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11 ottobre

FONETICA
La fonetica di cui ci occuperemo studia l’evoluzione dei suoni dal latino alle lingue romanze.
I suoni vengono prodotti attraverso l’espirazione, l’aria esce dai polmoni, attraversa la trachea, la
bocca o il naso ed esce all’esterno.
Questi sono tutti gli organi articolatori coinvolti nell’articolazione.
Partiamo dalle vocali:
Per rappresentare le vocali dal punto di vista fonetico si ricorre al triangolo/trapezio vocalico.

Il grado di apertura e chiusura, ad esempio, in italiano ha un valore fonematico.


Nel passaggio dal latino alle lingue romanze vedremo che tutto il sistema vocalico ha subito una
trasformazione radicale e importantissima.

Il sistema del latino era composto da 10 fonemi e 5 vocali, perché ogni vocale poteva essere lunga
o breve.
Entra in gioco un concetto di lunghezza o durata vocalica.
La distinzione tra una vocale breve e una lunga era una distinzione di quantità, ma era anche una
distinzione fonologica perché la vocale lunga e la vocali breve costituivano due fonemi diversi:
N.B In ambito fonetico c’è una distinzione tra fono e fonema.
Il fono come il fonema è l’unità più piccola in cui si può suddividere una parola.
Si parla di fonema quando la sostituzione di un suono all’interno della parola determina uno
scambio di significato oppure un cambiamento di funzione grammaticale (Cena, Cina)
Nel caso del latino la sostituzione di una vocale lunga/breve è anche un valore di sostituzione
fonematica, o determina una diversa funzione grammaticale, ad esempio:
MALUM= Male (con la A breve), con la A lunga vuol dire Mela
LEGIT= con la E breve è legge, con la E lunga è la terza persona presente, Lesse.
Nell’evoluzione del sistema vocalico dal latino alle lingue romanze la distinzione di quantità basata
sulla lunghezza o durata vocalica cede il posto a una distinzione di qualità o timbro basata sul
grado di apertura delle vocali.
LATINO= Distinzione di QUANTITA’= Lunghezza o durata vocalica (opposizione vocali lunghe e
brevi)
Romanze= Distinzione di QUALITA’= Grado di apertura o timbro (distinzione tra vocali aperte e
chiuse)
Nel sistema fonologico del latino è importante la struttura sillabica perché determina la posizione
dell’accento.
La perdita di una distinzione di qualità porta alla riduzione del numero delle vocali (in un sistema
romanzo non troveremo mai 10 fonemi, ma un massimo di 7) e alla formazione di nuovi sistemi
vocalici.
Il sistema vocalico più diffuso e alla base delle principali lingue romanze è queto sistema vocalico
occidentale formato da sette vocali toniche.
Questo sistema è caratterizzato da una perdita della quantità vocalica (perde la distinzione tra
vocali lunghe e brevi, I breve e la E lunga costituiscono un unico fonema =e aperta) e produce una
distinzione di qualità (grado di apertura che il latino non aveva, e aperta o e chiusa) nelle vocali
mediane anteriori/palatali e posteriori/velari.

Telam era con la E lunga in italiano diventa tela


Questo tipo di sistema vocalico ci porta ad un’identità di suono/ esito delle vocali latine e lunga e i
breve (saranno entrambe una E)
È Il più semplice da imparare perché si perde la quantità (da 10 fonemi del latino si passa a 5) e
ogni coppia di vocali brevi e lunghe si fonde in un unico fonema.
Questo sistema è alla base del sardo e poi conquista l’area Lausberg (tra Calabria e Basilicata).
Questo sistema vocalico prevede la fusione o coincidenza delle tre vocali più alte sia del lato
anteriore che posteriore in un'unica vocale.
Mentre nel sistema romanzo comune la i breve diventava una e chiusa in siciliano diventa I.
Questo sistema siciliano era in passato considerato come derivato direttamente dal latino.
In realtà, secondo studi più recenti è controverso perché deriverebbe dal sistema vocalico
occidentale.
Questo sistema è asimmetrico perché si serve del sistema occidentale per le vocali anteriori e del
sistema sardo per le vocali posteriori.
In latino abbiamo tre dittonghi: OE, AE, AU
AU =dovrebbe avere un’evoluzione in o aperta però è complessa, perché è un’evoluzione avvenuta
più lentamente.
Ad esempio, in alcuni dialetti anche italiani, ma soprattutto in occitano non si riduce alla o aperta.
Nel passaggio dal latino alle lingue romanze un certo numero di quest’ultime hanno subito un
processo di dittongazione che viene definita SPONTANEA e che principalmente riguarda le vocali
toniche e mediane
I risultati della dittongazione possono portare alla formazione di due tipi di dittonghi
-Dittongo ascendente (accentato sul secondo elemento, più diffuso), si viene a formare da E, 0
aperte.
-Dittongo discendente (accentati sul primo elemento) derivano dalle vocali mediani ma chiuse.
In italiano dittongano le vocali aperte in sillaba libera. In francese dittongano le vocali mediane
chiuse in sillaba libera.
In spagnolo le vocali devono essere aperte ma la sillaba può essere chiusa.
In occitano e portoghese non avviene la dittongazione spontanea.
Dittongazione per metafonesi o armonizzazione.
Cioè dittongazione per influenza sulla vocale tonica di un altro elemento vocalico che di solito
segue.
Metafonesi= cambiamento del suono della vocale tonica per influsso della vocale finale,
solitamente I o U.
Tutti e tre fenomeni riguardano quindi la perdita della vocale atona.
La perdita della vocale atona determina un cambiamento linguistico importante perché modifica la
struttura della parola nella misura in cui andando via una vocale viene meno una sillaba.

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