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2.1 Fonetica
La scienza che studia come sono fatti fisicamente i suoni di cui le lingue si servono per comunicare si chiama fonetica.
A seconda di come si studia il suono del linguaggio si può dividere in 3 sottogruppi:
- Articolatoria: in base al modo in cui vengono prodotti dall’apparato fonatorio
- Acustica: in base alla loro consistenza fisica e modalità di trasmissione
- Uditiva: in base al modo in cui vengono percepiti e decodificati dal cervello
2.2 Fonologia
Scienza che studia i suoni presenti nelle lingue umane in rapporto alla loro funzione distintiva.
2.2.1 Foni, fonemi, allofoni
Fono: Ogni suono producibile dall’essere umano (rappresentabile tramite un segno dell’alfabeto IPA).
Fonema: unità minima di seconda articolazione della fonologia; un fonema è un foni che ha valore distintivo, ovvero
producono variazioni di significato se scambiata con un'altra unità; es: La parola ['mare] è costituita da quattro foni diversi:
ognuno dei foni può essere pronunciato in modi diversi, es la a anteriorizzata invece che centrale, ['maere] ma la parola
rimarrà sempre mare: i due foni non danno luogo ad un'opposizione fonematica, corrispondono a un unico fonema.
Ciascuno dei quattro foni distingue la parola da altre parole (es: [m] oppone ['mare] a ['pare] o ['fare]). La parola [mare] è
quindi formata dai quattro fonemi /m/, /a/, /r/, /e/.
Prova di commutazione: procedimento che consiste nel verificare se la sostituzione di un'unità comporta una differenza
sul piano del contenuto, o viceversa (vocali con vocali e consonanti con consonanti).
Allofoni: foni che costituiscono realizzazioni foneticamente diverse di uno stesso fonema ma prive di valore distintivo. Es: n
dentale (alveolare) [n], e la n velare [η], sono allofoni del fonema /n/ (dentale); [η] è un allofono di /n/.
Coppia minima: Una coppia di parole che siano uguali in tutto tranne che per la presenza di un fonema al posto di un altro.
Tratti distintivi
Sono proprietà di un fonema che lo distingue dagli altri fonemi; permettono di rappresentare tutti i fonemi come un
fascio di alcuni tratti distintivi (proprietà acustiche) con valore + o -. Dal punto di vista fonologico si tratta di proprietà
astratte realizzatesi in simultaneità nei singoli segmenti fonetici. Sono utili quindi per descrivere i dettagli
dell'articolazione dei foni, per distinguerli, categorizzarli e raggrupparli in classi naturali di suoni simili e per descrivere
alcune regole fonologiche che dipendono da tali proprietà.
Pertinente: tratto distintivo che mette un fonema in opposizione ad un altro; è non pertinente o ridondante quel tratto che
non concorre a ciò.
Es: le vocali dell'italiano, la distinzione tra /e/ e /o/ e tra /i/ e /u/ può essere descritta con il tratto di arretratezza (la cavità
orale è ristretta dal ritrarsi della lingua): /e/ e /i/ sono anteriori ([-arretrato]), mentre /o/ e /u/ sono posteriori ([+arretrato]).
Il binarismo è una teoria fonologica e dice che ogni elemento linguistico si differenzia dagli altri per una serie di scelte
binarie (sì/no) in modo che ogni fonema venga individuato in modo univoco una serie di tratti distintivi:
● sillabico: fonemi che possono costituire nucleo di sillaba; in italiano soltanto le vocali;
● consonantico: fonemi prodotti con frapposizione di un ostacolo al flusso dell'aria: tutte le consonanti;
● sonorante: fonemi prodotti con passaggio d'aria parzialmente libero con vibrazione delle corde vocali: le vocali, le
semivocali e le consonanti nasali, laterali e vibranti;
● sonoro: fonemi prodotti con vibrazione delle corde vocali (vocali, semivocali, [v, g, b, d, dz, d3, z])
● continuo: fonemi prodotti con una ostruzione nella cavità orale che consente al flusso dell’aria che esce dalla bocca
di poter essere protratto nel tempo: fricative, laterali, vibranti, semivocali;
● nasale: fonemi prodotti con passaggio del flusso d'aria attraverso il canale nasale: le consonanti nasali;
● rilascio ritardato (o soluzione ritardata): fonemi realizzati in due momenti, le consonanti affricate;
● laterale: fonemi prodotti con passaggio del flusso d'aria ai lati della lingua (le consonanti laterali);
● arretrato: fonemi prodotti con lingua ritratta: consonanti velari, semivocale posteriore, le vocali /a/, /ɔ/, /o/, /u/;
● anteriore: fonemi prodotti con una costrizione nella zona alveolare: bilabiali, labiodentali, dentali;
● coronale: fonemi prodotti con la parte anteriore della lingua sollevata: dentali, alveolari e alcune palatali;
● arrotondato: fonemi prodotti con le labbra protese in avanti: /ɔ/, /o/, /u/;
● alto: fonemi prodotti con la lingua sollevata rispetto alla posizione neutra: /i/, /u/;
● basso: fonemi prodotti con la lingua abbassata rispetto alla posizione neutra: /ɛ/, /a/, /ɔ/.
Tutte le vocali, inoltre, si caratterizzano per i tratti [+sillabico], [--consonantico] e [+sonorante].
Le regole fonologiche collegano una rappresentazione fonetica astratta ad una fonetica concreta; sono delle istruzioni
usate per cambiare una data unità con un'altra in un dato contesto.
Una regola fonologica ha una forma di questo tipo: A → B/_C, che vale: 'A diventa, o è realizzata come,_ B nel contesto
seguita da C'. A rappresenta l'elemento che subisce il cambiamento, B il risultato del cambiamento, ciò che si trova alla
destra della barra il contesto in cui si verifica (contesti: C_, 'preceduta da C', e C_D, 'tra gli elementi C e D'). Un esempio
è: 'una sibilante diventa sempre sonora nel contesto davanti a una consonante sonora'. Si scrive in questo modo:
2.3.1 Accento
L’accento è la intensità di pronuncia di una sillaba è permette di ergerla in mezzo ad altre sillabe in una catena parlata.
La sillaba accentata è detta sillaba tonica mentre le altre sillabe atone.
L’accento come tratto prosodico non va confuso con l’accento grafico utilizzato nelle parole ossiotone (parole in cui
ortografia italiana prevede che l’accento sia sempre segnato come in città o così) o la differenza di timbro nelle vocali
intermedie con cui l’accento grave è impiegato per indicare la vocale aperta o chiusa è [ɛ] (caffè) o é [e] (perché).
La posizione dell’accento può essere fissa (turco sempre ultima, ungherese sempre prima) o libera (italiano).
2.3.3 Lunghezza
Estensione temporale relativa con cui foni e sillabe sono prodotti; può essere breve o lungo. Una consonante fricativa si
può mantenere per una lunghezza teoricamente illimitata mentre una occlusiva no.
La lunghezza delle vocali o consonanti può avere valore distintivo (non in italiano).