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Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna nel 1855. Trascorre un’infanzia agiata fino a quando perde
il padre che gli viene ucciso per una fucilata al suo ritorno a casa.

Negli anni successivi perde anche la madre e due fratelli e si trasferisce a Rimini con i fratelli rimasti -> il
lutto del padre segnerà in modo permanente l’animo del poeta e lo ritroveremo nelle sue poesie.

Si iscrive alla facoltà di lettere di Bologna grazie a una borsa di studio (esaminato anche da Carducci per
ottenerla-> ritroveremo riferimenti a Carducci anche nelle poesie), ma che perde per dei suoi
coinvolgimenti nella politica poiché aveva partecipato a una dimostrazione contro il ministro dell’istruzione.

Sarà costretto a interrompere gli studi universitari, si avvicina all’ambiente del socialismo, parteciperà a una
manifestazione che lo porterà alcuni mesi di reclusione. Finita la reclusione, si allontana dalla vita politica,
riprende gli studi fino a laurearsi nel 1882 in letteratura greca.

Il nido per Pascoli assumerà una tale importanza che svilupperà una sorta di gelosia e angoscia nei confronti
del matrimonio della sorella Ida.

Pascoli partecipò anche alla vita culturale senza momenti scandalosi, collaborerà con alcune riviste più
prestigiose dell’epoca e poco prima della morte nel 1912 pronuncia la frase ->La grande proletaria si è
mossa a sostegno dell’impresa coloniale in Libia.

Poetica del fanciullino-> Pascoli sostiene che il poeta è colui che riesce a riscoprire quel lato infantile che è
presente in ogni uomo, ma che viene soffocato una volta adulto.

Per Pascoli il poeta è un uomo umile che gioisce nello scoprire le cose più genuine mentre D’annunzio si rifà
alla teoria del Superuomo di Nietzsche in cui il poeta possiede delle qualità superiori che lo elevano dalla
massa.

In Pascoli è molto presente il simbolismo (in cui viene riprodotto attraverso immagini e simboli quello che
non si può vedere a occhio nudo) ->es. la poesia “X Agosto”

L’opera principale di Pascoli è Myricae -> in italiano corrisponde a “Tamerici” che è il nome latino di un
arbusto e preso da Virgilio nelle bucoliche virgiliane.

L’opera si compone di una serie di poesie suddivise in 15 sezioni. Il poeta affronta due tempi importanti -> la
morte del padre e la natura che ha una funzione di consolazione->Pascoli vuole costruire un contrasto tra le
vicende dolorose della sua vita e la dimensione di pace offerta dalla natura.

Si attueranno in parte le intenzioni dell’autore poiché dietro a un’apparente armonia e positività della
natura si nasconde sempre la minaccia della presenza della morte (tema molto presente in Pascoli)

Nella sua forma di poesia userà una metrica chiusa forzata dagli enjambement, stile nominale e paratattico,
regionalismi, lessico preciso ->la sua poetica divisa tra tradizionalismo e sperimentalismo.

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