente (Non expedit) che i cattolici partecipino alla vita
politica del paese.
1905: il Non expedit è attenuato, il Papa Pio X accetta il fatto che i
cattolici possano eleggere e anche essere eletti (« cattolici
deputati » > « deputati cattolici »).

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