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GIUSEPPE PASCOLI

VITA
 Nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna
 Pascoli è insieme a D'Annunzio il maggior poeta decadente italiano
 Il 10 agosto 1867, il padre viene ucciso. Grazie ad una borsa di studio frequenta
l'università di Bologna, diventando allievo di Carducci.
 Entrato in contatto con i pensieri socialisti, partecipa ad una manifestazione non
autorizzata e viene arrestato. Rimane a Livorno con le sorelle Ida e Maria fino al
1895, anno del matrimonio di Ida. Il fatto turba  molto Pascoli, che con le sorelle
era riuscito a ricostruire il tanto sognato nido.
 Nel 1891 pubblica "Myricae" e ne l1895 si trasferisce con Maria in provincia di
Lucca, Morirà malato a Lucca nel 1912.

Pensiero e Poetica
 La lirica pascoliana è fondata sulla "poetica delle cose", contro quella "delle
parole" di D'Annunzio.
 In Pascoli si incontrano l'ispirazione classicista e la modernità; L'ispirazione
classicista si coglie nell'interesse per la letteratura classica, mentre la modernità
in Pascoli è vista nell'accettazione degli atteggiamenti e della sensibilità di fine
'800.
 Nella sua poesia sono abbondanti le figure retoriche come sinestesia e analogia,
tipiche del simbolismo, oppure i toni preziosi ispirati all'estetismo nonostante
questo però si nota come Pascoli sia presente una sostanziale sfiducia verso la
conoscenza scientifico-razionale della realtà.
 Pascoli si ispira a Platone e a Leopardi, entrambi dichiarati nel Fanciullino.

Il fanciullino
La caratteristica più importante di Pascoli rimane comunque la poetica del fanciullino.
Il tema dell'infanzia è talmente ricorrente nella sua produzione tanto da incarnarsi
nell'essenza stessa della sua poesia. Pascoli esprime questa nuova concezione nella
prosa del 1897 intitolata "Il Fanciullino", pubblicata sulla rivista "Il Marzocco".
Attraverso intuizioni e capacità percettive particolari, il fanciullino coglie ciò che gli
adulti non colgono più. Questo anche grazie a capacità tipiche dei bambini, come lo
stupore e la fantasia, attraverso le quali il poeta riesce ad andare al di là degli oggetti e
a metterli in relazione. L'unico rifugio possibile per Pascoli sta nella rete degli affetti
famigliari.

La morte
La morte è il tema che permea l'universo pascoliano, i numerosi lutti, la sottile
inquietudine presente in ogni poesia e il peso opprimente dell'ingiustizia umana sono i
temi principali in Pascoli.

La "poetica delle cose"


Gli oggetti sono poetici a prescindere da loro essere in quanto sono simboli di un
ricordo, di un'emozione, di una condizione. Il loro significato non dipende da una
precostituita scala di valori ma da un'ordine di tipo psichico.
Il mondo di Pascoli si riempie infatti di particolari dal nome esatto, spesso
accompagnati da un suono; la dimensione uditiva e fonosimbolica diviene centrale in
Pascoli.
Tra le cose pascoliane, l'amore e l'eros non hanno molto spazio ma se ne sente la
suggestione fra i versi.

OPERE
Il fanciullino
Tramite questo scritto, uscito nel 1897, Pascoli dichiara i fondamenti della sua poetica.
Il titolo richiama alla dimensione infantile e all'idea di uno sguardo poetico ed ingenuo
del mondo; persino da adulti dentro di se si può ricoprire il fanciullino. Secondo
Pascoli la poesia si limita a scoprire il poetico, non a crearlo, allargando così gli
orizzonti delle cose poetabili. Nel periodo storico in cui Pascoli crea la sua poetica si
sviluppano alte figure portanti destinate a cambiare per sempre lo sguardo sull'uomo.
Una di queste era Sigmund Freud, fondatore della psicoanalisi, che con i suoi studi si
concentra sulla sessualità nell'infanzia, cosa della quale Pascoli fugge, portandone alla
luce solamente aspetti che richiamino all'ingenuità dei bambini.
Myricae
Una raccolta di 156 poesie composte tra il 1890 e il 1900 il cui titolo ricopia il nome
latino di un arbusto: le tamerici. L'ispirazione viene da un verso delle "Bucoliche" di
Virgilio "non omnis arbusta iuvant humilesque myricae" - "non a tutti piacciono gli
arbusti e le umili tamerici". In questi componimenti, invece, l'obiettivo di Pascoli è di
parlare di  cose semplici e umili, che facciano parte dell'uomo ordinario".

TEMI
Il rapporto con i classici si identifica soprattutto con le contrapposizioni tra Pascoli,
che esalta le piccole cose, e il mondo classico, che narra le vicende dei grandi eroi.
Componimenti brevi, senza schemi metrici, abolizione della rima.
Abbandona i vecchi poemi e le strutture metriche ridondanti.
Il lutto e la morte sono altri temi fondamentali ----> Pascoli non riesce a superare il
dolore per la perdita del padre e dei parenti.

Il nido famigliare ---> è un tema ben rappresentato nella lirica "X Agosto": il nido si
propone come domicilio sicuro e inviolabile entro cui il poeta realizza la propri serenità
ed equilibrio.
Il nido però non coincide nella forma del matrimonio bensì nei legami di sangue tra
individui della stessa famiglia.
Il nazionalismo di Pascoli ---> è esemplificato del concetto per gli italiani, legati alla medesima
patria rappresentano un altro "nido" percepibile nell'idea di nazione.
La natura, intesa sia come paesaggi sia come simboli, non è solo lo sfondo della vita del poeta
---> viene infatti colta come una natura reale.
Spesso Pascoli parlerà dei lavoratori o della loro vita, non rinunciando all'aspetto bucolico-
idillico. In questo differenzia da Verga, che nei suoi scritti parlerà negativamente della vita dei
contadini e delle persone povere, evidenziando le privazioni.
Il tema della fratellanza si nota nella lirica pascoliana nell'obiettivo di unirsi per sconfiggere gli
altri uomini cattivi, differenziandosi così da quello di Leopardi che è sconfiggere la natura
malvagia, è infatti presente un incombente senso della crudeltà degli uomini.

X Agosto ---> è la principale poesia in cui Pascoli rievoca la tragedia famigliare


scoppiata in seguito all'uccisione del padre avvenuta proprio il 10 agosto del 1867,
nella notte di San Lorenzo.
Nel componimento vi è anche l'importante tema tanto affrontato dalla poesia
pascoliana, quella del nido.
Al centro della poesia vi è l'accostamento della famiglia di Pascoli con una famiglia di
rondini.

L'analogia fra l'uomo e la rondine non è basata solo sul loro sacrificio, ma anche sulla
loro esclusione forzata dal nido il quale è rappresentanza della famiglia, che protegge
l'individuo dai mali e dalle insidie che sconvolgono il mondo esterno.
Canti di Castelvecchio ---> La raccolta viene pubblicata nel 1903 e trae ispirazione
dalla tradizione in quanto nel titolo vengono ricordati i Canti di Leopardi.

L'allusione non è casuale --->  In quel periodo Pascoli aveva commentato due opere di
Leopardi, "La Ginestra" e "Il sabato del villaggio" .

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