GIACOMO LEOPARDI
→ è uno degli autori più importanti della letteratura italiana
- Nasce a Recanati nel 1798, primogenito di 10 figli (solo 5 sopravvissero perché i
genitori erano parenti) del conte Monaldo e della marchesa Adelaide Antici
→ appartiene a una famiglia aristocratica. Nel palazzo vi era un biblioteca ricca e fin
in tenera età mostra un interessamento esagerato, tanto che gli insegnanti vennero
allontanati solo ai 9 anni perchè non erano più utili per Leopardi (sono gli anni del
suo studio matto e disperatissimo)
- Le Marche a quel periodo era sotto il controllo dello stato della Chiesa quindi si
respirava un aria molto conservatrice
- La madre era molto austera, molto carente di affetto mentre con il padre aveva un
buon rapporto. Con le donne svilupperà un rapporto molto difficile, forse derivante
dallo stesso rapporto che aveva con la madre
- Lo Stato papale fino all’ultimo era contro all’unificazione d’Italia, al contrario di
Leopardi
- Lui si appassiona soprattutto a Omero (letteratura classica)
- Leopardi si schiera a favore dei classicisti, ma i classici non vanno imitati, bisogna
rivivere il rapporto diretto con la natura. Per Leopardi è necessario riprendere il
rapporto con la natura come faceva il mondo greco. Il mondo greco vive in simbiosi
con la natura e il 18 esimo secolo ha perso questo legame con la natura.
- Nei primi scritti la natura è benigna→ La natura ha dato all’uomo il potere
dell’immaginazione, quindi l’uomo era felice. L’infelicità deriva dalla diffusione della
società. Poi la natura diventa maligna
- Fugge da Recanati e cambia il suo pensiero → lui ha una poetica molto interessante
del vago e dell’ indefinito. E’ l’immaginazione che riesce a colmare questi dipinti che
sono indefiniti, mancano di qualcosa. Ed è proprio qui che interviene l’immaginazione
- 1819-21: prima parte poetica legata all’Infinito
- Leopardi è un autore che è assimilabile a un filosofo. Nelle operette morali ci sono
delle riflessioni che richiamano quelle di un filosofo → c’è un passaggio dal
pessimismo storico a un pessimismo cosmico dove la natura sarà maligna, è
antagonista, nemesi
- Si innamora di una donna Fanny Targioni Tozzetti→ amore non corrisposto perché
innamorata di Ranieri, un signore bello e arrogante, antiborbonico.
- presso i contemporanei non era molto stimato, si diceva che la sua poesia non
andava oltre alla sua gobba; sarà apprezzato più tardi
- Leopardi negli ultimi anni andrà dall’amico Ranieri presso Napoli con la speranza che
l’aria di mare possa essere utile per i reumatismi dai quali soffriva molto. Lui aveva
anche una passione per i dolci, e la pasticceria napoletana era una delle più famose
- A Napoli scoppiò anche un’epidemia di colera→ lui sarà molto colpito dal come
l’uomo è annichilito dalla natura, da come la natura è avversaria dell’uomo
- scrive un testamento poetico: la Ginestra
- muore nel 1837 a Napoli
OPERE
I canti
- sono una sua opera famosa e consta di 5 parti fatte a posteriori dai critici:
1. canti patriottici / canzoni => Leopardi è patriottico
2
2. idilli => termine che viene dal greco e che indica un componimento che verte
sulla natura idilliaca, una natura felice e magica. (Es. Arcadia= è una regione,
dove la natura è positiva). L’uomo contemporaneo è infelice perché pensa di
minare la natura mentre l’uomo del passato è felice perché viveva nella
natura e in simbiosi con essa. Qui la natura è ancora positiva
- tra la seconda e la terza face, capisce che l’infelicità è destinata all’umanità in quanto
tale, non conta se l’uomo fosse del passato o del presente (1924-25). in questa fase
inizia a scrivere in prosa
3. grandi idilli / canti pisano-recanatesi
4. ciclo di aspasia dedicati a Fanny, scritti presso Firenze. Aspasia è il nome
dell’amante di Pericle che conduce Atene fino alla guerra contro Sparta.
Aspasia è un eterea, è una donna istruita, una poetessa molto bella, versatile
nelle danze, è una accompagnatrice. Aspasia è un nome fittizio che vela
quello di Fanny.
5. canti napoletani => La scoliosi di leopardi si aggrava, va a Napoli sperando
che l’aria di mare migliori la sua salute. Presto si scatenerà il colera (l’uomo è
l’ospite del mondo, non è la sua vera casa)
Lo Zibaldone
- è l’insieme di tanti scritti, non è un'opera organica, è un diario personale
- pubblicato nel 1900 da Pascoli che lo pubblica come se fosse una vera e propria
opera, ma in realtà è come se fosse un diario. Ci da la chiave con la quale andare a
interpretare diversi scritti
Le operette morali
- è un'opera in prosa, sono dialoghi tra grandi personaggi storici o personificazioni. Ci
saranno sia personaggi fittizi che reali. L’impostazione è quella platonica (dialogo)
- a livello narrativo e temporale si pongono tra la 2 e 3 fase dei canti (i canti vengono
interrotti dalle operette morali)
- lui si dedica al vero e non al bello —> pessimismo cosmico
- L’ironia sarà una delle arme principali con cui Leopardi stiletterà intellettuali
dell’epoca (= ed è proprio per questo che chiama la sua opera “operette”)
- Lui si scaglia con il positivismo
- Per Leopardi l’uomo è destinato a vivere in un mondo che non è creato per lui
TESTI
A un vincitore nel pallone → I Canti
- Leopardi assiste a una partita di pallacorda, sport molto diffuso in quegli anni.
Leopardi va a Macerata. Lui dedica questo componimento a Carlo Didimi, coetaneo
e noto campione dello sport col bracciale
- Come in molti casi, lo spunto iniziale serve per una riflessione più profonda:
confronto tra gli uomini contemporanei e quelli più antichi
- Leopardi è nel pubblico che esalta questo atleta, era quasi visto come un eroe. Era
ben proporzionato, c’è armonia non solo estetica. E’ un eroe bello fuori ma anche
dentro. Leopardi fa un augurio per l’atleta: ovvero che il suo nome ci sarà nel corso
degli anni, non solo durante la sua vita, quindi gli augura fama non solo per la sua
vita ma per l’eternità
3
- Il nome Silvia è un senal, Leopardi ne era anche innamorato. Perchè il nome Silvia?
Perché si può ricollegare a Selva, e ci rimanda all’autore Tasso che lui ama molto, lui
dedicò una poesia a Silvia
- l’aspetto metrico non è centrale, molto importante è il contenut
- qui la natura è come se fosse un mostro
- non si riesce a sostenere lo sguardo con la persona amata, gli sguardi sono fuggenti.
Silvia si apprestava a essere una giovane donna
- lui sente che fuori dallo scriptorium c’è la vita, è come se sentisse Silvia cantare
mentre lui è chino sui libri
- lei è una giovane donna umile che tesse
- Ci troviamo a maggio, mese dello sbocciare delle rose, fiore dell’amore. La vita
stessa con la primavera fiorisce. Teresa durante queste giornate tesseva, lei è una
fanciulla molto umile, normal
- lei tesse, canta, mentre lui la ascolta => lui è nello studio ma percepisce la fanciulla
cantare dalla sua finestra. Lui la vede con gli occhi del cuore
- lui dinanzi a lei provava ineffabilità = incapacità dell’uomo nel raccontare la
complessità del sentimento
- Leopardi si rende conto che le speranze (amore) ormai sono morte ormai come
ormai lo è Silvia -è bastato un nulla per estirpare tutte le sue speranze, lei muore
prima di conoscere la complicità dell’amore e di quei sguardi fuggitivi. E’ morta
l’istante prima di poter conoscere l’amore
- Silvia stessa diventa una specie di martire (testimone) della natura matrigna, la
colpevole di aver strappato una vita che non era ancora germogliata
- se a Silvia le giovinezze, gli amori sono stati tolti dalla natura, allo stesso tempo sono
stati tolti anche a Leopardi. Con Silvia muore la speranza di Leopardi di poter
addolcire la sua vita
- Silvia assume dei connotati quasi messianici, la sua morte è come se testimoniasse
che la vita non è fatta per l’uomo
- si pone una domanda: questo è veramente il mondo che desideravamo? E’ questa la
sorte dell’umanità?
- la morte alla fine è l’unica certezza
- il pastore personifica la Luna e le chiede: dopo milioni di anni non sei stanca di
mirare sempre le stesse Terre?
- inizia un paragone tra il pastore e la Luna: anche lui si alza e tutte le mattine muove il
gregge e poi la notte si riposa. (Conduce da sempre la stessa vita). Da un lato il
pastore è appagato della sua vita però si può insinuare che il pastore non aspetta
altro perché non ha altre possibilità di scelta => c’è un paragone tra la vita infinita
della Luna (creato immortale) e quella degli uomini che è come se fosse un breve
viaggio
- nella seconda parte c’è un Altro protagonista: un vecchierello (potrebbe anche
essere il pastore invecchiato). Si elencano tutte le azioni che il vecchierello ha fatto
durante la sua vita. Abbiamo una figura retorica: asindeto (la fatica che proviamo nel
leggere questi versi, ci da l’idea della fatica che il vecchietto prova, del vivere stesso)
- la morte è l’unica cosa che pone fine all’affanno
- appello alla Luna come Vergine Luna: riferimento ad Artemide, sorella di Apollo che
fa un voto di castità. La luna è Vergine, non appartiene alla vita mortale e non può
conoscere la fatica e la sofferenza di quest'ultimo
- l’uomo nasce a fatica e la mamma rischia anche la morte durante il parto. Il bambino
inoltre appena nato piange perché respira (prima si trova nella placenta dove è
abituato ad un ambiente liquido, per questo quando sente l’aria inizia a piangere) = la
vita è come se fosse un trauma. I genitori cominciano a consolarlo non solo al
principio ma durante tutta la vita. Quindi che senso ha far nascere qualcuno per poi
consolarlo su quest’ultima? Perché se la vita è tragica si mantiene?
- la Luna è solitaria, eterna, peregrina. Il pastore pensa che lei sappia quale sia il
segreto del perché l’uomo soffre. Anche se ciò fosse vero il pastore non lo saprà
perché la Luna non continua il discorso.
- Se l’uomo vive affannandosi e l’affanno porta alla morte, a cosa serve l’amore?
- il pastore si interroga sul creato, sulle stelle e vuole capire quale sia il motivo della
loro esistenza ma non comprende nulla. Il pastore però comprende che la luna
conosce tutto
- Il pastore tecnicamente non è da solo a cantare alla luna, ma è accompagnato dalle
sue pecore. Il pastore invidia il gregge perché loro non soffrono il tedio, ovvero la
noia (tempo libero che porta l’uomo alla consapevolezza)
- per la filosofia del taoismo, il gatto è la perfezione, ha raggiunto la consapevolezza
della propria vita, il gatto ha la mente sgombra
- Nell’ultima strofa il pastore smonta ogni ipotesi sulla possibilità che le forme di vita,
anche diverse dall’uomo, possano essere felici: è invece più probabile che la vita sia,
in sé stessa, una sventura, in ogni condizione.
il passero solitario
- componimento libero, versi liberi, presenza di musicalità
- il passero appare sopra la torre di un campanile. Canta tutti il giorno finché arriva la
sera. Il passero canta durante la primavera che simboleggia la rinascita, la vita,
l’amore.
- il passero è solitario, ammira tutto il creato, tutta la rinascita in disparte. Il passero
non è consapevole della bellezza dell’età che sta vivendo (come Leopardi stesso)
- né il passero né il poeta si stanno godendo la loro giovinezza, vivono in solitudine,
lontani da tutti gli altri. La solitudine porta il passero e Leopardi a non apprezzare la
loro vita
8
- differenza tra il passero e il poeta: il fatto che il passero sia solo è un qualcosa di
naturale, tutti i passeri sono soli in natura. Leopardi non è solo per natura ma è una
sua scelta
- Si può intuire che Leopardi è solo perché è vittima di se stesso
- L’ultima strofa ci dice che quando Leopardi penserà alla giovinezza si pentirà di non
aver colto l’attimo in quella magnifica età, se avrà tempo e modo di poterlo fare
la ginestra o il fiore del deserto → ultima fase de canti napoletani (natura malvagia)
- A Napoli si diffonde l’epidemia di colera e Leopardi racconterà tutte le scene
macabre che vedrà -Leopardi fa una gita, una scampagnata. Lui passeggia già con il
bastone in un luogo molto pericoloso ma meta di escursione rinomata, Va a vedere il
Vesuvio
- la ginestra o il fiore del deserto è nota per crescere in zone dove non vi è vit
- “E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce” => gli uomini preferivano
l’ignoranza dell’ antropocentrismo, l’illusione della speranza che l’uomo sia al centro
del mondo, che sia stato creato per lui. Ma ha anche una matrice filosofica perché
richiama anche il positivismo = si crede nel progresso.
- Leopardi crea questo brano per la ginestra, di colore giallo, molto profumata. La
ginestra si appaga dal deserto, in quest’ultimo non vi è nulla se non quest’ultima.
Leopardi non è la prima volta che la vede, la vede anche a Roma nelle sue rovine
- l’idea di un tempo c’era vita mentre ora non più. la ginestra è amante dei luoghi tristi
e abbandonati a sé. I luoghi dove la ginestra cresce oggi, un tempo c’era vita, ma poi
madre natura tolse questa vita (es. Pompei che fu sommersa dalla lava del vulcano)
=> metonimia
- i luoghi sono sommersi dalla lava e dalla cenere che è infeconda. Il coniglio fa la tana
dove non c’è l’uomo, nei boschi; mentre le bisce strisciano tra le pietre
- ci furono delle ville contente e campagne colte come Pompei e Ercolano sommerse
dalla lava fuoriuscita dal cratere.
- il fiore è nobile d’animo (richiama lo Stilnovo) = nobile la natura di colui che accetta il
destino. stoicismo = rassegnazione positiva che porta alla determinazione
- la natura in parte può distruggere quello che l’uomo fa con un moto tranquillo (ad
esempio un alluvione), oppure con moti meno lievi (litote = affermare qualcosa in
maniera un po’ più tenue, negando il contrario) quindi molto violenti che può fare
tabula rasa, distruggere tutto
- Leopardi crede che non ci sia un vero progresso in quanto crede che l’uomo sia
condannato a un mondo che non è fatto per lui
- Per Leopardi il progresso vero sarà la consapevolezza dell’uomo che il progresso
non ci sarà -l’uomo può illudersi del progresso perché la natura può eliminare tutto
- Leopardi crede che gli uomini si debbano allearsi contro la natura
- vv 149/150= metafora molto importante che indica l’ampia natura che stringe tutti i
mortali in una catena sociale, ovvero la catena degli uomini come dei soci alleati.
L’uomo deve essere pronto
- per una guerra contro la stessa natura che lo ha creato => è un qualcosa di non
realizzabile (utopia)
- la natura non è solo malvagia ma è anche indifferente
- La ginestra lentamente cresce laddove c’è la cenere (questo sottolinea che il compito
che ha non è semplice). Non è la ginestra che decide di crescere in questi luoghi ma
è la natura che decide per lei. Ognuno non può scegliere il proprio destino.
9
Amore e morte
- Appartiene alla quarta fase dei canti, il ciclo di aspasia (Senhal per Fanny)
- l’amore qui inizia ad acquisire una certa forza
- l’amore e la morte sono le sensazioni che percorrono la vita di tutti. La morte la vede
come una bella fanciulla sulla quale appoggiare il capo. (=la morte accoglie)
- nel tardo romanticismo vi è un forte fascino per la morte.
- L’amore può essere una grandissima forza che può aiutare ad affrontare il fardello
della vita, ma è una forza sovrastata dalla morte. L’amore viene proiettato anche
nelle classi più umili. L’amore è aprirsi al prossimo. L’amore non sarà mai alla pari
della sofferenza che la vita ci impone (morte)
- il sentimento amoroso è sempre accompagnato da un sentimento di morte
Tema
1. piacere = teoria del piacere; la quiete dopo la tempesta; il sabato nel villaggio.
L’uomo tende al piacere infinito, ma nella natura non esiste quindi non riuscirà mai a
raggiungerlo. Per l’epicureismo il saggio deve allontanare quei piaceri che non riesce
a controllare. Non si esaurisce il piacere per Leopardi (l’uomo è finito) se non con la
morte stessa. Il piacere e il desiderio è una tensione perenne, non finisce mai, per
questo porta all’insoddisfazione.
- Il piacere nella quiete dopo la tempesta viene visto come una sospensione
temporanea della consapevolezza del male.
- Anche nel dialogo di un venditore si tratta il tema del piacere e del desiderio.
C’è il desiderio che nel futuro ci attenda un vita migliore, ma la speranza
molte volte si mischia con l’illusione che ci porta all’insoddisfazione
2. Tedio = noia, intesa come fastidio. Sentimento che il pastore prova mentre erra
nell’Asia. Il pastore appena cessa di svolgere la sua attività, viene assalito dal tedio,
a differenza delle pecore. Lui se non ha attività da svolgere inizia a pensare e il
pensiero lo porta alla sofferenza. La felicità è mancanza di dolore.
3. Pessimismo = non è il termine migliore per descrivere Leopardi. Il suo pessimismo è
dolore, un dolore storico. Leopardi avverte i limiti della natura umana, tutta chiusa
nella prigione della materia, in contrasto con la sua innata aspirazione dell’assoluto