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Anni ‘30: nasce l’dea di un libro che raccolga la produzione lirica, quando inizia la correzione dei suoi testi
Varie edizioni: prima edizione nel 1831 a Firenze (comprende 10 canzoni)
nel 1935 a Napoli ( le 10 canzoni del 1831 e le 5 canzoni del Ciclo di Aspasia)
nel 1845 a Firenze cura da Ranieri (in aggiunta ci sono Il tramonto della luna e La
ginestra composti tra il 1836 e 1937)
nella disposizione delle liriche sono inserite rispettando per lo più l’ordine cronologico, comunque l’opera
è eterogenea per metro, stile e contenuti
il collegamento tra i testi è dato dai richiami tematici, dalle immagini simili
Leopardi è consapevole dell’originalità della sua esperienza di poesia
Attua una nuova forma di poesia come quella della canzone che risale alla tradizione, dalla lirica provenzale
(che l’ha creata) allo Stil novo e a Petrarca (soprattutto al suo Canzoniere)
Il titolo Canti è significativo: - è al plurale, senza specificazione o caratterizzazione, per indicare i
vari momenti del suo percorso poetico, esistenziale e filosofico; è la
storia dell’io rappresentata in maniera discontinua differentemente da
quello di Petrarca
Da un lato le liriche sono riunite sulla base di un progetto ordinato dal
poeta, ma dall’altro, iniziando dal titolo, mostrano una certa
frammentarietà
-Vuole dare rilevanza al sonoro: la musicalità e il canto stimolano
l’immaginazione ed il piacere poetico che ne deriva fa aumentare la
vitalità delle passioni
La ripartizione interna è:
Canzoni civili del 1818-1821:
Leopardi attua una riflessione sulla crisi civile e culturale italiana.
L’impegno civile si connette al classicismo civile di Pietro Giordani
Il suicidio è il gesto estremo per protestare contro l’indifferenza degli dei, del Fato e delle leggi della
Natura , che negano la felicità all’uomo.
Le canzoni si basano sulla caduta delle illusioni e sulla constatazione della infelicità come condizione
inevitabile dell’uomo
Idilli scritti tra il 1819 e 1821 (piccoli idilli): Le tematiche sono diverse rispetto alle canzoni, perché
Il passero solitario (scritto negli anni ‘30) più intime e personali
L’infinito
anche il linguaggio è differente perché più semplice e
La sera del dì di festa
colloquiale
Alla luna
Il sogno
La vita solitaria
Leopardi stesso indica con il nome di idilli tali liriche. Nella letteratura antica (Presso i Greci) l’idillio indicava un
breve componimento poetico di ambiente agreste in cui il
Nell’idillio il protagonista è l’io con le sue sensazioni, poeta pastore descrive i suoi sentimenti.
affetti e sentimenti, rappresenta la vita interiore.
Leopardi recupera l’idillio in maniera originale: diventa un
Il paesaggio naturale non è decorativo né sfondo, ma a poesia sentimentale. Sgancia l’idillio dal paesaggio
idealizzato per immetterlo in un paesaggio reale ( quello
suscita precise sensazioni dalle quali nascono delle familiare e concreto di Recanati) e autobiografico.
emozioni.
Il contatto con la Natura non è una fuga dalla realtà in un
Ciò che è percepito dai sensi mette in moto l’immagi- mondo astratto, ma è motivo di emozioni, di conoscenza,
di riflessione filosofica.
nazione (che porta il poeta a guardare dentro di sé) e
provocano in lui l’idea di infinito e il ricordo. Con l’idillio Leopardi trasforma la sua esperienza
personale in quella universale.
Gli idilli sono esperienze emotive e conoscitive, sono
delle novità, che sono maturate dall’esperienza delle canzoni e si collegano.
Il tema del confronto antico/moderno, che dominava nelle canzoni, si ha anche negli idilli e si esplica su un
piano soggettivo nel confronto tra io presente /io passato tramite la ricordanza e nel confronto desiderio
del piacere e l’insufficienza di conseguirlo.
Altro tema è la presa di coscienza della sua condizione di fronte alla Natura.
Canzoni di cerniera
A metà della raccolta vi sono 2 liriche scritte nel 1826 e nel 1828 che segnano il passaggio dalla prima parte
dei Canti ( canzoni- idilli) alla seconda parte (canti pisano- recanatesi).
La prima parte è dominata dalla riflessione sulle illusioni, mentre nella seconda vi è la sperimentazione per
far rinascere la poesia dopo la crisi del 1822-‘23
Per quanto riguarda il piano ideologico si basano sul materialismo, sull’acquisizione della condizione
immutabile di infelicità dell’uomo, sull’indifferenza della Natura.
Leopardi presenta l’esperienza amorosa (dal momento della scoperta alla caduta dell’illusione amorosa).
Riguardo al pensiero il pessimismo resta inalterato, la novità è nella concezione dell’amore: l’amore è la
più grande delle illusioni, che la ragione non riesce a smascherare.
L’amore è un’illusione consolatoria perché grazie ad essa l’uomo può sperare nel piacere, ma
contemporaneamente è funesta perché non si può dominare.
La natura dell’amore è avvicinata alla morte, perché tendono all’assoluto (felicità illimitata).
L’amore è un’esperienza totale, che elimina ogni valore a tutto il resto e chi lo prova non teme la morte.
Stilisticamente Leopardi sperimenta un linguaggio nuovo ed uno stile nuovo, i quali abbandonano i modi
della poetica del vago e dell’indefinito per l’utilizzo di un lessico filosofico, periodi complessi o brevissimi,
musicalità aspra.
Ultimi canti
Vi sono 2 canzoni sepolcrali, in cui è presente una riflessione sulla bellezza che è transitoria e si distrugge
con la morte (ricordano il tema neoclassico e preromantico del sepolcro).
Negli ultimi canti si ha una polemica contro il suo tempo ed i miti del suo tempo.
La ginestra: in cui vi è un intento pedagogico rivolto ai contemporanei , i quali devono essere coraggiosi
nell’accogliere la verità della propria condizione e devono ricercare nuove ragioni di solidarietà e di
socialità.
LINGUA E STILE
Il lessico si basa sulla ricerca del vago e dell’indefinito a partire dal 1819.