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Operette morali (1824)

Le Operette Morali sono 24 brevi scritti, progettati dall'autore fin dal 1820. Per lo pi scritte sotto forma di dialoghi tra personaggi reali o immaginari, le Operette sono la descrizione concreta della vita e la dimostrazione che essa ignobile e misera. Temi ricorrenti: la condizione umana, la morte, il destino, la vana ricerca della felicit Dopo la stagione delle canzoni e degli idilli, inizia un periodo di silenzio poetico Non scrive pi poesia, si dedica alla prosa filosofica/di pensiero che ha luogo nelle Operette morali Dialogo della Natura e di un islandese la pi famosa delle operette Segna il passaggio da un pessimismo sensistico - esistenziale a un pessimismo radicalmente materialistico e cosmico Nelle operette precedenti linfelicit era stata fatta derivare da cause psicologiche (laspirazione ad un piacere infinito e limpossibilit di raggiungerlo), QUI linfelicit viene collegata da mali esterni, fisici a cui luomo non in grado di fuggire o Lislandese, portavoce di Leopardi, ne fa un elenco puntiglioso o Leopardi approda ad un materialismo assoluto e un pessimismo cosmico che abbraccia TUTTI gli esseri La sofferenza la legge stessa delluniverso Il dialogo si conclude con la domanda: anche serve questa vita in felicissima delluniverso? o Una domanda che non ha risposta Due diverse concezioni della natura o ISLANDESE: Natura intesa come entit malvagia che perseguita deliberatamente le sue creature o NATURA: obbietta la convizione dellislandese, fa il male senza accorgersene, in obbedienza a leggi oggettive

Grandi Idilli (1828-1830)


Dopo alcuni anni di silenzio poetico Passaggio al pessimismo assoluto Abbandono degli atteggiamenti titanici Influsso della filosofia stoica; non compaiono pi slanci/fremiti/impeti di disperazione e di rivolta da parte del poeta, che assume un atteggiamento fatto di contemplazione ferma dinanzi alla verit dolorosa o Linguaggio misurato Liriche pi profonde e significative di Leopardi. La forma usata la canzone libera, composta da un numero vario di strofe di diversa lunghezza, in cui settenari ed endecasillabi si alternano senza seguire uno schema predeterminato, come pure le rime e le assonanze. Vengono ripresi temi, atteggiamenti degli idilli del 19-21, in ogni caso il linguaggio viene impreziosito da termine e locuzioni singolari o Ma non si tratta della ripresa della poesia di 10 anni prima! o Nel mezzo si collocano infatti esperienze decisive, la fine delle illusioni giovanili, lacquisita consapevolezza del vero, e IL PESSIMISMO ASSOLUTO. Sono percorsi da immagini liete ma queste immagini sono come rarefatte, assottigliate e perdono ogni corposit fisica materiale

A Silvia Situazione lasciata nel vado e nellindeterminato: ci che unisce Silvia e Leopardi la condizione giovanile, le sue sperane e i suoi sogni, poi dalla loro delusione La figura femminile priva di indicazioni concrete o Questa estrema sobriet pu riferirsi alla tradizione petrarchesca per cui si insiste minuziosamente su alcuni particolari fisici. Ambientazione vaga, il mondo esterno appare come rarefatto Filtri o Fisico, la finestra o Dellimmaginazione o Della memoria o Letterario o Filosofico A Silvia si chiude con limmagine della fredda morte, ma per lintero componimento il poeta evoca le immagini di vita e gioia, quasi come protesta contro la forza maligna della morte che le ha negate alluomo Parole vaghe, sintassi piana e limpida, metrica dalla modulazione molto piana e segreta musicalit

Canto notturno di un pastore errante dellAsia La canzone, che si articola in sei strofe di ineguale lunghezza, si configura difatti come un dialogo fra un pastore e la luna. Spazio e tempo indefiniti, carattere universale e simbolico dellincontro o Pastore: genere umano, si rivolge alla Luna con tono pacato, incalzante e malinconico o Luna: Natura, forza bella e terribile che affascina e spaventa il poeta, non risponde al pastore Vengono analizzate analogie e differenze della situazione del pastore e di quella della luna o Entrambi si alzano, percorrono la loro strada sempre identica a s stessa e infine si riposano o Sono due vite ugualmente prive di senso Nella seconda strofa, il pastore si rende conto che lui a differenza della Luna mortale Nella quarta strofa il pastore speranzoso che la Luna, proprio per questa sua privilegiata condizione ultramondana, possa fornirgli le risposte alle sue domande pi urgenti: o Che cosa sia la vita, quale sia il suo scopo essendo essa necessariamente finita, quale sia la ragione prima di tutte le cose o Ma la Luna, essendo natura: distante, incomprensibile, indifferente alluomo! Nella quinta il pastore osserva il suo gregge e pensa che, non essendo questo cosciente, possa vivere in apparente tranquillit la propria esistenza Questa tesi viene ribaltata nell'ultima strofa: Leopardi ammette come, probabilmente, in qualunque forma si nasca (Luna, gregge o uomo) la vita sia ugualmente funesta.

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