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Lett.

Italiana - storia della lingua

Manzoni

1) I Siciliani

La poesia lirica si afferma in Italia alla corte di Federico II di Svevia; la sua corte era
per lo più stabilita in Sicilia, che così era divenuta il centro non solo politico ma anche
culturale dell’Impero.

Federico II si opponeva alla Chiesa anche e soprattutto in ambito culturale,


promuovendo un approccio secolare agli studi e alla promozione di quello scienti co.

Approccio SECOLARE: Che appartiene al secolo, cioè alla vita laica, civile, sempre in
contrapp. a ecclesiastico, religioso.

Sostenne il rinnovato interesse per l'apprendimento del latino e promosse lo sviluppo


di diverse entità educative e culturali, tra cui la scuola di Capua, l'Università di Napoli
e la scuola medica di Salerno.

In Sicilia, città come Palermo e Messina emersero come importanti focolai di attività
intellettuale e culturale.

Federico II promosse lo sviluppo della poesia in volgare sulla base di quella dei
trovatori provenzali, che in uenzò anche i poeti successivi, quelli Siculo - Toscani e
quelli del Dolce Stil Novo.

Il movimento trobadorico, primo movimento poetico della letteratura europea in volgare,


nasce nel sud della Francia verso la fine dell’XI secolo e trova affermazione tra i secoli XII
e XIII, prima al nord e poi fuori dei confini francesi: in Germania, nella penisola iberica e in
Italia.

La centralità della vita di corte e l’insieme dei valori a essa connessi, caratterizzano tutta
un’epoca e la sua civiltà, detta appunto cortese.
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L’interprete deve essere una figura di poeta che compone in volgare, che ha conoscenze
tecniche e culturali, ed è un professionista: il trovatore. Il nome deriva dal latino
medievale tropatore, “inventore di tropi” (tropus è il nome assegnato a un genere di
componimento in versi con musica)

Il trovatore è una figura sia poeta che di musico, che compone una lirica destinata non
alla lettura, ma alla recitazione. L’esecuzione poteva essere fatta dal trovatore stesso o da
un giullare, che nell’ambiente di corte era l’addetto al mimo e alle rappresentazioni
cantate e recitate. Di solito succede proprio che il trovatore componga e che il giullare
esegua, oppure spesso i due ruoli risiedono nella stessa figura.

Fra le corti del sud, si distinguono per importanza e fama quelle di Poitiers, di Tolosa, di
Montpellier, e della Provenza propriamente detta.

I trovatori, grazie alla consapevolezza delle non comuni capacità tecniche e culturali
costituiscono quasi una classe a parte.
La differente provenienza sociale si rifletterà piuttosto nell’uso della propria arte: per
alcuni una professione, per altri un piacere o comunque un’attività collaterale, non a
tempo pieno.

Il tema centrale della poesia trobadorica è l’amor cortese: l’amore fino e raffinato, un
insieme esistenziale e letterario dell’amore. Il signore è la donna e il vassallo è il poeta.
Tuttavia la donna appare distante e inaccessibile per le differenze sociali, per indifferenza
verso l’innamorato e per lontananza proprio fisica, che però può ripagare l’amore del
poeta dimostrandosi orgogliosa o concedendo una ricompensa. La passione del poeta
può essere vissuta con felicità o con sofferenza, ma è sempre una sofferenza positiva per il
poeta, che viene spinto sempre di più a ricercare l’approvazione della dama e favorisce
un costante e progressivo affinamento spirituale e morale. L’amor cortese è dunque un
amore sublimato (ed esclusivo), che si nutre del desiderio, quasi sempre inappagato.

Spesso il nome della dama viene sostituito con un altro per non essere esplicitamente
rivelata, essendo lei già legata a un altro.

Andrea Cappellano, chierico, compose il De Amore, composto di tre libri scritti in latino e
condannato dalla Chiesa nel 1277, che codifica la dottrina praticata dai trovatori
provenzali:

l’amore può nascere solo in cuore cortese, la donna amata è considerata un essere
superiore, spesso inaccessibile. La passione amorosa è un fatto naturale, che alimenta una
tensione generatrice di virtù morali e che agisce come spinta incessante alla nobilitazione
e al perfezionamento.
l’amor cortese, infine, può esistere solo al di fuori del matrimonio (è sostanzialmente
adultero) e, spesso, genera dolore e sofferenza

Nel DE AMORE, l’autore si rifà ad Ovidio, in particolare alla sua Ars amandi, l’arte di
amare. I concetti espressi sono essenzialmente quattro:

• L’amore descritto è di tipo platonico. Qui la vista e la fantasia sono esaltate al


massimo, poiché l’uomo in un primo momento prova l’emozione di vedere la
donna amata e, successivamente, scomparsa la sua figura, i sentimenti continuano
ad esistere nella sua fantasia.
• La donna è categoricamente superiore all’uomo ed è lei che stabilisce se un uomo
è degno del suo beneficium, che spesso consiste in un solo sguardo.
• Il matrimonio non è costruttivo per la relazione di coppia. Tutt'altro, è da evitarsi
poiché nega un rapporto istintivo e sincero.
• L’amore non è altro che una dipendenza ed il significato del “tempo dell’amore” è
il momento in cui l’uomo medita con se stesso e pensa alla donna.

La produzione trobadorica è caratterizzata da abilità tecnica e metrica, e dalla simbiosi di


testo poetico e di musica. La sperimentazione tecnica si applica soprattutto a una forma
metrica nuova, la canzone, genere lirico per eccellenza e numericamente preponderante,
che denuncia già nel nome la peculiare fusione fra parole e musica.

Le norme metriche: la rima, sempre perfetta, può essere variamente arricchita; la struttura
della cobla (strofa) si ripete, senza alterazioni nello schema, per tutto il componimento. Le
poesie dei trovatori sono spesso concluse dalla tornada, costituita da una o più strofe,
con un numero di versi inferiore rispetto alle precedenti, così detta, perché vi ritornano,
se pure parzialmente, schema metrico, rima e musica: contiene per lo più la dedica o
l’invio al destinatario.

La lirica trobadorica è caratterizzata, inoltre, da un repertorio di parole chiave.


Questo materiale si esprime attraverso due registri fondamentali:

• Quello alto, aristocratico (detto anche “soggettivo”, perché tratta sentimenti


personali)
• Quello popolareggiante (“oggettivo”, spesso dialogato, che descrive un’azione o
mette in scena dei personaggi).

Il movimento trobadorico, di eccezionale importanza nella civiltà e nella letteratura


europea, è stato il punto d’avvio di tutta la lirica occidentale; in Italia la sua influenza fu
decisiva per i Siciliani, gli Stilnovisti, Petrarca e oltre.
Tale fu l’influenza della poesia siciliana che i poeti successivi, sino agli stilnovisti, furono
chiamati siciliani anche se operavano in regioni del Centro o del Nord Italia.

La prima differenza la troviamo nella figura del poeta, che non è più un trovatore o un
giullare, ma è un borghese che esercita funzioni amministrative e giuridiche a corte, che si
dedica alla poesia solo per passatempo. La realtà in cui vivono i poeti siciliani non è più
quella feudale: è la corte di Federico II; questo spiega il perché l’accento è posto, più che
sul rapporto d’amore fra vassallo e dama, sull’amore in quanto tale.

Le tre strutture metriche della Scuola Siciliana sono:

La canzone: deriva dal canto provenzale e che diventa la forma più elevata e illustre di
poesia lirica. La canzone costituisce lo schema metrico più rappresentativo e
importante della Scuola Siciliana.

la canzonetta: ha una struttura narrativa e dialogica e dunque tratta argomenti meno


nobili ed elevati. Anche i versi sono più brevi e vivaci. Ha un andamento ritmico più
semplice e spontaneo.

il sonetto: è stato usato per la prima volta dal caposcuola dei Siciliani, Giacomo da
Lentini. Il sonetto tratta argomenti diversi e svariati.

La lirica siciliana si esprime in un linguaggio elevato: il volgare siciliano ne costituisce la


base.

Giacomo da Lentini

È il massimo rappresentante della scuola poetica siciliana e l’inventore del sonetto.

Jacopo, o Giacomo, nasce a Lentini, un piccolo borgo siciliano, intorno al 1210. Della
sua vita si conosce poco, da documenti d’archivio, datati 1233 e 1240, si desume che
Jacopo da Lentini lavori come funzionario presso la Corte imperiale di Federico II in
qualità di Notaio imperiale (da qui l’appellativo di Notaro che Dante gli attribuisce nella
Divina Commedia (Purgatorio, Canto XXIV, v. 56).
Jacopo da Lentini è considerato l’iniziatore della Scuola poetica siciliana e figura
preminente all’interno del gruppo. La lingua utilizzata da Jacopo da Lentini, e dagli altri
poeti siciliani, è il volgare italiano, che è un siciliano colto depurato da ogni componente
dialettale.

Sono una trentina i componimenti che possono essere sicuramente attribuiti a Jacopo da
Lentini, tra canzoni, canzonette e sonetti. Essi formano il primo Canzoniere, ovvero una
raccolta di poesie.

É lui che da la prima definizione di amore: “Amor è un desio che ven da core per
abbondanza di gran piacimento”

A lui si attribuisce l’invenzione della forma metrica del sonetto (piccolo suono), che
consiste in 4 strofe: 2 quartine e 2 terzine.
Nella sua poetica Jacopo da Lentini rivisita in lingua volgare i temi e le forme della poesia
provenzale. Il tema principale è quello amoroso in cui si richiama alla tradizione cortese
in cui l’amore è visto come:
◦ Dedizione assoluta dell’innamorato alla donna amata (come un vassallo con il
suo signore);
◦ Ideale;
◦ Nobilitazione della donna, creatura inaccessibile ma che non può non ricambiare
l’amore di chi la ama.

Le sue liriche si distinguono per la presenza di una serie di analogie che rimandando al
mondo sociale, naturale e vegetale e che rispecchiano perfettamente l’interesse della
Scuola siciliana, e della corte di Federico II, nei confronti degli aspetti scientifici e
naturalistici attraverso i quali è possibile leggere la realtà. Il tema principale è quello della
meditazione amorosa, di elevato contenuto spirituale, teorico e religioso.

Io m’aggio posto in core a Dio servire

Io m’aggio posto in core a Dio servire è uno dei sonetti più celebri e discussi di Giacomo
Da Lentini che, con un tocco di grande originalità (anticipando gli Stilnovisti), arricchisce
l’omaggio alla donna con una metafora che attinge al campo religioso.

la metafora religiosa viene utilizzata in termini feudali: il rapporto di devozione con Dio,
infatti, si sviluppa secondo le dinamiche del rapporto vassallo-signore, fondato sul servire.
Attraverso il quale il poeta aspira a raggiungere la beatitudine paradisiaca, concepita
come ammissione a una corte feudale, dove regnano «sollazzo, gioco e riso».

Dietro l’omaggio all’amata si nasconde una profonda ambiguità tra amore celeste e
amore terreno: se all’interno del discorso cortese non può esserci gioia senza la donna,
sul piano letterale sfiora la bestemmia. Se la donna è sublimata al punto da diventare una
sorta di divinità, il culto nei suoi confronti non può che entrare in conflitto con quello per
Dio.

La pericolosità dell’accostamento porta il poeta a giustificarsi precisando che non


vorrebbe la donna con sé per commettere peccato. Tuttavia questo non lo porta ad
abbandonare la sua idea di fondo: ovvero che la bellezza dell’amata, in quanto
sovrumana, non può che essere degna della gloria celeste.

A rendere prezioso ed elaborato il componimento sono anche rime ricche (in cui l’identità
di suono coinvolge almeno una consonante prima della vocale accentata): viso/diviso, vv.
6 e 8; dire/gaudere, vv.3 e 7; intendimento/portamento/consolamento, vv. 9, 11, 13.

La collocazione dei costrutti sintattici


Si notano, poi, riprese di termini e di costrutti sintattici dalla collocazione estremamente
studiata: gire, v.2 e gire, v.5, il primo alla cesura del verso, il secondo in rima; o ancora:
mia donna, v.5 e la mia donna, v.8, nel verso iniziale e in quello finale della quartina.

I rapporti di simmetria
Infine, le due formule “estando la mia donna diviso”, v.8, e “veggendo la mia donna in
ghiora stare”, v.14, sono rispondenti nella struttura (gerundio più «la mia donna») e
collocate simmetricamente al termine delle quartine e al termine delle terzine, ma sono in
simmetria rovesciata se si guarda al significato: nel primo caso il poeta è diviso dalla
donna, nel secondo la contempla nella gloria del paradiso; nel primo caso non potrebbe
gaudere, nel secondo trarrebbe gran consolamento dalla contemplazione.

Da Giacomo da Lentini derivano due tendenze principali: una “tragica”, l’altra più
narrativa e colloquiale. Questa seconda linea ha poi diversi punti di contatto con una
produzione che sembra giullaresca, e quindi estranea alla Scuola siciliana vera e propria,
di cui massima espressione è il Contrasto di Cielo d’Alcamo.

IL CONTRASTO - Rosa Fresca Auletissima

Il Contrasto è una rappresentazione “teatrale”, un testo da recitare con gesti, azioni


mimate, uso di oggetti ed elementi scenici, se pur scarni: è un'opera giullaresca ritenuta
per lungo tempo di origine popolare, ma negli ultimi tempi studi più approfonditi hanno
stabilito che il 'poeta' non poteva che appartenere a una classe sociale piuttosto elevata,
sia per le conoscenze storiche e culturali nel componimento sia per il tipo di linguaggio, a
volte colto ed elevato, con espressioni d'origine provenzale, riecheggianti modelli
espressivi tipicamente cortesi.
Per quanto riguarda la lingua, nel Contrasto si alternano un registro “alto” e cortese e
uno popolare e “basso”. Alla prima area linguistica appartengono numerosi latinismi e
francesismi che hanno la funzione di nobilitare e impreziosire il testo.

L’opera si apre con una dichiarazione cortese dell'innamorato, alla quale la donna
risponde con un secco rifiuto. Le maniere cortesi convivono con una certa rusticità di un
atteggiamento e di un linguaggio che possiamo definire "popolari".

Coesistono quindi gentilezza e rusticità, cortesia e violenza, linguaggio popolare e


linguaggio colto. Dopo un altezzoso atteggiamento iniziale, l’amata a poco a poco cede
alle lusinghe del poeta e gli si concede infine appassionatamente.

Altri autori famosi della scuola siciliana sono:

Guido delle Colonne: Messina 1210-1280. La sua è una produzione raffinata sul piano
stilistico per ricchezza di figure retoriche e analogie molto sottili. Sono rimaste solo 5
canzoni. Fu giudice a Messina

Fu apprezzato per l'abilità tecnica e retorica. Dante lo cita accanto al Notaro per la
canzone “Amor, che lungiamente m'hai menato” (menzionata, sempre nel De vulgari
eloquentia"Iudex de Columpnis de Messana") come esempio di poeti che usarono il
volgare illustre (De vulg. eloq., I, 12)

lo menziona nuovamente accanto a Giraut de Bornelh, Rinaldo d'Aquino, Cino da Pistoia,


ecc. per la stessa canzone, tra i poeti. che scrissero "cantiones illustres”, ed infine accanto
ai maggiori poeti provenzali, francesi, stilnovisti, per la canzone “Ancor che l'aigua per lo
focolassi”, come esempio di "suprerna constructio" sintatticostifistica. È ricordato per gli
esperimenti lirici di un'"ars dictandi" quanto mai raffinata ed elaborata.

La canzone presenta due piedi mediante rima interna secondo lo schema "ABCABC D
EE." Le stanze sono capfinidas, collegate tra loro dal ripetersi nel primo verso di ogni
strofa di una parola che compare nella fine della strofa precedente. "soferire" è in rima
che compare in tutte le stanze, tranne l'ultima, in cui "sentire" (v. 44) si ripete dal V. 26.
Tutta la poesia gioca sul costante contrappunto tra "bene" e “male".

La seconda canzone, “Gioiosamente canto”, ha come tema la compiuta letizia, il joi della
lirica provenzale, per l'amore finalmente ricambiato. La descrizione della donna è quasi da
laude stilnbvistica: "Ben passa rose e fiore la vostra fresca cera, / lucente più che spera; e
la bocca aulitosa / più rende aulente aulore che non fa d'una fera / c'ha nome la
pantera, / che in India nasce ed usa. / Sovr'ogn' agua, amorosa-donna, sete / fontana che
m'ha tolta ognunqua sete / per ch'eo son vostro più leale e fino / che non è al suo
signore l’assessino.
Nella terza canzone, “La mia vitè sifort'e dura e fera”, il tema è costituito dalla
convenzionale richiesta di grazia dell'amante infelice all'insensibile donna amata. Tutto il
linguaggio della poesia è intessuto di provenzalismi. L'angosciosa condizione di una
lunga sofferenza d'amore, condensata quasi nell'espressione ossimora "ben este afanno
dilittoso amare" (v. 9), ribadita dalla "dolze pena" del v. 10 e dal "dolze mal" del v. 13, è
il motivo iniziale da cui si dipanano le prime tre stanze della canzone “Amor, che
lungiamente mhai menato”, mentre le ultime due svolgono il concetto della potenza
smisurata d’amore. interpretando in modo personale la tematica convenzionale della
tradizione cortese.

Il tema dell'ineluttabilità d'amore, infatti, è svolto con tono quasi scientifico con continui
richiami aforistici ("Amor fa disviare li più saggi", "Più folle è quello che più s'innamora"),
che conferiscono alla vicenda personale una validità universale da fenomenologia
generale dell'amore.

Ad altissimo livello d'espressione si situa l'altra canzone che piacque a Dante, “Ancor che
l'aigua per lo foco lassi”, con una tematica che preannunzia “Al cor gentile” del
Guinizzelli.

Pier della Vigna

Strettissimo collaboratore di Federico II. L’attività poetica era di rilevanza relativa, ma è


stato uno degli interlocutori di Jacopo da Lentini nella disputa sull’amore - quella che
diede inizio alla scuola siciliana (era stata iniziata da Iacopo Mostacci - imitatore di storie
provenzali). all’Imperatore piaceva il suo dotto eloquio, la capacità di scrivere coniugando
le situazioni con le conoscenze giuridiche, di interpretare con facilità le problematiche più
complicate siano state esse religiose, politiche, economiche, sociali...

In breve tempo si affermò in tutti gli ambienti che frequentava: divenne insigne poeta,
diplomatico, ministro di Corte; utilizzato nelle missioni diplomatiche più delicate,
raggiunse la carica di Logoteta del Regno di Sicilia, in pratica un sorta di viceré durante le
ripetute assenze di Federico.

Però c’Amore non si po’ vedere

Il sonetto fa parte di una "tenzone" originata da un testo di Jacopo Mostacci


("Solicitando un poco meo savere"), altro poeta della scuola siciliana che aveva posto la
questione sulla natura del sentimento amoroso in base alla dottrina aristotelica e, in
particolare, se esso sia sempre provocato dalla vista della donna amata; ad esso
rispondono Giacomo da Lentini con il sonetto "Amore è uno desio" e Pier della Vigna
con la presente lirica, nella quale sostiene la tesi opposta a quella degli altri due
contendenti e cioè che l'amore ha una forza propria, paragonandolo a una calamita che è
in grado di attirare a sé i cuori degli uomini, ovvero che l'amore sia una forza invisibile ma
estremamente concreta, che ha la forza di attirare a sé i cuori come la calamita.
Quest'ultimo esempio, trova corrispondenze con alcuni testi degli Stilnovisti, tra cui la
canzone-manifesto di G. Guinizelli in cui si dice che l'amore ha sede nel cuore nobile
come il diamante nella miniera di ferro (si riteneva che il diamante avesse proprietà
magnetiche).

2) Siculo - Toscani

Sono Poeti che operano in Toscana nella metà del ‘200, ma che riprendono la poetica
Siciliana. Infatti i temi della tradizione siciliana arrivarono alla toscana nei liberi Comuni, in
cui lo spirito borghese prevaleva sulle tradizioni feudali.

Da ciò nacque la scuola siculo Toscana, in cui accanto ai temi d’amore trovano spazio
anche quelli politici. In parallelo si sviluppano anche le forme di poesia giocosa e
realistica.

Il principale esponente dei Siculi Toscani è Guittone d’Arezzo, la cui produzione risiede
nelle Rime, formate da 50 canzoni e 239 Sonetti: PRIMA PARTE - Poesie d’amore +
contenuti politici. SECONDA PARTE - insegnamenti morali e spirituali. Un po’ come la sua
vita perché ad un certo punto ha avuto una crisi religiosa ed è entrato nell’ordine dei
Cavalieri della Vergine. Ha scritto anche un trattato d’amore in 12 sonetti e le lettere in cui
emerge la sua ars dictandi

Per la poesia d’amore si rifà ai siciliani, con particolare insistenza sui ragionamenti attorno
all’amore piuttosto che sulla sua rappresentazione.
Mentre per le canzoni politiche prende spunto dal trovar clus della poesia trobadorica
ricreandola con l’uso del volgare toscano in maniere densa e quasi oscura.
La canzone politica più importante è AHI LASSO OR è STAGION DI DOLER TANTO,
realizzata dopo la sconfitta di Montaperti 1260 dei guelfi ad opera dei ghibellini. In
questa canzone le numerose stanze alternano sensazioni di DOLORE e AMARO
SARCASMO. Qui si evidenzia lo stacco maggiore con la scuola siciliana per il tema
politico morale e per la varietà dei registri linguistici e stilistici.

Guittone è anche l’inventore delle ballate laude religiose, ovvero canzoni morali religiose
con appunto argomento religioso e di carattere popolare.

Il poeta più interessante della Cechia di Guittone: Bonaggiunta Orbacciani, citato da


Dante nel De Vulgari Eloquenti e nel Purgatorio. Il suo Canzoniere sviluppa i modi della
Scuola Siciliana e li diffonde in Toscana. I temi sono quelli dell’Amore e dell’invettiva
poetica.

Di Guittone è debitrice anche la scuola di Firenze, dove si distinguono Chiaro Davanzati


per la sua originalità, il cui canzoniere anticipa lo stilnovo. Da menzionare anche il
banchiere Guelfo Monte Andrea con il suo trobar clus provenzale, utilizzato per rendere il
toscano più fitto, allusivo e oscuro. Infine abbiamo Dante da Maiano con il suo canzoniere
Siciliano - guidoniano

Poesia COMICO - REALISTICA

Si sviluppa in Toscana e in Umbria. É una poesia Giocosa, in cui l’invettiva, la bestemmia,


la ribellione e la comicità fanno contrato alla bellezza ideale dei altri poeti e autori. Una
figura di rilievo è Rustico di Filippo, che ha lasciato 58 Sonetti ce ricalcano l’amore Siculo
- Toscano. Altre Figure sono Meo de Tolomei, con il suo Gusto Caricaturale, e il Giullare
Cenne da Chitarra, cantore di scene di vita rustica.

I Due più importanti sono:

FOLGORE DI SAN GIMINIANO (1270-1330): cavaliere di Siena dopo la campagna


contro Pistoia del 1305. Ha lasciato 30 sonetti divisi in due corone. La prima è di 8 e
sono i sonetti de la semana e la seconda è da 14 e si intitola sonetta de mesi. Folgore
riprende la poetica provenzale, quella gradevole e cordiale, in cui riunisce allegria,
natura, stagioni, cavalleria e l’amore verso le donne e la loro compagnia. Rievoca il
paesaggio cortigiano. I Sonetti de’ mesi sono concepiti come doni augurali del poeta a
un giovane amico destinatario; i Sonetti della semana (settimana), per molti aspetti
analoghi, trasportano il lettore in un’atmosfera ancora più fiabesca, che ha reso i testi di
Folgore affascinanti per tutti coloro che amano la letteratura come sogno e come
evasione dalla realtà. la sua classe aveva preso il sopravvento sia a livello politico sia a
livello economico, ritiene necessaria una revisione dello stile di vita mercantile, inteso
solo al guadagno e alla ricchezza. Egli sogna il ritorno all’antica eleganza e alla
raf natezza dell’aristocrazia e propone il recupero, sia pure in un ambito borghese, dei
valori culturali più alti del tempo passato, cioè della liberalità e della cortesia. “Alla
brigata Nobile e Cortese” parla proprio di borghesi che aspirano a vivere secondo le
norme della nobiltà cortese.

CECCO ANGIOLIERI (1260-1313): 112 Sonetti - Canzoniere COMICO REALIStICO, in


cui rovescia il modello stilnovista e fa una raffinata parodia di molti generi cortesi.
Purché lo spirito sia invettivo e aggressivo è sempre un GIOCO LETTERARIO. Il suo
romanzo d’amore tra Cecco e Bettina è una parodia del Contrasto (cielo d’Alcamo). Gli
elementi sono quelli della donna, della taverna e del dado che risultano quindi in una
poesia di Testa e di Tavolino, abbastanza spontanea e scritta per gioco e per burla,
tipico della corrente Giocosa e Burlesca. Nel romanzo, infatti, abbiamo da un lato il
vino il gioco e il denaro, e dall’altro inveisce contro Bettina, simbolo della parodia
contro la Beatrice di Dante.

POESIA DELL’ITALIA SETTENTRIONALE

I luoghi più importanti sono Milano e Cremona. Si sviluppa una poesia e una letteratura
volgare di INTENZIONE DIDATTICA, di ispirazione provenzale e tradizione biblico-
apocalittica, come l’Eneug (fastidio) e il Plazer (ciò che da piacere). Ad esempio Gherardo
Patecchio scrisse il “Delle Noie”.
Uguccione da Lodi scrisse una riflessione edificante sul peccato e sulla morte in vista del
giudizio divino.
Giacomo da Verona - Poemetto De Ierusalem Celesti e De Babilonia Civitate Infernali (tra
le fonti della Commedia)

Bonvesin de la Riva - più importante scrittore in volgare lombardo. Le sue caratteristiche


sono i volgarizzamenti ad esigenza didattica. Scrisse il “Libro delle 3 Scritture”, in cui i
temi erano l’inferno, la passione di cristo e il paradiso: infatti è un po’ il precursore di
Dante. Il libro è il primo testo letterario in volgare lombardo.

POESIA POPOLARE E GIULLARESCA (NORD ITALIA)

Letteratura in volgare (anonima) fatta di ballate eseguite da cantori girovaghi, ovvero i


giullari.
Mantova -> la Canzone per Danza
Pavia -> “Il Detto” - satira contro il villano
Emilia Romagna -> composizioni morali e satiriche di carattere politico-cittadino
Veneto -> Lamento della Sposa Padovana
Toscana -> Giullare Rugger Pugliese: tenzone di argomento politico , parodia della
passione, Sermoneeritratto.
fi
POESIA RELIGIOSA

- FRANCESCO D’ASSISI: cantico delle creature (più antico componimento in volgare


italiano)

La nascita della poesia religiosa è datata 1260 ad opera del movimento dei Disciplinati a
Perugia, Che era una confraternita laica che ebbe una grande diffusione grazie alle
LAUDE: liriche drammatiche pasquali e passionali di argomenti religioso. Il massimo
esponente delle laude è stato IACOPONE DA TODI.

Francesco d’Assisi: ha partecipato alla guerra fra Perugia e Assisi. Nel 1204 la malattia gli
fece cambiare vita - rinuncia degli averi. Fonda un ordine in cui scrive la “Regula Prima” e
la “Regula Seconda”.
L’opera più importante è il Cantico di Frate Sole o Cantico della Creature, scritto in prosa
ritmica in volgare umbro. Il testo è un INNO DI LODE AL CREATORE, in cui spunti biblici
e liturgici vengono rielaborati con una propria spiritualità di Francesco. Il tema principale
è la CONCEZIONE POSITIVA DELLA NATURA, che diventa stimolo nel cammino per la
salvezza dell’uomo.

Iacopone da Todi: entrò nell’ordine francescano come frate laico, attaccando la ricchezza
e la corruzione della Chiesa di Roma. Clmente V gli da un po’ di speranza perché accetta
l’ordine spirituale. Poi però si ritorna indietro con Bonifacio VIII. Si mette contro di lui e
viene scomunicato e messo prigioniero. Invocò per sempre la revoca della scomunica, poi
concessa da Benedetto XI

Produzione: 93 Laude - Stabat Mater


La religiosità è ascetica e focosa. I temi sono la NEGATIVITA’ DELLA VITA (Realismo crudo
e sarcadtico) E DEL MONDO (Violenza e peccato, quindi un perpetuo processo di
distruzione). Utilizza un volgai eumbro di grande intensità arricchito da un Latino
Ecclesiastico e da Invenzioni Linguistiche.
Ha un ATTEGGIAMENTO PEDAGOCICO: tramite la drammatizzazione della lauda - per
sostenere l’anima dalla pigrizia e dall’attaccamento ai beni terreni.
DOLCE STIL NOVO

Guido Guinizzelli

A Guido Guinizzelli si deve la prima affermazione della centralità dell’amore per


l’esperienza psichica e culturale complessiva del poeta.

Guinizzelli si riallaccia alle esperienze della poesia lirica siciliana e provenzale. Nella
canzone Al cor gentile rempaira sempre amore Guinizzelli enuncia alcuni fondamentali
concetti che poi saranno approfonditi da Dante e Cavalcanti.

Esiste secondo il poeta una connessione inscindibile tra ciò che egli chiama gentilezza e
amore: non può esserci amore senza cuor gentile. Ma Guinizzelli spiega che per
gentilezza non deve intendersi la nobiltà che proviene dal lignaggio, dalla posizione
sociale, ma quella che sta collocata nel cuore

Per Guinizzelli il rapporto fra cuor gentile e amore, fra l’amante e l’amata, fra il poeta e la
donna è molto simile a quello con cui Dio governa il cielo e le altre stelle.

La donna aveva sembianze angeliche. Anche nella poesia provenzale e siciliana si parla di
una donna angelo, ma in Guinizzelli la metafora tende ad assumere un significato sempre
più letterale: la donna è una creatura celeste, che illumina delle sue virtù divine il cuore
del poeta amante.

Guinizzelli marca molto, detto questo, la potenza salvifica della bella donna. La gentilezza
e la nobiltà d’animo non appartiene a chi è di altro rango, bensì a chi possiede
determinate qualità d’animo che il poeta chiama coraggio - termine provenzale
Il linguaggio è dolce e passa attraverso una severa scelta stilistica per rendere a parole il
sentimento interiore provocato dall’amore

Guido Cavalcanti

Ispiratore, insieme a Dante, di Petrarca.

Fiorentino di una famiglia potente di Guelfi Bianchi, sostenne la fazione dei Cerchi contro
quella dei Donati (guelfi neri) e si fidanzò con Bice, figlia di Farinata degli Uberti. Venne
esiliato da firenze per ragioni politiche, essendo uno dei più turbolenti delle due fazioni.

Guido Cavalcanti dà dello stilnovo una versione drammatica, ricca di umori e di patos.

Il contemporaneo Dino Compagni lo definisce uno giovane gentile, nobile cavaliere


cortese e ardito ma sdegnoso e solitario intento allo studio. Giovanni Villani lo loda in
quanto filosofo. Giovanni Boccaccio, nel Decameron ne fa l’affascinante protagonista di
una novella, la sesta della nona giornata, in cui viene rappresentato come uno dei migliori
che avesse il mondo e ottimo filosofo naturale.

I temi più caratteristici dello stilnovo, come la gentilezza o l’umiltà non vengono resi
importanti come da Guinizzelli. Egli elabora invece un originale sistema naturalistico al cui
centro stanno forze e aspetti della realtà umana, che egli chiama spiriti o anima. Secondo
Cavalcanti l’amore produce effetti devastanti; dalla vista della donna bella ed elegante
nasce una figura ideale ed intellettuale che esercita il suo influsso sull’anima sensitiva
dell’uomo. Questa visione si tradurrà in Cavalcanti in contrasto tra cuore, ragione e anima.
Quando l’uomo cade in balia dell’anima sensitiva, l’amore da luminoso diventa una forza
oscura che non può essere controllato dalla ragione. L’amore per Cavalcanti è una forza
tenebrosa e terribile che si impossessa dell’anima, generando paura, angoscia e
sofferenza.

i temi della poesia di Cavalcanti sono: sbigottimento, tremore, lacrime e sospiri. La donna
di Cavalcanti appare avvolta da un alone mistico, resta lontana, irraggiungibile e
inconoscibile (non è reale).

Cino da Pistoia

Canzoniere da 160 poesie

Dolcezza evocativa e musicale della sua poesia


Parziale appartenenza - stile personale e a volte legato ai siculo toscani

Tema dominante del ricordo: oppone l’amaro del presente e la dolcezza nel passato.

Tramite tra Stilnovo e Petrarchismo

DANTE ALIGHIERI

Più grande poeta italiano

Opera: passione civile e morale

Tensione spirituale altissima: pensiero e cristianità medievali

Commedia: momento fondante della lingua italiana

Vita

• 1265 Firenze: piccola nobiltà guelfa

• Perde tutte e due i genitori entro il 1283

• 1275 primo incontro con Beatrice (Bice portinai)

• 1285 - matrimonio con Gemma Donati: 3 figli

• 1289 Battaglia di Campaldino e assedio del castello di Caprona: Firenze (guelfa) vs


Arezzo e Pisa (ghibelline)

• Attività politica 1295: adesione corporazione dei medici e degli speziali. Nel 1295 entra
nel consiglio del capitano del popolo.

• Anni 80/90 - prime esperienze poetiche: Rime, che risentono della scuola siciliana, di
Cavalcanti, Guinizzelli, Guidone

• 1290: Morte di Beatrice -> forte crisi religiosa che lo porta a studi filosofici e teologici
• 1292-93: “La Vita Nova” - 31 liriche in un testo narrativo. Idealizzazione della donna
amata attraverso la realtà storica

• Si schierò dalla parte dei Guelfi Bianchi quando ci fu la spaccatura con i neri (capeggiati
dai Donati). Venne accusato di Baratteria quando ieri conquistarono la signoria di
Firenze mentre lui si trovava a Roma aiutati da Carlo di Valois nel 1301.

• Venne esiliato - vagabondaggio dal 1304: Verona, Treviso, Lunigiana. Intanto compone
convivio e de vulgari

• Speranza: nuovo imperatore Arrigo VII che nel 1310 scende in Italia. Voleva porre un
accordo tra papato e impero. Dante scambia diverse lettere con lui con cui sembra
raggiungere un accordo che lo soddisfaceva

• 1313 - improvvisa morte imperatore: speranze vanificate

• 1315 - rifiuta un’amnistia che gli avrebbe permesso di ammattare le colpe e tornare a
Firenze

• La signoria fiorentina conferma la sua condanna a morte per lui e per i suoi figli

• Dante chiarisce le proprie persuasioni politiche nel DE MONARCHIA

• Dante alloggia presso gli scaligeri a Verona - scrive le sue egloghe

• 1320 - Ravenna presso guido da Polenta

• 1321 - settembre 13/14 morte

OPERE MINORI:

- Vita Nuova: composta nel 1293 a due anni dalla morte di Beatrice. Prima opera
organica di Dante. NARRAZIONE FERVIDA E PASSIONATA DELL’AMORE PER
BEATRICE. Primo romanzo autobiografico della letteratura. È tornato da 25 sonetti e 4
canzoni, una stana una ballata con delle pagine in prosa che raccontano questo amore.
Magari gli avvenimenti sono pochi, come incontri e fatti accaduti, ma è il tema
dell’amore che comincia a distaccarsi maggiormente da quello cortese ed è proprio
dello stilnovo: l’idealizzazione in senso cristiano dell’amore e soprattuto della donna, la
donna angelo, in una visione quindi mistica. Fa parte di quest’opera il sonetto “tanto
gentile e tanto onesta pare”. Beatrice è la donna angelo e del suo aspetto fisico
vengono descritti solo gli occhi, le labbra e il portamento, cioè gli elementi attraverso i
quali la donna trasmette la sua perfezione: nelle persone che la incontrano provoca il
desiderio delle persone che la osservano, la voglia di migliorarsi per essere degni di lei,
Beatrice, e per il desiderio di avvicinarsi a Dio. L’immagine che si dà della donna è
eterea, senza corpo, quasi uno spirito.

- Il Convivio: 1304/1307 -> sono 3 gli argomenti principali: Ordinamento dei Cieli,
Natura della filosofia e quella della nobiltà, quella intellettuale e morale. Centro del
discorso non sarà più Beatrice, ma la DONNA GENTILE, che si rivela ALLEGORIA
DELLA FILOSOFIA, dove l’esaltazione del sapere religioso è associato quindi alla
nobiltà d’animo e rappresenta un punto di arrivo in vista della Commediai

- De Vulgari Eloquentia: 1304 e lasciato ininterrotto nel 1305. É un trattato linguistico


che sottolinea l’importante del volgare come lingua superiore rispetto al latino, che è
una lingua artificiale. Lo scopo di Dante è quello di avere un volgare unitario per
affermarsi come lingua della più alta espressione artistica. Prima che Dio lo
frammentasse in seguito alla distruzione della torre di Babilonia, gli uomini parlavano
un unico e identico linguaggio, il prodotto della frammentazione sono i volgari che
mutano e differiscono oltre che in base alla geografia e ai popoli che li parlano, anche
nel tempo: l'evoluzione della linguaggio su base temporale è la prima grande
intuizione dantesca. Esso non potrà coincidere con alcuna parlata regionale, essendo il
volgare una “pantera che fa sentire il suo profumo ovunque e che non si manifesta in
nessun luogo. La seconda è l'aver individuato e distinto i volgari europei in tre grandi
gruppi: quello greco, quello germano/slavo e quello occidentale che a sua volta
suddivide in tre ceppi: le lingue d'oc e d'oil, parlate in area francese, ed il si, con il
quale intende i volgari italiani. Dovrà inoltre essere ricorso e pieno di eleganza per
poter risplendere sugli altri volgari. Deve essere illustre. Per Dante la letteratura è
soprattutto un fatto linguistico, cioè qualcosa di concreto che esige una sua precisa
formalità, indica anche le modalità in cui questo volgare debba esprimersi: e la
Canzone risulta senz’altro la forma metrica più adatta per esprimere lo stile tragico, e
questa poi va costruita secondo il rigoroso metro dell’endecasillabo o del settenario.

- De Monarchia: Post Morte di Arrigo VII. Si articola in tre libri ed è un trattato politico
molto appassionato da parte di dante. PRIMO LIBRO - è necessaria una monarchia
comune e universale per il raggiungimento di più alti ideali dell’uomo. SECONDO
LIBRO - la monarchia deve essere Romana, essendo il presente di allora derivante
dall’impero Romano che favorì l’avvento del cristo. TERZO LIBRO - rapporto tra papato
e chiesa deve essere separato e che il potere imperiale non deriva da quello papale. Il
papa porta alla felicità ultraterrena, la beatitudine eterna, l’uomo, mentre l’imperatore
si occupa della felicità terrena. Questi due obbiettivi devono essere perseguiti in
maniera autonoma.
DIVINA COMMEDIA

Il titolo originario era “Commedia”. L’aggiunta dell’aggettivo commedia è stato inserito


da Ludovico Dolce nel 1555 quando curò un’edizione stampata a Venezia.

Il titolo viene scelto da Dante per il concetto: Commedia è infatti legato a una vicenda
che inizia male e finisce bene. La stesura inizia dal 1306/07 fino alla fine della vita di
Dante

Si articola in tre cantiche: inferno (33 canti +1 introduttivo) , purgatorio (33 canti) e
paradiso (33 canti). In totale fanno 100 canti, composti da versi endecasillabi a rime
incatenate - ABA, BCB, CDC, EDE

La storia si sviluppa nell’arco di 7 giorni in cui Dante affronta un viaggio tra i regni
dell’oltretomba per risolvere una crisi esistenziale. É Beatrice a scendere dal Cielo e ad
affidare Dante alla guida di Virgilio. Viaggia quindi attraverso inferno e Purgatorio e
arrivato al paradiso viene condotto proprio Beatrice e raggiunge la contemplazione di
Dio.

Le ispirazioni sono le sacre scritture, letteratura classica e letteratura cristiana (rapimento


di san Paolo al terzo cielo e la discesa negli inferi di Enea. Quindi l’idea è di fare
un’eneide moderna di ispirazione cristiana. È un’opera di conversione, un viaggio che
passa dal male a arriva al bene, in un procedimento di costante elevazione spirituale che
culmina nel raggiungimento di Dio.

Struttura:

INFERNO - sotto Gerusalemme: al centro dell’emisfero boreale. Prima c’è l’Antinferno:


ignavi (rifiutati da Dio e dal Demonio). L’antinferno è diviso in 9 cerchi

1 - nati senza battesimo

2 - lussuriosi

3 - golosi

4 - avari e prodighi

5 - iracondi e accinsi

6 - promotori dell’eresia
7 - violenti, 3 gironi: contro il prossimo, se stessi, Dio, Natura (sodomiti), arte (usurai)

8 - Malebolgie: 10 gironi

9 - Traditori fiume di ghiaccio diviso in 4 zone: Caina, Antenora (patria), Tolomea (ospiti),
Giudecca (benefattori)

Infine conficcato nel ghiaccio c’è Lucifero.

Le figure di riferimento sono: Francesca da Rimini, Filippo argenti, Ciacco, Farinata degli
Uberti, Pier delle Vigne, brunetto latini, ulisse, guido da Montefeltro, Ugolino della
Gherardesca.

La pena varia per la legge del contrappasso, una pena fatta per analogia e per contrasto
alla pena e che va in base ai sentimenti di Dante, che prova sdegno, ironia e
partecipazione palpitante.

PURGATORIO: montagna all’opposto di Gerusalemme. 2 balze di antipurgatorio con


scomunicati, pigri a pentirsi, morti violentemente e principi negligenti. Le cornici del
purgatorio sono 7

1. Superbi

2. Invidiosi

3. Iracondi

4. Accidiosi

5. Avari e prodighi (che dona senza misura)

6. Gelosi lussuriosi

In questo caso si va dalla pena più grave alla pena meno grava, arrivando all’amore
eccessivo per i beni mondani. Dante qui è partecipe della divina misericordia.

Gli incontri significativi sono quelli con poeti come Casella, Sordello da Goito, Bonagiunta
da Lucca, Guido Guinizzelli, Arnaut Daniel, Stazio e Oderisi da Gubbio. Gli ultimi canti
vedono già la presenza di Beatrice, allegoria dell’amore divino, della Rivelazione, Grazia,
Fede e Teologia.

PARADISO: vi si arriva attraverso una sfera di fuoco. È diviso in 9 cieli concentrici


(concezione aristotelico-tolemaica). I cieli sono abbinati ad esseri celesti:

1. Della Luna e degli angeli

2. Di mercurio e degli arcangeli

3. Di Venere e dei principati

4. Del sole e dei potestà

5. Di Marte e delle virtù

6. Di Giove e delle dominazioni

7. Di Saturno e dei troni

8. Delle stelle fisse e dei cherubini

9. Cristallino

La fine è l’empireo - dove ci sono i beati

I cerchi più inferiori ospitano coloro che non raggiunsero l’assoluta perfezione.pii seguono
i cieli degli spiriti attivi. Sole = sapienti, Marte = militanti per la fede, Giove = i giusti,
Saturno = spiriti contemplativi.

I due rimanete cieli portano Dante ad assistere il trionfo di Cristo, della Vergine e degli
angeli, che lo sottopongono a un esame sulle virtù teologali (fede, speranza, carità).
Nell’Empireo, sede dei beati, gli appare una candida rosa con attorno tutti i beati. Scorge
cBeatrice, che ha lasciato la Guida a Bernardo da Chiaravaklke, la cui preghiera permette
l’intercessione con la Vergine Maria e la contemplazione della Divina essenza.
FRANCESCO PETRARCA

Il Petrarchismo si affermerà come modello e come scuola poetica fino al Settecento -


linguaggio poetico come strumento di scavo interiore. Precursore dell’umanesimo.

Durante gli studi a Montpellier e a Bologna si appassiona ai Classici, come Cicerone


Virgilio e Livio e ai padri della Chiesa, soprattutto a San’t Agostino. Dopo la morte del
Padre torna ad Avignone, dove si sarebbe tenuto il primo incontro - innamoramento con
Laura.

Esaurito il patrimoni paterno intraprende la carriera ecclesiastica - non gli impedì di avere
due figli: Giovanni e Francesca. Divenne cappellano della famiglia di Giovanni Colonna,
che gli permise di Viaggiare in Europa. Nel 1335 Papa Benedetto X lo nominò Canonico
nella cattedrale di Lombez. Chiese al Papa di essere trasferito più volte e arrivò a essere
assegnato in Valchiria, dove si dedicò alla carriera di scrittore. Alternava momenti di
solitudine in cui si dedicava allo studio e altri momenti in cui viaggiava per attività
pubblica.

Gli fu conferita la laurea poetica. Nel 1342 cominciò a raccogliere le rime. La morte di
Laura, la peste, il fratello che si fece monaco, aumentarono il dissidio tra vita spirituale e
vita mondana.
Nel 1347 torna in italia per sostenere Cola di Renzo. Qui diventa amico di Boccaccio. NEL
1351 Si stabilisce a Padova e successivamente a Milano, alla corte dei Visconti, che lo
impegnarono in delle missioni diplomatiche. Si risposta a Padova per le peste in
Lombardia e poi si trasferisce a Venezia. Tenne una residenza anche ad Arcquà - colli
euganei (Foscolo) - dove morì.

Il Secretum (1342-43):

Opera Filosofico - Morale in tre Libri (1 x giornata) in cui avviene un dialogo tra Petrarca e
Sant’Agostino in presenza della Verità. La ricorrenza del numero tre rimanda alla
tradizione simbolica medievale

1a Giornata di Colloquio - FELICITà E INFERLICITà DIPENDONO DALL’UMANO VOLERE.


Egli vuole il vero bene ma non lo esegue con il giusto fervore .

2a Giornata - 7 peccati capitali che termina con l’accidia

3a Giornata - Amore per Laura o amore per la Gloria? Infatti l’amore di Francesco è in
quel momento un amore passionale, che l’autore cerca di far passare come un amore
spirituale. Infatti Agostino gli dice che non ha amato come dovuto, e quindi si giunge al
tema dell’amore per la gloria mondana, che impedisce la visone della vera spiritualità e
immortalità, a fronte solo del nome nel tempo. Francesco promette di rinforzare la propria
volontà, che però stenta a prendere piede in questo cambiamento.

Sant’Agostino esamina le due colpe più importanti che caratterizzano Francesco: il


desiderio di gloria terrena e l’amore per Laura. Per il poeta si tratta di tendenze innocenti,
ma per Sant’Agostino sono le passioni più basse. Inoltre, Francesco ritiene che il suo
amore per Laura sia stato spirituale e che lo abbia purificato interiormente. Sant’Agostino
al contrario sostiene che Francesco abbia amato Laura solo per la sua bellezza fisica.

Secretum (segreto conflitto delle mie angosce) - dialogo in tre parti modello sempre
santagostino

Due personaggi
Sant’Agostino e francesco. Francesco si confessa a Sant’Agostino
Verità personificata assiste a questo dialogo come personaggio superiore
Esteriorizza un dibattito interiore all’interno di un io che si presenta come un campo di
tensioni di spinte contrapposte quella verso l’amore per la creatura e il creatore

Restituisci te a te stesso - riprendi il controllo delle tue azioni


Che non posso essere scisse tra l’amore per l’io e l’amore per Laura
Non devi fluttuare tra queste due tensioni contrapposti

La promessa a Sant’Agostino
Raccoglierò gli sparsi frammenti della mia anima, che non sa decidersi

Poesteritati: lettera in cui Petrarca introduce il tema principale del canzoniere. LA


MUTATIO ANIMI

RIPERCORRE GLI SPAZI DELLA SUA ANIMA E IL RICOMPONIMENTO DEI FRAMMENTI

Quanto piace al mondo è breve sogno: è una sentenza quasi pessimistica. Il tema è la
vanità di tutto ciò che è terreno
Sogno: collegamento a distanza con suono (primo verso) - inevitabilmente mette in
rapporto anche i significati delle sue parole. Il suono delle rime d’amore è breve sogno.
Ma tra i beni mondani c’è anche giocoforza la poesia d’amore, che diventa breve sogno

ACCIDIA: condizione di indifferenza e disinteresse verso l’azione e l’iniziativa, Nella


morale cattolica l’accidia è uno dei sette vizi capitali che si concretizza nella negligenza di
fare del bene e di comportarsi secondo virtù. In questo caso si allaccia un po’ a Dante,
che intendeva l’accidia come peccato di aver amato poco.

CANZONIERE
Roman Jacobson - distinzione tra lirica ed epica si distingue per la prima persona del
presente e del passato remoto La lirica parla di sentimenti e l’epica di azioni passate

Ci serve questa distinzione per una questione linguistica

BEMBO sceglie: Petrarca per la lirica e Boccaccio per la prosa (leopardi scrive nella lingua
di Petrarca)
Lingua di PetrarcaConcretezza ed esperienzaHic et nuncParla di sentimenti e
passioniPascoli la vede sganciata (la lirica italiana) - precisione terminologica per creare
degli effetti di sfumato e ambiguità che raggiunge tramite il determinato e
l’indeterminato Riguarda anche un’ideale di poesia - deve coincidere con la lirica che
deve essere astratta Deve andare aldilà del presente Canonizzazione di Petrarca nasce da
qui.

Strutturalismo Jacobson: ricerca Storico - Linguistica


Studia gli elementi linguistici in quanto elementi basati su regole interne chiaramente
definibili e contrappone le ricerche linguistiche storiche (diacroniche - in più epoche
storiche) a favore di una ricerca sincronica: in un determinato lasso temporale.
Con l’approccio diacronico si era arrivato sempre di più a definire una lingua d’origine più
pura rispetto a quella del “presente”. La conclusione è che le lingue sono strutture a
pieno titolo, ovvero insiemi di elementi che traggono un significato prima della loro
reciproca relazione con il mondo reale.

Sonetto 264: Inizio Ravvedimento

- motivo della morte


- Immagine della croce

LAURA è ancora vivente


Necessità di non far dipendere troppo strettamente l’insorgere del processo
penitenziale dall’evento della morte di Laura
Il ravvedimento deve cominciare prima
Doveva apparire come un processo interiore giunto a maturazione prima della morte di
laura

Simbolismo - CALENDARIO LITURGICO


• Son 1: 6 aprile
• Son 264: 25 Dicembre
• Amore nato il giorno della morte di Cristo
• Virata il giorno della nascita di Cristo
• + -> 25 dicembre era (calendario romano) primo giorno dell’anno
• Son 264: 21esima canzone della raccolta - così come sono trascorsi 21 anni dal primo
incontro con Laura alla sua morte.

Datazione:
- Assenza cenni alla morte di Laura
- Punti di accordo con il Secretum
- Risalirebbe al 1343/1345
- Solo che la nuova datazione del Secretum 1347/53 fa
- Abbassare data della canzone al 1347/48
- La struttura a contrasto si avvicina all 360: ruolo simile dal punto di vista strutturale.

Data spartiacque 1348 - avvenimento collettivo della peste


Tocca anche la cerchia famigliare di Petrarca
Muore Laura
E il cardinal colonna - a cui era molto legato

Da questo momento si autoimpone un ripensamento complessivo


Non solo della sua vita ma dei suoi interessi
Dimensione interiore e spirituale

Precedente 1347 - si era fatto monaco certosino


Petrarca ne era rimasto colpito e lo aveva spinto a ripensarci
Deriva un’opera - “de Otio religioso” - inizia un ripensamento sulla vita e sugli interessi

Ricerca interiore
Il modello che lo spinge è Sant’Agostino. Se vuoi cercare la verità la devi cercare in
nomine interne (Secretum)

Sonetto 1 Sonetto primo - prologo Soglia d’ingresso del libro


Apice penitenziale del libro con la fine
Sono canzoni alla vergine

Laura è evocata ma in contrapposizione alla vergine che si insedia come donna celeste
Dal culto Aurano al culto Mariano

Riassume in luce la struttura generale del libro. Infatti è un testo bipartito, due parti che
corrispondono ai due blocchi che individuano il mito del sonetto
Quartine traviamento
Terzine ravvedimento
Dal tradimento al ravvedimento sono anche i due movimenti interno dal libro - amore per
la creatura anteposto all’amore per il creatore.

Il ravvedimento è una tensione, non è un punto d’arrivo, non è una direzione


Sintassi spiraliforme - evoca quella dimensione psicologica
Forma dell’espressione e forma del contenuto

• Exordium
• Captatio benevolentiae dei lettori iniziale
• Partitio materiae: organizzazione del discorso - bipartizione del libro
• Salutatio e Petitio -> alla vergine
• Elementi che indicano il FLASHBACK
• IL CANZONIERE è UNA STORIA D’AMORE DETTA COME PRESENTE MA VISTA COME
PASSATO.

Intertestualità: prevede non solo riprese tematiche, ma anche contatti testuali, proprio
parole e materiali verbali. La letteratura si nutre anche di altra letteratura. Reimpiego delle
parole della letteratura altrui.
Il primo da cui prende è Sant’Agostino, che ispira la conversione di Francesco Petrarca,
gli viene da questo modello, Così come Sant’agostino racconta nelle confessioni di
essersi convertito leggendo un testo di Cicerone.

NELLE PAROLE: DANTE


“O voi che ascoltate” - Canto II (Voi che ascoltate in rime sparse il suono)

Itinerario di dante è verticale - parla delle anime dopo la morte


Petrarca ci dice lo stato d’un’anima prima della morte, con tutte le sue imperfezioni.
Anche il proposito di conversione è imperfetto. Il percorso di Petrarca è un percorso tutto
umano.

Il sonetto 1 preannuncia la presenza ricorrente di Dante


Petrarca usa dante in un’ottica convergente, senza spostamenti di significato
Affinità con il primo del purgatorio: suono - sono - perdono -> stato penitenziale

Petrarca si affida a Dante quando deve condannare la letteratura d’amore -> Canto 5’
dell’Inferno e 26esimo del Purgatorio: primi ultimi peccatori che Dante incontra

5 INFERRNO
Piango e ragiono (parlare d’amore) -> Paolo e Francesca
Francesca come doppio letterario di Petrarca
Peccato giovanile di Francesca -> Francesco si è ravveduto
Il rapporto è quindi dialettico

26 del purgatorio
Finisce con un congedo in cui viene presentato un poeta - Arnaut Daniel . Dante chiede
ad Arnaut di parlagli di se. È pentito e si prepara all’ascesa in paradiso. Io sono Arnaut
che piango e vado cantando nel fuoco.
Ripensa con preoccupazione i suoi precedenti peccati, guarda con gioia alla beatitudine
che lo attende; prega Dante, in nome della grazia che lo conduce in Purgatorio, di
ricordarsi di lui una volta giunto in Paradiso. A questo punto il penitente scompare
nuovamente entro le fiamme che lo purificano.

RAPPORTO FRA PETRARCA E DANTE


Dante avrebbe salato il sangue a Petrarca.
Dante con la sua espressività ha risanato quella di Petrarca
Capiamo qualcosa della lingua di Petrarca confrontandola con quella di Dante nella
commedia, che oscilla tra registri estremi- il massimo di registro tragico e comico ad
esempio. La lingua di dante è una lingua espressionistica. Lingua di Dante è plurilingue:
registro tragico e registro comico - la riprende Pasolini in Ragazzi di Vita

Invece Petrarca ha un linguaggio monoliguistico, tenuto su un Registro medio


Petrarca scrive una lettera a Boccaccio in cui dice di non essere così tanto debitore nei
confronti di Dante, anche se lo fa rendendogli un certo omaggio (quasi un atteggiamento
nevrotico) Mentre Boccaccio cerca di insistere su questo rapporto. Petrarca dice che lo
imita solo per ricercare il suo tono di voce.
Qui si pone il problema dell’ANGOSCIA DELL’INFLUENZA - anxiety of influence

ANGOSCIA DELL’INFLUENZA: Harold Bloom


Tommaso d’Aquino la parola «influenza» significa «il potere esercitato su di un altro», ma
per secoli fu destinata a conservare il suo significato etimologico di «influsso»,
inizialmente legato alle forze eteree che gli astri esercitano sugli uomini, condizionandone
caratteri e destini.

Quale sentimento hanno i giovani letterati, i giovani artisti, musicisti e filosofi nei confronti
dei loro precursori: sentono il peso dell’eredità e dell’influsso dei grandi nomi o non se ne
curano? Ammirano i maestri del passato o la demitizzazione e la secolarizzazione, oltre al
ragionevole crepuscolo degli idoli, li hanno resi insensibili o incapaci di vedere lo
spessore, l’altezza, la profondità umana che quegli individui sono stati in grado di
manifestare?

I talenti deboli tendono a idealizzare; le figure di vasta immaginazione invece si


appropriano dell’esistente. Ma niente si ottiene per niente, e l’autoappropriazione
comporta dunque enormi angosce di indebitamento»

Tradotto: l’immatro imita e il maturo ruba.


Dal passato non si sfugge; può darsi di volta in volta solo uno scarto dal precursore, ma
non senza un confronto diretto, e neppure senza un fecondo fraintendimento che porta
ad arrogarsi il diritto di correggere, completare o continuare l’opera del precursore. E se
questo avviene in un’ostinata ricerca di originalità e identità, ecco che l’angoscia si insinua
in ogni scelta.

Gli autori forti, almeno quelli che sono perdurati sino a noi e che non sono andati persi
nelle pieghe della storia, diventano tanto più luminosi quanto più tempo si frappone tra
loro e coloro che li fruiscono

Goethe stesso si chiese se i risultati raggiunti dai precursori e dai contemporanei di un


poeta gli appartengano di diritto, affinché possa costruire la propria cultura: «perché
dovrebbe impedirsi di cogliere dei fiori se se li trova a portata di mano? È solo facendo
nostre le ricchezze degli altri che possiamo dare vita a qualcosa di grande».

L’angoscia e l’indebolimento che Bloom individua nell’età moderna coincide col


diffondersi lirico della soggettività e del solipsismo. Eppure tutti coloro che frequentano
la poiesi dall’interno o dall’esterno sanno che nelle arti c’è sempre quel momento in cui
l’artefice deve praticare una violenza contro il proprio io.
Come dice Kierkegaard nel Panegirico di Abramo: «ognuno diventò grande in
proporzione alla grandezza dell’obiettivo che si era posto».

COME LA RISOLVE PETRARCA: Deve essere chiara la differenza tra chi è il padre e chi è il
figlio L’imitatore deve essere simile, non uguale. Il figlio ricorda il padre senza essere il
clone del padre. Il simile deve essere nascosto e trovato più a fondo nel suo pensiero
(indagine del pensiero) oppure intuirlo e dimostrarlo. Con questo Petrarca risolve il
problema dell’angoscia dell’influenza.

La canzone è più importante del sonetto


La prima parte inizia con un sonetto e finisce con un sonetto
La seconda inizia con canzone e finisce con canzone

Del canzoniere possiamo dare una lettura statica e una lettura dinamica (nel tempo).

11 testo: Ballata
Primo testo rivolto alla donna dopo il prologo
Primo svelamento dell’amore.

Ombra, sgombra

Ci presentano la storia individuano due coppie di testi


I testi si parlano a distanza
Uno stesso tema viene ripreso a breve o lunga gittata
Posso riprendere un tema a distanza identico - connessione di equivalenza (motivo
Dafneo del 5 e del 34: APOLLO ).
Oppure una situazione iniziale che subisce trasformazioni. Fa andare avanti il racconto

MOTIVO DAFNEO: PARAGONE LAURA CON DAFNE

CONNESSIONI DI EQUIVALENZA
connessioni di equivalenza: ripetizione parallelistica di elementi simili in testi contigui.
le connessioni di equivalenza operano almeno su due livelli: forma del contenuto; forma
dell’espressione

Livello di forma del contenuto.


Catena di testi collegati da equivalenza di funzioni, serie di sonetti 2-5. funzione
informativa; prologo.
2-3: informazioni sulla dinamica: l’innamoramento
4-5: informazioni sull’oggetto che l’ha provocato: la donna
Livello di forma dell’espressione.
Equivalenza delle forme metriche; equivalenza sintattica

Non c’è racconto che non sia temporalizzato


Il racconto è retrospettivo
E dal passato c’è un ritorno al presente
L’espediente principale è quello dalle date anniversarie - testi che rievocano il giorno
dell’innamoramento.
Questi testi sono 15 disposti strategicamente per tutto l’arco del libro

Il passato è irrecuperabile - adesso è il tempo dei ricordi

Sonetto 364- riferimento anniversario


Ricapitolazione 21 anni d’amore e 10 anni di morte di Laura

6 aprile 1327 - giorno in cui Petrarca si innamora di Laura - lo aggiunge dopo: fornisce un
ancoraggio deicisivo per la storia

Data di morte di Laura 6 aprile 1348

Ma sarà vero? Probabilmente no ma il 6 è un numero simbolico - numero laurano


Numero dei testi 366 - anno bsìisetile
Specie di breviario laico - ogni testo corrisponde a un giorno
Sturuttura di tipo calendariale

La datazione di questo sonetto non è quella del 1358, nemmeno se si accetta il fatto che
è un sonetto anniversario. Le coordinate delle date Petrarca le da 11 anni dopo, nel 69
quando compie le operazioni testuali. Ma decide di mettere il 1358 (come conclusione
della storia d’amore) perché è l’anno in cui completa il suo primo canzoniere e l’anno in
cui ritocca per l’ultima volta il Secretum.

7 anni parallelismo - in cui Gicacoobe serve il padre di Rachele


Francesco in 7 anni serve una donna

Rovesciamento da una vicenda sacra a una profana

Petrarca accumula i testi per tematiche omogenee

Canzone 126: CHIARA FRESCA E DOLCIACQUE


fa parte di una serie di canzoni, compresa tra la 125 e la 129. Fa parte anche parte la 128
sull’Italia

4 testi che insistono sul TEMA DELLA LONTANANZA- l’amore per la donna è da lontano.
L’oggetto del desiderio non è presente hic et nunc.
Questa assenza sul piano reale può essere risarcita sul piano psicologico.

Sostituisco la Laura ricordata alla Laura reale. Quindi una Laura trasfigurata.

A seconda del tema abbiamo uno stile tragico o medio


Il trattamento del tema influenza lo stile linguistico

Coppie gemelle 125 26 registro medio - l’assenza viene risarcita dal ricordo

127 129 - l’assenza della donna non è risarcibile e quindi sentimento di mancanza che
produce sofferenza e dolore - registro tragico. Non si attiva il processo psicologico di
trasformazione.

CANZONE
La canzone è una forma metrica chiusa. Di metrica libera si inizia a parlarne all’inizio del
900.
Metrica chiusa: due tipi di versi - settenario ed endecasillabo
Divisione strofica - vale per il sonetto canzone, madrigale ….
La rima - elemento di riconoscibilità dalla tonica in poi
La canzone è il metro principe delle altre forme già dal medioevo
La canzone viene da un precedente provenzale - la canzon provenzale, che era un testo
eseguito con accompagnamento musicale e con la danza.
In Italia - divorzio con la musica. Non nasce come composizione perfrormativa. Viene
fruita attraverso la lettura per far avere un impatto maggiore.

Verso principe deve essere l’endecasillabo perché cortine più parole (Dante)

Canzone divisa in stanze o strofa


Il numero è illimitato
Numero delle stanze è distintivo per il registro utilizzato

Le stanze sono in rapporto tra di loro, principio rigorosissimo di simmetria - Che vale a
diversi livelli
1) le stanze devono avere la stessa estensione - La sequenza deve essere sempre la
stessa
2) Le rime devono essere le stesse in ogni stanza - lo schema deve essere quello
3) La serie delle stanze si conclude con un congedo - stanza più breve che riprende un
po’ le altre - congedo metapoetico: la poesia parla di se stessa. Nel Provenzale era La
tornata

Canzone 126 - Chiara fresca e dolci acque

Laura è al centro della scena come oggetto di contemplazione e appare nello spazio e nel
tempo: spazio fondale statico che collega le singole stanze. Il paesaggio reale porta il
ricordo del paesaggio idealizzato e della donna idealizzata.

Il tempo convoca tutte e tre le dimensioni.


il tempo interiore - passato e speranza - tempo interiate

Come Sant’Agostino che lo espone nelle confessioni nell’11 libro.


Il passato non c’è più e il futuro non ancora - esistono soltanto in noi partendo dal
presente. Ora ricordo e spero ora riguardo al futuro

Presente dell’hic et nunc


Il presente del passato - in cui io ricordo
Il presente del futuro - spero

Stanze 1-4 Memoria della speranza - primo incontro con lei felice
Stanze 2 - 3 centrali invece è la speranza della memoria - spera un giorno di essere
ricordato da Laura

Descrizione stilnovista di Laura. Laura è fusa con il paesaggio.il paesaggio e il corpo di


Laura sono un a cosa sola.

Elementi del paesaggio che evocano la donna


Gonna leggiadra
Angelico seno
Begli occhi
Blocco centrale corrisponde a due movimenti interni - ritratto funebre
La terza stanza - donna che piange sul sepolcro dell’amato

Autoritratto funebre dell’io poetico, ma non si contempla in modo morto.


È un tema 900esco (Pasolini friulano) quello dell’autoritratto funebre - sdoppiamento del
poeta che guarda a se stesso come morto

Questa coppia centrale è una coppia omogenea (2-3). Mentre nella prima stanza
avevamo ius registro stilnovisti, nel blocco centrale abbiamo un registro petroso e un po’
più rigido.
Ce ne accorgiamo dalla pasta fonica - rime con suoni duri e aspri (rime con la R) e
soprattutto contribuisce a questa asprezza le vibranti crude e poi nella terza stanza
PIETRE IN PETRE (molto dura)

Nella 4a Stanza abbiamo il TRIONFO DI LAURA, in cui vi è un CLIMAX, che esprime la


VISIONE BEATIFICANTE DELLA RAGAZZA.

Tuttavia La trasfigurazione è sempre comunque quello di un AMORE TERRENO. Non


dimentichiamo che è sempre un contesto mondano. L’obbiettivo è proprio quello, fare
del mondano un concetto di infinito.

Per Agostino il peccato è un atto della libera volontà dell’uomo che si allontana (aversio)
dal bene divino per volgersi (conversio) ai beni mondani, determinato da un amore
disordinato che preferisce l’inferiore al superiore, il mutevole all’immutabile, il sensibile
allo spirituale, le creature al creatore.

1a stanza la donna è soggetto attivo - dinamico. Lei va verso la natura

4a stanza - il soggetto attivo è la natura - natura che va verso il corpo femminile

5a stanza isolata - è l’unica che non contiene la parola amore. Ci svela il convegno
psicologico. L’io è consapevole dell’illusione in cui si sta cullando e la analizza a
rallentatore

Sdoppiamenro dell’io con due parole chiave in rima - OBLIO (dimenticanza di me stesso
rispetto alla donna) e DIVISO (Tema dello sdoppiamento tra la realtà oggettiva e
soggettiva che fa parte di un testo mentale e di un’allucinazione mentale di un io che sa
benissimo quello che gli sta accadendo.
Sono in gioco due coppie di opposti - donna e paesaggio
Non mi interessa la donna reale, mi interessa la donna che viene eternata fissata per
sempre in quell’istante che però è un oggetto non reale.

Elementi dettici - qualcosa che collega in un spazio e in un tempo il discoro


Qui è la Valchiusa mentale e la è la valchiusa reale (una vicina e l’altra lontana)
Contrapposizione reale e mentale e dimensione dell’io che parla in hic et nunc in
un’allucinazione mentale. - “Si che altrove non ho pace” (contrapposizione tra Valchiusa e
gli altri posti)
Illusione consapevole ma pacificate - pace è l’ultima parola

Infine, la canzone lascia intravedere il genere “Pastorella”, dai contenuti erotici e


ambientazione agreste (rustico), caratteristiche simili al genere madrigalistico. Petrarca
negando l’esplicitazione del desiderio carnale, farebbe una rivisitazione del genere,
tradendo quindi l’aspetto erotico attraverso la natura e i suoi elementi.

Canzone 129

Paesaggio aspro e pietroso - io che si muove all’interno di questo paesaggio.

Movimento circolare come se esteriorizzasse l’ossessione del desiderio della donna -


Tornare su quell’oggetto che non si riesce ad avere.

"Eppur nel primo sasso ridisegno il suo bel viso”. Una Laura scomposta che ha un corpo
scomposto nelle sue parti - Dopo aver immaginato torno a me stesso.

L’illusione non è gratificante - perché è solo momentanea: “pensi et pianga et scriva”


Nella 129 manca il paesaggio di Valchiusa - non è detto che sia la risposta corretta
Ma manca quel fondale che funge da attivatore della memoria. Qua corpo e paesaggi
che si uniscono è solo una cosa temporanea.

Ultima parola della 128 - Pace è anche l’ultima parola di tutto il libro. Anche nella canzone
alla vergine finale è ius posizione dei rima.
Ma qua non c’è ancora pentimento

Pace durante il libro varia in maniera semantica - è proprio uno dei segnali attraverso cui
noi assistiamo all’evoluzione dell’io di Francesco

Perché pace - perché la sofferenza d’amore si placa. Sentimento di mancanza di un io che


desidera. Sentimento di mancanza. È il “Vorrei ma non posso avere” che mi fa star male.
Non posso contemplare la donna reale e la sostituisco con una donna mentale che
fantasia ha reso perfetta. Approdo però illusorio e non durevole.

Con questa canzone si chiude il ciclo iniziato con la 125, che tratta della lontananza e che
culmina con la 129 nell’evocazione del fantasma di Laura lontana negli oggetti e negli
spaccatoli di natura. Anche qui, come nella 127, l’evocazione non è consolatoria ma
penosa
Sonetto 134 - PACE NON TROVO E NON HO DA FAR GUERRA
DUALISMO

Pace diventa una parola ricorrente nell’ultima parte del libro. È talmente una parola
chiave che precedono la cornice penitenziale -

canto 364
Pentito e tristo - in cercar pace

Canto 365 - si che si ovissi nero in tempesta, mora in pace e in porto


Qui la pace sta in dio - assunta in una concezione agostiniana - “pace” nelle confessioni
è una parola chiave, che torna all’inizio e alla fine del libro. All’inizo invocazione a dio.

Il nostro cuore è inquieto finche non risposa in te. La parola pace si riferisce alla pace
veramente stabile e duratura, quella in Dio. Che mette fine a quello stato d’animo che
Agostino chiama fluctuatio - stato di guerra interiore

Canzone 360
Canzone 360 strutture dialogica - mette inscena un processo confronto accesso tra il
poeta e amore alla presenza della ragione. Rimpprovera l’amore di averlo traviato e lei
risponde grazie a me hai avuto la fama poetica e attraverso l’amore per Laura ti sei
elevato spiritualmente. Il dibattito in realtà è interiore. La ragione non da ragione a
nessuno dei due.
Seguono poi i sonetti penitenziari e poi il canto alla vergine

Canzone alla Vergine (Divina commedia fine inferno - preghiera a Lucifero)

E il 33 esimo del paradiso - preghiera di san Bernardo alla vergine è una preghiera per
interposta persona- non c’è uno schema comunicativo io tu
Personaggio poeta itinerario penitenziale. L’io poetico è un penitente e continua a esserlo
altrimenti non dovrebbe rivolersi alla vergine. Orizzonte

Anche lettera di san paolo - faccio il male che voglio e faccio il bene che non voglio.
Questo dualismo si riferisce alla tensione interiore di Francesco che ancora non è riuscito
a sfatare.

Infatti, Francesco cerca di combattere la vita con la morte (con l’avvicinarsi della sua lui si
ravvede)
La canzone 366 è la fine di un percorso iniziato con la 264, non per la morte di Laura, ma
per la presa di coscienza che la morte (la sua di Francesco), si sta avvicinando.

Sentimento del tempo che passa - meditato mortis e mutato animi

Il percorso comunque non ha un fine perché il Canzoniere finisce con la richiesta di


accoglierlo in pace. Francesco opera quindi una PETITIO: RICHIESTA PER OTTENERE
QUALCOSA

GIOVANNI BOCCACCIO

• Firenze 1313 - figlio illegittimo d’un uomo d’affari d Certaldo


• Carriera finanziaria - Napoli
• Mentre era impegnato - frequenta la corte angioina
• 1334 - La caccia di Diana: belle donne dell’aristocrazia napoletana (poemetto
allegorico mitologico)
• Filocolo: composizione in prosa - storia d’amore
• Appare (1a volta) - Fiammetta: punto di riferimento autobiografia sentimentale
• 1335/38 - filtrato (romanzo sentimentale sull’amore tradito da Triolo per Criseida)
• 1340/41: Ritorno a Firenze - piena maturità letteraria
• Commedia delle ninfe fiorentine - elevazione amore spirituale
• Amorosa visione: poema allegorico di 50 canti in terzine sul modello dantesco e rime di
Ovidio
• Elegia di madonna fiammetta - di impianto realistico. Storie travagliate dell’amore con
fiammetta nella Napoli dei suoi tempi che risponde all’invocazione del mondo della
mitologia classica
• 1349 - 53 DECAMERON: raccolta di novelle
• Anni 50 e 60 - incarichi pubblici e missioni diplomatiche
• 1350 - incontro e stretta amicizia con Petrarca
• Opere umanistiche in latino - fama in Europa
• Genealogia degli dei infantili - difesa della poesia
• 1367 - bucolicum carmen: 16 egloghe di ispirazione vigilia e petrarchesca
• 1365 inviato alla corte papale ad Avignone

DECAMERON

Scritto negli anni appena successivi alla peste


per sottrarsi al degrado della vita morale di Firenze durante la peste, 10 giovani
decidono di rifugiarsi nel contado in un capanno
Tra le attività - racconto di novelle - tema giornalmente imposto e una novella a testa al
giorno - re e regina della giornata
10 giornate (titolo) - 100 novelle
Ampio materiale da cui Boccaccio attinge
Classe borghese mercantile - in ribalta tra duecento e trecento che tenta di nobilitarsi
agli ideali cortesi
Modello umano - Torrello da Pavia: cittadino e non signore dai modi signorili esibiti in
una gara di cortesie con il Saladino, sultano del Cairo
Modello commedia di Dante - la sua è la umana commedia
Interesse umano sull’agire nel mondo per il mondo
Piuttosto che la prospettiva dell’eterno

Temi
• Più bassi strati sociali
• No esibizionismo erudito e gusto mitologico
• Abbandono sovrastrutture allegoriche
• Diritti all’appagamento sessuale
• Risorse pragmatiche dell’individuo
• Preludio pensiero e letteratura rinascimentali
LETTERATIRA DIDATTICO ALLEGORICA

- Ricerca di concretezza
- Gusto municipale e popolare
- Visione del mondo in chiave allegorica
- L’intelligenza: anonimo fiorentino. Sull’esempio dei modelli provenzali e stilnovisti.
Incontro allegorico del poeta con una donna bellissima (intelligenza), che abita in un
palazzo bellissimo (corpo umano)
- Francesco de Barberino: due opere. Documenti d’amore e Reggimento e costumi di
Donna
- Cecco d’Ascoli (arso sul rogo nel 1327): l’acerba: nozioni astronomiche, astrologiche,
alchimiste, e naturalistiche di origine araba. In polemica con la divina commedia e con
la visione aristotelico tomista della scolastica
- Fazio degi uberti: Il Dittamondo (poema allegorico didattico in seccanti di terzine. Sul
modello dantesco, Fazio immagina che la Virtù gli appaia in sogno e lo conduca in un
viaggio verso la salvezza. Un viaggio per l’europa, l’africa e l’asia con la guida del
geografo solino. Di carattere enciclopedico è piacevole per la narrazione la trattazione
della natura.
- Federico Frezzi: Quadriregno. Ora che narra di un viaggio dell’uomo dalle passioni
della verità attraverso i regni dell’amore, di Satana, del vizio e della virtù.
- I CRONACHISTI: Dino Compagni, Giovanni e Matteo Villani. Modello storico
oggettivo, ma anche appassionato e personale nel rievocare gli avvenimenti storici e
interpretazioni didattiche e moralistiche
- C’è una iniziale ripresa del mondo classico, ma non si può ancora definire pre
umanesimo

MARCO POLO:
Mercante Veneziano
1271 in Cina con Padre e Zio
Uomo di fiducia del Gran Khan Qubilai
Rientra a venezia - prigioniero dopo la battaglia della Curzola
Milione: esperienze compiute in oriente. Scritte in volgare gallico - francese. Quadro
amministrativo della Cina e rievocazione delle meraviglie d’oriente. Aspetti pragmatici
mercantili e descrizioni poetiche (esotico e favoloso del mondo medievale)
Una delle sintesi più potenti che abbia lasciato il medioevo, insieme alla divina
commedia

UMANESIMO
Riscoperta testi Greci e Latini
Riaffermazione e autonomia del mondo classico
Spirito critico - doveri politici della cultura
Importanza dell’uomo nella sua vita attiva nel mondo - prima visione contemplativa del
divino

Studia umanitatis (relativi all’umanità)


Nell’antichità classica - educazione dell’individuo mediante studi letterari e filosofici
Letteratura romana mescolata a quella cristiana in precedenza
Nell’ambiente di Padova nel 300 inizia la riscoperta

Impulso più importante: PETRARCA con le sue riproposizioni


Boccaccio introdusse a Firenze lo studio del greco

Coluccio Salutati - figura di riferimento


Sostenitore del valore civile della cultura classica
Vari trattati (mondo e religione, fortuna e fato, medicina)

Studi classici - apertura a un platonismo irrequieto


Oposto della teologia medievale
Traduzione Platone, Plutarco, Omero e i tragici
Afflusso di maestri greci dopo la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi
Giorgio Gemisto - Pletone: neoplatonismo fiorentino (filosofia gnostica ed ermetica)

Ritorno della lingua latina - lingua letteraria del 400


Nasce la filologia linguistica
Lorenzo Bruni: traduttore di testi greci e attribuisce a Petrarca l’inizio dell’umanesimo
Francesco Filelfo - commenta la divina commedia per il comune di Firenze + opere in
latino
Flavio Biondo: historiarum ad inclinatione romanorum
Vittorio da Feltre: insegnante di pedagogia linguistica
Poggio Bracciolini scopre i le orazioni di Cicerone e i testi di Lucrezio. Scrisse “Le
Facezie”, che mettono in risalto l’importanza dell’uomo civile e della cultura per la
moral della nuova società umanistica.

LETTERATURA UMANISTICA IN VOLGARE

• Lingua attenta al modello toscano stilnovistico petrarchesco


• Forma che vuole essere concreta e reale, aperta a sperimentazioni espressive
• Si sviluppa attorno alla corte di Lorenzo il Magnifico a Firenze
• Massimi esponenti - Polizano e Pulci
POLIZANO:
Sintesi tra cultura classica, tradizione volgare fiorentina di Dante, Petrarca e Boccaccio
Da Montepulciano a Firenze
Entra nella cancelleria privata dei Medici
21 anni - precettore dei figli di Lorenzo il Magnifico
Intraprende carriera ecclesiastica - diventa priore della collegiata di San Paolo
Opera: la giostra per la vittoria di Giuliano de medici
Giuliano ucciso sotto i suoi occhi - congiura dei Pazzi
Breve opera in latino - commentario della congiura dei Pazzi (1478) - anche Raccolta dei
detti piacevoli
1479 - allontanato da Firenze: vive a Venezia, Padova e Mantova
Fabula di Orfeo - uno dei primi testi teatrali di argomento classico in volgare
1480 ritorna a Firenze - dedizione completa agli studi classici
Solo produzione latina, non più in volgare
Poemetti in esametri latini - di contenuto teorico e metodologico
Ricerca filologica - interpretazione di Aristotele e i giudizi letterari
Canzoni a ballo in volgare - contabilità popolaresca in un linguaggio grande

Stanze per la giostra

• Scritto in ottave
• Primi versi - glorificazione di Firenze e Lorenzo (protettore delle arti e della poesia
• Poi Giuliano: giovinezza trascorsa nel piacere per la caccia e il disprezzo per l’amore
• Ma un giorno durante la caccia si innamora - in un sogno a Giuliano viene ordinato di
conquistare la donna amata dimostrando il proprio valore con le armi
• Tema: perfetto equilibrio tra la potenza illuminata della cultura e la bellezza che suscita
l’amore
• Natura incontaminata dove l’essere umano può sentirsi perfettamente appagato
• Intersi letterari legati all’attenzione della tradizione della poesia lirica volgare, sia
all’attenzione filologica classica.

Fabula di Orfeo
• Mito del poeta e musico Orfeo che grazie alla sua arte riesce a commuovere e vincere
la morte
• Ottiene dagli inferi la sposa Euridice
• Non resiste però a guardare l’amata mentre si avvicina a lui la perde per sempre
• Valore assoluto della poesia portatrice di valori di bellezza
• Fugacità della vita e morte di un sogno (sua vita)
• Nascita del dramma pastorale - sbocco nel 500

LUIGI PULCI

• Erede tradizione burlesca e popolana della cultura fiorentina


• Dissonante nel clima raffinato e neoplatonico dei medici
• Cerchia medicenea - protezione della madre di Lorenzo
• Incarico di scrivere “il Morgante” - suo capolavoro
• Amicizia con Lorenzo - salvato economicamente
• 1466 - inizio momento positivo: scrive la “favola villereccia beca da Dicomano, celebra
la giostra vinta da Lorenzo nel 1469, lo accompagna in una missione diplomatica a
Napoli nel 1471, moglie nel 1473
• Contrasto con Matteo Franco - un sacerdote - molti sonetti pungenti ironizzando su
temi teologici come l’immortalità dell’anima
• Amicizia con Lorenzo raffredda - si allontana da Firenze
• 1484, convinto da un frate agostiniano, scisse un’opera in terzine dal titolo “la
confessione”, in cui fa pubblica ammenda e calma le acque
• Vuole ritornare a Firenze, ma muore improvvisamente a Padova e viene sepolto in terra
sconsacrata come eretico

Il Morgante
1478 - prima edizione
1481 - seconda edizione
1483 - edizione definitiva in 28 cantari (Morgante maggiore)
Parte finale - duro attacco a Savonarola (frate): aveva condannato Pulci per i suoi scritti
contro la teologia
Gusto per la bizzarria e per la parodia di tutto ciò che è intangibile
Morgante capovolge tutti i valori propri della materia dell’epica cavalleresca
Orlando Parte dall’oriente in cerca di avventure
Interesse dell’autore - rappresentazione eccessiva e imprevedibile di fatti inverosimili
Si dimostra nel gigante Morgante e il mezzo-gigante Margutte
Morgante: immagine di ciò che è sproporzionato - grande potenza fisica e la scarsa
lucidità mentale
Margutte: capriccio della volontà e della natura (muore soffocato dalle sue risate)
Parodia dell’uomo artefice del proprio destino
Margutte ha anche grande astuzia e attrazione per il male - parodia contromorale sul
furto, l’imbroglio e i peccati di gola
Si manifesta in voracità e perfidia verso le vittime
Linguaggio - patrimonio di espressioni gergali dei settori marginali delle società
(Compose un dizionario della lingua furbesca: termini dell’ambiente della malavita)
Parola tende sempre all’ambiguità - assonanze fonetiche
Talvolta impongono svolte incredibili

FUORI DA FIRENZE - UMANESIMO

• Si diffonde maggiormente a Venezia Ferrara e Napoli


• 2 esempi fortissimi
• Boiardo - poema cavlleresco (corte ferrarese degli Este)
• Sannazzaro - letteratura pastorale (corte aragonese di Napoli)
Grande importanza corte di Milano (Bramante, Leonardo, Loschi e Filelfo)
Corte di Ferrara - Boiardo
Venezia - ponte naturale tra cultura greca e civiltà Latina e primo centro editoriale
italiano - diffusione stampa. Il più importante: Aldo Manunzio
Corte di Urbino - sotto duca Federico a Montefeltro
Roma - Leto (accademia pomponiana) e Sacchi (primo prefetto della biblioteca
Vaticana)
Napoli corte aragonese - Sannazzaro e Pontano e Masuccio
Pontano: Dialoghi astrologici e politici in latino. Concezione attiva della vita e critica a
ignoranza superstizione e politici. Amò la poesia e ebbe uno stile raffinato e classico.
Attento agli aspetti della vita del suo tempo
Masuccio Salernitano: corte di Napoli. Novellino raccolta di 50 novelle sullo stile di
Boccaccio, ma meno latinizzato nelle strutture (dialetto e comicità popolaresca). Stile
cupo e crudele, gusto per le situazione estreme e l’orrido

MATTEO MARIA BOIARDO - L’Orlando Innamorato

Determinante l’ambiente ferrarese e la vita mondana alla corte degli Estensi nella sua
formazione letteraria.
1463 - carmi in lode deli este - motivi mitologici virgiliani
1476 - Orlando innamorato
Compose in latino gli Epigrammata: celebra la vittoria di Ercole I contro il cugino
Niccolò, che aveva ordito una congiura ai suoi danni.
1480 - governatore di Modena e nell’87 capitano di Reggio Emilia
Egloghe volgare la commedia in 5 atti Timone
Amorum libri tres - storia d’amore con Antonia Caprara (1469-76)
Modello petrarchesco che viene rotto da modelli più antichi(Virgilio, Properzio, Ovidio,
Tibullo) e da una nuova sensibilità umanistica: versione stilizzata della natura e gusto
delle personificazioni (e figure animalesche siciliane)
Più bel canzoniere del 400 italiano

ORLANDO INNAMORATO
• Poema epico cavalleresco in ottave
• Fusione tra ciclo carolingio (Carlomagno e le i suoi Paladini) e il ciclo bretone (re Artù)
• Edizione completa (incompiuta) - 1495 (un anno dopo la sua morte)
• Lingua: volgare ferrarese (ma illustre perché arricchito da latinismi e altri termini toscani

Trama
Angelica - contesa dai Paladini Orlando e Ranaldo
La inseguono: si modificano i sentimenti di Ranaldo e Angelica durante l’inseguimento
Bevono dalla fonte dell’amore e del disamore - si innamorano e disamorano a vicenda -
inseguimenti e fughe incrociate
Orlando uccide Agricane (re tartaro) e reincontra Ranaldo - sfuggito all’incantesimo
della fonte
Furibonda lite
Assedio di Parigi - re dei Mori agramante - ritorno deicugini insieme per difendere i
cristiani
Carlomangno decide di assegnare Angelica a chi avrà combattuto meglio i saraceni
Nel mentre nasce l’amore tra Ruggero (cavaliere moro) e la guerirà cristiana
Bradamante
Si interrompe la narrazione - ripresa poi da Ariosto

Temi

• Unione ciclo bretone e carolingio in un’unica linea narrativa


• Ideale umanistico dell’energia amorosa
• Nobilita e spaventa l’uomo
• Sovrapposizione esperienze lirica ed epica
• Superamento della letteratura astratta amorosa in favore del mondo polifonico e del
tema moderno
• Elementi magici e amorosi
• Linguaggio ricco di immagini e aggettivazioni iperboliche
• Giardini incantati, fonti miracolose, esseri mostruosi e apparizioni
• Elementi soprannaturali

IACOPO SANNAZZARO

• Figura più rappresentativa dell’umanesimo a Napoli


• Per letteratura in volgare e in latino
• Entra nell’accademia Potaniana - gentiluomo alla corte aragonese
• Seguì Federico 3 d’Aragona di esilio francese
• Ritorno a Napoli - ma prima attività in volgare
• Farse e rime: giochi scenici (pubblicati postumi nel 1530)
• Ritorno a Napoli - produzione in latino (vibrante e poco accademico)
• Trasferisce l’ambiente bucolico tra i pescatori della costa napoletana
• Racconta la natività secondo le modalità espressive della mitologia classica

L’ARCADIA
Libro misto di prose e versi
Capostipite ROMANZO PASTORALE
Spunto da una vicenda autobiografica
Lui si chiama Sincero
Immagina un viaggio attraverso il mondo dell’arcadia
Vuole sfuggire alle pene di una vicenda amorosa
E gustare le gioie semplici della vita dei pastori
Cammino si conclude con la scoperta della morte dell’amata
TEMA: NOSTALGIA UN’IMPOSSIBILE ETA’ DELL’ORO
Trama delicatissima ed evanescente - ritmo di musica
Riferimenti colti e aulici
Grande fortuna del romanzo
Influsso ampio in Europa

BEMBO E LA QUESTIONE DELLA LINGUA

Si pone il problema della lingua letteraria - fissa il canone


Termine classico - come termine che pone un testo attraverso i tempi
Il dibattito si irrigidisce con il clima della Controriforma
Pone le basi del petrarchismo
Contributo decisivo alla codificazione della lingua letteraria italiana

Ricca famiglia veneziana


Formazione umanistica - greco a Messina
Collabora con Aldo Manunzio - stampa il primo testo: breve prosa latina intitolata De
Aetna
1501 - cura un’edizione delle rime di petrarca e una della divina commedia
1497-99: corte ferrarese approfondisce gli studi filosofici
1505 - Stampa presso Manunzio - gli Asolani: dialoghi in 3 libri in cui si alternano prose
e poesie (prodotto della letteratura cortigiana di influssi neoplatonico) che trattano
dell’amore, sviluppato non solo in forma poetica, ma anche in quella prosastica. Rime
Petrarchesche.
1506 - trasferimento a Urbino - corte da Montefeltro
Carriera ecclesiastica per esigenza economica
Scrive le Stanze - 50 ottave di stile petrarchesco
1512 - segretario di Papa Leone X a Roma
Dibattito con Giovan Francesco Pico - conseguente stesura del trattato “De
imitatione”: necessità per la prosa di seguire un unico modello di riferimento - Cicerone
1522 stabilimento a Padova - Prose della volgai lingua (1525). 3 libri di dialoghi in cui si
tratta il tema della lingua della letteratura in volgare
Celebrità - 1530 Le Rime: applicazione dei suoi precetti linguistici in campo poetico
Storiografo e e bibliotecario della repubblica di Venezia - redige la Historia Veneta
1539 - Cardinale da Papa Paolo III
Proprie lettere in un Epistolario
Muore a Roma

LA QUESTIONE DELLA LINGUA

• Volgare come lingua letteraria


• Bembo vuole recuperare il toscano di Dante e Boccaccio e Petrarca
• Come LINGUA NAZIONALE
• Molti preferivano la lingua delle corti o il fiorentino contemporaneo
• Bembo individua in Petrarca il modello di Perfezione Linguistica matrica e retorica da
imitare nei versi
• Regole grsmmaticali le ottiene dai 3 scrittori del 300 - Classicisimo del Volgare
• Riesce a imporsi nella società letterale italiana
• Ariosto - modifica la lingua dell’Orlando Furioso
• 1525 - anno delle Prose: anno di inizio del toscano come lingua e non più come
dialetto
• Lingua unitaria sul piano letterario

LUDOVICO ARIOSTO

• Voce più elevata della poesia rinascimentale


• Orlando Furioso - visione moderna dell’ideale della dignità umana
• Rinascimento allegro e potente
• Letteratura perfetta - equilibrio musicale e poetico

• Reggio Emilia 1474


• Figlio di un militare al servizio degli estensi
• Ferrara - studi di giurisprudenza poco amati
• Si dedica alle lettere
• 1493 - organizzatore di eventi culturali alla corte degli Estensi
• Funzionario della famiglia estense per incarichi diplomatici
• 1502 - capitano della Guarnigione di Canossa
• 1503 - 17 Segretario del cardinale Ippolito d’Este
• Viaggia molto - controvoglia
• 1504 inizia l’Orlando Furioso
• 1508 -09 rappresenta La Cassaria e I suppositi (commedie)
• Assunto alla corte del re Alfonso
• 1520 completa il Negromante - 3a commedia
• 1521 seconda ed Orlando Furioso
• Stesso anno - Satira V: sofferta accettazione del governatore della Garfagnana
• 1525 - ritorno a Ferrara: sovrintendente agli spettacoli
• La lena - ultima commedia
• 1531 va a Venezia per revisionare l’orlando furioso: muore

Opere Minori

• Letteratura comica liriche latine - generi maggiori


• Traduzioni di Terenzio e Pluto (in tarda età)
• Prime commedie - inizialmente in prosa e poi versificate
• Commedie di ambiente - vizi, virtù e intrighi e equivoci umani (modello novellistico di
Boccaccio
• Negromante - macchinoso e poco riuscito
• La Lena - molto riuscita: commedia di carattere in cui trionfano le astuzie di 2 giovani
innamorati sugli interessi disuna coppia matura corrotta
• Ariosto scrive versi in volgare solo in età avenzata dopo che si innamora di Alessandra
Benucci - poi sposata
• Rime su influsso petrarchesco con elementi boiardeschi
• 7 satire tra 17-24: uno dei momenti più alti. Struttura dialogica e di tipo epistolare
• Valutazioni, paragoni e inserti favolistici
• Vivace polifonia narrativa
• Epistole: conflitti interiori e dimensione umana dell’autore

ORLANDO FURIOSO
• Poema epico cavalleresco in ottave (tradizionale dei poemi epico-cavallereschi
• Lingua più uniforme ed equilibrata - vicino al fiorentino letterario
• Prima edizione - eccessi regionalistici
• Terza edizione - termini familiari e con la lingua letteraria canonizzata
• Inizio: fine del poema L’Orlando innamorato di Boiardo. Rispetto al predecessore,
Ariosto porta alle estreme conseguenze l’amore disperato di Orlando per Angelica,
principessa del Catai. Da quest’amore egli esce pazzo: ossia Furioso.
• Re Carlo Magno decide di assegnare a colui (Orlando e Ranaldo) che meglio di
starebbe distinto nella battaglia contro i mori
• Tre azioni principali: 1. Guerra tra Cristiani e Saraceni - azione epica; 2. Ricerca di
Orlando per Angelica - azione sentimentale; 3. Contrasti tra il moro Ruggiero e la
guerriera cristiana Bradamante - azione celebrativa.
• Dalle nozze tra Ruggiero (convertito) e Bradamante nascerà la dinastia degli estensi
• Da narrazione principale - partono piccoli racconti (ulteriori centri focali dello
svolgimento narrativo: azioni intrecciate tra loro
• Interventi autore - senso morale e psicologico delle azioni
• Temi: infinita imprevedibilità della vita - struttura aperta
• Passaggio dal teocentrismo medievale alla visione antropomorfica dell’umanesimo
• L’Orlando furioso è un labirinto in cui i personaggi sono alla ricerca inutile e frustrante
di qualcosa. Ognuno è impegnato nella propria ‘queste’ (dal francese, ricerca o
inchiesta), sempre fallimentare, al punto che il movimento è perenne e circolare; il
cavaliere ‘erra’.
• questa follia, l’Amore, è la molla che fa agire tutti; la bella Angelica, donna volubile e
sensuale, ne è l’emblema: tutti la inseguono. Rinaldo la ama non ricambiato, Orlando
impazzisce di gelosia per lei e vagherà senza senno per buona parte dell’opera

• A questo tema si lega quello dell’oblio. Dove finisce il dolore dedicato a chi abbiamo
amato inutilmente? Ariosto inventa così la sua Luna, come prolungamento della Terra,
un archivio in cui finisce tutto ciò che è stato perduto sulla Terra. Astolfo vola lì a
recuperare il senno di Orlando; e vi trova città scomparse, sospiri d’innamorati, il
tempo perduto nel gioco

• Ultimi canti - più l’aspetto epico: si va verso lo scontro finale contro i Saraceni; le trame
tendono a risolversi pur lasciando un finale aperto. Quest’opera, quindi, sintetizza la
visione della realtà dell’Umanesimo cogliendone già gli elementi di crisi. Ariosto
sembra presagire che molte delle guerre che di lì a poco si combatteranno, saranno
causate da ciechi idealismi.

• Ironia e divertito distacco - conciliazione delle contraddizioni umane


• Armonizzazione serena dei contrasti nel mondo
• Percorsi e destini incrociati - esistenza umana

PROSA DEL RINASCIMENTO - MACHIAVELLI E GUCCCIARDINI

NICCOLò MACHIAVELLI

• Teorico di una politica razionale - unica risposta possibile all’egoismo umano


• Firenze 1469 - formazione durante l’apice della città dei Medici
• Attività politica per la repubblica fiorentina - segretario dei Dieci di Balia (organo
governativo della città)
• Molti incarichi diplomatici - Caterina Sforza, Francia, Cesare Borgia, Luigi XII
• Cresce peso politico - incarico di preparare la milizia Repubblicana
• Continua importante carriera diplomatica: Papa Giulio II, Imperatore Massimiliano
(rapporto di cose della Magna)
• 1510 - terzo viaggio in Francia: Ritratto delle cose di Francia (indagine sulle
caratteristiche politiche)
• 1512 - si rompe l’equilibrio tra Spagna e Francia - repubblica è alleata della Francia
• I medici riprendono il controllo della città (appoggiati dalla Spagna)
• Machiavelli allontanato dagli incarichi
• Imprigionato, torturato e poi esiliato
• Si ritira nel podere di in Val di Pesa (vicino a Firenze)
Scrive Il Principe e I Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio
Opere letterarie (ha scritto anche opere letterarie)

• Decennale Primo e Secondo: in terzine dantesche, canta le viene drammatiche d’Italia


• Discorso o Dialogo intorno alla nostra lingua a favore del firentino
• Il poemetto satirico - L’asino: temi filosofici
• La favola “Belfagor Arcidiavolo”
• La commedia: La Mandragola (servì ad attenuare il rapporto con i medici,
rappresentandola durante una festa medicea del 1518.
• Gli vennero assegnati novi incarichi
• 1525 - Commedia Clizia: storia grottesca di un amore senile
• Istorie Fiorentine 1525
• Revoca dall’interdizione dei pubblici uffici
• Nuova guerra tra Carlo V e lega Francia Papa e Firenze - lo tiene molto impegnato
• Vince la lega e si instaura un regime savonaroliano, che non vedeva di buon occhio
Machiavelli
• Muore nel 1527

Controriforma: opere giudicate scandalose


1559 - testi proibiti

IL PRINCIPE

Scritto tra luglio e dicembre 1513


Ghiribizzo di 26 capitoli
Riflessione politica e filosofica
Prima parte - analisi vari tipi di principato:Ereditario, nuovo, misto - e di come vengono
acquistati
Presenta anche figure di fondatori di Stati: Mosè, Ciro, Teseo, Romolo e riformatori
come Savonarola (profeta disarmato)
Attenzione sulle azioni del Duca Valentino, Cesare Borgia
Esempio migliore come uomo prudente e virtuoso
Scelte giuste, strumenti adatti per indebolire gli avversari utilizzare amici potenti,
sfruttare le situazioni favorevoli, acquisire la stima del popolo
Importanza di avere un esercito proprio e non un mercenario
Seconda parte - ribaltamento concetto di teoria politica
Deve essere incentrata sulla ricerca di ciò che è utile per lo Stato
Coincide con l’utile del principe e dei sudditi
Terreno di indagine della politica - la verità effettuale della cosa, non l’immaginazione
di come dovrebbe essere
Capovolgimento tra politica e morale
Le azioni del principe non dipendono dalla loro corrispondenza ad astratte norme, ma
sul produrre sicurezza allo Stato
Riflessione sulla fortuna: sintesi instabile delle imprevedibili forze che agiscono nella
storia
È l’antagonista del principe, che deve dominarla
Infine - richiamo all’Italia perché vinca il barbaro dominio straniero
Si può realizzare la virtù dell’individuo con il principe - capacità di affrontare gli
avvenimenti in maniera razionale
I DISCORSI - sempre tema politico

- necessità consenso cittadini


- Equilibrio di interessi tra le classi sociali
- Funzione militare politica di un esercito composto dai cittadini
- Religione come strumento di coesione per lo Stato
- Ripercorre la storia di Roma
- Anche gli ordinamenti più solidi vengono corrotti e indeboliti dalla stoltezza degli errori
e dall’incostanza degli individui
- Visione pessimistica del comportamento umano - costante di Machivelli

MANDRAGOLA

- obbiettivo basso
- Tema comico
- Incapacità umana di andare oltre il proprio interesse personale
- Protagonista Lucrezia
- Vittima di intrighi e meschinità
- Coglie l’offerta della fortuna
- Diventa artefice della propria vita

IL FINE GIUSTIFICA I MEZZI


MACHIAVELLICO - ASTUTO E SENZA SCRUPOLI
700- MACHIAVELLI TEORICO DELL’ASSOLUTISMO
PRINCIPE - INSEGNA AI POPOLI DI INSORGERE CONTRO I TIRANNI
PROFETA DELL’UNITà D’ITALIA
FONDA POLITICA COME SCIENZA AUTONOMA - NESSUN FINE (ANCHE QUELLO
MORALMENTE Più ALTO SI OTTIENE CON I MEZZI SBAGLIATI

GUCCIARDINI

• Protagonista della politica negli anni della guerra tra Francia e Spagna per il dominio
sull’Italia
• Lucido interprete della situazione

• Discendente di una delle famiglie più nobili di Firenze


• 1512 - incarico diplomatico (interrompe la stesura delle storie fiorentine)
• Ambesceria alla corte di Spagna fino al 1514 - Scrive il discorso di Lorgrogno (opera
politica)
• Proposta di organizzazione politica dello stato fiorentino
• Discorso del governo di Firenze - post restaurazione Medici
• Diario di Viaggio
• Rientra in Italia
• 1516-Governatore di Modena (da papa Leone X per i rapporti riallacciati con i medici)
• Dialogo del reggimento di Firenze 1525
• Campo politico - opera per favorire l’allenza tra Francia e Papato
• In funzione antimperiale - lega di Cognac
• Luogotenente e generale della chiesa (lega di Cognac)
• Sacco di Roma - rimosso dalle cariche che ricopriva

Attività letteraria

• Medici cacciati da firenze


• Scrive una parte dei ricordi
• Opere storiche: Cose Fiorentine, Considerazioni sugli studi di Machiavelli
• Bandito dalla città - simpatie medicee
• Proprietà di Finocchietto e poi in Romagna - da clemente VII
• 1530 - Repubblica Fiorentina Abbattuta
• Ripresa rapporti con Papa - lo fa governatore di Bologna
• 1533 il papa lo vuole per un viaggio a Marsiglia per incontrare il re di Francia
• Ritirandosi sempre di più dal lavoro mediceo, piano piano si rifugiò nelle sue proprietà,
dedicandosi al suo capolavoro
• STORIA D’ITALIA (1536)


• I RICORDI
• Brevi Riflessioni durante tutta la sua vita
• Riflette sulla ruina d’Italia - non accetta spiegazioni universali sulla politica
• In linea di massima i rapporti umani - negatività raramente modificabile
• Il risultato di un’azione politica è determinato più da mutamenti in superficie - piuttosto
che iniziative specifiche che voglio cambiare i meccanismi profondi del processo storico
• Il saggio deve esercitare la diserzione - capacità di comprendere e sapersi organizzare
in mezzo alle infinite variazioni
• L’obbiettivo da perseguire è il “particulare”: il decoro (sfera personale) e i sfera politica
- rapporto tra le violente e oscure forze
• Particulare: fare i propri interessi mantenendo l’onore e la propria dignità e reputazione
• Questo in tempo di crisi quando non si possono realizzare gli obbiettivi collettivi

• Questa Concezione - risultato di una sconfitta di tutta la civiltà


• STORIA D’ITALIA: 20 libri, completa a Venezia 1564
• Dalla morte di Lorenzo alla morte di Clemente (ultimo Medici) - prosperità del 400 al
degrado alla rovina totale culminata con il Sacco di Roma (1527) da parte dell’impero
• Gucciardini individua i principali responsabili in Ludovico il moro e Alessandro VI
perché mossi da desiderio di potenza (chiamarono eserciti stranieri in Italia)
• Libro mette in risalto la presunzione e la cecità dei principi italiani nell’usare potenze
più grandi di loro per loro piccoli interessi
• Quindi la crisi di ogni stato italiano deriva dal sistema politico che ha operato in questo
senso
• Quindi riflessione politica proiettata al futuro
• L’identità storico cultuale dell’Italia ha bisogno di organizzarsi in un sistema unitario, di
tipo federale
• Ma la sua visione era comunque pessimistica, la tra la difficile realizzazione delle
teorizzazioni della ragione e la resistenza della realtà.
• Scritta in una lingua di grande nobiltà feudale a cui non fu estraneo il confronto con le
prose in volgare di Bembo
Alfieri

Sublime tragedia politica ed esistenziale


Asti 1749 - nobile famiglia
1758 - Accademia reale Torino entra
Personalità ribelle e molti viaggi
Come reazione alla malinconia e alla noia
Primo testo satirico - Enquisse du Jugement universel 1773
Cleopatra - prima Opera da drammaturgo
1775 vuole spiemontizzarsi
Studia i classici e litani in maniera tenacissima
Per non dover dipendere da un monarca lascia il Piemonte
Va a Pisa, Siena, Firenze
Firenze si innamora di Luisa Stolber Gedern d’Albany
Durante la rivoluzione scappano a Roma e poi a Parigi
Ode: Parigi Sbastigliato 1789
Violenza del Terrore giacobino lo indusse a una revisione critica
Più tardi - Odio per la Francia - Misogallo (prosa e versi) 1798
1803 Firenze Muore

Rime 1804 - vena autobiografica di Alfieri


Vita di Vittorio alfieri ad asti - conversione umana e letteraria
Doveva trasmettere il tragico a una società che di tragico non aveva più niente
Il tragico è solo nel passato - dal quale alfieri attinge personaggi e luoghi e vicende e
lingua
Considerava il suo tempo mediocre

Tragedie
Produzione maggiore a Parigi
Virginia, Agamennone, Oreste, Rosmunda Ottavia, Maria Stuarda, Congiura dei Pazzi,
Bruto Primo, Bruto secondo
Evento tragico: scontro tra eroi positivi e gli eroi negativi - annientano i valori umani
con la violenza
Personaggi minori - che non riescono a inserirsi nello scontro tra bene e male, che si
confrontano nella loro grandezza
Lo scontro rimane quasi sempre in ambito politico - a volte anche in vicende familiari
(Edipo e oreste)

Tragedia viene scelta per rappresentare tutto ciò che limiti l’individuo
La reazione diventa scelta di libertà dell’uomo
Trattato - della tirannide
Unica via d’uscita è la ribellione - culmina nel morire da forti
Solo la morte significa vera libertà
Classicismo alfieriano - ricerca di un modello morale (quasi impossibile)
Trattato del principe e delle lettere - impossibilità di rapporto tra potere e letterato
Funzione corruttrice del potere sulla letteratura, che dovrebbe essere un faro di libertà
Infiammata voglia del letterato di essere il primo fra gli ottimi o d’essere nulla

Tragedie minori
A. Antigione: 1783. Riprende il mito greco. Antigione assiste alla morte del fratello
polinice e vuole dargli una sepoltura. Il re creante non vuole. Scontro fra il potere e la
giovane donna, che ascolta solo le leggi del cuore e non esita a mettersi in urto con il
re.
B. Saul: argomento biblico. Guerriero biblico di umili origini, consacrato re d’israele dal
sacerdote Samuele. Ma accecato dal potere compie atti brutti. Saul è un tiranno e si
contrappone a lui Davide (che ha sconfitto Golia) che ha sposato sua figlia Micol. Saul
ormai vecchio si suicida, liberandosi da ciò che era e ce aveva fatto
C. Mirra: vicenda tratta dalle metamorfosi di Ovidio. Mirra ama il padre Cincio. Per
tentare di dementicare la passione cerca di sposare Pereo ma durante le sue nozze
impreca e Pereo si uccide. Mirra rivela al padre la sua passione e si uccide a sua volta

Monti

Classicismo - genere più diffuso e di coesione nel periodo napoleonico


Anche durante la restaurazione
Per il paragone e per uscire dalla realtà
Tradizione e innovazione

Rivendicazione del ritorno al purismo del toscano del 300


Per affermare un’identità nazionale italiana
Si oppone Vincenzo monti - bisogna tenere conto delle differenze regionali e formare
una lingua comune
V. Monti - massimo esponente classicismo Italiano
Scrive poesie e teatro
Divenne poeta ufficiale del nuovo potere napoleonico
Esalta Napoleone nel prometeo 1797, nell’ode per la liberazione d’Italia del 1801 e
nella tragedia di gaio Gracco
Ricompensato con la nomina di poeta del governo e storiografo del regno d’Italia
Traduzione Iliade su traduzioni latine poche lui conosceva poco il greco. Il risultato è
comunque esaltante
Restaurazione, monti si schiera con austriaci (vincitori)
Gli ausburgo lo nominano direttore delle biblioteca d’Italia
Ma viene progressivamente emarginato
Dice la sua sulla lingua nel dibattito con l’accademia della crusca
Critica il purismo
Polemica sul romanticismo - valore poetico dei miti classici
Monti creò un classicismo borghese italiano
Cultura nazionale rispetto allo stile neoclassico internazionale

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