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Tra Dante e Petrarca non corrono molti anni di differenza.

Petrarca tuttavia è un uomo nuovo e di un tempo


nuovo.

Egli vive una situazione politica e culturale completamente nuova.

- Nel 1300 si è accentuata la questione dell’ingerenza della Chiesa nel potere temporale. Dunque, essa sarà
caratterizzata da una grande corruzione e assisteremo alla Cattività Avignonese, ossia il trasferimento
temporaneo della Chiesa da Roma ad Avignone. Inoltre le forme di governo locali vanno trasformandosi in
monarchie.

- L’intellettuale non può partecipare alla vita politica, e inizia ad appoggiarsi a dei signori per essere
promotore del risveglio culturale.

Ancora molto , Petrarca si sposta con la sua famiglia ad Avignone, dove nel 1304 si stabilì la sede papale. La
prima formazione di Petrarca avviene sul territorio francese: egli affronta i suoi studi in latino con un
carattere medievale, basato sul trivio e sul quadrivio.

Tornerà in Italia più tardi, quando suo padre deciderà di mandare lui e il fratello a Bologna per completare
gli studi universitari. Qui fa amicizia con una cultura in volgare che si avvicina a quella fiorentina. Pur
essendosi formato in latino, in casa sua veniva parlato anche l’Aretino, lingua proveniente dal luogo di
nascita di suo padre.

Dopo questo trasferimento suo padre muore, portando al ritorno dei figli ad Avignone. Qui, Francesco
diventa un chierico: aveva dunque uno stipendio e gli venivano affidate delle proprietà da gestire.
Successivamente diventa un chierico vagantes, un chierico che aveva il compito di viaggiare per diffondere
il cristianesimo e per conoscere e fare cultura.

A causa di ciò, egli viene definito il primo autore cosmopolita: non ha una patria e in qualità di chierico
viaggia presso i signori per compiere i suoi studi.

Francesco ha una conoscenza dei testi classici e una padronanza di un latino particolare rispetto ai suoi
contemporanei. Dunque viaggia tra le varie biblioteche e diventa scopritore di testi classici utilizzati dai
monaci amanuensi.

- Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, l’Italia diventa la meta delle invasioni barbariche.
Assistiamo in questo periodo ad un fenomeno chiamato monachesimo, ossia si abbandonano le città in
favore di un ritorno alla vita nei monasteri. I monaci rinchiusi nelle abbazie avevano delle scriptoria
all’interno delle quali gli amanuensi, trovandosi dinanzi dei testi classici spesso definiti peccaminosi,
attaccavano su di essi pezzi di pergamene sulle quali ricopiavano parti di altri codici.

Dunque nell’umanesimo assistiamo alla rinascita della cultura classica latina, proprio grazie alla riscoperta
dei testi classici.

L’unica cosa di cui aveva bisogno Petrarca era la sua formazione latina. Questo lo rende il primo umanista
italiano, in quanto per lui il latino è una lingua personale e viva. Infatti scriverà il Secretum, un opera
straordinaria di Petrarca al pari del Canzoniere, in latino. Il mondo è alla deriva dal punto di vista culturale.
Nella fase più importanti del medioevo esiste una cultura teocentrica ed un forte potere teocratico.
- Fino all’anno mille esiste la paura di una imminente fine del mondo, acuita dalle continue modifiche
all’aspetto politico d’Italia. Questo periodo è un periodo culturalmente difficile, in quanto dopo il
superamento dell’anno mille e della mancata fine del mondo, le persone iniziano a dubitare credendo
sempre meno in Dio e consapevoli della corruzione della Chiesa. Inizia dunque una ricerca delle opere che
incarnavano quelle virtus ormai perse, portando quindi ad una riscoperta del mondo classico.

Lo stesso Petrarca vedeva nel mondo classico il modo per ricostruire la società contemporanea. Infatti egli
vuole fondare una nuova cultura partendo proprio da quella classica.

Il primo modo naturale di esprimersi di Petrarca sono una serie di testi ispirati alle esperienze degli autori
classici, come ad esempio il testo etnografico l’Africa. Ma ben presto avviene un cambiamento: ha
l’opportunità di acquistare una villa a Valchiusa, considerato il luogo del ritiro lontano dall’infelicità delle
città e meta di ritorno dopo i suoi viaggi culturali. Qui nascono le sue opere più importanti.

Prima del Canzoniere, Petrarca scrive un grande numero di opere in latino in prosa che si possono
raggruppare in tre gruppi:

- Trattati storico eruditi

- Trattati morali

- Trattati polemici o d’invettiva.

Trattati storico eruditi

 La prima opera è il De viris illustribus, che trae ispirazione da varie opere latine e che presenta 36
biografie di uomini illustri.

 La seconda opera è il De rerum memorandarum, che è una raccolta di exempla.

- Si tratta di un genere fondato nel medioevo che ha una matrice classica ma che viene interpretato
nuovamente nel cristianesimo. L’exemplum classico professava le virtù laiche, mentre il cristianesimo
realizza una serie di exempla di carattere morale e didascalico.

Nella sua opera Petrarca raccoglie una serie di exempla del mondo classico che hanno un riscontro anche
nel suo periodo, ispirandosi alle Massime di Valerio Massimo.

 L’ultima opera è il Itinerarium syriacum, che è legato alla contemporaneità. Racconta il viaggio che
Petrarca deve fare in Terra Santa ed esplicita quello che egli deve salvare del mondo antico per
riportarlo nella modernità. In questo testo Petrarca vuole far si che questo viaggio diventi una
metafora della vita stessa.

Trattati morali

Nei trattati morali vengono poste le basi filosofiche della letteratura volgare. Essi sono importanti perché
Petrarca riflette sull’importanza del ritiro e sul concetto di separazione dalla brutalità delle città, in quanto
ritiene che l’arte e la poesia non possono nascere ella quotidianità.
 La prima opera è il De vita solitaria, che riprende il titolo di uno dei dialoghi di Seneca. Si può star da
soli solo se si è raggiunto un equilibrio interiore. Essa insegna che quando un uomo ha imparato a stare
con se stesso e ad accettarsi non sarà mai solo, in quanto sarà ricco di esperienze che potrà utilizzare
per guidare gli altri.

 La seconda opera è il De ozio religioso, che ci parla del problema di Petrarca: egli è diviso tra
l’aspirazione di una vita terrena e la necessità di una vita spirituale. Egli sente che deve amare Dio, ma
la vita gli piace troppo e lo distrae a tal punto da considerare l’amore un errore [error, vagare senza
meta]. L’uomo per conquistare il Paradiso deve essere votato all’amore per Dio e non deve pensare
alla gloria terrena.

 L’ultima opera è il De remediis utriusque fortunae, che fu scritta in base ad un esperienza politica
contemporanea: a Roma c’è stata una presa di potere momentanea che ha fondato una momentanea
repubblica.

Petrarca ci definisce il suo pensiero sulla fortuna, alla quale siamo soggetti e che non possiamo contrastare.
L’uomo non deve pensare di dominare la fortuna e deve assumere un atteggiamento guardingo nei
confronti di essa, sia nel caso di una fortuna positiva sia nel caso di una fortuna negativa; in quanto si tratta
di una cosa del tutto casuale e le conseguenze possono essere solo aggirate.

Trattati polemici o d’invettiva

I trattari polemici o d’invettiva sono legati a vicende contemporanee e sono diretti a personaggi europei
conosciuti durante i suoi viaggi. Per questo sono scritti in latino.

Il Secretum

Nel 44 Petrarca inizia a scrivere il Secretum, un diario che fa il punto sulla vita dell’autore.

- Poiché i 40 anni sono un età cruciale per il passaggio dalla iuventute alla senectute, Petrarca ci tiene a
precisare che il testo sia stato scritto ai suoi 40 anni. -

Il testo non ha goduto di grande successo poiché scritto in latino e racconta i segreti sentimenti dell’anima
del poeta.

Viene concepito come un testo di carattere allegorico, iniziando con una sorta di immagine onirica
rappresentata da una donna (la verità) e Sant’Agostino. Petrarca sceglie Sant’Agostino perché è il filosofo
più congeniale al suo pensiero e perché è il primo esponente del clero filosofico che rende il messaggio
filosofico della cristianità più vicino all’amore del Nuovo Testamento. Ama et fac quod vis: Ama e fai ciò che
vuoi. L’amore è capace di indicarci la direzione giusta nella quale andare.

Il Secretum si interroga su questa grande lotta che sta in Petrarca, consapevole della propria grandezza e
che dunque non vuole rinunciare alla gloria terrena.

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