Uno degli autori che abbiamo studiato che ha subito un trauma in età infantile è
stato proprio Giovanni Pascoli con la perdita di suo padre
Giovanni Pascoli rimane così colpito dall’assassinio del padre avvenuto il 10 agosto 1867 da non riuscire mai a superare quel dolore il trauma subito nell’infanzia rivela la fragilità della struttura psicologica di Pascoli e lo spinge a chiudersi gelosamente nel nido familiare e in età adulta ad avere un attaccamento morboso per le sorelle .la sua fragilità emotiva spinge Pascoli a scrivere Myricae una raccolta di liriche dedicata al padre nelle quali egli dimostra di credere che la natura sia ludica grado di consolarla dalla disperazione provata nell’aver perso i propri cari. Fondamentale per capire come la morte del padre abbia turbato il Pascoli bambino e la poesia 10 agosto che fa parte della quarta edizione di myricae in questo testo compare un’analogia tra una rondine morta mentre sta portando al proprio nido il cibo per i suoi piccoli e il padre di Pascoli ucciso proprio mentre sta tornando a casa dopo una giornata lavorativa entrambi appaiono lo sfortunato simbolo dell’innocenza delle vittime del mondo:Il poeta descrive le stelle cadenti tipiche di quella notte come un pianto del cielo anche se addolorato la quanto avvenuto Ognuno al proprio modo di affrontare un momento così difficile e doloroso la difficoltà del rassegnarsi al fatto che la persona così importante non possa tornare più e che la vita possa andare avanti comunque Pascoli non riuscirà mai a superare questo trauma resterà per sempre legato un forte bisogno di protezione isolamento e la sua poetica la morte del padre quella della rondine diventa un simbolo di dolore universale e della giustizia del mondo Il trauma lasciò segni profondi nel futuro poeta. La famiglia cominciò a perdere il proprio status economico e successivamente a subire una serie di numerosi lutti, Secondo Pascoli, il poeta è il fanciullo che sopravvive nel profondo di ogni uomo. Come un bambino che vede le cose per la prima volta, il fanciullino dà il nome alle cose usando un linguaggio che va oltre la comunicazione verbale e va direttamente all’intimo delle cose. Grazie al suo modo di percepire le cose, il poeta fanciullino ci fa conoscere la verità. La poetica pascoliana diventa, di fatto, una regressione al mondo dell’infanzia. Ed è proprio da questo che nascono temi e simboli che ritroviamo spesso nella produzione di Pascoli e che riportano il lettore ad un mondo chiuso, rassicurante, protetto dal caos e dalla violenza del mondo esterno.