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1267 → sposa una ragazza di nome Bice, suo padre capo dei ghibellini, ma cavalcanti e la
sua famiglia erano dei guelfi (politica di alleanze)
1292 → Cavalcanti cerca di ammazzare Corso Donati (capo dei guelfi neri)
1300 → dopo un litigio con i Donati e i priori (tra cui Dante) viene mandato in esilio
La sua fama:
- deriva dal fatto che è un pensatore e filosofo
- studioso della filosofia aristotelica, ma non nella versione della dottrina ufficiale ma
secondo la visione averroistica (considerata eretica)
LA SUA FILOSOFIA
Cavalcanti si forma in anni in cui vi era molta circolazioni di idee una tra queste:
- nuovo aristotelismo → alimentato dalle traduzioni latine nella corte di Federico II
(prima tradotte dal greco all’arabo, perché la conoscenza del greco era andata
perduta)
Tra questi filosofi (Averroè) che traduce in arabo, commenta anche le opere di
Aristotele
↪ commenta il “De anima” che parla:
o conoscenza dell’anima
o dove nascono i sentimenti
Per capire Cavalcanti:
secondo lui nell’uomo esistono due anime:
- anima intellettiva → che obbedisce all’intelletto
- anima sensitiva → che obbedisce alle leggi del corpo (sentimenti e passioni)
L'amore offusca la mente, allontana l'uomo da se stesso e causa perdita di energia
Teatralizzazione dell’amore
↪ personificazione di sentimenti, emozioni, atti, facoltà vitali
↪ protagonisti di una rappresentazione interiore
Rime semantiche (uniscono sul piano fonico parole che hanno relazione di significato):
1) “mira”/”sospira”: chi ammira la donna è costretto a sospirare.
2) "piagenza"/"conoscenza": la bellezza della donna non può essere conosciuta
3) "vertute"/"salute" → il poeta non è in grado di capire fino in fondo le sue virtù
Riassunto in 25 parole:
L'apparizione della donna genera ammirazione e stupore in chi vi assiste; è impossibile sia
descrivere la sua bellezza sia conoscerla propriamente.
"Vo c er c i p as 'l o "
Il sonetto mette in scena la dinamica dell'innamoramento, riprendendo alcuni tratti della
lirica cortese, cioè Amore armato di freccia che colpisce il cuore dell'innamorato
- 1° quartina → battaglia psicologica, effetti che Amore ha prodotto nel poeta
(compare il tema della vista)
- 2° quartina → spiegazione assalto causato da Amore che trasforma il poeta in un
automa, aggiunta di conoscenze medico-scientifiche
- 1° e 2° terzina → tema dell'amore come battaglia, personaggi-attori
Stile:
Vocabolario drammatico (no "dolcezza" stilnovistica)
Riassunto in 25 parole:
Amore, che distrusse la vita del poeta, lo fece rimanere senza spiriti vitali, scagliando una
freccia che riscosse la sua anima.
"Tu m'ha ì pi id la t"
1)
2)
3) Indica in quanti e quali momenti si può suddividere il sonetto (per rispondere a
questa domanda però devi prima lavorare sul testo. L'ho messa qui perchè è
un'informazione che è bene dare all'inizio del tuo testo)
Il sonetto può essere diviso in due parti, per il cambio di soggetto presente nel verso 9, dove
il poeta inizia a parlare in prima persona e descrive il suo stato d'animo, tema centrale di
questa poesia.
5) come viene descritta la figura femminile? Individua gli attributi che contribuiscono a
delineare un suo ritratto. che genere di informazioni offre il poeta?
La donna nelle poesie di Cavalcanti, è descritta come un essere crudele, che non ha pietà
dell'uomo. Provoca in lui disperazione ed angoscia e addirittura il desiderio di morte del
poeta. Questa idea della donna viene designata da parole come dolor, cor dolente, fiera
donna
7) Chi sono i personaggi del dramma amoroso rappresentato nel sonetto? Chi è il vero
protagonista? (collega questa domanda a quella successiva)
8) individua e descrivi le strategie retoriche tipicamente cavalcantiane (personificazione,
drammatizzazione...) presenti nel sonetto, con riferimenti anche ad altri
componimenti dell'autore.
I due personaggi presenti nelle quartine di questo sonetto sono la donna e Amore, che viene
personificato (come anche in "chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira" e "voi che per li occhi
mi passaste 'l core") e parla direttamente al poeta. Una tra le caratteristiche comuni della
poetica cavalcantiana è la personificazione di sentimenti ed emozioni, che vengono resi
partecipi e protagonisti della poesia. In questo caso Amore parla direttamente al poeta, che
comprende il suo stato d'animo e il motivo della sua sofferenza. Il terzo personaggio è il
poeta stesso, che parla di come si sente, attraverso anche la similitudine "come colui che è
privo di vita", che descrive un altro tratto caratteristico delle poesie di Cavalcanti, cioè la
concezione fatalistica dell'amore, che lo condanna ad una morte simbolica.
9) come viene descritta la disgregazione dell'io per effetto del dolore?
Il poeta, che parla direttamente in prima persona del dolore che gli ha causato la donna, si
paragona ad una statua, come se fosse rimasto senza vita, e negli ultimi versi è evidente la
ferita mortale che ha nel cuore, provocata dall'amore
Approfondimenti: nella seconda parte del sonetto Amore prende la parola in prima persona e
si rivolge direttamente al poeta. Esponi attraverso l'analisi e la descrizione dell'Amore la
concezione cavalcantiana della passione amorosa. In quale rapporto si trova con la
tradizione, cortese e stilnovistica, precedente o coeva allo stesso Cavalcanti?
- visione dell'amore di cavalcanti e personificazione
- differenza tra amore cavalcanti-guinizzelli
- differenze amore nello stilnovo e amor cortese
Amore è uno dei temi più importanti utilizzato nelle poesie di Cavalcanti, che viene
personificato e diventa un vero e proprio personaggio che interloquisce con il poeta. In
questa poesia si presenta in una posizione comprensiva e dispiaciuta per la sofferenza che
prova il poeta nei confronti della donna. Donna che non viene più considerata donna-angelo,
portatrice di salvezza e addirittura in grado di convertire alla fede cristiana chi non è
credente come in "Io voglio del ver la mia donna laudare" di Guido Guinizzelli, al contrario, in
questa poesia viene considerata la causa del dolore e portatrice di una morte simbolica.
Anche Guinizzelli nella poesia "Lo vostro bel saluto e 'l gentil sguardo", dopo aver incrociato
lo sguardo e il saluto della nobile donna viene circondato da una sofferenza improvvisa e
devastante, che lo trasformano in un uomo senza sentimenti, come se fosse una statua.
Questa similitudine della statua viene ripresa da Cavalcanti in questa poesia, in aggiunta
anche all'immagine presente nel verso 12 "che si conduca sol per maestria"
nel sonetto “tu m’hai sì piena di dolor la mente” Guido Cavalcanti descrive, non tanto le
caratteristiche della donna ma più il suo stato d’animo sofferente, inflitto dalla donna amata,
che viene descritta come causa principale del suo dolore. dolore che viene provocato nella
“mente” e nel “cor” del poeta, parole ricorrenti nel lessico cavalcantiano. quest’ultima “cor”,
viene ripresa all'inizio e alla fine del sonetto, descrivendo così una struttura circolare. alla
donna, non più considerata essere superiore, viene attribuito il “Tu”, abbandonando il
tradizionale voi utilizzato per descrivere una donna-angelo. viene descritta da attribuiti come
“fiera donna”, “che niente par di pietate”, che riescono ad enfatizzare la motivazione
dell’utilizzo del “tu” e che sono la causa della disperazione del poeta. disperazione che
amore comprende; secondo personaggio del sonetto, che viene personificato e reso
protagonista. parla direttamente al poeta e a differenza di altre poesie come , che amore
è una delle cause della sofferenza del poeta, in questa, al contrario è dispiaciuto per la
sofferenza del poeta.
nelle terzine il poeta parla in prima persona, descrivendosi con la similitudine “come colui
ch’è fuor di vita”; infatti si paragona anche ad una statua, cioè privo di vita e di conseguenza
privo di sentimenti come in “lo vostro bel saluto e ‘l gentil sguardo” di guinizzelli. una
differenza, però significativa rispetto alla poesia di Guinizzelli è l’aggiunta del “si conduca sol
per maestria”; come se ci fosse una qualche forza esterna che tiene in vita il poeta.
una delle caratteristiche comuni alle poesie di cavalcanti è proprio quella della concezione
fatalistica dell’amore che lo porta ad una morte simbolica; enfatizzata dalla rima “vita-ferita”,
che descrive per l’appunto una delle conseguenze fisiche nel poeta, cioè la ferita che ha nel
cuore