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Giovanni Pascoli e la sua infanzia

Nasce a a San Marco di Romagna, in provincia di Forlì, nel 1855. Ebbe una infanzia
segnata da un terribile evento, che segnerà per sempre la sua vita e tante sue opere,
l’uccisione del padre Ruggero. La morte del genitore avvenne il 10 agosto del 1877. Il
padre del poeta era amministratore delle proprietà dei principi di Tortona. In quel giorno
egli tornava a casa e viene ucciso da ignoti. Ciò che fece più male al poeta è il non aver
mai saputo chi avesse ucciso il padre. Questo avvenimento, unitosi ad altri lutti familiari,
lo prostra profondamente ed egli non riuscirà mai a rassegnarsi a questo doloroso
avvenimento e che in seguito casa si che il poeta si convinca che il mandante o l’autore
del delitto sia una persona in uente che temeva che il padre potesse denunciare un
accadimento increscioso. Dopo l’omicidio, la famiglia è costretta a lasciare la casa e ciò
aumenterà ancor di più l’a etto dei familiari. A questo lutto si aggiungono le morti della
mamma e della sorella e questi ulteriori lutti segneranno profondamente la vita del poeta.

Nel 1873, nonostante le molte di coltà, il poeta prosegue gli studi e si laurea a Bologna.
Nel 1905 fu allievo di Giosuè Carducci e in quell’anno gli successe alla cattedra di lettere
dell’Università di Bologna. Ottiene vari incarichi in diverse universitá italiane. Costretto per
esigenze lavorative a vivere e lavorare in città, riesce a fare frequenti sortite nel suo luogo
natio, rimanendo sempre attaccato alla campagna e non dispera di ricreare gli a etti
familiari. Nel 1885 Pascoli riesce a riunire nella sua casa di Massa le sorelle minori Ida e
Maria e il fratello Giovanni, verso le quali prova un atteggiamento paterno e garantisce
loro le necessità materiali col suo lavoro. Fra i tre fratelli si instaura un legame profondo,
però il fatto di essersi riunito ai fratelli non cancella il ricordo dei suoi genitori e della
sorella scomparsa. Nel 1891 pubblica la sua prima raccolta di poesie intitolata “Myricae”.
Nel 1885 la sorella Ida si sposa e rimangono lui e la sorella Maria e con la sorella va a
vivere a Castelvecchio, in Toscana, sul colle omonimo che diventerà il suo nido, il suo
rifugio. Muore a Bologna nel 1912.

Le opere

In un articolo pubblicato nel 1897 intitolato “ Il fanciullino”, Pascoli spiega perché ha dato
quel titolo, ossia che, pur adulti, le persone conservano nel proprio intimo ancora dei tratti
dell’infanzia che non vengono meno neppure in età adulta. Egli a erma che il poeta deve
osservare il mondo con lo sguardo puro e stupito di un fanciullo che si meraviglia di tutto.
Questa raccolta è ispirata alla campagna e agli a etti familiari. Il termine in latino del
termine Tamerigi, ossia degli arbusti che crescono in prossimità del mare e siccome il
poeta parla di poesia pura, spontanea, egli fa riferimento a questo tipo di pianta, che
nasce spontanea. Solo il poeta è in grado di intuire i profondi legami fra le cose di
esprimerli con le parole che vengono scelte non per la capacità di de nire un oggetto ma,
semplicemente, per la capacità di suggerire e di evocare sensazioni, soprattutto per la
loro musicalità.

Nei versi di Pascoli, infatti, troviamo molti termini suggestivi e musicali e immagini
simbolo, che alludono agli aspetti segreti e misteriosi della vita.

Fra le altre opere poetiche ricordiamo “I canti di Castelvecchio”, “ I poemetti” , i “Nuovi


poemetti” e i “Poemi conviviali” in lingua latina. Le tematiche principali in queste opere
sono la morte, il senso del cosmico e il mistero del senso della vita umana. Per Pascolo la
vita è un immenso mistero in cui prevalgono so erenza e dolore e ciò lo porta a ripiegarsi
in se stesso ed a cercare di comprendere questo mistero della vita, senza riuscirci nella
meditazione e nella introspezione interiore. Per Pascoli, solo le piccole cose quotidiane
assumono un signi cato che va al di là di ciò che tutti vedono o sentono, non essendo
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che simboli del reale. Di qui il termine Simbolismo applicato alle poesie di Pascoli. Altra
tematica e la natura, descritta dal poeta attraverso impressioni visive e musicali dei versi
poetici. La ricerca della suggestione musicale nei versi poetici sarà uno dei tratti distintivi
della poesia pascoliana (uso delle anatopee, struttura particolare delle rime, assonanze,
metonimie, allitterazioni). Accanto a parole tradizionali compaiono espressioni tratte dalla
vita quotidiana.

Come già detto, il 10 agosto 1877 e la morte del padre ma quello stesso giorno si
festeggia la Notte di San Lorenzo, associato al fenomeno delle stelle cadenti. Per il poeta
questo fenomeno costituiscono il pianto del cielo di fronte alla cattiveria e alla crudeltà
umana. Egli compone la lirica nella quale egli rievoca la morte del padre associata al
fenomeno delle stelle cadenti. La lirica e formata da quartine di endecasillabe e novenari.

Nella lirica il poeta dice che sa il motivo del fenomeno dei corpi celesti in caduta. La gura
retorica della rondine che, nel tornare al suo nido viene uccisa, vede una similitudine tra
la rondine e ciò che successe al padre. La rondine portava nel becco un insetto che
costituiva il cibo per i suoi piccoli. Uccisa, giace in terra con le ali aperte ed è come se
chiedesse al cielo il perché della sua morte. Anche un uomo tornava al suo nido, ma
l’uccisero e, come la rondine, tornava al suo nido. Il poeta si immagina che le ultime
parole del padre siano di perdono al suo uccisore. Egli rimane immobile, stupito di fronte
ad un delitto assurdo e indica al ciel lontano le bambole. Nella casa romita, solitaria, lo
aspettano invano. Il poeta si rivolge al Cielo, ossia a Dio, dicendo che la Terra è un luogo
dove regna il male.

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