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La fonetica si occupa dell'aspetto fisico dei suoni; l'unità di studio della fonetica è
quindi il fono.
La fonologia si occupa dell'aspetto astratto dei suoni e la sua unità di studio è il
fonema.
La fonologia si occupa di stabilire quali sono i fonemi in una data lingua, ovvero
quali sono i suoni cui corrisponde una differenza di significato (nella parola)
fonema è dunque il segmento fonico con valore distintivo di significato
coppie minime
scena/scema
topo/tomo
varo/faro
pacco/pecco
I fenomeni fonologici
I fenomeni fonologici sono dati da variazioni nei suoni determinati dal contesto,
cioè quelli che si verificano quando due suoni 'sono in relazione'.
Il fenomeno maggiormente rilevante è quello dell'assimilazione che si ha
quando un suono si assimila al precedente oppure al suono seguente.
Nel caso in cui un suono si assimila al suono che lo segue, si ha assimilazione
regressiva;
nel caso in cui un suono si assimila al suono che lo precede si ha assimilazione
progressiva.
L'assimilazione è:
parziale quando la variazione nel suono riguarda uno solo dei suoi tratti
totale quando la variazione rende il suono che si assimila totalmente identico a quello
che causa l'assimilazione
ecco alcuni esempi:
Assimilazione parziale progressiva (il morfema del plurale s si assimila, per sonorità, al
segmento precedente):
dog+[s] à dog[z]
FACTUM à fatto
APTUM à atto
La differenza tra metafonesi ed armonia vocalica consiste nel fatto che nella
metafonesi è la vocale che segue quella accentata (la vocale postonica) a determinare la
variazione mentre il contrario avviene nell'armonia vocalica. A dar luogo a questo
fenomeno è infatti la vocale accentata che precede.
E' un fenomeno fonologico raro la dissimilazione che consiste nel fatto che un
segmento fonico identico ad un altro in un certo contesto se ne differenzia:
PEREGRINUS à pellegrino
Un altro fenomeno fonologico è quello che si chiama sandhi. Tale fenomeno non si
manifesta entro il dominio della parola ma tra due parole.
dove si osserva il raddoppiamento della consonante iniziale della seconda parola quando
la prima termina in vocale tonica.
E' un fenomeno di sandhi anche la liaison francese in cui si ha la realizzazione
sonora della sibilante /s/ quando la parola che segue inizia per vocale
les amis à lEza'mi
LA SILLABA
La sillaba può essere definita, in modo sommario a dire il vero, come una unità formata
da un insieme di suoni. In italiano la sillaba minima è formata da una vocale, il nucleo
sillabico. Il nucleo può essere preceduto da un attacco (consonantico) e seguito da una
coda (anch'essa consonantica); nucleo e coda costituiscono la rima.
attacco rima
nucleo coda
a a
m a ma
c o n con
tr o n tron -co
a n an-zi
q we que-sto
L'attacco, come si vede, può essere costituito da una o più consonanti. Il nucleo può
contenere una sola vocale oppure un dittongo.
Una sillaba si dice aperta o libera se è priva di coda; nel caso abbia la coda si
dice chiusa o implicata.
Ci sono però lingue in cui nucleo sillabico può essere una consonante (sloveno, ad
esempio).
I fenomeni soprasegmentali
I fonemi che formano le parole si chiamano segmenti e la fonologia che si basa sui
segmenti si dice fonologia segmentale. Non tutti i fenomeni fonologici però fanno
riferimento ai segmenti. Ve ne sono che oltrepassano il singolo segmento e si dicono, di
conseguenza, sovrasegmentali.
In italiano l'accento non è prevedibile, nel senso che non si può prevedere su quale
sillaba andrà a cadere, con l'eccezione di alcuni casi. É possibile prevedere la posizione
derivate con un suffisso accentato come, ad esempio, -oso (famoso), -ale, (murale), -
mente (spiritosamente).
Vi sono lingue in cui l'accento è fisso, come il francese che è accentato
sull'ultima sillaba (pronunciata), oppure l'ungherese che ha l'accento sempre sulla
sillaba iniziale.
La funzione distintiva di significato svolta dall'accento si verifica solo nelle lingue ad
accento libero, naturalmente.
L'INTONAZIONE