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Giacomo Leopardi Vita Nasce il 29-06-1798 dal conte Monaldo ed Adelaide di Recanati.

.il padre era un uomo colto e aveva una grandissima biblioteca. L.cresce in un ambiente bigotto e reazionario,privo daffetto e confidenze. L. si chiude per sette anni nella biblioteca paterna conducendo ritmi di studio frenetici che resero sempre pi precaria la sua salute.tradusse classici greci e latini poi compose opere di compilazione erudita. 1815-16 attua la conversione dallerudizione al bellolegge le opere dei contemporanei e viene a contatto con la cultura romantica.momento fondamentale della sua vita fu in questo periodo lincontro con Giordani. Questapertura verso il mondo esterno gli rende insostenibile latmosfera della sua casa. 1819-1821tenta di fuggire da Recanati ma viene scoperto. Totale stato di aridit e prostrazione. Questa crisi segna il passaggio dal bello al vero dalla poesia di immaginazione alla filosofia e alla poesia di pensiero.si infittiscono in questo periodo le note sullo Zibaldone un diario intellettuale avviato 2 anni prima.nascono gli idilli e le canzoni 1822 si reca a Roma ospite dallo zio Carlo Antici. luscita cos desiderata si rivela una cocente disillusione. 1823 torna a Recanati e si dedica alla composizione delle operette morali: cominciato un periodo di aridit interiore che gli preclude di scrivere versi si dedica completamente allinvestigazione dellacerbo vero. 1825-26 soggiorna a Milano e Bologna. 1827 vive a Firenze dove entra in contatto con il gruppo degli intellettuali della rivista antologia e in particolare con Vieusseux.trascorre linverno tra 1827-28 a Pisa. 1828 a Pisa risorgono le sue facolt del sentire e dellimmaginare nascono cos i Grandi Idillitorna nellinverno fra 1828-29 a Recanati poich si sono aggravate le sue condizioni di salute. 1830 va a Firenze per lavoro.nuova fase della sua vita.stringe rapporti sociali pi intensi e viene a contatto con le tematiche politiche sociali e culturali. Incontra Fanny Targioni Tozzetti se ne innamora ma lei lo rifiuta nasce il ciclo da cantiAspasia stringe poi una fraterna amicizia con Antonio Ranieri. 1833 si stabilisce a Napoli col Ranieri scrive la ginestra. 14-06-1837 muore. Il pensiero Teoria del piacere Identifica la gioia con il piacere, luomo vorrebbe un piacere infinito ma destinato ad essere eternamente infelice poich il piacere momentaneo e luomo lo assapora soltanto o nellattesa (sabato del villaggio) o nella breve cessazione del dolore (la quiete dopo la tempesta). Il piacere infinito dunque non potendo mai essere raggiunto viene sostituito dalle illusioni e dalla variet delle cose,ma solo il fanciullo pu goderne perch la ragione spazza via anche questi ultimi appigli.da qui scaturisce il pensiero pessimistico di Leopardi. Prima fase del Pessimismo (storico) sino al 1823 L'uomo era felice sino a quando ha avuto la possibilit di vivere in comunione con la natura vista da L. come una madre benevola che ha voluto offrire alluomo un rimedio alla sua infelicit: limmaginazione e le illusioni che hanno velato gli occhi alluomo proteggendolo dalla sua misera condizione. Tuttavia il progresso ha reso luomo pi consapevole e gli ha fatto comprendere la vanit delle sue illusioni. Gli uomini primitivi e gli antichi, pi vicini alla natura, erano capaci di illudersi e quindi di essere felici perch ignoravano la loro reale infelicit. Il progresso invece ha allontanato luomo da questa condizione privilegiata e lo ha reso vile, calcolatore meschino ed egoista. Seconda fase del Pessimismo (cosmico) dal 1823 al 1830-1831 E' inutile che luomo si illuda la ragione ci fa conoscere la vera infelicit, ci proibisce di illuderci e dimostra che la natura non madre benevola ma matrigna poich ci ha creati per il dolore e non si cura delluomo. Il dolore e il pessimismo sono comuni a tutti gli esseri viventi non solo alluomo. Terza fase del Pessimismo (eroico) dal 1832 al 1837 L'uomo non deve rinunciare alla ragione, non possiamo pi illuderci che la natura sia benigna, la terra non altro che un minuscolo punto nelluniverso. Luomo deve prendere atto della sua eterna infelicit e lottare con altri uomini contro la natura maligna pur sapendo di essere sconfitti.

La poetica Luomo sempre alla ricerca del piacere infinito, ma nella realt questo irraggiungibile, allora pu figurarsi il piacere il piacere finito mediante limmaginazione per compensare linfelicit della vita reale. Ci che stimola limmaginazione a costruire questa realt parallela in cui luomo trova lillusorio appagamento al suo bisogno di infinito tutto ci che vago, indefinito, lontano ed ignoto. Teoria della visione E' poetico, per le idee di vago ed infinito che suscita, la vista impedita da un ostacolo, una siepe, un albero, una torre, una finestra poich, al posto della vista che non pu scorgere ci che c al di l dellostacolo, subentra limmaginazione e il fantastico prende il posto del reale; luomo cos ha una doppia visione: ci che locchio percepisce e ci che la nostra mente attraverso gli occhi pu percepire. Teoria del suono Sono poetici tutti i suoni che hanno in s lidea di vago indefinito e lontano o che rievocano ricordi. Un canto che a poco a poco si allontana, un canto che giunge dallesterno allinterno di una stanza, il muggito degli armenti che echeggia, il cinguettio degli uccellini, lo stormire del vento tra le foglie. L .dunque giunge alla conclusione che ilbello poetico consiste nel vago e nellindefinito e tutte le immagini suggestive sono tali perch evocano sensazioni che ci hanno affascinati da fanciulli; poetico tutto ci che riporta ad un ricordo. Il vero inoltre per L. prosastico e non deve essere soggetto della poesia poiche il vero brutto. Leopardi e il Romanticismo L. prende parte alla polemica romantica e assume posizioni originali: propone i classici con uno spirito romantico (classicismo romantico) il vagheggiamento del nuovo classico impregnato di spiriti romantici. Pro romantici: classicismo troppo pedante ed accademico sono impensabili le rigide regole dei generi e il principio di imitazione (poich la poesia nasce dallanimo, il riassunto di un moto interiore); Pro classicisti: rimprovera ai romantici laderenza al vero che tarpa le ali alla fantasia e la demonizzazione dei testi antichi poich nel loro tempo anche loro sono stati romantici. Dalla concezione L. del classicismo romantico miscelato con lidea di vago indefinito e con la teoria delle rimembranze discende lidea che tra le forme poetiche la migliore sia la lirica intesa come espressione dellio e come canto e fusione del cuore. Canzoni Composte tra il 1818 e il 1823, sono di impianto classicista che impiegano un linguaggio aulico e con sensibili influenze di Foscolo e Alfieri. Sono inni civili e filosofici. Canzoni civili - AllItalia - Sopra il monumento di Dante - Ad Angelo Mai - Nelle nozze della sorella Paolina - A un vincitore nel pallone Questi inni affrontano una tematica civile e la base del pensiero costituita dal pessimismo storico che caratterizza le opere L.in questo momento. Canzoni filosofiche - Il bruto minore - Lultimo canto di Saffo In entrambi gli inni i protagonisti sono due suicidi, il pessimismo storico ha una svolta. Lumanit non infelice solo per ragioni storiche ma per condizione assoluta. Binni presente un atteggiamento titanico di sfida verso il destino che indica un anticipazione del L. eroico dellultima produzione, propone una ribellione (suicidio) ad una realt dolorosa.

Lultimo canto di Saffo Saffo innamorata di Faone ma non ricambiata a causa del suo aspetto: la natura lha privata della bellezza daspetto. Dunque si suicida gettandosi dal monte Leucade. E' emblematico che come esempio per eccellenza di infelicit sia portata una poetessa greca, infatti la miseria umana non risparmia nessuno, neppure gli antichi. 1 strofa: viene descritto un paesaggio lunare e la poetessa Saffo si rivolge al nunzio del giorno. 2 - 3 strofa: prende piede il motivo centrale dellesclusione. La poetessa stata esclusa dalla partecipazione alla bellezza naturale, la natura non le sorride e lei presa dallo sconforto si domanda di che colpa si pu essere macchiata prima di nascere per meritarsi tutto ci; e dice che il dolore comune a tutti gli uomini e tutti lo conoscono. Questa concezione di infelicit universale nasce dal fatto che L. sostituisce allidea di una natura benigna lidea di un fato crudele che dispensa sventure alla cieca e destina luomo alla sofferenza senza scampo. Gli ultimi versi vogliono sottolineare come ci che importi non sia la virt, ma laspetto esteriore (virt non luce in disadorno manto). L. come Saffo si sente escluso dalla bellezza della natura ma tuttavia con la poetica del nonce la fa sognare poich mentre nega parla di quella. De Sanctis: L. nega la bellezza, amore e la patria ma le fa comunque sognare. 4 strofa: fondamentale linvocazione di Saffo a Faone a cui dice di vivere felice se possibile esserlo per un mortale. La condizione di dolore ora allargata a tutti gli uomini mortali, se osserviamo il dolore intimo e privato di Saffo presente nelle prime strofe ora dolore universale di tutti gli uomini mortali. Ora a Saffo di tanti sogni e illusioni non rimane che la morte perch con questo sonno eterno verr apprezzata la sua virt e la sua anima sar in pace. I piccoli idilli Sono stati composti tra il 1819 e il 1821 le tematiche sono sempre intime ed autobiografiche, il linguaggio colloquiale e semplice. Negli anni precedenti aveva tradotto gli idilli pastorali del poeta greco Mosco ma nulla hanno a che fare gli idilli L. con questi. Gli idilli L. sono la rappresentazione di avventure storiche del suo animo. - Linfinito - Alla luna - La sera del d di festa - La vita solitaria - Il sogno Linfinito La poesia si divide in quattro parti: 1) vv 1-3: incipit nel reale, il poeta sul monte Tabor seduto su un colle e il suo sguardo nellorizzonte ostacolato da una siepe che blocca la visuale. 2) vv 3-8: la siepe allarga la vista allimmaginazione e al surreale: il pensiero si costruisce lidea di infinito spaziale cio di spazi senza limiti immersi in sovraumani silenzi ed in una profondissima quiete. 3) vv 8-13: un immagine uditiva, lo stormir del vento, riporta il poeta alla realt, quegli spazi infiniti sono oramai lontani. Se prima il poeta era stato trasportato negli spazi infiniti da unimmagine visiva del paesaggio, la siepe, ora unimmagine uditiva ha riportato il poeta alla nuda realt. 4) vv 13-15: ancora una volta avviene il passaggio dellio dal reale al surreale e qui dinnanzi alle immagine di infinito prova un senso di sgomento ma poi annega nellimmensit dellinfinito immaginato sino a perdere la sua identit. Questa sensazione di naufragio dellio piacevole, dolce. Se la coscienza rappresenta alluomo il vero, cio la sua necessaria infelicit, lo spegnersi della coscienza individuale procura una sensazione di piacere, garantisce una forma di felicit. Ci si pone dunque una domanda: bisogna leggere questa lirica in chiave religiosa o sensistica? Molti commentatori passati leggevano questa lirica in chiave religiosa ponendo come giustificazione il linguaggio tipico della mistica. I commentatori moderni invece preferiscono leggere la lirica in chiave sensistica poich linfinito non inteso in senso ontologico ma totalmente soggettivo, creato dallimmagine delluomo, ed evocato a partire da sensazioni fisiche. La sera il d di festa La lirica si apre con un paesaggio notturno: la luna rivela nella notte i confini delle montagne. L. qui romantico sia nei

sentimenti che esprime sia nella limpidezza dei concetti. Si rivolge alla sua donna e compie un confronto fra lui e lei; lei dopo una lunga girornata di festa dorme sognando i ragazzi a cui piacque in quel giorno e quelli che piacquero a lei,si addormenta felice senza preoccupazioni. Il poeta invece non dorme lui escluso dalle gioie la natura ha riservato per lui il solo dolore, altro non conoscer se non il pianto negli occhi. Poi un immagine uditiva interrompe il confronto, il canto di un artigiano che torna dopo i divertimenti del giorno di festa alla sua misera casa, e questo canto ricorda al poeta quando da bambino aspettava con ansia il d di festa e quando questo si era concluso, come ora stava insonne ed angosciato sentendo il canto, di chi tornava alla propria casa, che poco a poco andava morendo. Nel componimento il poeta esprime in modo forte i suoi sentimenti le sue angosce troviamo un L.autobiografico che non ritroveremo nei grandi idilli. Operette morali Dopo gli idilli si spegne in L. la voglia di poesia e si accende linteresse per linvestigazione dellamaro vero. Le operette morali sono prose di argomento filosofico e traendo dalle sue precedenti letture (filtro letterario) concepisce dei dialoghi in cui i suoi interlocutori sono creature immaginarie, personificazioni, personaggi mitici o famosi; tutto ci gli occorre per ottenere il totale straniamento dalle opere. Vi sono tuttavia tratti autobiografici, vi il pessimismo ma non sono pi trattati con limpeto dei piccoli idilli, ora vi una prosa pi fredda distaccata e razionale. Croce: leopardi non fa filosofia. Severino: quella di Leopardi pura filosofia. Scheda Questoperetta vede come protagonisti un venditore di almanacchi e un passante che incominciano a discutere su quale sia stato lanno migliore e se questanno sar migliore del precedente. Il discorso fa trapelare il nucleo centrale del pensiero L: la felicit consiste soltanto nella vaga aspirazione ad una gioia ignota, nellattesa che continuamente risorge (la speranza di un anno migliore del precedente) nonostante la consapevolezza amara del vero. Le due figure appaiono quasi come lo sdoppiamento dellanimo del poeta; da un lato la ragione che indaga (passante) dallaltro la vita che vuole essere comunque vissuta (il venditore). Lironia nasce dal fatto che luomo pur essendo consapevole del dolore ancora portato a sognare e a illudersi nella speranza. Dialogo della natura e di un islandese L. prende spunto per questoperetta dalla storia di Jenni di Voltaire nel contesto di un discorso in cui si parla dei flagelli a cui sono sottoposti gli uomini e tra questi il pericolo costante che corrono gli islandesi minacciati dal gelo e dal vulcano Hekla. Da qui arrivato lo spunto a L. di assumere come protagonista un islandese esempio di infelicit per i mali che la natura gli affligge. Il racconto si apre con lislandese che navigando in luoghi ancora sconosciuti alla sua specie si imbatte in una montagna viva che dichiara di essere quella che lui sfugge: la natura. Lislandese dunque comincia a raccontare perch la fuggiva e dice che dopo aver deciso di condurre una vita solitaria lontano da tutti gli altri uomini non riusciva a stare n in casa n a cielo aperto senza provare un eterno disagio a causa della natura (fuori troppo freddo in casa il fuoco gli inaridiva le carni e gli faceva bruciare gli occhi) e nemmeno poteva godersi con tranquillit la vita poich a causa o delle tempeste o del vulcano hecla sempre turbato. Cos ha iniziato a girare il mondo cercando luoghi e climi in cui poter stare tranquillo. Ma dopo aver girato tutto il mondo giunge alla conclusione che nessun luogo reca tranquillit alluomo; o per il troppo caldo o il troppo freddo, o per le belve feroci, o per le malattie, o a causa dei peggiori dei mali la decadenza fisica e la vecchiaia che non risparmiano nessuno. E mentre discuteva con la natura lislandese in conclusione viene o mangiato da due leoni o sotterrato in un mausoleo di sabbia:l a natura ha sempre il sopravvento. Qui L. vede la natura nemica e persecutrice, linfelicit dipende dai mali esterni, fisici a cui luomo non in grado di sfuggire. Qui L. approda una nuova concezione, ad un pessimismo cosmico, poich invade tutti gli esseri, non solo luomo, e tutti i tempi non risparmiando nulla e nessuno. Linfelicit non pi dovuta a cause psicologiche ma materiali, il dolore, la morte, la distruzione sono elementi essenziali nellordine della natura: il mondo un ciclo eterno di produzione e distruzione anzi la distruzione fondamentale alla conservazione del mondo. La sofferenza la legge stessa delluniverso e nessun luogo e nessun essere ne immune. Il giardino delle sofferenze Il giardino delle sofferenze un operetta in cui viene descritto un giardino dolorante, nessuna creatura esente al dolore anche fiori rami foglie animali provano dolore sofferenza e morte: la rosa offesa dal sole, il giglio succhiato

dallape, un albero infestato da un formicaio, un altro dai bruchi mosche lumache o zanzare, gli steli sono infranti dai passi di una donzelletta, ecc . Tutti gli esseri a loro modo provano dolore. I Grandi Idilli Nel maggio del 1828 il poeta scrive alla sorella Paolina dicendo che risorta in lui lispirazione poetica. Nei grandi idilli L. riprende la poetica del vago dellindefinito, la rimembranza, i temi e le situazioni tipiche dei primi idilli tuttavia non vi la solita speranza e spensieratezza poich attraverso le operette morali L. ha preso consapevolezza sulla fugacit della vita umana e sullamaro vero: lespressione rispetto ai primi idilli si alleggerisce e rinuncia allaspetto autobiografico. Il poeta non pu pi illudersi rispetto alla realt perci vi una maggior pacatezza ed equilibrio nellespressione del linguaggio. Bigi:il linguaggio pi pacato e misurato rispetto ai primi idilli. A Silvia La tradizione ha identificato Silvia con Teresa Fattorini figlia del cocchiere di casa Leopardi morta giovanissima di tisi. Ma Silvia in particolare assume il significato della giovinezza perduta e della speranza che cade. La lirica si apre con uninvocazione a Silvia e una sua breve descrizione lieta e pensosa, poich lei era un bellezza gioiosa ma anche ricca di presentimenti tra cui quello predominante della morte. Silvia mentre tesseva la tela cantava e il poeta come rapito dal suo canto interrompeva i suoi studi per ascoltare la sua dolce voce; allora alla mente del poeta sovvengono pensieri dolci, speranze e la vita sembra ricca di lusinghe. Tuttavia ricordare queste illusioni al L. fa male poich la natura ha ingannato le sue pi belle speranze. E' una protesta non enfatica che il poeta fa nei confronti della natura che ha portato via Silvia senza che possa godere del fiore della sua giovinezza. Cos come se ne va Silvia svaniscono anche le speranze del poeta, Silvia con la mano indica la morte e svanisce cos ogni illusione. La costruzione della lirica simmetrica. La prima strofa introduce il tema: limmagine di Silvia che torna alla memoria; la seconda e la terza rievocando il passato propongono due situazioni parallele: le speranze giovanili del poeta e di Silvia che si contrappongono alla dura realt quotidiana. La quarta strofa un commento desolato alla perdita della speranza e la quinta e la sesta in parallelo con la seconda e la terza propongono un parallelismo fra il poeta e Silvia: la fanciulla morta prima di poter godere del fiore dei suoi anni cos il poeta perde ogni speranza prima della fine della sua giovinezza. Nella lirica abbiamo poi una serie di filtri che depurano la realt (il racconto parte da unesperienza reale) dallurgenza materiale propria dellarido vero. - filtro fisico: la finestra che impedisce il contatto immediato con la realt stimolando cos limmaginazione; - filtro dellimmaginazione: operazioni di immaginazione: nel rapporto col reale si determina una doppia visione. Il canto della fanciulla suscita immaginazione perch una sensazione vaga ed indefinita - filtro della memoria: il ricordo ha la funzione di rendere indefinite e poetiche le cose, la memoria richiama il canto della fanciulla trasfigurandolo; - filtro letterario: limmagine di Silvia al telaio richiama limmagine virgiliana del canto di Circe; - filtro filosofico: consapevolezza del vero. De Sanctis: mentre L. canta la morte fa desiderare la vita. E vero perch L. aspira alla pienezza vitale e ad aspirazioni profonde, il pessimismo nasce nel momento in cui queste aspirazioni sono state deluse, e non mai rassegnazione lamentosa ma rivendicazione del diritto alla felicit e come protesta eroica contro tutte quelle forze che soffocano la realizzazione delle aspirazioni umane. Livello morfologico: opposizione dei tempi verbali imperfetto e presente, limperfetto tempo dellillusione del ricordo della continuit col passato domina in tutte le strofe ad eccezione della 4 e della 6 in cui il poeta non ricorda pi ma trae lamaro bilancio. Livello lessicale: il lessico corrisponde alla poetica dellindefinito. Livello sintattico: la sintassi piana e limpida fatta di periodi brevi con poche subordinate tuttavia nelle strofe. Nella 4 e 6 la sintassi si fa pi mossa e tesa il momento riflessivo rompe il flusso contemplativo della memoria. Gli enjambement sono molto frequenti ma si intensificano nellultima strofa dove il tono pi vibrante e concitato. Le ricordanze

Nerina come poi Silvia sono due nomi simbolici che L. riprende dallAminta di Tasso. Presenta Nerina, morta ancor prima che appassisse il fiore della sua giovinezza. Nerina potrebbe essere o Marta Bellandinelli o ancora Silvia (Teresa Fattorini), ma diversamente da Silvia lei non avverte il presagio di morte e viene strappata alle sue illusioni di fanciulla; la personificazione della caduta inaspettata della speranza. Cantando Nerina il poeta pur negando la vita la celebra attraverso immagini solari e la poetica del non. La quiete dopo la tempesta La quiete dopo la tempeste e il sabato del villaggio formano un dittico poich portano due spaccati di vita di Recanati e partendo da un quadro sereno sviluppa una riflessione sul piacere: ne la quiete dopo la tempesta la riflessione si concentra sul piacer figlio daffanno, unico piacere per i mortali esiste solo dopo la cessazione del dolore. Finita la tempesta tutto risorge e allora si colgono i piaceri. La poesia divisa in due parti la prima (strofa 1) descrittiva, la seconda (strofa 2e3) riflessiva. La descrizione della prima strofa tutta ispirata sulla poetica del vago e dellindefinito ha poco di reale una scena interiorizzata e trasfigurata dalla doppia visine; la seconda parte invece incentrata sullidea L. per cui luomo vive un piacere solo dopo la cessazione di un dolore. Ma nel testo vi ununit generale poich il senso profondo del testo nelladesione al fervore della vita, alle scene animate luminose, adesione tuttavia raggelata dall triste consapevolezza del potere invincibile che nega agli uomini la felicit. Il sabato del villaggio La poesia si apre con un quadro di vita paesana vengono presentate subito due figure femminili contrapposte la donzelletta che immagina la gioia del d festivo che viene e la vecchierella che ricorda la gioia delle feste nella sua giovinezza. Rappresentano rispettivamente una la speranza giovanile e una la memoria. La prima coincide con la primavera e si concretizza nel mazzolino di rose e viole e ad esso si oppone il fascio derba che rappresenta la realt quotidiana con le sue fatiche. Come nella quiete lo spaccato di vita quotidiana non ha nulla di realistico poich su molti elementi agisce il filtro letterario che li allontana e li trasforma in realt dellimmaginazione e in ricordo. La seconda parte riflessiva a differenza della tempesta pacata e sobria ed occupa solo 5 versi ed affidata al colloquio con il garzoncello che ainvitato dal poeta a non spingere lo sguardo oltre i confini dellillusione giovanile. Canto notturno di un pastore errante dellAsia Lidea della tematica del canto presa da un articolo deljournaldes savants sui pastori erranti dellAsia. Il canto si apre con un invocazione alla luna e il pastore paragona la sua vita monotona al monotono nascere e tramontare della luna. La vita dolore e lautore paragona la vita al cammino di un vecchio, gravato da un peso, per valli scoscese o per deserti. La vita dolore sin dalla nascita, noi veniamo al mondo piangendo e il primo gesto dei nostri genitori di consolazione, allora che senso ha nascere per provare sofferenza e dolore da subito? Tante sono le domande che un uomo si pone e il pastore-poeta pensa che la luna guardandoci dallalto conosca i segreti chiave della vita come la morte e il dolore e cosi comincia un colloquio ideale sulle domande fondamentali della vita tra la luna e il pastore. Poi il pastore guarda la sua gregge con invidia perche non conosce la noia e langoscia di vivere il dolore e laffanno ma poi conclude rivolgendosi alla luna e al gregge dicendo che non importa come nasci o dove nasci comunque funesto per tutti il giorno in cui si viene al mondo. L. pu essere definito in questo caso poeta universale poich coglie le domande pi intime che un uomo nel corso della sua vita prima o poi si fa. L'ultimo Leopardi Dopo lallontanamento da Recanati vi la svolta definitiva: L. approda al pessimismo assoluto. L. ristabilisce un contatto con gli uomini e le idee del suo tempo, appare pi orgoglioso di s e pi determinato nella diffusione delle proprie idee contrapponendole alle tendenze politiche dominanti dellepoca. Lapertura si verifica anche sul piano umano con lamicizia per Ranieri e lamore non corrisposto per Fanny Targioni Tozzetti. La delusione cocente di questo amore non ricambiato fa cadere anche lultima delle illuisioni: lamore. Cos nasce una nuova poetica lontanissima da quella degli idilli, si ha ora una poesia nuda severa priva di immagini sensibili, fatta di puro e scabro pensiero.

A se stesso Questa lirica nasce dalla delusione damore che il poeta a ricevuto a Firenze da Fanny Targioni Tozzetti. Il linguaggio secco duro scarno senza adornamenti o immagini di vago ed illusioni. Il poeta ordina al suo cuore di riposare per sempre perch nulla sulla terra terra degno dei suoi dolori e dei suoi sospiri, anche lultima illusione, lamore, caduta. La vita solo male e non vale la pena di illudersi.conclusione nichilistica il fato ci ha donato solo la morte. Il ritmo incalzante il ritmo forte e martellante, vi il disprezzo per le illusioni e la consapevolezza di una natura maligna.

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