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Manzoni
1) I Siciliani
La poesia lirica si afferma in Italia alla corte di Federico II di Svevia; la sua corte era
per lo più stabilita in Sicilia, che così era divenuta il centro non solo politico ma anche
culturale dell’Impero.
Approccio SECOLARE: Che appartiene al secolo, cioè alla vita laica, civile, sempre in
contrapp. a ecclesiastico, religioso.
In Sicilia, città come Palermo e Messina emersero come importanti focolai di attività
intellettuale e culturale.
Federico II promosse lo sviluppo della poesia in volgare sulla base di quella dei
trovatori provenzali, che in uenzò anche i poeti successivi, quelli Siculo - Toscani e
quelli del Dolce Stil Novo.
La centralità della vita di corte e l’insieme dei valori a essa connessi, caratterizzano tutta
un’epoca e la sua civiltà, detta appunto cortese.
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L’interprete deve essere una figura di poeta che compone in volgare, che ha conoscenze
tecniche e culturali, ed è un professionista: il trovatore. Il nome deriva dal latino
medievale tropatore, “inventore di tropi” (tropus è il nome assegnato a un genere di
componimento in versi con musica)
Il trovatore è una figura sia poeta che di musico, che compone una lirica destinata non
alla lettura, ma alla recitazione. L’esecuzione poteva essere fatta dal trovatore stesso o da
un giullare, che nell’ambiente di corte era l’addetto al mimo e alle rappresentazioni
cantate e recitate. Di solito succede proprio che il trovatore componga e che il giullare
esegua, oppure spesso i due ruoli risiedono nella stessa figura.
Fra le corti del sud, si distinguono per importanza e fama quelle di Poitiers, di Tolosa, di
Montpellier, e della Provenza propriamente detta.
I trovatori, grazie alla consapevolezza delle non comuni capacità tecniche e culturali
costituiscono quasi una classe a parte.
La differente provenienza sociale si rifletterà piuttosto nell’uso della propria arte: per
alcuni una professione, per altri un piacere o comunque un’attività collaterale, non a
tempo pieno.
Il tema centrale della poesia trobadorica è l’amor cortese: l’amore fino e raffinato, un
insieme esistenziale e letterario dell’amore. Il signore è la donna e il vassallo è il poeta.
Tuttavia la donna appare distante e inaccessibile per le differenze sociali, per indifferenza
verso l’innamorato e per lontananza proprio fisica, che però può ripagare l’amore del
poeta dimostrandosi orgogliosa o concedendo una ricompensa. La passione del poeta
può essere vissuta con felicità o con sofferenza, ma è sempre una sofferenza positiva per il
poeta, che viene spinto sempre di più a ricercare l’approvazione della dama e favorisce
un costante e progressivo affinamento spirituale e morale. L’amor cortese è dunque un
amore sublimato (ed esclusivo), che si nutre del desiderio, quasi sempre inappagato.
Spesso il nome della dama viene sostituito con un altro per non essere esplicitamente
rivelata, essendo lei già legata a un altro.
Andrea Cappellano, chierico, compose il De Amore, composto di tre libri scritti in latino e
condannato dalla Chiesa nel 1277, che codifica la dottrina praticata dai trovatori
provenzali:
l’amore può nascere solo in cuore cortese, la donna amata è considerata un essere
superiore, spesso inaccessibile. La passione amorosa è un fatto naturale, che alimenta una
tensione generatrice di virtù morali e che agisce come spinta incessante alla nobilitazione
e al perfezionamento.
l’amor cortese, infine, può esistere solo al di fuori del matrimonio (è sostanzialmente
adultero) e, spesso, genera dolore e sofferenza
Nel DE AMORE, l’autore si rifà ad Ovidio, in particolare alla sua Ars amandi, l’arte di
amare. I concetti espressi sono essenzialmente quattro:
Le norme metriche: la rima, sempre perfetta, può essere variamente arricchita; la struttura
della cobla (strofa) si ripete, senza alterazioni nello schema, per tutto il componimento. Le
poesie dei trovatori sono spesso concluse dalla tornada, costituita da una o più strofe,
con un numero di versi inferiore rispetto alle precedenti, così detta, perché vi ritornano,
se pure parzialmente, schema metrico, rima e musica: contiene per lo più la dedica o
l’invio al destinatario.
La prima differenza la troviamo nella figura del poeta, che non è più un trovatore o un
giullare, ma è un borghese che esercita funzioni amministrative e giuridiche a corte, che si
dedica alla poesia solo per passatempo. La realtà in cui vivono i poeti siciliani non è più
quella feudale: è la corte di Federico II; questo spiega il perché l’accento è posto, più che
sul rapporto d’amore fra vassallo e dama, sull’amore in quanto tale.
La canzone: deriva dal canto provenzale e che diventa la forma più elevata e illustre di
poesia lirica. La canzone costituisce lo schema metrico più rappresentativo e
importante della Scuola Siciliana.
il sonetto: è stato usato per la prima volta dal caposcuola dei Siciliani, Giacomo da
Lentini. Il sonetto tratta argomenti diversi e svariati.
Giacomo da Lentini
Jacopo, o Giacomo, nasce a Lentini, un piccolo borgo siciliano, intorno al 1210. Della
sua vita si conosce poco, da documenti d’archivio, datati 1233 e 1240, si desume che
Jacopo da Lentini lavori come funzionario presso la Corte imperiale di Federico II in
qualità di Notaio imperiale (da qui l’appellativo di Notaro che Dante gli attribuisce nella
Divina Commedia (Purgatorio, Canto XXIV, v. 56).
Jacopo da Lentini è considerato l’iniziatore della Scuola poetica siciliana e figura
preminente all’interno del gruppo. La lingua utilizzata da Jacopo da Lentini, e dagli altri
poeti siciliani, è il volgare italiano, che è un siciliano colto depurato da ogni componente
dialettale.
Sono una trentina i componimenti che possono essere sicuramente attribuiti a Jacopo da
Lentini, tra canzoni, canzonette e sonetti. Essi formano il primo Canzoniere, ovvero una
raccolta di poesie.
É lui che da la prima definizione di amore: “Amor è un desio che ven da core per
abbondanza di gran piacimento”
A lui si attribuisce l’invenzione della forma metrica del sonetto (piccolo suono), che
consiste in 4 strofe: 2 quartine e 2 terzine.
Nella sua poetica Jacopo da Lentini rivisita in lingua volgare i temi e le forme della poesia
provenzale. Il tema principale è quello amoroso in cui si richiama alla tradizione cortese
in cui l’amore è visto come:
◦ Dedizione assoluta dell’innamorato alla donna amata (come un vassallo con il
suo signore);
◦ Ideale;
◦ Nobilitazione della donna, creatura inaccessibile ma che non può non ricambiare
l’amore di chi la ama.
Le sue liriche si distinguono per la presenza di una serie di analogie che rimandando al
mondo sociale, naturale e vegetale e che rispecchiano perfettamente l’interesse della
Scuola siciliana, e della corte di Federico II, nei confronti degli aspetti scientifici e
naturalistici attraverso i quali è possibile leggere la realtà. Il tema principale è quello della
meditazione amorosa, di elevato contenuto spirituale, teorico e religioso.
Io m’aggio posto in core a Dio servire è uno dei sonetti più celebri e discussi di Giacomo
Da Lentini che, con un tocco di grande originalità (anticipando gli Stilnovisti), arricchisce
l’omaggio alla donna con una metafora che attinge al campo religioso.
la metafora religiosa viene utilizzata in termini feudali: il rapporto di devozione con Dio,
infatti, si sviluppa secondo le dinamiche del rapporto vassallo-signore, fondato sul servire.
Attraverso il quale il poeta aspira a raggiungere la beatitudine paradisiaca, concepita
come ammissione a una corte feudale, dove regnano «sollazzo, gioco e riso».
Dietro l’omaggio all’amata si nasconde una profonda ambiguità tra amore celeste e
amore terreno: se all’interno del discorso cortese non può esserci gioia senza la donna,
sul piano letterale sfiora la bestemmia. Se la donna è sublimata al punto da diventare una
sorta di divinità, il culto nei suoi confronti non può che entrare in conflitto con quello per
Dio.
A rendere prezioso ed elaborato il componimento sono anche rime ricche (in cui l’identità
di suono coinvolge almeno una consonante prima della vocale accentata): viso/diviso, vv.
6 e 8; dire/gaudere, vv.3 e 7; intendimento/portamento/consolamento, vv. 9, 11, 13.
I rapporti di simmetria
Infine, le due formule “estando la mia donna diviso”, v.8, e “veggendo la mia donna in
ghiora stare”, v.14, sono rispondenti nella struttura (gerundio più «la mia donna») e
collocate simmetricamente al termine delle quartine e al termine delle terzine, ma sono in
simmetria rovesciata se si guarda al significato: nel primo caso il poeta è diviso dalla
donna, nel secondo la contempla nella gloria del paradiso; nel primo caso non potrebbe
gaudere, nel secondo trarrebbe gran consolamento dalla contemplazione.
Da Giacomo da Lentini derivano due tendenze principali: una “tragica”, l’altra più
narrativa e colloquiale. Questa seconda linea ha poi diversi punti di contatto con una
produzione che sembra giullaresca, e quindi estranea alla Scuola siciliana vera e propria,
di cui massima espressione è il Contrasto di Cielo d’Alcamo.
L’opera si apre con una dichiarazione cortese dell'innamorato, alla quale la donna
risponde con un secco rifiuto. Le maniere cortesi convivono con una certa rusticità di un
atteggiamento e di un linguaggio che possiamo definire "popolari".
Guido delle Colonne: Messina 1210-1280. La sua è una produzione raffinata sul piano
stilistico per ricchezza di figure retoriche e analogie molto sottili. Sono rimaste solo 5
canzoni. Fu giudice a Messina
Fu apprezzato per l'abilità tecnica e retorica. Dante lo cita accanto al Notaro per la
canzone “Amor, che lungiamente m'hai menato” (menzionata, sempre nel De vulgari
eloquentia"Iudex de Columpnis de Messana") come esempio di poeti che usarono il
volgare illustre (De vulg. eloq., I, 12)
La canzone presenta due piedi mediante rima interna secondo lo schema "ABCABC D
EE." Le stanze sono capfinidas, collegate tra loro dal ripetersi nel primo verso di ogni
strofa di una parola che compare nella fine della strofa precedente. "soferire" è in rima
che compare in tutte le stanze, tranne l'ultima, in cui "sentire" (v. 44) si ripete dal V. 26.
Tutta la poesia gioca sul costante contrappunto tra "bene" e “male".
La seconda canzone, “Gioiosamente canto”, ha come tema la compiuta letizia, il joi della
lirica provenzale, per l'amore finalmente ricambiato. La descrizione della donna è quasi da
laude stilnbvistica: "Ben passa rose e fiore la vostra fresca cera, / lucente più che spera; e
la bocca aulitosa / più rende aulente aulore che non fa d'una fera / c'ha nome la
pantera, / che in India nasce ed usa. / Sovr'ogn' agua, amorosa-donna, sete / fontana che
m'ha tolta ognunqua sete / per ch'eo son vostro più leale e fino / che non è al suo
signore l’assessino.
Nella terza canzone, “La mia vitè sifort'e dura e fera”, il tema è costituito dalla
convenzionale richiesta di grazia dell'amante infelice all'insensibile donna amata. Tutto il
linguaggio della poesia è intessuto di provenzalismi. L'angosciosa condizione di una
lunga sofferenza d'amore, condensata quasi nell'espressione ossimora "ben este afanno
dilittoso amare" (v. 9), ribadita dalla "dolze pena" del v. 10 e dal "dolze mal" del v. 13, è
il motivo iniziale da cui si dipanano le prime tre stanze della canzone “Amor, che
lungiamente mhai menato”, mentre le ultime due svolgono il concetto della potenza
smisurata d’amore. interpretando in modo personale la tematica convenzionale della
tradizione cortese.
Il tema dell'ineluttabilità d'amore, infatti, è svolto con tono quasi scientifico con continui
richiami aforistici ("Amor fa disviare li più saggi", "Più folle è quello che più s'innamora"),
che conferiscono alla vicenda personale una validità universale da fenomenologia
generale dell'amore.
Ad altissimo livello d'espressione si situa l'altra canzone che piacque a Dante, “Ancor che
l'aigua per lo foco lassi”, con una tematica che preannunzia “Al cor gentile” del
Guinizzelli.
In breve tempo si affermò in tutti gli ambienti che frequentava: divenne insigne poeta,
diplomatico, ministro di Corte; utilizzato nelle missioni diplomatiche più delicate,
raggiunse la carica di Logoteta del Regno di Sicilia, in pratica un sorta di viceré durante le
ripetute assenze di Federico.
2) Siculo - Toscani
Sono Poeti che operano in Toscana nella metà del ‘200, ma che riprendono la poetica
Siciliana. Infatti i temi della tradizione siciliana arrivarono alla toscana nei liberi Comuni, in
cui lo spirito borghese prevaleva sulle tradizioni feudali.
Da ciò nacque la scuola siculo Toscana, in cui accanto ai temi d’amore trovano spazio
anche quelli politici. In parallelo si sviluppano anche le forme di poesia giocosa e
realistica.
Il principale esponente dei Siculi Toscani è Guittone d’Arezzo, la cui produzione risiede
nelle Rime, formate da 50 canzoni e 239 Sonetti: PRIMA PARTE - Poesie d’amore +
contenuti politici. SECONDA PARTE - insegnamenti morali e spirituali. Un po’ come la sua
vita perché ad un certo punto ha avuto una crisi religiosa ed è entrato nell’ordine dei
Cavalieri della Vergine. Ha scritto anche un trattato d’amore in 12 sonetti e le lettere in cui
emerge la sua ars dictandi
Per la poesia d’amore si rifà ai siciliani, con particolare insistenza sui ragionamenti attorno
all’amore piuttosto che sulla sua rappresentazione.
Mentre per le canzoni politiche prende spunto dal trovar clus della poesia trobadorica
ricreandola con l’uso del volgare toscano in maniere densa e quasi oscura.
La canzone politica più importante è AHI LASSO OR è STAGION DI DOLER TANTO,
realizzata dopo la sconfitta di Montaperti 1260 dei guelfi ad opera dei ghibellini. In
questa canzone le numerose stanze alternano sensazioni di DOLORE e AMARO
SARCASMO. Qui si evidenzia lo stacco maggiore con la scuola siciliana per il tema
politico morale e per la varietà dei registri linguistici e stilistici.
Guittone è anche l’inventore delle ballate laude religiose, ovvero canzoni morali religiose
con appunto argomento religioso e di carattere popolare.
I luoghi più importanti sono Milano e Cremona. Si sviluppa una poesia e una letteratura
volgare di INTENZIONE DIDATTICA, di ispirazione provenzale e tradizione biblico-
apocalittica, come l’Eneug (fastidio) e il Plazer (ciò che da piacere). Ad esempio Gherardo
Patecchio scrisse il “Delle Noie”.
Uguccione da Lodi scrisse una riflessione edificante sul peccato e sulla morte in vista del
giudizio divino.
Giacomo da Verona - Poemetto De Ierusalem Celesti e De Babilonia Civitate Infernali (tra
le fonti della Commedia)
La nascita della poesia religiosa è datata 1260 ad opera del movimento dei Disciplinati a
Perugia, Che era una confraternita laica che ebbe una grande diffusione grazie alle
LAUDE: liriche drammatiche pasquali e passionali di argomenti religioso. Il massimo
esponente delle laude è stato IACOPONE DA TODI.
Francesco d’Assisi: ha partecipato alla guerra fra Perugia e Assisi. Nel 1204 la malattia gli
fece cambiare vita - rinuncia degli averi. Fonda un ordine in cui scrive la “Regula Prima” e
la “Regula Seconda”.
L’opera più importante è il Cantico di Frate Sole o Cantico della Creature, scritto in prosa
ritmica in volgare umbro. Il testo è un INNO DI LODE AL CREATORE, in cui spunti biblici
e liturgici vengono rielaborati con una propria spiritualità di Francesco. Il tema principale
è la CONCEZIONE POSITIVA DELLA NATURA, che diventa stimolo nel cammino per la
salvezza dell’uomo.
Iacopone da Todi: entrò nell’ordine francescano come frate laico, attaccando la ricchezza
e la corruzione della Chiesa di Roma. Clmente V gli da un po’ di speranza perché accetta
l’ordine spirituale. Poi però si ritorna indietro con Bonifacio VIII. Si mette contro di lui e
viene scomunicato e messo prigioniero. Invocò per sempre la revoca della scomunica, poi
concessa da Benedetto XI
Guido Guinizzelli
Guinizzelli si riallaccia alle esperienze della poesia lirica siciliana e provenzale. Nella
canzone Al cor gentile rempaira sempre amore Guinizzelli enuncia alcuni fondamentali
concetti che poi saranno approfonditi da Dante e Cavalcanti.
Esiste secondo il poeta una connessione inscindibile tra ciò che egli chiama gentilezza e
amore: non può esserci amore senza cuor gentile. Ma Guinizzelli spiega che per
gentilezza non deve intendersi la nobiltà che proviene dal lignaggio, dalla posizione
sociale, ma quella che sta collocata nel cuore
Per Guinizzelli il rapporto fra cuor gentile e amore, fra l’amante e l’amata, fra il poeta e la
donna è molto simile a quello con cui Dio governa il cielo e le altre stelle.
La donna aveva sembianze angeliche. Anche nella poesia provenzale e siciliana si parla di
una donna angelo, ma in Guinizzelli la metafora tende ad assumere un significato sempre
più letterale: la donna è una creatura celeste, che illumina delle sue virtù divine il cuore
del poeta amante.
Guinizzelli marca molto, detto questo, la potenza salvifica della bella donna. La gentilezza
e la nobiltà d’animo non appartiene a chi è di altro rango, bensì a chi possiede
determinate qualità d’animo che il poeta chiama coraggio - termine provenzale
Il linguaggio è dolce e passa attraverso una severa scelta stilistica per rendere a parole il
sentimento interiore provocato dall’amore
Guido Cavalcanti
Fiorentino di una famiglia potente di Guelfi Bianchi, sostenne la fazione dei Cerchi contro
quella dei Donati (guelfi neri) e si fidanzò con Bice, figlia di Farinata degli Uberti. Venne
esiliato da firenze per ragioni politiche, essendo uno dei più turbolenti delle due fazioni.
Guido Cavalcanti dà dello stilnovo una versione drammatica, ricca di umori e di patos.
I temi più caratteristici dello stilnovo, come la gentilezza o l’umiltà non vengono resi
importanti come da Guinizzelli. Egli elabora invece un originale sistema naturalistico al cui
centro stanno forze e aspetti della realtà umana, che egli chiama spiriti o anima. Secondo
Cavalcanti l’amore produce effetti devastanti; dalla vista della donna bella ed elegante
nasce una figura ideale ed intellettuale che esercita il suo influsso sull’anima sensitiva
dell’uomo. Questa visione si tradurrà in Cavalcanti in contrasto tra cuore, ragione e anima.
Quando l’uomo cade in balia dell’anima sensitiva, l’amore da luminoso diventa una forza
oscura che non può essere controllato dalla ragione. L’amore per Cavalcanti è una forza
tenebrosa e terribile che si impossessa dell’anima, generando paura, angoscia e
sofferenza.
i temi della poesia di Cavalcanti sono: sbigottimento, tremore, lacrime e sospiri. La donna
di Cavalcanti appare avvolta da un alone mistico, resta lontana, irraggiungibile e
inconoscibile (non è reale).
Cino da Pistoia
Tema dominante del ricordo: oppone l’amaro del presente e la dolcezza nel passato.
DANTE ALIGHIERI
Vita
• Attività politica 1295: adesione corporazione dei medici e degli speziali. Nel 1295 entra
nel consiglio del capitano del popolo.
• Anni 80/90 - prime esperienze poetiche: Rime, che risentono della scuola siciliana, di
Cavalcanti, Guinizzelli, Guidone
• 1290: Morte di Beatrice -> forte crisi religiosa che lo porta a studi filosofici e teologici
• 1292-93: “La Vita Nova” - 31 liriche in un testo narrativo. Idealizzazione della donna
amata attraverso la realtà storica
• Si schierò dalla parte dei Guelfi Bianchi quando ci fu la spaccatura con i neri (capeggiati
dai Donati). Venne accusato di Baratteria quando ieri conquistarono la signoria di
Firenze mentre lui si trovava a Roma aiutati da Carlo di Valois nel 1301.
• Venne esiliato - vagabondaggio dal 1304: Verona, Treviso, Lunigiana. Intanto compone
convivio e de vulgari
• Speranza: nuovo imperatore Arrigo VII che nel 1310 scende in Italia. Voleva porre un
accordo tra papato e impero. Dante scambia diverse lettere con lui con cui sembra
raggiungere un accordo che lo soddisfaceva
• 1315 - rifiuta un’amnistia che gli avrebbe permesso di ammattare le colpe e tornare a
Firenze
• La signoria fiorentina conferma la sua condanna a morte per lui e per i suoi figli
OPERE MINORI:
- Vita Nuova: composta nel 1293 a due anni dalla morte di Beatrice. Prima opera
organica di Dante. NARRAZIONE FERVIDA E PASSIONATA DELL’AMORE PER
BEATRICE. Primo romanzo autobiografico della letteratura. È tornato da 25 sonetti e 4
canzoni, una stana una ballata con delle pagine in prosa che raccontano questo amore.
Magari gli avvenimenti sono pochi, come incontri e fatti accaduti, ma è il tema
dell’amore che comincia a distaccarsi maggiormente da quello cortese ed è proprio
dello stilnovo: l’idealizzazione in senso cristiano dell’amore e soprattuto della donna, la
donna angelo, in una visione quindi mistica. Fa parte di quest’opera il sonetto “tanto
gentile e tanto onesta pare”. Beatrice è la donna angelo e del suo aspetto fisico
vengono descritti solo gli occhi, le labbra e il portamento, cioè gli elementi attraverso i
quali la donna trasmette la sua perfezione: nelle persone che la incontrano provoca il
desiderio delle persone che la osservano, la voglia di migliorarsi per essere degni di lei,
Beatrice, e per il desiderio di avvicinarsi a Dio. L’immagine che si dà della donna è
eterea, senza corpo, quasi uno spirito.
- Il Convivio: 1304/1307 -> sono 3 gli argomenti principali: Ordinamento dei Cieli,
Natura della filosofia e quella della nobiltà, quella intellettuale e morale. Centro del
discorso non sarà più Beatrice, ma la DONNA GENTILE, che si rivela ALLEGORIA
DELLA FILOSOFIA, dove l’esaltazione del sapere religioso è associato quindi alla
nobiltà d’animo e rappresenta un punto di arrivo in vista della Commediai
- De Monarchia: Post Morte di Arrigo VII. Si articola in tre libri ed è un trattato politico
molto appassionato da parte di dante. PRIMO LIBRO - è necessaria una monarchia
comune e universale per il raggiungimento di più alti ideali dell’uomo. SECONDO
LIBRO - la monarchia deve essere Romana, essendo il presente di allora derivante
dall’impero Romano che favorì l’avvento del cristo. TERZO LIBRO - rapporto tra papato
e chiesa deve essere separato e che il potere imperiale non deriva da quello papale. Il
papa porta alla felicità ultraterrena, la beatitudine eterna, l’uomo, mentre l’imperatore
si occupa della felicità terrena. Questi due obbiettivi devono essere perseguiti in
maniera autonoma.
DIVINA COMMEDIA
Il titolo viene scelto da Dante per il concetto: Commedia è infatti legato a una vicenda
che inizia male e finisce bene. La stesura inizia dal 1306/07 fino alla fine della vita di
Dante
Si articola in tre cantiche: inferno (33 canti +1 introduttivo) , purgatorio (33 canti) e
paradiso (33 canti). In totale fanno 100 canti, composti da versi endecasillabi a rime
incatenate - ABA, BCB, CDC, EDE
La storia si sviluppa nell’arco di 7 giorni in cui Dante affronta un viaggio tra i regni
dell’oltretomba per risolvere una crisi esistenziale. É Beatrice a scendere dal Cielo e ad
affidare Dante alla guida di Virgilio. Viaggia quindi attraverso inferno e Purgatorio e
arrivato al paradiso viene condotto proprio Beatrice e raggiunge la contemplazione di
Dio.
Struttura:
2 - lussuriosi
3 - golosi
4 - avari e prodighi
5 - iracondi e accinsi
6 - promotori dell’eresia
7 - violenti, 3 gironi: contro il prossimo, se stessi, Dio, Natura (sodomiti), arte (usurai)
8 - Malebolgie: 10 gironi
9 - Traditori fiume di ghiaccio diviso in 4 zone: Caina, Antenora (patria), Tolomea (ospiti),
Giudecca (benefattori)
Le figure di riferimento sono: Francesca da Rimini, Filippo argenti, Ciacco, Farinata degli
Uberti, Pier delle Vigne, brunetto latini, ulisse, guido da Montefeltro, Ugolino della
Gherardesca.
La pena varia per la legge del contrappasso, una pena fatta per analogia e per contrasto
alla pena e che va in base ai sentimenti di Dante, che prova sdegno, ironia e
partecipazione palpitante.
1. Superbi
2. Invidiosi
3. Iracondi
4. Accidiosi
6. Gelosi lussuriosi
In questo caso si va dalla pena più grave alla pena meno grava, arrivando all’amore
eccessivo per i beni mondani. Dante qui è partecipe della divina misericordia.
Gli incontri significativi sono quelli con poeti come Casella, Sordello da Goito, Bonagiunta
da Lucca, Guido Guinizzelli, Arnaut Daniel, Stazio e Oderisi da Gubbio. Gli ultimi canti
vedono già la presenza di Beatrice, allegoria dell’amore divino, della Rivelazione, Grazia,
Fede e Teologia.
9. Cristallino
I cerchi più inferiori ospitano coloro che non raggiunsero l’assoluta perfezione.pii seguono
i cieli degli spiriti attivi. Sole = sapienti, Marte = militanti per la fede, Giove = i giusti,
Saturno = spiriti contemplativi.
I due rimanete cieli portano Dante ad assistere il trionfo di Cristo, della Vergine e degli
angeli, che lo sottopongono a un esame sulle virtù teologali (fede, speranza, carità).
Nell’Empireo, sede dei beati, gli appare una candida rosa con attorno tutti i beati. Scorge
cBeatrice, che ha lasciato la Guida a Bernardo da Chiaravaklke, la cui preghiera permette
l’intercessione con la Vergine Maria e la contemplazione della Divina essenza.
FRANCESCO PETRARCA
Esaurito il patrimoni paterno intraprende la carriera ecclesiastica - non gli impedì di avere
due figli: Giovanni e Francesca. Divenne cappellano della famiglia di Giovanni Colonna,
che gli permise di Viaggiare in Europa. Nel 1335 Papa Benedetto X lo nominò Canonico
nella cattedrale di Lombez. Chiese al Papa di essere trasferito più volte e arrivò a essere
assegnato in Valchiria, dove si dedicò alla carriera di scrittore. Alternava momenti di
solitudine in cui si dedicava allo studio e altri momenti in cui viaggiava per attività
pubblica.
Gli fu conferita la laurea poetica. Nel 1342 cominciò a raccogliere le rime. La morte di
Laura, la peste, il fratello che si fece monaco, aumentarono il dissidio tra vita spirituale e
vita mondana.
Nel 1347 torna in italia per sostenere Cola di Renzo. Qui diventa amico di Boccaccio. NEL
1351 Si stabilisce a Padova e successivamente a Milano, alla corte dei Visconti, che lo
impegnarono in delle missioni diplomatiche. Si risposta a Padova per le peste in
Lombardia e poi si trasferisce a Venezia. Tenne una residenza anche ad Arcquà - colli
euganei (Foscolo) - dove morì.
Il Secretum (1342-43):
Opera Filosofico - Morale in tre Libri (1 x giornata) in cui avviene un dialogo tra Petrarca e
Sant’Agostino in presenza della Verità. La ricorrenza del numero tre rimanda alla
tradizione simbolica medievale
3a Giornata - Amore per Laura o amore per la Gloria? Infatti l’amore di Francesco è in
quel momento un amore passionale, che l’autore cerca di far passare come un amore
spirituale. Infatti Agostino gli dice che non ha amato come dovuto, e quindi si giunge al
tema dell’amore per la gloria mondana, che impedisce la visone della vera spiritualità e
immortalità, a fronte solo del nome nel tempo. Francesco promette di rinforzare la propria
volontà, che però stenta a prendere piede in questo cambiamento.
Secretum (segreto conflitto delle mie angosce) - dialogo in tre parti modello sempre
santagostino
Due personaggi
Sant’Agostino e francesco. Francesco si confessa a Sant’Agostino
Verità personificata assiste a questo dialogo come personaggio superiore
Esteriorizza un dibattito interiore all’interno di un io che si presenta come un campo di
tensioni di spinte contrapposte quella verso l’amore per la creatura e il creatore
La promessa a Sant’Agostino
Raccoglierò gli sparsi frammenti della mia anima, che non sa decidersi
Quanto piace al mondo è breve sogno: è una sentenza quasi pessimistica. Il tema è la
vanità di tutto ciò che è terreno
Sogno: collegamento a distanza con suono (primo verso) - inevitabilmente mette in
rapporto anche i significati delle sue parole. Il suono delle rime d’amore è breve sogno.
Ma tra i beni mondani c’è anche giocoforza la poesia d’amore, che diventa breve sogno
CANZONIERE
Roman Jacobson - distinzione tra lirica ed epica si distingue per la prima persona del
presente e del passato remoto La lirica parla di sentimenti e l’epica di azioni passate
BEMBO sceglie: Petrarca per la lirica e Boccaccio per la prosa (leopardi scrive nella lingua
di Petrarca)
Lingua di PetrarcaConcretezza ed esperienzaHic et nuncParla di sentimenti e
passioniPascoli la vede sganciata (la lirica italiana) - precisione terminologica per creare
degli effetti di sfumato e ambiguità che raggiunge tramite il determinato e
l’indeterminato Riguarda anche un’ideale di poesia - deve coincidere con la lirica che
deve essere astratta Deve andare aldilà del presente Canonizzazione di Petrarca nasce da
qui.
Datazione:
- Assenza cenni alla morte di Laura
- Punti di accordo con il Secretum
- Risalirebbe al 1343/1345
- Solo che la nuova datazione del Secretum 1347/53 fa
- Abbassare data della canzone al 1347/48
- La struttura a contrasto si avvicina all 360: ruolo simile dal punto di vista strutturale.
Ricerca interiore
Il modello che lo spinge è Sant’Agostino. Se vuoi cercare la verità la devi cercare in
nomine interne (Secretum)
Laura è evocata ma in contrapposizione alla vergine che si insedia come donna celeste
Dal culto Aurano al culto Mariano
Riassume in luce la struttura generale del libro. Infatti è un testo bipartito, due parti che
corrispondono ai due blocchi che individuano il mito del sonetto
Quartine traviamento
Terzine ravvedimento
Dal tradimento al ravvedimento sono anche i due movimenti interno dal libro - amore per
la creatura anteposto all’amore per il creatore.
• Exordium
• Captatio benevolentiae dei lettori iniziale
• Partitio materiae: organizzazione del discorso - bipartizione del libro
• Salutatio e Petitio -> alla vergine
• Elementi che indicano il FLASHBACK
• IL CANZONIERE è UNA STORIA D’AMORE DETTA COME PRESENTE MA VISTA COME
PASSATO.
Intertestualità: prevede non solo riprese tematiche, ma anche contatti testuali, proprio
parole e materiali verbali. La letteratura si nutre anche di altra letteratura. Reimpiego delle
parole della letteratura altrui.
Il primo da cui prende è Sant’Agostino, che ispira la conversione di Francesco Petrarca,
gli viene da questo modello, Così come Sant’agostino racconta nelle confessioni di
essersi convertito leggendo un testo di Cicerone.
Petrarca si affida a Dante quando deve condannare la letteratura d’amore -> Canto 5’
dell’Inferno e 26esimo del Purgatorio: primi ultimi peccatori che Dante incontra
5 INFERRNO
Piango e ragiono (parlare d’amore) -> Paolo e Francesca
Francesca come doppio letterario di Petrarca
Peccato giovanile di Francesca -> Francesco si è ravveduto
Il rapporto è quindi dialettico
26 del purgatorio
Finisce con un congedo in cui viene presentato un poeta - Arnaut Daniel . Dante chiede
ad Arnaut di parlagli di se. È pentito e si prepara all’ascesa in paradiso. Io sono Arnaut
che piango e vado cantando nel fuoco.
Ripensa con preoccupazione i suoi precedenti peccati, guarda con gioia alla beatitudine
che lo attende; prega Dante, in nome della grazia che lo conduce in Purgatorio, di
ricordarsi di lui una volta giunto in Paradiso. A questo punto il penitente scompare
nuovamente entro le fiamme che lo purificano.
Quale sentimento hanno i giovani letterati, i giovani artisti, musicisti e filosofi nei confronti
dei loro precursori: sentono il peso dell’eredità e dell’influsso dei grandi nomi o non se ne
curano? Ammirano i maestri del passato o la demitizzazione e la secolarizzazione, oltre al
ragionevole crepuscolo degli idoli, li hanno resi insensibili o incapaci di vedere lo
spessore, l’altezza, la profondità umana che quegli individui sono stati in grado di
manifestare?
Gli autori forti, almeno quelli che sono perdurati sino a noi e che non sono andati persi
nelle pieghe della storia, diventano tanto più luminosi quanto più tempo si frappone tra
loro e coloro che li fruiscono
COME LA RISOLVE PETRARCA: Deve essere chiara la differenza tra chi è il padre e chi è il
figlio L’imitatore deve essere simile, non uguale. Il figlio ricorda il padre senza essere il
clone del padre. Il simile deve essere nascosto e trovato più a fondo nel suo pensiero
(indagine del pensiero) oppure intuirlo e dimostrarlo. Con questo Petrarca risolve il
problema dell’angoscia dell’influenza.
Del canzoniere possiamo dare una lettura statica e una lettura dinamica (nel tempo).
11 testo: Ballata
Primo testo rivolto alla donna dopo il prologo
Primo svelamento dell’amore.
Ombra, sgombra
CONNESSIONI DI EQUIVALENZA
connessioni di equivalenza: ripetizione parallelistica di elementi simili in testi contigui.
le connessioni di equivalenza operano almeno su due livelli: forma del contenuto; forma
dell’espressione
6 aprile 1327 - giorno in cui Petrarca si innamora di Laura - lo aggiunge dopo: fornisce un
ancoraggio deicisivo per la storia
La datazione di questo sonetto non è quella del 1358, nemmeno se si accetta il fatto che
è un sonetto anniversario. Le coordinate delle date Petrarca le da 11 anni dopo, nel 69
quando compie le operazioni testuali. Ma decide di mettere il 1358 (come conclusione
della storia d’amore) perché è l’anno in cui completa il suo primo canzoniere e l’anno in
cui ritocca per l’ultima volta il Secretum.
4 testi che insistono sul TEMA DELLA LONTANANZA- l’amore per la donna è da lontano.
L’oggetto del desiderio non è presente hic et nunc.
Questa assenza sul piano reale può essere risarcita sul piano psicologico.
Sostituisco la Laura ricordata alla Laura reale. Quindi una Laura trasfigurata.
Coppie gemelle 125 26 registro medio - l’assenza viene risarcita dal ricordo
127 129 - l’assenza della donna non è risarcibile e quindi sentimento di mancanza che
produce sofferenza e dolore - registro tragico. Non si attiva il processo psicologico di
trasformazione.
CANZONE
La canzone è una forma metrica chiusa. Di metrica libera si inizia a parlarne all’inizio del
900.
Metrica chiusa: due tipi di versi - settenario ed endecasillabo
Divisione strofica - vale per il sonetto canzone, madrigale ….
La rima - elemento di riconoscibilità dalla tonica in poi
La canzone è il metro principe delle altre forme già dal medioevo
La canzone viene da un precedente provenzale - la canzon provenzale, che era un testo
eseguito con accompagnamento musicale e con la danza.
In Italia - divorzio con la musica. Non nasce come composizione perfrormativa. Viene
fruita attraverso la lettura per far avere un impatto maggiore.
Verso principe deve essere l’endecasillabo perché cortine più parole (Dante)
Le stanze sono in rapporto tra di loro, principio rigorosissimo di simmetria - Che vale a
diversi livelli
1) le stanze devono avere la stessa estensione - La sequenza deve essere sempre la
stessa
2) Le rime devono essere le stesse in ogni stanza - lo schema deve essere quello
3) La serie delle stanze si conclude con un congedo - stanza più breve che riprende un
po’ le altre - congedo metapoetico: la poesia parla di se stessa. Nel Provenzale era La
tornata
Laura è al centro della scena come oggetto di contemplazione e appare nello spazio e nel
tempo: spazio fondale statico che collega le singole stanze. Il paesaggio reale porta il
ricordo del paesaggio idealizzato e della donna idealizzata.
Stanze 1-4 Memoria della speranza - primo incontro con lei felice
Stanze 2 - 3 centrali invece è la speranza della memoria - spera un giorno di essere
ricordato da Laura
Questa coppia centrale è una coppia omogenea (2-3). Mentre nella prima stanza
avevamo ius registro stilnovisti, nel blocco centrale abbiamo un registro petroso e un po’
più rigido.
Ce ne accorgiamo dalla pasta fonica - rime con suoni duri e aspri (rime con la R) e
soprattutto contribuisce a questa asprezza le vibranti crude e poi nella terza stanza
PIETRE IN PETRE (molto dura)
Per Agostino il peccato è un atto della libera volontà dell’uomo che si allontana (aversio)
dal bene divino per volgersi (conversio) ai beni mondani, determinato da un amore
disordinato che preferisce l’inferiore al superiore, il mutevole all’immutabile, il sensibile
allo spirituale, le creature al creatore.
5a stanza isolata - è l’unica che non contiene la parola amore. Ci svela il convegno
psicologico. L’io è consapevole dell’illusione in cui si sta cullando e la analizza a
rallentatore
Sdoppiamenro dell’io con due parole chiave in rima - OBLIO (dimenticanza di me stesso
rispetto alla donna) e DIVISO (Tema dello sdoppiamento tra la realtà oggettiva e
soggettiva che fa parte di un testo mentale e di un’allucinazione mentale di un io che sa
benissimo quello che gli sta accadendo.
Sono in gioco due coppie di opposti - donna e paesaggio
Non mi interessa la donna reale, mi interessa la donna che viene eternata fissata per
sempre in quell’istante che però è un oggetto non reale.
Canzone 129
"Eppur nel primo sasso ridisegno il suo bel viso”. Una Laura scomposta che ha un corpo
scomposto nelle sue parti - Dopo aver immaginato torno a me stesso.
Ultima parola della 128 - Pace è anche l’ultima parola di tutto il libro. Anche nella canzone
alla vergine finale è ius posizione dei rima.
Ma qua non c’è ancora pentimento
Pace durante il libro varia in maniera semantica - è proprio uno dei segnali attraverso cui
noi assistiamo all’evoluzione dell’io di Francesco
Con questa canzone si chiude il ciclo iniziato con la 125, che tratta della lontananza e che
culmina con la 129 nell’evocazione del fantasma di Laura lontana negli oggetti e negli
spaccatoli di natura. Anche qui, come nella 127, l’evocazione non è consolatoria ma
penosa
Sonetto 134 - PACE NON TROVO E NON HO DA FAR GUERRA
DUALISMO
Pace diventa una parola ricorrente nell’ultima parte del libro. È talmente una parola
chiave che precedono la cornice penitenziale -
canto 364
Pentito e tristo - in cercar pace
Il nostro cuore è inquieto finche non risposa in te. La parola pace si riferisce alla pace
veramente stabile e duratura, quella in Dio. Che mette fine a quello stato d’animo che
Agostino chiama fluctuatio - stato di guerra interiore
Canzone 360
Canzone 360 strutture dialogica - mette inscena un processo confronto accesso tra il
poeta e amore alla presenza della ragione. Rimpprovera l’amore di averlo traviato e lei
risponde grazie a me hai avuto la fama poetica e attraverso l’amore per Laura ti sei
elevato spiritualmente. Il dibattito in realtà è interiore. La ragione non da ragione a
nessuno dei due.
Seguono poi i sonetti penitenziari e poi il canto alla vergine
E il 33 esimo del paradiso - preghiera di san Bernardo alla vergine è una preghiera per
interposta persona- non c’è uno schema comunicativo io tu
Personaggio poeta itinerario penitenziale. L’io poetico è un penitente e continua a esserlo
altrimenti non dovrebbe rivolersi alla vergine. Orizzonte
Anche lettera di san paolo - faccio il male che voglio e faccio il bene che non voglio.
Questo dualismo si riferisce alla tensione interiore di Francesco che ancora non è riuscito
a sfatare.
Infatti, Francesco cerca di combattere la vita con la morte (con l’avvicinarsi della sua lui si
ravvede)
La canzone 366 è la fine di un percorso iniziato con la 264, non per la morte di Laura, ma
per la presa di coscienza che la morte (la sua di Francesco), si sta avvicinando.
GIOVANNI BOCCACCIO
DECAMERON
Temi
• Più bassi strati sociali
• No esibizionismo erudito e gusto mitologico
• Abbandono sovrastrutture allegoriche
• Diritti all’appagamento sessuale
• Risorse pragmatiche dell’individuo
• Preludio pensiero e letteratura rinascimentali
LETTERATIRA DIDATTICO ALLEGORICA
- Ricerca di concretezza
- Gusto municipale e popolare
- Visione del mondo in chiave allegorica
- L’intelligenza: anonimo fiorentino. Sull’esempio dei modelli provenzali e stilnovisti.
Incontro allegorico del poeta con una donna bellissima (intelligenza), che abita in un
palazzo bellissimo (corpo umano)
- Francesco de Barberino: due opere. Documenti d’amore e Reggimento e costumi di
Donna
- Cecco d’Ascoli (arso sul rogo nel 1327): l’acerba: nozioni astronomiche, astrologiche,
alchimiste, e naturalistiche di origine araba. In polemica con la divina commedia e con
la visione aristotelico tomista della scolastica
- Fazio degi uberti: Il Dittamondo (poema allegorico didattico in seccanti di terzine. Sul
modello dantesco, Fazio immagina che la Virtù gli appaia in sogno e lo conduca in un
viaggio verso la salvezza. Un viaggio per l’europa, l’africa e l’asia con la guida del
geografo solino. Di carattere enciclopedico è piacevole per la narrazione la trattazione
della natura.
- Federico Frezzi: Quadriregno. Ora che narra di un viaggio dell’uomo dalle passioni
della verità attraverso i regni dell’amore, di Satana, del vizio e della virtù.
- I CRONACHISTI: Dino Compagni, Giovanni e Matteo Villani. Modello storico
oggettivo, ma anche appassionato e personale nel rievocare gli avvenimenti storici e
interpretazioni didattiche e moralistiche
- C’è una iniziale ripresa del mondo classico, ma non si può ancora definire pre
umanesimo
MARCO POLO:
Mercante Veneziano
1271 in Cina con Padre e Zio
Uomo di fiducia del Gran Khan Qubilai
Rientra a venezia - prigioniero dopo la battaglia della Curzola
Milione: esperienze compiute in oriente. Scritte in volgare gallico - francese. Quadro
amministrativo della Cina e rievocazione delle meraviglie d’oriente. Aspetti pragmatici
mercantili e descrizioni poetiche (esotico e favoloso del mondo medievale)
Una delle sintesi più potenti che abbia lasciato il medioevo, insieme alla divina
commedia
UMANESIMO
Riscoperta testi Greci e Latini
Riaffermazione e autonomia del mondo classico
Spirito critico - doveri politici della cultura
Importanza dell’uomo nella sua vita attiva nel mondo - prima visione contemplativa del
divino
• Scritto in ottave
• Primi versi - glorificazione di Firenze e Lorenzo (protettore delle arti e della poesia
• Poi Giuliano: giovinezza trascorsa nel piacere per la caccia e il disprezzo per l’amore
• Ma un giorno durante la caccia si innamora - in un sogno a Giuliano viene ordinato di
conquistare la donna amata dimostrando il proprio valore con le armi
• Tema: perfetto equilibrio tra la potenza illuminata della cultura e la bellezza che suscita
l’amore
• Natura incontaminata dove l’essere umano può sentirsi perfettamente appagato
• Intersi letterari legati all’attenzione della tradizione della poesia lirica volgare, sia
all’attenzione filologica classica.
Fabula di Orfeo
• Mito del poeta e musico Orfeo che grazie alla sua arte riesce a commuovere e vincere
la morte
• Ottiene dagli inferi la sposa Euridice
• Non resiste però a guardare l’amata mentre si avvicina a lui la perde per sempre
• Valore assoluto della poesia portatrice di valori di bellezza
• Fugacità della vita e morte di un sogno (sua vita)
• Nascita del dramma pastorale - sbocco nel 500
LUIGI PULCI
Il Morgante
1478 - prima edizione
1481 - seconda edizione
1483 - edizione definitiva in 28 cantari (Morgante maggiore)
Parte finale - duro attacco a Savonarola (frate): aveva condannato Pulci per i suoi scritti
contro la teologia
Gusto per la bizzarria e per la parodia di tutto ciò che è intangibile
Morgante capovolge tutti i valori propri della materia dell’epica cavalleresca
Orlando Parte dall’oriente in cerca di avventure
Interesse dell’autore - rappresentazione eccessiva e imprevedibile di fatti inverosimili
Si dimostra nel gigante Morgante e il mezzo-gigante Margutte
Morgante: immagine di ciò che è sproporzionato - grande potenza fisica e la scarsa
lucidità mentale
Margutte: capriccio della volontà e della natura (muore soffocato dalle sue risate)
Parodia dell’uomo artefice del proprio destino
Margutte ha anche grande astuzia e attrazione per il male - parodia contromorale sul
furto, l’imbroglio e i peccati di gola
Si manifesta in voracità e perfidia verso le vittime
Linguaggio - patrimonio di espressioni gergali dei settori marginali delle società
(Compose un dizionario della lingua furbesca: termini dell’ambiente della malavita)
Parola tende sempre all’ambiguità - assonanze fonetiche
Talvolta impongono svolte incredibili
Determinante l’ambiente ferrarese e la vita mondana alla corte degli Estensi nella sua
formazione letteraria.
1463 - carmi in lode deli este - motivi mitologici virgiliani
1476 - Orlando innamorato
Compose in latino gli Epigrammata: celebra la vittoria di Ercole I contro il cugino
Niccolò, che aveva ordito una congiura ai suoi danni.
1480 - governatore di Modena e nell’87 capitano di Reggio Emilia
Egloghe volgare la commedia in 5 atti Timone
Amorum libri tres - storia d’amore con Antonia Caprara (1469-76)
Modello petrarchesco che viene rotto da modelli più antichi(Virgilio, Properzio, Ovidio,
Tibullo) e da una nuova sensibilità umanistica: versione stilizzata della natura e gusto
delle personificazioni (e figure animalesche siciliane)
Più bel canzoniere del 400 italiano
ORLANDO INNAMORATO
• Poema epico cavalleresco in ottave
• Fusione tra ciclo carolingio (Carlomagno e le i suoi Paladini) e il ciclo bretone (re Artù)
• Edizione completa (incompiuta) - 1495 (un anno dopo la sua morte)
• Lingua: volgare ferrarese (ma illustre perché arricchito da latinismi e altri termini toscani
Trama
Angelica - contesa dai Paladini Orlando e Ranaldo
La inseguono: si modificano i sentimenti di Ranaldo e Angelica durante l’inseguimento
Bevono dalla fonte dell’amore e del disamore - si innamorano e disamorano a vicenda -
inseguimenti e fughe incrociate
Orlando uccide Agricane (re tartaro) e reincontra Ranaldo - sfuggito all’incantesimo
della fonte
Furibonda lite
Assedio di Parigi - re dei Mori agramante - ritorno deicugini insieme per difendere i
cristiani
Carlomangno decide di assegnare Angelica a chi avrà combattuto meglio i saraceni
Nel mentre nasce l’amore tra Ruggero (cavaliere moro) e la guerirà cristiana
Bradamante
Si interrompe la narrazione - ripresa poi da Ariosto
Temi
IACOPO SANNAZZARO
L’ARCADIA
Libro misto di prose e versi
Capostipite ROMANZO PASTORALE
Spunto da una vicenda autobiografica
Lui si chiama Sincero
Immagina un viaggio attraverso il mondo dell’arcadia
Vuole sfuggire alle pene di una vicenda amorosa
E gustare le gioie semplici della vita dei pastori
Cammino si conclude con la scoperta della morte dell’amata
TEMA: NOSTALGIA UN’IMPOSSIBILE ETA’ DELL’ORO
Trama delicatissima ed evanescente - ritmo di musica
Riferimenti colti e aulici
Grande fortuna del romanzo
Influsso ampio in Europa
LUDOVICO ARIOSTO
Opere Minori
ORLANDO FURIOSO
• Poema epico cavalleresco in ottave (tradizionale dei poemi epico-cavallereschi
• Lingua più uniforme ed equilibrata - vicino al fiorentino letterario
• Prima edizione - eccessi regionalistici
• Terza edizione - termini familiari e con la lingua letteraria canonizzata
• Inizio: fine del poema L’Orlando innamorato di Boiardo. Rispetto al predecessore,
Ariosto porta alle estreme conseguenze l’amore disperato di Orlando per Angelica,
principessa del Catai. Da quest’amore egli esce pazzo: ossia Furioso.
• Re Carlo Magno decide di assegnare a colui (Orlando e Ranaldo) che meglio di
starebbe distinto nella battaglia contro i mori
• Tre azioni principali: 1. Guerra tra Cristiani e Saraceni - azione epica; 2. Ricerca di
Orlando per Angelica - azione sentimentale; 3. Contrasti tra il moro Ruggiero e la
guerriera cristiana Bradamante - azione celebrativa.
• Dalle nozze tra Ruggiero (convertito) e Bradamante nascerà la dinastia degli estensi
• Da narrazione principale - partono piccoli racconti (ulteriori centri focali dello
svolgimento narrativo: azioni intrecciate tra loro
• Interventi autore - senso morale e psicologico delle azioni
• Temi: infinita imprevedibilità della vita - struttura aperta
• Passaggio dal teocentrismo medievale alla visione antropomorfica dell’umanesimo
• L’Orlando furioso è un labirinto in cui i personaggi sono alla ricerca inutile e frustrante
di qualcosa. Ognuno è impegnato nella propria ‘queste’ (dal francese, ricerca o
inchiesta), sempre fallimentare, al punto che il movimento è perenne e circolare; il
cavaliere ‘erra’.
• questa follia, l’Amore, è la molla che fa agire tutti; la bella Angelica, donna volubile e
sensuale, ne è l’emblema: tutti la inseguono. Rinaldo la ama non ricambiato, Orlando
impazzisce di gelosia per lei e vagherà senza senno per buona parte dell’opera
•
• A questo tema si lega quello dell’oblio. Dove finisce il dolore dedicato a chi abbiamo
amato inutilmente? Ariosto inventa così la sua Luna, come prolungamento della Terra,
un archivio in cui finisce tutto ciò che è stato perduto sulla Terra. Astolfo vola lì a
recuperare il senno di Orlando; e vi trova città scomparse, sospiri d’innamorati, il
tempo perduto nel gioco
•
• Ultimi canti - più l’aspetto epico: si va verso lo scontro finale contro i Saraceni; le trame
tendono a risolversi pur lasciando un finale aperto. Quest’opera, quindi, sintetizza la
visione della realtà dell’Umanesimo cogliendone già gli elementi di crisi. Ariosto
sembra presagire che molte delle guerre che di lì a poco si combatteranno, saranno
causate da ciechi idealismi.
NICCOLò MACHIAVELLI
IL PRINCIPE
MANDRAGOLA
- obbiettivo basso
- Tema comico
- Incapacità umana di andare oltre il proprio interesse personale
- Protagonista Lucrezia
- Vittima di intrighi e meschinità
- Coglie l’offerta della fortuna
- Diventa artefice della propria vita
GUCCIARDINI
• Protagonista della politica negli anni della guerra tra Francia e Spagna per il dominio
sull’Italia
• Lucido interprete della situazione
Attività letteraria
Tragedie
Produzione maggiore a Parigi
Virginia, Agamennone, Oreste, Rosmunda Ottavia, Maria Stuarda, Congiura dei Pazzi,
Bruto Primo, Bruto secondo
Evento tragico: scontro tra eroi positivi e gli eroi negativi - annientano i valori umani
con la violenza
Personaggi minori - che non riescono a inserirsi nello scontro tra bene e male, che si
confrontano nella loro grandezza
Lo scontro rimane quasi sempre in ambito politico - a volte anche in vicende familiari
(Edipo e oreste)
Tragedia viene scelta per rappresentare tutto ciò che limiti l’individuo
La reazione diventa scelta di libertà dell’uomo
Trattato - della tirannide
Unica via d’uscita è la ribellione - culmina nel morire da forti
Solo la morte significa vera libertà
Classicismo alfieriano - ricerca di un modello morale (quasi impossibile)
Trattato del principe e delle lettere - impossibilità di rapporto tra potere e letterato
Funzione corruttrice del potere sulla letteratura, che dovrebbe essere un faro di libertà
Infiammata voglia del letterato di essere il primo fra gli ottimi o d’essere nulla
Tragedie minori
A. Antigione: 1783. Riprende il mito greco. Antigione assiste alla morte del fratello
polinice e vuole dargli una sepoltura. Il re creante non vuole. Scontro fra il potere e la
giovane donna, che ascolta solo le leggi del cuore e non esita a mettersi in urto con il
re.
B. Saul: argomento biblico. Guerriero biblico di umili origini, consacrato re d’israele dal
sacerdote Samuele. Ma accecato dal potere compie atti brutti. Saul è un tiranno e si
contrappone a lui Davide (che ha sconfitto Golia) che ha sposato sua figlia Micol. Saul
ormai vecchio si suicida, liberandosi da ciò che era e ce aveva fatto
C. Mirra: vicenda tratta dalle metamorfosi di Ovidio. Mirra ama il padre Cincio. Per
tentare di dementicare la passione cerca di sposare Pereo ma durante le sue nozze
impreca e Pereo si uccide. Mirra rivela al padre la sua passione e si uccide a sua volta
Monti