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FONETICA E FONOLOGIA

La fonetica si occupa dell'aspetto fisico dei suoni; l'unità di studio della fonetica è
quindi il fono.
La fonologia si occupa dell'aspetto astratto dei suoni e la sua unità di studio è il
fonema.
La fonologia si occupa di stabilire quali sono i fonemi in una data lingua, ovvero
quali sono i suoni cui corrisponde una differenza di significato (nella parola)
fonema è dunque il segmento fonico con valore distintivo di significato
coppie minime
scena/scema
topo/tomo
varo/faro
pacco/pecco

allofoni: sono varianti combinatorie di un fonema

['nOn:a] / ['aNkora] / [iM'vidja]


/n/

[n] [N] [M]

la presenza dell’uno esclude la presenza dell’altro, quindi sono in distribuzione


complementare.

La nostra mente associa queste tre realizzazioni di suono ad un solo fonema.

/n/, /</ sono invece fonemi.


I suoni corrispondenti vengono dalla nostra mente associati a ‘oggetti’ diversi.
sono # sogno
tra/fra

non distinguono significati, quindi sono in variazione libera e si chiamano:


varianti libere

la fonologia si occupa dei fenomeni fonologici. Per parlare dei fenomeni


fonologici si usano i
tratti distintivi:
sono binari ±
i tratti principali:
[± sillabico]:
i suoni [+sillabici] costituiscono il nucleo di una sillaba
i suoni [- sillabici] stanno ai margini della sillaba
[± consonantico]:
i suoni [+ consonantici] sono prodotti con una restrizione più o meno ampia
all’interno della bocca;
i suoni [- consonantici] vengono prodotti senza la restrizione
[± sonorante]:
i suoni [+sonoranti] sono prodotti con un’apertura dell’apparato vocale
abbastanza ampia in modo che la pressione dell’aria all’interno della bocca sia simile a
quella esterna.
Nei suoni [-sonoranti] la pressione interna è molto superiore a quella esterna
glottide
[± sonoro]:
i suoni [+sonori] vengono prodotti con la vibrazione delle corde vocali,
i [-sonori] senza tale vibrazione
[±glottide allargata]:
in italiano non ci sono suoni con questo tratto.
Un esempio di suono [+glottide all.] è quello di h dell’inglese ahead
[±glottide compressa]: l’italiano non ha suoni di questo tipo
cavità nasale e cavità orale i suoni sono:
[± nasale]
restringimento della cavità orale:
[± alto], [± basso], [± arretrato]
queste ultime sono caratteristiche che si riferiscono alle vocali
 modo di articolazione
 [± teso], [± continuo], [± rilascio ritardato],
 [± laterale], [± stridulo]
 sono [+ stridulo] le fricative e le affricate
 punto di articolazione:
 [± coronale]: la corona è la parte anteriore della lingua. Quando la corona è
alzata rispetto alla posizione neutrale, si producono suoni coronali ([t], [d], [l],
[r], [tS], [dZ])
 [± anteriore]: la costrizione dell’aria avviene nella regione alveolare o davanti
 per quanto riguarda la posizione delle labbra si ha il tratto [± arrotondato]

I fenomeni fonologici
I fenomeni fonologici sono dati da variazioni nei suoni determinati dal contesto,
cioè quelli che si verificano quando due suoni 'sono in relazione'.
Il fenomeno maggiormente rilevante è quello dell'assimilazione che si ha
quando un suono si assimila al precedente oppure al suono seguente.
Nel caso in cui un suono si assimila al suono che lo segue, si ha assimilazione
regressiva;
nel caso in cui un suono si assimila al suono che lo precede si ha assimilazione
progressiva.
L'assimilazione è:
parziale quando la variazione nel suono riguarda uno solo dei suoi tratti
totale quando la variazione rende il suono che si assimila totalmente identico a quello
che causa l'assimilazione
ecco alcuni esempi:

Assimilazione totale regressiva (al punto e modo di articolazione):


i[n+r]agionevole à i[rr]agionevole
i[n+l]ogico à i[ll]ogico

Assimilazione parziale regressiva (al punto di articolazione (a) e al tratto di sonorità


(b)):
a. in+probabile à improbabile
in+bevuto à imbevuto
b. [s]battere à [z]battere
[s]ragionare à [z]ragionare

Assimilazione totale progressiva:

mondo à monno (romanesco)


want to à wanna (ingl. ‘volere’)

Assimilazione parziale progressiva (il morfema del plurale s si assimila, per sonorità, al
segmento precedente):
dog+[s] à dog[z]

Le assimilazioni possono essere di tipo diacronico come le seguenti, che sono


totali regressive e che caratterizzano il passaggio dal latino all’italiano:

FACTUM à fatto
APTUM à atto

Nei casi esemplificati sopra, l'assimilazione riguarda due segmenti fonici


adiacenti, ma la variazione può riguardare anche due segmenti non adiacenti:

toso à tusi (dialetto di Castelfranco veneto


[to:zo]/[tu:zi], ‘ragazzo/ragazzi’

In casi come questo si parla di metafonesi o Umlaut. Il fenomeno che si verifica


è una assimilazione di 'chiusura' vocalica. Il plurale del nome 'cambia' la vocale o che è
+posteriore, +medio-alta (semichiusa) in i che è +anteriore, + alta (chiusa). In questo
caso il tratto +/- posteriore non è rilevante, ma lo è il tratto alto/medio-alto
(chiuso/semichiuso) perché la vocale che precede, la o della prima sillaba, a sua volta
diventa una vocale alta (chiusa), cioè u.
E' un fenomeno di assimilazione anche quello che va sotto il nome di armonia vocalica
e che si manifesta in lingue quali il turco e l'ungherese.
In base all'armonia vocalica, le vocali che si trovano all'interno del dominio di
'parola' si assimilano per uno o più tratti.
Questo fenomeno può essere rappresentato con il morfema del plurale in turco.
Abbiamo già visto che per fare il plurale di un nome, il turco 'agglutina' un morfema
'lar':

adam + lar 'uomo + plur.'


ma:
ev + ler 'casa + plur'.

La variazione lar/ler è determinata dal fatto che la vocale che precede il


morfema di plurale è una e alla quale la vocale a di 'lar' si armonizza.

La differenza tra metafonesi ed armonia vocalica consiste nel fatto che nella
metafonesi è la vocale che segue quella accentata (la vocale postonica) a determinare la
variazione mentre il contrario avviene nell'armonia vocalica. A dar luogo a questo
fenomeno è infatti la vocale accentata che precede.
E' un fenomeno fonologico raro la dissimilazione che consiste nel fatto che un
segmento fonico identico ad un altro in un certo contesto se ne differenzia:
PEREGRINUS à pellegrino

Un altro fenomeno fonologico è quello che si chiama sandhi. Tale fenomeno non si
manifesta entro il dominio della parola ma tra due parole.

Uno di tali fenomeni è il raddoppiamento fonosintattico che si manifesta in toscano e in


romano:
che ddici? do' vvai?

dove si osserva il raddoppiamento della consonante iniziale della seconda parola quando
la prima termina in vocale tonica.
E' un fenomeno di sandhi anche la liaison francese in cui si ha la realizzazione
sonora della sibilante /s/ quando la parola che segue inizia per vocale
les amis à lEza'mi
LA SILLABA

La sillaba può essere definita, in modo sommario a dire il vero, come una unità formata
da un insieme di suoni. In italiano la sillaba minima è formata da una vocale, il nucleo
sillabico. Il nucleo può essere preceduto da un attacco (consonantico) e seguito da una
coda (anch'essa consonantica); nucleo e coda costituiscono la rima.

attacco rima

nucleo coda
a a
m a ma
c o n con
tr o n tron -co
a n an-zi
q we que-sto

L'attacco, come si vede, può essere costituito da una o più consonanti. Il nucleo può
contenere una sola vocale oppure un dittongo.

Una sillaba si dice aperta o libera se è priva di coda; nel caso abbia la coda si
dice chiusa o implicata.

Ci sono però lingue in cui nucleo sillabico può essere una consonante (sloveno, ad
esempio).

I fenomeni soprasegmentali
I fonemi che formano le parole si chiamano segmenti e la fonologia che si basa sui
segmenti si dice fonologia segmentale. Non tutti i fenomeni fonologici però fanno
riferimento ai segmenti. Ve ne sono che oltrepassano il singolo segmento e si dicono, di
conseguenza, sovrasegmentali.

Alcuni di tali fenomeni sono l'accento, l'intonazione e il tono.

L'accento è, come ormai sappiamo, una proprietà delle sillabe. La sillaba


accentata viene pronunciata con maggiore intensità di una sillaba atona. Come
sappiamo, l'accento può servire a differenziare significati:
/an'kora/, /'ankora/
/'pero/, /pe'ro/
/con'siYo/, /consi'Yo/

In italiano l'accento non è prevedibile, nel senso che non si può prevedere su quale
sillaba andrà a cadere, con l'eccezione di alcuni casi. É possibile prevedere la posizione
derivate con un suffisso accentato come, ad esempio, -oso (famoso), -ale, (murale), -
mente (spiritosamente).
Vi sono lingue in cui l'accento è fisso, come il francese che è accentato
sull'ultima sillaba (pronunciata), oppure l'ungherese che ha l'accento sempre sulla
sillaba iniziale.
La funzione distintiva di significato svolta dall'accento si verifica solo nelle lingue ad
accento libero, naturalmente.

L'INTONAZIONE

L'intonazione è un fenomeno che si manifesta attraverso dei picchi e degli


avallamenti di intonazione che danno luogo a quello che si definisce contorno
intonativo o curva melodica. L'intonazione si rileva facilmente nelle frasi, ed è quindi
un fenomeno che ha grande rilevanza sintattica. E' facile notarlo nella formazione di una
frase interrogativa del tipo:

il bambino ha mangiato la mela


Se questa frase viene pronunciata come una dichiarativa, la curva melodica finale ha un
andamento discendente;
se viene pronunciata come una interrogativa la curva melodica finale è ascendente.

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