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i casi sono nominativo, accusativo, genitivo, dativo (parola rimane uguale ma cambiano le
desinenze)
declinazione del nome: forte, debole - maschile, femminile
declinazione aggettivi: forti, deboli
anche i pronomi personali e dimostrativi vengono declinati (importanti perchè fanno le veci
degli articoli dimostrativi, ci permettono di capire subito il caso e genere delle parole che li
seguono)
verbi: paradigmi verbali (distinzione tra i tempi vengono evidenziate dal cambiamento della
vocale o consonante)
peso delle sillabe:
leggera → se la sillaba radicale ha una vocale breve e termina con una sola consonante
pesante → se la vocale è lunga oppure se la sillaba termina con due consonanti
infinito: I classe = -an, II classe = -ian
Pa (introduce una subordinata o principale)
verbo-soggetto = principale
sogg-verbo = subordinata
nel dimostrativo è la forma comune a tutti i generi del plurale (N/A) e anche l’accusativo
singolare femminile del dimostrativo
Verbi
tempi: presente (utilizzato anche x il futuro), passato
modi: indic, congiuntivo, infinito (normale, flesso), participio (presente pass), imperativo
participi: quello presente riconoscibile perchè contraddistinto dal suff -nd, quello passato
caratterizza del suff dentale -d- che caratterizza anche tutti i passati del v debole
congiuntivo presente e pass: fenomeno di sincretismo formale, nel congiuntivo una forma
per le tre del singolare e una per le tre del plurale
infinito flesso: sempre usato con la preposizione to e viene utilizzato con significato
finale/esplicativo (-enne)
verbi forti
si distinguono dai deboli perché in questi ultimi per la formazione del passato si usa un
suffisso in dentale, nel verbi forti invece tra il pres e il pass la marca che distingue queste
forme è il cambio/variazione della vocale radicale. Questo fenomeno risale all’indoeuropeo e
non è casuale ma segue det modelli (organizzati in 7 classi). C’è una corrispondenza
regolare tra una det categoria e un determinato vocalismo a seconda della classe.
Forme base con le quali si può coniugare tutto il paradigma:
infinito (tutte le forme del presente)
passato sing (1° passato): indica il vocalismo che si trova solo nella 1 e 3 persona del
passato
passato plur (2° passato): tutte le forme del passato ad eccezione di quelle sopra e del
participio passato.
partic passato è unico
Per la coniugazione della 2 e 3 p del plurale del pres indicativo si deve tener conto che è
avvenuta la metafonia palatale e quindi non ci sarà lo stesso vocalismo dell’infinito ma uno
modificato dalla metafonia.
I classe: Tutti i verbi che al presente hanno una ī, al passato singolare una ā e una i al
passato plurale e al participio (Drifan, risan, bidan)
II classe: La radice presenta un dittongo –eo- al presente e –ea- al passato (ma senza
Liquide o Nasali, il che li distingue dai verbi di III e IV classe) (Creopan, lucan)
III classe: Al presente tra radice e desinenza vi sono due consonanti, L + C o N + C
(Singan, helpan, hweorfan)
IV classe: Hanno la radice che termina con L o N mai seguite da un’altra consonante
(Stelan, niman)
V classe: Si riconoscono dal vocalismo simile a quelli della IV (e al presente, æ al passato
singolare), ma la radice non termina con L o N, bensì con altra consonante (Sprecan)
VI classe: Hanno a al presente e ō al passato (singolare e plurale) (Bacan, faran)
VII classe: Facilmente confondibile con i verbi deboli (Hatan, :owan)
Sulla base della quattro forme del paradigma del verbo è possibile derivarne l’intera
coniugazione
Il vocalismo dell’infinito è lo stesso di tutto il presente
Il vocalismo del passato singolare è quello della 1° e 3° persona singolare dell’indicativo
passato
Il vocalismo del passato plurale è quello delle restanti forme dell’indicativo passato (2°
persona singolare, 1°, 2°, 3° persona plurale) e di tu!o il congiuntivo
Il vocalismo del participio passato rappresenta sé stesso
assimilazione
La metafonia è il mutamento di timbro della vocale radicale per influsso di suoni presenti
nella sillaba successiva. E’ un fenomeno di assimilazione regressiva. Quando a provocarla è
la vocale alta palatale (o la sua rispettiva semivocale approssimante /j/), si parla di
metafonia palatale.
Consonantismo
La legge di Grimm e la legge di Verner sono delle leggi fonetiche che caratterizzano
l'evoluzione del germanico dall'indoeuropeo. L'indoeuropeo occidentale aveva tre serie di
occlusive: sorde: p t k kʷ sonore: b d g gʷ sonore aspirate: bh dh gh gh
Prima rotazione consonantica (legge di Grimm)
prevede che si modifichi sempre il modo, non il punto di articolazione:
- Le occlusive sorde diventano fricative sorde
- Le occlusive sonore aspirate diventano occlusive sonore
- Le occlusive sonore diventano occlusive sorde
Legge di Verner
Successivamente alla prima rotazione consonantica, si ha un’evoluzione delle fricative sorde
che, quando non sono iniziali di parola e quando non sono immediatamente precedute
dall’accento, prima diventano fricative sonore e poi occlusive sonore b d g gʷ.
Vocalismo
Nel passaggio IE → GRM, per quanto riguarda le vocali, avvengono numerosi processi di fusione, in
un’ottica generale di riduzione
Passiamo da un sistema (IE) formato da 6 vocali brevi, 5 vocali lunghe e 6 dittonghi a uno
(GRM) a 4 vocali brevi, 4 lunghe e 3 dittonghi
Sono fenomeni di armonia vocalica o metafonia, espressioni che identificano vari fenomeni
di assimilazione a distanza (non fra elementi contigui)
In linea generale, se ho due sillabe S1 e S2, di cui una accentata, l’assimilazione può andare in
entrambe le direzioni → nel caso specifico delle lingue germaniche, è tipicamente l'articolazione della
vocale della sillaba che segue che influenza l'articolazione di quella della sillaba accentata (metaf.
palatale)
Fenomeni di armonia palatale hanno luogo a più riprese nel corso dello sviluppo delle lingue
germaniche ed è necessario sapere che vi è una differenza cronologica tra fenomeni
formalmente analoghi. Qui prenderemo in esame quei fenomeni che possono essere
ricondotti al germanico:
- Innalzamento di /e/ → /i/ davanti a vocale alta, ovvero /i/ e /u/
- Abbassamento di /i/ → /e/ davanti a vocale non alta
- Abbassamento di /u/ e sviluppo di un allofono [o] davanti a vocale non alta
La regolarità degli esiti dei fenomeni di armonia vocalica viene in parte ouscata da processi
di livellamento analogico (processi di regolarizzazione che sono meno soliti presentarsi con
parole ad alta frequenza)
Analizziamo:
Vocali brevi e shewà (ə)
/o/ → /a/
/ə/ → /a/
/a/, /i/, /e/, /u/ rimangono immuta
(disegno triangolo vocalico)
Dittonghi
i due dittonghi che hanno come primo elemento /o/ hanno uno sviluppo equivalente a quello
della ŏ
oi → ai, ou → au, ei → ī, confluendo così nel sistema delle vocali lunghe