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Federico II.
Essendo dei funzionari di corte e non riunendosi solo a Palermo, le loro liriche arrivarono anche in altre
parti d’Italia tramite i copisti. Tramite la pratica della copia, la lingua siciliana veniva modificata divenendo
una lingua imperfetta [rima siciliana].
Riprendendo il vaticano 3956, dopo i siciliani troviamo il nome di Guittone d’Arezzo, Guido Guinizzelli e
Bonagiunta Orbicciani in un nuovo canzoniere.
Bologna e Firenze sono i due luoghi nei quali i funzionari erano stati per motivi di lavoro:
- Firenze invece somigliava sempre di più ad una vera e propria corte, con successiva nascita della
borghesia.
Quando esiste una stabilità politica, anche la cultura ha più agio di svilupparsi; e questi tre nuovi autori non
trattano solo l’amore, ma anche la morale, la filosofia e la politica.
Essi aggiungono delle tematiche estranee alla scuola siciliana, e questo dipende dal fatto che il pubblico è
diverso. La letteratura è sempre concepita per un pubblico o un destinatario, in caso contrario non esiste. Il
pubblico siciliano considerava la letteratura come uno svago, ma in ogni parte d’Italia si uniforma alle
esigenze del pubblico.
Il tema politico fa parte dell’esperienza di vita di Guittone: egli nasce da una famiglia borghese e non
essendo nobile, la giurisprudenza è uno dei modi per crearsi da solo.
La sua prima produzione è per lo più una produzione amorosa, ma successivamente ad Arezzo iniziò a
sostenere la sua parte politica, avvicinandosi dunque ai temi politici.
Fino al 1260 la vita di Guittone è una vita abbastanza semplice, ma in seguito alla sconfitta del suo partito
politico entra a far parte della confraternita dei frati gaudenti che gli conferisce una certa indipendenza
economica. In questo periodo la sua produzione si arricchisce ulteriormente, aggiungendo temi morali,
religiosi e politici.
La sua scrittura deve ispirarsi necessariamente a qualcosa che esiste, e utilizza una lingua toscana che si
ispira al trobar plus, ricca di figure retoriche e metafore incomprensibili. E’ dunque una lingua oscura e
realistica, piena di termini volgari e quotidiani proprio per creare uno stacco evidente tra queste poesie e
quelle che parlano d’amore. Il trobar plus di Guittone darà vita alla poesia comico realistica toscana.
Dante fa una vera e propria distinzione tra la generazione degli antichi, composta da Guittone d’Arezzo,
Guido Guinizzelli e Bonagiunta Orbicciani, ed i moderni.
Guinizzelli compie un altro passo verso la modernità ed è considerato una figura a metà tra poeta antico e
poeta moderno, in quanto il tema amoroso è accompagnato da altri temi. Dante comprende che in
Guinizzelli ci sono i primi aspetti della nuova poesia che egli realizzerà con i suoi amici e cioè lo Stilnovismo;
e dunque lo chiama padre di esso.
Gli stilnovisti trattano l’amore in un modo diverso dai siciliani, con una donna non più descritta fisicamente
ma una donna che sembra dematerializzarsi: la donna angelo.
Nella canzone manifesto troveremo un idea innovativa per Dante, ossia solo chi è nobile di cuore può
amare. Infatti per la prima volta troviamo un nuovo concetto di nobiltà: essa non è la nobiltà di nascita ma
la nobiltà d’animo e si misura attraverso il cuore gentile, che è l’unico che può provare amore.
Si tratta di una novità in quanto nella lirica dei siciliani ci è presentata la tipica struttura della donna nobile
per nascita e dell’uomo che può parlarle perché è un ottimo partito. Questa idea di nobiltà era già presente
nel De amore di Andrea Cappellano e a ripescarla è Guinizzelli con il suo testo mainifesto, in quanto non
nobile di nascita.
Parte metrica:
Si tratta di una canzone divisa in 6 stanze o strofe, che hanno sempre lo stesso numero di versi, cioè 10.
È composta da un sistema di rime che si ripete in tutte le stanze allo stesso modo, tranne l’ultima che ha
una rima irrelata (un verso non rima).
- la sirma.
La fronte può dividersi in altre due parti definite piedi, mentre la sirma può dividersi in altre due parti
definite volte.
!!! Questa canzone è fedele al modello provenzale delle coblas capfinidas: si tratta di canzoni nelle quali
troviamo una parola dell’ultimo verso di una strofa che viene ripetuta nel primo verso della strofa
successiva. (come calore in clarità di foco. Foco d’amore in gentil cor s’aprende)
Parte teorica:
Come l’uccello torna sempre al suo nido, l’amore si addice sempre al gentil core.
Amore e gentil core sono nati nello stesso momento e sono una cosa sola perché rappresentano due
manifestazioni della natura. Dunque l’amore è un istinto che nasce con noi e non possiamo esserne esenti.
L’amore abita nel cuore gentile come il calore abita nel fuoco.
Nel medioevo si credeva che le proprietà delle pietre preziose derivassero dagli astri, e Guinizzelli ci dice
che il valore sta nella pietra preziosa come l’amore sta nel cuore gentile.
Sempre nel Medioevo, si credeva che il sole doveva purificare la pietra e poi la stella preposta poteva agire
su di essa.
La donna può far innamorare un cuore gentile solo dopo che la natura ha reso gentile quel cuore: la natura
agisce come il sole e la donna come l’astro che da ad un uomo la sua specificità.
L’amore sta nel cuor gentile come il fuoco sta in cima ad una candela. Il fuoco splende chiaro e sottile per
rendere più bella la candela e non potrebbe non illuminare. Cosi quando una bellissima donna incontra un
uomo senza cuore gentile diventa come l’acqua con il fuoco.
L’amore abita nel cuore gentile perché riconosce un luogo simile a se stesso, così come il diamante trova la
sua naturale connotazione nelle miniere di ferro.
Se una donna gentile si imbatte in un uomo non gentile non smette di esserlo, così come il sole non smette
di splendere dopo aver colpito il fango.
Dunque quell’uomo non sarà mai toccato dall’amore, ma l’amore resterà splendente come il sole.
Gli angeli splendono più del sole e girando i cieli comprendono e assecondano sempre la volontà del loro
Dio.
Si introduce dunque nella poesia un nuovo elemento: la donna diventa mediatrice tra l’uomo e Dio.
Guinizzelli immagina che Dio lo rimproveri per aver accostato la sua figura al vago amore di una donna. Egli
si giustifica dicendo che tale donna sembrava una creatura del suo regno, ideologia che porterà alla nascita
della figura della donna angelo nello Stilnovo.