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L’italiano regionale è un italiano caratterizzato sul piano diatopico. La maggior parte degli italiani impara
come madrelingua una varietà diatopica che corrisponde a un italiano regionale come L1 (lingua di
partenza)
Italiano neo-standard è appreso con l’inizio della scuola e viene usato a scopi precisi -> raramente l’italiano
standard è una lingua madre
La varietà regionale viene parlata a tutti i livelli sociali (dai più colti a quelli meno) -> quello che cambia è la
dimensione diafasica -> abbiamo diversi registri di italiano regionale -> italiano regionale colto (si avvicina al
neostandard), italiano regionale medio, italiano regionale popolare per poi arrivare ai dialetti.
Una delle caratteristiche dell’italiano è la sua riconoscibilità-> ognuno di noi ha una propria varietà
regionale e non riconosce le altre varietà come proprie (es. lombardo non sentirà propria la varietà
siciliana) -> il nostro modo di parlare ci rende facilmente individuabili.
Italiano regionale -> unione tra il dialetto e l’italiano standard ed è intenso come interlingua cioè una
varietà di apprendimento che il parlante apprende e questi parlanti hanno il dialetto come madrelingua e
trasferiscono nell’italiano tratti lessicali, morfologici, sintattici e prosodici della lingua materna cioè il
dialetto e dall’italiano assorbono altri tratti linguistici.
Nell’italiano regionale ci sono diversi gradi di interferenza dal dialetto e interferenza dall’italiano in base ai
livelli di analisi linguistica.
In alcuni livelli abbiamo una biunivocità di interferenza tra dialetto locale e lingua italiana (lessico e
sintassi), mentre in altri l’interferenza agisce dal dialetto all’italiano (fonetica,intonazione,fraseologia) e
dall’italiano verso il dialetto (morfologia).
I fenomeni di interferenza legati all’arealità (regioni linguistiche) sono fenomeni tra la lingua prima
(dialetto) e la lingua seconda (italiano).
Interferenza tra lingua 1 e lingua 2 -> può cambiare su base anagrafica -> cioè cosa costituisce L1 e cosa
costituisce L2 -> se guardiamo gli adulti e gli anziani la loro lingua prima è il dialetto e successivamente si
impara l’italiano. Mentre per le generazioni più giovani la lingua prima è l’italiano e successivamente per
motivi di curiosità o identità culturale si impara il dialetto.
Qualunque sia la lingua di partenza, una volta in contatto con la lingua di arrivo si creano delle interferenze
che dipendono dalla regione linguistica che vengono prodotti o assorbiti.
l’italiano regionale può variare notevolmente sull’asse diastratico -> italiano regionale colto (meno
influenza del dialetto) e italiano regionale popolare (maggiore influenza del dialetto). A questa variazione si
aggiungono i domini e gli usi della lingua nella dimensione diafasica (formale/informale, parlato/scritto).
L’inserimento dei fattori diastratici e diamesici crea spinte di convergenza e di divergenza -> la convergenza
verso l’italiano standard è tipica delle varietà diastraticamente alte. Mentre la divergenza riguarda la
suddivisione degli italiani regionali a livello popolare, che si suddividono in ulteriori dialetti.
Il risultato sulle interferenze va inteso in base alle regioni linguistiche (su base areale) -> i dialetti di queste
regioni condividono dei tratti linguistici chiamati koine dialettali. I “dialetti” si possono collocare in varie
macroaree dialetti (dialetti settentrionali, centromeridionali, sardi, friuliani e ladini -> poi a loro volta si
suddividono)-> da cui poi a contatto con l’italiano standard nasce l’italiano regionale
Analisi linguistica degli italiani regionali -> il livello di variazione diatopica più percepibile è quello fonetico.
• Arretramento della vocale [a] in sillabe aperte toniche -> [ ˈka:za ] > [ ˈkα:za ]
• Difonizzazione delle consonanti nasali e laterali palatali -> [ ˈso:ɲo ] > [ ˈso:njo ]; [ ˈaʎʎo ] > [ ˈaʎjo ]
• Sonorizzazione di [s] intervocalica -> [‘ka:sa]>[ka:za]
• Allungamento delle consonanti fricative labiodentali [f] e [v] -> [ aˈve:vo ] > [ aˈv:e v:o ]; [ la ˈfi:fa ]
> [ la ˈf:i:f:a ]
• Chiusura di [e] tonica in sillaba aperta -> [‘bɛ:ne] -> [‘be:ne]; [pɛ: ʃe] > [pe: ʃe]
• Riduzione delle consonanti lunghe -> [‘bel:o] > [‘be:lo]
• Apertura di [e] tonica in sillaba chiusa e in finale tonica di parola -> [ ‘kwe:sto]> [‘kwɛ:sto];
[per’ke:]> [per’kɛ:]
• Sonorizzazione di [ts] a inizio parola -> [‘tsi:o]> [‘dzi:o]
• Palatizzazione e arrotondamento di [u] -> [‘mu:ro]> [‘my:ro] (umlaut tedesco)
• Apertura delle vocali [e] e [o] atone finali di parola ma con la presenza di [i] e [u] in posizione tonica
-> [‘vi:vono]> [‘vi:vɔno]; [‘u:nike]> [‘u:nikɛ]
• Spirantizzazione di [d], [g], [f], [v] intervocaliche che si trasformano rispettivamente in [ δ ], [ γ ], [ φ
], [ β ]: -> [ ˈpadova ] > [ ˈpaδova ]; [ ˈfuga ] > [ ˈfu:γa ]
• Riduzione del dittongo [ wɔ ] -> [ ˈnwɔvo] > [ ˈnɔvo ]; [ ˈbwɔno ] > [ ˈbɔno ]
• Opposizione di apertura delle vocali centrali / e / ~ / ɛ /; / o / ~ / ɔ / ->[ˈpeska ] ‘attività del
pescare’ ~ [ˈpɛska ] ‘frutto’; [ ˈbot:e ] ‘recipiente’ ~ [ ˈbɔt:e ] ‘percosse
• Spirantizzazione delle occlusive sorde postvocaliche -> [la ‘ka:sa] > [la ‘ha:sa]; [ la ˈpi:pa ] > [ la
ˈφi:φa ]; [ ˈda:ta ] > [ ˈda:θa ]
• Spirantizzazione delle occlusive sonore -> [ˈrɔ:ba ] > [ ˈrɔ:βa ]; [ ˈda:do ] > [ ˈda:δo ]; [ ˈpa:ga ] > [
pa:γa ]
• Anaptissi sillabica dopo parole terminanti in consonante -> [ˈbus] > [ ˈbus:e ]; [ ˈfrak ] > [ ˈfrak:e
] (pisicologia vs psicologia)
• Perdita dell’elemento occlusivo nelle affricate [ʧ ]: [ ˈaʧido ] > [ ˈaʃido ]
• Allungamento delle consonanti occlusive sonore e di [z] iniziali di sillaba tonica -> [ko’zi]>
[ko’z:i]; [a’ dat:o]>[a’ d:at:o]; [la ‘barka]> [la ‘b:arka]
• Opposizione della sibillante sorda e sonora /s/ /z/ -> [ˈfu:so ] ‘strumento per filare’ ~ [ˈfu:zo ]
‘participio passato di fondere’
• Raddoppiamento fonosintattico -> [ la ˈfa:me ] > [ la ˈffa:me ]; [ sa ˈtutto ] > [ sa ˈttutto ]; [ va
ˈbe:ne ] > [ va ˈbbe:ne ]
• Rotacizzazione della laterale alveolare davanti a consonante -> [ alˈtsa: re] > [ arˈtsa: re]; [ al
ˈkilo ] > [ ar ˈkilo ]
• Rafforzamento delle consonanti [ b ] e [ ʤ ] intervocaliche: [ ˈro:ba ] > [ ˈro:bba ]; [ ˈaʤile ] > [
ˈadʤile ]
• Aspirazione delle occlusive sorde lunghe o precedute da consonante nasale o vibrante ->
[aˈt:o:re ] > [ atˈtho:re ]; [ aˈp:ena ] > [ apˈphena ]; [ aˈk:anto ] > [ akˈkhanto ]
• Realizzazione di [ r ] iniziale o lunga con polivibranti fricativi alveolari->[ ˈra: na ] > [ ˈɽ:a: na ]; [
ˈkar:o ] > [ ˈkaɽ:o ]
• Realizzazione mediante sequenza di contoidi alveolari dei gruppi consonantici [ tr ], [ dr ], [ str
]:->[ tˈre ] > [ tˈɽe]; [ veˈdro ] > [ veˈdɽo ]; [ˈstra:da ] > [ˈstɽa:da ]
• Apertura delle vocali centrali toniche-> / e / > / ɛ /; / o / > / ɔ /-> [ˈpe:ra ] > [ ˈpɛ:ra ]; [ koˈlo:re ]
> [ koˈlɔ:re ]
• Assimilazione dell’occlusiva dentale sonora alla nasale o alla laterale ->[ˈtondo ] > [ ˈtonno ] ;
[ˈkaldo ] > [ˈkallo ]
• Assimilazione progressiva del gruppo consonantico [r] [l] ->[ˈper ˈme ] > [ pemˈme ]; [ ˈil ˈkolpo ]
> [ ˈil ˈkoppo ]
• Anaptissi di schwa [ ə ] in gruppi consonantici complessi: [ atmoˈsfɛra ] > [ at:əmoˈsfɛra ]; [
ˈtɛknika ] > [ ˈtɛk:əka ]
La variazione morfosintattica è meno visibile rispetto a quella fonetica ma è lo stesso effettiva soprattutto
nell’asse diastratico che si manifesta prevalentemente nell’italiano regionale popolare.
Es. ho mangiato troppo, adesso sono sazio e devo prendere un digestivo -> la selezione dell’ausiliare
rappresenta una variazione morfosintattica
Nell’esempio la variazione morfosintattica c’è anche nella scelta dei verbi modali
La variazione morfosintattica può interagisce anche a livello fonetico [ s ] > [ ʃ ] ) e lessicale ( adesso > mo;
sazio > abboffato/abbottato; prendere > pigliare)
Per la variazione morfosintattica possiamo fare due distinzioni -> italiano regionale settentrionale e italiano
regionale centro-meridionale
• Alta frequenza di verbi pronominali intensivi (enfatizzano) -> mi sono ascoltato una canzone
• Uso dell’accusativo preposizionale o costruzione dativale -> Veronica ha chiamato a Marco; lui ama
a te non a me
• Estensione del riflessivo nei verbi intransitivi a scapito della forma passiva -> si è ricoverato (è stato
ricoverato)
• Uso del “che” enfatico con funzione interrogativa -> che, non mangi?
• Costruzioni ellittiche con participi risultativi: voglio spiegata la lezione ( < voglio [che mi sia]
spiegata la lezione)
• Inversione tra protasi e apodosi del periodo ipotetico -> se tu diresti, io lo farei; se tu dicessi io
facessi; se tu diresti io facessi
• Modifica del suffisso latino -arju -> benzinaio (Toscana)> benzinaro (Roma)
• Uso del passato remoto al posto del passato prossimo -> andai dal macellaio
• Transivizzazione di molti verbi intransitivi -> ho passeggiato il cane, ho uscito la macchina
• Anteposizione focale -> la pizza ho mangiato, Marco molto bravo è
lessico
Geosinonimi -> il significato è lo stesso ma cambia la parola (significante) -> es. babbo (Toscana) papà
(Italia); molto (nord) assai (sud)
Es.tovaglia
Es. fregno
• Astuto (Abruzzo)
• Sciocco (Lazio)
• Ragazzo (Marche)
Es.balcone
• Balcone (Italia)
• Finestra (Veneto)
Dizionario
Pleonasmo-> espressione linguistica caratterizzata dalla presenza di una o più parole grammaticalmente
non necessarie
Apodosi-> indica la conseguenza che deriva dalla realizzazione della condizione espressa nella subordinata
Sibilante-> consonante fricativa articolata all’altezza degli incisivi superiori o in una zona della parte
anteriore del palato duro con la produzione del rumore di sibilo