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Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna da una famiglia della piccola borghesia
rurale. La vita serena del nucleo familiare viene sconvolta da una tragedia, l’uccisione del padre, che creò difficoltà
economiche alla famiglia. Pascoli studiò presso università di Bologna dove frequentò la facoltà di lettere e si avvicinò
all’ideologia socialista. Dopo la laurea iniziò la carriera di insegnante liceale. Pascoli vive con le due sorelle
ricostruendo così il nido familiare che i lutti avevano distrutto. La chiusura in questo nido familiare però rivelano la
fragilità della struttura psicologica del poeta che cerca di proteggersi da quello che è il mondo esterno.
Il legame morboso che instaura con le tue sorelle impedirono di realizzarsi pienamente nella vita sentimentale.
Questa condizione di fragilità caratterizzata da un carattere turbato tormentato, morboso, si riflette anche nella
poesia che cela una sensibilità tormentata e decadente.
La visione pascoliana del mondo rispecchia la crisi del positivismo perché è caratterizzata da una profonda sfiducia
nella scienza come strumento di conoscenza. Per pascoli al di là della scienza si apre l’ignoto, verso cui l’anima è
ansiosa. Questa tensione però non sfocia in una fede religiosa positiva; il fascino del cristianesimo resta nei limiti del
messaggio morale di fraternità. Per pascoli il mondo appare frantumato e disgregato e questo si riflette anche nella
sua poetica. Gli oggetti materiali hanno un rilievo fortissimo nella poesia, si caricano di valenze simboliche che
rimandano a messaggi misteriosi. Tra l’io e il mondo esterno non c’è distinzione e le e cose acquistano una fisionomia
antropomorfizzato. La visione del mondo pascoliana rientra nella cultura decadente e si conforma alla visione
dannunziana.
Da questa visione scaturisce la sua poetica, formulata principalmente nel saggio Il Fanciullino; L’idea centrale è che
il poeta coincide con un fanciullino che vede tutte le cose come se fosse la prima volta, con ingenuo stupore e
meraviglia. L’atteggiamento irrazionale e intuitivo consente una conoscenza profonda della realtà e permette di
cogliere direttamente l’essenza segreta delle cose. Il poeta appare come un veggente, dotato di una vista più acuta di
quella degli uomini comuni, capace di spingersi oltre le apparenze sensibili. Al decadentismo rinvia anche l’idea di
una poesia pura che non ha finalità propagandistiche o etiche, è spontanea e può ottenere effetti di suprema utilità
morale e sociale. La poesia si configura come una forma di conoscenza immaginosa secondo una concezione
tipicamente decadente che ha le proprie radici nel romanticismo. Nella poesia pura Pascoli ritrova un messaggio
sociale cioè quello di un’utopia umanitaria che invita all’affratellamento di tutti gli uomini. Questo rifiuto della lotta
tra le classi si traduce anche nello stile. Pascoli ripudia il principio aristocratico del classicismo e considera ricchi di
poesia anche argomenti più umili.
In gioventù Pascoli si avvicina alle ideologie politiche anarchico-socialiste, ma si allontana dalla militanza politica
dopo essere stato in carcere e dopo che il socialismo romagnolo si accosta all’ideologia marxista della lotta di classe.
Egli abbraccia una generica fede umanitaria nutrita di morale evangelica che auspica a un'utopica armonia tra classi.
Di fronte l’affermazione del capitalismo egli realizza la classe dei piccoli proprietari terrieri sostenitore dei valori come
la famiglia, la solidarietà, la laboriosità. Il socialismo umanitario di Pascoli spiega il nazionalista che caratterizza
l’ultima stagione della sua produzione. Egli risente del dramma di italiani costretti ad emigrare dal proprio paese e
giustifica le conquiste coloniali che possano dar terra e lavoro ai più poveri.
Sappiamo che la poesia pascoliane ha una sensibilità decadente, tuttavia Pascoli nella sua vita quotidiana ed
intellettuali è l’esatto contrario del poeta maledetto che rifiuta la normalità borghese, egli incarna l’immagine
dell’uomo comune appagato dalla sua vita modesta. Pascoli si presenta come il cantore della realtà comune e dei
suoi valori. La celebrazione del piccolo proprietario rurale gli garantisce la dignità e la libertà. La poesia è
caratterizzata dal sogno di un’unità affratellata che trova una consolazione al male di vivere da cui scaturiscono temi
come: bimbi morti nel freddo e nella miseria, orfani, dolori. Pascoli ritrova nella poesia anche un valore pedagogico
ed è la tragedia familiare scaturita dall’assassinio del padre esso ricava una vicenda esemplare da cui può individuare
’idea del male che è presente tra gli uomini e la necessità del perdono. Da questo filone pedagogico nasce il poeta
vate che si fa carico di cantare le glorie della patria. Il Pascoli decadente sa cogliere il mistero al di là delle cose più
banali caricandole di sensi simbolici che esprimono le angosce e le lacerazioni della conoscenza moderna che
proietta nella poesia le sue ossessioni profonde.
L’opera di Pascoli è caratterizzata da un linguaggio innovativo che si avvia verso la poesia del 900. Il rifiuto di una
sistemazione logica si riflette nella sintassi spezzata, nel rilievo dato all’aspetto fonosimbolico delle parole e nell’uso
frequente di procedimenti analogici.Sul piano lessicale termini da diverse lingue, dialetti e registri sono affiancati a
un plurilinguismo che pone fine a ogni gerarchia tra oggetti. Pascoli sperimenta nuovi ritmi piegando la metrica in
direzioni del tutto inedite,
Nel corso degli anni 90 Pascoli lavora contemporaneamente a vari generi poetici affrontando diversi temi con
soluzioni lontane tra loro.; la distribuzione dei componimenti di Pascoli sta a un ordine che segue ragioni formali di
natura stilistica e metrica. La prima vera raccolta fu Myricae contenente 22 poesie dedicate alle nozze di amici. Le
poesie, in versi brevi, si presentano come quadretti di vita campestre ma ai dettagli naturalistici evocano
simbolicamente sensi arcani legati spesso all’idea della morte. I Poemetti hanno un taglio narrativo è un respiro più
ampio, sono composti di regola in terzine dantesche raggruppati in sezioni. Molte poesie sono dedicate al mondo
rurale idealizzato ed idilliaco, mentre in altri emergono tematiche morbosamente decadenti, mentre in altri emergono
tematiche per morbosamente decadenti.La linea di Myricae è continuata nei Canti di Castelvecchio Dove ritornano
immagini della vita di campagna in una veste più lirica. I componimenti si susseguono secondo il succedersi delle
stagioni. Anche qui ricorre il motivo della tragedia familiare e dei cari morti Ma non mancano temi più inquietanti e
morbosi che danno corpo alle ossessioni del poeta:l’eros e la morte.I Poemi conviviali sono ispirati al mito e alla
storia antica in cui si proiettano le inquietudini e le angosce della modernità. Caratteri simili presentano i Carmina
scritti in latino e pubblicati postumi. Le ultime raccolte traggono spunto dalla storia dell’attualità e celebrano i valori
razionali.

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