La Francesca cortese
“Paolo e
Francesca
sorpresi da
Gianciotto”
Jean Auguste
Dominique Ingres (1780-
1867)
Musée Turpin de Crissé
- Angers - Francia
Olio su tela cm. 48 x 39
Ma è andata veramente così?
NO
Francesco Torraca
Prof. Francesco Torraca, Il canto V Dell’ “INFERNO”, Dalla Nuova Antologia ‒ 1‒16 luglio 1902, Roma DIREZIONE DELLA NUOVA
Antologia, Via San Vitale, n. 7, 1902.
“AlraccontodelBoccacciosiè
fattotroppoonoreattribuendogli
valorestorico;èunanovella,
l’ultimanovellacompostadal
grandecertaldese.Tutt’alpiù,si
potrebbeammetterecheegli
avesseriferitosecondouna
tradizioneravennatelamortede’
dueamanti”
Dante Boccaccio
Tutto Dante, 17 Giugno 2015 su Rai 1
Tutto Dante ha esordito nel lontano giugno 2006 nel teatro romano di Patrasso ed è stato ospitato a
Firenze già nello stesso anno, accogliendo nei tredici giorni di programmazione più di cinquemila
persone ogni sera, e ancora nel 2012 e nel 2013, ospitando oltre 180 mila spettatori che vanno ad
aggiungersi al milione di persone che hanno condiviso momenti emozionanti nel corso degli oltre 100
spettacoli ospitati in 50 città diverse. Nel mondo, centomila appassionati lo hanno apprezzato a Londra,
Parigi, Zurigo, Lugano, Bruxelles, Monaco, Ginevra, Colonia, Francoforte, Madrid, Atene, Patrasso,
Basilea, New York, San Francisco, Montreal, Boston, Toronto, Quebec City e Chicago.
Benigni ha inventato un nuovo genere?
Giovanni Boccaccio
● Lectura Dantis
● Enciclopedia Dantesca (1970) Treccani
● di Aldo Vallone
● Lectura Dantis. - Vicende storiche. - La difficoltà d'intendere, nell'insieme e nei particolari,
l'opera di D., e per essa soprattutto la Commedia, da una parte; dall'altra l'interesse crescente
che l'opera stessa ha suscitato, sono i fattori principali che hanno determinato la genesi,
l'istituzione e l'incremento della ‛ lectura Dantis '. Lettore e commentatore non si sono distinti
mai nel lungo cammino dell'esegesi dantesca, meno ancora nei primi tempi. Leggere, del
resto, era ed è interpretare. Naturalmente temi e mezzi sono variati nel tempo e, in un certo
senso, anche in modo netto e drastico. Tuttavia la l., più ancora del commento, presuppone
oggi come ieri l'immediatezza e la presenza del pubblico, cui il lettore, anche istintivamente, è
indotto ad adattare la sua esposizione. Ed è certo storia suggestiva intendere e vagliare tutte le
segrete vibrazioni del condizionamento (del pubblico sul lettore e viceversa) dinanzi a un testo
di per sé così complesso e pur aperto a plurime considerazioni.
Almeno tre momenti di l. pubblica possono distinguersi nel tempo: quello trecentesco
che può accentrarsi attorno al Boccaccio, con Boccaccio protagonista; quello
cinquecentesco, auspice l'Accademia Fiorentina; quello moderno, che, avviato a fine Ottocento
dopo la costituzione (in Germania e in Italia) delle Società Dantesche, perdura oggi intenso e
fecondo. Sono tre momenti che valgono come nuclei, entro cui si matura e da cui promana
esemplarmente una diversa lezione di Dante.
1373/ Comune di Firenze
«AfavoredellamaggiorpartedeicittadinidellacittàdiFirenzeche
desiderano,tantopersestessiquantoperaltri cittadinichedesiderano
aspirareallevirtù,quantoancheperiloroposteriediscendenti,essere
istruiti nel libro di Dante,dalqualetantonellafugadeiviziquanto
nell’acquisizionedellevirtùquantonellabellaeloquenzapossonoanchei
nongrammaticiessereinformati,conreverenza sisupplica voi, signori Priori
delle Arti e signor Vessillifero della Giustizia del Popolo e del Comune di
Firenze, che vi preoccupiate di provvedere opportunamente e di fare
solennemente approvare che voi, signori Priori delle Arti e Vessillifero della
Giustizia, possiatescegliereunuomovalenteesapiente,benedottonella
scienzadiquestotipodipoesia,periltempochevolete,nonmaggiorediun
anno,perchéleggaillibrochevolgarmenteèchiamatoElDante,nellacittà
diFirenze,pertutticolorochevoglionoascoltare, per tutti i giorni non festivi
e in un ciclo di lezioni continuo, come di solito avviene in simili affari; e con i
modi, le forme, gli articoli e le clausole che a voi, signori Priori e Vessillifero,
sembreranno opportune»
Il Boccaccio dà inizio alla sua lectura dantis il 23 ottobre 1373
in Santo Stefano in Badia
Cappella Pandolfini (primi del '500), sorge sui resti della Chiesa di Santo
Stefano in Badia.
Vi si tengono Lecturae dantis in ricordo di quelle del 1373
GiovanniBoccaccioaveva60annianni.
lez. XIX e XX
Prima che più avanti si proceda, è da raccontare chi costei fosse, e perché morta
(…)
(Paolo) si gittò per quella cateratta, dicendo alla donna che gli andasse ad aprire.
Ma non avvenne come avvisato avea, percioché gittandosi giù s’appiccò una falda
d’un corsetto, il quale egli avea indosso, ad un ferro, il quale ad un legno di quella
cateratta era (...)
Furono poi li due amanti con molte lacrime, la mattina seguente, seppelliti e in una
medesima sepoltura.
●
Siede la terra dove nata fui / su la marina dove ’l Po discende / per
aver pace co’ seguaci sui.
Queste sono le pochissime, e generiche, notizie storiche ricavate con grande sforzo
dagli studiosi sulla traccia, pressoché esclusiva, della rievocazione compiuta da F., punita con
Paolo nel secondo cerchio dell'Inferno dantesco fra i lussuriosi, nel canto V (vv. 82-143). Ad esse
si potrà soltanto aggiungere, come probabile, la presunzione che D. possa aver conosciuto
personalmente Paolo Malatesta, durante il periodo, dal febbraio del 1282 al febbraio del 1283, in
cui ricoprì a Firenze la carica di capitano del popolo. Il racconto dantesco resta l'unica
testimonianza antica intorno al dramma di adulterio e di morte consumato alla corte malatestiana,
ignorato dalle cronache e dai documenti locali coevi o posteriori. Gli aneddoti e le informazioni di
alcuni antichi esegeti derivano sostanzialmente, attraverso una rete visibile di deduzioni
fantastiche, dalla casta versione di Dante. Tanto è vero che né Pietro Alighieri (che soggiornò a
Ravenna), né i bolognesi Graziolo Bambaglioli e Iacopo della Lana vanno oltre l'identificazione
storica degli adulteri protagonisti della rappresentazione infernale.
Grande joint venture della letteratura
Capitolo 2
L'eroina romantica
William Dyce / Francesca da Rimini / 1837
Joseph Anton Koch / Paolo e Francesca sorpresi da
Gianciotto / 1805
Anselm Feuerbach / Paolo e Francesca / 1864
Philippe Coupin de La Coupierie / Gli amori funesti di
Francesca da Rimini / 1812
“Fratelli, a un tempo stesso, Amore e
Morte
Ingenerò la sorte”
… ”l a p a s s i o n e
incomincia ad
assumere
l’onnipotenza del fato,
ed opera come fosse la
sola divinità della
vita, ogni tinta
d’impudicizia,
d’infamia e di colpa
dileguasi” ...
L'istanza borghese nel Foscolo
F. De Sanctis
(1817-1883)
Com'è la musica dell'Inferno?
1876
1949
CRITICA
"Approssimativa quanto deplorevole versione cinematografica
della storia di Francesca da Rimini, che non ha neppure i pregi
che non dovrebbero mancare ai film dedicati al grosso
pubblico. L'interpretazione, come tutto il resto, lascia a
desiderare (...)". (A. Albertazzi, "Intermezzo", n. 19 del
15/10/1950).
www.gradara.org
www.castellodigradara.org
Ma la fama e la fortuna della Rocca sono
soprattutto legate alla leggendaria e tragica
storia d'amore tra Paolo e Francesca, gli
sfortunati amanti cantati da Dante nel V Canto
dell'Inferno, che all'interno delle sue mura
consumarono la loro passione e trovarono la
morte.
www.castellodigradara.it
"Gradara nella storia, nell'arte e nel turismo."
Delio Bischi
Camille Claudel
Chi rinunci a una simile
consumata mitologia, avrà
la ventura di riconoscere in
Francesca, una Bovary del
Duecento che sogna i baci
di Lancillotto e fruisce, in
tragica riduzione, degli
abbracciamenti del cognato
(Edoardo Sanguineti, Il
realismo di Dante, Sansoni,
Firenze 1966)
Capitolo 4