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FRANCESCO PETRARCA

Letteratura italiana
Prof.ssa Elena Vairani

PARTE GENERALE:
• Vita e opere (scheda riassuntiva + leggi libro pag B61- B68)
• Poetica - (scheda riassuntiva + leggi pag B69 – B72))
• Il Canzoniere (scheda riassuntiva+ leggi pag B72-79)
• Confronto Dante e Petrarca (scheda riassuntiva)

TESTI:
Epistole:
• Ascesa Monte Ventoso (pag da B134 a B140) leggila tutta, ma studia con attenzione le seguenti parti:
35- 84; 139 - 154; 173 fine.
• L’ombra di Dante (pag da B142 B145) leggila tutta, ma studia con attenzione le seguenti parti:
1-19; 36-69; 127-138.
Poesie dal Canzoniere
Parafrasi testo + pagina di ‘Analisi del testo’ che trovi dopo ogni testo sul libro):
• Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono ( B88- B90)
• Era il giorno ch’al sol si scoloraro (B91- B9146 2)
• Movesi il vecchierei canuto et biancho (B93 - B94)
• Solo et pensoso i più deserti campi (B95 - B96)
• Erano i capi d’oro a l’aura sparsi (B103 - B104)
• Chiare, fresche et dolci acque (da B105 a B108)
FRANCESCO PETRARCA: LA POETICA

EPISTOLARIO Conosciamo la vita di Petrarca in modo dettagliato ed approfondito anche grazie al suo EPISTOLARIO, scritto
in prosa latina, che rappresenta una documentazione autobiografica in cui il poeta racconta tutto di sé. Petrarca
scriveva lettere per mantenere le relazioni sociali e per interesse culturale. Le epistole oggi rappresentano
quindi per noi una testimonianza preziosa, anche se soggettiva.
Nel 1345 a Verona, presso la Biblioteca Capitolare, aveva scoperto le Lettere di Cicerone ad Attico e al fratello;
da qui è nata probabilmente l’idea di ordinare anche il proprio epistolario per argomento, come quello del
maestro.
Le epistole sono suddivise principalmente in tre raccolte:
• FAMILIARES (Familiari): scritte ad amici, parenti e conoscenti;
• SENILES (Senili): stile più malinconico e meditativo;
• SINE NOMINE (Senza destinatario): lettere contenenti critiche alla politica della Chiesa (originariamente
avevano un destinatario, ma il poeta le archivia senza il nome per evitare loro problemi.)
Gli episodi biografici raccontati nelle lettere sono sempre spunto per una riflessione di ordine generale e ci
forniscono un AUTORITRATTO IDEALE e letterario del poeta. Petrarca si mostra sempre come un maestro che
dispensa consigli, con una finalità pedagogica.
Le FAMILIARI sono 350 lettere, quasi tutte scritte prima del 1361. Trattano molti argomenti: questioni filosofico-
morali, linguistiche, letterarie: esaltazione vita solitaria, richiamo a nobili ideali, proprio conflitto interiore, tranne
la tematica amorosa.
TEMATICHE Dalla lettura delle Epistole, possiamo notare che alcune tematiche rappresentano una presenza costante nella
poetica dell’autore.
COINCIDENZA VITA - La sua vita e le sue scelte sono finalizzate al lavoro letterario (come ad es. l’interruzione degli studi legali, per
LETTERATURA quelli letterari). Durante tutta la vita non volle incarichi prestigiosi e meglio remunerati, per poter mantenere uno
stile di vita solitario e indipendente. Vita e Letteratura si intrecciano nella costruzione della sua personalità, i libri
e i testi classici diventano amici fidati, con i quali intrattenere conversazioni ideali, muti testimoni dei suoi
progressi. Come confessa in una lettera a Boccaccio: le opere dei suoi autori preferiti sono così impresse nel
suo animo e nella sua mente che più non le distingue da sé.
I classici vengono quindi assimilati e rielaborati, non imitati, ma emulati.
L’INTELLETTUALE Da questa concezione della vita, deriva la nuova figura di INTELLETTUALE, inteso come un vero e proprio
maestro, come colui che ha il compito di ispirare ed educare la società contemporanea agli ideali più alti
(cultura, intelligenza, coraggio, amore, amicizia…)
PERFEZIONE Altra costante della poetica di Petrarca è la quasi ossessiva RICERCA DELLA PERFEZIONE FORMALE,
FORMALE attraverso la continua revisione dei testi. Ogni opera deriva da diverse stratificazioni, come il Canzoniere, scritto
tra 1335 – 1374, continuamente rielaborato per quarant’anni. In quest’opera, il tema centrale è l’AMORE PER
LAURA, amore che si eleva a simbolo dell’inquietudine esistenziale di ogni uomo, spinto verso la ricerca di una
felicità che sembra presente, ma è IRRAGGIUNGIBILE.
Laura NON è come Beatrice, l’intermediaria tra uomo e Dio, né come la donna-angelo degli Stilnovisti. E’ una
creatura terrena, in carne e ossa.
VOLGARE E LATINO Petrarca nel Canzoniere depura la lingua volgare da localismi e forme dialettali e adotta un lessico medio-alto; il
risultato è una poesia di grande eleganza e naturalezza.
RISCOPERTA CLASSICI LATINI: Petrarca studia il latino originario, perché più puro di quello parlato dai suoi
contemporanei e svolge una continua ATTIVITA’ FILOLOGICA, cioè legge i testi originali delle opere e
confronta le diverse traduzioni, per recuperare il vero significato inteso dall’autore. Il lavoro sui testi degli antichi
porta alla riscoperta dei valori della civiltà latina.
Ciò che conta quindi NON è la vita ultraterrena, ma i valori umani e terreni come la CULTURA,
L’INTELLIGENZA, L’AMICIZIA, L’AMORE = risorse su cui costruire la FELICITA’ individuale e contrastare la
corruzione della società del tempo.
CONCETTO DI Nello studio dei classici affonda le radici anche il CONCETTO DI HUMANITAS = cioè l’uomo, con i suoi limiti e
HUMANITAS le sue capacità, è al centro della riflessione dei classici e diventa un tema fondamentale della poetica di
Petrarca. La scrittura poetica è quindi la risposta all’eterno problema del destino dell’uomo, combattuto tra
passioni terrene ed aspirazione al divino.
Nel De Vita Solitaria scrive: <<Io vivo oggi, ma preferirei esser nato in qualche altra epoca>> intendendo come
meta ideale della sua evasione l’antichità e Virgilio, Scipione e Cicerone come sommi maestri. Da qui prende il
via il suo progetto di Umanesimo Civile (con l’idea di un’Italia unita sotto la guida di Roma).
Un passo ulteriore deriva dalla riflessione su Sant’Agostino che, per Petrarca, riesce a dimostrare che cultura
classica e cristiana non sono in contrasto, ma rappresentano una continuità.
Questa nuova visione della CULTURA - intesa come trasmissione valori universali - è la sua eredità ai posteri e
alla base dell’UMANESIMO.
FRANCESCO PETRARCA: IL CANZONIERE

Petrarca iniziò a comporre poesie in volgare durante gli anni in cui studiava diritto a Bologna. Nel 1336/7 iniziò a
selezionare ed organizzare le migliori in un quaderno, ma la prima raccolta unitaria ed ordinata è dell’agosto
1342, mentre soggiornava in Valchiusa.
Negli anni seguenti continuerà ad aggiungere poesie, modificarle e riscriverle per raggiungere la perfezione
formale tanto desiderata. La stesura definitiva è del 1374, anno della morte. L’opera frutto di studio, lavoro,
sacrifici e notti insonni, come la definisce lui stesso.
Versione conclusiva: 366 componimenti (giorni anno bisestile), tempo simbolico che rappresenta la vita
umana. Il poeta vuole trasmettere due messaggi:
1) la misura del libro è misura dimensione vita umana;
2) come i giorni dell’anno sono tutti diversi tra loro, ma formano un’unica trama, così le poesie del libro
rappresentano una rassegna spirituale delle passioni e degli ideali della sua vita.
Ogni poesia rappresenta un giorno e un momento di crescita dell’animo.
RERUM VULGARIUM Il Canzoniere è una raccolta di frammenti (titolo fragmenta). La scelta titolo è apparentemente dimessa e umile
FRAGMENTA (vulgarium), una raccolta unitaria, che allo stesso tempo è il risultato di frammenti scritti durante tutta la vita. E’
un’opera che mira all’unitarietà, ma che rispecchia la disgregazione dell’esistenza stessa.
Grande novità e scelta originalissima nella scelta di questo ordinamento, perché i libri di poesie erano sempre
stati ordinati secondo criteri cronologici o in base al tipo di componimento.
Il Canzoniere può essere definito ‘romanzo autobiografico in versi’.
Tre livelli di lettura:
1) Cronaca/diario dell’amore del poeta per Laura. Le poesie scandiscono le tappe di questa esperienza
sentimentale (da euforica a dolorosa e inconcludente, soprattutto dopo morte di Laura).
2) Storia di un’anima, nei suoi processi evolutivi da giovanile baldanza, passione per gioie terrene (donna,
natura, gloria e successo), fino alle aspirazioni ascetiche e contemplative della maturità.E’ un esercizio di
autoanalisi morale ed esistenziale.
3) Opera che racconta di se stessa e della sua genesi; la scrittura poetica celebra la poesia stessa. POESIA=
unico strumento che consenta all’uomo di capire se stesso e la realtà che lo circonda. L’uomo è immerso nel
fluire del tempo e il poeta ne blocca istanti sfuggenti nei suoi versi.
STRUTTURA Le singole poesie sono delle immagini istantanee, organizzate secondo un disegno generale, in cui ciascun
DELL’OPERA testo ha un significato autonomo, ma emerge dalla trama. Petrarca ha lavorato molto non solo sui singoli
componimenti, ma anche sui criteri di disposizione. Struttura decisa a posteriori, non in base a data
composizione, ma al tema (passioni giovanili, poi affetti e infine preoccupazioni dell’età avanzata). Il
Canzoniere, progettato con l’intento di trasmettere messaggi simbolici, racconta una trasformazione interiore,
un’evoluzione dalla stagione dell’amore e della speranza alle disillusioni della vecchiaia. Il proemio, dal fine
moralizzante, anticipa il senso essenziale dell’opera, e ad esso seguono due parti parallele: il tempo dell’errore
e il tempo del ravvedimento.
La prima parte (I-CCXIII) illustra i vari momenti della passione amorosa per Laura, fino alla sua prematura
scomparsa. Comprende anche testi con riflessioni relative ad interessi del poeta: politica, amicizia e natura,
bellezza paesaggio Valchiusa.
Il passaggio alla seconda parte è segnato dal CCLXIV, la canzone del pentimento, scritta in coincidenza con la
morte di Laura, racconta la scoperta della vanità degli interessi mondani e la rinuncia ad essi, per più alti e nobili
sentimenti (Dio, giustizia, bene, verità e poesia).
In entrambe le parti il poeta parla d’amore, considerata l’esperienza decisiva per ogni uomo. Prima viene
celebrato l’amore inteso come errore (il giovenile errore), poi diventato passione ingannevole e deludente, per
terminare in una ricerca di senso più alto e un desiderio di certezze. La morte di Laura è evento traumatico che
induce il poeta al superamento dell’amore passionale, inducendolo ad una conversione. Dopo la sua
ascensione il fantasma di Laura acquista tratti angelici e stilnovistici. Non è più la donna creatura terrena che lo
ossessiona, ma una lue angelica che lo guida a riscoprire il suo destino celeste. Contrapposizione si risolve nel
contrasto tra amore del corpo e amore dell’anima. L’opera termina con un testo simmetrico e speculare al
sonetto del proemio, la canzone ‘Vergine e bella’, che ha una funzione riassuntiva e conclusiva, in cui la
Madonna è invocata come consolatrice, intermediaria tra Dio e uomo. Alla fine il sentimento religioso è
un’aspirazione per trovare pace e riposo.
L’IO DEL POETA La storia dell’amore per Laura, amore sempre inappagato, più che come episodio biografico, vale per le
PROTAGONISTA ripercussioni che provoca nell’animo del poeta. Protagonista dell’opera è anche l’io del poeta, analizzato nelle
sue contraddizioni irrisolte, nel suo conflitto interiore tra la coscienza della limitatezza e fragilità umane e il
bisogno di trovare certezze definitive. Le poesie del Canzoniere è introspettiva e svela le angosce dell’animo
umano: il sentimento di caducità delle cose terrene; la percezione dolorosa dell’inesorabile scorrere del tempo;
il contrasto tra aspirazione al divino e passioni terrene.
ECHI DEL NOME DI Francesco Petrarca vide Laura per la prima volta il 6 aprile 1327, il Venerdì Santo, nella Chiesa di Santa Chiara
LAURA ad Avignone.
Nel Canzoniere sono disseminate alcune ‘variazioni’ – echi fonici - del nome di Laura. Le principali sono: lauro
(cioè alloro, pianta della Poesia, ma anche della laurea poetica); l’aura (aria); l’auro (espressione latineggiante
per oro).
VERSI, SINTASSI E Le poesie del Canzoniere sono scritte nel volgare fiorentino della tradizione poetica del Trecento. Petrarca
LESSICO utilizza la lingua ricercando la perfezione formale e utilizzando un numero ristretto di vocaboli, scelti con
estrema cura e attenzione. La lingua della poesia di Petrarca è sempre medio-alta, letteraria e preziosa e
l’effetto stilistico finale è quello dell’armonia e della musicalità morbida e senza dissonanze, una sintassi fluida e
ricercata.
METRICA Nel Canzoniere sono contenuti: 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali. Il sonetto è composto
da 14 endecasillabi (versi di undici sillabe) divisi in due quartine e due terzine.
La canzone è la forma nobile per eccellenza della tradizione lirica italiana, praticata da Dante e illustrata nel De
Vulgari Eloquentia. Forma originariamente dedicata al canto, è il metro più rappresentativo del Canzoniere,
opera in cui raggiunge l’apice al punto che ancora oggi ci riferiamo a questo genere metrico parlando di
‘canzone petrarchesca’.(la poesia italiana ha ereditato questa forma metrica dai Provenzali.)
La canzone non ha una forma e una lunghezza definite, è il poeta che decide, si articola in una successione di
strofe, uguali per numero e tipo di versi e schema di rime. Ogni strofa o stanza è formata da una prima
parte - fronte - che può articolarsi in due gruppi di versi con ugual formula sillabica (piede) e da una seconda
detta sirma o coda. A conclusione può esserci una strofa più breve, detta congedo.
CONFRONTO DANTE E PETRARCA

MEDIOEVO ED Dante e Petrarca sono considerati pilastri della nostra tradizione poetica: Dante, per primo, ha dato dignità
UMANESIMO letteraria alla lingua volgare italiana (della quale è considerato il “padre”) e ci ha consegnato un’opera, la Divina
Commedia, che è la “summa” della civiltà medievale; Petrarca, precursore della nuova sensibilità umanistica, è
l’iniziatore di una poesia lirica raffinatissima che avrà molti imitatori nei secoli successivi.
Entrambi i poeti sono toscani di nascita ed entrambi hanno trovato motivo d’ispirazione nell’amore per una donna
(Beatrice e Laura). Tuttavia le analogie tra i due finiscono qui, perché sul piano esistenziale, culturale e
ideologico prevalgono le differenze e senz’altro spicca la “modernità” di Petrarca “uomo del dubbio” rispetto a
Dante depositario di tutte le “certezze” medievali.
VISIONE LAICA E Petrarca anticipa “la nuova visione laica del mondo e dell’uomo”, tipica dell’Umanesimo, in base alla quale
RELIGIOSA l’esistenza dell’individuo è dominata “dall’analisi dell’io, più che dalla ricerca di Dio”. I dubbi cha assalgono il
poeta, la sua incapacità di staccarsi dalle gioie terrene, come l’amore e la gloria e le contraddizioni della sua vita
fanno di Petrarca un uomo inquieto, tormentato e dunque moderno. Petrarca non ha la pretesa, come Dante, di
insegnare agli uomini la via della salvezza, non riesce neppure a riportare se stesso sulla “retta via”, piuttosto si
sofferma sulla propria condizione interiore, analizza il proprio Io e dà voce nel Canzoniere alle proprie
contraddizioni, al “dissidio” che lo tormenta (terra o cielo? Amare Laura o amare Dio?). La poesia petrarchesca è
lirica non didascalica, al contrario di quella di Dante. I destinatari della Divina Commedia sono i Fiorentini, quelli
del Canzoniere sono tutti i contemporanei e i posteri, che il poeta invita a riflettere sul senso dell’esistenza
umana.
BEATRICE E L’amore per Laura è fonte di angoscia e di tormento interiore. Laura non è una donna-angelo, mediatrice tra
LAURA terra e cielo, è una creatura terrena, soggetta al trascorrere del tempo, che non avvicina a Dio, non eleva l’anima
del poeta. L’amore per Laura infiacchisce la volontà di Petrarca (rende manifesta la sua “accidia”), tenendolo
ancorato a terra e allontanandolo dalla prospettiva di salvezza. Laura è conosciuta per la sua bellezza, subisce
l’azione del tempo e rappresenta un motivo di perdizione per il poeta. La sua morte è la tragica fine di ogni
desiderio terreno. L’amore di Petrarca è un amore sensuale, quindi terreno e per questo continuamente vissuto
come peccato e gli consente di esplorare il suo io interiore. L’amore di Dante, invece, è percepito come
strumento per giungere a Dio, è portatore di salvezza eterna.
INTELLETTUALE La modernità di Petrarca è evidente anche per altri aspetti: se Dante era stato il tipico intellettuale comunale
COMUNALE E profondamente legato alla sua Firenze e immerso nelle vicende politiche della sua città (sempre rimpianta anche
INTELLETTUALE negli anni dell’esilio), Petrarca è intellettuale cosmopolita e cortigiano, il suo animo inquieto e la sua attività di
CORTIGIANO filologo lo portano a girare tra varie città della Francia e dell’Italia, senza legarsi politicamente e affettivamente a
nessuna.
PLURILINGUISMO E Anche nello studio dei classici Petrarca ha un approccio nuovo e moderno. Dante conosce e ama i classici, tanto
UNILINGUISMO da considerare Virgilio suo maestro e guida nell’oltretomba, tuttavia è Petrarca che per primo li studierà con
scrupolo filologico, inventando questa nuova disciplina.
Proprio perché Dante ha inciso profondamente sulla formazione di Petrarca, colpisce la netta divergenza tra i
rispettivi linguaggi poetici. Al plurilinguismo di Dante, da intendere non solo come compresenza di latino e
volgare, ma come creazione di testi ‘diversi’ per stile e generi letterari, Petrarca oppone il suo unilinguismo.
Analogamente alla pluralità di toni e di strati lessicali, che Dante mescola in uno stesso contesto, Petrarca
oppone la sua unità di tono e lessico. All’esperienza di Dante, così innovativa per i tempi e destinata per la sua
tessa genialità a essere irripetibile, Petrarca oppone un ideale linguistico e stilistico di ‘medietà’ con inflessioni
alta, ispirato alla medietas dei classici latini.
Petrarca elegge il latino come lingua di comunicazione e lo sceglie per le opere dai contenuti più elevati, ma non
disprezza il volgare e cerca di elevarlo alla bellezza formale del latino. Anche Dante rievoca la cultura classica,
allegorizzandone immagini e simboli, ma Petrarca è consapevole della rottura avvenuta tra mondo antico e
mondo contemporaneo e perciò vuole recuperare il senso autentico dei testi antichi ricercando in essi i valori
perduti nella sua epoca.
LETTERATURA E Dante e Petrarca hanno una concezione diversa della figura del poeta e della letteratura.
VITA Dante è l’intellettuale colto, curioso, interessato a conoscere ogni disciplina che ritiene la letteratura basata sulla
fede e sulla morale, con fini didascalici; Petrarca invece è convinto del valore autonomo della letteratura e
considera la poesia un mezzo di purificazione e di eternità.

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