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Digramma: deriva dal greco “di” che significa due volte e gramma che significa
lettera.Digramma è l’insieme di due grafemi indicante un unico fonema. In italiano
abbiamo 7 digrammi:
[gl(+i)= ʎ], [gn/ ɲ],[sc/ ʃ],[ch/k], [gh/g], [ci+a,o,u)t ʃ] ,[gi/dʒ]
E due trigrammi: [sci/ ʃ], [gli+a,o,u/ ʎ]
-La sillaba-
La sillaba è un’unità di pronuncia,che è in genere piu’estesa di un suono e piu’
piccola di una parola. La parte fondamentale della sillaba è il nucleo,cioò che lo
precede è l’attacco e ciò che lo segue è detta coda. Il nucleo e la coda formano la
rima. La nozione di sillaba è viva nella coscienza dei parlanti perché siamo tutti in
grado di pronunciare una parola sillabandola. La sillaba si può considerare come una
struttura elementare ,che in una determinata lingua regola ogni raggruppamento di
fonemi,la struttura sillabica varia da lingua a lingua.
Le sillabe che terminano con una vocale sono dette aperte o libere mentre quelle che
terminano con consonante sono dette chiuse o implicate. Vi sono dei casi in cui si
verifica un contrasto tra la sillabazione grafica e la sillabazione fonetica. Nel caso
delle parole paglia e resto abbiamo,notiamo che la prima sillaba è chiusa perché
termina con consonante res-to,pag-lia anche se la sillabazione grafica è re-sto,pa-
glia,quindi la regola fonologica contrasta quella ortografica. Il confine sillabico è
incerto anche nel caso di viola perché alcuni pronunciano vio-la con dittongo e altri
vi-o-la con iato. Questa doppia possibilità la troviamo anche in parole come
viale,biennale. Le parole composte di una sola sillaba sono dette monosillabi le altre
sono detti polisillabi.
-L’accento-
L’accento è in italiano l’intensificazione o l’elevazione della voce nel pronunciare
una vocale così da darle un risalto particolare nella parola,.
E’un tratto segmentale cioè è in rapporto con gli altri elementi della frase
pronunciata,è in simultaneità con uno o piu’ di essi. I tratti soprasegmentali piu’
importanti sono l’accento che riguarda la parola e l’intonazione che riguarda
l’enunciato. In alcune lingue l’accento può essere mobile assumendo così una
funzione distintiva : àncora-àncora,capitò,capìto. In altre lingue invece l’accento è
fisso come il francese in cui l’accento cade sempre sull’ultima sillaba di ciascuna
parola,in ungherese la prima,in queste lingue l’accento ha funzione demarcativa cioè
segnala il confine delle parole. Dall’ accento di “làmpada” si distingue l’accento di
frase: Mario ha dato il lirbo a me. Il segmento finale è prominente rispetto alla frase
per segnalare il valore distintivo,cioè “a me” e non “ad altri”;in questo caso l’accento
svolge una funzione culminativa.
L’intonazione serve a distinguere enunciati di diverso significato:
Vieni con Paola
Vieni con Paola?
Vieni con Paola!
Esistono anche tratti paralinguistici come il volume della voce,la velocità
d’eloquio,esitazioni,pause che contribuiscono a fondare il significato degli enunciati.
Si dicono accentati quei segmenti della catena fonica che emergono rispetto agli altri
per tratti come: la durata,l’intensità dell’articolazione,l’altezza melodica.
Accento dinamico o d’intensità: consiste in un aumento della forza espiratoria
Accento musicale o tonale: fondato su una variazione melodica.
Le sillaba o la vocale accentuata è detta tonica,le altre vocali sono dette atone. Si
distingue poi tra protonica cioè quella che precede la tonica e post tonica quella che la
segue. Si chiama infine sillaba intertonica quella che trova che si trova tra un accento
primario e uno secondario: belvèdere. Le sillabe colpite dall’accento secondario sono
pronunciate piu’ intensamente delle normali sillabe atone,ma meno intensamente di
quelle toniche.
-le parole piane o parossitone hanno l’accento sulla penultima sillaba:
canto,passare,cavalleria.
-Le parole tronche o ossitone hanno l’accento sull’ultima sillaba:
finì,però,amerà,papà
-Le parole sdrucciole hanno l’accento sulla terzultima sillaba :mòbile,commìsero,.
-Le parole bisdrucciole hanno l’accento sulla quartultima sillaba: rècitalo
-Le parole trisdrucciole hanno l’accento sulla quintultima sillaba: rècitamelo
All’interno della parola l’accento grafico può essere usato in determinate circostanze:
Per distinguere coppie come prìncipi,princìpi
Per distinguere la vocale chiusa da quella aperta: vènti,vénti ,in questa
circostanza si usa l’accento acuto che si mette sulla e e sulla o chiuse e
l’accento grafico che si mette sulla e e sulla o aperte e su tutte le altre vocali.
-L’enclisi-
Si ha l’enclisi quando un elemento composto da una o due sillabe si appoggia
per quanto riguarda l’accento alla parola che lo precede: -lo,la,li,le in
lèggilo,lèggila,lèggili,lèggile. In italiano sono enclitici i pronomi atoni
mi,ti,ci,si,vi,lo,la,ne ecc.e gli avverbi ci,vi. ,che si possono unire all’avverbio
ecco(eccolo,eccomi) e ad alcune forme verbali: l’imperativo,l’infinito,il
gerundio,il participio passato.
Dopo una parola tronca e dopo la prima persona dell’imperativo dei verbi
andare,fare,dare,stare la consonante iniziale dell’enclitica si rafforza:
dimmi,facci,fanne.
Si possono avere anche accoppiamenti di pronomi e di avverbi:
daglielo,diccelo,dagliene.
In italiano gli enclitici non provocano lo spostamento dell’accento:
fabbricansene-se ne fabbricano.
Il pronome clitico che segue un infinito preceduto da un ausiliare può risalire
in capo all’enunciato: voglio berlo/ lo voglio bere.