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AUTORITRATTO

ANALISI:
—> CARATTERISTICHE:
Questo sonetto è il ritratto letterario di Foscolo, il quale si descrive fisicamente nelle prime due quartine
mentre nelle ultime due terzine si descrive caratterialmente.
Nel verso 12 dice “di vizi ricco e di virtù” e questo significa che non esalta semplicemente le proprie virtù
ma mette in luce anche i suoi difetti.
La prima strofa è dedicata all’aspetto fisico e al modo di vestire. Si descrive in maniera ordinata, partendo
dalla fronte e gli occhi, per poi scendere alle labbra fino al collo e al petto.
L’autore dichiara di avere la fronte solcata e degli occhi incavati e attenti, i capelli rossi, le guance pallide,
un aspetto coraggioso delle labbra di un colore acceso, i denti puliti e bianchi, il capo spesso abbassato, un
bel collo e un petto largo, il corpo proporzionato, un modo di vestire semplice ma allo stesso tempo elegante,
una certa velocità nel camminare, pensare e agire.
Il poeta passa poi a descrivere il proprio carattere: si definisce sobrio, umano, leale, prodigio, pronto,
inquieto, tenace; Nel verso 12 scrive “di vizi ricco e di virtù” e questo significa che non esalta semplicemente
le proprie virtù ma mette in luce anche i suoi difetti.

—> ARGOMENTO DELLA MORTE:


In questa poesia possiamo incontrare un Foscolo più preromantico che neoclassico proprio perché espone il
tema della morte dicendo che solo nella morte potrà trovare la pace.
Alla morte attribuisce il significato di riposo eterno e gli porterà fama attraverso la sua poesia e la tomba.
Foscolo riflette sull’importanza della tomba nella sua opera chiamata “i sepolcri” : per lui inizialmente la
tomba non ha valore, poiché con il suo pensiero materialista ritiene la tomba non necessaria perchè lui crede
che dopo la morte ci sia la completa dissoluzione dell'essere. Successivamente dopo aver pubblicato l’opera
il poeta si ricrede e afferma che la tomba serve per ricordare i morti e che è un legame che unisce il defunto e
la famiglia.

—>LA SINTASSI E IL RITMO:


Dal punto di vista metrico questa poesia è un sonetto (due quartine e due terzine) con rime che seguono lo
schema ABAB BABA CDE CED.
Il registro utilizzato è semplice e non utilizza parole complesse.
La sintassi è un ipotassi perché utilizza molte virgole e ci sono molte preposizioni. Il ritmo è veloce e
incalzante.

—> FIGURE RETORICHE (LIVELLO CONNOTATIVO=oggettivo E DENOTATIVO=soggettivo)


• “Solcata ho fronte” v. 1: anastrofe, inversione dell’ordine delle parole (Ho la fronte solcata);
• “esatte, eletto, ratti, atti” vv. 5-6: allitterazione della t;
• “sobrio, ispido, schietto” v. 7: allitterazione della s;

INTERPRETAZIONE

Ugo Foscolo è stato uno dei più famosi letterati che vissero tra 700 e 800. Nacque a Zante il 6 febbraio del
1778.
Il poeta nacque in un epoca di passaggio in cui si poteva osservare un conflitto tra neoclassicismo e
preromanticismo. Con il termine neoclassicismo si intende il periodo in cui ci fu il recupero della civiltà
antica greca e romana e quindi l’amore per il bello e per la perfezione. Nel sonetto “a Zacinto” emerge il
tema del neoclassicismo in quanto ripensa all’isola dove è nato e come argomento principale si incontra
l’attaccamento alla madre patria. Nello stesso periodo si incontrano, nella cultura italiana, tendenze che
appaiono opposte a quelle neoclassiche: il preromanticismo che è caratterizzato da un nuovo interesse x la
religione e la diffusione della poesia sepolcrale come modo x meditare sulla morte. La morte è un tema
rincorrete nelle opere di Foscolo, infatti, viene ripresa nel sonetto alla sera e in morte del fratello giovanni. Il
poeta ha pubblicato anche un opera, chiamata “i sepolcri”, dedicata ad Ippolito Pindemonte, in cui discute
sull’importanza delle tombe: inizialmente x Foscolo la tomba non ha valore, in quanto la considera
inessenziale perché credeva che dopo la morte avvenga la completa dissoluzione dell'essere. Tuttavia, dopo
aver pubblicato l’opera l’autore si ricrede e sostiene che la tomba serva per avere un ricordo e un legame coi
defunti.
Il sonetto “autoritratto” ricorda i tratti autobiografici di Foscolo come l’opera “le ultime lettere di jacopo
ortis”, un romanzo epistolare pubblicato nel 1802 e composto da 67 lettere che il protagonista, jacopo ortis,
spedì all’amico Lorenzo Alderani. Foscolo raccolse queste lettere per ricordare e far conoscere il valore di
jacopo. Sia Foscolo che Ortis soffrono per il tema della politica e per l’amore; tra l’autore e il protagonista vi
sono inoltre in comune alcuni viaggi che essi compiono; infine nella copertina del romanzo vi è il ritratto di
jacopo Ortis simile a quello di Foscolo e col passare degli anni risulta invecchiato di edizione in edizione
proprio come l’autore.
Dopo aver trascorso gran parte della sua vita dedicando alla scrittura, il poeta morì nel 1827 a lontra, lontano
dalla sua patria e dai suoi affetti.

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