Sei sulla pagina 1di 3

Le testimonianze della vera lirica italiana cominciano a partire dal 1200, e l’esistenza di una scuola indica la

presenza di molte regole e dunque numerosi passi avanti.

La poesia dei trovatori è una poesia definita aristocratica in quanto uno dei primi trovatori fu proprio un
aristocratico, Guglielmo d’Aquitania. Il tema principale è quello amoroso e disamoroso, in quanto si parla di
amori felici ed infelici.

Il latino nel 1100 e nel 1200 continua ad essere una lingua di grande importanza: troviamo la letteratura
latina e la letteratura medio latina, con una matrice classica ( ad esempio Odi et amo di Catullo).

In Provenza ci furono numerosi trovatori. L’amore narrato dai trovatori non è necessariamente un amore
reale. Molto spesso la donna è la domina, la signora, la feudataria moglie di qualcun altro; ma che
rispecchia perfettamente le virtù e le caratteristiche della donna.

Non sempre il trovatore si aspetta che questo amore sia ricambiato e spesso abbiamo anche una fictiones,
con uno scambio di battute tra la donna e il trovatore.

I trovatori provenzali narrano l’amore in tutte le declinazioni possibili, non escludendo l’aspetto fisico e
sessuale. Aspetto che invece sarà escluso dalla poesia italiana della scuola siciliana.

Queste poesie d’amore hanno una matrice esclusivamente classica, non vivibile dal volgo.

La poesia trobadorica (dei trovatori) provenzale dura oltre un secolo, producendo una serie di declinazioni
del genere amoroso molto differenti tra loro:

- Il trobar clus è un tipo di poesia della letteratura della lingua d’oc, sviluppata dai trovatori provenzali.
Questo modo di poetare era scelto da coloro che volevano una poesia di carattere intellettuale e filosofico.

Il trobar leu è invece un tipo di poesia più aperta, che fa meno uso di artifici retorici ed è dunque di
immediata comprensione da parte dei lettori contemporanei.

Entrambe le forme arrivano in Italia.

L’Italia del 200 e del 300 vede una netta bipartizione tra il Centro-Nord e il Sud, con Firenze che assumerà
un importanza politica sempre più importante.

Il Sud era visto come una terra di approvvigionamento e soggetta ad una sudditanza. Infatti già nell’anno
mille, tutta l’Italia meridionale diverrà una terra di conquista esclusivamente sfruttata ma sotto un unico
dominio, differenziandosi dalla frammentazione del nord. Dunque essendoci un'unica forma politica,
possiamo assistere alla fioritura di una letteratura. Ciò avverrà con Federico II, un imperatore talmente
innamorato dell’Italia meridionale da trasferirsi in Sicilia, a Palermo.

La scuola siciliana è solo uno dei tanti progetti di riformazione culturale che Federico ha in testa, definito
come una forma di divertimento e di cultura personale diffuso tra coloro che gli circolavano intorno.
Federico II è stato un imperatore illuminato, che ha lasciato una traccia importante nella cultura europea.

Avendo diversi regni, Federico lega a sé i funzionari di stato, che si occupano di diverse mansioni all’interno
dello stato e che vengono educati sin da piccoli a svolgere il loro compito.
I funzionari sono persone di un certo livello culturale che parlano e conoscono il latino, ma spesso sono
anche parenti o persone che sono legate all’imperatore da un rapporto di fiducia personale.

Dopo aver fornito loro una preparazione, l’imperatore concedeva delle agevolazioni per permettere a
questi funzionari di vivere agiatamente: avvenivano degli intrattenimenti serali o post serali che
producevano poesia. La differenza tra l’improvvisazione provenzale e quella italiana sta nel fatto che
Federico II dava un tema e delle regole che davano vita alle tenzoni.

Una delle regole era quella di utilizzare un volgare ripulito dalla quotidianità ed arricchito da termini aulici
con i quali esprimere sentimenti, un linguaggio aulico ed elegante che gareggiasse con il latino e
rispecchiasse il regno.

Uno dei temi erano invece le liriche sentimentali, in quanto solo utilizzando una lirica sentimentale posso
poetare in volgare.

Le uniche forme metriche a disposizione della scuola siciliana sono di origine francese:

- La canzo (cioè la canzone)

- La cobla

La lingua francese utilizza prevalentemente il decasillabo ed il dodecasillabo; mentre in Italia il metro più
naturale è l’endecasillabo e con alcune eccezioni il settenario. (dal ritmo più veloce perché breve).

L’endecasillabo è un verso che ha l’ultimo accento tonico sulla decima sillaba.

Il settenario è un verso che ha l’ultimo accento tonico sulla sesta sillaba.

La canzone deriva dalla canzone provenzale ed è formata da un numero variabile di strofe o stanze.

Ogni strofa o stanza di una canzone si può dividere in due parti e con due successive divisioni.

A seconda del numero di versi avremo le terzine, le quartine, le sestine...

A volta le strofe hanno anche 20 o 21 versi

Il sonetto (dal francese sonet, canzone piccola) è stato inventato da Jacopo da Lentini. Dalla Provenza
prende solo il nome e non la struttura.

Il sonetto è un componimento di 14 versi endecasillabi o settenari, sempre suddivisi in due quartine e due
terzine.

Le rime delle quartine hanno la struttura ABBA, mentre le rime delle terzine possono avere le strutture CDE
e CDC.
Nella lirica provenzale la destinataria della poesia è spesso una donna sposata non consapevole dell’amore
del poeta.

Nella lirica siciliana invece, la donna è una donna bellissima che non cederà mai all’amore del poeta.
Nonostante la donna sia descritta anche secondo le sue caratteristiche fisiche, resterà sempre un amore
platonico.

Al tempo di Federico II la popolazione siciliana era prevalentemente normanna, quindi la maggior parte
delle donne erano aristocratiche, bionde, e con gli occhi chiari. Queste sembianze indicheranno, a partire
dalla scuola siciliana, il bene e la purezza; in contrapposizione al nero che indicava il male e la sfortuna.

L’amore sviluppato nel testo è un amore dove il poeta si vede sempre inferiore rispetto alla donna amata, e
dunque la ama solo da lontano per non infettare la sua perfezione con la propria inferiorità. Il desiderio che
continua a crescere senza essere soddisfatto porta al logorarsi dell’anima.

L’unica attenzione che il poeta può ricevere dalla donna è un semplice saluto rappresentato da uno sguardo
ricambiato. Il saluto, dal latino salus, salutis (salute), porta pace all’amante e gli permette di continuare a
poetare. L’uomo deve sostenere delle prove di lealtà e di onestà per ottenere il saluto della donna.

Una delle figure retoriche di questo amore impossibile è l’amore espresso tramite una porta chiusa dietro
la quale si trovava la donna amata; l’adynaton

I siciliani non hanno redatto antologie,e la loro poesia ci è nota grazie alle successive antologie toscane,
tramite i copisti che hanno adattato la lingua alla loro regione..

Potrebbero piacerti anche