Sei sulla pagina 1di 15

GIOVANNI PASCOLI

contesto storico :​ ​Destra e Sinistra storica, Seconda rivoluzione


industriale, imperialismo, età giolittiana.
contesto culturale:​ ​decadentismo, simbolismo

​Vita

● Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna (Forlì) nel 1855,


il padre è fattore dei principi di Torlonia. Studia nel collegio degli
Scolopi fino al 1871.

● Dopo l’uccisione del padre (10 agosto 1867) si trasferisce con la
famiglia a San Mauro.

● Completati gli studi liceali e vinta una borsa di studio, si iscrive alla
facoltà di lettere a Bologna. Durante gli anni universitari aderisce al
movimento socialista rivoluzionario di Andrea Costa.

● E’ arrestato nel 1879 per aver partecipato a una dimostrazione
anarchica, dopo quattro mesi di carcere è assolto al processo,
grazie alla testimonianza in suo favore da parte di Carducci.

● Riprende gli studi e si laurea nel 1882. L’anno seguente inizia a
insegnare nei licei e incomincia la sua produzione di opere in
latino.

● Collabora alla rivista “Vita nuova” di Firenze sulla quale pubblica
delle liriche con il titolo Myricae e sul “Convito” pubblica dei
poemetti classicisti che in seguito intitolerà Poemi conviviali.

● Con le medaglie d’oro vinte ai concorsi internazionali di poesia
latina di Amsterdam, prende in affitto e poi acquista una casa a
Castelvecchio.

● Nel ​1895 insegna grammatica latina e greca a Bologna, Messina e
Pisa.
● Nel ​1905 succede a Carducci alla cattedra di letteratura italiana
all’università di Bologna. Diventa un grande oratore, scrive
importanti discorsi come La grande proletaria si è mossa in
occasione dell’impresa libica.

● Muore di cirrosi epatica a Bologna nel 1912.

Poetica
​ assaggio dall’Ottocento al
Pascoli è il poeta italiano che interpreta il p
Novecento le sue poesie sono ​ricche di simboli sia sulle tecniche
espressive, sia sui temi e sulle sensibilità.

Per Pascoli la poesia è rivelazione e illuminazione della nostra interiorità


e consente all’uomo di avvertire il mistero dell’universo, di contemplarlo
e di coglierne le sensazioni.

Il poeta raffigura l’arte in un ​fanciullino:

➔ “​ fanciullino”: ​vive in noi ingenuo, rimane piccolo quando noi


cresciamo, prova stupore per tutto, ha paura del buio perché vede
o crede di vedere cose brutte, sogna a occhi aperti, ricordando
cose mai viste. Solo il poeta riesce a cogliere la voce del
fanciullino e far scoprire al lettore le cose come se le vedesse per
la prima volta.

Molti sono i ​simboli​presenti nei testi poetici come:

➔ la ​SIEPE ​che è l’aspirazione a chiudersi in una cerchia di piccole


cose, in modo da difendersi da ciò che succede fuori: conflitti
politici e sociali, guerre, passioni che turbano l’animo;
➔ il ​NIDO che rappresenta la famiglia, la casa, un rifugio intimo più
della siepe, il luogo dove rinchiudersi da vivi, come ci si rinchiude
da morti in un altro nido che è il cimitero.

La poesia, secondo Pascoli, non deve proporsi uno scopo morale o


educativo.
Egli è il creatore di una nuova struttura poetica,

➢ POESIA FRAMMENTARIA : non dà ai suoi componimenti una


struttura lineare, non segue la sintassi tradizionale, interrompe il
periodo con pause, usa analogie, accostamenti di parole,
onomatopee e allitterazioni.

Opere
L’attività poetica di Pascoli è stata molto intensa.

Pubblica a Livorno nel ​1891 la raccolta Myricae o tamerici (termine tratto


dal IV libro delle Bucoliche di Virgilio, le tamerici sono arbusti
sempreverdi)

​ yricae : che contiene la poesia più sincera del poeta,ferito dalla


➔ M
sciagura che si è abbattuta sulla sua famiglia, trova consolazione
nella ​contemplazione della natura.

● Apre​ la raccolta con il componimento ​il Giorno dei morti :


rievoca il dolore suo e della sua famiglia per l’uccisione del padre

● ​Chiude ​con​ ​ il Colloquio:


la madre lascia gli altri figli nel camposanto e si avvicina a Giovanni per
dialogare con lui.

Nella raccolta sono presenti paesaggi novembrini, vespertini, notturni,


malinconie, frulli d'uccelli, stormire di alberi, fiori, il senso del mistero e
della morte.

● I ​più importanti ​componimenti sono: ​X Agosto, L’assiuolo,


Arano, Lavandare, Novembre.
I Poemetti sono pubblicati in due volumi distinti:

➔ Primi Poemetti (1904)


➔ Nuovi Poemetti(1909)​,

scritti in ​terzine, oltre a riprendere i temi della natura​, del ​mistero e del
dolore tratta dell’idillio di una figlia di contadini Rosa con un cacciatore
Rigo, una storia d’amore che si svolge sullo sfondo della campagna
rallegrata dai versi degli uccelli e dal verde degli alberi. Alla storia dei
contadini si inserisce ​l’esaltazione del lavoro umano e l’affermazione di
un ideale sociale​.

➔ I Canti di Castelvecchio ​: Myriche


la raccolta è pubblicata la prima volta nel 1903, Pascoli riprende i
temi della ​natura e della tragedia familiare con più consapevolezza
e maturità​. Riprende itemi RaccoltaMyricae
della
Fanno parte della raccolta​: ​La mia sera, La cavalla storna, La
tessitrice, Il gelsomino notturno, La canzone dell’ulivo​
.

➔ Dei Poemi conviviali​ (1904)​:

​ oemetti scritti in endecasillabi dove rievoca miti e figure della


p
storia, della filosofia e del pensiero del mondo antico, da Omero
alla venuta di Cristo.

➔ Scrive in latino ​i Carmina​: con questi testi poetici partecipa al


concorso di Amsterdam.
Sono da ricordare alcune ​opere in prosa come ​il Fanciullino​, Studi
di critica letteraria: si sofferma in modo particolare su Dante e
Leopardi.

LAVANDARE la poesia è un
Nel campo mezzo grigio e mezzo nero madrigale
un
e
Resta un aratro senza buoi che pare componimentopoetico
Dimenticato, tra il vapor leggero. di contenutopastorale
E cadenzato dalla gora viene formato do
2terzine
Lo sciabordare delle lavandare endecasillabi
Con tonfi spessi e lunghe cantilene:
una quartinadi
Rime ABA BC DEFe
FigureRetoriche
Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese!
Quando partisti, come son rimasta! ditte azione campo mezzotonfimezzo
soffia
Come l’aratro in mezzo alla maggese. onomatopee sciabordare
enjambeme.int che paredimenticato
PARAFRASI viene lo sciabordare
similitudine come sono Rimasta
Nel campo che per metà e arato e per metà no
c’è un aratro privo di buoi, che sembra L'aratro simboleggia
dimenticato in mezzo alla nebbia. la solitudine abbandono
E ritmato dalla riva del fiume si sente
il rumore delle lavandaie che lavano gli indumenti
sbattendoli, e lunghe cantilene:

Il vento soffia e le foglie cadono dai rami


e tu non sei ancora tornato al tuo paese!
da quando sei partito sono rimasta!
come un aratro abbandonato in mezzo al campo.

analisi del testo a mano a lato RICORDATI


TEMI

I temi fondamentali sono la ​malinconia, l’isolamento e la ​tristezza.


Come l’aratro è senza buoi così il poeta si ritrova orfano e senza l’amore
del genitore. Pascoli esprime immagini e sensazioni capaci di parlare al
cuore di chi legge.

X AGOSTO

PARAFRASI
San Lorenzo, io lo so perché tante stelle si accendono nell’aria serena e
cadono, perché nella volta del cielo brilla un pianto così abbondante.

Una rondine ritornava al suo nido: l’uccisero cadde tra i rovi : ella
portava nel becco un insetto, come cena per i suoi piccoli.

Ora è là, come sulla croce, che tende quel verme verso il cielo lontano; e
il suo nido è nell’oscurità, in attesa, e pigola sempre più debole.

Anche un uomo tornava alla sua abitazione: l’uccisero, disse: Perdono; e


negli occhi sbarrati rimase impresso un grido di stupore: portava due
bambole come regalo.
Ora là, nella casa solitaria, lo aspettano, lo aspettano inutilmente: egli
immobile, sgomento, tende le bambole come ad indicare il cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei tuoi mondi sereni, infinito, immortale, oh!
Inondi con un pianto di stelle questo piccolo e oscuro atomo di Male che
è la Terra.
ANALISI DEL TESTO
Nel testo sono presenti termini e immagini che richiamano il sacrificio di
Cristo. X scritto in numero romano dà l’immagine della croce; con gli
spini, Pascoli ricorda la corona di spine posizionata sulla testa di Gesù ;
Perdono è la parola pronunciata da Cristo sulla croce.
Le stelle che cadono durante la notte di San Lorenzo non sono altro, per
il poeta, le lacrime del cielo sulla malvagità degli uomini. Il dolore del
poeta è il dolore di tutti, in un mondo nel quale predomina la violenza. ​Il
nido simboleggia, non solo per gli uomini ma per tutti gli esseri viventi, il
luogo dell’unione, degli affetti violati e offesi dalla morte di chi aveva il
compito di difenderli dal mondo.

In questo testo poetico è presente un apparato simmetrico: alla prima


strofa corrisponde concettualmente l’ultima, la seconda rimanda alla
quarta, la terza alla quinta.

Il testo è formato da sei quartine con versi decasillabi e novenari.


La rima è alternata A B A B - C D C D

FIGURE RETORICHE
➢ ​Metonimia:​ il suo nido che pigola; al suo nido;

➢ ​Similitudine​: come in croce;

➢ ​Anafora​: ora è là……. ora è là; aspettano, aspettano;

➢​ Iperbato​: ritornava una rondine al tetto;


➢ Assonanza​: tra arde e cade;

➢ ​Personificazione​: il cielo.

➢​ Enjambement​: v. 1 -2; 3 - 4; 9 – 10;


LA MIA SERA

PARAFRASI

La giornata è stata piena di lampi, ma adesso scenderà la notte, la notte


silenziosa. Nei campi si sente il breve gracidio delle rane. Una leggera
brezza percorre le foglie dei pioppi facendole vibrare. Durante il giorno,
lampi, boati. La sera invece la pace.
Certamente spunteranno le stelle in un prato celeste e palpitante. Là,
vicino alle rane che gracidano allegre, scorre un ruscello il cui mormorio
sembra un pianto sempre uguale. Della violenta tempesta di quei
continui tumulti non rimane che un dolce singhiozzo nella sera umida.
La tempesta che sembrava non dover terminare è finita in un mormorio
lieve. Dei fulmini fragili resta solo il riflesso dorato e arrossato delle
nuvole. O stanco dolore, riposa! La nube che appariva durante il giorno
più tempestosa, ora, mentre è la sera sta per finire, appare come la più
rosea./Quante rondini volano cinguettando nel cielo sereno. La fame
sofferta durante la triste giornata prolunga la festosa cena. Le porzioni di
cibo, già piccole, i piccoli non l’ebbero intera durante il giorno. E
nemmeno io, dopo le ansie e i dolori sopraggiunge la sera limpida e
serena.
Don…. Don…. E mi dicono, Dormi! mi cantano, Dormi! Sussurrano,
Dormi! Sembran voci provenienti dalle ombre azzurre del cielo serale. Mi
sembrano ninne nanne che mi fanno tornare bambino…. mi sembrava di
ascoltare mia madre…..poi più nulla…..quando scende la sera.

PRIMA PARTE​ (1 – 20) SECONDA PARTE ​(21 – 40)

rappresenta la natura dopo una la fase conclusiva della vita del poeta che
tempesta prova un senso di serenità e di pace , dovuto
alla lontananza dei ricordi e alla vicinanza
dell’idea della morte.

E’ formato da cinque strofe; i versi sono formati da sette novenari e da


un senario;Le rime sono alternate.
immaginava interpretava
interrotto
Reticenza ao Farintendere il seguito del discorso
dai puntini
FIGURE RETORICHE
➢ ​Allitterazione​: (ripetizione di parola) cirri di porpora d’oro;

➢ ​Assonanza​: (in due o più versi, le sillabe finali contengono le stesse


vocali) cupo tumulto;
➢​ Onomatopee​: un breve gre gre di ranelle; don.. don; dormi, dormi…;

➢ ​Metafora​: si devono aprire le stelle; singhiozza un rivo;


➢ ​Metonimia​: (consiste nel trasferimento di significato da una parola
all’altra) i nidi; unaparte x tutto es classe alunni

➢ ​Ossimoro​: un dolce singulto; tenebra azzurra;


➢ Sinestesia​: (consiste nell’associare due parole appartenenti a due
sfere sensoriali diverse) fulmini fragili;

➢ ​Climax​: cantano, sussurrano, bisbigliano, ascendente discadente


sosseguirsi di parole cheaumentano e diminuiscono
➢​ Enjambement​: v. 3 – 4………

LA GRANDE PROLETARIA S'È’ MOSSA PASCOLI

Discorso tenuto da Pascoli il 26 Novembre 1911 al Teatro di Barga


(Lucca) per celebrare l’impresa libica.

La grande proletaria s'è mossa.


Prima ella mandava altrove i suoi lavoratori che in patria erano troppi e
dovevano lavorare per troppo poco. Li mandava oltre alpi e oltre mare a
tagliare istmi, a forare monti, ad alzar terrapieni, a gettar moli, a scavare
carbone, a scentar (disboscare) selve, a dissodare campi, a iniziare
culture, a erigere edifizi, ad animare officine, a raccoglier sale, a
scappellare pietre; a fare tutto ciò che è più difficile e faticoso, e tutto ciò
che è più umile e perciò più difficile ancora: ad aprire vie
nell'inaccessibile, a costruire città, dove era la selva vergine, a piantar
pometi, agrumeti,vigneti, dove era il deserto; e a pulire scarpe al canto
della strada.

Il mondo li aveva presi a opra, i lavoratori d’Italia; e poi ne aveva


bisogno, meno mostrava di averne, e li pagava poco e li trattava male e li
stranomavero(storpiava i nomi). Diceva Carcamanos! Grincos! Cincali!
Degos!

Erano diventati un po’ come i negri, in America, questi connazionali di


colui che la scoprì; e come negri ogni tanto erano messi fuori della legge
e dell’umanità, si linciavano.
Lontani o vicini alla loro patria, alla patria nobilissima su tutte le altre,
che aveva dato i più potenti conquistatori, i più sapienti civilizzatori, i più
profondi pensatori, i più ispirati poeti, i più meravigliosi artisti, i più
benefici indagatori, scopritori, inventori, del mondo, lontani o vicini che
fossero, queste opere erano costrette a mutar patria, a rinnegare la
nazione, a non essere più l’Italia […..]

Ma la grande Proletaria ha trovato luogo per loro: una vasta regione


bagnata dal nostro mare, verso la quale guardano, come sentinelle
avanzate, piccole isole nostre( Egadi, Lampedusa,Pantelleria); verso la
quale si protende impaziente la nostra isola grande( Sicilia); una vasta
regione che già per opera dei nostri progenitori(Romani) fu abbondevole
d’acque e di messi(cereali), e verdeggiante d’alberi e giardini; e ora, da
un pezzo, per l’inerzia(inattività) di popolazioni nomadi e
neghittose(svogliate), è per gran parte un deserto.
Là i lavoratori saranno, non l’opre, mal pagate mal pregiate mal
nomate(chiamate), degli stranieri, ma, nel senso più alto e forte delle
parole, agricoltori sul suo, sul terreno della patria; non dovranno, il
nome della patria, a forza, abiurato(rinnegato), ma apriranno vie,
colteranno(coltiveranno) terre, deriveranno acque, costruiranno case,
faranno porti, sempre vedendo in alto agitato dall’immenso palpito del
mare nostro il nostro tricolore […..].
Veglieranno su loro le leggi alle quali diedero il loro voto. Vivranno liberi
e sereni su quella terra che sarà una continuazione della terra nativa, con
frapposta la strada vicinale del mare. Troveranno, come in patria, ogni
tratto le vestigia(tracce) dei grandi antenati.
Anche là è Roma.

DA RIVEDERE SUL TABLET ​RICORDATI


E Rumi saranno chiamati. Il che sia augurio buono e promessa certa. Si:
Romani. Si: fare e soffrire da forti. E sopra tutto ai popoli che non usano
se non la forza, imporre, come non si può fare altrimenti, mediante la
guerra, la pace […..]
Ebbene in cinquant’anni l’Italia aveva rifoggiato saldamente, duramente,
immortalmente, il suo destino.
Chi vuol conoscere quale ora ella è, guardi la sua armata e il suo esercito.
Li guardi ora in azione. Terra, mare e cielo, alpi e pianura, penisola e
isole, settentrione e mezzogiorno, vi sono perfettamente fusi. Il roseo e
grave alpino combatte vicino al bruno e snello siciliano, l’alto granatiere
lombardo s’affratella col piccolo e adusto(bruciato dal sole) fuciliere
sardo; i bersaglieri (chi vorrà assegnare ai bersaglieri, fiore della
gioventù panitalica, una particolare origine?), gli artiglieri della nostra
madre terra piemontese dividono i rischi e le guardie coi i marinai di
Genova e di Venezia, di Napoli e di Ancona, di Livorno, di Viareggio, di
Bari. Scorrete le liste dei morti gloriosi, dei feriti felici della loro
luminosa ferita: voi avrete agio di ricordare e ripassare la geografia di
questa che appunto era tempo fa, un espressione geografica.
E vi sono le classi e le categorie anche là: ma la lotta non v’è( il
colonialismo è visto come un mezzo per porre fine in Italia alla lotta di
classe) o è lotta a chi giunge prima allo stendardo nemico, a chi prima lo
afferra, a chi prima muore. A questo modo là il popolo lotta con la
nobiltà e con la borghesia. Così là muore, in questa lotta, l’artigiano e il
campagnolo vicino al conte, al marchese e al duca.
Non si chiami, questa, retorica. Invero né là esistono classi né qua. Ciò
che perennemente e continuamente si muta, non è. La classe che non è
per un minuto solo composta dei medesimi elementi, la classe in cui, con
eterna vicenda, si può entrare e se ne può uscire, non è mai
sostanzialmente diversa da un’altra classe. Qual lotta dunque può essere
che non sia contro se stessa?
LE AVANGUARDIE STORICHE

I movimenti artistico – culturali che si affermarono in Europa nel primo


Novecento, prendono il nome di Avanguardie storiche, sono chiamate
così per distinguerle dalle Neoavanguardie che si affermarono dopo la
Seconda Guerra Mondiale.
Il termine avanguardia indica, nel linguaggio militare, un reparto che
precede la parte più grande dell’esercito, per proteggerlo da attacchi di
sorpresa. Nell’Ottocento, il termine indicava gruppi di estremisti che
predicavano la lotta per liberare gli oppressi.
Le Avanguardie si proposero di rompere con i canoni tradizionali,
affermando un’arte capace di contribuire al miglioramento della vita.
Queste idee interessarono la pittura, la letteratura, la musica, il teatro.
I centri più importanti furono Parigi, Vienna, Zurigo, Monaco, San
Pietroburgo, Berlino e Milano.
Ogni movimento è proposto attraverso un manifesto, nel quale è
delineato il programma; inoltre attraverso le riviste fanno conoscere le
idee e i testi.
I più importanti movimenti furono​:
Espressionismo​: Nacque in Germania, esaltava la rappresentazione
soggettiva della realtà. In Italia emerse Pirandello attraverso le opere
teatrali;
Dadaismo​: Nacque a Zurigo, afferma la spontaneità e anarchia
espressiva, usava il non senso e accostamenti casuali di termini;
Surrealismo​: Nacque in Francia, si basava sull’analisi interiore,
sull’inconscio;
Futurismo​: Nacque nel 1909 in Italia con il Manifesto di F.T.
Marinetti,pubblicato sul quotidiano parigino “Le figaro”.
Attraverso il Manifesto fece conoscere le sue idee​:
L’amore per il pericolo, l’abitudine all’energia, il coraggio, l’ammirazione
per la velocità,la lotta contro il passato, distruggere i musei, le
biblioteche, le accademie.
I futuristi ​esaltano il movimento aggressivo attraverso l'insonnia agitata,
il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo, il pugno. Il movimento
considerava la guerra la sola igiene del mondo.
I ​futuristi​ abolirono il culto della tradizione nel linguaggio e nella
poetica; eliminarono la sintassi, gli avverbi e gli aggettivi; proposero di
usare “le parole” in libertà: senza alcun legame grammaticale –
sintattico, senza organizzarle in frasi e periodi; usarono espressioni
dialettali, onomatopee di suoni animali e meccanici per esprimere le
proprie impressioni.
Marinetti fu uno dei più importanti rappresentanti della cultura fascista.
Il Futurismo si diffuse nei teatri attraverso la recitazione di testi che
coinvolgono il pubblico spingendolo alla rissa.
Il movimento si diffuse in tutta l’Italia e nei vari Paesi europei. Nella
pittura si distinsero, in Italia, Umberto Boccioni e Carlo Carrà.

LA NARRATIVA DEL PRIMO NOVECENTO E LA NASCITA


DELLA PSICANALISI
La narrativa dei primi decenni del Novecento è influenzata dalla nascita
della psicanalisi.
La psicanalisi è la scienza che studia i processi dell’inconscio per scoprire
e chiarire alcune delle motivazioni più profonde e nascoste dei
comportamenti umani, e curare così le sofferenze e le malattie mentali.

Il padre della psicanalisi è stato Freud, medico viennese. Ha scritto un


importante saggio: L’interpretazione dei sogni. Secondo Freud, in ogni
individuo, al di sotto della coscienza, c’è l’inconscio, cioè l’insieme di
contenuti psichici non compresi nel campo della coscienza
dell’individuo, che sono rimossi dalla volontà e riemergono attraverso i
sogni, i lapsus, le battute di spirito. Se l’inconscio e le sue pulsioni
sessuali vengono repressi bruscamente, si possono generare vere
malattie psichiche: fobie, ossessioni…….
attraversodomande
Per curarle, dice Freud, bisogna guidare il paziente a recuperare le
esperienze rimosse, come il conflitto con il genitore del proprio sesso, il
cosiddetto complesso di Edipo, facendo affiorare i più lontani ricordi:
prendendo consapevolezza dei motivi profondi che hanno causato il suo
turbamento, il paziente potrà accettarsi per ciò che è, respingere i sensi
di colpa e vivere una vita serena. I primi autori italiani, interessati alle
teorie di Freud, sono stati Svevo e Pirandello.

si rivolgel'attenzione
P al subcosciente
nn

afferma la
spontaneità
i salvaguardia
p
Cnut
senza
regole

ma
analizzare la realtà secondo
il proprio puntodi vista
futuristicappagiano
il fascismo

Pluraliamaistatis
pensiero
comune O
Parlaancora
di tutti
mmm
di
che
bella
statua
piu
simboleggia i
una Faricorso alla scultura Inna zone Rappresenta la
parteciassini mammana cultura greco romana latina
mm
siriesce a indietro
percepiresolo andiamoverso futuro
neuaiohocagressiu.tn
ignoto nonesistonopiù

distruggerei
testimonianze femminismo
delpassato f
lastoria
diunitavi
di
voci
tante
un
raccontare
maestro
vita Fumo

Potrebbero piacerti anche