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GETA POPESCU

LINGUA ITALIANA CONTEMPORANEA

Fonetica Morfologia

Editura Fundaiei Romnia de Mine, 2008 Editur acreditat de Ministerul Educaiei, Cercetrii i Tineretului prin Consiliul Naional al Cercetrii tiinifice din nvmntul Superior

Descrierea CIP a Bibliotecii Naionale a Romniei POPESCU, GETA Lingua italiana contemporanea. Fonetica. Morfologia/ Geta Popescu. Bucureti: Editura Fundaiei Romnia de Mine, 2008. ISBN 978-973-725-979-0 811.131.1

Reproducerea integral sau fragmentar, prin orice form i prin orice mijloace tehnice, este strict interzis i se pedepsete conform legii. Rspunderea pentru coninutul i originalitatea textului revine exclusiv autorului/autorilor.

UNIVERSITATEA SPIRU HARET


FACULTATEA DE LIMBI I LITERATURI STRINE

GETA POPESCU

LINGUA ITALIANA CONTEMPORANEA

Fonetica Morfologia

EDITURA FUNDAIEI ROMNIA DE MINE

Bucureti, 2008

CONTENUTO

Prefazione .......................................................................................... I. FONETICA II. MORFOLOGIA LArticolo .. Scelta delle forme dellarticolo ... Larticolo determinativo con i nomi propri . Preposizioni articolate . Il Nome (o sostantivo) Distinzione dei nomi in base al significato .. Distinzione dei nomi in base alla forma .. Formazione del femminile ... Formazione del plurale LAggettivo Classificazione degli aggettivi Accordo dellaggettivo qualificativo Gradi dellaggettivo qualificativo Il Numerale 132

Numerali cardinali e numerali ordinali


Il Pronome

Pronomi personali Pronomi personali soggetto


Pronomi personali complemento

Lo, ci vi, ne: altri usi Pronomi allocutivi Pronomi relativi Pronomi e aggettivi possessivi Pronomi e aggettivi dimostrativi Pronomi e aggettivi indefiniti
Pronomi e aggettivi interrogativi
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Prefazione

Il presente volume comprende la Fonetica e la Morfologia italiana, due capitoli di basilare importanza per tutti quelli che vogliono studiare la lingua italiana, e i destinatari sono particolarmente gli studenti universitari del I anno. E un corso il cui impianto descrittivo e sistema terminologico sono sostanzialmente quelli tradizionali, rinnovato e arricchito lungo gli anni sia nella parte teorica e descrittiva sia nelleserciziario, puntando sugli aspetti dellitaliano comune. Le regole, le strutture, gli schemi sono oggetto di una descrizione chiara, esaustiva e aggiornata e ogni singolo capitolo si chiude con un numero abbastanza grande di esercizi graduati al fine di valutare continuamente le conoscenze dello studente. G. P.

I. FONETICA

La fonetica analizza e classifica i suoni del linguaggio o foni nel loro aspetto fisico. La fonologia o fonematica studia invece lorganizzazione e la funzione dei foni nella struttura di una determinata lingua. Essa studia i suoni distintivi di una lingua, detti fonemi, quei suoni al cui cambiamento corrisponde un cambiamento di significato: cero, mero, nero, pero, vero ecc. I fonemi, le pi piccole unit distintive della lingua, vengono rappresentati nella scrittura per mezzo di segni grafici o grafemi, che sono le pi piccole unit distintive della scrittura. In teoria ci dovrebbe essere una corrispondenza perfetta tra i segni del sistema ortografico e i suoni del sistema fonologico, tra grafemi e fonemi, in realt non esiste unassoluta corrispondenza tra suoni e segni. Lalfabeto linsieme dei segni grafici, disposti in un ordine preciso, con i quali si indicano i fonemi di una determinata lingua. Lalfabeto italiano ventuno grafemi, ciascuno con il proprio nome, che possono scriversi con maiuscole o minuscole: A, a B, b (bi) C, c (ci) D, d (di) E, e F, f (effe) G, g (gi) H, h (acca) I, i L, l (elle) M, m (emme) N, n (enne) O, o P, p (pi) Q, q (cu, qu) R, r (erre) S, s (esse) T, t (ti) U, u V, v (vu, vi) Z, z (zeta)

+ cinque lettere straniere ventisei lettere J, j (i lungo) K, k (cappa) W, w (vu, vi doppio) X, x (ics) Y, y (ipsilon, i greco)
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Quanto al genere dei nomi delle lettere, luso tuttora oscillante; possiamo tuttavia considerarle di genere femminile, soprattutto quando si sottintende la parola lettera, vocale o consonante, tutte e tre femminili: si dice, per esempio, dalla a alla zeta = dal principio alla fine; (fig.) mettere i puntini sulle i = precisare, chiarire qualcosa. Sistema fonematico italiano Vocale il suono prodotto con unemissione daria che non incontra occlusioni o restringimenti nel canale e nella cavit orale; essa pu far sillaba da sola. Consonante il suono articolato viene pronunciato col canale orale chiuso o semichiuso; essa non pu formare sillaba da sola. I. Vocali i fonemi vocalici dellitaliano sono sette: a aperta e aperta: rba chiusa: mse i chiusa o aperta: pco chiusa: slo u chiusa Possiamo raggruppare le vocali nel cosiddetto triangolo vocalico, nel quale si distinguono: tre vocali anteriori o palatali una vocale centrale tre vocali posteriori e inoltre: tre vocali aperte quattro vocali chiuse anteriori o palatali i chiusa e chiusa e aperta u chiusa o chiusa o aperta posteriori o velari

a aperta centrale

Quando non sono accentate, le vocali e, o hanno costantemente il suono chiuso; quando invece vi cade sopra laccento, hanno ora il suono chiuso ora il suono aperto. La pronuncia aperta o chiusa di queste vocali assume particolare importanza nei casi in cui costituisce
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lunico elemento distintivo tra parole di significato diverso, ma uguali nella scrittura, i cosiddetti omgrafi: (aperta) sse = lettera dellalfabeto lgge = da leggere psca = frutto del pesco r = nota musicale vnti = plurale di vento (aperta) clto = da cogliere fro = piazza vlto = da volgere (chiusa) sse = pronome personale lgge = norma psca = da pescare r = monarca, sovrano vnti = numerale (chiusa) clto = istruito, dotto fro = buco vlto = viso, faccia

Non esistono regole per stabilire quando la e e la o toniche hanno suono aperto e quando, invece, hanno suono chiuso. Nei casi dubbi necessario ricorrere al dizionario. Il dittongo gruppo fonetico costituito da una vocale preceduta da semiconsonante o seguita da semivocale nella medesima sillaba. Il dittongo pu essere: ascendente semiconsonante + vocale: ia: fiamma, piatto, piazza ie: fieno, ieri, piede io: corridoio, gioco, pioggia iu: aiuto, fiume, schiuma ai: farai ei: lei oi: poi ui: altrui, suicidio ua: guaio, lingua, quasi ue: guerra, questo, sangue ui: anguilla, guida, quindici uo: cuore, fuori, liquore au: causa, laureato eu: neurologia

discendente vocale + semivocale:

I dittonghi mbili i dittonghi u e i perdono le semiconsonanti u, i quando laccento si sposta su unaltra sillaba: u o buno bont muvere movimnto scula scolro i e cilo celste pide pedstre Sina sense
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Si conserva il dittongo mobile: nelle parole composte: buongiorno, fuoribordo; negli avverbi in -mente: ciecamente, nuovamente; nei verbi nuotare, vuotare per evitare ogni possibile ambiguit con i verbi notare, votare; nei derivati: fieno fienile, fiero fierezza, piede piedistallo; nei superlativi: buonissimo, nuovissimo. Il trittongo complesso di tre suoni vocalici in una sola sillaba: buoi, guai, miei, studiai. Lo ito incontro di due vocali che fanno parte di sillabe distinte: du-ello ide-a po-eta ri-unire te-atro zo-ologi-a

II. Consonanti in italiano sono quindici consonanti: semplici doppie gruppi consonantici: digrammi trigrammi grafema p b m t d n gn c + a, o, u ch + e, i q + ua, ue, ui, uo g + a, o, u gh + e, i z
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definizione fonetica occlusiva bilabiale sorda occlusiva bilabiale sonora orale occlusiva bilabiale sonora nasale occlusiva dentale sorda occlusiva dentale sonora orale occlusiva dentale sonora nasale occlusiva palatale sonora nasale occlusiva velare sorda occlusiva velare sonora affricata alveolare sorda

esempio palla bello mare tela donna nero gnocchi casa chilo quadro gatto ghiro zio

grafema z c + e, i g + e, i f v s s sc + e, i sci + a, o, u r l gl + i gli + a, e, o, u

definizione fonetica affricata alveolare sonora affricata prepalatale sorda affricata prepalatale sonora continua costrittiva labiodentale sorda continua costrittiva labiodentale sonora continua costrittiva alveolare sorda continua costrittiva alveolare sonora continua costrittiva prepalatale sorda continua vibrante alveolare continua laterale alveolare continua laterale palatale

esempio zero cera giro fare vedo sera smilzo scena sciame rana luna gli taglio

Si pronunciano come in romeno b, d, f, l, m, n, p, r, t, v: banca, dare, fare, libro, madre, nipote, padre, rumore, titolo, vento. Si pronunciano diversamente: c c + a, o, u casa, coro, cupola c + l, r classe, credere c + e, i cena, cinema ch, sc digrammi sci trigramma g g + a, o, u gallo, goccia, gusto g + l, r globo, grande g + e, i gelo, ginnastica gh, gl, gn digrammi gli trigramma h non rappresenta alcun suono, soltanto un segno grafico;
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distingue le voci del verbo avere, per influenza del verbo latino HABERE, dagli omfoni (parole con suono uguale ma origine, significato, a volte anche grafia diverse): 1 persona singolare 2 persona singolare 3 persona singolare 3 persona plurale ho hai ha hanno o ai a anno io ho / bianco o nero tu hai / vado ai laghi egli ha / vado a Sinaia essi hanno / anno accademico

si trova: nei digrammi ch, gh che, chino, ghetto, ghianda nelle interiezioni ah!, ahi!, eh! q q + u + vocale quadro, questo, qui, quotidiano cq acqua, tacque qq soqquadro: mettere a soqquadro = in gran disordine s s sorda: s + vocale sale, seme, sigaro; nei derivati e nei composti: caposaldo, girasole s + c, f, p, q, t scala, trasporto, squadra, pasto consonante + s corsa, penso ss gesso, rosso s sonora: s + b, d, g, l, m, n, v, z sbarcatoio, sdraiarsi, sguardo, slancio, smarrito, snello, sradicato, svenuto s tra due vocali mese, viso s impura = s + consonante scolaro, stoffa, strada z z sorda: z + ia, ie, io grazie, spazio l + z alzare, calza zz pazzo z sonora: z tra due vocali azoto, ozono zz analizzare
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Le consonanti doppie segnano differenza di senso: consonante semplice capelli caro casa eco nona pena rosa sera sete sono consonante doppia cappelli carro cassa ecco nonna penna rossa serra sette sonno

Esempi: capelli neri, biondi / cappelli di stoffa un caro amico / un carro di legna casa paterna / Cassa di risparmio farsi leco di qualcuno / ecco il treno che arriva la nona sinfonia di Beethoven / nonna materna pena capitale / penna a sfera offrire una rosa / bandiera rossa lavorare da mattino a sera / fiore di serra avere sete / le sette meraviglie del mondo io sono (essere) / parlare nel sonno Il digramma successione di due diversi grafemi per rappresentare un solo fonema: ci + a, o, u ciao, panciuto gi + a, o, u mangio, gi ch + e, i barche, pochi gh + e, i ghepardo, ghiaccio gl + i in parole di origine greca o latina, si pronuncia come in romeno: glicine, glicerina; anglicano, ganglio, geroglifico, negligenza gl + a, o, u si pronuncia come in romeno: glaciale, gloria, deglutire gn + vocale regnare, degne, magnifico, bagno, ognuno si pronuncia come in romeno: Wagner, wagneriano sc + a, o, u scafandro, scolaro, scudiero
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sc + i sciroppo, sciare sc + e scena, pesce Il trigramma successione di tre grafemi indicanti un solo fonema: sci lasciare, sciogliere (la i non si pronuncia) sce scena, pesce gli figlio, scegliere Le lettere straniere j (i lungo) appare in: nomi propri: topnimi Jesolo, Jonio antropnimi Jacopo, Ojetti nomi stranieri jambon (fr.) jeans (ingl.) Junker (ted.) k (cappa) appare in: parole straniere karte, karting, kayak, kola sigle di origine greca kg, km, kl, kw; in forma piena preferibile ricorrere alla grafia italianizzata: chilogrammo, chilmetro, chillitro, chilowatt. w (vu, vi doppio) pronunciata come: u semiconsonantica weekend, western, whisky v Walter, Wassermann, watt, wolframio x (ics) appare in: parole formate con i prefissi di origine greca xeno-, xero-, xilo xenofobia, xenfobo, xerocopia, xilfono; toponimi Xanto antroponimi Marx; nei suoi derivati: marxismo forestierismi texano, mixer y (ipsilon, i greco) yacht, yemenita, yoga, brandy, derby. La sillaba un fonema o un gruppo di fonemi che si articolano in modo distinto e autonomo, con una sola emissione di voce; pu essere formata da una vocale o da un dittongo, soli o accompagnati da una o pi consonanti. In italiano il centro di una sillaba sempre costituito da una vocale.
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Si pu distinguere tra: sillaba tonica su cui cade laccento atona senza accento tonico sillaba aperta o libera finisce in vocale: ca-sa; chiusa o implicata finisce in consonante: car-ne. Dal punto di vista del numero delle sillabe, in italiano le parole si dividono in: monosillabi: e, ma, gi, tuoi; polisillabi: bisillabi: brc-cio, fr-ma, v-a; trisillabi: n-ge-lo, con-t-sto, far-fl-la; quadrisillabi: far-ma-c-a, pa-p-ve-ro, re-pli-ca-re; cinque, sei, sette o pi sillabe: a-rit-me-ti-ca, pa-ra-go-na-bi-le. Regole per la divisione dei vocaboli in sillabe Si dividono: una vocale iniziale di parola, seguita da una consonante semplice: i-so-la, u-ti-le; le vocali in iato: pa-u-ra, sci-a-re; una consonante semplice seguita da vocale: ma-re, vo-la-re; le consonanti doppie e il gruppo cq si dividono a met: connes-si-ne; stel-la; ac-qua, nac-que; nel caso di due o tre consonanti diverse tra loro: 1. se si tratta di un gruppo di consonanti in principio di parola, il gruppo non si divide e fa sillaba con la vocale che segue: stra-da; spro-fon-da-re; bra-vo; dram-ma; gran-de; tre-no; in questo gruppo va considerata anche la s impura, che si unisce sempre alla consonante o alle consonanti che seguono: o-spi-te; a-stro; 2. se invece il gruppo di consonanti non si trova in principio di parola, allora questo si divide: la prima consonante del gruppo va con la vocale precedente, laltra o le altre con la vocale della sillaba che segue: ar-ma; par-co; tec-ni-ca; en-tra-re; le parole composte si dividono tra prefisso e base: sub-nor-ma-le. Non si dividono: i dittonghi e i trittonghi: pio-ve; guai;
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i digrammi e i trigrammi: bar-che; ghiac-cio; re-gna-re; scimmia; sce-na; mo-glie; sba-glia-re; i gruppi consonantici costituiti da b, c, d, f, g, p, t, v + l, r ca-blo-gram-ma. nel caso in cui si giunga in fin di riga con un apostrofo, consigliabile mantenere lintegrit della sillaba che comprende lapostrofo: del- / la-mi-ca; quel- / luo-mo; nel- / li-so-la; nel caso in cui si debba dividere in fin di riga una parola composta contenente un trattino, opportuno segnare il trattino due volte, uno in fin di riga, laltro allinizio della riga seguente: guerra russo- / -giapponese. Laccento rafforzamento della voce nella pronuncia di una sillaba, in particolare di una vocale in essa contenuta. La sillaba e la vocale accentate si chiamano toniche; le altre sillabe e le altre vocali si chiamano atone. Si distinguono: accento intensivo o dinamico, proprio dellitaliano, del francese, del tedesco, che consiste in un aumento dellintensit della voce; accento musicale o cromatico, nel cinese, che consiste in un aumento dellaltezza della voce; accento fisso, quando in una lingua cade in tutte le parole su una data sillaba (in francese, sempre sullultima); accento libero, quando in una lingua pu cadere su tutte le sillabe, come in italiano. accento tonico, proprio di ogni parola; accento grafico, usato solo in certi casi nella scrittura in corrispondenza dellaccento tonico. Quindi tutte le parole hanno un accento tonico, ma solo alcune hanno anche laccento grafico. In italiano laccento cade normalmente: sullultima sillaba parola tronca o ossitona: citt; perch; sulla penultima sillaba parola piana o parossitona: cnto; passre; sulla terzultima sillaba parola sdrucciola o proparossitona: tvolo; mile; rdere;
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e raramente sulla quartultima sillaba parola bisdrucciola: bitano; desderano. o sulla quintultima, in alcune forme verbali composte con pronomi enclitici parola trisdrucciola: rcitamelo. Come segno grafico, laccento si usa in italiano per indicare la vocale tonica: accento grave [`], si segna su: e, o aperte; a, i, u; accento acuto [], si segna su e, o chiuse. Nellortografia italiana laccento obbligatorio: sui polisillabi tronchi: carit, universit, desider, partir; sui monosillabi: gi, pi, pu; su alcuni monosillabi, per distinguerli da parole uguali nella pronuncia (gli omofoni) o nella scrittura (gli omografi), di significato diverso: d Ugo mi d un libro. Ugo studente. l quel ragazzo l; Vai l! l l dentro; quel volume l; Mettilo l! n Non ti aiutiamo n io n lui. s essere pieno di s; La cosa in s ha poco valore. dire di s s da santa Caterina da Siena; contare da uno a dieci; comportarsi da amico; Ti aspetto da unora. e buono e bello; io e voi; Salut e usc. la la casa; La prego, Signore; La vidi ieri a teatro. li Li ho incontrati ieri in montagna. ne Appena lo conobbe ne divenne amico. Dammi una caramella, io non ne ho pi. se Tu, se ben ricordo, sostenevi il contrario. Se vincessi alla lotteria! si si dice; Carla si veste con gusto.
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t una bustina di t; t col limone; servizio da t

te Tuo fratello verr con te. Te lo dico io.

Quando il pronome s seguito da stesso o medesimo, laccento grafico facoltativo. Quando laccento cade allinterno di parola, laccento grafico non si mette. Tuttavia ci sono dei casi in cui una parola pu avere due significati diversi a seconda di dove cade laccento; si tratta di alcuni omografi, termini che non si distinguono per come vengono scritti ma per come vengono pronunciati: ncora di salvezza blia: far da ~ a qualcuno cmpito in classe ncciolo delloliva psca (fruto del pesco) prncipi: i ~ di casa Savoia sbito: vieni qui ~ ancra: non ~ arrivato bala = potere: in ~ della sorte compto = cortese: una persona ~a noccilo (albero) psca: andare a ~; ~ del tonno princpi: i ~ della logica subto: un danno ~ = rcevuto

Lapstrofo segno [] che indica: lelisione di una vocale: lanima, questuomo, santAgostino; il troncamento di una sillaba: po = poco Ugo vuole un po dacqua. la soppressione del millesimo e del centesimo nelle date: il 500. Lelisione soppressione della vocale finale atona di una parola dinanzi alla vocale iniziale della parola seguente. Nella grafia, a differenza del troncamento, si segna con lapostrofo: larte, anchio, senzaltro. Si elidono: articoli luomo, lamica, unamica; preposizioni articolate: nellet; aggettivi: bello, buono, grande, questo, quello, santo bellorologio, bellarchitettura; buonamica; grandopera; questanno, questaria; quelluomo, quellaula; santAndrea, santAgnese; come, ci davanti al verbo essere: com andata?, c, cerano; alcune espressioni idiomatiche: a quattrocchi, tuttaltro, senzaltro, nientaltro, mezzora;
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alcune preposizioni: di daccordo, doro, una domenica dautunno; da daltra parte, daltronde, dora in poi. Il troncamento o lapcope caduta di uno o pi suoni in fine di parola. Pu essere: vocalico: mal(e) di mare, a fior dacqua, essere in fin di vita; sillabico: fra(te) Cristoforo, quel(lo) signore. Talvolta si segna con lapostrofo: po = poco Sono un po stanco stasera. ca = casa Ca Foscari (palazzo veneziano); mo = modo a mo di = in funzione di; da, di, fa, sta, va, forme dellimperativo dei verbi dare, dire, fare, stare, andare: Di a Maria di tornare subito! Si troncano: articoli: uno un albero; e i composti: alcuno, nessuno, ciascuno nessun operaio, ciascun abito; aggettivi: buono buon affare, buon prodotto; bello, frate, grande, quello, santo bel giovane; fra Cristoforo; gran giocatore, gran bellezza; quel libro; san Giovanni, san Iacopo; suora suor Ana; suor Maria; tale, quale un tal individuo; qual . Esercizi 1. Con laiuto del dizionario, completa le parole con: vocali: c_sa, d_re, fars_, lett_ra, m_gma, p_ne, r_sa, s_le, tass_, z_na; dittonghi: bugg__rdo, camp__ne, glor__so, graz__, ins__me, trinom__, ug__le, ultras__no, umil__re, valig__; consonanti doppie: a__u__o, bo__e__ino, gia__a, i__ediato, le__enda, ma__o, profe__ore, tu__el, ve__hio, vi__ima; digrammi: bolo__ese, campa__a, __iamare, co__ome, __iacciaio,
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lava__a, ma__etico, ri__iedere, spu__a, un__ia; trigrammi: cana___a, conchi___a, consi___o, fami___a, ___icco, sce___ere, ___are, ___entifico, sba___o, ugua___anza. 2. Completa le seguenti parole con la lettera adeguata. Attenzione, c pi di una possibilit! mese me...e lame la...e neve ne...e rane ...ane vede ...ede rive ...ive meno ...eno vena ve...a sere ...ere tara ...ara 3. Ora inserisci le parole in corsivo dellesercizio precedente invertendo lordine delle sillabe: I ________ amici si riconoscono al momento del bisogno. Hai pagato la ________ del mutuo? E una persona che non ha sangue nelle ________. Mia nonna, quando legge i giornali, sinteressa solo della cronaca ________. Marco ha una faccia tonda come una ________. Prima di prendere una decisione si ________ tener conto di tutte le difficolt da affrontare. Ti prego di chiamare le cose col loro ________. Si ________ conto di avere torto, quindi prefer tacere. Se vuoi andare in Sardegna, devi prendere la ________. 4. Inserisci le seguenti parole a, ha, ah, ai, hai, anno, hanno, o, ho al posto dei puntini: Mamma, mi sono ferito _____ una mano! Fammi vedere, ma come _____ fatto? _____, mi fai male! Da domani non andrai pi _____ giocare in cortile, ne _____ fin sopra i capelli.
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Sono stati i miei amici, mi ________ spinto e sono caduto. Non c un giorno che vada bene, _____ torni ferito _____ con i vestiti rotti, per fortuna che il prossimo _____ andrai _____ scuola! _____, sai che bello! Bello _____ brutto, ci andrai! Ma io non voglio, il nonno non _____ mai studiato. Non dire sciocchezze, ci tieni cos tanto _____ tuoi giornalini! Vuoi continuare _____ guardare le figure e _____ immaginare quello che c scritto sopra? Uffa! 5. Dividi in sillabe: attaccapanni, attraversare, bellissimo, compagno, demoralizzazione, equilibrista, famiglia, ghigliottina, inutilit, liquidit, medicazione, mediocrit, neurologico, ostacolare, professoressa, ruscello, sfruttatore, tranquillamente, videosegnale, zairiano. 6. Metti laccento, se necessario: Perche non ti piace il te al limone? La nostra aula e la? Si, ti ho detto di si. Di solito Carla va in campagna la domenica: la trova la pace che invano cerca qui in citta. Questa rivista non mi piace piu perche e troppo femminista. Il fatto e che lUmanesimo, pur non rinnegando la grande opzione cristiana della civilta, non e piu disposto a puntare sulla caducita delluomo. 7. Metti lapostrofo, se necessario: Bevo un po di latte perch ho mal di gola. Andrea, lo amico di Eva, venuto a cercarla ieri sera. Santo Antonio il protettore di Padova. Sei proprio un bello furbo e un bello imbroglione. Abbiamo una vita e una anima sola. Di autunno cadono le foglie. Nessuna altra donna lo avrebbe fatto.

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II. MORFOLOGIA

La morfologia classifica tutte le parole di una lingua, ne studia la forma e i cambiamenti che queste possono subire. Le parti del discorso le categorie nelle quali si dividono, in grammatica, le parole di una lingua secondo la loro forma e funzione. Le parti del discorso sono: variabili: articolo nome aggettivo pronome verbo invariabili: avverbio preposizione congiunzione interiezione

Nelle parole si riconosce: la radice o morfema lessicale, una parte immutabile: ragazzgrandstudi la desinenza o morfema grammaticale, una parte terminale, soggetta a variazioni: -o, -a, -i, -e -e, -i -are, -er LARTICOLO E una parte variabile del discorso che precede il nome a cui si riferisce e concorda con esso in genere e numero: Un caff con lo zucchero in una tazzina.
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Larticolo, insieme ad altre parti del discorso, gli aggettivi dimostrativi (questo, quello), indefiniti (alcuni) o qualificativi (bello), svolge unimportante funzione, quella di determinante del gruppo nominale. C un legame molto stretto tra larticolo e il sostantivo. Solo in determinate condizioni il sostantivo pu fare a meno dellarticolo (con alcuni nomi propri Monica, Parigi), mentre larticolo sempre seguito da un sostantivo. Larticolo pu precedere anche parole che non sono nomi: un verbo al participio Gli abitanti dellisola non sono numerosi. allinfinito Il bere fa male. un aggettivo Il rosso il mio colore preferito. una congiunzione Spiegatemi il come e il perch. un avverbio Il troppo stroppia. Se precedute dallarticolo, queste parole diventano nomi a tutti gli effetti. Articolo determinativo: il, lo, la, i, gli, le; indeterminativo: un, uno, una; partitivo: del, dello, della, dei, degli, delle Dammi dellacqua! articolo genere numero singolare plurale determinativo maschile il, lo, (l) i, gli la, (l) le indeterminativo un, uno una, un femminile maschile femminile

Larticolo rappresenta due opposizioni fondamentali: classe / membro Il leone il re degli animali. / (= i leoni, tutti i leoni) Ho visto un leone allo zoo. / (un membro della classe dei leoni) noto / nuovo Il bambino nel giardino. / (noi gi lo conosciamo ed noto anche a chi ci ascolta) Un bambino nel giardino. / (non lo conosciamo)
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In alcuni casi lo stretto legame tra articolo e sostantivo viene spezzato mediante linserimento di: un aggettivo: il nuovo edificio; un participio passato: il suddetto autore; un avverbio: lallora capo del governo. Lopposizione tra determinato e indeterminato avviene in modo diverso al singolare e al plurale: al singolare larticolo ha forme specifiche per indicare sia la determinatezza sia lindeterminatezza: il ragazzo / un ragazzo; la finestra / una finestra; al plurale larticolo ha forme specifiche solo per indicare la determinatezza, mentre lindeterminatezza indicata dallassenza dellarticolo o dallarticolo partitivo dei, degli, delle: i ragazzi / _ ragazzi (dei ragazzi); le finestre / _ finestre (delle finestre). Davanti a nomi che hanno una stessa forma per il maschile e il femminile o per il singolare e il plurale, larticolo ne specifica il genere e il numero: il / la nipote; la / le specie. Larticolo determinativo Indica una cosa ben definita, che si presuppone gi nota. Larticolo determinativo impiegato per indicare: una classe, un tipo, una specie: Luomo dotato di ragione. (= ogni uomo) lastratto: La pazienza una gran virt. parti del corpo: Mi fa male la testa. oggetti: Non trovo pi le scarpe. cose uniche in natura: il sole, la luna, la terra; nomi di materia: il grano, largento. Larticolo indeterminativo Indica una cosa generica, indefinita, non ancora nota; la sua funzione quella di introdurre nel discorso un nome di cui non si era parlato in precedenza. Nel linguaggio parlato si usa per esprimere: ammirazione: Ho conosciuto una ragazza! senso superlativo: Ho avuto una paura! approssimazione: Dista un tre chilometri.
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Scelta delle forme dellarticolo Per quel che riguarda larticolo maschile: le forme il, i / un si usano davanti a una parola iniziante per consonante semplice o per gruppi di due o pi consonanti il fiore, il ragazzo, il cane, il wafer; il prestito, il treno, il grande specchio; i fiori, i ragazzi, i cani, i wafer; i prestiti, i treni, i grandi specchi; un fiore, un ragazzo, un cane, un wafer; un prestito, un treno, un grande specchio. Casi speciali: l / gli / un whisky; luso tende a preferire oggi le forme il / i / uno whisky. le forme lo, gli / uno si adoperano davanti a una parola iniziante per: s + consonante lo scandalo, lo spettacolo, lo stesso giorno; gli scandali, gli spettacoli, gli stessi giorni; uno scandalo, uno slavo, uno svizzero; sci, sce lo sciame, gli sciami, gli scialli; uno scemo; gn lo gnocco, gli gnocchi, uno gnomo; z, x lo zero, lo zolfo, lo zucchero, gli zii, uno zaino; lo xilofono; pn, ps lo pneumatico, gli pneumatici; lo psicologo, uno pseudonimo; y, i + vocale lo yogurt; lo iodio, gli iugoslavi, uno iato. si ha lo in alcune locuzioni avverbiali: per lo pi, per lo meno.

le forme l, gli / un si usano davanti a una parola iniziante per vocale

lalbero, lerrore, lincendio, lospite, lutile libro, lhambrger, lhandicap; gli alberi, gli errori, gli ospiti, gli utili libri, gli handicap; un albero, un errore, un ospite, un utile libro, un habitat, un hobby. gli si adopera con la parola dei, plurale di dio il dio, gli dei. Per quel che riguarda larticolo femminile: le forme la / una si usano davanti a una parola iniziante per consonante e per i + vocale la classe, la donna, la studentessa, la zia, la bella amica, la hall, la holding; la iena;
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una classe, una donna, una studentessa, una zia, una bella amica, una hall; una iena. le forme l / un si usano davanti a una parola iniziante per vocale lamica, lisola, loca, luniversit, lenergica mano; unamica, unisola, unoca, ununiversit, unenergica mano. la forma le si usa al plurale le classi, le studentesse, le zie, le belle amiche, le hall, le iene; le isole, le oche, le universit, le energiche mani. Larticolo indeterminativo privo di plurale. Al suo posto, per accompagnare un nome plurale, possibile adoperare: le forme dellarticolo partitivo dei, degli, delle: Ho sentito una strana voce. Ho sentito delle strane voci. gli aggettivi indefiniti alcuni, alcune o qualche (seguito dal singolare): Ho sentito alcune strane voci. Ho ancora qualche dubbio. oppure non adoperare niente: Ho sentito _ strane voci. Ho ancora _ dubbi. Larticolo partitivo rappresentato dalle preposizioni articolate del, dello, della, dei, degli, delle, usate con il significato di una parte di, un po di: Compra del pane! Avete mangiato dello strudel. Larticolo partitivo si usa soltanto con i nomi massa, cio con quei sostantivi che indicano una certa quantit di qualcosa: E caduta della pioggia. Prestami del denaro! Articolo partitivo + nomi astratti = espressioni del tipo avere dellingegno / del buon senso / del fegato ecc. Al plurale larticolo partitivo sostituisce linesistente plurale dellarticolo indeterminativo: Ho visitato dei musei molto interessanti. Quando larticolo partitivo preceduto da una preposizione, quindi inserito in un complemento indiretto, si preferisce dire: E venuto con amici. / invece di ...con *degli... Ho scritto ad (alcuni) amici. / invece di ...a *degli...
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Larticolo determinativo con i nomi propri Nomi propri di persona con i nomi di battesimo larticolo non va usato: E arrivato Carlo. Ho sentito Lucia. se i nomi hanno un determinante, larticolo obbligatorio: limperatore Traiano, Stefano il Grande, lastuto Ulisse; con i soprannomi di personaggi antichi e meno antichi larticolo quasi sempre obbligatorio: (il) Poliziano, il Valentino, il Che, lAlighieri, lAriosto, la Passionaria. con i cognomi di uomini contemporanei larticolo non si usa: Ciampi, Prodi, Chirac; si usa invece se i cognomi sono al plurale, cio indicano tutti i membri di una famiglia: i Medici, i Visconti, gli Sforza; con i cognomi di donne contemporanee larticolo facoltativo: (la) Clinton, (la) Bellucci; con i cognomi di uomini e di donne illustri del passato larticolo facoltativo: (il) Manzoni, (la) Serao; ma larticolo non si adopera con i cognomi di personaggi che sentiamo vicini a noi perch appartenenti alla nostra memoria storica: Colombo, Garibaldi, Mazzini, Cavour, Verdi, Pirandello, Mussolini, Marconi, Gramsci; larticolo non si usa neanche con i cognomi di stranieri illustri: Mozart, Beethoven, Voltaire, Shakespeare. Nomi propri di luogo non richiedono larticolo i nomi dei paesi, delle citt, delle isole considerate piccole: Orbetello; Roma, Parigi; Capri, Corf, Ischia, Malta, Rodi; ecc. citt: LAquila, La Spezia, LAia, LAvana, La Mecca, Il Cairo; isole: LElba, il Giglio. se i nomi di citt hanno un determinante, larticolo obbligatorio: lindustriosa Milano, la Venezia dei dogi; non richiedono larticolo i nomi dei pianeti e delle stelle: Marte, Andromeda. richiedono larticolo i nomi delle regioni, degli stati, dei continenti, delle isole considerate grandi: il Piemonte, la Lombardia; il Marocco, lo Yemen, la Spagna, lItalia; lEuropa, lAsia; il Madagascar, la Groenlandia, i Caraibi, le Azzorre;
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ecc. isole: Cipro, Creta, Sumatra; i nomi dei mari, degli oceani, dei laghi, dei fiumi: il Mediterraneo, lo Ionio, lAdriatico; il Pacifico, lAtlantico; il Trasimeno; il Po, lArno, la Senna; i nomi dei monti: il Vesuvio, lo Stromboli, lEtna, i Balcani, gli Appennini, le Alpi. Questi nomi possono fare a meno dellarticolo quando sono usati come: complemento di specificazione: il re di Svezia, lambasciatore di Gran Bretagna; ecc. il presidente degli Stati Uniti, il rappresentante della Romania. complemento di luogo introdotto dalla preposizione in: andare in Australia, vivere in Toscana; ecc. abitare nel Lazio, recarsi nel Veneto. Con tutte le altre preposizioni larticolo si usa sempre: viaggiare per lAmerica, dirigersi verso la Cina, tornare dal Brasile. Omissione dellarticolo determinativo Larticolo non si usa in: espressioni: abito da sera/ballo, scarpe da tennis, servizio da t, vino da tavola; espressioni predicative formate da verbo + nome: avere fame/ sete, aver paura, cambiare casa/argomento, dare aiuto/ragione/importanza, prendere posto, sentire caldo/freddo; espressioni formate da verbo + preposizione + nome: parlare di sport, giocare a carte; locuzioni avverbiali: in fondo; complementi di luogo: andare a letto, tornare a casa, abitare in montagna, recarsi in chiesa; modi di dire e proverbi: chiudere bottega; Can che abbaia non morde. titoli di libri, capitoli, di opere darte e di articoli di giornale: Fisica applicata, Canto V, Natura morta, Moto contro treno: nessun ferito; insegne: Entrata, Partenze, Ristorante; con la preposizione senza: senza dubbio.
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Infine, larticolo non compatibile con: gli aggettivi dimostrativi: questo quaderno, quella citt; alcuni aggettivi indefiniti: nessun aiuto; gli aggettivi interrogativi ed esclamativi: Che libro leggi?; gli aggettivi possessivi seguiti dai seguenti nomi di parentela singolari: padre, madre, figlio, figlia, fratello, sorella, marito, moglie, zio, zia, nipote ecc. mio/tuo/suo/nostro/vostro padre; mia/tua/sua/nostra/vostra madre; tuo marito, sua moglie; ecc. loro sempre preceduto dallarticolo: il loro padre, la loro madre. alcuni appellativi onorifici quando sono preceduti da Sua, Vostro/Vostra: Sua Eccellenza, Sua Maest, Sua Santit, Vostro Onore, Vostra Altezza. Gli aggettivi possessivi sono preceduti dallarticolo determinativo se i nomi di parentela: sono nonno, nonna: (la) mia nonna; sono al plurale: le mie sorelle, i suoi nipoti; hanno un determinante, aggettivo o complemento: la mia cara figlia, il tuo zio di Roma; sono seguiti dal possessivo: il figlio suo; sono alterati: il mio pap, la tua mamma, il suo fratellino, la sua sorellina. sono nomi composti: il mio bisnonno. Preposizioni articolate Tutte le preposizioni proprie possono unirsi ai vari articoli determinativi e formare delle preposizioni articolate: di + la della in + lo nello fra + il fra il con gli stessi valori e le stesse funzioni delle preposizioni semplici da cui derivano. Delle preposizioni articolate, alcune hanno forma: analitica, cio la preposizione e larticolo si scrivono separati: con il, fra la; sintetica, cio la preposizione e larticolo si scrivono uniti: sul, dalla.
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il a con da di fra in per su tra al con il col dal del fra il nel per il sul tra la

lo l allo all con lo con l coll dallo dall dello dell fra lo fra l nello nell per lo per l sullo sull tra lo tra l

la l alla all con la con l coll dalla dall della dell fra la fra l nella nell per la per l sulla sull tra la tra l Esercizi

i ai con i dai dei fra i nei per i sui tra i

gli le agli alle con gli con le dagli degli fra gli negli per gli sugli tra gli dalle delle fra le nelle per le sulle tra le

1. Metti larticolo determinativo davanti ai nomi: maschili: autunno, giornale, ospite, sbaglio, commento, tavolo, intervallo, sparo, addio, architetto, studio, ufficio, mestiere, programma, appuntamento, sciopero, soprano, inverno, negozio, manoscritto; femminili: cena, informatica, spesa, opera, indagine, birra, intervista, scatola, zebra, iena, estate, macchina, recluta, autostrada, telecronaca. 2. Metti larticolo determinativo davanti ai nomi: a) spazzole, esercizi, domande, stranieri, biglietti, medicine, occhi, scrupoli, dischi, canzoni, esami, barzellette, critiche, intrighi, telegrammi, alberghi, feste, progetti, elettrodomestici, automobili; b) tragedie, colazione, cioccolatini, valigia, soldi, cartoline, figlio, chiavi, orologio, sigarette, problemi, specchio, anelli, ristorante, biciclette, ditta, chiacchierate, cavallo, sorpresa, righe. 3. Metti larticolo indeterminativo davanti ai nomi: museo, cattedrale, scrivania, stupro, appartamento, cioccolato, aula, lettera, ingegnere, attrice, soggiorno, scolaro, visita, mese, fabbrica, albergo, camera, cappuccino, insegnante, funzione. 4. Metti larticolo determinativo davanti ai nomi propri, se necessario: a) Roma, Rodi, Creta, Roma dei papi, Garda, Tevere, industriosa Torino, Sicilia, Danubio, Veneto, Abruzzo, Toscana, Argentina, Portogallo, Egitto, Africa, Olimpo, Pirenei, Ande, Marna;
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b) Marco, Visconti, Chiara, Loren, Estensi, Alighieri, Boccaccio, Mussolini. 5. Crea tutte le frasi possibili: citt medievale. Ho visitato la citt del famoso Palio. una citt ricca di monumenti. dove sono nati i miei nonni. 6. Cambia lordine delle parole facendo attenzione allarticolo: la scorsa settimana, il coraggio eccezionale, latroce guerra, il panorama stupendo, il consiglio adatto, linfinita dolcezza, la passata stagione, lacuto dolore, la notizia inutile, lo spettacolo interessante. 7. Cancella la forma scorretta: La Sardegna / Sardegna offre ai turisti spiagge bellissime. Spezia / La Spezia nota soprattutto per il suo porto. La nostra sorellina / Nostra sorellina ha appena compiuto due anni. Come sta il tuo / tuo padre? La sua moglie / Sua moglie casalinga. Venezia / La Venezia la citt del Carnevale. La Milano / Milano del Medio Evo lott contro il Barbarossa. Il Luigi Pirandello / Luigi Pirandello nato ad Agrigento. Po / Il Po passa per Torino / la Torino. 8. Completa con larticolo partitivo appropriato: Compro fiori. Vedo libri. Sento rumori. Sui nostri banchi ci sono matite. Mangio burro, latte e pane. Ho visitato citt straniere. Devi comprare soltanto patate. E caduta pioggia. 9. Completa il testo con le preposizioni articolate adatte: Faccio una visita amico di Carlo. Chiedo un libro professore ditaliano. Telefoniamo amici e ... amiche di Monica. Offro ... fiori attrice. Scendo treno ... otto in punto. Scriviamo lesercizio lavagna. Ogni domenica vado nonni e ogni sabato vado ... stadio. I giornali e le riviste sono tavolo, i libri sono ... scaffali. Gli studenti parlano esami. Il quaderno zaino, le matite sono ... astuccio. Ci sono errori vostro esercizio. Ho chiesto invitati di fare meno rumore. Il padre mia amica mi ha telefonato per chiedermi lindirizzo.
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10. Completa gli spazi liberi con articolo determinativo, indeterminativo o preposizioni articolate: ... freddo ha mille forme e mille modi di muoversi ... mondo: ... mare corre come ... mandra di cavalli, ... campagne si getta come ... sciame di locuste, ... citt come lama di coltello taglia ... vie e infila ... fessure ... case non riscaldate. A casa di Marcovaldo quella sera erano finiti ... ultimi stecchi, e ... famiglia, tutta incappottata, guardava ... stufa impallidire ... braci, e ... loro bocche ... nuvolette salire a ogni respiro. ... fine Marcovaldo si decise: Vado per legna. Si cacci quattro o cinque giornali ... ... giacca e ... camicia, si nascose sotto ... cappotto ... lunga sega dentata, e cos usc ... notte, seguito ... lunghi sguardi speranzosi ... familiari, ... ... sega che ogni tanto gli spuntava ... bavero.
Italo Calvino, I racconti, Edit. Einaudi

11. Analizza gli articoli e le preposizioni articolate del testo di sopra. IL NOME (O SOSTANTIVO) E una parola variabile che serve a nominare: esseri animati: persone e animali Carlo, Monica, sorella, fratelli; cani, gallina; cose libro, piatti, cattedra, matite; idee libert, giustizia; sentimenti simpatia, amore; fenomeni tempesta, terremoti; sensazioni freddo, piacere; azioni furto, dormita; fatti reali o irreali guerra, stregoneria. Parole usate in funzione di nome Possono svolgere la stessa funzione del nome: il pronome, che molto spesso sostituisce un nome: Ugo studente. Egli studente. altre parti del discorso, in particolare: laggettivo: Spero che domani torner il bello.
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il verbo allinfinito: Fra il dire e il fare c di mezzo il mare. In tal caso si dice che le parole sono sostantivate. Sul piano morfologico, le due classi pi importanti, il nome e il verbo, sono contraddistinte dalla diversa flessione: il nome varia in: genere, maschile e femminile ragazzo / ragazza; numero, singolare e plurale ragazzo / ragazzi; ragazza / ragazze. il verbo varia in: modo indicativo (sono), congiuntivo (sia), participio (stato); tempo presente (sono), passato prossimo (fui), futuro (sar); persona sei (tu), siamo (noi). Esistono per verbi che non indicano azioni o processi ma stati (essere, possedere, comportare, v. VERBI STATIVI) e analogamente, nomi che indicano azioni: aggressione, preparazione ecc. Anche rispetto allaggettivo, il nome presenta alcune caratteristiche specifiche: lopposizione determinato / indeterminato: il cavallo un cavallo _spazioso _ spazioso il nome regge laggettivo e ne determina il genere e il numero: un libro nuovo / *nuova, nuovi, nuove cinque matite nere / *nero, nera, neri il nome non ha gradi di paragone: laggettivo bello bellissimo il nome bellezza La forma del nome La parte finale del nome, detta desinenza o morfema grammaticale, cambia a seconda del: genere, maschile e femminile il gatto / la gatta; numero, singolare e plurale il gatto / i gatti.
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Distinzione dei nomi in base al significato In base al loro significato, i nomi vengono suddivisi in varie classi: 1. comuni indicano persone, animali, cose e concetti in modo generico: donne; cane; libri; bont; propri indicano persone: nomi Marco, Paola; cognomi Rossi; animali Fido; topnimi Roma, Lazio, Po, Alpi; pianeti e stelle Terra; Andromeda. Molti nomi comuni derivano da nomi propri. Il fenomeno frequente nel linguaggio scientifico, in cui vari nomi hanno alla base il cognome di uno scienziato: volt dal nome di Alessandro Volta. Ma il fenomeno interessa anche parole della lingua comune: ghigliottina < fr. guillotine risale al nome del suo ideatore, il medico francese J.-L. Guillotin; Borsa deve il suo nome alla piazza antistante il palazzo della nobile famiglia Van der Burse, a Bruges, dove fin dal XIV secolo si radunavano i mercanti per svolgere i loro affari. 2. concreti indicano individui e oggetti materiali: ragazzo, lupi; rivista; astratti indicano concetti non materiali, percepibili solo attraverso la mente: amore, coraggio, adolescenza; La distinzione tra nomi concreti e astratti non sempre chiara; molti nomi possono essere ora concreti ora astratti: un nome astratto se adoperato nel senso di fama raggiungere la celebrit celebrit un nome concreto quando significa persona celebre E una celebrit nel campo della medicina. 3. individuali indicano un solo individuo o oggetto: calciatore, ape, giornale, rivista; collettivi indicano un insieme di individui o di oggetti dello stesso tipo: flotta, squadra, sciame, biancheria. 4. numerabili indicano entit delimitabili: libro, sedia;
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non numerabili o nomi massa indicano sostanze amorfe: acqua, sale, colla; materiali: ferro, legno, gomma. I nomi massa hanno alcune propriet: non hanno plurale; se volti al plurale, subiscono uno slittamento di significato: i vini, gli zuccheri, i sali si adoperano soprattutto in contesti tecnico-scientifici: Il fruttosio e il glucosio sono zuccheri semplici. I sali sono composti chimici derivanti dallunione di un acido con una base. al singolare possono essere preceduti dallavverbio abbastanza: Nel latte non c abbastanza zucchero. o dagli aggettivi indefiniti molto, poco: C poco latte. prendono larticolo partitivo singolare del: Vorrei del prosciutto. Distinzione dei nomi in base alla forma 1. semplici o primitivi non derivano da altre parole e sono formati soltanto da radice + desinenza corp-o, mont-e, vent-o; 2. derivati si formano aggiungendo a una parola di base un elemento, detto: prefisso, se si mette allinizio della parola di base: corpo ac / corp / are = unire, annettere: ~ due terreni; suffisso, se si mette alla fine della parola di base: corpo corp / etto Il derivato ha un significato diverso e autonomo rispetto a quello della parola di base: acqua, elemento naturale; acquaio = lavello; acquata, (fam.) pioggia improvvisa, breve. 3. alterati si formano aggiungendo alla parola di base un suffisso ma, senza cambiare completamente il significato del termine di base, lo modificano soltanto, presentandolo come pi grande, pi piccolo, pi bello o pi brutto: corpo DIM. corp / icino; PEGG. corp / accio / iciattolo 4. composti si formano unendo due o pi parole: anticorpo, capolavoro, manoscritto.
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Il genere: maschile e femminile Per quel che riguarda il genere, occorre distinguere fra: genere naturale, che corrisponde al sesso dellessere indicato, come accade: nei nomi maschili: Francesco; padre, attore; lupo; nei nomi femminili: Francesca; madre, attrice; lupa. genere grammaticale, che solo per convenzione stabilisce: che siano maschili nomi come: tavolo, sole; che siano femminili nomi come: sedia, luna. Non sempre esiste una corrispondenza tra genere grammaticale e genere naturale: ci sono nomi di persona che dal punto di vista grammaticale sono femminili, ma che designano per lo pi uomini la guardia, la recluta, la scorta, la spia, la staffetta; ce ne sono altri invece che si riferiscono a donne, sebbene siano maschili dal punto di vista grammaticale il soprano, il mezzosoprano, il contralto. In tutti questi casi laccordo va fatto tenendo conto del genere grammaticale: la recluta arrivata / le reclute sono arrivate; il soprano applaudito / i soprani sono applauditi. Il genere in base al significato Sono maschili: i nomi degli alberi: il melo, il pero, il pioppo, labete, larancio, lolmo, lulivo; sono femminili: la palma, la quercia, la vite, lacacia; dei fiori: il bucaneve, il crisantmo, il garfano, il giglio, il gladolo, il girasole, il mughetto, il narciso, il papvero, il tulipno, lanmone; sono femminili: la camelia, la dalia, la margherita, la ninfea, la peonia, la petunia, la rosa, la viola; dei metalli, dei minerali, degli elementi chimici: il bronzo, il ferro, il manganese, largento, loro; il carbonio, lo zolfo, lidrogeno, luranio; dei colori: il rosso, il verde;
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dei punti cardinali: il Nord, il Sud, il Settentrione, il Mezzogiorno, il Meridione, lEst, lOriente, lOvest, lOccidente; dei mesi: il febbraio, il luglio, laprile, lagosto; dei giorni: il marted, il venerd, il sabato; femminile la domenica. i nomi propri dei monti: il Monte Bianco, lo Stromboli, lHimalaya, i Pirenei, gli Appennini; sono femminili: la Maiella, le Alpi, le Ande, le Dolomiti; degli oceani, dei mari, dei fiumi, dei laghi: il Pacifico, lAtlantico, il Tirreno, lo Ionio, lEgeo, il Tevere, lArno, il Trasimeno; sono femminili: la Loira, la Marna, la Senna, la Garonna. Sono femminili: i nomi dei frutti: la ciliegia, la mela, lalbicocca, larancia; sono maschili indicando albero e frutto: il dattero, il fico, il lampone, il limone, il pistacchio, il ribes, lananas; delle scienze e delle discipline: la chimica, la filosofia, leconomia; maschile il diritto; delle nozioni astratte: la cultura, la fede, la virt; sono maschili: il coraggio, lamore, leroismo. i nomi propri di citt, isole, regioni, stati, continenti: Bucarest, Firenze; la Sardegna, le Antille; la Campania, la Lombardia; la Francia, lArgentina; lAsia, lEuropa; sono maschili: Il Cairo; il Madagascar, i Caraibi; il Lazio, il Veneto; il Belgio, il Per, lo Yemen, lIraq. Il genere in base alla desinenza Nella maggior parte dei casi il genere di un nome si individua dalla vocale finale. In particolare, sono maschili quasi tutti i nomi che terminano in: -o: il collo, lo sviluppo, lalbero; ecc. la mano, la radio, la dinamo, la virago, la biro; leco femminile al singolare: destare una vasta eco; maschile al plurale: gli echi; nomi abbreviati la bici (bicicletta), la foto (fotografia), la metro (metropolitana), la moto (motocicletta), lauto (automobile); il cinema (cinematografo), il frigo (frigorifero);
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-e: il dente, il ponte, lamore; consonante, di origine straniera: il bar, il camion, il deficit, il film, il filobus, il tram, lo sport, lalbum (termine latino), lautobus; ecc. la card, la gang, la hall, la holding. Sono femminili molti nomi in: -a: la casa, la finestra, laula, lisola; ecc. sono maschili vari nomi derivanti dal greco che terminano in: -ma il clima, il diploma, il problema, il sistema, il tema, il teorema, il dramma, il programma, il telegramma; -ta il despota, il gesuita, il pilota, il poeta, il profeta, latleta, leremita; ecc. la ferita, la matita; -ca il duca, il monarca; altri nomi: il papa, il nulla, il pigiama, il vaglia; alcuni nomi propri: Andrea, Mattia, Nicola; -e: la gente, la mente, larte, lemozione; -i: la crisi, la diagnosi, la sintesi, la tesi, lanalisi, leclissi, loasi; ecc. il brindisi; vocale accentata: -t: la carit, la libert, la verit, luniversit; -t: la giovent, la trib, la virt; ecc. il caff, il caucci, il marted, il fal, il tab. Formazione del femminile I nomi di cosa non possono subire trasformazioni nel genere e rimangono o maschili o femminili. Alcuni di essi presentano una differenza nella terminazione, come se avessero una forma per il maschile e una per il femminile; in questi casi, per, non si tratta di variazioni del genere ma di nomi diversi con senso diverso. I. Nomi abbastanza simili come forma, ma con senso diverso a seconda del genere:
il baleno = lampo, fulmine; in un ~ = in un attimo il banco: ~ di scuola / degli imputati; vendere al ~; ~ di prova; ~ di pesci; = banca: ~ di Sicilia il bilancio: (econ., fin.) il ~ di una societ; ~ trimestrale / annuale 40 la balena: grasso / olio di ~ la banca: ~ centrale; andare in ~; (inform.) ~ (di) dati la bilancia: ~ elettronica; (astr.) B~; (econ.) ~ commerciale, ~ dei pagamenti

il bollo = timbro: ~ a secco il buco: il ~ della chiave; (astr.) ~ nero; = intervallo: un ~ di unora; (fig.) debito: un ~ di cinquantamila euro il busto: fotografia a mezzo ~ il cappello: ~ di stoffa / di paglia

la bolla: ~ di sapone; = documento: ~ papale /imperiale; = ricevuta la buca = fossa: scavare una ~; = contenitore: la ~ delle lettere la busta: ~ per lettere; = contenitore: la ~ degli occhiali la cappella: ~ mortuaria; (mus.) a ~ = composizione priva di accompagnamento strumentale la cartella: ~ della tombola; ~ clinica; = custodia, busta; = borsa la colla: ~ per carta / da cuoio; tubetto di ~ la colpa: ~ grave; sentirsi in ~; (teol.) peccato

il cartello: ~ pubblicitario; artista di ~ = di gran fama; (econ.) trust il collo: ~ grosso; (fig.) ~ di cigno; = colletto; il ~ di una bottiglia; (anat.) ~ dellutero il colpo: ~ di martello; un ~ in testa; ~ di pistola; ~ di grazia; (fig.) ~ di fulmine = innamoramento a prima vista; ~ di telefono = telefonata rapida; (pol.) ~ di stato il corso: ~ dacqua; nel ~ di = durante; volume in ~ di stampa; lanno in ~; ~ di francese; = circolazione: moneta fuori ~ il costo = prezzo: il ~ del pane; vendere sotto ~; (fig.) a ogni ~ / a tutti i ~i; a ~ della vita il filo: ~ di seta / di cotone; il ~ del telefono; (estens.) ~ derba; ~ di perle; (fig.) il ~ delle idee; trovarsi sul ~ del rasoio = in una situazione delicata il foglio: ~ a quadretti / da disegno

la corsa: (fig.) di ~ = in fretta, rapidamente; (sport) ~ a ostacoli; ~ su pista; cavallo da ~; (pol.) ~ agli armamenti la costa: ~ alta / sabbiosa; C ~ Azzurra la fila: una ~ di case; fare la ~; ~ indiana; = serie: una ~ di bugie; tre giorni di ~ = di seguito la foglia: tremare come una ~; non si muove ~ 41

il gambo: il ~ di una margherita; (fig.) ~ del bicchiere

la gamba: ~e lunghe; (fig.) essere in ~ = una persona piena di qualit; darsela a ~e = fuggire; (scherz.) ha ventanni per ~!; (estens.) la ~ del tavolo la lancia = asta, giavellotto; = imbarcazione: ~ di salvataggio la lotta: ~ dura / disperata; (sport) ~ greco-romana; (pol.) ~e sindacali; ~ di classe la manica: ~che lunghe; (fig.) essere in ~che di camicia=senza giacca; un altro paio di ~che = tuttaltra cosa la menta la moda: la ~ delle gonne lunghe; andare / uscire di ~; (estens.) alta ~ = di lusso

il lancio: il ~ di una bomba; (sport) ~ del disco / del peso il lotto: giocare due numeri al ~; = partita di merce: acquistare un ~ di tessuti il manico: ~ della borsa / della pentola

il mento: doppio ~ il modo: ~ di vivere / di pensare; ~ di dire = espressione caratteristica; di ~ che =cosicch; a ~ mio; in / a ogni ~ = in ogni caso; (gramm.) complemento / avverbio di ~ il mostro: (fig.) ~ sacro il panno = tessuto; ~ da stiro / da spolvero; essere bianco come un ~ lavato = pallidissimo il partito: ~ repubblicano / di destra / di governo / di opposizione; interessi di ~ il pianto: scoppiare in ~

la mostra: far ~ di = fingere; = esposizione: ~ di pittura / canina la panna = crema; ~ (montata): fragole con ~ la partita: (cont.) ~ semplice, doppia; (sport) una ~ di calcio; ~ amichevole; ~ di caccia la pianta: ~ acquatica / annua; scarpe a ~ larga; la ~ di un appartamento / di una citt la pizza: ~ margherita / quattro stagioni

il pizzo = cima; = merletto: una vestaglia con i ~i 42

il porto: ~ militare / marittimo; capitaneria di ~; (fig.) condurre in ~ un affare; ~ darmi il posto: c ~ per tutti; essere a ~ = in ordine; ~ di guardia; ~ di pronto soccorso; uno stadio con ventimila ~i; = impiego: un ~ di segretario; un ~ incantevole il punto: (astr.) ~i cardinali; di ~ in bianco = allimprovviso; (fig.) ~ di vista; ~ e virgola; ~ esclamativo / interrogativo; tornare al ~ di partenza; ~ di vendita; a un certo ~; essere sul ~ di = stare per; arriv alle due in ~; mettere a ~ una strategia di vendita; (sport) vincere ai ~i il raccolto: ~ cattivo / abbondante

la porta: aprire la ~; ~ di sicurezza; mettere alla ~ = licenziare; andare di ~ in ~; (sport) tirare in ~; area di ~ la posta: cavalli di ~; spedire / ricevere per ~; ~ elettronica; ministero delle ~e e telecomunicazioni; andare alla ~; (estens.) la ~ dei lettori la punta = estremit: la ~ della lingua; camminare in ~ di piedi; (fig.) avere qualcosa sulla ~ della lingua; le ore di ~; (sport) attaccante; (fig.) una ~ di sale; = cima: scalare la ~

la raccolta: la ~ delle mele; (estens.) organizzare la ~ di fondi / di firme; fare la ~ di francobolli / di monete; (med.) accumulo: ~ di pus la razza: ~e bovine; incrocio di ~e; bestia da ~; (antrop.) ~ mongoloide; (fig.) atleta di ~ = molto dotato la scala: ~ in pietra; salire / scendere le ~e; ~ di servizio; ~ mbile; (fig.) ~ dei colori; ( tecn.) ~ Mercalli / Richter / Celsius / Kelvin; (geogr.) ~ uno a centomila; (estens.) su larga / vasta ~ la tappa: fare ~ ogni due chilometri; (fig.) bruciare le ~e; (sport) ~ a cronometro 43

il razzo: ~i di segnalazione; (fig.) partire a ~ / come un ~ ; (estens.) missile lo scalo: fare ~; senza ~

il tappo: mettere / togliere il ~

il tasso: (zool., fig.) dormire come un ~; ~ di natalit / di mortalit il torto: vendicare un ~ = uningiustizia; avere ~; a ~ = ingiustamente il velo: una camicetta di ~; il ~ della sposa; = strato: un ~ di nebbia; spargere sulla torta un ~ di zucchero; zucchero a ~ = finissimo; (fig.) a quelle parole gli cadde il ~ dagli occhi; (anat.) ~ palatino; = membrana: il ~ della cipolla il visto = sigla, firma: apporre il ~; ~ (consolare, di entrata, di uscita): chiedere il ~ per la Cina

la tassa: ~e scolastiche; ~ sulla salute; (fam.) pagare le ~e la torta: ~ di mele / di cioccolata; ~ nuziale la vela: barca a ~; (fig.) a gonfie ~e = benissimo: gli affari vanno a gonfie ~e

la vista: perdere la ~; occhiali da ~; (fig.) a ~ docchio = molto rapidamente; punto di ~; perdere di ~ qualcuno; conoscere qualcuno di ~; = veduta: dalla finestra si godeva una ~ incantevole; a prima ~ la volta = direzione: part alla ~ di Milano; = (fig.) turno: entrerai quando sar la tua ~; ogni cosa a sua ~; (estens.) per questa ~ ti perdono; cera una ~...; a ~e = talvolta; (arch.) la ~ della Cappella Sistina; (estens.) la ~ del cielo; (anat.) ~ cranica

il volto: (lett.) viso, faccia: ~ sereno; essere triste in ~; (fig.) aspetto; carattere

II. Nomi con forma identica, ma con significato diverso a seconda del genere:
il boa = serpente il capitale: (econ.) ~ fisso / circolante / sociale; (estens.) ricchezza il finale = fine: il ~ della Tosca / della tappa la boa = gavitello la capitale: Parigi la ~ della Francia la finale: (gramm.) prop. finale; (sport) disputare la ~

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il fine = scopo: secondo ~ = scopo nascosto; (prov.) il ~ giustifica i mezzi

la fine = conclusione: la ~ del romanzo / del mondo; dal principio alla ~; a ~ mese / anno; condurre a ~ qualcosa; in fin di vita; senza ~; alla ~ = finalmente; in fin dei conti, alla fin fine = tutto sommato la fronte: ~ alta / bassa; (fig.) guadagnarsi il pane col sudore della ~; a ~ alta; = parte anteriore: la ~ di un edificio; di ~ = davanti la lama: la ~ dentata della sega la moto, abbr. di motocicletta

il fronte: (mil.) andare al ~; far ~ al nemico / a una difficolt; (pol.) ~ popolare / di liberazione nazionale; (meteor.) il lama: (zool.); monaco buddista tibetano il moto = movimento: ~ accelerato / rettilineo; il ~ dei pianeti; mettere in ~; (gramm.) verbi di ~; fare un po di ~; = impulso: un ~ di simpatia; = sommossa: i ~ i del 1821 il pianeta: (astr.) la Terra un ~ il radio: (anat.); (chim.)

la pianeta = paramento di un sacerdote la radio: i programmi della ~; lavorare alla ~; accendere / spegnere la ~

Desinenze del maschile e del femminile I nomi che indicano oggetti o concetti non subiscono trasformazioni nel genere, rimangono sempre o maschili: il motore, il coraggio; o femminili: la ruota, la virt. I nomi che indicano persone e animali hanno solitamente tutti e due i generi: maschile: il ragazzo; il lupo; femminile: la ragazza; la lupa. Nei nomi di persona la desinenza diversa che distingue il maschile dal femminile. Il cambiamento delle terminazioni dei nomi di genere mobile pu avvenire in diversi modi.
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maschile -a duca, poeta

femminile -essa duchessa, poetessa ecc. Andrea / Andreina Nicola / Nicoletta

-o figlio, scolaro, zio, amico -a figlia, scolara, zia, amica cavallo, gatto, lupo cavalla, gatta, lupa Carlo, Francesco Carla, Francesca deputato, avvocato deputata, avvocata ecc. Antonio / Antonella -e signore, marchese, -a signora, marchesa, infermiere infermiera Giuseppe Giuseppa cancelliere, ingegnere cancelliera, ingegnera ecc. Cesare / Cesarina principe, studente, -essa principessa, studentessa, oste ostessa leone, elefante leonessa, elefantessa -tore traditore, imperatore -trice traditrice, imperatrice direttore, scrittore, attore direttrice, scrittrice, attrice ecc. dottore / dottoressa pastore, tintore, -tora pastora, tintora, impostore impostora ecc. fattore / fattora, fattoressa (rari) -sore difensore, possessore, -ditrice difenditrice, posseditrice, uccisore ucciditrice ecc. professore / professoressa assessore / assessora

invariabili il / la giudice, il / la manager, il / la vigile; particolarit alcuni nomi di persone e di animali formano il femminile aggiungendo alla parola base il suffisso diminutivo: -ina eroe / eroina; gallo / gallina; re / regina; zar / zarina; -ella Antonio / Antonella; -etta Antonio / Antonietta;
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oppure formano il maschile aggiungendo alla parola base, femminile, il suffisso accrescitivo -one strega / stregone; capra / caprone; alcuni nomi formano il femminile in modo del tutto particolare: abate / badessa; dio / dea; doge / dogaressa; fante / fantesca; cane / cagna. Nomi indipendenti Alcuni nomi formano il maschile e il femminile da due radici diverse: padre / madre, pap (babbo) / mamma; fratello / sorella; marito / moglie; genero / nuora; uomo / donna; frate / suora; celibe / nubile; maschio / femmina; montone / pecora; maiale (porco) / scrofa; toro / vacca, bue / mucca; fuco / ape. Il femminile dei nomi di professione Un caso particolare rappresentato dal femminile dei nomi di professioni o cariche fino a qualche tempo fa riservate agli uomini. Ecco alcune forme che possono suscitare incertezze: 1. il pilota la pilota; 2. il dottore, il professore, il questore la dottoressa, la professoressa, la questora; 3. il cancelliere, lingegnere, il finanziere la cancelliera, lingegnera, la finanziera; 4. il giudice, il presidente, lo studente, il vigile la giudice, la presidente, la studentessa, la vigile; 5. larchitetto, lavvocato larchitetta, lavvocata; il chirurgo, il deputato la chirurga, la deputata; il magistrato, il ministro, il notaio la magistrata, la ministra, la notaia; il poliziotto, il sindaco, il soldato la poliziotta, la sindaca, la soldata. Maschile e femminile dei nomi di animali. Nomi di genere promiscuo I nomi di animali non domestici hanno, nella maggior parte dei casi, ununica forma, maschile o femminile, per indicare sia il maschio sia la femmina: il serpente / la volpe Sono maschili: il corvo, il delfino, il falco, il gorilla, il leopardo, il serpente, il topo, lo scorpione, lusignolo;
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Sono femminili: la balena, la giraffa, la iena, la lepre, la pantera, la tigre, la volpe, la mosca, la rondine, lanatra, laquila, loca. In molti casi, per distinguere il maschile dal femminile, si aggiunge al nome la parola maschio o femmina: serpente maschio / serpente femmina; o si ricorre a espressioni come il maschio di / la femmina di + il nome di animale il maschio della volpe / la femmina della volpe. Nomi di genere comune (o invariabili) I. Alcuni nomi hanno la stessa forma al maschile e al femminile e si distinguono solo dallarticolo o dallaggettivo che li accompagna. Appartengono a questa categoria alcuni nomi in: -e: il / la cliente, il / la custode, il / la nipote, il / la preside, un / unerede; alcune forme sostantivate di participio presente il / la cantante, un / unagente, un / unamante, un / uninsegnante; -ista: il / la finalista, il / la giornalista, il / la pianista, un / unartista; -cida: il / la suicida, un / unomicida; -a, di derivazione greca: il / la patriota, il / la pilota, un / unatleta, un / unipocrita; il / la collega, il / la pediatra. I nomi del primo gruppo sono ambigeneri anche al plurale: i / le clienti, i / le nipoti, i / le cantanti, gli / le insegnanti. II. Alcuni nomi hanno la stessa forma al singolare e al plurale e si distinguono solo dallarticolo o dallaggettivo che li accompagna. Appartengono a questa categoria alcuni nomi in: vocale accentata: il / i caff, il / i fal, l / gli obl; la / le citt, la / le qualit, l / le entit; i monosillabi: il / i re, il / i t; la / le gru; alcuni nomi maschili in -a: il / i boa, il / i boia, il / i cinema, il / i delta, il / i gorilla, il / i lama, il / i sosia, il / i vaglia; il nome maschile euro gli euro; i nomi femminili in -o: la / le biro, la / le dinamo, la / le foto, la / le moto, la / le radio, l / le auto; ecc. la mano / le mani; il / i frigo, lo / gli zoo;
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quasi tutti i nomi femminili in -ie: la / le barbarie, la / le carie, la / le serie, la / le specie; ecc. la moglie / le mogli, la superficie / le superfici, leffigie / le effigi; i nomi in -i: il / i bsturi, il / i brndisi, l / gli alibi; la / le crisi, la / le diagnosi, la / le metropoli, la / le sintesi, la / le tesi, l / le analisi, l / le ipotesi, l / le oasi; i nomi di origine straniera che terminano in consonante: il / i camion, il / i quiz, il / i tram, lo / gli sport, l / gli autobus, l / gli hotel; la / le card, la / le hall, la / le holding. Nomi privi di singolare o di plurale (o difettivi) Si adoperano per lo pi al singolare: quasi tutti i nomi che indicano qualcosa di astratto: la bont, la piet, la superbia, lumilt; il coraggio, lamore, leroismo; i nomi delle varie discipline: la chimica, la fisica, leconomia; il diritto; la maggior parte dei nomi di malattia: il cancro, il colra, il diabete, il raffreddore, il tifo; la bronchite, la malaria, la peste, la polmonite, la rosola, la varicella, llcera; i nomi degli elementi chimici e dei metalli: lidrogeno, lossigeno; il ferro, il bronzo, lo zinco, loro; Alcuni nomi di metalli, usati al plurale, cambiano di significato, e indicano oggetti fatti con quel materiale: ferro: i ferri del mestiere = strumenti che servono per un determinato lavoro: essere sotto i ~i = subire un intervento chirurgico; (gastr.) ai / sui ferri = cotto sulla graticola: bistecca ai ~; (lett.) spada, sciabola, lancia: (fig.) venire ai ferri corti; (pl.) catene, manette: mettere ai ~i = incatenare; argento, oro: (pl.) oggetti dargento, doro: una mostra di argenti = argenteria; ori ellenistici / etruschi; oro: (estens.) denaro, ricchezze; piombo: I Piombi = carcere di Venezia; molti nomi di feste: il Capodanno, il Ferragosto, il Natale; la Pasqua, la Pentecoste, lAscensione, lEpifana; i nomi dei mesi: gennaio, febbraio, marzo;
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i nomi che indicano cose uniche in natura: il Sole, lequatore, luniverso, lovest; la Luna; molti nomi di prodotti alimentari e non alimentari: il grano, il miele, il pepe, il riso, il sale, lo zucchero, lolio; la farina; il petrolio; la crusca, la sabbia; Usati al plurale, indicano le variet di questi prodotti: i risi indiani; alcuni nomi collettivi: il bestiame, il fogliame, il pietrame, il popolo, lesercito; la flotta, la folla, la mobilia, la plebe, la prole, la roba; gente: (pl.) popolazione: il diritto delle genti; (lett.) lapostolo delle ~i = san Paolo; resto: (pl.) avanzi: i resti del pranzo/della cena; vestigia, rovine, ruderi: i ~i di un teatro greco; i nomi delle sensazioni fisiche: la fame, la sete, larsura; altri nomi: il sangue, il fiele; la bile. Si adoperano per lo pi al plurale: vari nomi che indicano oggetti formati da due elementi uguali: le bretelle, le cesoie, le forbici, le manette, le mutande, le redini, le tenaglie; i calzoni, i pantaloni, gli occhiali; i nomi che indicano un insieme di oggetti: i bronchi, i dintorni, i maccheroni, i viveri, gli spaghetti, gli spiccioli, gli spinaci; le dimissioni, le spezie, le stoviglie, le vicinanze; alcuni nomi di origine latina, che gi in latino non avevano il singolare: le calende, le esequie, le ferie, le nozze, le tenebre; i funerali, i posteri, gli annali; alcuni nomi geografici: i Pirenei, gli Appennini, le Ande; i Caraibi, le Baleari. Formazione del plurale nomi femminili in nomi maschili in nomi maschili e femminili in nomi maschili e femminili in
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singolare -a -a -o -e

plurale -e -i

1. Nomi in -a
maschile singolare plurale -a il poeta -i i poeti il problema i problemi il telegramma i telegrammi femminile singolare plurale -a la strada -e le strade la pecora le pecore ecc. lala / le ali larma / le armi -ista il pianista lartista -cida il suicida -ca il duca il monarca -ga il collega lo stratega -i i pianisti gli artisti -i i suicidi chi i duchi i monarchi -ghi i colleghi gli strateghi ista la violinista lartista -cida la parricida -ca la banca lamica -ga la bottega -e le violiniste le artiste -e le parricide -che le banche le amiche -ghe le botteghe

ecc. il / la belga, i belgi / le belghe -ca la farmaca la sca -ga la buga lallerga -cia la camicia laudacia la caccia la provincia -gia la valigia la ciliegia la pioggia la spiaggia -ce le farmace le sce -ge le buge le allerge -cie le camicie le audacie -ce le cacce le province -gie le valigie le ciliegie -ge le piogge le spiagge

Solo in alcuni casi particolari il mantenimento della i assolutamente utile per poter evitare possibili equivoci: camicia camicie audacia audacie ferocia ferocie reggia reggie a differenza di cmice cmici; audace audaci; feroce feroci; regge da reggere

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Plurale dei nomi in a singolare maschile -a -ca, -ga -ca, -ga -cia, -gia -i -chi, -ghi plurale femminile -e -che, -ghe -ce, -ge -cie, -gie (se c e g sono precedute da vocale) -ce, -ge (se c e g sono precedute da consonante)

2. Nomi in -o -o il bambino -i i bambini lo scolaro gli scolari limpiegato gli impiegati ecc. luomo / gli uomini leco (femm.) / gli echi la mano / le mani nomi piani -co il fuoco -chi i fuochi larco gli archi ecc. il greco / i greci il nemico / i nemici il porco / i porci lamico / gli amici nomi sdruccioli -co il medico -ci i medici il sindaco i sindaci ecc. il carico / i carichi lo scarico / gli scarichi lincarico / gli incarichi nomi piani -go il lago -ghi i laghi lalbergo gli alberghi nomi sdruccioli -go il teologo -gi i teologi lo psicologo gli psicologi
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ecc. il catalogo / i cataloghi il chirurgo / i chirurghi il dialogo / i dialoghi il mago / i maghi il monologo / i monologhi il profugo / i profughi il prologo / i prologhi lepilogo / gli epiloghi lobbligo / gli obblighi il sarcofago / i sarcofagi, sarcofaghi lo stomaco / gli stomachi, stomaci -o il mormoro -i i mormori lo zo gli zi laddo gli addi ecc. il do / gli di -io il viaggio -i i viaggi lo studio gli studi lesercizio gli esercizi ecc. il tempio / i templi; il tempo / i tempi il martirio, il martire / i martiri il principio, il principe / i principi il suicidio, il suicida / i suicidi larbitrio, larbitro / gli arbitri lassassinio, lassassino / gli assassini lomicidio, lomicida / gli omicidi loratorio, loratore / gli oratori losservatorio, losservatore / gli osservatori al singolare, maschili in: -o il paio il riso il centinaio il migliaio il miglio luovo al plurale, femminili in: -a le paia le risa le centinaia le migliaia le miglia le uova
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Plurale dei nomi in -o singolare -o -co, -go -io p. piane p. sdrucciole i tonica i atona plurale maschile femminile -i -i -chi, -ghi -ci, -gi -i -i -

3. Nomi in -e -e il padre lo stupore lamore il cane -i i padri -e la madre gli stupori la legge gli amori lazione i cani -i le madri le leggi le azioni

ecc. il bue / i buoi mille / -mila (derivata dal latino) Plurale dei nomi in -e singolare -o plurale maschile femminile -i -i

Nomi con doppia forma di singolare: -iero, -iere destriero, destriere / destrieri; forestiero, forestiere / forestieri; nocchiero, nocchiere / nocchieri; scudiero, scudiere / scudieri; sparviero, sparviere / sparvieri; arma, arme / armi. Nomi con doppia forma di plurale (o sovrabbondanti) Parecchi nomi maschili terminanti in -o, oltre al plurale normale in -i, ne hanno un altro con desinenza in -a, di genere femminile.

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singolare lanello: ~ doro il braccio: il ~ della gru il calcagno = tallone il cervello = testa, capo; mente avere il ~ nelle nuvole il ciglio: il ~ del burrone il corno: ~ dellabbondanza il dito: (fig.) non muovere un ~; mettere il ~ sulla piaga il filo: il ~ dArianna; ~ derba; (fig.) un ~ di speranza; il ~ del discorso il fondamento

plurale maschile femminile gli anelli: gli ~ della tenda le anella: le ~ dei capelli (sport) (gli) ~ i bracci: i ~ di un edificio le braccia: le ~ del corpo umano i calcagni (della calza) le calcagna: (fig.) mostrare / voltar le ~ = fuggire i cervelli: fuga dei ~ le cervella: bruciare / far saltare le ~ a qualcuno = ucciderlo i cigli: i ~ della strada le ciglia: aggrottare le ~ i corni: i ~ della luna le corna: le ~ del cervo / della lumaca; (fig.) prendere il toro per le ~ le dita: le ~ della mano; (fig.) mordersi le ~; due ~ di vino le fila: (fig.) le ~ di un complotto

i diti: i ~ mignoli

i fili: i ~ di una ragnatela

i fondamenti = principi: i ~ della civilt i fusi i gesti: esprimersi a ~

il fuso: dritto come un ~; (geogr.) ~ orario il gesto: un ~ di rabbia

le fondamenta = fondazioni gettare / porre le ~ di un palazzo le fusa: fare le ~ le gesta = imprese eroiche; canzone di ~; le ~ di Garibaldi le ginocchia: (fig.) gettarsi alle ~ di qualcuno le grida: le ~ dei ragazzi

il ginocchio il grido: (fig.) lultimo ~ (della moda); = fama: medico di ~ il labbro: il ~ superiore / inferiore il lenzuolo: ~ di cotone il membro

i ginocchi i gridi (degli animali)

i labbri = margini: i ~ di un vaso i lenzuoli (considerati a uno a uno) i membri: i ~ del governo / del parlamento

le labbra: (fig.) leccarsi le ~ le lenzuola: cambiare le ~ le membra (del corpo umano)

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il muro: orologio a ~; ~ di Berlino; (fig.) mettere qualcuno con le spalle al ~; parlare al ~ losso: (fig.) essere corrotto fino all~; economia (fino) all~ lurlo: l~ del lupo il vestigio

i muri: i ~ di una casa; (prov.) i ~ hanno orecchi

le mura: ~ etrusche / romane; (fig.) chiudersi fra quattro ~ le ossa: (fig.) bagnato fino alle ~ le urla (delluomo): ~ di gioia le vestigia: le ~ di unantica civilt

gli ossi: dare gli ~ al cane

gli urli (degli animali) i vestigi

Nomi con doppia forma al singolare e al plurale Questi nomi hanno: significato identico: lorecchio / gli orecchi; lorecchia / le orecchie: orecchio interno; parlare all~; (fig.) entrare da un ~ e uscire dallaltro; tapparsi gli orecchi / le orecchie; fare unorecchia a una pagina; la strofa / le strofe; la strofe / le strofe, (rar.) strofi; il / (ant., lett.) la gregge; le greggi / (non com.) i greggi; il / (ant., lett.) la carcere; i / le carceri. significato diverso: il frutto / i frutti: alberi da ~; frutti di mare; = profitto: un investimento che d buon ~; = interesse: prestare denaro a ~; la frutta / le frutta (oggi non pi in uso) = insieme di frutti commestibili: la ~ ricca di vitamine; macedonia / succo di ~; ~ fresca / secca; servire la ~; (fig.) arrivare alla ~ = tardi; il legno / i legni: ~ di cedro; (fig.) testa di ~; (pl. mus.) strumenti a fiato: flauto, boe, clarinetto, fagotto; i legni inglesi = imbarcazioni; la legna / le legna, lultimo ha valore collettivo: spaccare la ~; forno a ~; andare a far ~; (fig.) mettere / aggiungere ~ al fuoco; portar ~ al bosco = fare cosa inutile.
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Plurale dei nomi composti Il comportamento dei nomi composti per quanto riguarda il passaggio dal singolare al plurale cambia secondo il tipo di parole da cui sono costituiti. I. Il secondo termine si mette al plurale a) nome + nome il cavolfiore / i cavolfiori, il manoscritto / i manoscritti, il terremoto / i terremoti, larcobaleno / gli arcobaleni; ecc. il pescespada / i pescispada; la banconota / le banconote, la ferrovia / le ferrovie, lautostrada / le autostrade; b) capo + nome il capogiro / i capogiri, il capolavoro / i capolavori, il capoluogo / i capoluoghi; c) aggettivo + nome il bassorilievo / i bassorilievi, il francobollo / i francobolli, laltoparlante / gli altoparlanti; ecc. laltoforno / gli altiforni, la mezzanotte / le mezzenotti; d) verbo + nome il girasole / i girasoli, il grattacielo / i grattacieli, il marciapiede / i marciapiedi, il parafulmine / i parafulmini, il passaporto / i passaporti, lo spazzacamino / gli spazzacamini; e) preposizione (avverbio) + nome il sottaceto / i sottaceti, il sottopassaggio / i sottopassaggi, lantipasto / gli antipasti; la fotomodella / le fotomodelle, la soprattassa / le soprattasse, la sottoveste / le sottovesti, la telecronaca / le telecronache; II. Entrambi i termini si mettono al plurale a) capo + nome il caporedattore / i capiredattori, il caposaldo / i capisaldi; b) nome + aggettivo il camposanto / i campisanti, (i camposanti), il pellerossa / i pellirosse; ecc. il palcoscenico / i palcoscenici; la cassaforte / le casseforti;
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III. Il primo termine si mette al plurale capo + nome il capofamiglia / i capifamiglia, il caposcuola / i capiscuola, il caposquadra / i capisquadra, il capostazione / i capistazione; IV. Nomi composti invariabili al plurale a) capo + nome la / le capoclasse, la / le capostazione; ecc. la capocuoca / le capocuoche, la caporedattrice / le caporedattrici; b) verbo + nome 1) il nome al plurale il / i cavatappi, il / i portafogli, lo / gli stuzzicadenti; la / le lavastoviglie; 2) il nome al femminile il / i bucaneve, il / i portacenere, il / i salvagente, l / gli aspirapolvere; ecc. lasciugamano / gli asciugamani; c) verbo + verbo (avverbio) il / i saliscendi, il / i viavai, il / i dormiveglia, l / gli andirivieni; d) preposizione (avverbio) + nome il / i dopoguerra, il / i senzatetto. hanno due forme di plurale: il capocomico / i capocomici, i capicomici; il capocuoco / i capocuochi, i capicuochi; il capotreno / i capitreno, i capotreni; esistono nomi composti formati da pi di due elementi, due nomi + una preposizione: il ficodindia / i fichidindia; il fiordaliso / i fiordalisi; il pomodoro / i pomodori, i pomidori, i pomidoro; il / i nontiscordardim; la messinscena / le messinscene. Esercizi 1. Precisa il genere dei seguenti nomi: tavola, nulla, eremita, citt, brindisi, sintesi, ipocrita, soprano, sentinella, scisma, auto, frigo, esame, giovent, caucci, problema, omicida, oasi, scarpa, scarpino.
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2. Scrivi larticolo determinativo davanti ai seguenti nomi: a) bambino, errore, scolaro, astuccio, fiume, amore, gas, coraggio, sport, autobus; b) sentinella, vite, economia, spia, bici, analisi, staffetta, austerit, stagione, recluta; c) clima, mezzosoprano, usignolo, ninfea, scrittore, girasole, domenica, argento, ananas, eroismo, poeta, rondine, ottobre, capello, mostra, razzo, gamba, cappello; d) strade, risa, programmi, giornalisti, artiste, strateghi, sistemi, banche, greci, province, occhiali, duchi, valigie, obblighi, suicidi, paia, uova, archi, templi, mormorii; e) Alpi, Italia, Po, Sardegna, Adriatico, Lazio, Ionio, Como, Appennini, Mediterraneo. 3. Trasforma i nomi generici in concreti: nuvolosit, pericolosit, bestialit, pessimismo, stupidaggine, cittadinanza, pacifismo, finalit, vecchiaia. 4. Dal nome concreto al nome generico: basso, vigile, fanciullo, invasore, madre, avaro, colpevole, padre, ricco, amico, serio, geloso, nemico, fondatore, alto. 5. Muta i seguenti verbi nei corrispondenti nomi: lavorare, leggere, lottare, partire, acquistare, uscire, benedire, avvertire, indagare, correre, fingere, rompere, inventare, scoprire, apprendere, insegnare, esaltare, peccare, aprire, sconfiggere. 6. Partendo dai derivati, ricostruisci le rispettive parole primitive: tonalit, sporcizia, corposit, aggiornamento, donazione, gioiosit, calzatura, occhiata, disgelo, allattamento, banchiere, mensilit, flottiglia, mercantile, tabaccheria. 7. Volgi al maschile o al femminile: maestro, attrice, dio, imperatore, alunno, pecora, cavallo, fuco, Clemente, gallo, giudice, doge, nuora, monaca, salvatrice, eroe, turista, tintore, Giovanna, scolara. 8. Volgi al plurale: a) amico, monarca, studio, arma, teorema, studente, magia, uomo, camicia, zio, eco, spiaggia, fuoco, albergo, uovo, psicologo, azione, dialogo, bue, telegramma;
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b) pomodoro, manoscritto, autostrada, capolavoro, telecronaca, antipasto, caporedattore, palcoscenico, francobollo, soprattassa. 9. Introduci la forma opportuna fra i due sovrabbondanti, facendo attenzione allarticolo determinativo o alla preposizione articolata: (Dito) _________ della mano sono cinque. Grandi furono (gesto) _________ di Alessandro Magno. Il Danubio ha tre (braccio) _________ . Sono di color nero (labbro) _________ del vaso. Tutti (membro) __________ del parlamento applaudirono il discorso del primo ministro. La superficie terrestre divisa in 24 (fuso) _______ . La ragazza aveva colorato (labbro) ____________ col rossetto comprato di recente. Moderate (gesto) __________ quando parlate! Il nonno accusa sempre dolori a (membro) __________ per il reumatismo. Il carcere era diviso in uninfinit di (braccio) ____________ . 10. Correggi le parole sbagliate: Gli sposi hanno infilato le anella nei diti delle loro spose, poi si sono baciati sui labbri. I muri delle citt medievali erano protette da fossati con acqua. Ti muovi troppo, quindi le tue gesta disturbano chi seduto accanto a te. Ecco che le frutta dei nostri sacrifici e la fatica dei nostri bracci sono resi vani. Ci furono membra dellassemblea che per protesta abbandonarono laula. 11. Completa ogni nome con la desinenza giusta: Era un uom_ piccolo, con la facci_ larga e gialla, e gli occh_ neri come il carbon_. Dunque, tu ti chiami Rondinelli Luigi. Protestai con vivacit_: No, mi chiamo Cesarano Alfredo, ha telefonato per me Pollastrini, per una raccomandazion_. E chi Pollastrini? Mi si annebbi la vist_ e risposi con un fil_ di voc_: Pollastrini Giuseppe, lautist_ delle signorin_ Condorelli. Lavvocat_ si mise a ridere, con un ris_, per la verit_, gentile, e disse: Ma s, certo, eppure devi aver pazienz_, lui ha telefonato e io gli ho parlato, tutto vero, ma sai com? gli ho parlato e risposto con la ment_ ad altro, cos che, quando ho buttato gi il telefon_, mi sono domandato: ma chi era? che ha detto? che gli ho risposto? Ora tu
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sciogli il mister_. Dunque, se ben ricordo, Cesarano, tu vuoi una raccomandazion_ per diventare giardinier_ al Comun_? Protestai di nuovo: No, avvocat_, sono autist_, cerco un post_ di autist_. Lui disse, come se non mi avesse udito: Sai che dico a chi mi chiede un post_? Un milion_, un assegn_ di un milion_ posso ancora procurarvelo, ma un post_ no, per lo pi giardinier_ al Comun_: una parol_. Dissi di nuovo, con forz_: Avvocat_, sono autist_, cerco un post_ di autist_; e questa volt_ lui intese e conferm, con un po dimpazienz_: Autist_, s, che diamine, ho capito.
Alberto Moravia, Nuovi racconti romani, Edit. Bompiani

12. Scrivi tutti i nomi del testo di sopra al maschile o al femminile, al singolare o al plurale. 13. Traduci in romeno: Un ringraziamento per aver fatto, appositamente per me, il mondo cos grande e vario. Di aver fatto tanti miliardi di altri uomini in apparenza simili a me per tenermi compagnia, e di averli disseminati dovunque, affinch, in qualsiasi punto vada, non abbia a trovarmi solo. Inoltre: di averne fatti vivere molti molti altri miliardi prima della mia nascita allo scopo che le loro avventure mi possano distrarre e far pensare. E di aver creato tante terre lontane dove, se fossi diventato esploratore, avrei potuto esplorare. E messo al mondo tanti sapienti i quali mi potessero spiegare le infinite stranezze di questo regno; pur lasciandone la parte maggiore ancora avvolta nel mistero affinch, se attratto, ne possa scoprire qualcuna anchio o per lo meno fantasticarci sopra nelle sere destate. E appese al cielo miriadi di stelle, di cui scorgo solo una minima porzione; riservando le altre al caso che fossi diventato un astronomo e mi fosse piaciuto investigarle. Pensandoci, qualche volta mi sembra perfino che sia una esagerazione. Un universo cos smisurato con una infinit di vite difformi, una cosa cos bella e grande per me, meschino essere che non sa neppure guardarsi intorno...
Dino Buzzati, da In quel preciso momento, Edit. Neri Pozza 61

LAGGETTIVO E quella parte del discorso, variabile nel genere e nel numero, che si accompagna a un nome per indicare: una sua caratteristica: una strada stretta, un vestito nero; o per precisarlo meglio: questa strada, il mio vestito. Aggettivi che indicano una caratteristica gli aggettivi qualificativi: un bambino buono, una casa spaziosa. Gli aggettivi qualificativi formano una classe aperta di elementi, come il nome e il verbo, classe che pu essere sempre accresciuta. gli aggettivi di colore: una penna rossa, i capelli neri; Espressioni: dare carta bianca, di punto in bianco, il bianco delluovo, nero come lebano, oro nero, mercato nero, nero su bianco, il giallo delluovo = il rosso duovo, essere giallo dalla rabbia, passare col rosso, essere al verde, avere sangue blu. gli aggettivi di relazione (o relazionali) derivano da nomi e indicano lesistenza di una relazione tra il nome cui laggettivo si riferisce e il nome da cui laggettivo derivato: il sistema solare = relativo al sole, che ha al centro il sole; il trasporto navale = relativo alle navi, fatto con le navi. La trasformazione che d luogo a un aggettivo relazionale la seguente:
NOME + PREPOSIZIONE + NOME NOME + AGG. DI RELAZIONE

provvedimento del ministro

provvedimento ministeriale

Tra i principali suffissi che servono a formare aggettivi di relazione ricordiamo: -ale: inizio iniziale; -ano: paese paesano, isola isolano; -ico: filosofia filosofico; -ista, -istico: illuminismo illuminista; folclore folcloristico; -iano (per i cognomi di personaggi famosi): Leopardi leopardiano. Numerosi aggettivi relazionali presentano caratteristiche particolari: non possono essere anteposti al nome: *solare luce; non possiedono il comparativo e il superlativo: *pi solare; non possono essere usati in funzione predicativa: *la luce solare.
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gli aggettivi geografici ed etnici segnalano lappartenenza a (o la provenienza da) un luogo o un popolo: le ragazze francesi, un orologio svizzero. Aggettivi determinativi (o indicativi) Gli aggettivi determinativi specificano il nome esprimendo una determinazione possessiva, dimostrativa, indefinita, interrogativa, numerale. Al contrario degli aggettivi qualificativi, costituiscono una classe chiusa di elementi. gli aggettivi possessivi segnalano un possesso: la tua borsa, il nostro cane; gli aggettivi dimostrativi precisano la posizione di qualcuno o di qualcosa nello spazio e/o nel tempo: questa rivista, quel Natale; gli aggettivi interrogativi si usano per domandare: Che libro preferisci?; gli aggettivi esclamativi si usano per esclamare: Quanta gente!; gli aggettivi indefiniti alludono a una: quantit: Anna ha tanti vestiti. qualit: E tardi per la cena, manger una cosa qualunque. identit non precisata: Ho fatto un certo errore. Alcuni aggettivi, quelli dimostrativi (tranne stesso e medesimo, la cui duplice posizione comporta diversit di significato), interrogativi, esclamativi e indefiniti, precedono i nomi, altri invece, qualificativi e possessivi, possono trovarsi prima o dopo il nome. Quanto al rapporto esistente tra articolo determinativo e aggettivo, gli aggettivi dimostrativi, interrogativi, esclamativi, indefiniti e, in alcuni casi, i possessivi, rifiutano larticolo. Gli aggettivi determinativi sono anche detti aggettivi pronominali perch, oltre che come aggettivi, possono essere adoperati come pronomi, cio anzich accompagnare un nome, possono sostituirlo: La mia macchina non parte, puoi prestarmi la tua? Tipi di collegamento dellaggettivo A seconda del tipo di collegamento che ha con il nome o con il verbo, laggettivo che indica una caratteristica pu essere: attributivo, se direttamente collegato a un nome: Ho comprato una moto veloce.
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predicativo, se collegato a un nome per mezzo del verbo essere (la cosiddetta copula) ed parte di un predicato nominale (si parla in questo caso di aggettivo predicativo): Questa moto veloce. avverbiale, se collegato direttamente a un verbo e ne modifica il significato, proprio come un avverbio: Questa moto va veloce. Rispetto al nome laggettivo si trova in una condizione di dipendenza grammaticale. Quindi si pu dire: Alessio possiede una casa spaziosa. Alessio possiede una casa. ma non: *Alessio possiede una spaziosa. Laggettivo spaziosa dipende direttamente dal nome casa e non si pu dire: *una casa spazioso / spaziosi / spaziose. Tipi di funzione dellaggettivo qualificativo Laggettivo che indica una caratteristica pu caratterizzare il nome in due modi diversi: pu descriverlo aggettivo descrittivo pu distinguerlo aggettivo restrittivo E crollata la vecchia chiesa. / E crollata la chiesa vecchia. Nella prima frase laggettivo arricchisce la parola chiesa di una caratteristica consistente nel fatto che vecchia; nella seconda, laggettivo distingue la chiesa di cui si parla da tutte le altre: crollata la chiesa vecchia, non quella nuova. Si noti che laggettivo descrittivo precede il nome, mentre laggettivo restrittivo lo segue. Nominalizzazione dellaggettivo qualificativo Qualche volta laggettivo che indica una caratteristica viene usato come un nome a tutti gli effetti. Laggettivo sostantivato preceduto: dallarticolo determinativo o indeterminativo: gli invidiosi, un vecchio; da un aggettivo dimostrativo o indefinito: quelle antipatiche, alcuni giovani; da un numerale: due anziane, tre amici.
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Talvolta loriginario valore di aggettivo non pi sentito dai parlanti: cielo buio / buio fitto, pesto; prendere la circolare = linea di autobus che segue un percorso circolare; la (squadra) mobile; mobili di antiquariato; lucidare i mobili; la statale = strada statale. Laggettivo qualificativo pu svolgere anche la funzione di un avverbio: dire chiaro e tondo, andare piano. Alcuni aggettivi sostantivati preceduti da una preposizione formano locuzioni avverbiali: alla svelta, allimprovviso, con le buone o con le cattive: lavorare alla svelta. Posizione dellaggettivo qualificativo Laggettivo qualificativo pu essere collocato prima o dopo il nome: laggettivo precede il nome in strutture ormai fisse: pubblico ufficiale, pubblico ministero, buoni uffici; laggettivo segue il nome in numerosissimi casi: opinione / asta pubblica, popolo italiano, lingua italiana, continente europeo, marina militare, lanno / il mese venturo, anno / mese corrente, Stefano il Grande, Filippo il Bello. Talvolta la differente posizione dellaggettivo comporta diversit di significato: alto un bambino ~ / (fig.) ~ commissario / funzionario; povero una nazione ~a / un ~ cieco; certo un fatto ~ / un ~ Bianchi. Forme dellaggettivo qualificativo Quasi tutti gli aggettivi hanno: una parte fissa la radice o morfema lessicale, che d informazioni sul significato; una vocale finale variabile la desinenza o morfema grammaticale, che d informazioni sul genere, maschile o femminile, e sul numero, singolare o plurale.

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Classificazione degli aggettivi I classe m.s. -o f.s. -a alto alta simpatico simpatica bianco bianca lungo lunga ampio ampia saggio saggia natio natia i participi passati dei verbi (1) letto letta uscito uscita II classe m.f.s. -e m.f.pl. -i elegante eleganti difficile difficili dolce dolci verde verdi i participi presenti dei verbi (2) rappresentante rappresentanti uscente uscenti m.pl. -i III classe m.f.s. -a entusiasta entusiasti belga belgi idiota idioti egoista egoisti suicida suicidi ipocrita ipocriti m.pl. -i alti simpatici bianchi lunghi ampi_ saggi_ natii letti usciti f.pl. -e alte simpatiche bianche lunghe ampie sagge natie lette uscite

f.pl. -e entusiaste belghe idiote egoiste suicide ipocrite

(1) Sono numerosissimi i participi passati con valore aggettivale che possono diventare nomi, e questo perch hanno quattro desinenze, quindi si comportano come gli aggettivi del I gruppo: tessuto, participio passato di tessere aggettivo: panno tessuto nome: negozio di tessuti Esempi: il condannato, il fatto, il fidanzato, il ferito, il passato, il ritratto, lammalato, linfinito, linvitato; la promessa, la scoperta, la spesa, lofferta.
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(2) Il participio presente pu esprimere anche una qualit: stella errante; le avventure dei cavalieri erranti; le trib erranti del deserto; brillante, participio presente di brillare aggettivo: discorso brillante nome: il brillante dellanello Esempi: il / la cantante, il comandante, il combattente, il / la commerciante, il presidente, un / unagente. Aggettivi invariabili e composti Completano il quadro: gli aggettivi invariabili, rimangono invariati nel genere e nel numero: pari: essere ~ a = corrispondere; il risultato ~; dispari = impari: i giorni dispari della settimana; una lotta impari; dabbene = perbene, educato: un uomo ~; dappoco = (persona) incapace; (cosa) marginale, secondario; arrosto: pollo / patate arrosto; amaranto, blu, lilla, rosa, viola: cielo / mare blu; romanzo rosa; azzurro pallido, rosso chiaro, verde cupo / scuro; rosso ciliegia / fuoco, verde bottiglia / oliva; avvenire: gli anni avvenire; fu (burocr.) morto, defunto: il fu Mario Rossi; anti + sostantivo sistemi antifurto, maschera antigas, rifugio antiatomico, trattato antinucleare. gli aggettivi composti, dati dalla combinazione di due aggettivi: alcuni aggettivi indicano i colori delle squadre di calcio: bianco-nero, bianconero, rosso-nero, rossonero; alcuni aggettivi geografici ed etnici: emiliano-romagnolo, russo-tedesco; possono comparire in forma abbreviata: africano afro-: tradizioni afroamericane; inglese anglo-: gli alleati anglo-americani; austriaco austro-: limpero austro-ungarico; francese franco-: guerra franco-prussiana; indiano indo-: lingue indoeuropee; italiano italo-: italo-americano; giapponese nippo-: un accordo economico nippoaustraliano; alcuni aggettivi appartengono alla terminologia scientifica: corticale cortico-: ormone corticosurrenale; gastrico gastro-: affezione gastroduodenale;
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alcuni aggettivi appartengono al linguaggio politico: socialista social-: socialdemocratico; anarchico anarco-: anarco-sindacalista; democratico demo-: democristiano; cattolico catto-: cattocomunista; altri aggettivi: aerodinamico, chiaroveggente, fantascientifico, sacrosanto, sordomuto, variopinto, verosimile: corpo aerodinamico, romanzo fantascientifico, racconto verosimile. Gli aggettivi composti formano il femminile e il plurale cambiando soltanto la desinenza del secondo elemento: rossonero, rossonera, rossoneri, rossonere; socialdemocratico, -a, -ci, -che: congresso socialdemocratico. Aggettivi alterati Come i nomi, cos anche parecchi aggettivi qualificativi possono essere alterati, con laggiunta alla base di un suffisso che, senza cambiare completamente il significato dellaggettivo di base, lo modificano soltanto, presentandolo come pi grande, pi piccolo, pi bello o pi brutto: bello DIM. belloccio; povero PEGG. poveraccio; semplice ACCR. semplicione. Accordo dellaggettivo qualificativo Di norma, laggettivo concorda nel genere e nel numero con il nome a cui si riferisce: il telefono azzurro (nome e aggettivo al maschile singolare); i telefoni azzurri (nome e aggettivo al maschile plurale); la sedia comoda (nome e aggettivo al femminile singolare); sei sedie comode (nome e aggettivo al femminile plurale). Quando si riferisce a pi nomi dello stesso genere, tutti al singolare, tutti al plurale o alcuni singolari e altri plurali, laggettivo prende il genere dei nomi e si mette al plurale: La carta e la penna sono bianche. Ci regalarono dei dolci e dei liquori squisiti. Ha la faccia e le mani sporche. ma si dice: lingua e letteratura italiana
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Quando si riferisce a pi nomi di genere e di numero diversi, laggettivo viene posto per lo pi al maschile plurale: I miei fratelli e le mie sorelle sono tutti lontani. Cavallo e carrozza erano fermi allangolo della via. Debbo prendere delle pillole e uno sciroppo amarissimi. ma si pu dire anche: Debbo prendere uno sciroppo e delle pillole amarissime. In questultimo esempio laccordo al femminile dovuto alla vicinanza del nome di genere femminile. Se laggettivo precede il nome, laccordo si fa con il nome pi vicino: Serene vacanze e viaggi offrono tutti gli enti turistici. Se laggettivo composto, muta solo la desinenza finale: angloamericano, -a, -i, -e: letteratura angloamericana; truppe angloamericane. Gli aggettivi composti di colore restano di solito invariati o possono mutare nella desinenza finale: foglie verdechiaro / verdazzurre. Gli aggettivi bello, buono, grande, santo Questi aggettivi si troncano o si elidono: bello, bella, belli, belle m. sing. bel libro bello spettacolo bellalbero pl. bei libri begli spettacoli begli alberi

f. sing. pl. bella ragazza belle ragazze bellamica belle amiche belli si usa posposto al maschile plurale: uomini belli; sostantivato: i belli e i brutti, il gusto del bello; in funzione di predicato: Quei fiori sono belli e freschi. buono, buona, buoni, buone si comporta come larticolo indeterminativo
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m. sing. buon libro buono spettacolo buon amico f. sing. buona bambina buonamica grande, grandi m. sing. gran libro grande spettacolo grandalbero

pl. buoni libri buoni spettacoli buoni amici pl. buone bambine buone amiche pl. gran libri grandi spettacoli grandi alberi

f. sing. pl. gran (grande) casa gran (grandi) case grandanima grandi anime santo, santa, santi, sante m. sing. san Carlo santo Stefano santIgnazio f. sing. santa Chiara santAnna pl. santi Pietro e Paolo

pl. sante

Espressioni: belle arti, bel bello, sul pi bello, ci vuole del bello e del buono, con le buone o con le cattive, un bel giorno, guardare / vedere di buon occhio, essere in buone mani, nascere sotto una buona stella, buono da buttar via, buono a nulla, buon viaggio / lavoro!, a buon mercato, di buon passo, di buonora, settimana santa, il santo padre, il santo sepolcro, la citt santa, (fig.) avere un santo dalla propria, avere qualche santo in Paradiso, non sapere a che santo votarsi, non essere uno stinco di santo. Ci volle del bello e del buono per convincerlo. Lhai fatta bella! Cosa fai di bello? Lo picchiarono di santa ragione.
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Gradi dellaggettivo qualificativo I concetti espressi da un aggettivo qualificativo possono essere graduati secondo una scala dintensit in cui si distinguono tre gradi: bello pi bello bellissimo Bello di grado positivo perch esprime la qualit senza indicarne la misura; pi bello di grado comparativo perch esprime una qualit stabilendo un confronto; bellissimo di grado superlativo perch esprime una qualit in misura molto alta. La possibilit di variare il proprio grado una delle caratteristiche che distinguono laggettivo dal sostantivo. Infatti, un libro o una rivista non potranno dirsi *pi libro, *pi rivista e nemmeno *librissimo, *rivistissima. Il grado dintensit di un aggettivo lo possiamo variare in due modi: relativamente ad altri termini, cio istituendo un paragone con unaltra unit: grado comparativo: La tua casa pi grande della mia. o con un gruppo di altre unit della stessa specie: grado superlativo relativo: Questo appartamento il pi grande del palazzo. in assoluto, cio senza introdurre confronti con altri termini: grado superlativo assoluto: Ho una casa grandissima. Il grado positivo Al grado positivo, laggettivo attribuisce a un nome una qualit senza precisarne la misura e senza che ci siano confronti: Monica furba. Il grado comparativo Al grado comparativo, la qualit attribuita a un individuo o a una cosa (detti primo termine di paragone, 1 T) viene confrontata con la stessa qualit posseduta da un altro individuo o cosa (detti secondo termine di paragone, 2 T). 1. Se la qualit presente pi nel primo che nel secondo termine di paragone comparativo di maggioranza pi + aggettivo al grado positivo: Monica [1 T] pi furba di Claudia [2 T]
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2. Se la qualit presente meno nel primo che nel secondo termine di paragone comparativo di minoranza meno + aggettivo al grado positivo: Monica meno furba di Claudia. 3. Se la qualit presente in misura uguale nei due termini messi a confronto comparativo di uguaglianza aggettivo da solo o preceduto da cos o da tanto, mentre il secondo termine di paragone introdotto da come o quanto: Monica cos / tanto furba come / quanto Claudia. Monica _furba come / quanto Claudia. Se il confronto avviene tra due aggettivi o due verbi, normale lavverbio correlativo davanti al primo termine: Lucia una ragazza tanto brava quanto bella. Mi piace cos prendere il sole come fare il bagno. Il confronto potrebbe avvenire mettendo in relazione due comparativi (di maggioranza o di minoranza) con un terzo termine di paragone: Paolo tanto pi veloce di Marco quanto Giovanni. Il secondo termine di paragone Con un comparativo di maggioranza o di minoranza, il secondo termine di paragone introdotto da: di, se un nome o un pronome non retti da preposizione: Giorgio pi serio di Franco. Lestate pi calda della primavera. La tua casa pi grande della mia. Giorgio pi serio di me. Io sono pi allegro di Ugo. Tu lavori pi di me. che, se un nome o un pronome retti da preposizione: Sei pi brava in italiano che in matematica. oppure se si paragonano tra loro: due nomi: Di solito leggo pi romanzi che novelle. due aggettivi qualificativi: E un fatto pi unico che raro. due verbi allinfinito: E meglio andar via che restare qui.
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due complementi indiretti: Mi piace pi mangiare a casa che al ristorante. due avverbi: Bruno agisce pi istintivamente che razionalmente. Meglio tardi che mai. Il grado superlativo Al grado superlativo laggettivo attribuisce a un nome una qualit al massimo livello, in due modi: relativo, facendo riferimento a un gruppo di persone o di cose: Monica la pi furba delle tue amiche. assoluto, senza termini di riferimento: Ho incontrato una signora simpaticissima. Il superlativo relativo si forma premettendo allaggettivo di grado positivo o al sostantivo larticolo determinativo seguito da pi o da meno: Andrea il pi generoso dei / tra i miei amici. Claudio il meno generoso dei / tra i miei amici. E lattore pi / meno adatto per questo ruolo. Quando preceduto da un nome che ha larticolo indeterminativo, il superlativo relativo viene sempre introdotto dallarticolo determinativo: Un uomo, il pi anziano di tutti, ci venne incontro. Il gruppo di persone o cose che fa da termine di riferimento introdotto dalle forme articolate delle preposizioni di o tra, fra. A volte laggettivo precede il sostantivo: E stato il pi bel giorno della mia vita. Il superlativo assoluto si forma in pi modi: con avverbi di quantit: assai, molto, oltremodo, tanto, troppo, estremamente, incredibilmente: Tuo figlio molto triste. Arriveremo assai presto. con avverbi intensificativi: davvero, proprio, sul serio, veramente: Sono davvero arrabbiato. Il tuo amico proprio simpatico. aggiungendo allaggettivo di grado positivo i prefissi: arci-, extra (stra-), iper-, sopra (sovra-), super-, ultra-: arcicontento, extrafino, stracarico, ipersensibile, sopraffino, sovraccarico, supersonico, ultramoderno:
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E una strada superaffollata. La minestra stracotta. aggiungendo alla radice dellaggettivo di grado positivo il suffisso -issimo, -a, -i, -e: importantissimo: Giulio un amico carissimo. hanno radici diverse ampio amplissimo, pio piissimo, vario varissimo. Talvolta, specie nel linguaggio della pubblicit, della televisione, possiamo incontrare anche nomi con questo suffisso: la canzonissima, la finalissima, laffarissimo, loccasionissima. ripetendo laggettivo di grado positivo: un problema facile facile, un abbraccio forte forte; con espressioni che possono intensificare il significato dellaggettivo di grado positivo: brutto forte, bagnato / ubriaco fradicio, innamorato cotto, stanco morto, buio pesto, ricco sfondato, pieno zeppo, pazzo da legare, duro come lacciaio, amaro come il fiele, veloce come il fulmine, diritto come un fuso, dolce come il miele, testardo come un mulo, bianco come la neve, buono come il pane, sano come un pesce: Ho incontrato un mendicante bagnato fradicio. Rifiutano ogni gradazione: gli aggettivi che contengono gi in s lidea del superlativo: colossale, divino, eccezionale, enorme, eterno, gigantesco, immenso, immortale, infinito, meraviglioso, onnipotente, perfetto, straordinario: luniverso infinito, numero perfetto; gli aggettivi che hanno un significato preciso, specifico: cubico, sferico; fisico, chimico; industriale, siderurgico; annuale, periodico; bronzeo, ferreo; toscano, asiatico; lacustre, montano; fraterno, orfano; doppio, triplice; notturno, quotidiano: geografia fisica, paesaggio montano. Comparativi e superlativi irregolari (organici) alcuni aggettivi presentano delle forme di comparativo e/o di superlativo irregolari, sul modello latino:
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positivo buono cattivo grande piccolo bene male molto poco

comparativo di maggioranza pi buono / migliore pi cattivo / peggiore pi grande / maggiore pi piccolo / minore meglio peggio pi meno

superlativo relativo assoluto il pi buono / il buonissimo / migliore ottimo il pi cattivo / il cattivissimo / peggiore pessimo il pi grande / il grandissimo / maggiore massimo il pi piccolo / il piccolissimo / minore minimo ottimamente / benissimo pessimamente / malissimo il pi pochissimo

alcuni aggettivi hanno forme irregolari di superlativo in -rrimo (1) e in -entissimo (2): acre acerrimo aspro asperrimo, asprissimo celebre celeberrimo integro integerrimo misero miserrimo, miserissimo salubre saluberrimo, salubrissimo 2. benefico beneficentissimo benevolo benevolentissimo maledico maledicentissimo malefico maleficentissimo malevolo malevolentissimo munifico munificentissimo Luso di questi aggettivi piuttosto raro, riservato a un linguaggio elevato, perci si preferisce ricorrere a superlativi analitici: molto celebre, assai benevolo; alcuni aggettivi non hanno il grado positivo, ma solo il comparativo e/o il superlativo: il comparativo termina in -ore anteriore che pi avanti posteriore che pi dietro
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1.

inferiore che pi in basso superiore che pi in alto interiore che pi dentro esteriore che pi fuori ulteriore che pi al di l Ulteriore pu indicare anche qualcosa che si aggiunge a quanto gi detto o fatto: Per ulteriori informazioni si rivolga alla segreteria. il superlativo termina in -mo estremo che alla fine infimo che molto in basso intimo che pi dentro possibile primo che allinizio prossimo molto vicino, vicino supremo, sommo che pi in alto possibile ultimo che alla fine in assoluto Intimo ammette un comparativo, pi intimo, e un superlativo, il pi intimo: Mario il mio pi intimo amico. I superlativi primo, ultimo hanno anche le forme primissimo, ultimissimo, usate in espressioni enfatiche: prodotti di primissima qualit, lultimissima moda a Milano. Esercizi 1. Dai seguenti sostantivi ricava gli aggettivi corrispondenti: allegria, amore, campagna, compassione, corte, gioco, giorno, legno, tempesta, vento. 2. Dai seguenti aggettivi qualificativi ricava i nomi corrispondenti: acquoso, argenteo, autunnale, calligrafico, coreografico, fantastico, forte, fraterno, generoso, invernale, impetuoso, materno, orgiastico, ortografico, paterno, pratico, rovinoso, simpatico, spaventoso, storto. 3. Muta i seguenti sintagmi nel rispettivo singolare o plurale: occhi vivaci, corsa veloce, notizia inutile, fronti sudate, guerra atroce, pancia gonfia, fili resistenti, organizzazioni criminali, tempo antico, passata stagione, rapporti leali, folle velocit, misura colma,
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colossali truffe, dolori acuti, difficile situazione, visioni divine, paese ingovernabile, armonia magica, patti segreti. 4. Volgi al plurale: un bellissimo romanzo giallo; uovo fresco e grande; ampio movimento studentesco; una camicia verde, non verde bottiglia; il medesimo simpatico amico; autobus carico e affollato; una cornice argentata e molto costosa; lo stesso prezzo modico; vacanza piacevole e necessaria; un astuccio rosa, molto piccolo. 5. Scrivi le forme corrette dei seguenti aggettivi: (bello): _____ mattino, _____ anni, _____ arti, _____ spirito, _____ fiori, _____ attrice (buono): _____ profumo, _____ amicizie, _____ macchina, _____ uomo, _____ amica, _____ scultore (grande): _____ cantanti, _____ sospiri, _____ donna, _____ spavento, _____ attore, _____ viaggi (santo): _____ Carlo, _____ Marta, _____ Ambrogio, _____ padre, _____ Iacopo, Terra _____ 6. Altera, quando possibile, gli aggettivi: basso, bello, dolce, freddo, grande, grasso, lungo, nero, piccolo, povero, rosso, sciocco, sudato, umido, vecchio. 7. Completa le frasi in modo che risulti un comparativo: a) (di maggioranza): Il lago di Como ... piccolo ... lago Benaco. Era ... preparato in grammatica italiana ... in grammatica inglese. In inverno la luce diurna molto breve, ... effimera ... quella autunnale. La virt ... preziosa ...oro. E sicuramente ... difficile scrivere ... parlare una lingua straniera. Ho una preferenza ... viva per Verne ... per Salgari, altro famoso scrittore davventure. Sono ... interessanti le partite calcistiche seguite nello stadio ... a casa davanti al televisore. b) (di uguaglianza): Tuo zio si mostr ... garbato ... tuo padre. Tua cugina mi sembra ... briosa ... tua nipote. Luca ... studioso ... me. Francesca ... gentile ... sua sorella. c) (di minoranza): Oggi vi sentite ... deboli ... ieri. Alcuni scolari appaiono ... intelligenti ... diligenti. Il raccolto di riso di questanno
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... abbondante ... quello dellanno scorso. Io ho un carattere ... deciso ... tuo. Perugia ... grande ... Roma. E ... difficile ... quanto tu creda. La mia casa ... comoda ... vostra. 8. Completa con il comparativo opportuno e con il secondo termine di paragone: Siete ... testardi __________ . Qui sembrano esserci ... macchine __________ . E ... facile obbedire __________ . Viaggio ... volentieri in aereo __________ . Stamane siamo ... disposti allascolto __________ . In quel momento di crisi, nessuno si sentiva ... solo e deluso __________ . Il nonno ... sordo __________ . 9. Scrivi questa serie di aggettivi al superlativo assoluto, in tutte le forme possibili: buono, carico, cattivo, contento, difficile, fino, fortunato, generoso, grande, intelligente, moderno, nobile, piccolo, pieno, presto, ricco, simpatico, sporco, utile, veloce. 10. Completa con lopportuno tipo di superlativo: Napoli tra le citt ... popolose dItalia. Viviamo un ritmo di vita ... agitato. Furono ... disponibili a portare aiuti ... consistenti e ... efficaci. Gli ultimi sono stati i giorni ... felici tra quelli trascorsi con te. I grandi uomini sono ... modesti. Era ... simpatica delle amiche di mia sorella. LAsia un continente che registra ... alta densit di popolazione. ... grande delle virt la carit, che ci rende ... generosi. 11. Fa la concordanza degli aggettivi, se necessaria, con i nomi cui si riferiscono: Venti e nubi (gelido) trascorrevano il cielo minacciando tempesta. Al pranzo di nozze di mia sorella, Franca e Giovanna erano piuttosto (alticcio). La casa e il giardino da me (sognato) costano troppo e non potr mai comprarmeli. Soffriva di un terribile raffreddore e aveva sempre gli occhi e il naso (arrossato). Laurora e il tramonto sono (rosa). Navi e piccole imbarcazioni correvano (liscio) e (leggero) sul mare (tranquillo). Trovarono il naufrago con braccia e gambe (rigido). Carrozze e locomotori da riparare o appena (riparato) erano allineati nel deposito locomotive e sui binari.
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12. Traduci in romeno: Avevo dinanzi un vastissimo spazio di pianure verdi e fiorite, intersecate da grandissimi canali simili a quello che avevo passato io, ma assai pi larghi e profondi; i quali sandavano perdendo in una stesa dacqua assai pi grande ancora; e in fondo a quella sorgevano qua e l disseminati bruni monticelli, coronati taluni da svelti campanili. Ma pi in l ancora locchio mio non poteva indovinare che cosa fosse quello spazio infinito dazzurro che mi pareva un cielo caduto e schiacciatosi in terra: un azzurro trasparente e svariato di strisce dargento che si congiungeva lontano lontano con lazzurro meno colorito dellaria Dimprovviso i canali e il gran lago dove sboccavano diventarono tutti di fuoco; e quel lontanissimo azzurro misterioso si mut in una iride immensa dai colori pi diversi e vivaci. Il cielo fiammeggiante ci si specchiava dentro e di momento in momento lo spettacolo si dilatava, sabbelliva agli occhi miei, e prendeva tutte le apparenze ideali e quasi impossibili di un sogno.
I. Nievo

IL NUMERALE La categoria grammaticale dei numerali alquanto eterogenea, essa comprende: aggettivi: Ho comprato due dischi. pronomi: Cerano entrambi. nomi: E uscito il sette al lotto. I numerali si distinguono in: cardinali: uno, due, tre; ordinali: primo, secondo, terzo; moltiplicativi: doppio, triplo; collettivi: paio, decina, dozzina; distributivi: ad uno ad uno, a due a due; frazionari: un terzo, due terzi. Numerali cardinali e numerali ordinali Si comportano generalmente come aggettivi e qualche volta come pronomi. Come aggettivi, accompagnano: un nome: quattro gatti, il terzo posto; un pronome: Noi due stiamo bene insieme.
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Come pronomi, sostituiscono un nome: I magnifici sette un film celeberrimo. I cardinali determinano una quantit numerica precisa, sono i numerali pi usati, tre, dodici, centoventiquattro, tremiladuecento ecc., e si indicano con le cifre arabe: 3, 12, 124, 3200. Luso delle cifre richiesto nei testi tecnici e scientifici e per indicare le date. Negli altri casi, invece, preferibile usare la scrittura in lettere. I numerali cardinali sono invariabili: ecc. uno / una; mille / -mila, forma derivata dal latino: tremila, centomila. Uno si tronca e si elide secondo le regole dellarticolo indeterminativo: un ragazzo, uno scolaro, un albero; una casa, unanitra. I composti con uno possono subire il troncamento: ventun giorni, trentun minuti. I composti che finiscono in -tre ricevono laccento: ventitr, sessantatr. Le decine da venti in poi, unite a uno o a otto, troncano la vocale finale: trentuno, trentotto. Come si gi visto dagli esempi, i numeri costituiti da pi elementi si scrivono uniti. Tuttavia i composti con cento e mille possono anche scriversi staccati, inserendo tra i due numeri la congiunzione e: cento e dieci, mille e nove. Quando uno unito per mezzo della congiunzione si ha laccordo con il sostantivo: Le mille e una notte una raccolta di novelle arabe. Milione, miliardo non sono aggettivi, ma sostantivi. I loro multipli si scrivono staccati: tre milioni, cinque miliardi. Nel plurale possono essere seguiti o no dalla preposizione di: tre miliardi di lire / due milioni quattrocentomila lire. I numerali cardinali solitamente precedono il nome a cui si riferiscono: Era una donna di cinquantanni. Ho speso centoventi euro. Seguono il nome: negli usi tecnici e scientifici: Ciascun lato delledificio misura m. 32.
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commerciali: Il costo dellautovettura di euro 14 000. Come si vede dagli esempi, il numero espresso in cifre. nel linguaggio burocratico e giudiziario: Il tribunale condanna limputata alla pena di anni tre e mesi due di reclusione. Nellindicare le ore e le date il nome viene spesso sottinteso: Sono le (ore) sette. Nacque nel(l)(anno) 20 dopo Cristo. Soltanto nellindicare il primo giorno / i primi giorni della settimana, del mese, dellanno, si adopera lordinale al posto del cardinale: Oggi il primo di settembre. Partir ai primi di agosto. In molti casi i cardinali vengono sostantivati: E un uomo sui sessanta. (=sulla sessantina, sessantenne) E una notizia sicura al cento per cento. Durante la spedizione dei Mille fu liberata la Sicilia. in espressioni idiomatiche: Si fece in quattro per accontentare sua madre. in altri casi, per indicare: i voti scolastici: Ho preso un bel dieci. i giocatori di una squadra: Gli undici sono scesi in campo. Gli ordinali indicano lordine di successione di individui, oggetti e concetti, terza, dodicesimo, centoventiquattresimo, tremiladuecentesima ecc. Si indicano con le cifre romane: III, XII, CXXIV, MMMCC, oppure con le cifre arabe seguite da (per il maschile), (per il femminile) in esponente: 3, 12 , 124, 3200; 3, 12 ecc. A differenza dei cardinali, gli ordinali sono variabili nel genere e nel numero, quindi si accordano al sostantivo. I primi dieci hanno forme particolari derivate dal latino: primo decimo (da consultare lo schema I). Tutti gli altri si formano aggiungendo il suffisso -esimo al cardinale, che perde generalmente la vocale finale: undic(i) + -esimo undicesimo. Accanto a queste forme, possiamo trovarne altre di uso limitato, letterario: decimoprimo / undecimo, decimosecondo / duodecimo ecc. Anche gli ordinali precedono di solito il nome: Abbiamo viaggiato in prima classe. Abita al terzo piano.
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Seguono il nome: quando indicano lordine di successione di papi, sovrani e in questo caso si scrivono solitamente in cifre romane: Luigi XIV, Giovanni Paolo II ecc. nelle scritte: Aula sesta, Canto quinto, Atto quarto, Scena prima. Possono essere usati come sostantivi: E stato promosso in quarta (classe). Abbiamo ascoltato la nona (sinfonia) di Beethoven. I numerali ordinali si adoperano per indicare: 1) i numeri dordine di papi, re, imperatori: Paolo VI, Vittorio Emanuele II, Carlo V; 2) i numeri dordine dei secoli: il secolo XIX o il diciannovesimo secolo o lOttocento; 3) il secondo elemento di una frazione, il primo indicato da un numerale cardinale: 2/3 = due terzi; 7/20 = sette ventesimi; 33/100 trentatr centesimi; 4) il grado di una potenza segnalato dal numero in esponente: 6 = sei alla terza. Numerali moltiplicativi Sono aggettivi a quattro desinenze che moltiplicano il nome a cui si riferiscono per un numero o una quantit. Quelli pi usati sono singolo, doppio, triplo, quadruplo, quintuplo: Prendiamo una porzione singola di pasta e una doppia porzione di patate. Ma i moltiplicativi possono essere usati anche come nomi o avverbi: Ho speso il doppio del previsto. Vederci doppio significa avere un difetto ottico. In casi del genere indicano, in senso figurato, un numero, una quantit o una misura molto grandi, o molto pi grandi di: Mangia il triplo di me ed magra! = Mangia molto pi di me. La serie dei moltiplicativi completata dagli aggettivi a due desinenze duplice, triplice ecc.: La Triplice Alleanza fu stipulata nel 1882 fra Italia, Austria e Germania.
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Numerali collettivi Sono nomi che indicano un insieme di pi individui, oggetti o concetti: 1. coppia, paio, duo, doppietta ruotano intorno al numero due: una coppia di fidanzati, un paio di scarpe: Schumacher e Barrichello formano un duo formidabile. 2. terna, triade, tripletta ruotano intorno al numero tre: terna arbitrale, triade dialettica: Totti ha segnato una tripletta. 3. duetto, terzetto, quartetto, quintetto, sestetto indicano una composizione musicale eseguita da due, tre, quattro, cinque, sei esecutori e, scherzosamente, un gruppo di due, tre, quattro, cinque, sei persone: Ma che bel terzetto! 4. decina, dozzina, ventina, trentina, quarantina, cinquantina, sessantina, settantina, ottantina, novantina, centinaio, migliaio indicano, rispettivamente, un gruppo di dieci, dodici, venti, trenta, quaranta, cinquanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta, cento, mille individui o oggetti: Ho comprato una dozzina di fazzoletti. Era presente un migliaio di persone. 5. biennio, triennio, quadriennio, quinquennio=lustro, decennio, ventennio indicano un periodo di due, tre, quattro, cinque, dieci, venti anni: un decennio di studi, il ventennio fascista: Ho seguito il primo biennio dingegneria. 6. bimestre, trimestre, semestre indicano un periodo di due, tre, sei mesi: corso di un semestre; 7. terzina, quartina, sestina, ottava sono termini della metrica e indicano strofe di tre, quattro, sei, otto versi: terzina incatenata, un poema in ottave. Il quadro completato da: alcuni nomi che terminano in -enne, i quali indicano let di una persona, a partire da undici e fino a novantanove: undic(i) + -enne undicenne; alcuni aggettivi, invariabili, ambo, ambedue ed entrambi / entrambe che significano tutti / tutte e due e che precedono larticolo determinativo che accompagna il nome a cui si riferiscono: ambedue i fratelli / le sorelle, entrambi gli occhi, entrambe le mani. Numerali distributivi Indicano il modo di distribuire o di ripartire una quantit, a due a due, due per ciascuno, tre alla volta, ogni sei: Mi scrive ogni due settimane.
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Numerali frazionari Sono nomi e indicano una o pi parti di un tutto: un terzo, due terzi, tre quarti ecc. Mi darai solo il quinto dello stipendio? Per indicare la divisione di un tutto in due parti, si adoperano: met: Quattro la met di otto. mezzo: Ha quindici anni e mezzo. Sono le dodici e mezzo. I. Numerali cardinali, ordinali, moltiplicativi e numerativi
cardinali ordinali moltiplinumerativi in lettere in cifre in lettere romani cativi uno, una 1 primo I singolo due 2 secondo II doppio coppia, paio, duo, doppietta tre 3 terzo III triplo terzetto, tripletta quattro 4 quarto IV quadruplo cinque 5 quinto V quintuplo sei 6 sesto VI sette 7 settimo VII otto 8 ottavo VIII nove 9 nono IX dieci 10 decimo X decina undici 11 undicesimo XI dodici 12 dodicesimo XII dozzina tredici 13 tredicesimo XIII quattordici 14 quattordicesimo XIV quindici 15 quindicesimo XV quindicina sedici 16 sedicesimo XVI diciassette 17 diciassettesimo XVII diciotto 18 diciottesimo XVIII diciannove 19 diciannovesimo XIX venti 20 ventesimo XX ventina ventuno 21 ventunesimo XXI ventidue 22 ventiduesimo XXII trenta 30 trentesimo XXX trentina 84

quaranta 40 cinquanta 50 sessanta 60 settanta 70 ottanta 80 novanta 90 cento 100 centouno 101 duecento 200 mille 1000 duemila 2000 diecimila 10000 centomila 100000 un milione 1000000 un miliardo 1000000000

quarantesimo cinquantesimo sessantesimo settantesimo ottantesimo novantesimo centesimo centunesimo duecentesimo millesimo duemillesimo diecimillesimo centomillesimo milionesimo miliardesimo

XL L LX LXX LXXX XC C CI CC M MM X C

quarantina cinquantina sessantina settantina ottantina novantina centinaio migliaio

II. Corrispondenza fra anni e secoli


dallanno 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 allanno 901 801 701 601 501 401 301 201 101 1 indicazione in numeri romani in numeri arabi X, decimo sec. IX, nono sec. VIII, ottavo sec. VII, settimo sec. VI, sesto sec. V, quinto sec. IV, quarto sec. III, terzo sec. II, secondo sec. I, primo sec.

a.C. = avanti Cristo 0 ____________________________________________________________ d.C. = dopo Cristo 1 101 201 301 401 100 200 300 400 500 I, primo sec. II, secondo sec. III, terzo sec. IV, quarto sec. V, quinto sec. 85

501 601 701 801 901 1001 1101 1201 1301 1401 1501 1601 1701 1801 1901 2001

600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 2100

VI, sesto sec. VII, settimo sec. VIII, ottavo sec. IX, nono sec. X, decimo sec. XI, undicesimo sec. XII, dodicesimo sec. XIII, tredicesimo sec. XIV, quattordicesimo sec. XV, quindicesimo sec. XVI, sedicesimo sec. XVII, diciassettesimo sec. XVIII, diciottesimo sec. XIX, diciannovesimo sec. XX, ventesimo sec. XXI, ventunesimo sec.

200, Duecento 300, Trecento 400, Quattrocento 500, Cinquecento 600, Seicento 700, Settecento 800, Ottocento 900, Novecento

Esercizi 1. Scrivi in lettere i seguenti numerali cardinali: 14, 1000, 367, 88, 17, 33, 65, 2000, 1971, 1000000. 2. Scrivi in lettere i seguenti numerali ordinali: IV, XL, LX, X, XC, XXIX, CC, XLVI, XCIX, CM. 3. Scrivi gli ordinali che corrispondono ai seguenti numerali cardinali: tre, quarantuno, dodici, sette, trentasei, dieci, cento, ventinove, sedici, cinque, ottantacinque, diciannove, quattro, mille, duecento, otto, sessantatr, quattordici, sei, novantotto. 4. Scrivi in lettere i numerali cardinali e ordinali: Cerano presenti quasi 100 invitati, seduti in gruppi di 10 persone fino alla 10 fila. Questa la 5 frase del 2 esercizio; ma occorre ancora 1 frase. Sono le 11 e 30 minuti. Siamo in 7: l8 invitato non ha voluto partecipare a questo nostro ultimo incontro. La 4 parte di 1000 250. Sono 33 concorrenti che devono sostenere 6 prove. Ha 63 anni, ma ne dimostra 10 di pi. I 2/3 dello scantinato erano invasi dalle acque. Nella gara dei 100 a ostacoli Fabio si classific 3.
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5. Sostituisci le lettere alle cifre e viceversa, quando ti sembra opportuno: Il nonno ci port dalla campagna 2 piccioni, 24 uova fresche e 4 bei formaggi. Poi gli chiedemmo se lannata fosse stata abbondante per luva. La gelata rispose aveva lasciato s e no 7 o 8 grappoli per pianta. Lanno prima invece, cio nel millenovecentonovantadue, il raccolto era stato tale da dover comprare altre botte, perch le 15 cherano in cantina non bastavano a contenere tutto il vino prodotto. E pochissimo latte, ragazzi: 17 quintali appena, per venduti a buon prezzo. Se il Po il pi lungo fiume italiano con seicentocinquantadue km., il Garda sicuramente il lago pi profondo con i suoi trecentoquarantasei metri. 6. Traduci in romeno: Un milione di libri Dopo qualche anno di letture furiose e disordinate mi accorsi che i pochi libri cherano in casa e quegli altri pochi che potevo avere ricorrendo alle scarse librerie di parenti e conoscenti o comprandone qualcuno usato coi centesimi risparmiati sul companatico o coi soldi rubati alla mamma, non bastavano. Seppi da un ragazzo, un po pi grande di me, che cerano in citt grandissime e ricchissime librerie aperte a tutti, dove in date ore si poteva andare, chiedere qualunque libro si volesse e, quel che pi conta, leggerli senza spender nulla. Decisi di andarci subito. Cera per una difficolt: per entrare in que paradisi bisognava avere per lo meno sedici anni. Io ne avevo dodici o tredici, ma per la mia et ero anche troppo alto. Una mattina di luglio mi provai. Salii uno scalone, che a me parve largo e solenne, tremando. Dopo due o tre minuti dincertezza e di batticuore entrai nella saletta delle richieste, scrissi alla peggio la mia scheda e la presentai con laria impacciata e sospettosa di chi sa dessere in fallo. Limpiegato lo ricordo ancora: sia maledetto! era un omaccione con tanto di pancetta e due occhietti cilestri di pesce morto e una piegaccia maligna a due lati della bocca mi squadr con aria di compatimento e con esosa voce strascicata mi chiese: Scusi, quanti anni ha lei? Feci il viso rosso pi di rabbia che di vergogna e risposi, facendomi pi vecchio di tre anni: Quindici.
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Non bastano. Mi dispiace. Legga il regolamento. Torni fra un anno.


G. Papini, Un uomo finito

IL PRONOME E la parte variabile del discorso che sostituisce: un nome: Luca passeggia con Lisa; quella s che una bella ragazza! un elemento usato come nome, cio un altro pronome: Lho incontrato e gli ho proposto di partecipare al torneo di calcio. un aggettivo: Oggi il tempo buono, ma ieri non lo era. un verbo: Aveva studiato moltissimo e lo dimostr allesame. una frase intera: Come ha detto di chiamarsi? Non lo ricordo pi. Da questa polivalenza del pronome risultano casi a volte ambigui: La frase: Carla passeggia con Rita; quella s che una bella ragazza! risulta ambigua e si potrebbe capire solo se accompagnata da un additamento, lindice puntato, un cenno del capo ecc. Per evitare tali ambiguit possono esserci utili alcuni strumenti formali: la contrapposizione questo / quello, usata per distinguere due persone o cose localizzandole con precisione: Franco lavora con Massimo: questo architetto mentre quello ingegnere. lopposizione tra un sostantivo umano e un sostantivo non umano: Il domatore e il leone sono uno di fronte allaltro: egli lo teme. ... il leone... esso lo teme. Uso assoluto del pronome Non tutti i pronomi hanno la funzione di sostituire nomi o altri elementi. Nellesempio:
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Che cosa fai? Io non faccio proprio niente. i pronomi che cosa, io, niente non sostituiscono alcuna parola ma sono usati assolutamente, cio senza riferimento alle parole della frase. Altre funzioni del pronome 1. Evitando le ripetizioni, il pronome contribuisce alleconomia del discorso funzione stilistica; 2. Il pronome serve spesso a indicare, a mostrare qualcosa funzione deittica: Dammi questo, non quello! 3. Il pronome pu essere un elemento della frase; basti pensare al valore subordinante del pronome relativo funzione sintattica. Pronomi e aggettivi pronominali Molte forme pronominali, oltre che sostituire un nome, possono accompagnarlo per determinarlo meglio; si parla, in tal caso, di aggettivi pronominali. Pronomi e aggettivi pronominali pronomi personali: io, lui, voi, loro pronomi e aggettivi possessivi: tuo, suo, nostro, loro pronomi e aggettivi dimostrativi: questo, quello, stesso pronomi e aggettivi indefiniti: qualche, qualcuno, nessuno pronomi relativi: chi, cui, il quale pronomi e aggettivi interrogativi: chi?, che? pronomi e aggettivi esclamativi: che! I pronomi personali e relativi non possono avere funzione di aggettivo. Pronomi personali I pronomi personali dovrebbero essere i sostituti del nome. Nella

Egli uscito. il pronome egli sta al posto di un qualsiasi nome comune, il dottore, il nonno ecc. o nome proprio, Massimo, Carlo ecc. Invece nelle frasi: Io scrivo una lettera.
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frase:

Tu lavori dalla mattina alla sera. i pronomi io e tu non sostituiscono nessun nome. Questi pronomi indicano: 1) chi parla io, 1 persona singolare; 2) chi ascolta tu, 2 persona singolare; 3-6) uno o pi individui, oggetti o concetti di cui si parla lui, egli, esso, lei, essa, 3 persona singolare; loro, essi, esse, 3 persona plurale o 6 persona. Inoltre, il pronome personale pu indicare: 4) chi parla + unaltra persona noi, 1 persona plurale o 4 persona; 5) chi ascolta + unaltra persona voi, 2 persona plurale o 5 persona. Noi, voi non sono il plurale di io, tu, ma sono, piuttosto, il risultato di una somma: noi include la persona che parla, io, + una o pi persone = io + tu, lui/lei, voi, loro; voi include la persona che ascolta, tu + una o pi persone = tu + lui/lei, loro. A questo punto possiamo precisare che un pronome personale ha: funzione deittica, quando si riferisce a una persona o una cosa presenti allatto della comunicazione: i pronomi di prima, seconda e terza persona: Tu verrai con me, voi aspetterete qui. Lui si occuper dellorganizzazione del convegno. Sono tutte frasi accompagnate da un gesto del parlante, che indichi che la persona presente, quindi si ricorre non pi al contesto linguistico, ma a quello extralinguistico. funzione anaforica, quando si riferisce a una persona o una cosa precedentemente menzionate nel discorso: i pronomi di terza persona. Solo questi pronomi, detti anaforici, possono avere un antecedente: Marco entr di corsa nella stanza: non appena lo vidi gli chiesi come mai andasse cos di fretta. Lui rispose di essere in ritardo ad un appuntamento con Claudia. funzione cataforica, quando il pronome precede lantecedente. Tale funzione, nellambito dei pronomi personali, svolta quasi esclusivamente dai pronomi atoni: La vuoi unaranciata? Antecedente e forma pronominale sono legati da una relazione di coreferenza poich rinviano alla medesima realt extralinguistica.
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Sebbene il pi delle volte vi sia unassoluta identit tra antecedente e pronome: [Fabio] lavora in un ristorante. [Egli] ritorna sempre tardi la sera. in alcuni casi la relazione semantica tra i due elementi pu essere pi complessa: il pronome pu riferirsi ad un oggetto concreto diverso dallantecedente: Maria porta sempre con s [la card], Elena [la] tiene in un cassetto. lantecedente pu indicare un oggetto ipotetico: Se vincer una medaglia la dedicher alla mia migliore amica. In questo caso possibile negare solo la seconda proposizione, la prima no: Se vincer una medaglia non la dedicher... . *Se non vincer una medaglia la dedicher... . Secondo il numero, tutti i pronomi personali hanno il singolare e il plurale. Secondo il genere, sono invariabili nella prima e seconda persona, variabili invece nella terza. Inoltre i pronomi personali presentano forme differenziate a seconda della funzione sintattica svolta, pi precisamente hanno una forma per il soggetto e due forme per i complementi, una tonica o forte, laltra atona o debole. Pronomi personali soggetto 1 persona 2 persona 3 persona singolare io tu egli, lui, esso ella, lei, essa plurale noi voi essi loro esse

maschile femminile

Se i pronomi di prima e seconda persona, singolare e plurale, hanno ununica forma: io noi, tu voi, quello di terza persona dispone di una maggiore variet di forme: tre coppie per il singolare, egli-ella, lui-lei, esso-essa, e una per il plurale, essi-esse, mentre la forma loro ha valore sia di maschile sia di femminile. Egli e lui si usano con riferimento alle persone, lui soprattutto nella lingua parlata; la forma esso usata per animali e cose: Ho parlato con il direttore, egli (lui) mi ha assicurato il suo pieno appoggio.
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Ho un cane; esso abbaia sempre. Un importante compito ti stato affidato; esso va eseguito entro domani. Questa differenza non esiste invece al femminile, tra lei ed essa; essa ha ormai carattere letterario o regionale. Analogamente a lui, lei si usa specialmente nel parlato: Avverti tua sorella, forse essa (lei) non lo sa ancora. Ho cercato di prendere la gattina, ma essa scappata. La forma ella caduta in disuso, sentita ormai come letteraria e solenne. Le forme del plurale essi-esse servono per indicare tanto le persone quanto gli animali e le cose; loro si usa con riferimento a persone: Li ho guardati in viso, ma essi (loro) abbassarono gli occhi. Allingresso della villa cerano due cani: essi stavano per mordermi. Il Parlamento ha emanato nuove leggi: esse prevedono la modifica dellordinamento giudiziario. Nelluso familiare, ma sempre pi anche nella lingua scritta, si sono affermati come pronomi di terza persona in funzione di soggetto le tre forme di complemento lui, lei, loro, mentre egli, ella, essi, esse caratterizzano certi usi letterari e lo stile formale (essa anche regionale): Lui (egli) non daccordo. Lei (essa) partita. Loro (essi, esse) arrivano domani. In particolare le forme lui, lei, loro sono obbligatorie: quando si vuole mettere in rilievo il soggetto, e in tal caso il pronome si pone dopo il verbo: Lha detto lui. Sono stati loro. quando il pronome in funzione di predicato: Non sembrava pi lui. dopo come, quanto, in complementi di paragone: Sei bravo come lui. Ho studiato quanto lei. tra ecco e che relativo: Ecco lui che non ci crede. nelle contrapposizioni: Lui dice di s, lei di no. quando il verbo al gerundio o al participio: Essendoci lui, eravamo pi tranquilli. Partiti loro, ce ne andammo pure noi. nelle esclamazioni ellittiche: Beata lei! Felici loro! in espressioni mancanti del verbo: Chi stato? Lui.
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dopo anche, neanche, pure, neppure, nemmeno: Anche lui era assente. Non lo sa neanche lei quello che vuole. Nemmeno loro lhanno visto. Anche le forme soggettive della prima e seconda persona singolare vengono talvolta sostituite dalle forme complementari me, te: dopo come, quanto: Sono contento quanto te. quando sono in funzione predicativa e il soggetto diverso: Tu non puoi essere me. Quando il soggetto lo stesso si hanno le forme io, tu: Da un po di tempo non sei pi tu. quando sono preceduti dal verbo essere e seguiti dallaggettivo didentit stesso: Voglio essere me stesso. nelle esclamazioni prive di verbo: Povero me! In italiano luso del pronome personale in funzione di soggetto piuttosto limitato: _Ho letto una notizia interessante. _Sei tornato presto. Il pronome viene invece espresso: quando si vuole dare particolare rilievo al soggetto, soprattutto nelle contrapposizioni: Io lavoro dalla mattina alla sera mentre tu ti diverti. quando ci sono forme verbali, particolarmente del congiuntivo, che potrebbero creare confusione: Ritengo che tu non sia allaltezza della situazione. Pensava che tu amassi Laura. sia = io / tu / egli sia; amassi = io / tu amassi; necessario quindi il pronome per evitare ambiguit. Il pronome personale soggetto pu essere rafforzato da: stesso: io stesso, lei stessa, noi stessi; altri, solo alla prima e seconda persona plurale: noi altri, voi altri, o, in grafia unita, noialtri, voialtri. Pronomi personali complemento I pronomi personali complemento hanno due tipi di forme. 1. forme toniche singolare plurale me noi
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1 persona

2 persona

te maschile lui, esso 3 persona femminile lei, essa riflessivo s

voi loro, essi loro, esse s

I pronomi personali complemento tonici possono essere adoperati: in funzione di complemento oggetto o diretto, e in questo caso seguono il verbo senza preposizioni: Carla guarda me. in funzione dei vari complementi indiretti, e in questo caso sono preceduti da varie preposizioni, a, di, da, in, davanti, dietro, oltre. Il complemento indiretto pu sia seguire sia precedere il verbo: Non discuto con lui. / Con lui non discuto. Alla prima e seconda persona singolare si hanno le forme me e te: E venuto da me. C una lettera per te. Alla prima e seconda persona plurale le forme noi e voi sono comuni al soggetto e ai complementi: Hanno fiducia in voi. Alla terza persona singolare e plurale, quando ha valore riflessivo, cio quando si riferisce al soggetto della frase, il pronome s: Ha troppa stima di s. Pensano solo a s. Quando invece indica una persona diversa dal soggetto, le forme sono lui per il singolare maschile, lei per il singolare femminile, loro per il plurale maschile e femminile: Vado con lui. Non mi dimenticher mai di lei. Fidati di loro! Infine le forme esso, essa, essi, esse si riferiscono solo agli animali e alle cose e possono adoperarsi soltanto come complemento indiretto, cio preceduti da una preposizione: Laereo il mezzo pi veloce e con esso facile raggiungere posti lontani. In funzione di complemento oggetto si user la forma atona lo:
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Vedi quel giornale? Portamelo! I pronomi tonici hanno le seguenti propriet: il nesso verbo + pronome tonico pu essere spezzato da altri elementi: La musica piace molto a me. possono subire lenfasi: E a lui che ho prestato un libro. possono comparire in assenza del verbo: Chi arrivato? Lui. possono essere rafforzati con laggettivo didentit stesso: Conosci te stesso! 2. forme atone 1 persona 2 persona complemento oggetto 3 persona complemento di termine riflessivo singolare mi ti lo la gli le si plurale ci vi li le loro (gli) loro (gli) si

maschile femminile maschile femminile

I pronomi atoni si differenziano da quelli tonici: non hanno corrispondenti forme soggettive; precedono o seguono immediatamente la forma verbale: il nesso verbo + pronome atono non pu essere spezzato: *La musica mi molto piace. fra il verbo e il pronome atono pu inserirsi solo un altro pronome atono: Glielo dir. Il pacco me lo spedir domani. non possono subire lenfasi: E a *lo che ho prestato un libro. non possono comparire in assenza del verbo: Chi arrivato? *Lo. I pronomi personali complemento atoni svolgono: la funzione di complemento di termine (CT); la funzione di complemento oggetto diretto (CO). mi = me, a me: Mi chiamano subito. Mi raccont tutto. ti = te, a te: Ti accompagno a teatro. Ti mander un bel regalo. ci = noi, a noi: Ci ingann con le sue bugie. Ci hanno scritto una lettera.
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vi = voi, a voi: Vi ascolto con attenzione. Vi penso sempre con affetto. Alla terza persona singolare e plurale, quando ha valore riflessivo, cio quando si riferisce al soggetto della frase, il pronome si = s, a s: Si guardarono allo specchio. Il cane si leccava la ferita. Quando invece indica una persona diversa dal soggetto, le forme sono lo per il singolare maschile, la per il singolare femminile, li per il plurale maschile, le per il plurale femminile, per il complemento oggetto: Lo vidi fuggire. La incontro spesso. Li seguivo da lontano. Le salutai cortesemente. Le forme sono gli per il singolare maschile, le per il singolare femminile, loro per il plurale maschile e femminile, per il complemento di termine: Gli descrissi tutto laccaduto. Le rivolsi la parola. Comunicai loro la notizia. Per quanto riguarda la collocazione, soltanto loro posto dopo il verbo. La collocazione proclitica di loro pu verificarsi solo nel linguaggio burocratico in presenza di un participio: Le competenze loro spettanti sono piuttosto ristrette. pu essere interposto tra ausiliare e participio: Si recarono al ristorante chera stato loro indicato. tra verbo reggente e verbo retto: Il rifornimento di carburante ha fatto loro perdere il vantaggio acquisito. E bene ricordare che le forme lo, la, gli, le sono uguali a quelle dellarticolo determinativo e quindi si comportano allo stesso modo in ci che riguarda lelisione. Tuttavia si deve evitare di elidere la vocale per non creare ambiguit: lo aiutai / la aiutai invece di laiutai, forma ambigua. Nellitaliano di oggi luso di gli al posto di loro sempre pi frequente: Li invitai a casa e gli offrii un aperitivo. ...e offrii loro...
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Lo, ci vi, ne: altri usi 1. Il pronome atono lo, complemento oggetto, pu riferirsi: a un nome: Incontrer Fabio tra cinque minuti e lo saluter anche da parte tua. ad unintera frase: Ho parlato con Franco, tutti lo hanno notato. a un aggettivo: Si crede bella ma non lo . In tutti questi casi assume valore neutro ed equivale a ci. Talora pu anche anticipare, rafforzando quello che sta per essere detto: Me lo sentivo che saresti venuto. 2. Le forme atone ci vi (ci pi comune di vi) sono pronomi di prima e seconda persona plurale con funzione di complemento oggetto o complemento di termine. Inoltre possono avere anche altre funzioni: avverbio di luogo: Ci passa sopra un ponte. -ci + essere = esistere, trovarsi: Cera una volta... Ci sono tanti animali strani nel mondo. pronome dimostrativo, specialmente con valore neutro: Non ci fare caso. (= a ci) Non ci capisco nulla. (= di ci) Che ci ricavi? (= da ci) Ci prova gusto! (= in ci) Ci puoi contare! (= su ci) si possono riferire anche a persone: Non ci puoi fare affidamento. (=su di lui/lei/loro) hanno valore rafforzativo: A scuola quando ci vai? diventano ce, ve davanti a un altro pronome atono: Ce ne infischiamo. In particolari espressioni il contenuto semantico di ci fortemente indebolito: la particella usata solo come elemento di rinforzo: farcela, avercela con qualcuno; averci limitato al registro colloquiale: Ci ho due figlie. in alcuni contesti la particella diventa obbligatoria: Hai la macchina? S, ce lho. con il verbo entrare = avere attinenza: La tua obiezione non centra con quello di cui stiamo parlando. 3. La particella ne ha valore di: avverbio di luogo ed equivale a di qui/qua, di l/l: Giunsi a Roma il mattino e ne ripartii la sera.
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di solito preceduta dalle forme pronominali atone che diventano me, te, se, ce, ve: Non era un ambiente sano e per questo me ne andai subito. pronome atono: svolge la stessa funzione sintattica dei sintagmi: di, da + pronome personale di lui/lei/loro; da lui/ lei/loro: Ho un amico a Milano, ma da tempo non ne ho pi notizie. (= di lui) Appena la conobbe, ne fu affascinato. (= da lei) di, da + pronome dimostrativo di questo/questa/questi/ queste; da questo/questa /questi/queste: Mi ha fatto un torto, ma poi se n subito pentito. (= di questo) Non vide lautomobile e ne fu investito. (= da questa) ha valore neutro e si riferisce a una frase: Credi che abbia detto la verit? Ne dubito. (= di ci) In varie locuzioni loriginario valore semantico di ne, avverbiale o pronominale, appare fortemente indebolito: aversene a male = offendersi, non poterne pi = essere stufo ecc. ha spesso un valore stilistico, rafforzativo: sia in funzione avverbiale, con le particelle me, te, se, ce, ve: Perch te ne stai l tutto solo? sia in funzione pronominale, posta prima del sostantivo (prolessi): Ne dice di bugie! Espressioni: aversene a male: Se n avuto a male con lui. non poterne pi: Non ne posso pi di voi. valerne la pena: Non tarrabbiare, non ne vale la pena. Posizione del pronome atono Il pronome personale atono precede sempre il verbo. Esso segue il verbo (e si unisce con lui nella grafia) solo in quattro casi, e precisamente se il verbo : allimperativo: Mamma, parlami! Anche con la seconda persona dellimperativo negativo (che si forma con linfinito), il pronome segue il verbo: Non muoverti! = Non ti muovere! (in questo caso il pronome precede linfinito; tale fenomeno prende il nome di risalita del pronome atono). Se limperativo tronco, come nel caso di alcuni verbi irregolari, dare da, dire di, fare fa, stare sta, andare va,
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il pronome raddoppia la consonante iniziale: Dimmi la verit! Stammi bene a sentire! allinfinito, che perde la vocale finale: Preferisco parlarti. Con alcuni verbi servili, dovere, potere, sapere, volere ecc., il pronome pu precedere il verbo servile; anche in questo caso si pu verificare il fenomeno della risalita): Non sa regolarsi. = Non si sa regolare. Se un verbo servile regge due infiniti, abbiamo tre possibilit di scelta: Devo poter farlo. = Devo poterlo fare. = Lo devo poter fare. Con i verbi causativi, fare e lasciare, la risalita obbligatoria: Lo lascio credere che sia cos. non *Lascio crederlo che sia cos. Invece con altri verbi, sembrare e parere, la risalita impossibile: Sembra capirlo. non *Lo sembra capire. al gerundio: Parlandole, mi sono confuso. al participio passato: Salutatolo, se ne and. Il pronome personale atono si unisce anche allavverbio ecco: Eccomi! Combinazioni di pronomi atoni Questi pronomi possono essere usati sia da soli sia in combinazione con altri pronomi personali atoni. In questo caso cambiano lievemente nella forma: mi me; ti te; gli, loro glie-; si se; ci ce; vi ve. La combinazione pi usata complemento di termine + complemento oggetto Carla me lo / me la / me li / me le chiede = lo / la / li / le chiede a me Carla te lo / te la / te li / te le chiede = lo / la / li / le chiede a te Carla glielo / gliela / glieli / gliele chiede = lo / la / li / le chiede a lui / a lei / a loro Carla ce lo / ce la / ce li / ce le chiede = lo / la / li / le chiede a noi Carla ve lo / ve la / ve li / ve le / chiede = lo / la / li / le chiede a voi Carla se lo / se la / se li / se le chiede = lo / la / li / le chiede a s Carla e Anna se lo / se la / se li / se le chiedono = lo / la / li / le chiedono a s Le funzioni dei due pronomi sono ben distinte: il pronome che occupa il primo posto un complemento di termine, quello che occupa il
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secondo posto un complemento oggetto, o un complemento di specificazione, o un altro complemento, se si tratta di ne: Ve ne parlai. Gliene disse di tutti i colori. Unaltra possibile combinazione : pronome atono + si impersonale mi si dice, le si parla, ci si vede ecc.: Non mi si dice mai la verit. pronome atono + ci avverbio di luogo mi ci dirigo, ti ci vedo ecc.: Mi ci vorr un bel po di tempo per raccontarti tutto laccaduto. Posizione della combinazione di pronomi atoni Le forme atone dei pronomi personali generalmente precedono il verbo, si dice pertanto che sono proclitiche; in alcuni casi diventano enclitiche, cio seguono il verbo formando con esso una sola parola. Ci accade con un: imperativo: Dammelo! Parlatemene! infinito, che in tal caso perde la vocale finale: Pensavo di dirtelo. Anche con la seconda persona dellimperativo negativo (che si forma con linfinito), si ha la forma enclitica: Non darglielo! = Non glielo dare! (anche in questo caso si pu verificare il fenomeno della risalita). Se limperativo tronco, il pronome raddoppia la consonante iniziale: Faccelo sapere al pi presto! Vattene! participio passato usato in forma assoluta, ma il costrutto abbastanza raro; gerundio: Promettendoglielo, non potresti pi tirarti indietro. Pronomi allocutivi Quando, nel parlare o nello scrivere, ci si rivolge a un interlocutore di riguardo o a una persona con cui non si in confidenza, si usano i pronomi allocutivi o di cortesia: confidenziali singolare
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reverenziali lei (raro ella +3 pers. sing.) voi (+2 pers. pl.)

tu (+2 pers. sing.)

plurale

voi (+2 pers. pl.)

loro (+3 pers. pl.)

Il pi diffuso pronome di cortesia quello di terza persona. Laccordo del predicato fatto, di solito, secondo il genere della persona: Anche lei, direttore, invitato. Lei, signorina, attesa. Ella, signor presidente, sempre ben accetta (accetto) tra noi. Voi, Giuseppe, siete veramente fortunato. Come voi sapete, si parte domani mattina. Se loro, signori, fossero cos gentili da seguirmi... A queste forme soggettive corrispondono in funzione di complemento: le forme toniche: a/di lei, loro ecc.; le forme atone: la, le (per lei), li, le, loro (per loro): Stavo cercando proprio lei, ingegnere. A lei, signore, non devo nessuna spiegazione. La prego di scusarmi. Le esprimo tutta la mia gratitudine. Pronomi relativi E un pronome che sostituisce un nome che lo precede e mette in relazione due frasi: nella prima Ho travato il libro che la reggente, c il termine che poi il pronome relativo sostituir, detto antecedente, il libro; la seconda che volevo. una subordinata aperta dal pronome relativo e prende il nome di proposizione relativa. Il pronome relativo ha quindi un duplice ufficio: di congiunzione, in quanto unisce la proposizione di cui fa parte, detta appunto relativa, con la proposizione anteriore o reggente; di pronome, in quanto sostituisce un nome incluso nella proposizione principale, detto antecedente. Oltre che da un nome, lantecedente pu essere costituito da: un altro pronome: Tu, che sei il pi esperto, perch non ce la metti tutta?
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un infinito sostantivato: (Il) riposare, che una necessit per ciascun individuo, a te non interessa. unintera proposizione: Non eravamo affatto preparati alla missione, il che ci preoccupava. In questo ultimo caso il pronome ha valore neutro, significa la qual cosa e pu essere preceduto dallarticolo il o dalla preposizione articolata: Voglio smettere di bere, il che non facile. (= e ci) Ti ho mancato di rispetto, del che ti chiedo scusa. (= e di ci) Forme invariabili che cui variabili il / la quale i / le quali

Le forme invariabili sono molto pi usate di quelle variabili. 1. Che vale sia per il maschile e il femminile, sia per il singolare e il plurale; la concordanza in genere e numero si fa con il sostantivo di cui il sostituente. Fra tutti i pronomi relativi duso pi frequente e pu adoperarsi per persone, animali e cose; si usa come: soggetto: Cerco un ristorante che non costi troppo. complemento oggetto: Questo il ristorante che volevo. Per i complementi indiretti si ricorre di solito a cui o il/la quale, i/le quali. Tuttavia nella lingua parlata abbastanza diffuso limpiego di che in funzione di complemento indiretto, il cosiddetto che indeclinato. Occorre per distinguere tra diversi livelli di accettabilit: che con valore temporale, in luogo di in cui, ormai prevalente anche nello scritto, quando lantecedente costituito da determinazioni di tempo del tipo il giorno, il mese, lanno, la volta: Il giorno che ci siamo incontrati me lo ricorder sempre. Ogni volta che lo ascolto, lo trovo interessante. Con gli altri complementi indiretti luso di che pi marcato in senso popolare, ma da evitare nello scritto: E una citt *che ci vado volentieri. ...in cui... Il che indeclinato si ritrova talvolta in proverbi e espressioni idiomatiche: Paese che vai, usanza che trovi. e nella narrativa contemporanea che vuole imitare il linguaggio orale:
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Era un mattino tranquillo, una domenica di sole che la gente va a messa.


(C. Pavese, La luna e i fal)

Cui vale per entrambi i generi e i numeri e al contrario di che si usa soltanto come complemento indiretto, preceduto da varie preposizioni, di, a, da, in, con, su, per, tra, fra, sopra, sotto, verso: Quello il ragazzo con cui esco / di cui ti ho parlato / da cui mi sono fatta aiutare. In alcuni casi cui senza preposizione equivale a: a cui: Ecco lelenco delle associazioni cui rivolgersi. = a cui rivolgersi di cui: Si tratta di una lettera il cui contenuto non chiaro. = una lettera di cui non chiaro il contenuto Il pronome non preceduto dalla preposizione semplice n quando posto tra larticolo determinativo e il nome, col valore di complemento di specificazione, con il significato di del/della quale, dei/delle quali: Un soldato il cui coraggio (= il coraggio del quale) straordinario pu ricevere delle medaglie. E unattrice il cui nome (= il nome della quale) ora mi sfugge. Sono questi avvenimenti le cui conseguenze (= le conseguenze dei quali) non si possono prevedere. Sono tutte opere dalle cui pagine (= dalle pagine delle quali) traspare il pessimismo dellautore. Il pronome usato anche con valore neutro nellespressione per cui, che significa per la qual cosa e si riferisce a unintera proposizione precedente: Non mintendo di motori, per cui meglio che taccia. 2. Il / la quale, i / le quali, formato da due elementi, il pronome pi chiaro e completo, perch precisa sempre il genere e il numero. Si pu usare come: soggetto: Parleremo di alcuni popoli i quali hanno molte difficolt di sopravvivenza. complemento oggetto, molto raro e letterario: C unentrata secondaria, varcando la quale si arriva in spiaggia.
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complemento indiretto, se preceduto da una preposizione articolata: E limpiegata alla quale / a cui mi sono rivolto. In questultimo caso di uso corrente, accanto a cui. La forma composta da preferire: quando lesatta indicazione del genere e del numero serva a evitare possibili ambiguit: Ho parlato con il figlio della signora, il quale abita vicino a noi. ... la quale... quando il relativo sia distante dallantecedente: Molte favole mi ha raccontato la nonna quandero bambino, le quali erano non solo divertenti ma anche istruttive. Talvolta, per maggiore chiarezza, specie nel linguaggio burocratico, si ripete lantecedente, e in questo caso il quale pi aggettivo che pronome: Questa la regola che dovete trarre dagli esempi citati, la quale regola pu essere utile per risolvere problemi analoghi. quando si susseguano vari che: Ho saputo che Marco, il quale non mi ha ancora detto niente, ha deciso di non venire al mio matrimonio che sar questa domenica. Gli avverbi dove (ove) e donde (onde), di uso letterario, acquistano valore relativo quando congiungono e mettono in relazione due proposizioni: Il paese dove / in cui / nel quale sono nato la Romania. Ritornammo subito al punto donde / da cui / dal quale eravamo partiti. Pronomi relativi doppi Chi, quanti / quante, quanto e chiunque sono detti pronomi relativi doppi perch nel significato equivalgono a due pronomi, uno che fa da antecedente e uno che fa da relativo. 1. Chi si riferisce esclusivamente ad esseri animati, invariabile e vale soltanto per il singolare, sia maschile sia femminile (il genere si pu ricavare dal contesto o dallaccordo grammaticale). Unisce in s la funzione di due pronomi diversi: uno dimostrativo colui, quello, colei, quella o indefinito, qualcuno, uno, qualcuna, una;
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laltro relativo che, il quale, la quale. Per questa sua particolarit lunico fra i pronomi relativi che si pu usare in forma assoluta, cio senza essere preceduto da un nome: Chi non lavora non mangia. = colui che non lavora... C chi preferisce il pesce alla carne. = c qualcuno che preferisce... Per il plurale si ricorre alle forme composte coloro che, alcuni che: Coloro che studiano sono promossi. Ci sono alcuni che credono ancora alla befana. Questo pronome pu essere: soggetto sia nella reggente sia nella relativa: Chi dice questo sbaglia. oggetto sia nella reggente sia nella relativa: Ho riconosciuto chi hai salutato. soggetto nella reggente, oggetto nella relativa: Non ti nemmeno riconoscente chi hai aiutato. oggetto nella reggente, soggetto nella relativa: Non trovavo chi mi desse una mano. complemento indiretto nella reggente, soggetto nella relativa: Non regalo niente a chi non se lo merita. complemento indiretto nella reggente e nella relativa, quando il complemento della reggente e quello della relativa richiedano la stessa preposizione: Sono stato ricevuto da chi (= da colui dal quale) mi hai mandato. Al di fuori di questi casi si deve ricorrere alle forme composte. Il pronome pu avere anche valore ipotetico, e allora significa se qualcuno, se uno: Chi me lavesse detto, gli avrei riso in faccia. Domani, chi non lo sapesse, festa. Talora equivale a chiunque: Lingresso gratuito, pu entrare chi vuole / voglia. ...chiunque lo voglia La coppia correlativa chi...chi corrisponde a luno...laltro, gli uni...gli altri, alcuni...altri: Chi dice una cosa, chi unaltra. Chi ci crede, chi no. Chi preferisce il mare, chi la montagna. 2. Quanti / quante si riferisce sia a persone sia a cose ed equivale a (tutti) quelli che / (tutte) quelle che:
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La festa riservata a quanti hanno ricevuto linvito. = ...a (tutti) quelli che... Quante lo desiderano possono iscriversi alla gara. = (tutte) quelle che lo desiderano... 3. Quanto ha contemporaneamente funzione dimostrativa e relativa. Al singolare usato con valore neutro; si riferisce perci soltanto a cose e corrisponde a (tutto) quello che, (tutto) ci che: Far quanto chiedi. = (tutto) quello che... C molto di vero in quanto dici. = ...in (tutto) ci che... 4. Chiunque = chi, ognuno che, tutti quelli che, tutte le persone che: Dar il mio aiuto a chiunque ne abbia bisogno. = a tutti quelli che ne abbiano bisogno Posizione del pronome relativo Normalmente il pronome relativo si trova subito dopo il suo antecedente: In quella libreria ho trovato il libro di cui mi avevi parlato. Accordo del pronome relativo Il pronome relativo ha lo stesso genere e lo stesso numero dellantecedente, ma questa concordanza evidente solo quando si usano le forme variabili: Non conosco una donna alla quale non piacciano i fiori. Con le forme invariabili la concordanza non evidente: Non conosco una donna a cui non piacciano i fiori. Pronomi e aggettivi possessivi E un aggettivo se accompagna un nome: Non trovo pi la mia penna. e un pronome se lo sostituisce: Puoi prestarmi la tua? In ogni caso hanno forme distinte; soltanto la terza persona plurale loro invariabile. Mio, tuo, suo hanno al plurale maschile le forme miei, tuoi, suoi. maschile 1 singolare
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femminile singolare (la) mia plurale (le) mie

singolare (il) mio

plurale (i) miei

2 singolare 3 singolare 1 plurale 2 plurale 3 plurale

(il) tuo (i) tuoi (il) suo (i) suoi (il) nostro (i) nostri (il) vostro (i) vostri (il) loro (i) loro

(la) tua (la) sua (la) nostra (la) vostra (la) loro

(le) tue (le) sue (le) nostre (le) vostre (le) loro

Gli aggettivi possessivi indicano la persona cui appartiene una determinata cosa, hanno quindi una duplice funzione: da un lato specificano loggetto posseduto, dallaltro precisano la persona del possessore. Laggettivo possessivo concorda in genere e in numero con il nome cui si riferisce, non con la persona del possessore: la nostra casa, il vostro appartamento; le mie matite, i suoi giocattoli. Soltanto nella terza persona plurale si deve tenere conto del possessore oltre che della cosa posseduta: bisogna usare: suoi per il maschile, sue per il femminile, quando il possessore uno solo: Carlo mi ha mostrato i suoi terreni e le sue case. loro quando i possessori sono due o pi: Carlo e Luca mi hanno mostrato i loro terreni e le loro case. Il gruppo dei possessivi completato da: proprio, variabile, pu sostituire suo, loro, solo quando si riferisce al soggetto della frase: Il ragazzo ha fatto il proprio dovere. I ragazzi hanno fatto il proprio dovere. obbligatorio nelle costruzioni impersonali: Conoscere le proprie responsabilit un dovere di tutti. quando il soggetto indefinito: Ciascuno artefice del proprio destino. pu rafforzare laggettivo possessivo: Si rovinato con le sue proprie mani. altrui, invariabile, significa di un altro, di altri; solitamente viene posto dopo il nome: Bisogna difendere i diritti altrui. Funzioni Il possessivo ha doppia funzione: attraverso la radice, una parte fissa, indica il possessore: il tuo diario = il possessore del diario sei
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tu, mentre attraverso la desinenza, che cambia nel genere e nel numero, indica il posseduto, loggetto posseduto il diario, maschile singolare come tuo. Ma in molti casi i possessivi esprimono rapporti non di possesso ma daltro genere: di parentela: mio padre, suo fratello; di amicizia: i miei amici; di lavoro, di affari, di clientela: il nostro direttore, il suo avvocato; di abitudine: il tuo caff; di creazione di un oggetto: il mio disegno. Valori dellaggettivo possessivo Equivale a un complemento di specificazione. Per questo nella terza persona singolare e plurale pu essere sostituito dalla particella pronominale ne, che significa di lui/lei/loro: Appena lo conobbi divenni suo amico. = ... ne divenni amico Da molto tempo non ho loro notizie. = ... non ne ho notizie Laggettivo possessivo pu avere valore: soggettivo: Attendono il mio arrivo. = ... che io arrivi; oggettivo: Fallo per amor mio! = ... perch ami me. Posizione dellaggettivo possessivo rispetto al nome Generalmente laggettivo possessivo precede il nome cui si riferisce: il mio libro, la tua bambola; i suoi libri, le vostre bambole. Lo pu anche seguire, ma il rapporto di possesso o daltro genere viene espresso con unenfasi, e si noti la mancanza dellarticolo: nelle frasi vocative ed esclamative: Signore mie, cos non va! Figlio mio! quando gli si vuole conferire un particolare rilievo: il fratello mio; quando si vuole accentuare lidea di possesso: Questa casa mia. in varie locuzioni con preposizione: di testa mia, per colpa sua. Uso dellarticolo col possessivo Laggettivo possessivo quasi sempre preceduto dallarticolo o dalla preposizione articolata: Ho parlato con il tuo professore / con un tuo professore. Il pronome possessivo sempre preceduto dallarticolo o dalla preposizione articolata: Tu che pensi delle nostre madri? Secondo me, la tua pi buona della mia.
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In particolare, larticolo o la preposizione articolata mancano: 1. obbligatoriamente, se laggettivo possessivo accompagna i nomi di parentela padre, madre, figlio, figlia, fratello, sorella, marito, moglie al singolare: mio padre, tua moglie, nostro figlio, vostra figlia; 2. preferibilmente, se laggettivo possessivo accompagna gli altri nomi di parentela sempre al singolare: mia zia, tuo zio, vostro nipote. Questa norma non si applica al possessivo di 3 persona, loro, che preceduto dallarticolo qualunque nome di parentela accompagni: il loro padre, la loro madre, i loro figli. I pronomi possessivi sono formalmente identici agli aggettivi possessivi. Essi possono anche essere usati con valore sostantivale: il mio, il tuo, il suo significano ci che mi/ti/gli appartiene o mi/ti/gli spetta: A ciascuno il suo. i miei, i tuoi, i suoi indicano i genitori, i familiari, i parenti: Vivo con i miei. Salutami i tuoi! la mia, la tua, la sua sottintendono lettera, nello stile epistolare e nel linguaggio commerciale: Rispondo con un po di ritardo alla tua. Con riferimento alla vostra del 3 agosto...; dalla mia, dalla tua, dalla sua sottintendono parte con i verbi essere, stare, avere, tenere, schierare: Anche lui ora dalla mia. una delle mie, una delle tue, una delle sue sottintendono malefatte, sciocchezze con fare, combinare, dire, essere: Ne ho fatta una delle mie. la mia, la tua, la sua sottintendono opinione con dire: Anchio ho diritto di dire la mia. alla mia, alla tua, alla sua sottintendono salute nei brindisi: Alla tua! stare sulle sue = non dare confidenza: E un tipo che sta sempre sulle sue. I pronomi possessivi possiedono un antecedente, che pu essere: anaforico: Lautomobile di Carlo decapottabile, la mia no. cataforico, pi raramente: Il suo stato veramente un pensiero molto gentile. Pronomi e aggettivi dimostrativi E un aggettivo se accompagna un nome:
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Non mi piace questa giacca. e un pronome se lo sostituisce: Preferisco quella laggi in fondo. E comunque una parola che indica la posizione di qualcuno o di qualcosa, che pu essere vicino o lontano rispetto a chi parla, sia nello spazio, come nei due esempi precedenti, sia nel tempo: Questo Natale sono solo; molto meglio quel Natale di tanti anni fa quando eravamo tutti insieme. La principale funzione dellaggettivo dimostrativo quella di mostrare e questa sua funzione chiamata funzione deittica. La funzione dellaggettivo dimostrativo molto simile a quella dellarticolo determinativo e per questo motivo i membri delle due classi occupano la medesima posizione nel sintagma nominale, precedono il nome, e sono in distribuzione complementare, cio la presenza delluno esclude la presenza dellaltro: il cane / questo, quel cane e non *il questo/*il quel cane. Forme I principali aggettivi e pronomi dimostrativi sono: 1. questo, questa, questi, queste indica qualcuno o qualcosa vicino a chi parla: Questa bambina cresce a vista docchio. (vicinanza nello spazio) Questo pomeriggio vado a teatro. (vicinanza nel tempo) Questa mia moglie. al singolare si pu elidere davanti a vocale: questanno, questisola; al plurale non si elide mai: questi anni, queste isole; questa diventa sta in alcuni composti: stamattina, stamani (stamane), stasera, stanotte, stavolta. 2. quello, quella, quelli, quelle indica qualcuno o qualcosa lontano da chi parla: Conosci quel signore? (lontananza nello spazio) Quellanno il raccolto fu abbondantissimo. (lontananza nel tempo) Vedi quella? E la nuova professoressa dinglese.

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al maschile presenta forme diverse a seconda di come inizia il sostantivo, comportandosi analogamente allarticolo determinativo il/lo, i/gli: quel cavallo, quello scolaro; quei cavalli, quegli scolari; al singolare si elide davanti a vocale: quellindividuo, quellenciclopedia; al plurale femminile non si elide mai: quelle enciclopedie. 3, 4. stesso, stessa, stessi, stesse e medesimo, medesima, medesimi, medesime indicano qualcuno o qualcosa gi visto o di cui si gi parlato o comune a pi persone o cose: Abbiamo lo stesso professore di francese. Hanno accusato due persone diverse del medesimo delitto. A protestare stato lo stesso dellanno scorso. possono avere anche valore rafforzativo, e in tal caso si pongono dopo il termine cui si riferiscono: Il suo valore riconosciuto dagli avversari stessi. Il presidente medesimo si congratul con loro. Altri dimostrativi, molto meno usati dei precedenti, sono: 5. codesto, codesta, codesti, codeste, aggettivo e pronome, adoperato solo in Toscana e nellitaliano burocratico per indicare qualcuno o qualcosa lontano da chi parla o scrive e vicino a chi ascolta o legge: Ci si rivolge a codesto spettabile Ufficio appunto perch molto noto. Codesta una scusa bella e buona. Questo e quello possono essere rafforzati dagli avverbi di luogo qui, qua (questo), l, l (quello), che si mettono dopo il sostantivo cui laggettivo si riferisce: Prendi questa sedia qua. Quel palazzo l va restaurato. Sono due automobili molto belle: non so se comprare questa qui o quella l. I pronomi questo, quello, codesto e stesso usati al maschile singolare, possono assumere valore neutro, e allora equivalgono a questa/quella/codesta cosa, la stessa cosa: Questo mi dispiace. Ricorda quello (quel) che ti ho detto. Fai come vuoi, per me lo stesso. = fa lo stesso
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6, 7, 8. tale, tali, simile, simili e siffatto, siffatta, siffatti, siffatte si usano solo come aggettivi e solo nellitaliano scritto e formale con lo stesso significato di questo: Dette tali parole se ne and. Si discute molto di guerra e di violenza, ma le parole non bastano per risolvere simili problemi. Siffatte questioni richiedono un esame approfondito. Tale, come pronome dimostrativo, equivale a quella persona: Lui il tale che ti cercava. Preceduto da come, in quanto, per, ha valore di pronome anaforico: La bandiera il simbolo stesso della patria, e come tale va rispettata. Altri pronomi dimostrativi non possono mai avere funzione di aggettivi: 9. ci invariabile, ha soltanto valore neutro e equivale a questa/quella cosa, la cosa. Pu essere usato in funzione sia di soggetto sia di complemento: Ci giusto. Ci che hai detto non mi convince affatto. Di ci parleremo domani. Con valore di complemento spesso intercambiabile con le forme pronominali atone: Non sapevo ci. = Non lo sapevo. Non credo a ci. = Non ci credo. Cosa guadagni da ci? = Cosa ci guadagni? Discutemmo a lungo di ci. = Ne discutemmo a lungo. Deduco da ci che non siete stati attenti. = Ne deduco che non siete stati attenti. In tutti questi casi la scelta tra ci e la particella pronominale dipende solo da ragioni stilistiche; luso di ci meno comune anche se talvolta serve a dare maggiore rilievo, soprattutto nella lingua scritta. 10. questi si usa solo come pronome soggetto al maschile singolare e significa questa persona: Abbiamo appena incontrato il portavoce del governo. Questi ha risposto a tutte le domande dei giornalisti.
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11. costui, costei, costoro si adopera sia come pronome soggetto sia come pronome complemento e significa questa persona, queste persone, generalmente con una sfumatura spregiativa, che indica distacco nei confronti della persona o delle persone indicate: Non so proprio chi siano costoro. Va detto per che limpiego molto limitato. 12. quegli si usa solo come pronome soggetto al maschile singolare e significa quella persona: Chiese qualcosa allamico. Quegli non rispose. Oggi questi e ancora pi quegli sono generalmente sentiti come letterari; si preferisce sostituirli con questo, quello. 13. colui, colei, coloro si adopera sia come pronome soggetto sia come pronome complemento e significa quella persona, quelle persone: Non parlarmi di coloro. Luso pi frequente in unione con il pronome relativo che o il quale: Ricordati di coloro che ti hanno fatto del bene. Colui che e colei che sono spesso sostituiti da chi: Fidati di chi ha pi esperienza di te. Pronomi e aggettivi indefiniti Sono quelle parole, diverse per usi e significati, che hanno in comune la caratteristica di accompagnare, se sono aggettivi, o di sostituire, se sono pronomi, un nome senza precisarne la quantit o il numero: Ho bevuto molto vino. Ho vari amici. oppure la qualit: Comprer un vestito qualunque. o ancora lidentit: Ho conosciuto un tale. Forme Gli indefiniti vengono distinti in quattro gruppi: singolativi collettivi negativi
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quantitativi Indefiniti singolativi Gli indefiniti singolativi considerano il nome che accompagnano o sostituiscono come ununit, qualcosa di singolo: Qualcuno mi ha preceduto. = una o pi persone singole aggettivi qualche aggettivi e pronomi pronomi alcuno, -a, -i, -e qualcuno, -a certo, -a, -i, -e qualcosa tale, -i uno, una taluno, -a, -i, -e altro, -a, -i, -e 1. qualche invariabile, si riferisce a nomi singolari, maschili o femminili, e significa uno o pi duno, una certa quantit (o numero) di: Marco arriver fra qualche minuto. pu significare un certo: E unopera di qualche rilievo. qualsiasi: Un qualche rimedio si dovr pur trovare. 2, 3. I pronomi corrispondenti a qualche sono: qualcuno, qualcuna si usa esclusivamente al singolare e pu significare qualche persona o qualche cosa: Quante belle camicie! Ne comprer qualcuna. pu indicare anche una sola persona: Qualcuno ha bussato alla porta. pu essere usato come sostantivo, nel senso di persona importante: Nel suo campo qualcuno. qualcosa la forma contratta di qualche cosa, serve a indicare una o alcune cose e si accorda al maschile: Vorrei qualcosa da bere. E accaduto qualcosa? usato con valore sostantivale, equivale a un (certo) non so che: C un qualcosa che non mi convince nel suo comportamento. 4. uno, una significa una persona e si adopera o per indicare una persona che non si conosce: E venuto uno a cercarti. Ho incontrato una e le ho chiesto un passaggio.
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o per indicare un soggetto generico e imprecisato, dunque acquista valore impersonale, e in questo caso seguito da un verbo alla 3 persona singolare: Certe volte uno non sa (= non si sa) come comportarsi. Uno si accorge (= ci si accorge) troppo tardi dei propri errori. In correlazione con il pronome altro, pu indicare sia persona sia cosa e ammette anche il plurale, sempre preceduto dallarticolo determinativo: Scegli o luno o laltro. Gli uni dicono di s, gli altri di no. La locuzione lun laltro esprime reciprocit: Si amavano lun laltro. Questo pronome ha valore distributivo ad uno ad uno/ ad una ad una: Perse ad una ad una tutte le sue illusioni. La forma una si ritrova in frasi ellittiche: Te ne voglio raccontare una. (= storiella, barzelletta ecc.) Non me ne va bene una. (= impresa, iniziativa, azione ecc.) Uno aggettivo nellespressione luno e laltro + sostantivo: Mi interessavano luno e laltro lavoro. (= entrambi i lavori) 5. alcuno, alcuna si adopera al singolare solo nelle frasi negative, come equivalente pi elevato di nessuno, nessuna: Lei non ha alcuna prova contro di me. (= nessuna) subisce il troncamento e lelisione: alcun aiuto, alcunimportanza o alcuna importanza; nelle frasi positive sostituito da qualche: Mi occorre qualche foglio. alcuni, alcune, al plurale, pu sostituire qualche e qualcuno, con passaggio dal plurale al singolare: Lho incontrato alcuni giorni fa. = qualche giorno fa Ci sono alcuni che la cercano. = C qualcuno che la cerca. Il pronome ha entrambi i generi e i numeri, ma al singolare viene usato solo nelle frasi negative: Non si vede alcuno. = Non si vede nessuno. Alcuni sono daccordo, altri no. 6. certo, certa, certi, certe: a) come aggettivo, equivale a qualche, ma solo se precede il nome a cui si riferisce; di solito accompagnato dallarticolo indeterminativo un:
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Il libro avr un certo successo. = qualche successo se invece segue il nome, un aggettivo qualificativo e significa sicuro: Il libro avr un successo certo. = un successo sicuro sinonimo di tale: un certo impiegato Rossi; equivale a alcuni, alcune, qualche: Esco con certi amici. corrisponde a simile, siffatto: Certi sbagli sono inammissibili. b) come pronome, si usa solo al plurale, quasi sempre al maschile, ed equivale ad alcuni: Ci sono certi che se ne approfittano. (= alcuni) 7. tale, tali varia solo nel numero, non nel genere, e pu alludere a unindeterminatezza: parziale, se preceduto dallarticolo determinativo o dal pronome dimostrativo quel, quella, quei, quelle: Ti ha cercato quel (il) tale (Di Vito). = conosco la persona totale, se preceduto dallarticolo indeterminativo un, una, o dalle forme plurali dei, delle: Ti ha cercato un tale (Di Vito). = non conosco la persona ha valore limitativo nella locuzione un tal quale: Ha mostrato un tal quale interesse. equivale a simile, siffatto: Una tale insolenza non pu essere tollerata. esprime identit in correlazione con quale o con se stesso: E tale (e) quale il padre. Tale la moglie, tale il marito. introduce una proposizione consecutiva: Si preso un tale spavento che ancora trema tutto. pu avere funzione dimostrativa. Il pronome tale, preceduto dallarticolo indeterminativo, equivale a una certa persona, un tizio, uno: C un tale che chiede di te. Preceduto da quello, indica una persona gi nominata o comunque nota: E tornato quel tale di ieri a cercarti. Il/la tal dei tali indica una persona di cui si conoscono nome e cognome ma che non si vuole menzionare: Mi disse tutto di s: che era la tal dei tali, che abitava nel tal posto... 8. altro, altra, altri, altre indica una quantit aggiunta ma imprecisata: Occorre altro sale. talora esprime lidea di nuovo: Ho comprato unaltra automobile.
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spesso indica la differenza, la diversit: Erano altri tempi. si unisce spesso, con funzione rafforzativa, ai pronomi personali di prima e seconda persona plurale: noi altri, voi altri o noialtri, voialtri. Il pronome altro significa altra persona: Se non lo farai tu, lo far un altro. usato al maschile singolare e senza articolo, acquista valore neutro ed equivale a altra cosa, altre cose: Desidera altro? Il pronome altri si adopera soltanto al maschile singolare e significa unaltra persona, qualcun altro, ma il suo uso molto ridotto, quasi esclusivamente letterario: Non io, altri afferma questo.

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Indefiniti collettivi Gli indefiniti collettivi alludono alla totalit di persone o cose indicate dal nome che accompagnano o sostituiscono: Ogni camera ha laria condizionata. aggettivi qualunque qualsiasi ogni aggettivi e pronomi ciascuno, -a tutto, -a, -i, -e pronomi chiunque ognuno, -a

1, 2. qualunque e qualsiasi sono invariabili: se precedono il nome a cui si riferiscono, significano tutti i possibili, tutte le possibili: Comprer qualunque / qualsiasi cosa. = tutte le cose possibili se seguono il nome a cui si riferiscono, significano il primo che capita, la prima che capita: Comprer una cosa qualunque. = la prima cosa che capita Qualunque pu essere preceduto dallarticolo indeterminativo: Una qualunque risposta bisogner pur dargliela. ma pu anche seguire il sostantivo, talvolta con senso spregiativo: Passami un giornale qualunque. E un uomo qualunque. Qualsiasi si riferisce di solito a un sostantivo singolare: Sono a tua disposizione in qualsiasi momento. Quando si riferisce a un plurale si mette dopo il nome: Sono piatti di porcellana, non piatti qualsiasi. Possono anche includere nel significato un pronome relativo e formare in questo modo una frase relativa col verbo allindicativo o al congiuntivo: Comprer qualunque / qualsiasi cosa tu mi chiederai. Comprer qualunque / qualsiasi cosa tu mi chieda. = tutte le cose che... Il pronome corrispondente chiunque e significa qualunque persona, tutte le persone che, tutti quelli/tutte quelle che: Chiunque vorrebbe essere al tuo posto. = qualunque persona Pu essere usato, nella forma invariabile del singolare, tanto al maschile quanto al femminile: Chiunque lo desideri pu rivolgersi allufficio reclami. = tutti quelli / tutte quelle che lo desiderano possono... Chiunque di noi sarebbe contenta di aiutarlo.
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Talvolta pu avere contemporaneamente valore di pronome indefinito e di pronome relativo; in questo caso equivale a qualunque persona che: Chiunque afferma questo un bugiardo. 3. ogni invariabile e pu significare: a. tutti, tutte in relazione al numero: Ogni camera ha laria condizionata. b. qualsiasi: E al di sopra di ogni sospetto. c. tutti i / tutte le possibili: Ti aiuter in ogni modo. = in tutti i modi possibili pu avere valore distributivo: Ogni tre mesi devi fare una visita di controllo. Il pronome corrispondente ognuno, ognuna e significa tutti, tutte in relazione al numero: Ognuno fa come vuole. = tutti / tutte fanno come vogliono 4. ciascuno, ciascuna non ha il plurale; ha lo stesso significato di ognuno, ognuna e pu essere sia aggettivo: Invieremo un omaggio a ciascun cliente. sia pronome: Invieremo un omaggio a ciascuno. al maschile subisce il troncamento davanti a consonante o a vocale: ciascun cittadino, ciascun uomo; al femminile si pu elidere davanti a vocale: ciascunamica. Il pronome ciascuno si usa soltanto al singolare: Ciascuno pu esprimere il proprio pensiero. Ciascuna delle candidate ha superato lesame. 5. tutto, tutta, tutti, tutte allude a una totalit: a. quando aggettivo singolare, indica una quantit totale e significa tutto quanto, tutta quanta: Ho mangiato tutta la torta. = tutta quanta la torta si costruisce con larticolo determinativo o laggettivo dimostrativo inserito fra laggettivo e il nome: Ho girato tutto il mondo. Chi ti ha dato tutte queste notizie? spesso rafforzato con quanto: Si bevuto da solo tutta quanta la bottiglia di vino. si lega direttamente al sostantivo in alcune espressioni: di tutto cuore, a tutta velocit; ai nomi propri di luogo o di persona: Lho cercato per tutta Roma. Conosce alla perfezione tutto Dante.
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si unisce ai numerali cardinali, da due in poi, per mezzo della congiunzione e: tutti e tre, tutte e tre; b. quando aggettivo plurale, indica un numero totale e significa ogni: Ho mangiato tutte le torte. = il numero totale delle torte c. quando pronome singolare, indica una totalit di cose: Ho rotto tutto. d. quando pronome plurale, indica una totalit di persone: Alla stazione cerano tutti. Indefiniti negativi Gli indefiniti negativi hanno la funzione di rafforzare una negazione, negando totalmente un dato senza precisarlo. 1. nessuno, nessuna si adopera solo al singolare, significa non uno/una, nemmeno uno/ una e pu essere sia aggettivo: Non ho visto nessuna casa. sia pronome: Non mi ha visto nessuno. al maschile subisce il troncamento davanti a consonante o a vocale: nessun pericolo, nessun uomo; al femminile si pu elidere davanti a vocale: nessunamica. Si adopera anche in frasi che hanno gi unaltra negazione; in questo caso sempre posto dopo il verbo: Non c pi nessun dubbio. Nelle proposizioni interrogative dirette e in quelle indirette introdotte dalla congiunzione se, assume valore positivo ed equivale a qualche: C nessuna notizia per me? 2, 3. niente e nulla sono solo pronomi, negativi e con valore neutro, sono invariabili, si accordano al maschile e significano nessuna cosa: Non mi diverte niente. (=nulla). Come risulta dagli esempi, se lindefinito negativo segue il verbo, questultimo preceduto dalla negazione non / n; se invece lindefinito negativo precede il verbo, la negazione manca: Nessuno mi ha visto. Niente mi diverte.
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Nelle proposizioni interrogative dirette e in quelle indirette introdotte dalla congiunzione se, assumono il significato positivo di qualcosa: Vuoi niente? Domandagli se gli serve niente. Preceduti dallarticolo si usano come sostantivi: Dio ha creato il mondo dal niente. Possono inoltre avere funzione di avverbio: Non me ne importa niente. Niente ha valore aggettivale in frasi ellittiche: Niente paura! (= nessuna paura!) Indefiniti quantitativi Gli indefiniti quantitativi indicano una quantit o un numero senza precisarli e possono essere sia aggettivi sia pronomi. 1. poco, poca, pochi, poche indica una quantit scarsa: Mancano pochi minuti alla partenza. 2. alquanto, alquanta, alquanti, alquante indica una quantit discreta: Cerano alquante persone. (pi comunemente, parecchie) 3. parecchio, parecchia, parecchi, parecchie indica una quantit rilevante, ma inferiore rispetto a molto: Si tratterr da noi parecchi giorni. 4. molto, molta, molti, molte indica una quantit notevole, in opposizione a poco: Ci siamo incontrati dopo molti anni. Molto e poco non richiedono larticolo: molti soldati, pochi soldi. In presenza dellarticolo determinativo assumono rispettivamente il significato di molto / poco numeroso: Il poco denaro che guadagna lo spende per comprare libri. 5. tanto, tanta, tanti, tante indica una grande quantit: Abbiamo sprecato tanto tempo. in correlazione con che o da introduce una proposizione consecutiva: Ha tanta volont che riesce / da riuscire in tutto. in correlazione con quanto o con se stesso stabilisce una comparazione di uguaglianza:
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Cerano tanti posti quanti erano gli invitati. Tanto denaro guadagna, tanto ne spende. 6. troppo, troppa, troppi, troppe indica eccesso: Fa troppo caldo. 7. altettanto, altettanta, altrettanti, altrettante esprime uguaglianza nella quantit: Domani dovr fare altrettanti compiti. = tanti compiti quanto oggi Quasi tutte queste parole esprimono una gradazione che aumenta progressivamente:
meno del normale ho poco appetito un po pi del normale ho alquanto appetito pi del normale molto pi del normale oltre il limite accettabile ho troppo appetito

ho parecchio ho molto / tanto appetito appetito

Pronomi e aggettivi interrogativi E un aggettivo se accompagna un nome: Quale dolce preferisci? e un pronome se lo sostituisce: Quale preferisci? E comunque una parola che si usa per fare una domanda o esprimere un dubbio in relazione a tre categorie fondamentali: 1. la qualit o il tipo: Quali intenzioni hai? 2. la quantit: Quanti dolci vuoi? Quanti ne vuoi? 3. lidentit: Che cosa sono? Sono dolci. In quale citt ti hanno trasferito? Forme pronome pronome aggettivo e pronome aggettivo e pronome aggettivo e pronome
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singolare plurale maschile femminile maschile femminile chi che cosa / cosa che quale quanto quale quanta quali quanti quali quante

1. chi invariabile ed un pronome che interroga sullidentit di una persona: Con chi parli? Con Francesco. Vale per il maschile e il femminile, per il singolare e il plurale: Chi stata? Chi siete? Occupa la posizione preverbale sia quando soggetto sia quando complemento oggetto: Chi sono quelle signore? Chi chiami? Pu essere usato tanto nelle proposizioni interrogative dirette quanto in quelle indirette: Con chi esci? Dimmi chi preferisci dei due. La mancanza di forme distinte per il pronome soggetto e complemento pu dar luogo a frasi ambigue: Chi ha salutato Giovanni? pu essere interpretata in due modi: Qualcuno ha salutato Giovanni. (chi = soggetto) Solo in questo caso abbiamo a disposizione una costruzione sintattica, la dislocazione a destra del complemento oggetto: Chi lha salutato, Giovanni? Giovanni ha salutato qualcuno. (chi = complemento oggetto) 2. che cosa o cosa invariabile ed un pronome che interroga sullidentit di una cosa: Cosa cerchi? Cerco le forbici. 3. che, aggettivo, invariabile, equivale a quale, rispetto a cui di uso pi comune nella lingua parlata: Che lavoro fai? Che novit ci sono? che, pronome, invariabile, si riferisce soltanto a cose; ha perci valore neutro ed equivale a qualche cosa, (che) cosa: Che successo? pu essere tanto soggetto quanto complemento: Che vuoi? A che pensi? pu essere usato sia nelle proposizioni interrogative dirette sia in quelle indirette: Di che ti preoccupi? Mi domando che motivo hai per trattarci cos.
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4. quale, quali, aggettivo, variabile solo nel numero; al singolare pu subire il troncamento: Qual la tua opinione? Qual buon vento ti porta? quale, pronome, invariabile nel genere, possiede sia il singolare sia il plurale e si riferisce tanto a persone quanto a cose: Quale dei tuoi amici ti pi simpatico? Di questi libri quali preferisci? pu essere usato sia nelle proposizioni interrogative dirette sia in quelle indirette: Dimmi a quali conclusioni sei giunto. 5. quanto, quanta, quanti, quante, aggettivo, variabile nel genere e nel numero, serve per chiedere la quantit: Quanta pasta vuoi? Quanti anni hai? quanto, pronome, variabile nel genere e nel numero, viene usato con riferimento sia a persone sia a cose: Quanto mancher alla partenza? Quanti hanno aderito alla vostra proposta? pu essere usato sia nelle proposizioni interrogative dirette sia in quelle indirette: Gli chiesi quanti figli avesse. Possono essere sia aggettivi sia pronomi: che e quale interrogano sulla qualit e sullidentit di una persona: Che uomo sei? Quali cantanti ti piacciono? Quali ti piacciono? o di una cosa: Che / quale libro leggi? Che / quale leggi? quanto interroga sulla quantit: Quanto gelato vuoi? Quanto ne vuoi? o sul numero: Quanti amici hai invitato? Quanti ne hai invitati? Questi pronomi e aggettivi interrogativi possono avere anche funzione esclamativa.
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Pronomi e aggettivi esclamativi E un aggettivo se accompagna un nome: Quanti amici hai! e un pronome se lo sostituisce: Quanti ne hai! E comunque una parola che si usa per fare unesclamazione in relazione a tre categorie fondamentali: 1. la qualit: Che vino! 2. la quantit: Quante belle cose ho visto! 3. lidentit: Chi si rivede! Forme Le forme dei pronomi e degli aggettivi esclamativi coincidono con quelle dei pronomi e degli aggettivi interrogativi.
singolare maschile femminile pronome pronome aggettivo e pronome aggettivo e pronome quanto aggettivo quale quanta quale plurale maschile femminile esempi Chi si rivede! (Che) cosa mi tocca vedere! Che corsa ho fatto! Che ho fatto! quante quali Quante cose hai! Quante ne hai! Quali sciocchezze devo sentire!

chi che cosa / cosa che quanti quali

Esercizi 1. Volgi al singolare o al plurale le seguenti strutture: la sua voce, i miei desideri, tua sorella, le vostre preghiere, i tuoi colleghi, i suoi compiti, il suo giornale, i nostri amici, i tuoi occhi, il vostro arrivo. 2. Completa con il possessivo adatto: Abbiamo capito il ... errore e ne siamo pentiti. Ognuno di voi responsabile del ... comportamento. Conosco la ... abnegazione e so
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che farai di tutto per aiutarlo. Li conosco e credo che difficilmente si possa dubitare della ... onest. Mario disse alla mamma di essere preoccupato per la ... salute. I tuoi genitori ti vogliono bene: segui i ... consigli. Questo dolce stato preparato da Monica con le ... mani. Bisogna rispettare le idee ... . Durante le vacanze Alessio andr a trovare i ... nonni. Paolo e Luca vanno male a scuola e il ... padre ha deciso di non farli partecipare alla gita. 3. Inserisci laggettivo dimostrativo opportuno: Vedi _____edicola in fondo alla via principale? Devi ammettere che _____ tua opinione, espressa due minuti fa, insostenibile. Dove andrai in vacanza _____estate? I turisti non pensavano che _____ castello lass fosse ancora abitato. Vuoi uscire con _____ pioggia? Ieri sera ho visto in televisione _____ film di cui mi avevi parlato. Non ricordo il nome di _____ ragazzo che mi hai presentato alla tua festa. 4. Nelle seguenti frasi inserisci uno di questi aggettivi indefiniti, qualche, qualsiasi, qualunque, ciascuno, alcuno, nessuno: Mancano ancora ... giorni alle vacanze. ... sia il tuo parere, dimmelo ugualmente! Verr a trovarti fra ... settimana. Non mi occorre ... aiuto. Oggi non un giorno ...: il nostro anniversario. Puoi telefonarmi a ... ora. Ho portato un regalo per ... bambino. Consegner un premio a ... di voi. Vediamoci domani! Non ho ... altro impegno. 5. Scrivi laggettivo interrogativo pi adatto: Non riesco a immaginare _____ decisione prenderai. _____ colore ti piace di pi? _____ denaro vi occorre per terminare i lavori? Fammi sapere _____ motivi hai per non andarci. A _____ agenzia ti sei rivolto? Dimmi a _____ domanda non hai saputo rispondere. A _____ ora pensi di arrivare? _____ minuti mancano alla partenza? 6. Introduci un opportuno aggettivo esclamativo: _____ noia questo film! _____ frutta! Dove la metteremo? _____ pazienza ci vuole con te! In _____ situazione ti sei cacciato! Non sar facile uscirne. _____ biancheria da stirare! Ne avr per almeno due ore.
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7. Inserisci il pronome possessivo conveniente: Hai detto _____, ora ascolta gli altri. Voi prenderete la vostra strada, noi _____. Potete usare i nostri libri dal momento che avete dimenticato _____. Scommetto che ne dir una delle _____. Passer le vacanze con _____. Non devi considerare gli oggetti altrui come se fossero _____. Non mi fido delle vostre promesse e neppure delle _____. 8. Sostituisci il pronome dimostrativo ci con una delle forme pronominali atone lo, ci, vi, ne: Dicono la verit, sono certo di ci. Non potevo credere a ci. Sapevi benissimo ci, ma hai preferito non parlarmi di ci. Avrei potuto nascondermi, ma a ci non ho pensato. Ho parlato di ci con mio padre. Dovrete prendervi la responsabilit di ci. Questa azione veramente deplorevole: possibile che tu abbia fatto ci? Ho pensato a ci, ma sono ben deciso a proseguire per la mia strada. 9. Individua i possibili errori e correggili opportunamente: Ha telefonato questo tuo amico, dicendo che vuole incontrarti presto. E costei dove le hai conosciute? La mia moto non veloce quanto questa di Mario. Non dimenticarti di quelli che hanno bisogno di te. Vorrei che tu frequentassi dei ragazzi in gamba, non quegli con cui ti ho visto ieri. Non essere troppo severo con coloro che hanno sbagliato. Questa frutta poca; vai a prendere quella che tieni sul terrazzo. Fabio molto cambiato e non sembra pi questo di prima. Colei che indovineranno la risposta avranno un premio. La nostra casa queste che vedete in cima alla collina. 10. Individua gli eventuali errori e correggili opportunamente: Ti ho gi detto tutto, non so altri. Devi renderti conto che anche gli altri hanno le loro esigenze. In casa non c niente da mangiare? Ogni di voi dovr trovarsi nel luogo gi stabilito. Non ti preoccupare per me, non ho bisogno di niente. Ognuno daranno il proprio contributo. Nessuno non ascolti le sue chiacchiere inutili. Alla mia festa di compleanno ho invitato solo qualcuni dei miei amici. Non conosco altro che possa sostituirti. Nessuni non getti carte per terra. 11. Completa con i pronomi interrogativi adatti: Di _____ la moto parcheggiata in cortile? Non so dirti _____ far stasera. Vorrei sapere _____ ho fatto per meritare un simile
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affronto? Dimmi di _____ si tratta? Non so a _____ tu stia telefonando. _____ vorresti fare ora? Vorrei regalarti uno di questi libri: _____ preferisci? 12. Inserisci lopportuno pronome personale soggetto: Questanno le vacanze le scegliamo ..., perch lanno scorso non ci siamo affatto divertiti. ... uno che si trova bene ovunque! Se decidessi ..., farei delle scelte ben diverse dalle tue. Anche ... avete aderito alla mia proposta? Di solito mio fratello mi aiuta nei compiti: mancando ..., dovr cavarmela da solo. So che ... e tuo fratello avete vinto il torneo da tennis. ... siamo venuti a chiamarvi, ma ... eravate gi usciti. Se solo ... lo volessi, potresti superare molti ostacoli. Non siamo stati ... a scegliere. 13. Nei seguenti periodi inserisci gli opportuni pronomi personali soggetto o complemento: Che bel disegno! Lo hai fatto ...? Quel ragazzo ha ritrovato il nostro cane: ... daremo una ricompensa! La nostra proposta non ... ha convinti; sono ancora molto diffidenti. Dimmi che cosa pensi di quellarticolo: ... ha interessato? E bene che ... riprenda il filo del discorso da dove lhai lasciato. Linsegnante di matematica ha parlato con mia madre e ... ha detto che vado benissimo. Vieni anche ... in palestra? Se ... incontro, ... saluto da parte tua. lei: 14. Trasforma le frasi passando dal tu al pronome allocutivo

Chi venuto con te? Mi fa sempre piacere rivederti. Entra prima tu! Se lo desideri, ti dar tutte le informazioni necessarie. Dammi unaltra possibilit! Se me lo permetti, ti dar qualche consiglio. Tu, mio caro, sei sempre molto gentile. Non ti fare troppe illusioni! 15. Inserisci il pronome relativo invariabile: Il treno ... viaggiamo porta tre ore di ritardo. A volte dico delle cose ... poi mi pento. Lorchestrina, ... era composta da suonatori dilettanti, riscosse molto successo. Questo lamico ... ti avevo parlato. Ti aiuter a rimediare a quello sbaglio ... hai commesso. Ci ... hai fatto per me davvero apprezzabile. Lautobus ... sono salito era molto affollato. I ragazzi ... era stato dato il premio festeggiavano la vittoria. Questa lora ... di solito vai a riposare. Elena e Luisa, ... conosci lintelligenza, sono molto apprezzate da mia madre.
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16. Individua i possibili errori e correggili opportunamente: La casa di Paolo che ti ho parlato molto grande. Ti mostrer la collezione di francobolli che mi dedico da alcuni anni. Le persone che si salvarono dal naufragio furono poche. Alla festa ho conosciuto molte ragazze che ho fatto amicizia. Qual la persona che sei pi affezionato? I rumori a cui ho sentito mi hanno spaventato. Il settimanale su cui sei abbonato ti arriva puntualmente a casa? Quello il medico che mi ci sono rivolto. Ecco lelenco degli invitati da cui mi hai chiesto. In quel cassetto troverai il materiale di cui hai bisogno. 17. Traduci in romeno: Erano passati molti giorni, le cose erano diventate diverse, luno e laltro sapevano che ormai non centravano pi le lumache, n lobbedienza dei figli o lautorit dei padri; che in tante cose logiche e sensate che si potevano dire, tutte sarebbero state fuori posto; eppure qualcosa dovevano pur dire. Date un bello spettacolo di voi! cominci il padre amaramente. E proprio degno di un gentiluomo! (Gli aveva dato il voi, come faceva nei rimproveri pi gravi, ma ora quelluso ebbe un senso di lontananza, di distacco). Un gentiluomo, signor padre, tale stando in terra come stando in cima agli alberi, rispose Cosimo, e subito aggiunse: Se si comporta rettamente. Una buona sentenza, ammise gravemente il Barone, quantunque ora poco, rubavate susine ad un fittavolo. Era vero. Mio fratello era preso in castagna. Cosa doveva rispondere? Fece un sorriso, ma non altero o cinico: un sorriso di timidezza, e arross. Anche il padre sorrise, un sorriso mesto, e chiss perch arross anche lui: Ora fate comunella con i peggiori bastardi ed accattoni disse poi. No, signor padre, io sto per conto mio e ognuno per il proprio, disse Cosimo, fermo. Vi invito a venire a terra, disse il Barone con voce pacata, quasi spenta, e a riprendere i doveri del vostro stato. Non intendo obbedirvi, signor padre, fece Cosimo, me ne duole.
(I. Calvino, Il barone rampante, Einaudi) 129

IL VERBO E il centro sintattico della frase, attorno al quale si organizzano i diversi elementi che la compongono. E una parola variabile che fornisce informazioni sul soggetto, indicando, a seconda dei casi: lazione che il soggetto compie o subisce: Giorgio lava i piatti. / I piatti sono lavati da Giorgio. lesistenza o lo stato del soggetto: C Giorgio in quella foto. il rapporto tra il soggetto e il nome del predicato: Giorgio un cameriere. Daltro canto, il verbo riceve dal soggetto le desinenze di persona e di numero e, in alcuni casi, di genere: Maria legge. Gli operai erano arrivati. La forma del verbo Ogni voce verbale si compone di una parte iniziale, la radice o morfema lessicale (dorm-iamo), che non cambia e informa sul significato del verbo e di una parte finale, la desinenza o morfema grammaticale (dorm-iamo), che fornisce vari tipi di informazioni. Le propriet del verbo: persona, tempo e modo 1. Il primo tipo di informazioni riguarda la persona: cambiando la desinenza, essa informa se il soggetto : chi parla: Io dormo poco. prima persona; chi ascolta: Tu dormi troppo. seconda persona; una terza persona (o cosa) singolare o plurale che non n chi parla n chi ascolta Lei non dorme. / Loro non dormono. una prima o una seconda persona plurale che sono il risultato di una somma: noi = io e altri; voi = tu e altri Noi dormiamo in questa camera, voi dormite in quellaltra. 2. Il secondo tipo di informazioni riguarda il tempo dellazione o situazione descritta dal verbo: Laereo parte. tempo presente;
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Laereo partir presto. tempo futuro; Laereo part in ritardo. tempo passato. 3. Il terzo tipo di informazioni riguarda il modo in cui presentata lazione o situazione descritta dal verbo. Essa pu essere presentata come: un dato certo: Vado al mare. modo indicativo; un dato possibile: E se andassimo al mare? modo congiuntivo; Se potessi, andrei volentieri al mare. modo condizionale un comando: Va a dormire! modo imperativo; un desiderio: Quanto mangerei volentieri un piatto di spaghetti! modo condizionale. Altre caratteristiche del verbo sono: la transitivit o intransitivit, secondo la quale il verbo possa avere o no un complemento oggetto; spesso un medesimo verbo pu essere usato transitivamente vivere lo sport o, con loggetto interno, vivere la vita, oppure intransitivamente vivere con i familiari; la forma attiva o passiva, secondo la quale lagente del verbo sia o no il soggetto della frase: Il bambino lancia un sasso. ( forma attiva, perch lagente del verbo il bambino, soggetto della frase) Un sasso lanciato dal bambino. ( forma passiva, perch lagente del verbo non il soggetto un sasso, ma il complemento dal bambino) laspetto, che fornisce indicazioni sulla durata, sul tipo di svolgimento, sul grado di compiutezza del processo espresso dal verbo: lazione durativa pu essere rappresentata, per il passato, con limperfetto leggevo; si pu inoltre esprimere con una perifrasi verbale sto / stavo uscendo; lazione momentanea pu essere rappresentata con: il presente leggo; il passato prossimo o remoto ho letto, lessi; il futuro legger; lazione ingressiva si pu esprimere con una perifrasi verbale sto per uscire, sono sul punto di uscire;
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lazione intermittente, cio lassenza di continuit, segnalata con certi suffissi: -icchiare canticchiare, dormicchiare; -erellare canterellare. Classificazione dei verbi Verbi predicativi e copulativi Secondo il loro significato e la loro funzione, i verbi vengono solitamente divisi in due grandi categorie. I verbi predicativi sono autonomi, hanno un significato compiuto e svolgono la funzione di predicato verbale studiare, dormire ecc. Piove. Laura corre. Quasi tutti i verbi sono predicativi. I verbi copulativi (ad esempio il verbo essere, la copula del predicato nominale) non sono autonomi, ma collegano il soggetto a un nome o a un aggettivo detto complemento predicativo. Verbi copulativi sono apparire, crescere, divenire, diventare, morire, nascere, rimanere, risultare, riuscire, sembrare, stare, vivere ecc. Il cielo diventa nuvoloso. Paolo non riesce simpatico. Federico non sta mai fermo. Verbi transitivi e intransitivi I verbi transitivi ammettono un complemento oggetto leggere: Marco legge un libro. In questa frase loggetto del leggere esplicitamente indicato, un libro. Non sempre per i verbi transitivi devono essere seguiti da un complemento oggetto: Marco legge. In questa nuova frase il verbo transitivo usato in forma assoluta, ma loggetto esiste anche se non espresso, in quanto lazione di leggere non si pu concepire se non in rapporto a qualcosa che sia oggetto della lettura. I verbi intransitivi non ammettono un complemento oggetto arrivare, camminare, uscire ecc. La bambina impallid. Siamo finalmente arrivati. Franca dorme. Io esco.
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Nel primo esempio il verbo impallidire indica uno stato, nei seguenti i verbi indicano unazione. Tutti questi verbi, come si pu facilmente osservare, non sono seguiti da un complemento, ma anche se il complemento ci fosse, servirebbe solo a precisare alcune circostanze dello stato o dellazione ma non potrebbe mai essere un complemento oggetto: La bambina impallid per lo spavento. Siamo finalmente arrivati a casa. Franca dorme tutto il pomeriggio. Io esco con i miei amici. Si noti inoltre la differenza tra: Franca dorme tutto il pomeriggio. e Franca mangia tutto il panino. In questultima frase si ha un verbo transitivo, mangia, seguito da un complemento oggetto, tutto il panino, mentre nella frase precedente si ha un verbo intransitivo, dorme, seguito da un complemento di tempo, tutto il pomeriggio. Sono intransitivi anche i verbi aderire, giovare, rinunciare ecc., che hanno un oggetto, espresso per da un complemento indiretto: Aderisco alliniziativa. La ginnastica giova al fisico. Non rinunciare a ci che ti spetta! Verbi normalmente intransitivi diventano transitivi quando sono seguiti dal cosiddetto complemento oggetto interno, rappresentato da un sostantivo che ha la stessa base del verbo: morire una morte gloriosa, vivere una vita felice, parlare parole chiare; in altri casi, tra verbo e oggetto intercorre un rapporto semantico particolarmente stretto: piangere lacrime amare, dormire sonni tranquilli. Alcuni verbi possono essere transitivi oppure intransitivi, cambiando di significato: aspirare il fumo / aspirare a una carica; attendere un amico / attendere a un lavoro. Verbi attivi e passivi Il verbo, secondo la relazione che stabilisce con il soggetto, pu essere attivo o passivo. Nei verbi attivi il soggetto quello che agisce o sperimenta lazione: I vigili spengono lincendio. I turisti ammiravano il paesaggio.
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Tutti i verbi, transitivi e intransitivi, hanno la forma attiva. Nei verbi passivi quello che agisce non il soggetto, ma il complemento, che si chiama infatti complemento dagente: Lincendio spento dai vigili. La forma passiva caratterizzata dallausiliare essere, seguito dal participio passato del verbo. Questultimo devessere necessariamente transitivo: infatti possono trasformarsi in passivi solo i verbi transitivi con il complemento oggetto espresso, perch proprio questo che nella forma passiva diventa soggetto. Il soggetto della frase attiva diventa invece nella frase passiva un complemento introdotto dalla preposizione da: il complemento dagente, quando lagente inanimato, prende il nome di complemento di causa efficiente. Si pu avere la forma passiva anche senza che il complemento dagente o di causa efficiente sia specificato: Lorologio stato riparato. Il significato di una frase di forma attiva sostanzialmente identico a quello della corrispondente frase di forma passiva. Le due frasi: La polizia insegue i ladri. e I ladri sono inseguiti dalla polizia. vogliono dire la stessa cosa: in entrambe c un solo inseguitore, la polizia, e un solo inseguito, i ladri; non cambiano i ruoli svolti dai protagonisti dellazione, ma solo i rapporti grammaticali con cui vengono espressi. La linguistica moderna ci dice che tale cambiamento investe la struttura superficiale e non la struttura profonda della frase. Verbi pronominali Nella pi ampia categoria dei verbi pronominali, cio combinati con un pronome personale atono mi, ti, si, ci, vi, rientrano: i verbi pronominali diretti, tradizionalmente indicati come riflessivi diretti, sono quei verbi nei quali il soggetto coincide con il complemento oggetto, che ha la forma di un pronome atono: Carla si veste. = Carla veste se stessa Possono essere usati come riflessivi diretti soltanto alcuni verbi transitivi. i verbi pronominali indiretti, tradizionalmente indicati come riflessivi indiretti o riflessivi apparenti o transitivi pronominali,
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sono quei verbi nei quali il soggetto non coincide con il complemento oggetto ma con un complemento di termine: Lavati i denti! = Lava i denti a te stesso In questo caso il pronome atono ti non esprime un complemento oggetto, ma un complemento di termine o indiretto introdotto dalla preposizione a. i verbi pronominali reciproci, tradizionalmente indicati come riflessivi reciproci, esprimono unazione che due o pi soggetti compiono e subiscono reciprocamente: abbracciarsi, amarsi, odiarsi ecc. Paolo e Anna si salutano. = Paolo saluta Anna e Anna saluta Paolo. Una frase come Essi si criticano. pu significare sia Essi criticano se stessi. sia Essi si criticano a vicenda. Luno critica laltro e viceversa. nel primo caso il verbo riflessivo, nel secondo riflessivo reciproco. Perch appaia chiaramente il valore reciproco e non risulti ambiguo il senso dellenunciato, opportuno in tali casi usare varie locuzioni, lun laltro, gli uni con gli altri, a vicenda, vicendevolmente, reciprocamente ecc. i verbi pronominali intransitivi non hanno altra forma se non quella con il pronome atono, il quale, per, privo di qualunque funzione e significato, ma semplicemente fa parte in modo indissolubile del verbo, dunque necessario per la sua coniugazione accanirsi, accorgersi, arrabbiarsi: Io mi accorgo di aver sbagliato non significa Io accorgo me stesso o a me stesso... Rientrano in questa categoria: alcuni verbi che hanno solo la forma pronominale: accorgersi, arrendersi, imbattersi, impadronirsi, lagnarsi, pentirsi, ribellarsi, vergognarsi ecc.: Mi pento di averti dato retta. alcuni verbi transitivi che, coniugati con le particelle pronominali, assumono valore intransitivo: abbattersi, accostarsi, addormentarsi, allontanarsi, alzarsi, annoiarsi, avviarsi, avvicinarsi, destarsi, fermarsi, guastarsi, irritarsi, muoversi, offendersi, rattristarsi, scoraggiarsi, spaventarsi, stancarsi, svegliarsi, trattenersi ecc.: Mi sono fermato a parlare con Massimo.
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alcuni verbi intransitivi che si usano anche con le particelle pronominali: approfittarsi, dispiacersi, sedersi ecc.: Mi approfitto dellingenuit di Laura. Bisogna fare attenzione per al diverso valore che pu assumere la particella pronominale: Io mi guardo nello specchio. verbo pronominale diretto il soggetto io coincide con il complemento oggetto mi = me stesso. Io mi guardo i capelli nello specchio. verbo pronominale indiretto il soggetto io diverso dal complemento oggetto i capelli; la particella pronominale mi ha funzione di complemento di termine a me. Io mi guardo un bel film. la particella mi ha una funzione rafforzativa, espressiva. Modo, tempo, persona e numero del verbo Il verbo possiede un organico e complesso sistema di forme per esprimere le categorie del modo, del tempo, della persona, del numero e tale sistema prende il nome di coniugazione. Il modo Il parlante pu presentare il fatto espresso dal verbo in diversi modi, ciascuno dei quali indica un diverso punto di vista, un diverso atteggiamento psicologico, un diverso rapporto comunicativo con chi ascolta: certezza, desiderio, comando ecc. Talvolta luso di un determinato modo pu dipendere anche da ragioni stilistiche, da una scelta di registro o di livello linguistico: cos, per esempio, nelle subordinate rette da verbi di giudizio lindicativo corrisponde a un livello pi popolare: Mi pare che tu hai ragione. mentre il congiuntivo si preferisce nello scritto: Mi pare che tu abbia ragione. Esistono sette modi verbali: quattro modi finiti, presentano desinenze che distinguono tutte le persone: lindicativo il congiuntivo il condizionale limperativo, che distingue solo alcune persone tre modi indefiniti, non distinguono le persone: linfinito il participio il gerundio
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Linfinito, il participio e il gerundio sono anche detti forme nominali del verbo, perch vengono usati spesso in funzione di sostantivo o di aggettivo: si pensi, ad esempio, a infiniti quali lessere, gli averi, a participi del tipo lamante, lamata, o a gerundi diventati nomi, quali laureando, reverendo. Il tempo Il tempo indica qual il rapporto cronologico che intercorre tra lazione o lo stato espressi dal verbo e il momento in cui viene detto lenunciato. Il tempo linguistico o grammaticale costituito da un sistema di relazioni temporali che permettono di collocare lazione prima, durante o dopo il momento in cui viene pronunciata la frase e di indicare lordine di successione dei due avvenimenti. Per esprimere il tempo grammaticale il parlante ha a disposizione, oltre al sistema dei tempi verbali, gli avverbi e le locuzioni avverbiali di tempo: prima, dopo, fra tre mesi, per due anni ecc. Il rapporto cronologico tra lazione o lo stato espressi dal verbo e il momento in cui viene detto lenunciato pu essere di: contemporaneit, quando il fatto avviene nel momento in cui si parla: Mario scrive. il tempo che la esprime il presente; anteriorit, quando il fatto avviene in un momento anteriore a quello in cui si parla: Mario scriveva / ha scritto / scrisse. il tempo il passato, variamente articolato nellindicativo: imperfetto, passato prossimo e remoto, trapassato prossimo e remoto; nel congiuntivo: imperfetto, passato e trapassato; posteriorit, quando il fatto avviene in un momento posteriore a quello in cui si parla: Mario scriver. il tempo il futuro, suddiviso in futuro semplice e futuro anteriore. Sotto laspetto formale i tempi si distinguono in: semplici, quando le forme verbali di cui sono costituiti consistono in una sola parola: canto, leggevo, arrivai, partir; composti, quando le forme verbali risultano dallunione del participio passato del verbo con una voce dellausiliare essere o avere: ho cantato, avevo letto, fui arrivato, sar partito. Essere lausiliare caratteristico per i tempi composti dei verbi: riflessivi: mi sono lavato; pronominali: si pentito; servili: sono dovuto partire;
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impersonali: si lavorato molto; parecchi intransitivi: sono partiti. Inoltre serve per tutti i verbi della coniugazione passiva: stato bocciato. Avere lausiliare caratteristico per i tempi composti: di tutti i verbi transitivi attivi: ho mangiato; alcuni verbi intransitivi: ho parlato. Come si potuto osservare, alcuni verbi intransitivi vogliono lausiliare essere, altri lausiliare avere. Non esiste una regola che permetta di stabilire con certezza quale ausiliare debba essere usato con ciascun verbo; nei casi di dubbio si consulti un dizionario. In modo del tutto particolare si comportano nellassunzione dellausiliare i verbi dovere, potere, volere, detti verbi servili, perch di solito reggono un altro verbo di modo infinito. Usati come verbi a s stanti, prendono lausiliare avere: Gli ho voluto molto bene. quando invece hanno funzione di verbi servili, assumono di regola lausiliare richiesto dal verbo che accompagnano: Ho dovuto studiare. Sono voluto partire. Schema dei modi e dei tempi modo indicativo (8 tempi) congiuntivo (4 tempi) condizionale (2 tempi) imperativo infinito (2 tempi) participio (2 tempi) gerundio (2 tempi)
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semplice presente imperfetto passato remoto futuro semplice presente imperfetto presente presente presente presente presente

tempo

composto passato prossimo trapassato prossimo trapassato remoto futuro anteriore passato trapassato passato

passato passato passato

La persona e il numero Ciascun tempo di qualsiasi modo finito costituito da sei forme o voci verbali. Le persone del verbo variano in relazione al soggetto: la prima persona si ha quando il soggetto, espresso o sottinteso, io per il singolare e noi per il plurale; la seconda persona si ha quando il soggetto tu per il singolare e voi per il plurale; la terza persona si ha quando il soggetto egli / essa per il singolare (naturalmente possono alternarsi con lui, Carlo, il padre / lei, Carla, la madre ecc.) e essi / esse per il plurale (naturalmente possono alternarsi con loro, i ragazzi, le automobili ecc.). Solo limperativo non ha la prima persona singolare. E importante poi notare che ogni voce verbale pu segnalare da sola la persona e il numero del soggetto: prima persona singolare (io) guard-o seconda persona singolare (tu) guard-i terza persona singolare (egli/essa) guard-a prima persona plurale (noi) guard-iamo seconda persona plurale (voi) guard-ate terza persona plurale (essi/esse) guard-ano Nei modi indefiniti non si hanno variazioni secondo la persona e il numero; solo il participio presente e il participio passato, che si comportano come gli aggettivi, determinano il numero: amante, amanti, mentre il participio passato determina anche il genere: amato, amata, amati, amate. Laspetto e lazione del verbo Laspetto Laspetto verbale la maniera in cui il parlante considera lo svolgimento dellazione espressa dal verbo. Rispetto ad altre lingue, in italiano laspetto non grammaticalizzato, cio non possiede marche formali ben definite; ci nonostante, le principali nozioni aspettuali sono riconoscibili nel sistema della flessione verbale. Lazione pu essere considerata: conclusa: Marco torn a casa. aspetto perfettivo; il passato remoto interpreta unazione momentanea; nel suo svolgersi: Marco tornava a casa. aspetto imperfettivo.
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In questultima frase possiamo inserire una proposizione che indichi limprovviso accadere di un evento mentre dura lazione dellandare a casa: Marco tornava a casa, quando incontr Luca. in rapporto al suo risultato: Marco tornato a casa. aspetto compiuto, si considera il perdurare, nel presente, degli effetti di un evento avvenuto in precedenza; il passato prossimo indica unazione considerata compiuta. In conclusione, possiamo dire che in ciascuna delle tre frasi rappresentato un diverso aspetto dellazione compiuta da Marco. Nella frase: Marco torna a casa. il verbo indica unazione nel suo svolgersi, ma rispetto alla seconda, lazione ora collocata nel presente. In italiano lazione considerata nel corso del suo svolgimento pu essere espressa pi chiaramente mediante luso di una costruzione perifrastica: Marco sta / stava tornando a casa. dove la perifrasi stare + gerundio aspetto progressivo. Lazione Nelle seguenti frasi: 1. Franco arriva alle sette. 2. Giulio ripara un rubinetto. 3. Andrea fa il gelataio. 4. Carla si accorse dellinganno. 5. Maria disegna un paesaggio. gli eventi descritti dai predicati verbali differiscono per la natura dellazione espressa: in 1 abbiamo a che fare con unazione momentanea, in 2 con unazione durativa. Anche in 3 fare il gelataio indica unazione durativa, ma in pi sottolinea che si tratta di una qualit permanente del soggetto. Possiamo pertanto individuare due sottoclassi di verbi durativi: i verbi continuativi abitare, commerciare, lavorare, piangere, ridere, riparare ecc.; i verbi stativi fare il gelataio, essere a conoscenza ecc. I predicati in 4 e 5 hanno in comune una caratteristica semantica: indicano unazione che tende ad un risultato; il soggetto, compiuta lazione, si trova in una situazione diversa da quella di partenza, ma mentre accorgersi indica unazione momentanea, disegnare indica unazione durativa. Anche in questo caso possiamo individuare due sottoclassi di verbi:
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i verbi trasformativi accorgersi, patire, morire ecc.; i verbi risultativi cantare, costruire, disegnare, lavare ecc. In conclusione, se laspetto essenzialmente una categoria di natura morfologica, legata cio alla coniugazione del verbo, lazione una categoria semantica, poich riguarda il significato intrinseco del verbo. In altre parole, mentre il verbo mangiare pu indicare, opportunamente coniugato, unazione: perfettiva mangi azione conclusa nel passato; imperfettiva mangiava azione in corso di svolgimento nel passato; sta mangiando azione in corso di svolgimento nel presente; la momentaneit del verbo arrivare o la continuativit del verbo lavorare sono caratteristiche costanti dovute alla natura semantica dei verbi e si mantengono tali indipendentemente dal tempo in cui sono coniugati. Coniugazione del verbo Coniugazioni regolari Tra la radice e la desinenza si interpone la vocale tematica, che, nellinfinito in particolare, consente di riconoscere la coniugazione. La radice e la vocale tematica formano insieme il tema di un verbo. I verbi regolari si distribuiscono in tre diverse coniugazioni: 1. alla I coniugazione appartengono i verbi che allinfinito terminano in -are e che dunque presentano la vocale tematica -a amare, cantare; 2. alla II coniugazione appartengono i verbi che allinfinito terminano in -ere e che dunque presentano la vocale tematica -e scrvere, temre; 3. alla III coniugazione appartengono i verbi che allinfinito terminano in -ire e che dunque presentano la vocale tematica -i dormire, finire. I verbi della prima coniugazione sono di gran lunga i pi numerosi: infatti su questo modello si sono formati verbi come biografare, insonorizzare, monitorare, ottimizzare ecc. La seconda coniugazione comprende una lista chiusa di verbi derivanti dalla seconda e dalla terza coniugazione latina. Alla terza coniugazione, poco produttiva, possono appartenere nuove formazioni create sul modello dei verbi parasintetici.
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CONIUGAZIONE DI ESSERE

Indicativo presente imperfetto io sono ero tu sei eri egli/essa era noi siamo eravamo voi siete eravate essi/esse sono rano passato prossimo sono stato, -a sei stato, -a stato, -a siamo stati, -e siete stati, -e sono stati, -e presente che io sia che tu sia che egli/essa sia che noi siamo che voi siate che essi/esse siano presente sarei saresti sarebbe saremmo sareste sarebbero
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passato remoto fui fosti fu fummo foste frono trapassato remoto fui stato fosti stato fu stato fummo stati foste stati furono stati imperfetto fossi fossi fosse fossimo foste fossero

futuro semplice sar sarai sar saremo sarete saranno futuro anteriore sar stato sarai stato sar stato saremo stati sarete stati saranno stati trapassato fossi stato fossi stato fosse stato fossimo stati foste stati fossero stati Imperativo

trapassato prossimo ero stato eri stato era stato eravamo stati eravate stati rano stati passato sia stato sia stato sia stato siamo stati siate stati siano stati Condizionale

Congiuntivo

passato sarei stato saresti stato sarebbe stato saremmo stati sareste stati sarebbero stati

presente sii sia siamo siate siano

Infinito presente passato essere essere stato

Participio presente passato (ente) stato

Gerundio presente passato essendo essendo stato

Il participio presente ente si usa solo come sostantivo: lente gli enti. Il participio passato stato preso in prestito dal verbo stare. Oltre alla funzione ausiliare, il verbo essere ha anche quella di copula per la formazione del predicato nominale: Il tempo brutto. e del predicato verbale nel significato di esistere, trovarsi: Il giornale sulla scrivania.
CONIUGAZIONE DI AVERE

Indicativo presente ho hai ha abbiamo avete hanno passato prossimo ho avuto hai avuto ha avuto abbiamo avuto avete avuto hanno avuto imperfetto avevo avevi aveva avevamo avevate avvano trapassato prossimo avevo avuto avevi avuto aveva avuto avevamo avuto avevate avuto avevano avuto passato remoto ebbi avesti ebbe avemmo aveste bbero trapassato remoto ebbi avuto avesti avuto ebbe avuto avemmo avuto aveste avuto ebbero avuto futuro semplice avr avrai avr avremo avrete avranno futuro anteriore avr avuto avrai avuto avr avuto avremo avuto avrete avuto avranno avuto

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Congiuntivo presente abbia abbia abbia abbiamo abbiate abbiano passato abbia avuto abbia avuto abbia avuto abbiamo avuto abbiate avuto abbiano avuto Condizionale presente avrei avresti avrebbe avremmo avreste avrebbero Infinito presente avere passato avere avuto passato avrei avuto avresti avuto avrebbe avuto avremmo avuto avreste avuto avrebbero avuto Participio presente avente passato avuto abbi abbia abbiamo abbiate abbiano Gerundio presente avendo passato avendo avuto imperfetto avessi avessi avesse avessimo aveste avessero trapassato avessi avuto avessi avuto avesse avuto avessimo avuto aveste avuto avessero avuto Imperativo presente

Il participio presente avente non di uso molto comune, tranne in alcune espressioni del linguaggio giuridico: gli aventi diritto. Esiste invece unaltra forma di participio presente, abbiente, ottenuta dal congiuntivo, che per ha perso il valore verbale per assumere quello di aggettivo o aggettivo sostantivato nel significato di possidente: una famiglia abbiente; gli abbienti. Oltre alla funzione ausiliare, il verbo avere ha anche quella di predicato verbale nel significato di possedere: Luca ha una bella casa.
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Coniugazione dei verbi regolari Un verbo regolare conserva immutata la radice in tutte le sue forme e vi aggiunge le normali desinenze della sua coniugazione. Forma attiva Prima coniugazione: parl-are Indicativo presente parl-o parl-i parl-a parl-iamo parl-ate prl-ano passato prossimo ho parlato hai parlato ha parlato abbiamo parlato avete parlato hanno parlato imperfetto parl-avo parl-avi parl-ava parl-avamo parl-avate parl-vano trapassato prossimo avevo parlato avevi parlato aveva parlato avevamo parlato avevate parlato avevano parlato passato remoto parl-ai parl-asti parl- parl-ammo parl-aste parl-rono trapassato remoto ebbi parlato avesti parlato ebbe parlato avemmo parlato aveste parlato ebbero parlato futuro semplice parl-er parl-erai parl-er parl-ermo parl-erte parl-eranno futuro anteriore avr parlato avrai parlato avr parlato avremo parlato avrete parlato avranno parlato

Congiuntivo presente parl-i parl-i parl-i parl-iamo parl-iate parl-ino passato abbia parlato abbia parlato abbia parlato abbiamo parlato abbiate parlato abbiano parlato imperfetto parl-assi parl-assi parl-asse parl-assimo parl-aste parl-assero trapassato avessi parlato avessi parlato avesse parlato avessimo parlato aveste parlato avessero parlato
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Condizionale presente parl-erei parl-eresti parl-erebbe parl-eremmo parl-ereste parl-erebbero Infinito presente parl-are passato avere parlato passato avrei parlato avresti parlato avrebbe parlato avremmo parlato avreste parlato avrebbero parlato Participio presente parl-ante passato parl-ato

Imperativo presente parl-a parl-i parl-iamo parl-ate parl-ino Gerundio presente parl-ando passato avendo parlato

I verbi che terminano in -care/-gare introducono una h fra la radice e le desinenze che cominciano per e o i: caric-h-er, caric-h-i / preg-h-er, preg-h-i. I verbi uscenti in -gnare conservano la i delle desinenze -iamo, -iate: bagn-iamo, bagn-iate. I verbi che terminano in -ciare/-giare perdono la i grafica quando la desinenza comincia per e o i: cominc-er, cominc-erei; mang-er, mang-erei. I verbi che terminano in -gliare perdono la i grafica quando la desinenza comincia per i: consigli. Per evitare possibili ambiguit si deve scrivere odii dal verbo odiare / odi dal verbo udire. Alcuni verbi tendono a eliminare il dittongo uo in tutte le voci: giocare gioco, giochi, gioca..., altri invece tendono a conservarlo sempre: tuonava, tuon, tuoner. Inoltre il dittongo si mantiene quando potrebbe sorgere qualche confusione: si dice nuotavo dal verbo nuotare, vuotavo dal verbo vuotare per distinguerli da notavo dal verbo notare, votavo dal verbo votare.
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Seconda coniugazione: tem-ere Indicativo presente tem-o tem-i tem-e tem-iamo tem-ete tem-ono passato prossimo ho temuto hai temuto ha temuto abbiamo temuto avete temuto hanno temuto imperfetto tem-evo tem-evi tem-eva tem-evamo tem-evate tem-evano trapassato prossimo avevo temuto avevi temuto aveva temuto avevamo temuto avevate temuto avevano temuto passato remoto tem-ei (-etti) tem-esti tem- (-ette) tem-emmo tem-este tem-erono (-ettero) trapassato remoto ebbi temuto avesti temuto ebbe temuto avemmo temuto aveste temuto ebbero temuto futuro semplice tem-er tem-erai tem-er tem-eremo tem-erete tem-eranno futuro anteriore avr temuto avrai temuto avr temuto avremo temuto avrete temuto avranno temuto

Congiuntivo presente tem-a tem-a tem-a tem-iamo tem-iate tem-ano passato abbia temuto abbia temuto abbia temuto abbiamo temuto abbiate temuto abbiano temuto imperfetto tem-essi tem-essi tem-esse tem-essimo tem-este tem-essero trapassato avessi temuto avessi temuto avesse temuto avessimo temuto aveste temuto avessero temuto

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Condizionale presente tem-erei tem-eresti tem-erebbe tem-eremmo tem-ereste tem-erebbero Infinito presente tem-ere passato avere temuto passato avrei temuto avresti temuto avrebbe temuto avremmo temuto avreste temuto avrebbero temuto Participio presente tem-ente passato tem-uto

Imperativo presente tem-i tem-a tem-iamo tem-ete tem-ano Gerundio presente tem-endo passato avendo temuto

Al passato remoto, le desinenze -ei/-/-erono possono essere sostituite rispettivamente da -etti/-ette/-ettero. Al participio passato alcuni verbi in -cere aggiungono una i grafica: crescere cresc-i-uto, nuocere noc-i-uto, piacere piaci-uto, tacere tac-i-uto. Il dittongo uo si perde in sillaba chiusa: muvere mossi. Alcuni verbi, come possedere, tenere, cambiano la e del tema in ie nel caso in cui questa venga a trovarsi in posizione tonica e in sillaba aperta: possiedo, possiedi, possiede, possiedono / possediamo, possedete; tieni, tiene / tengo, tengono (la e in posizione tonica, ma questa volta si trova in sillaba chiusa). I verbi uscenti in -gnere conservano la i delle desinenze -iamo, -iate: spegniamo, che voi spegniate. Terza coniugazione: part-ire Indicativo presente part-o part-i part-e part-iamo part-ite part-ono
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imperfetto part-ivo part-ivi part-iva part-ivamo part-ivate part-ivano

passato remoto part-ii part-isti part- part-immo part-iste part-irono

futuro semplice part-ir part-irai part-ir part-iremo part-irete part-iranno

passato prossimo sono partito, -a sei partito, -a partito, -a siamo partiti, -e

trapassato prossimo ero partito eri partito era partito eravamo partiti siete partiti, -e eravate partiti sono partiti, -e erano partiti

trapassato remoto fui partito fosti partito fu partito fummo partiti foste partiti furono partiti

futuro anteriore sar partito sarai partito sar partito saremo partiti sarete partiti saranno partiti

Congiuntivo presente part-a part-a part-a part-iamo part-iate part-ano passato sia partito sia partito sia partito siamo partiti siate partiti siano partiti Condizionale presente part-irei part-iresti part-irebbe part-iremmo part-ireste part-irebbero Infinito presente part-ire passato essere partito passato sarei partito saresti partito sarebbe partito saremmo partiti sareste partiti sarebbero partiti Participio presente part-ente passato part-ito imperfetto part-issi part-issi part-isse part-issimo part-iste part-issero trapassato fossi partito fossi partito fosse partito fossimo partiti foste partiti fossero partiti Imperativo presente part-i part-a part-iamo part-ite part-ano Gerundio presente part-endo passato essendo partito

Molti verbi della terza coniugazione inseriscono fra radice e desinenza linfisso -isc-; ci avviene nella prima, seconda, terza
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persona singolare e nella terza plurale del presente indicativo e congiuntivo e nella seconda, terza singolare e nella terza plurale dellimperativo presente: Indicativo presente fin-isc-o fin-isc-i fin-isc-e fin-iamo fin-ite fin-isc-ono Congiuntivo presente fin-isc-a fin-isc-a fin-isc-a fin-iamo fin-iate fin-isc-ano Imperativo fin-isc-i fin-isc-a fin-iamo fin-ite fin-isc-ano

Questi verbi sono chiamati incoativi per analogia con i verbi latini. Seguono questo tipo di coniugazione i verbi agire, ammonire, capire, contribuire, costituire, costruire, custodire, finire, impedire, istituire, istruire, obbedire, percepire, pulire, punire, riunire, scolpire, sparire, stabilire, unire ecc. Alcuni verbi ammettono ambedue le forme: applaudire applaudo, applaudisco; assorbire assorbo, assorbisco; inghiottire inghiotto, inghiottisco; mentire mento, mentisco; nutrire nutro, nutrisco. Il verbo cucire inserisce una i grafica tra la radice e le desinenze che cominciano per a e o: cuc-i-o, cuc-i-ano. Il verbo fuggire perde la i del tema davanti alle desinenze che cominciano per a, o: fugg-o, fugg-ano. Alcuni verbi hanno due forme di participio presente, una regolare in -ente, e una in -iente: dormire dormente, dormiente. Altri presentano solo la seconda forma: obbediente. Coniugazione passiva Nella coniugazione passiva, le voci verbali sono costituite dalle forme dellausiliare essere seguite dal participio passato del verbo da coniugare. Il participio passato si accorda in genere e numero con il soggetto: Luca stato promosso. Elena stata promossa. Luca e Ugo sono stati promossi. Elena e Rita sono state promosse. Questo modello di coniugazione passiva uguale per tutte e tre le coniugazioni.
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essere lodato Indicativo presente sono lodato, -a sei lodato, -a lodato, -a siamo lodati, -e siete lodati, - e sono lodati, -e passato prossimo sono stato/a lodato/a sei stato/a lodato/a stato/a lodato/a siamo stati/e lodati/e siete stati/e lodati/e sono stati/e lodati/e presente sia lodato sia lodato sia lodato siamo lodati siate lodati siano lodati imperfetto ero lodato eri lodato era lodato eravamo lodati eravate lodati erano lodati trapassato prossimo ero stato lodato eri stato lodato era stato lodato eravamo stati lodati eravate stati lodati erano stati lodati passato sia stato lodato sia stato lodato sia stato lodato siamo stati lodati siate stati lodati siano stati lodati passato remoto fui lodato fosti lodato fu lodato fummo lodati foste lodati furono lodati trapassato remoto fui stato lodato fosti stato lodato fu stato lodato fummo stati lodati foste stati lodati furono stati lodati imperfetto fossi lodato fossi lodato fosse lodato fossimo lodati foste lodati fossero lodati futuro semplice sar lodato sarai lodato sar lodato saremo lodati sarete lodati saranno lodati futuro anteriore sar stato lodato sarai stato lodato sar stato lodato saremo stati lodati sarete stati lodati saranno stati lodati trapassato fossi stato lodato fossi stato lodato fosse stato lodato fossimo stati lodati foste stati lodati fossero stati lodati
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Congiuntivo

Condizionale presente sarei lodato saresti lodato sarebbe lodato saremmo lodati sareste lodati sarebbero lodati Infinito presente essere lodato passato essere stato lodato passato sarei stato lodato saresti stato lodato sarebbe stato lodato saremmo stati lodati sareste stati lodati sarebbero stati lodati Participio presente (essente lodato) passato (stato) lodat o

Imperativo presente sii lodato sia lodato siamo lodati siate lodati siano lodati Gerundio presente essere lodato passato essere stato lodato

Oltre che con lausiliare essere, il passivo si pu formare: con il verbo venire, esclusivamente nei tempi semplici: io vengo lodato = io sono lodato con il verbo andare, quando unito al participio passato di verbi come perdere, smarrire, sprecare: I documenti andarono smarriti. = furono smarriti o quando si vuole esprimere unidea di necessit: Questo lavoro va fatto meglio. = deve essere fatto con la particella pronominale si, che si premette alle voci attive dei verbi transitivi, ma limitatamente alla terza persona singolare e plurale dei tempi semplici si passivante: La carne si vende a caro prezzo. = venduta Si accettano assegni. = sono accettati Coniugazione riflessiva La caratteristica di questa coniugazione che le voci verbali sono precedute dalle particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi: mi lavo, ti lavavi, si lav ecc. Tali particelle seguono il verbo e si uniscono ad esso: nellimperativo presente, esclusa la terza persona singolare e plurale lavati, laviamoci, lavatevi; nei modi indefiniti lavarsi, lavatosi, lavandosi.
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Nella forma negativa della seconda persona singolare e plurale dellimperativo presente, la particella pronominale pu essere indifferentemente proclitica o enclitica: non ti lavare = non lavarti; non vi lavate = non lavatevi. Si pu scegliere tra costruzione proclitica o enclitica anche quando linfinito retto da un verbo servile: Ti voglio fare un regalo. = Voglio farti un regalo. I tempi composti dei verbi riflessivi si formano con lausiliare essere; di conseguenza il participio passato concorda in genere e numero con il soggetto: Carlo si lavato. Carla si lavata. Se il riflessivo accompagnato da un verbo servile si ha lausiliare: essere, quando la particella pronominale proclitica: Si voluto lavare. avere, quando la particella pronominale enclitica: Ha voluto lavarsi. La coniugazione dei verbi intransitivi pronominali identica a quella dei verbi riflessivi. lavarsi Indicativo presente mi lavo ti lavi si lava ci laviamo vi lavate si lavano passato prossimo mi sono lavato, -a ti sei lavato, -a si lavato, -a ci siamo lavati, -e vi siete lavati, -e imperfetto mi lavavo ti lavavi si lavava ci lavavamo vi lavavate si lavavano trapassato prossimo mi ero lavato passato remoto mi lavai ti lavasti si lav ci lavammo vi lavaste si lavarono trapassato remoto mi fui lavato ti fosti lavato si fu lavato ci fummo lavati vi foste lavati si furono lavati futuro semplice mi laver ti laverai si laver ci laveremo vi laverete si laveranno futuro anteriore mi sar lavato ti sarai lavato si sar lavato ci saremo lavati vi sarete lavati si saranno lavati
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ti eri lavato si era lavato ci eravamo lavati vi eravate lavati si sono lavati, -e si erano lavati

Congiuntivo presente mi lavi ti lavi si lavi ci laviamo vi laviate si lavino passato mi sia lavato ti sia lavato si sia lavato ci siamo lavati vi siate lavati si siano lavati Condizionale presente mi laverei ti laveresti si laverebbe ci laveremmo vi lavereste si laverebbero Infinito
lavarsi

imperfetto mi lavassi ti lavassi si lavasse ci lavassimo vi lavaste si lavassero

trapassato mi fossi lavato ti fossi lavato si fosse lavato ci fossimo lavati vi foste lavati si fossero lavati Imperativo presente lavati si lavi laviamoci lavatevi si lavino Gerundio
lavandosi

passato mi sarei lavato ti saresti lavato si sarebbe lavato ci saremmo lavati vi sareste lavati si sarebbero lavati Participio
lavantesi

presente

(lavarmi, lavarti, lavarci, lavarvi)

essersi lavato (essermi lavato, esserti lavato, esserci lavati, esservi lavati, essersi lavati)

passato

presente

lavatosi

(lavantisi)

essendosi lavato (lavatomi, (lavandomi, (essendomi lavato, lavatoti, lavandoti, essendoti lavato, lavatici, lavandoci, essendoci lavati, lavativi, lavandovi) essendovi lavati, lavatisi) essendosi lavati)

passato

presente

passato

Verbi personali e impersonali I verbi personali richiedono un soggetto, anche sottinteso: (Claudia) corre in moto. I verbi impersonali non richiedono un soggetto e sono usati solo nei modi indefiniti e alla terza persona singolare dei tempi di modo finito.
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Per lo pi si tratta di verbi che indicano fenomeni atmosferici: grandina, lampeggia, nevica, piove, tuona. Adoperati in senso figurato, questi verbi diventano personali: Piovevano le critiche da tutte le parti. Anche il verbo fare pu essere costruito impersonalmente: fa caldo / freddo. Ci sono poi costrutti che si usano spesso, ma non sempre, senza soggetto, quindi in forma impersonale: verbi: accadere, avvenire, bisognare, capitare, convenire, importare, necessitare, occorrere, parere, sembrare, succedere: Capita che ci vediamo. Sembra che tutto vada bene. locuzioni verbali: essere certo, chiaro, evidente, necessario, opportuno, ovvio: E necessario avere pazienza. E opportuno che tu parta subito. In realt in tutti questi casi il soggetto esiste, ma rappresentato da una proposizione di modo finito o infinito, detta soggettiva. Va detto che qualunque verbo pu essere usato impersonalmente premettendo la particella pronominale si alla terza persona singolare di ogni tempo: si dice, si pensa, si vedr, si viveva ecc.: Troppo spesso si parla senza riflettere. Per la forma impersonale dei verbi riflessivi e pronominali, nei quali gi presente questa particella, si ricorre alla particella ci: ci si lava, ci si sveglia, ci si accorse, ci si pent ecc. Le due particelle sostituiscono un pronome indefinito del tipo uno, qualcuno, un tale: Si dice = Uno/qualcuno/un tale dice Per quanto riguarda i tempi composti, una frase come: Si sprecato troppo tempo. equivale a: Qualcuno ha sprecato troppo tempo. Abbiamo quindi la sostituzione dellausiliare avere con essere, secondo la regola che tutti i verbi preceduti dalla particella pronominale si coniugano con lausiliare essere: Qualcuno ha visto Ugo in paese. = Si visto Ugo in paese. Sar creduto innocente solo quando qualcuno avr trovato il vero colpevole. =
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Sar creduto innocente solo quando si sar trovato il vero colpevole. I tempi composti dei verbi impersonali si formano con lausiliare essere. Tuttavia i verbi che indicano fenomeni atmosferici possono usare anche lausiliare avere: Ieri piovuto. Ha piovuto tutta la notte. Verbi che precedono altri verbi: servili, causativi e fraseologici Non solo gli ausiliari essere e avere servono come appoggio ad altri verbi, ma anche i verbi servili, causativi e fraseologici. Questi verbi hanno in comune la seguente caratteristica: non si usano (o molto raramente) da soli, ma precedono un secondo verbo allinfinito (in qualche caso al gerundio), e formano con questo un unico predicato verbale. i verbi servili dovere, potere, volere reggono linfinito di un altro verbo, del quale indicano una modalit, rispettivamente la necessit, la possibilit, la volont: Potremmo partire. Devo studiare. Vuole dormire. A sottolineare lo stretto legame tra il verbo servile e il verbo che lo segue, il primo ha per lo pi lausiliare del secondo: sono tornato / sono dovuto (potuto, voluto) tornare; ho aiutato / ho dovuto (potuto, voluto) aiutare. In particolare, quando sono seguiti dal verbo essere i verbi servili hanno lausiliare avere: Ho dovuto essere magnanimo. La presenza di un pronome atono, che si pu collocare prima o dopo il verbo servile, ha effetto sulla scelta dellausiliare: Non ho potuto andarci. Non ci sono potuto andare. Oltre a questi verbi, reggono linfinito anche verbi come desiderare, osare, preferire, sapere (nel significato di essere capace di), sentire, vedere ecc.: Desideravamo tornare a casa. Non osa chiedertelo. Preferirei andarci da solo. So parlare inglese.
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Mi sono sentito chiamare. Lho visto partire allalba. i verbi causativi fare, lasciare indicano unazione causata dal soggetto, ma non compiuta direttamente dal soggetto: Faccio dormire il bambino. Lasciamo parlare Paola. i verbi fraseologici stare per, cominciare a, continuare a, finire di precisano come unazione o una situazione si sviluppa nel tempo, indicando di volta in volta: la sua imminenza: Sto per mangiare. (azione ingressiva) il suo inizio: Comincio a mangiare. il suo svolgimento: Sto mangiando. (azione durativa) Continuo a mangiare. la sua fine: Finisco / smetto di mangiare. Vi sono varie locuzioni con valore fraseologico: essere sul punto di, andare avanti a ecc.: Era sul punto di partire quando si sent chiamato. Verbi difettivi I verbi riconducibili a una delle tre coniugazioni di cui per non si adoperano tutte le voci si chiamano difettivi, perch difettano, cio mancano di alcune forme. I pi importanti sono: addirsi, solere, urgere, vertere, vigere. addirsi indicativo pres.: si addice, si addicono; indicativo imperf.: si addiceva, si addicevano; congiuntivo pres.: si addica, si addicano; congiuntivo imperf.: si addicesse, si addicessero. solre indicativo pres.: soglio, suoli, suole, sogliamo, solete, sogliono; indicativo imperf.: solevo, solevi ecc.; congiuntivo pres.: soglia, sogliamo, sogliate, sogliano; congiuntivo imperf.: solessi, solesse ecc.; participio pass.: solito; gerundio pres.: solendo. Soleva passeggiare dopo cena.
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rgere indicativo pres.: urge, urgono; indicativo imperf.: urgeva, urgevano; indicativo futuro: urger, urgeranno; congiuntivo pres.: urga, urgano; congiuntivo imperf.: urgesse, urgessero; condizionale pres.: urgerebbe, urgerebbero; participio pres.: urgente; gerundio pres.: urgendo. vrtere indicativo pres.: verte, vertono; indicativo imperf.: verteva, vertevano; indicativo pass. rem.: vert, verterono; indicativo futuro: verter, verteranno; congiuntivo pres.: verta, vertano; congiuntivo imperf.: vertesse, vertessero; condizionale pres.: verterebbe, verterebbero; participio pres.: vertente; gerundio pres.: vertendo. vgere indicativo pres.: vige, vigono; indicativo imperf.: vigeva, vigevano; indicativo futuro: viger, vigeranno; congiuntivo pres.: viga, vigano; congiuntivo imperf.: vigesse, vigessero; condizionale pres.: vigerebbe, vigerebbero; participio pres.: vigente; gerundio pres.: vigendo. Questa legge vige ormai da molti anni. Dei verbi ardire, atterrire, marcire, che hanno coniugazione regolare, non si usano alcune forme perch coincidono con quelle dei verbi ardere, atterrare, marciare: ardiamo, ardiate, ardente; atterriate; marciamo, marciate. In questi casi, per evitare possibili equivoci, si ricorre a verbi sinonimi quali osare, spaventare, imputridire. Nella categoria dei verbi difettivi vanno anche inclusi alcuni verbi che mancano del participio passato, quindi non possono formare
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i tempi composti: competere, concernere, convergere, dirimere, discernere, divergere, esimere, incombere, inerire, soccombere, splendere, suggere, transigere. Verbi sovrabbondanti Si chiamano cos due verbi formati con la stessa radice, ma che seguono due coniugazioni differenti: scolorare / scolorire. Col cambiamento di coniugazione, il loro significato: pu rimanere pressoch identico: adempiere / adempire; ammansare / ammansire; annerare / annerire; colorare / colorire; compiere / compire; dimagrare / dimagrire; empiere, riempiere / empire, riempire; starnutare / starnutire. pu mutare: abbrunare mettere il lutto / abbrunire divenire bruno; arrossare rendere rosso / arrossire divenire rosso; fallare sbagliare / fallire far fallimento; imboscare nascondere / imboschire piantare un bosco; impazzare manifestarsi in maniera rumorosa / impazzire diventare pazzo; sfiorare passare vicino toccando appena / sfiorire appassire. Laereo sfior la superficie del lago. Le rose sfioriscono. Verbi irregolari Si chiamano cos i verbi che si allontanano in modo pi o meno spiccato dal modello di coniugazione a cui appartengono. Lirregolarit pu consistere: nel cambiamento della radice: and-are vad-o; nel cambiamento delle normali desinenze: cad-di invece di cad-ei, cad-etti; nel cambiamento sia della radice sia delle desinenze: viv-ere vis-si. 1. I coniugazione andare, dare, fare, stare.
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Il verbo fare deriva dal latino FACRE e mostra in parecchie forme le desinenze caratteristiche della seconda coniugazione: facevo, facessi, facendo. 2. II coniugazione bere, cadere, chiedere, cogliere, concedere, condurre, conoscere, crescere, cuocere, dirigere, discutere, dovere, fondere, fungere, giungere, godere, leggere, mettere, mordere, muovere, nascere, nuocere, parere, perdere, persuadere, piacere, piangere, piovere, porgere, porre, potere, pungere, reggere, rendere, ridere, riflettere, rimanere, rompere, sapere, scegliere, scendere, sciogliere, scuotere, sorgere, stringere, succedere, tacere, tendere, tenere, togliere, trarre, valere, vedere, vivere, volere. I verbi irregolari della seconda coniugazione sono molto pi numerosi e di solito si dividono in due gruppi: verbi in -re (con e tonica) valre; verbi in `-ere (con e atona) accndere. I primi hanno un maggior numero di forme anomale e inoltre alternano generalmente la radice in alcune voci del presente indicativo e congiuntivo: vlg-o, vlg-a. I secondi, invece, limitano la propria irregolarit al passato remoto (alla prima e terza persona singolare e alla terza plurale) e al participio passato: accs-i, accs-e, accs-ero; accs-o. 3. III coniugazione apparire, aprire, cucire, dire, morire, offrire, salire, seppellire, udire, uscire, venire. Non sono molti i verbi irregolari della terza coniugazione, ma questi presentano per lo pi alterazioni della radice in determinate forme del presente indicativo e congiuntivo (al pari dei verbi in -re): ven-ire, veng-o, veng-a. Verbi irregolari della prima coniugazione andare (ausiliare essere) indicativo pres.: vado, vai, va, andiamo, andate, vanno; imperf.: andavo... pass. rem.: andai... futuro: andr... congiuntivo pres.: vada, vada, vada, andiamo, andiate, vadano; imperf.: andassi... condizionale pres.: andrei...
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imperativo: va (vai), vada, andiamo, andate, vadano; participio pres.: andante; pass.: andato; gerundio pres.: andando. dare (ausiliare avere) indicativo pres.: do, dai, d, diamo, date, danno; imperf.: davo... pass. rem.: diedi (detti), desti, diede (dette), demmo, deste, diedero (dettero); futuro: dar... congiuntivo pres.: dia, dia, dia, diamo, diate, diano; imperf.: dessi, dessi, desse, dessimo, deste, dessero; condizionale pres.: darei... imperativo: da (dai), dia, diamo, date, diano; participio pass.: dato; gerundio pres.: dando. fare (ausiliare avere) indicativo pres.: faccio, fai, fa, facciamo, fate, fanno; imperf.: facevo... pass. rem.: feci, facesti, fece, facemmo, faceste, fecero; futuro: far... congiuntivo pres.: faccia, faccia, faccia, facciamo, facciate, facciano; imperf.: facessi, facessi, facesse, facessimo, faceste, facessero; condizionale pres.: farei... imperativo: fa (fai), faccia, facciamo, fate, facciano; participio pres.: facente; pass.: fatto; gerundio pres.: facendo. Come fare si coniugano assuefare, contraffare, rifare, sopraffare, stupefare, tumefare. Altri composti possiedono voci autonome: disfare nellindicativo pres. fa disfo, disfa; soddisfare ha forme regolari: nellindicativo pres.: soddisfo; nel futuro: soddisfer; nel congiuntivo pres.: soddisfi.
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stare (ausiliare essere) indicativo pres.: sto, stai, sta, stiamo, state, stanno; imperf.: stavo... pass. rem.: stetti, stesti, stette, stemmo, steste, stettero; futuro: star... congiuntivo pres.: stia, stia, stia, stiamo, stiate, stiano; imperf.: stessi, stessi, stesse, stessimo, steste, stessero; condizionale pres.: starei... imperativo: sta (stai), stia, stiamo, state, stiano; participio pres.: stante; pass.: stato; gerundio pres.: stando. Si comportano come stare i verbi ristare, soprastare, sottostare. Seguono la coniugazione regolare i composti constare, contrastare, costare, prestare, restare, sostare, sovrastare. Verbi irregolari della seconda coniugazione A) in -re: cadere (ausiliare essere) indicativo pass. rem.: caddi, cadesti, cadde, cademmo, cadeste, caddero; futuro: cadr... condizionale pres.: cadrei... Come cadere si coniugano accadere, decadere, scadere. dovere (ausiliare avere) indicativo pres.: devo (debbo), devi, deve, dobbiamo, dovete, devono (debbono); imperf.: dovevo... pass. rem.: dovei (dovetti), dovesti... futuro: dovr... congiuntivo pres.: deva, deva, deva (debba), dobbiamo, dobbiate, devano (debbano); imperf.: dovessi... condizionale pres.: dovrei... imperativo: 162

participio pres.: pass.: dovuto; gerundio pres.: dovendo. potere (ausiliare avere) indicativo pres.: posso, puoi, pu, possiamo, potete, possono; imperf.: potevo... pass. rem.: potei... futuro: potr... congiuntivo pres.: possa, possa, possa, possiamo, possiate, possano; imperf.: potessi... condizionale pres.: potrei... imperativo pres.: participio pres.: potente (con valore di aggettivo o sostantivo); pass.: potuto; gerundio pres.: potendo. rimanere (ausiliare essere) indicativo pres.: rimango, rimani, rimane, rimaniamo, rimanete, rimangono; imperf.: rimanevo... pass. rem.: rimasi, rimanesti, rimase, rimanemmo, rimaneste, rimasero; futuro: rimarr... congiuntivo pres.: rimanga, rimanga, rimanga, rimaniamo, rimaniate, rimangano; imperf.: rimanessi... condizionale pres.: rimarrei... imperativo: rimani, rimanga, rimaniamo, rimanete, rimangano; participio pres.: rimanente; pass.: rimasto; gerundio pres.: rimanendo. sapere (ausiliare avere) indicativo pres.: so, sai, sa, sappiamo, sapete, sanno; imperf.: sapevo... pass. rem.: seppi, sapesti, seppe, sapemmo, sapeste, seppero; futuro: sapr...
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congiuntivo pres.: sappia, sappia, sappia, sappiamo, sappiate, sappiano; imperf.: sapessi... condizionale pres.: saprei... imperativo: sappi, sappia, sappiamo, sappiate, sappiano; participio pres.: sapiente (con valore di aggettivo o sostantivo); pass.: saputo; gerundio pres.: sapendo. tenere (ausiliare avere) indicativo pres.: tengo, tieni, tiene, teniamo, tenete, tengono; imperf.: tenevo... pass. rem.: tenni, tenesti, tenne, tenemmo, teneste, tennero; futuro: terr... congiuntivo pres.: tenga, tenga, tenga, teniamo, teniate, tengano; imperf.: tenessi... condizionale pres.: terrei... imperativo: tieni, tenga, teniamo, tenete, tengano; participio pres.: tenente; pass.: tenuto; gerundio pres.: tenendo. Si coniugano come tenere i composti appartenere, contenere, ottenere, trattenere. vedere (ausiliare avere) indicativo pres.: vedo... imperf.: vedevo... pass. rem.: vidi, vedesti, vide, vedemmo, vedeste, videro; futuro: vedr... condizionale pres.: vedrei... imperativo: vedi, veda, vediamo, vedete, vedano; participio pres.: vedente; pass.: visto (veduto); gerundio pres.: vedendo. Alcuni composti di vedere seguono la sua coniugazione, come avvedersi, intravedere, ma prevedere e provvedere hanno la forma sincopata al futuro e al condizionale pres.: preveder, provvederei ecc.
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volere (ausiliare avere) indicativo pres.: voglio, vuoi, vuole, vogliamo, volete, vogliono; imperf.: volevo... pass. rem.: volli, volesti, volle, volemmo, voleste, vollero; futuro: vorr, vorrai, vorr, vorremo, vorrete, vorranno; congiuntivo pres.: voglia, voglia, voglia, vogliamo, vogliate, vogliano; imperf.: volessi... condizionale pres.: vorrei, vorresti, vorrebbe, vorremmo, vorreste, vorrebbero; imperativo pres.: vogli, voglia, vogliamo, vogliate, vogliano; participio pres.: volente; pass.: voluto; gerundio pres.: volendo. B) in -ere: bere (ausiliare avere) indicativo pres.: bevo, bevi, beve, beviamo, bevete, bevono; imperf.: bevevo... pass. rem.: bevvi (bevei, bevetti), bevesti, bevve (bev, bevette), bevemmo, beveste, bevvero (beverono, bevettero); futuro: berr... congiuntivo pres.: beva... imperf.: bevessi... condizionale pres.: berrei... imperativo: bevi, beva, beviamo, bevete, bevano; participio pres.: bevente; pass.: bevuto; gerundio pres.: bevendo. condurre (ausiliare avere) indicativo pres.: conduco, conduci, conduce, conduciamo, conducete, conducono; imperf.: conducevo... pass. rem.: condussi, conducesti, condusse, conducemmo, conduceste, condussero; futuro: condurr, condurrai, condurr, condurremo, condurrete, condurranno;
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congiuntivo pres.: conduca, conduca, conduca, conduciamo, conduciate, conducano; imperf.: conducessi... condizionale pres.: condurrei, condurresti, condurrebbe, condurremmo, condurreste, condurrebbero; imperativo: conduci, conduca, conduciamo, conducete, conducano; participio pres.: conducente; pass.: condotto; gerundio pres.: conducendo. Seguono la coniugazione di condurre i composti addurre, dedurre, introdurre, produrre, ridurre, sedurre, tradurre. porre (ausiliare avere) indicativo pres.: pongo, poni, pone, poniamo, ponete, pongono; imperf.: ponevo... pass. rem.: posi, ponesti, pose, ponemmo, poneste, posero; futuro: porr... congiuntivo pres.: ponga, ponga, ponga, poniamo, poniate, pongano; imperf.: ponessi... condizionale pres.: porrei... imperativo: poni, ponga, poniamo, ponete, pongano; participio pres.: ponente; pass.: posto; gerundio pres.: ponendo. Si coniugano come porre i composti anteporre, deporre, opporre, supporre. scegliere (ausiliare avere) indicativo pres.: scelgo, scegli, sceglie, scegliamo, scegliete, scelgono; imperf.: sceglievo... pass. rem.: scelsi, scegliesti, scelse, scegliemmo, sceglieste, scelsero; futuro: sceglier... congiuntivo pres.: scelga, scelga, scelga, scegliamo, scegliate, scelgano; imperf.: scegliessi... condizionale pres.: sceglierei... imperativo: scegli, scelga, scegliamo, scegliete, scelgano;
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participio pres.: scegliente; pass.: scelto; gerundio pres.: scegliendo. vivere (ausiliare essere; quando usato transitivamente assume lausiliare avere) indicativo pass. rem.: vissi, vivesti, visse, vivemmo, viveste, vissero; futuro: vivr... condizionale pres.: vivrei... participio pass.: vissuto. Come vivere si coniugano anche convivere, sopravvivere. Verbi irregolari della terza coniugazione dire (ausiliare avere) indicativo pres.: dico, dici, dice, diciamo, dite, dicono; imperf.: dicevo... pass. rem.: dissi, dicesti, disse, dicemmo, diceste, dissero; futuro: dir... congiuntivo pres.: dica, dica, dica, diciamo, diciate, dicano; imperf.: dicessi... condizionale pres.: direi... imperativo: di, dica, diciamo, dite, dicano; participio pres.: dicente; pass.: detto; gerundio pres.: dicendo. Come dire si coniugano benedire, contraddire, disdire, maledire, predire, ridire, ma nellimperativo si ha benedici, contraddici, maledici. morire (ausiliare essere) indicativo pres.: muoio, muori, muore, moriamo, morite, muoiono; imperf.: morivo... pass. rem.: morii... futuro: morr (morir)... congiuntivo pres.: muoia, muoia, muoia, moriamo, moriate, muoiano; imperf.: morissi...
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condizionale pres.: morrei (morirei)... imperativo: muori, muoia, moriamo, morite, muoiano; participio pres.: morente; pass.: morto; gerundio pres.: morendo. offrire (ausiliare avere) indicativo pass. rem.: offersi (offrii), offristi, offerse (offr), offrimmo, offriste, offersero (offrirono); participio pres.: offerente; pass.: offerto. Come offrire si coniuga soffrire. salire (ausiliare essere; quando usato transitivamente assume lausiliare avere) indicativo pres.: salgo, sali, sale, saliamo, salite, salgono; congiuntivo pres.: salga, salga, salga, saliamo, saliate, salgano; imperativo: sali, salga, saliamo, salite, salgano. udire (ausiliare avere) indicativo pres.: odo, odi, ode, udiamo, udite, odono; imperf.: udivo... pass. rem.: udii... futuro: udir (udr)... congiuntivo pres.: oda, oda, oda, udiamo, udiate, odano; imperf.: udissi... condizionale pres.: udirei (udrei)... imperativo: odi, oda, udiamo, udite, odano; participio pres.: udente, udiente; pass.: udito; gerundio pres.: udendo. uscire (ausiliare essere) indicativo pres.: esco, esci, esce, usciamo, uscite, escono; congiuntivo pres.: esca, esca, esca, usciamo, usciate, escano; imperativo: esci, esca, usciamo, uscite, escano. Come uscire si coniuga riuscire.
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venire (ausiliare essere) indicativo pres.: vengo, vieni, viene, veniamo, venite, vengono; imperf.: venivo... pass. rem.: venni, venisti, venne, venimmo, veniste, vennero; futuro: verr... congiuntivo pres.: venga, venga, venga, veniamo, veniate, vengano; imperf.: venissi... condizionale pres.: verrei... imperativo: vieni, venga, veniamo, venite, vengano; participio pres.: veniente; pass.: venuto; gerundio pres.: venendo. Come venire si coniugano avvenire, convenire, divenire, provenire. USO DEI MODI E DEI TEMPI Modi finiti Lindicativo il modo della realt, della certezza, della constatazione e dellesposizione obiettiva, o presentata come tale: Luca parla. Il congiuntivo il modo della possibilit, del desiderio o del timore, dellopinione soggettiva o del dubbio, del verosimile o dellirreale; viene usato generalmente in proposizioni dipendenti da verbi che esprimono incertezza, giudizio personale, partecipazione affettiva: Non voglio che tu mi mentisca. Il condizionale indica anchesso fatti, azioni, modi di essere in cui prevale laspetto di eventualit, subordinata a una condizione: Me ne andrei (se potessi). Limperativo, infine, il modo del comando, dellinvito, dellesortazione, dellammonimento, dellinvocazione: Vattene! Modi indefiniti Linfinito indica genericamente lazione espressa dal verbo senza determinazioni di persona e di numero: studiare, leggere, partire. Il participio pu svolgere sia la funzione di verbo sia quella di aggettivo o di sostantivo. Il participio presente determina solo il
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numero: insegnante, insegnanti; vedente, vedenti, mentre il participio passato determina sia il numero sia il genere: candidato, candidata, candidati, candidate; nato, nata, nati, nate. Il gerundio indica un fatto che si svolge in rapporto a un altro, espresso nella proposizione reggente da un verbo di modo finito: Discutevamo passeggiando. Funzioni e tempi dellindicativo Lindicativo lunico modo verbale che abbia specificati nei suoi vari tempi, semplici e composti, i tre fondamentali punti di riferimento cronologici in cui un fatto avviene: lanteriorit, nelle sue molteplici articolazioni imperfetto, passato prossimo, passato remoto, trapassato prossimo, trapassato remoto; la contemporaneit presente; la posteriorit futuro semplice, futuro anteriore. Lindicativo si adopera sia in frasi indipendenti o principali: Claudio ha ventanni. sia in frasi subordinate, cio dipendenti da altre frasi: Sono sicuro che Claudio ha ventanni. Lindicativo ha: quattro tempi semplici, formati da un unico elemento: il presente: amo, credo, parto, finisco; limperfetto: amavo, credevo, partivo, finivo; il futuro: amer, creder, partir, finir; il passato remoto: amai, credei (credetti), partii, finii; quattro tempi composti, formati da due elementi: il passato prossimo, formato dallindicativo presente dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: ho amato / creduto / finito; sono partito; il futuro anteriore, formato dallindicativo futuro dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avr amato / creduto / finito; sar partito; il trapassato prossimo, formato dallindicativo imperfetto dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avevo amato / creduto / finito; ero partito; il trapassato remoto, formato dal passato remoto dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: ebbi amato / creduto / finito; fui partito.
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Il presente indica il fatto, lazione, il modo di essere che si svolgono o sussistono nel momento stesso in cui si parla: Faccio una passeggiata. Il presente dunque il tempo della contemporaneit e corrisponde ad unideale sovrapposizione tra il momento dellenunciazione e il momento dellavvenimento; ma si tratta di una contemporaneit relativa, da mettere in rapporto a un punto di riferimento cronologico che si pu collocare anche nel futuro: Domani faccio una passeggiata. Spesso il presente esprime la consuetudine, literazione, la regolarit con cui si verificano determinati fatti: Vedo Alberto tutti i giorni. Il rapido per Napoli parte alle quindici. o indica unattitudine del soggetto: Franco parla il tedesco. Inoltre il presente in grado di significare ci che si avvera sempre, le verit atemporali: La luna gira intorno alla terra. Nei proverbi e negli aforismi il presente vuole indicare appunto la perenne validit di quanto viene affermato: Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Il presente storico vuole far rivivere il passato, serve a conferire maggiore efficacia alla narrazione dei fatti, ad attualizzarli: Leopardi nasce a Recanati nel 1798. Limperfetto esprime la durata o la ripetizione nel passato: La pioggia cadeva ininterrottamente da due giorni. Venivano a trovarci quasi tutte le settimane. Dal punto di vista aspettuale limperfetto indica unazione incompiuta nel passato: Ieri tornavo a casa quando ho incontrato Gianni. Nelle narrazioni, limperfetto costituisce il tempo della descrizione per eccellenza. Esso si presta infatti a rappresentare scene statiche, in cui tutti gli elementi sono collocati sul medesimo piano temporale: La stazione era deserta. Carla indossava un soprabito scuro. Lorologio segnava le venti e trenta. Limperfetto pu descrivere luoghi e personaggi o pu delineare stati di cose. Infine esso pu assumere valori aspettuali propri del passato remoto, come avviene con il cosiddetto imperfetto narrativo, caratteristico della lingua letteraria e dei resoconti giornalistici: Al ventesimo minuto della ripresa il centravanti metteva in rete.
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Talvolta limperfetto pu assumere valori modali diversi da quelli propri dellindicativo. Si possono distinguere: un imperfetto ipotetico: Facevi meglio a stare zitto. Questuso comune soprattutto nel parlato; in una variet pi formale di lingua troviamo invece il condizionale passato: Avresti fatto meglio a stare zitto. un imperfetto irreale: Poi entravo in unenorme sala a specchi: dopo alcuni secondi le pareti iniziavano a muoversi verso di me... In questa frase il tempo serve a sottolineare un distacco dalla realt, la creazione di un universo fittizio, ed tipico delle narrazioni di sogni. Esiste poi il cosiddetto imperfetto ludico, comune nelle affabulazioni dei bambini: Allora, facciamo che io ero il pap e tu la mamma. un imperfetto attenuativo: Cosa desiderava, signora? Mah, volevo due etti di prosciutto. Si ricorre a questo tipo di imperfetto in particolare con il verbo volere e sinonimi, per conferire un tono di cortesia o di attenuazione del valore iussivo di una richiesta. Il passato remoto indica unazione conclusa nel passato. Nella frase: Moravia scrisse Gli indifferenti dal 1925 al 1928. il passato remoto mette in rilievo linizio e la fine dellazione. Il passato prossimo esprime un fatto compiuto nel passato, ma che ha una qualche relazione col presente, o perch levento descritto perdura nel presente: Due giorni fa ho preso una brutta influenza (e ancora ne soffro). o perch gli effetti dellevento descritto perdurano nel presente: Ho imparato linglese durante un soggiorno di studio negli Stati Uniti. Il passato prossimo pu equivalere in qualche caso a un futuro anteriore, presentando il fatto come compiuto nel futuro, anche senza laccompagnamento di avverbi o di locuzioni avverbiali: Un ultimo sforzo e ho finito. (= avr finito) Il trapassato prossimo e il trapassato remoto Il trapassato prossimo indica un fatto del passato, anteriore a un altro fatto pure del passato: Mi ero appena addormentato, quando bussarono alla porta.
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Anche il trapassato prossimo pu assumere valori modali diversi da quelli propri dellindicativo: il trapassato prossimo ipotetico usato nellapodosi del periodo ipotetico, in luogo del condizionale passato: Se non mi fossi ammalato, a questora avevo gi terminato gli esami. il trapassato prossimo attenuativo: Buongiorno, ero venuto per chiederle una cortesia. Il trapassato remoto indica un fatto anteriore al passato remoto. Il trapassato remoto ha un uso pi limitato del trapassato prossimo e oggi si trova solo nelle proposizioni temporali introdotte da quando, dopo che, non appena, appena (che): Non appena se ne fu andato, vennero a cercarlo. Il futuro semplice e il futuro anteriore Il futuro semplice indica un fatto che deve ancora verificarsi o giungere a compimento: Terminer il lavoro entro una settimana. Il futuro semplice pu assumere valore di imperativo: Farete esattamente come vi ho detto. Il futuro anteriore indica un evento futuro, anteriore a un altro pure del futuro: Quando lo avrai visto, te ne renderai conto. Sia il futuro semplice sia il futuro anteriore possono assumere valori modali, possono indicare un dubbio, una supposizione o una deduzione del parlante: Hanno bussato alla porta, sar Marco. A occhio e croce questa pizza peser due etti. Quando iniziato lo spettacolo saranno state le nove. Funzioni e tempi del congiuntivo Il congiuntivo presenta unazione, una situazione o un fatto come incerti, sperati, possibili, dubbi e comunque legati a unopinione: Credo che Claudio abbia circa ventanni. un desiderio o una volont personale: Spero / Voglio che mi diciate la verit. E un modo tipico delle frasi subordinate, ma pu incontrarsi anche in alcuni tipi di frasi indipendenti.
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Il congiuntivo ha: due tempi semplici, formati da un unico elemento: il presente: ami, creda, parta, finisca; limperfetto: amassi, credessi, partissi, finissi; due tempi composti, formati da due elementi: il passato, formato dal congiuntivo presente dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: abbia amato / creduto / finito; sia partito; il trapassato, formato dal congiuntivo imperfetto dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avessi amato / creduto / finito; fossi partito. Funzioni e tempi del condizionale Nelle frasi principali, il condizionale esprime una conseguenza allinterno di unipotesi: Se ci fosse un bel film, andrei volentieri al cinema. Pi raramente esso si adopera: per attenuare una richiesta: Vorrei del prosciutto. unaffermazione: Sarebbe meglio non farlo. per esprimere un dubbio: Che dovrei fare? un desiderio: Quanto mi piacerebbe rivederla! Il condizionale ha due tempi: il presente, semplice: amerei, crederei, partirei, finirei; il passato, composto, formato dal condizionale presente dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avrei amato / creduto / finito; sarei partito. In alcune frasi subordinate, il condizionale passato si adopera per esprimere lidea del futuro nel passato: Tanto tempo fa Marco mi aveva promesso che sarebbe venuto a trovarmi. Funzioni e tempi dellimperativo Limperativo si usa per: ordinare: Parla! rimproverare: Vergognatevi! invitare: Vieni a cena da noi! pregare: Abbi piet! Limperativo ha solo due persone, la seconda singolare e plurale, e solo un tempo, il presente. Nella forma negativa, la seconda persona singolare si esprime con linfinito presente preceduto dalla negazione non: Non correre!
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Funzioni e tempi dellinfinito Linfinito ha caratteri a met tra il verbo e il nome: a) il verbo di quasi tutte le frasi subordinate implicite: oggettive, soggettive, interrogative indirette, causali, temporali, finali, consecutive, e di alcune frasi indipendenti che esprimono: un dubbio: Che fare? unesclamazione: Tu, farmi questo! un ordine o unistruzione: Tenere la destra! un desiderio: Ah, saperlo prima! b) preceduto o no dallarticolo o da una preposizione, pu essere un nome: Mi piace tanto (il) cantare = il canto Ho sempre avuto la passione di cantare = del canto Linfinito ha due tempi: il presente il passato, formato dallinfinito presente dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avere amato / creduto / finito; esser partito. Il presente indica un rapporto di contemporaneit o di posteriorit rispetto al tempo del verbo della reggente: Dice di conoscerlo. Diceva Il passato indica un rapporto di anteriorit: Dice di averlo conosciuto. Diceva Preceduto dalla negazione non, linfinito presente pu acquistare il valore di imperativo: Non dire sciocchezze! Ha lo stesso valore, anche senza la negazione, in avvisi, cartelli, insegne: Tenere la destra! Gettare i rifiuti nel cestino! Spesso linfinito presente svolge la funzione di sostantivo: Tra il dire e il fare c di mezzo il mare.
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Linfinito presente la forma di citazione del verbo, cio quella, riportata nel vocabolario, che convenzionalmente rappresenta tutte le forme di un determinato verbo. Funzioni e tempi del participio Il participio ha due tempi: il presente: amante, credente, partente; il passato: amato, creduto, partito, finito. Il participio presente, che non si adopera con tutti i verbi, si usa quasi esclusivamente come: aggettivo: E stata una partita entusiasmante. nome: E un cantante di musica leggera. Come gli aggettivi in -e, il participio presente ha una forma per il maschile e il femminile singolare e una per il maschile e il femminile plurale: amante, amanti. Il participio presente usato sempre pi raramente nel suo valore verbale. Con valore verbale esso si ritrova oggi soltanto nella lingua burocratica, che si compiace spesso di un tono ricercato: Imprese fruenti del regime di contabilit semplificata. (= che fruiscono) Il participio passato si comporta, invece, come gli aggettivi in o: amato, amata, amati, amate, e si adopera quasi sempre come verbo: 1. per formare i tempi composti di tutti i verbi, e in questo caso segue i verbi ausiliari avere o essere: ho amato, sono partito; 2. per formare i verbi passivi, e in questo caso segue i verbi essere o venire: La carne / viene evitata da molte persone. 3. in vari tipi di frasi subordinate: causali: Tranquillizzatosi, il bambino smise di piangere. ipotetiche: Il vino, bevuto con moderazione, non fa male. concessive: Bench ferito, continu a combattere. temporali: Appena arrivato, mi sono messo a dormire. relative: Non ho ancora ricevuto la lettera spedita da Maria. Il participio passato pu avere funzione di aggettivo o di sostantivo: il candidato eletto; uno sconosciuto. Concordanza del participio passato Quando accompagnato dallausiliare essere, il participio passato concorda in genere e numero con il nome cui si riferisce: Tua madre venuta ieri.
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ma con i verbi transitivi pronominali o riflessivi apparenti il participio pu concordare sia con il soggetto sia con il complemento oggetto: I ragazzi si sono lavati (o lavate) le mani. Quando accompagnato dallausiliare avere, il participio passato rimane di solito invariato: Monica ha comprato due gonne. Tuttavia, se preceduto dal complemento oggetto, il participio passato pu concordare con questo in genere e numero: Le due gonne che Monica ha comprate sono rosse. (ma pi comune la forma invariata, ha comprato) La concordanza con il complemento oggetto per obbligatoria nel caso in cui questo sia rappresentato dai pronomi lo, la, li, le: Maura ha visto due gonne e le ha comprate. Funzioni e tempi del gerundio Il gerundio si trova solo in frasi subordinate, che possono essere: ipotetiche: Andando di questo passo, non arriveremo mai. causali: Avendo pagato in contanti, ha diritto a un omaggio. concessive: Pur avendo studiato, non ho superato lesame. temporali: Attraversando la strada ho visto un cane. modali: Perch parli muovendo tanto le mani? Il gerundio ha due tempi: il presente: amando, credendo, partendo, finendo; il passato, formato dal gerundio presente dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avendo amato / creduto / finito; essendo partito. Il gerundio presente contribuisce a formare le perifrasi verbali: andare + gerundio Il tempo va migliorando. stare + gerundio Sto studiando. che esprimono unazione progressiva e durativa, considerata cio nel suo progredire e nella sua durata. Molti gerundi presenti hanno subito un processo di nominalizzazione: laureando, reverendo e, nel linguaggio musicale, crescendo, diminuendo. Il gerundio passato non molto usato: Avendo studiato stato promosso. in genere viene sostituito con frasi esplicite: E stato promosso perch ha studiato.
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Esercizi 1. Indica se i verbi in corsivo sono transitivi (T) o intransitivi (I): Latleta ha ottenuto una meritata vittoria. (...) Dopo la lezione andremo al cinema. (...) Ho visitato diverse citt, (...) ma amo soprattutto la mia. (...) In quella localit di montagna trascorremmo giorni tranquilli. (...) Gli dei greci risiedevano sul monte Olimpo. (...) Sono entrato in quella associazione culturale di recente. (...) Ho telefonato a Sandro ma non pu venire. (...) Marco ha comprato una moto nuova. (...) Quei due ragazzi ridono sempre per niente. (...) 2. Completa le seguenti frasi con un complemento oggetto, se i verbi sono transitivi, o con un complemento indiretto, se sono intransitivi: Mario scese __________ a precipizio. Luigi arrivato __________ in ritardo e il maestro lo ha rimproverato. Ho fatto __________ talmente spaventoso che mi sono svegliato di soprassalto. Mangiai __________ e subito scesi in cortile a giocare. Paola ha dormito questo pomeriggio soltanto __________ . 3. Volgi al passivo le seguenti frasi: I contadini tagliano il fieno. Il giudice ritenne la testimonianza poco convincente. Il nevischio aveva reso le strade viscide e pericolose. Lincendio ridusse in cenere alcuni ettari di bosco. Un rumore improvviso spavent il bambino. Quellepisodio ci ha commossi. I gas di scarico delle auto rovinano i monumenti. 4. Trasforma in attive le seguenti frasi passive: Roberto stato visto da noi in televisione. In quel paesino di montagna molte case sono state abbattute dal terremoto. Oggi siamo tutti assediati dalla pubblicit televisiva. Al traguardo il corridore fu applaudito da numerosi tifosi. Da uno spettatore fu rivolta una domanda interessante al conduttore della trasmissione. E stato inaugurato dal Rettore il nuovo anno accademico. La notizia era stata confermata da fonti autorevoli. E stato dimenticato da tutti, ma non da te. Il castello fu circondato dallesercito nemico. La citt di Torino attraversata dal Po.
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5. Distingui nelle seguenti frasi i verbi riflessivi propri (P), apparenti (A), reciproci (R): Dopo lincidente i due automobilisti si insultarono pesantemente. (...) Maria si guarda spesso allo specchio. (...) Ci salutammo con le lacrime agli occhi. (...) Luigi si veste sempre con molta eleganza. (...) La lepre si nascose tra i cespugli. (...) Alla fine della vacanza i due amici si scambiarono gli indirizzi. (...) Mettiti pure uno dei miei abiti. (...) Sono contento che tu e Andrea vi siate riappacificati. (...) Ti sei procurato quel libro? (...) I paracadutisti si sono lanciati dallaereo. (...) 6. Nelle frasi che seguono sottolinea diversamente i verbi di modo finito e indefinito: E assorbito dal lavoro al punto da non avere neppure il tempo di telefonarle. Non fare storie e finisci quel compito! Da casa a scuola camminavo con lo sguardo basso osservando le foglie gialle cadute per terra. A sbagliare sono i pi piccoli, cos il gioco ricomincia sempre da capo. 7. Distingui i tempi semplici da quelli composti, poi di ciascun verbo indica la persona e il numero: Per lemergenza hanno stanziato centinaia di milioni. Non ha voluto neppure ascoltarmi. Crediamo poco alle vostre promesse. Le vacanze sono finite da pochi giorni. Per quanto a lungo avessi aspettato, lei non sarebbe tornata. Il giorno seguente ci alzammo alle tre del pomeriggio. Immediatamente il suo viso assunse unespressione di sconfinata tristezza. 8. Scegli la forma esatta di ausiliare tra le due alternative in corsivo: Ho aiutato quel giovane perch __________ avevo avuto / avevo fiducia in lui. Se __________ avrei / avessi avuto timore, non __________ avrei / avessi neppure iniziato quellimpresa. Dopo che __________ ebbe / aveva superato la crisi, fu dimesso dallospedale. Perch __________ hai / avesti quellespressione cos severa? Sto facendo qualcosa di male? Ho limpressione che qualcuno __________ ha / abbia bussato alla porta. Abbiamo temuto che tu __________ avevi / avessi smarrito la strada. Se lo __________ avessi / avrei saputo, non __________ avessi / avrei parlato. Dubito che tu __________ sei stato / sia stato riconosciuto.
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9. Scegli lausiliare adatto: Anna e Rita __________ hanno / sono voluto partecipare alla cerimonia. La sirena della fabbrica __________ aveva / era suonato e tutti gli operai si diressero nei vari reparti. Ho fatto di tutto per aiutarti, ma non __________ ha / servito a niente. Il piccolo Franco ___________ aveva / era dormito per diverse ore. Non __________ ho / sono potuto venire perch avevo preso un altro impegno. Da un po di tempo i prezzi sono / hanno saliti alle stelle. __________ Sono / Ho corso allimpazzata, ma non __________ sono / ho riuscito a raggiungerti. Lalpinista si __________ era / aveva arrampicato sulla parete rocciosa. 10. Completa le seguenti frasi coniugando il verbo tra parentesi: Scopr lassassino quando (leggere) __________ tutto il romanzo. Ogni anno i miei amici (trascorrere) __________ le vacanze in montagna. Allet di dieci anni Luciano (avere) __________ un incidente con la bicicletta. Stanno (accadere) __________ cose molto strane. Lautobus arriv al capolinea e (scendere) __________ anche gli ultimi passeggeri. Prima di trasferirmi a Milano, (abitare) __________ a Torino. Esprimer la mia opinione dopo che (esaminare) __________ attentamente tutta la pratica. Federica ha portato alla zia una torta che (preparare) __________ ieri sera. (Chiudere) __________ la porta e vieni a sederti accanto a me! Ti sono grato perch mi (aiutare) __________ in quella difficile circostanza. 11. Sottolinea diversamente i verbi impersonali che indicano fenomeni meteorologici e quelli costruiti personalmente ma usati in senso figurato: I fiumi sono quasi in secca perch non piove da parecchi mesi. Devi spendere meno: i soldi non piovono dal cielo! Se continua a nevicare cos, domani le strade saranno impraticabili. Quando Alessio torn a casa, lo tempestarono di domande. Siamo andati a dormire che gi albeggiava. 12. Trasforma le seguenti frasi in impersonali: La gente sempre pronta a criticare. Gli attori debutteranno con una commedia di Pirandello. Noi non vogliamo disturbare. Noi non ci
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vediamo molto spesso, ma ci sentiamo tutti i giorni per telefono. I ragazzi hanno discusso a lungo di problemi dattualit. La direzione prega di non fumare. Noi ci siamo accorti troppo tardi del pericolo. 13. Nelle frasi seguenti individua e sottolinea i verbi servili: Vorrei aiutarti, ma ormai troppo tardi. Stavamo per andar via quando tu arrivasti. Chi va in moto deve mettere il casco. Ma chi pu aver detto una simile calunnia? Non avete voluto ascoltarmi: adesso arrangiatevi! I ragazzi hanno deciso di incontrarsi al pi presto. Non sono mai riuscito a dirgli quello che provavo. Ti sei dovuto arrendere allevidenza dei fatti. 14. Volgi al passato remoto i verbi delle seguenti frasi: I miei figli si dolgono per le tue dolorose vicende. Il sacerdote assolve i fedeli. Gli operai addetti agli altiforni fondono i metalli. Il corteo si muove lentamente nelle vie del centro. La corda si rompe per il peso eccessivo. I vostri discorsi persuadono tutti. Proteggo i miei familiari e mi stringo a loro nei momenti difficili. Appendiamo gli abiti e riponiamo la roba nei cassetti. 15. Coniuga al modo e al tempo richiesti i verbi tra parentesi: Io credo che una brava persona trovi sempre chi la (apprezzare) __________. Il guidatore (scorgere) __________ unombra e rallent la corsa. Credo che tu (sapere) __________ qual il tuo dovere. Se tu (svolgere) __________ almeno un altro esercizio avresti meritato la sufficienza. Nel 1804 Napoleone (cingere) __________ a Parigi la corona imperiale. Chiedo a tutti che (uscire) __________ e mi lascino solo! Appena lo vidi lo (riconoscere) __________ . Se puoi, (venire) __________ con me in bicicletta? Se tu fossi stato meno superbo, ti (aiutare) __________ con tutto il cuore. Mi sembrava che le cose (stare) __________ in questo modo. Gli regalai un libro che gli (piacere) __________ molto. (Uscire) __________ da qui e non farti pi vedere! Ieri Andrea (apprendere) __________ alcune novit che oggi ti possono interessare. Voglio che voi (ascoltare) __________ tutto quello che ho da dire sul vostro comportamento. Sebbene (essere) __________ timido, riusc a sostenere la sua tesi.
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16. Completa i seguenti periodi scegliendo tra le forme verbali quella che ritieni opportuna in relazione al contesto: (Vieni / verresti / verrai) con me, se te lo chiedessi per favore? Lascer tutti i miei impegni e (vengo / sono venuto / verr) con voi a teatro. E opportuno che (esaminate / esaminiate / esaminereste) bene tutta la documentazione. Chiedigli perch da un po di tempo ( / stato / era stato) sempre scontento di tutto. Quando usc di casa, (accorse / si accorse / si accorgeva) di aver dimenticato il portafoglio. Ti prometto che tra qualche giorno ti (porter / avr portato / portavo) con me al mare. Io (dica / dicessi / dico) di accettare la proposta: e voi, che cosa ne pensate? Ti (scriver / scrivo / ho scritto) tante volte, ma non mi hai mai risposto. Gli anziani spesso dimenticano i fatti pi recenti, mentre (ricorderanno / avevano ricordato / ricordano) quelli che sono accaduti molti anni fa. Quando caddero le prime gocce di pioggia, i ragazzi (rifugiarono / si rifugiarono / si rifugiano) sotto una pensilina. 17. Completa queste frasi coniugando il verbo ad un modo indefinito: Dopo (ascoltare) __________ le tue parole, non posso fare a meno di disapprovarti. Ti rimprovero per (trascurare) __________ gli amici. Sono certo di non (vedere) __________ quel tale prima dora. (Stare) __________ cos le cose, non mi resta che accettare. Tempo (permettere) __________, questa domenica andremo al mare. (Sapere) __________ lesito degli esami, mi precipitai subito a casa di Marco per (rallegrarsi) __________ con lui. I parenti si recarono tutti al capezzale del vecchio nonno (morire) __________. 18. Correggi gli errori relativi alla concordanza del participio passato: La mia birra, chi lha bevute? Dove avete sistemati quegli oggetti antichi? Ho inventata una nuova ricetta gastronomica. Chi ti ha dati tutti quei libri? Carolina stata derubato del portafoglio sullautobus. 19. Analizza i verbi che compaiono nel seguente brano: Avevamo detto a Cesarino che saremmo andati a trovare la nonna e il nonno. Cesarino aveva sei anni, allora; era contento di andare in treno, e non sapeva che si pu viaggiare una notte intera per
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trovare un paese, una casa, una finestra dove si affaccia gente che si leva quando noi ci leviamo, e qualche volta, nella giornata, capita che noi e loro facciamo gli stessi atti come se fossimo mossi dagli stessi fili. Io feci un lungo discorso a Cesarino per dirgli che il nonno era mio padre, che io gli volevo bene come lui Cesarino ne voleva a me. Era contento di partire...
(Corrado Alvaro, Lamata dalla finestra)

20. Traduci in romeno: Del presente non sapevano nulla; ma il passato lontano era tutto un libro aperto. Lo sfogliavano, e godevano. Due ricordi, pi degli altri, le deliziavano. Il ricordo del ballo. Settantacinque, ottanta anni prima. Eccole tutte due, Eligia e Nicoletta, nel salotto da ricevere della vecchia casa di Eligia. Ci sono le poltrone di peluche rosso; ad angolo il pianoforte; nel mezzo della stanza il tavolino tondo; sul tavolino, in centro, il gran lume panciuto di bronzo; tuttintorno al lume, in bellordine, le tazzine di porcellana, bianca e oro, del servito da caff per ventiquattro. La zia Eufrasia al piano, Eligia e Nicoletta ballano. Il pavimento trema un poco, e ballano pure le ventiquattro tazzine da caff. Al ricordarsi delle ventiquattro tazzine che ballano al suono del pianoforte, ridono ancora, la centenaria e la sua giovane amica, quasi con le vocette acute dallora. Laltro ricordo del colera del 37. Migliaia e migliaia di morti, le strade vuote, i balconi chiusi. Di tanto in tanto un orribile carro passa per la strada e si ferma; il carrettiere alza il capo verso i balconi, e grida, facendo della mano tromba alle labbra: Chi ha morti? Un balcone si apre, un orribile involto cade sul lastrico. Chi ha morti? ripetono a gara donna Eligia e Nicoletta, ricordando. Quanto tempo abbiamo passato! dice donna Eligia. E ridono tutte e due.
(Giuseppe Antonio Borgese)

21. Traduci in italiano: Nu se mai auzea nici un zgomot, nu mai ieea nici o albin, iar Michelino, fr s poat nici mcar striga, ddu un pas napoi, dar chiar n acel moment iei afar un nor negru, cu un zgomot asurzitor: erau toate albinele care naintau spre el: ce sperietur!
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Dac eu a fi frumoas ca tine, dar mai ales aa de tnr ca tine, m-a duce n toate serile la teatru sau la cinematograf, m-a aeza ntro loj elegant i a sta acolo ca s fiu admirat de spectatori, cu o floare albastr n prul blond. Zorile i apusul sunt minunate aici, este un miracol s poi s le admiri, cerul coloreaz totul n rou, noriorii au mii de nuane, n timp ce un vnt cald vine dinspre deert aducnd cu sine nori de nisip: ce frumos ar fi dac s-ar putea vedea i puin zpad! ntr-o zi se duse s-i caute rudele i cnd n sfrit le ntlni, le povesti toate necazurile sale, rugndu-le n acelai timp s fac ceva care s pun capt srciei sale. Muli, dac m-ar fi auzit vreodat, ar fi spus poate c sunt nebun de legat, c nu trebuie s m preocupe nimic dect viaa mea, numai c eu m gndesc deja la asta, de aceea n fiecare zi nu fac altceva dect s m plimb, s citesc, s scriu: i se pare puin? LAVVERBIO E la parte invariabile del discorso che modifica o precisa il significato di una frase o di un suo componente. Letimologia di questa parola sottolinea la sua funzione prevalente, quella di determinare il significato di un verbo: Sto bene. Parla poco. Torniamo subito. In realt questa funzione molto limitativa; lavverbio serve a determinare varie altre unit grammaticali: un nome: Ho paura soprattutto delle malattie. un pronome: Mi fa piacere specialmente per te. un aggettivo: Sei troppo severo con te stesso. un altro avverbio: E veramente tardi. o unintera frase: Purtroppo non ho finito. Negli ultimi anni gli studiosi hanno cercato di ridefinire questa parte del discorso in cui sono confluite forme di diversa origine e funzione: forme ereditate dal latino: sotto da SUBTUS; locuzioni avverbiali: a lungo, di continuo; sintagmi che un tempo erano composti di pi elementi: dappertutto (da per tutto); parole-frasi: ecco!, finalmente!;
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elementi capaci di indicare il modo con cui il parlante giudica il proprio discorso: forse, indubbiamente, certo; si parla in tal caso di modalizzatori; particelle che si pongono prima o dopo il verbo: ci, vi (con valore locativo), ne; connettivi, cio elementi che realizzano la coesione di un testo: allora, appunto, insomma. Si proposta una divisione degli avverbi in tre gruppi: 1. avverbi che hanno un raggio dinfluenza pi ampio della frase singola: Dunque, non posso essere daccordo. (dunque rinvia al discorso precedente) 2. avverbi che hanno un raggio dinfluenza su tutta la frase: Certamente Carlo partir domani con laereo. 3. avverbi che hanno un raggio dinfluenza solo su una parte della frase: Ugo ha parlato chiaramente. (chiaramente si riferisce solo al verbo) Forme A seconda di come si formano, gli avverbi si distinguono in: 1. avverbi semplici, hanno forma propria, autonoma: bene, forse, gi, male, poco, sempre, sopra; 2. avverbi derivati, derivano da unaltra parola, trasformata con laggiunta di un suffisso: a) gli avverbi derivati da aggettivi, che sono la maggioranza, si formano aggiungendo il suffisso -mente: alla forma femminile degli aggettivi in -o: attenta attentamente; allunica forma singolare degli aggettivi in -e: veloce velocemente; se lultima sillaba di questi aggettivi -le / -re, si elimina la vocale finale: general(e) generalmente, celer(e) celermente; Forme particolari sono: benevolmente, leggermente, ridicolmente, violentemente, altrimenti, parimenti. b) gli avverbi derivati da nomi o da verbi si formano aggiungendo alla radice del nome o del verbo il suffisso -oni: ginocchio ginocchioni; tentare tentoni.
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Essi indicano di solito una particolare posizione del corpo: bocca bocconi; ciondolare ciondoloni; dondolare dondoloni; penzolare penzoloni; ruzzolare ruzzoloni; tastare tastoni. Quel bambino tiene le braccia ciondoloni. Alcuni di questi avverbi si usano anche con la preposizione a: a tastoni. Tra i due suffissi, -oni poco produttivo, ma -mente ancora produttivo, in quanto pu entrare nella formazione di nuovi avverbi. 3. avverbi composti, risultano dalla fusione di due o pi parole diverse (si tratta, in origine, di locuzioni avverbiali): talvolta (tal volta), davvero (da vero), dappertutto (da per tutto): Dovevi almeno dirmelo. 4. locuzioni avverbiali, combinazioni di parole equivalenti a un avverbio: alla svelta = rapidamente, di nascosto = nascostamente. Si alz allimprovviso un forte vento. Si noti che una locuzione avverbiale pu spesso essere sostituita con un avverbio. Le locuzioni avverbiali sono in genere formate: a) con una preposizione: in passato, da lontano; b) con due preposizioni: a mano a mano, a poco a poco; c) con le preposizioni di ... in: di bene in meglio, di tanto in tanto; d) con la preposizione articolata alla seguita da un aggettivo femminile: allantica, alla svelta; e) raddoppiando un nome: passo passo; un aggettivo: zitto zitto; un avverbio: cos cos. Funzione A seconda del significato e della funzione che hanno, possono essere: 1. avverbi e locuzioni avverbiali di modo (o qualificativi), precisano il modo in cui si svolge unazione: Ha lavorato scrupulosamente. oppure esprimono un punto di vista dal quale si esamina un fatto: Sinceramente non so che dire. Appartengono a questa categoria: a) gli avverbi in -mente: attentamente, calorosamente, lievemente, precisamente;
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b) gli avverbi in -oni: cavalcioni, penzoloni; c) gli avverbi che derivano direttamente da un aggettivo qualificativo maschile singolare: parlare chiaro, rispondere giusto; d) altri avverbi: bene, insieme, invano, male, volentieri; e) le locuzioni avverbiali: alla svelta, a pi non posso, di solito, in fretta, in un batter docchio. 2. avverbi e locuzioni avverbiali di tempo, precisano il tempo di svolgimento di unazione: Ho sempre lavorato. e specificano il momento in cui si verifica, si verificato o si verificher un fatto: Carla arriver domani. Appartengono a questa categoria: a) gli avverbi: adesso, allora, ancora, domani, dopo, dopodomani, finora, gi, ieri, mai, oggi, ora, poi, presto, prima, sempre, spesso, talora, talvolta, tardi, tuttora. Lavverbio mai usato talora nel significato di qualche volta: Se mai capiti a Roma, vieni a trovarmi. Pi spesso serve a rafforzare la negazione: Non obbedisce mai. Con valore negativo si usa anche in: espressioni ellittiche: Questo mai! frasi enfatiche, prima del verbo: Mai che arrivi puntuale! risposte, da solo: Ti arrendi? Mai! b) le locuzioni avverbiali: un giorno, un tempo, una volta, allimprovviso, di frequente, di buon ora, dun tratto, dora in avanti, di quando in quando, fra poco, in futuro, in un batter docchio, nel frattempo, per sempre. Attenzione alle seguenti locuzioni: numerale + nome indicante tempo + fa / or sono due giorni fa; due giorni or sono; tra / fra / di qui a + numerale + nome indicante tempo fra due giorni; di qui a due giorni. Per esprimere larco di una giornata, litaliano ha a disposizione la serie: laltro ieri (ieri laltro) ieri oggi domani dopodomani (domani laltro, posdomani, lett.).
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3. avverbi e locuzioni avverbiali di luogo, precisano il luogo di svolgimento di unazione: Dentro giocano a carte. specificano la collocazione di un oggetto nello spazio, la sua posizione rispetto agli interlocutori: Il libro l. Appartengono a questa categoria: a) gli avverbi: altrove, contro, dappertutto, davanti, dentro, dietro, dinanzi, dovunque, fuori, gi, indietro, intorno, l, laggi, lass, l sopra, l sotto, l, lontano, oltre, ovunque, presso, qua, quaggi, quass, qua sopra, qua sotto, qui, sopra, sotto, su, vicino; qui, qua e i composti qua sopra, quaggi indicano un luogo vicino a chi parla; l, l e i composti laggi, lass indicano un luogo distante sia da chi parla sia da chi ascolta. Si tratta di elementi deittici, che servono a collocare lenunciato o i suoi componenti entro precise coordinate spaziali: l e qui indicano di preferenza un luogo puntuale: Ha compiuto un salto da qui a l. l e qua si riferiscono invece ad unintera area: Lho visto di l dal ponte. Anche le particelle ci, vi, ne possono essere usate come avverbi di luogo: ci e vi valgono in questo/quel luogo: Ci vado spesso. ne vale da questo/quel luogo: Me ne vado subito. b) le locuzioni avverbiali: di l, di qua, di sopra, di sotto, in su, in gi, per di qua, per di l, nei pressi, nei paraggi, da lontano, da vicino. 4. avverbi e locuzioni avverbiali di quantit, alludono a una quantit in modo indefinito, senza misurarla con esattezza: Hai mangiato troppo. Appartengono a questa categoria: a) gli avverbi: abbastanza, alquanto, altrettanto, appena, assai, meno, molto, niente, nulla, parecchio, pi, poco, quanto, tanto, troppo. Molti aggettivi indefiniti, nella forma maschile singolare, assumono funzione di avverbi di quantit: Studia molto. Gli avverbi tanto e quanto sono spesso usati come correlativi: Non simpegna tanto quanto potrebbe.
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Affatto significa interamente, del tutto: E unopinione affatto diversa. ma oggi pi usato come rafforzativo della negazione: Non ho affatto sonno. Da tale uso, in frasi negative, deriva il suo senso negativo, in particolare nelle risposte: Hai caldo? Affatto! (= Per niente!) b) le locuzioni avverbiali: allincirca, a bizzeffe, fin troppo, n pi n meno, un poco (un po), pressa poco. 5. avverbi e locuzioni avverbiali di giudizio, servono per affermare, negare o mettere in dubbio un fatto, un evento o una dichiarazione. Allinterno di questa categoria si distinguono: a) gli avverbi e le locuzioni avverbiali di affermazione: appunto, certo, certamente, davvero, esattamente, indubbiamente, proprio, sicuro, sicuramente; di certo, di sicuro, senza dubbio, per lappunto; b) gli avverbi e le locuzioni avverbiali di negazione: non, neanche, nemmeno, neppure; neanche per idea, nemmeno per sogno. Si noti che neanche, nemmeno, neppure si costruiscono con la negazione non quando seguono il verbo: Non ci penso neanche. ma si usano da soli quando lo precedono: Neanche mio fratello ha fatto il soldato. c) gli avverbi e le locuzioni avverbiali di dubbio: circa, eventualmente, forse, magari, possibilmente, probabilmente, quasi; quasi quasi. S e no, tradizionalmente classificati come avverbi di affermazione e di negazione, non sono avverbi ma profrasi, cio singole parole che equivalgono a unintera frase, infatti non modificano, come qualunque avverbio, lelemento al quale si riferiscono, ma sostituiscono la frase di risposta: Hai studiato? S. (=Ho studiato) / No. (= Non ho studiato) 6. gli avverbi interrogativi, introducono una domanda, diretta o indiretta, che pu riguardare: il modo: Come ti senti? il luogo: Non so dove andare. il tempo: Quando torni? la misura, il valore o la quantit: Quanto costa? la causa: Perch sei venuto?
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Sono usati nelle interrogazioni dirette e indirette e in questultimo caso funzionano come congiunzioni subordinative: Dimmi quando torni. Per informarsi sulla causa di qualcosa, oltre a perch, si pu usare come mai: Perch (mai) non sei venuto con noi? Come mai non pi partito? Come si visto, mai pu essere usato per rafforzare perch e quando: Quando mai ho detto questo? Gli avverbi dove, ove, donde, onde (gli ultimi tre sono di uso letterario), oltre ad avere funzione interrogativa, possono avere anche funzione relativa: Dove vai? Dimmi dove abiti. La citt dove siamo diretti ricca di monumenti. 7. gli avverbi esclamativi sono simili a quelli interrogativi: Come stai bene! Dove siamo finiti! Quant bello! 8. gli avverbi presentativi hanno poche forme, la pi importante ecco, che si usa per richiamare lattenzione su qualcosa, o per indicare una persona o una cosa che appare improvvisamente: Ecco il disco che volevi. Ecco Carla! GRADI E ALTERAZIONI DELLAVVERBIO Comparativo e superlativo dellavverbio Quasi tutti gli avverbi di modo e alcuni avverbi di luogo, lontano, vicino, e di tempo, presto, tardi, spesso, possono avere il grado comparativo e il grado superlativo, come gli aggettivi qualificativi. In particolare: 1. il comparativo di maggioranza e di minoranza si forma premettendo allavverbio le parole pi e meno: pi forte / meno forte pi attentamente / meno attentamente
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2. il superlativo si forma aggiungendo: a) il suffisso -issimamente alla radice dellavverbio in -mente: attento attentamente attentissimamente; b) il suffisso -issimo alla radice dellavverbio che deriva da un aggettivo qualificativo maschile singolare: lontano lontanissimo. Alcuni avverbi hanno forme organiche: comparativo superlativo bene meglio benissimo, ottimamente male peggio malissimo, pessimamente molto pi moltissimo poco meno pochissimo grandemente maggiormente massimamente Lavverbio di dubbio probabilmente ha il grado comparativo pi probabilmente / meno probabilmente, ma manca del superlativo. Infine, vi sono avverbi che hanno forme alterate: bene DIM. benino, ACCR. benone; male DIM. malino, PEGG. malaccio; poco DIM. pochetto, pochettino, pochino; tardi DIM. tardino; presto DIM. prestino. Posizione dellavverbio Lavverbio occupa in genere un posto vicino alla parola cui si riferisce. Di solito, lavverbio si colloca prima dellaggettivo: Sono troppo stanco. dopo il verbo: Abita lontano. Gli avverbi di modo hanno di solito una posizione libera: Improvvisamente scoppi un temporale. Scoppi improvvisamente un temporale. Scoppi un temporale, improvvisamente. In altri casi, la posizione dellavverbio modifica le sue relazioni con il resto della frase. Si noti la differenza fra: Stranamente, Luca dorme. (= E strano che Luca dorma.) in cui lavverbio si riferisce allintera frase. Luca dorme stranamente. (= in modo strano) in cui lavverbio si riferisce solo al verbo. Assai pu precedere o seguire la parola: Ho mangiato assai. E bello assai.
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Esercizi 1. Nelle frasi che seguono scrivi tra parentesi se si tratta di avverbio (avv.) o di aggettivo (agg.): Parlate piano (.....) perch gli ammalati devono riposare. Per compiere un gesto simile occorre parecchio (.....) coraggio. Correva parecchio (.....). Arrivammo tardi (.....) allappuntamento a causa di un malinteso. In quella circostanza ha dimostrato tanta (.....) buona volont. Mi sono stancata tanto (.....) ecco perch non ho voglia di uscire. Abbiamo ricevuto un duro (.....) colpo, ma sapremo riprenderci. Ho un pomeriggio fitto (.....) di impegni. Nevica fitto (.....) da ieri sera. Desidero solo (.....) aiutarti. 2. Nelle frasi seguenti inserisci lavverbio derivato dallaggettivo, dal nome o dal verbo indicato tra parentesi: La tua lettera mi ha (gradevole) _______________ sorpreso. Il burattino aveva la testa (ciondolare) _______________ sul petto. Debbo constatare (amaro) ________________ che nessuno vuole aiutarmi. Sono rimasto mezzora (ginocchio) _______________ sul pavimento per cercare la lente a contatto. Non distrarti: ascoltami (attento) _______________ . Sono caduto (ruzzolare) _______________ dalle scale. 3. Sostituisci gli avverbi in -mente con altri avverbi o locuzioni avverbiali che abbiano lo stesso significato: Indubbiamente .................... il tuo modo di parlare stato offensivo. Improvvisamente .................... il cielo si oscur e scoppi un violento temporale. E stato salvato fortunatamente .................... da un pescatore che era l per caso. Tu mi sei particolarmente .................... caro e ti ascolto sempre volentieri. Ero stato informato precedentemente .................... del suo arrivo. 4. Sostituisci le locuzioni avverbiali contenute nelle frasi con avverbi in -mente: Lho incontrato di recente _______________ e mi ha parlato del suo viaggio in Italia. Di nascosto _______________ i soldati si erano avvicinati alla postazione nemica. Gli ho parlato a lungo _______________, ma non sono riuscito a convincerlo. Elena sal le scale a fatica _______________ perch la ferita le procurava gran dolore. Lallenamento verr intensificato per gradi ______________ .
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5. Scrivi il contrario delle seguenti espressioni: parlare troppo __________; colpire involontariamente __________; comportarsi male __________; incontrarsi frequentemente __________; leggere attentamente __________. 6. Analizza le seguenti frasi e stabilisci se le particelle ci, vi, ne siano avverbi di luogo (A) o pronomi (P): Ci (...) hai portato in un posto bellissimo. Davide venuto a trovarci (...), ma se ne (...) andato dopo unoretta. Qui ci (...) vuole qualcuno che se ne (...) intenda. Questo film ci (...) far discutere. In frigorifero c (...) una torta: ne (...) vuoi una fetta? Vi (...) ho detto tutta la verit. Penso che ci (...) informeranno delle loro intenzioni. 7. Scrivi gli avverbi di tempo che ritieni adatti al contesto: Non ti ho __________ dato la bella notizia? __________ non mi sono molto impegnato, ma ti prometto di farlo __________. Ci vogliamo bene, eppure litighiamo __________. Odio il calcio e non vado __________ allo stadio. __________ lasciami riposare, alla cena penser __________. Sei arrivato __________ e molti se ne erano gi andati. Tu torna a casa, io rientrer __________. 8. Traduci in romeno: Si ritrov seduto in automobile. La strada era deserta e buia. Dio, che brutto sogno aveva fatto. Guard lora e stup: le otto e un quarto A casa i suoi erano gi seduti a tavola. Carletto disse Meneghello entrando sai che bella!... Ero venuto a scuola a prenderti... Poi mi sono addormentato in macchina... E mi sono svegliato poco fa... La moglie lo guardava preoccupata. Dimmi, Franco, non ti senti bene? Perch adesso non ti siedi? Cosa fai con quella mano nella tasca? Era pallido. In fondo alla tasca destra della giacca le sue dita avevano incontrato una piccola cosa liscia, che non doveva esserci. Adagio adagio la trasse fuori e la guard. Ma Franco, cosa fai con quel gesso? Dove lhai preso? Perch lo tieni in tasca? Ti sporcherai tutto il vestito!
Italo Calvino, da Corriere della Sera, Milano 193

LA PREPOSIZIONE E una parola invariabile che viene premessa di solito: a un nome: Vedo Carla con la madre. a un pronome: Lo dico a te. a un verbo allinfinito: Tutti noi lavoriamo per vivere. a un avverbio: Non faccio niente di male. e mette ciascuna di queste parole in relazione con unaltra parola e, nel caso dellinfinito, con unintera frase. Omissione della preposizione o del nome retto dalla preposizione In alcuni casi la preposizione pu essere sottintesa: sala professori = sala dei professori in altri casi pu essere sottinteso il nome: due con / due senza; quattro con / quattro senza indicano le imbarcazioni a due o quattro rematori con o senza timoniere. Nel linguaggio commerciale e pubblicitario, in quello burocratico e giornalistico la preposizione viene spesso omessa: scalo merci, giornale radio. Forme A seconda della forma che hanno e delluso che se ne fa, bisogna distinguere fra: 1. preposizioni proprie, o semplici, usate solo come preposizioni: a, con, da, di, fra, in, per, su, tra; 2. preposizioni improprie, parole che non appartengono a questa classe ma sono usate come se fossero preposizioni: a) alcune, quando sono adoperate da sole, sono avverbi: contro, davanti, dentro, dietro, dopo, fuori, lontano, lungo, mediante, oltre, presso, senza, sopra, sotto, verso, vicino; quando invece reggono un nome o un pronome, hanno il valore di preposizione: Venite fuori! (avverbio) / Vado fuori Milano. (preposizione impropria) b) altre sono aggettivi: lungo, salvo, secondo; quando invece reggono un nome o un pronome, hanno il valore di preposizione: Ho vinto il secondo premio. (aggettivo) / Secondo me, hai ragione. (preposizione impropria)
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c) altre ancora sono forme di verbi dellitaliano antico diventate preposizioni nellitaliano attuale: durante, eccetto, mediante, nonostante, rasente, stante, tranne, verso: Fui assunto mediante la sua raccomandazione. 3. locuzioni preposizionali, combinazioni di parole, fra le quali esiste una preposizione, che equivalgono a una preposizione: accanto a, attorno a, davanti a, fin da, insieme con / a, intorno a, invece di, lontano da, prima di, vicino a: Sono arrivato prima di te. Ho passato una bella serata insieme a Monica. Preposizioni articolate Questo tipo di preposizioni stato presentato al capitolo riguardante larticolo. La preposizione di Si pu elidere davanti a vocale: destate, dItalia. Regge i seguenti complementi: specificazione: il calore del sole; il profumo delle rose; la partenza del padre (specificazione soggettiva); la scalata di una montagna (specificazione oggettiva); un libro di Calvino; la Piet di Michelangelo; partitivo: ciascuno di noi; nessuno di voi; il pi bravo degli alunni; denominazione: la citt di Roma; limitazione: sano di corpo; buono danimo; abbondanza / privazione: abbondare di denaro; mancare di esperienza; colpa, pena: accusare di tradimento; multare di cinquanta euro; argomento: discutere di sport; un trattato di chimica; paragone: Bologna pi a nord di Firenze; modo: andare di corsa; ridere di cuore; qualit: un giovane dingegno; materia: una statua di marmo; un muro di mattoni; quantit: un pacco di cinque chili; et: un bambino di sei anni; causa: morire di sete; sporco di sangue; mezzo, strumento: sporcare dinchiostro; vivere di poco; fine: segnale dallarme; freno di sicurezza;
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moto da luogo: uscire di casa; m uscito di mente; di...in: spostarsi di citt in citt; allontanamento, separazione: andar via di casa; uscire di prigione; origine, provenienza: essere di Torino; un avvocato di Napoli; stato in luogo: resta di qua; moto a luogo: vai di l in camera; moto per luogo: passato per di l; tempo determinato: di mattina; di domenica; tempo continuato: un corso di tre mesi; di...in: di giorno in giorno; distributivo: di tre in tre; Seguita da un verbo allinfinito, introduce le seguenti proposizioni: soggettiva: Mi sembrava di averti invitato. oggettiva: Crede di aver sempre ragione. dichiarativa: Ti prego di non farmi attendere. consecutiva: E degno di essere lodato. Forma locuzioni: prepositive: prima di, dopo di, in luogo di, a causa di, invece di, di qua da, di l da; avverbiali: di nuovo, di nascosto, di quando in quando; congiuntive: di modo che, dopo di che. La preposizione a Ha una variante eufonica ad davanti a vocale. Indica la direzione. Regge i seguenti complementi: termine: consegnare un pacco al destinatario; si rivolto a me; luogo: moto a luogo: vado ad Ancona; andare a cena; mandare al diavolo; stato in luogo: essere a scuola; restare a pranzo; abita a Napoli; dolore alla spalla; distanza: il paese a tre chilometri; la vetta a due ore di marcia; tempo: a settembre; a Natale; alle (ore) sette; da un momento allaltro; dalloggi al domani; et: si diventa maggiorenni a diciottanni; modo: pagare a rate; camminare a passo lento; sognare a occhi aperti; fare una cosa a caso;
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qualit: strumento a corde; palazzo a tre piani; mezzo, strumento: barca a vela; motore a benzina; mulino a vento; andare a piedi; giocare a tennis; causa: svegliarsi a un rumore; riconoscere alla voce; limitazione: essere coraggioso a parole; a mio parere ti sei comportato male; fine: andare a caccia; vantaggio / svantaggio: ha parlato a nostro favore; lo fa a suo danno; pena: condannare a sei mesi di carcere; paragone: il tuo vestito simile al suo; distributivo: a due a due; 50 km. allora; due volte al giorno; predicativo: prendere a esempio. Seguita da un verbo allinfinito, introduce le seguenti proposizioni: causale: Ho fatto male a mangiare tanto. condizionale: A dire il vero, non mi pare possibile. finale: Mi hanno invitato a esser presente. temporale: A vederlo, mi si riempie il cuore di gioia. relativa, con sfumatura consecutiva: Siamo stati gli ultimi ad apprendere la notizia. Forma locuzioni: avverbiali: a poco a poco, goccia a goccia, corpo a corpo, a digiuno, alla rinfusa; prepositive: a causa di, a favore di, di fronte a, in mezzo a, oltre a, sino a, davanti a, intorno a, al di qua, al di l di. La preposizione da Indica la provenienza. Regge i seguenti complementi: moto da luogo: il treno partito da Roma; uscito dal negozio; contare da uno a dieci; dalla a alla zeta; allontanamento: staccare il mobile dalla parete; separazione, distacco: le montagne ci dividono dal mare; liberarsi da un affanno; origine, provenienza: santa Caterina da Siena; discende da una famiglia illustre; apprendemmo la notizia dai giornali; distanza: da qui a Milano sono solo 20 km.; quantit approssimativa: peser dai quaranta ai cinquanta chili;
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agente, causa efficiente: il suo gesto stato apprezzato da tutti; Pompei fu distrutta dal Vesuvio; causa: tremare dal freddo; morire dallo spavento; era pallido dalla paura; tempo: laspetto da unora; sono passati molti mesi da quando partito; stato in luogo: incontrarsi dal notaio; restare a cena da un collega; moto a luogo: vado dal medico; salir un attimo da lei; moto per luogo: passare dal cortile; modo: comportarsi da amico; una faccia da schiaffi; vita da cani; limitazione: cieco da un occhio; zoppo da un piede; qualit: una ragazza dai capelli biondi; un palazzo dalla facciata neoclassica; stima, prezzo, misura: un giocattolo da pochi soldi; una lampada da cento candele; mezzo: fu riconosciuto dalla voce; fine: rete da pesca; cavallo da corsa; sala da pranzo; occhiali da sole; attributivo: festa da ballo; predicativo: li trattammo da amici; appositivo: Manzoni da giovane visse a Parigi. Seguita da un verbo allinfinito, introduce le seguenti proposizioni: consecutiva: Era tanto stanco da non capire pi nulla. finale: Dammi un libro da leggere. valore di dovere, necessit: una cosa da fare; un rischio da correre; in frasi negative: Non c nulla da dire. avverbiali: da lontano, da vicino, da presso; prepositive: fuori da, di qua, di l da. La preposizione in Indica collocazione nello spazio e nel tempo. Regge i seguenti complementi: stato in luogo: abita in citt; vivono in Italia; ha una villa in campagna; lavora in ufficio; dorme in albergo; trovare soddisfazione nel lavoro;
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Forma locuzioni:

moto a luogo: andare in Francia; scendere in cantina; entrare in porto; gettare in mare; far ritorno in citt; mettersi in testa; montare in collera; distributivo: di tre in tre; luogo circoscritto: passeggiare in giardino, correre nel parco; viaggiare in Europa; tempo determinato: in primavera; in piena estate; verr nel mese di aprile; in tempo di pace; fin il lavoro in tre giorni; lo far in un attimo; modo: camminare in fretta; ascoltare in silenzio; entrare in punta di piedi; camminavamo in fila indiana; uscire in abito da sera; trasmettere in diretta; una partita in notturna; materia: un bassorilievo in marmo; una poltrona in pelle; quantit, misura: essere in molti; giocare in quattro; tagliare in due; divisione in parti uguali; stima: avere in gran considerazione; mezzo, strumento: viaggiare in treno; fare una gita in barca; pagare in dollari; parlare in inglese; fine: accorrere in aiuto; dare in prestito; ricevere in premio; una festa in onore del vincitore; causa: tormentarsi nel dubbio; limitazione: commerciare in stoffe; specializzarsi in pediatria; essere bravo in matematica; un campione nel salto; possiede una fortuna in beni immobili; Seguita da un verbo allinfinito, forma una locuzione che ha valore di gerundio: Nellascoltare gli altri c sempre da imparare. (=Ascoltando) Forma locuzioni: prepositive: in quanto a, in virt di, in rapporto a, in fondo a, in cima a, in conseguenza di, in (nel) nome di; avverbiali: in alto, in basso, in su, in gi, in avanti, indietro, infine; congiuntive: nel momento in cui, nel caso che, in considerazione del fatto che. La preposizione con Indica addizione, partecipazione. Regge i seguenti complementi:
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compagnia, unione: partito col padre; passeggiare col cane; viaggiammo con poche valigie; relazione: ha litigato col fratello; si sfogato con me; combattere col nemico; limitazione: con la salute per ora va meglio; modo: voler bene con tutto il cuore; qualit: stanza con bagno; mezzo, strumento: il vino si fa con luva; scrivere con la penna; partire col treno; tempo: non uscire con la pioggia; causa: col caldo non si riesce a dormire; da due giorni a letto con la febbre. Pu avere valore concessivo o avversativo, assumendo il significato di nonostante, malgrado: Con tutti i guai che ha, riesce ancora a sorridere. Seguita da un verbo allinfinito, sostituisce il gerundio con valore strumentale: Col leggere ci si istruisce. (= Leggendo) La preposizione su Indica vicinanza, approssimazione e posizione superiore. Regge i seguenti complementi: stato in luogo: la lettera sul tavolo; stare seduto sul divano; passeggiare sulla riva del mare; commettere errori su errori; Roma domin sul Mediterraneo; vegliare sui figli; credere sulla parola; vicinanza: una casa sul mare; una finestra sul cortile; materia: un disegno su tela; ricamare su seta; moto a luogo: salire su una montagna; la neve caduta sulla citt; mettere lipoteca su un immobile; argomento: un trattato sul pensiero medievale; tempo: ci vedremo sul tardi; ritornarono sulla mezzanotte; tempo continuato: star fuori di casa sulle due settimane; tempo determinato: decisero sullistante; erano sul punto di partire; et: avr sui sessantanni; un ragazzo sulla quindicina; peso, misura: sui venti chili; stima, prezzo: vale sui venti euro; modo: un vestito su misura; spedizione su richiesta; lavorare su ordinazione.
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La preposizione per Regge i seguenti complementi: luogo: il treno passer per Bologna; il ladro entrato per la finestra; una retta passante per un punto; un pensiero le passava per la mente; guardare per il buco della serratura; passeggiare per il giardino; vagabondare per la citt; avere dolori per tutto il corpo; partire per Parigi; stato in luogo: incontrare qualcuno per strada; tempo continuato: lavorare (per) anni; nevic (per) tutta la notte; sar di ritorno per le dieci; mezzo: inviare per posta; comunicare per telefono; causa: era stanco per la fatica; non ci si vedeva per la nebbia; gridava per il dolore; condannare per omicidio; arrestare per furto; fine: libro per ragazzi; lotta per la sopravvivenza; prepararsi per un viaggio; andare per funghi; vantaggio / svantaggio: farebbe qualsiasi cosa per i figli; un clima nocivo per la salute; morire per la patria; votare per un candidato; limitazione: per diligenza il migliore della classe; per questa volta sarai perdonato; per me, state sbagliando; modo: chiamare per nome; tenere per mano; assumere per concorso; prezzo, stima: ha comprato per pochissimo un bel mobile antico; non lo farebbe per tutto loro del mondo; pena: fu multato per 50 euro; distributivo: disporsi per file; dividere per classi; uno per volta; giorno per giorno; un interesse del dieci per cento; moltiplicare 5 per 2; misura: la strada in salita per diversi chilometri; il grattacielo si innalza per pi di 100 m.; predicativo: avere per amico; prendere per moglie; dare per scontato; sostituzione: lho preso per suo fratello; te lo dir lui per me; origine, provenienza: parente per parte di madre. Seguita da un verbo allinfinito, introduce le seguenti proposizioni: finale: Gli hai scritto per ringraziarlo? causale: Fu punito per aver risposto male. consecutiva: E troppo vero per essere bello.
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Forma locuzioni: avverbiali: per il momento, per lavvenire, per lungo, per largo, per certo, per lappunto, per caso, per esempio, per poco; congiuntive: per il fatto che, per ci (perci), per via che, per poco (molto, bello, brutto) che sia. Le preposizioni tra e fra Le due forme si alternano senza alcuna distinzione di significato; nelluso scritto si preferisce luna o laltra per ragioni di eufonia: fra tutti, tra fratelli. Indicano una posizione intermedia tra due elementi; per questo sono spesso correlate alla congiunzione e. Reggono i seguenti complementi: luogo: la nostra casa tra il parco e la piazza; essere fra lincudine e il martello; spazio circoscritto: tenere un oggetto fra le mani; gli uccelli cantano fra i rami; spar tra la folla; conserva la fotografia tra i suoi ricordi pi cari; modo: passa i pomeriggi fra la lettura e il riposo; causa: fra tanti impegni, non ha pi un attimo di tempo; moto per luogo: pass fra due ali di folla; tempo: ci vedremo fra due ore; torner fra una settimana; sar qui tra le cinque e le sei; parlare tra il sonno; distanza: saremo a Milano fra 20 km.; tra cento metri incontreremo una piazza; quantit: guadagna fra i mille e i duemila euro al mese; partitivo: tra noi e voi c un abisso; chi tra noi andr con lui?; distributivo: leredit sar spartita fra molti; compagnia: passa tutti i pomeriggi tra i suoi amici. Esercizi 1. Nelle seguenti frasi inserisci le preposizioni semplici o articolate: Non ho ricavato molto _____ vendita _____ mia macchina. Dovrai svegliarti presto ________ arrivare __________ tempo _____ appuntamento. Sono stufo _____ essere preso in giro _____ te. Vieni _____ otto _____ spiaggia _____ me? _____ tutta quella gente non
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sono riuscito _____ vederti. Ho riposto quel prezioso anello _____ un cassetto _____ mio comodino. Uscir tra poco _____ andare _____ ufficio. 2. Scrivi le preposizioni giuste nelle seguenti coppie di parole: roba ... matti; sedia ... dondolo; cane ... guardia; villa ... piscina; ballo ... maschera; racchetta ... tennis; cassa ... risonanza; marcia ... Roma; banco ... prova; pianta ... appartamento; casa ... giardino; vestito ... misura; albergo ... parcheggio; ombrello ... sole; biglietto ... visita. 3. Completa le frasi che seguono con le preposizioni studiate in modo da collegare le subordinate alle proposizioni reggenti: Mi dai il permesso ... venirti ... trovare questo pomeriggio? Bisogna installare pi depuratori ... ridurre linquinamento delle acque. Cominci ... battermi il cuore e le domandai ... ritornare subito. Ti prometto ... aiutarti ... raggiungere il tuo scopo. So bene ... aver fatto un grave errore ... crederti. Ci veniva ... ridere senza averne voglia. 4. Sostituisci le locuzioni preposizionali con preposizioni di significato corrispondente: Abbiamo raccolto delle offerte a favore dei popoli dellAfrica. A causa del temporale molte macchine sono state danneggiate. Molti cubani abbandonano lisola allo scopo di sfuggire alla miseria del regime castrista. Verr insieme con voi in montagna. La proposta fu approvata da parte di tutti i presenti. In quanto a furbizia supera tutti. Grazie al nostro intervento la cosa si risolta favorevolmente per lui. 5. Traduci in romeno: Era veramente strano. Nella padella cera lolio e cera la conserva, ma nessuna fusione era avvenuta. Lolio serbava un bel colore naturale, come se con la conserva non avesse avuto il minimo contatto; e la conserva sera raccolta disperatamente in se stessa, aveva formato una specie disoletta, che sindovinava dura e compatta... Tu dissi allora con amaro sarcasmo ad Adalberto chiami questo fenomeno una salsa?
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Sarebbe una salsa disse con ira se tu non ci avessi messo mano. So io quel che hai fatto? Saremmo venuti alle mani, se uno sguardo dato alla cucina, in cui gi pareva si fosse svolta una battaglia, non ci avesse trattenuti. Mangiammo un chilo di pane raffermo e ci bevemmo sopra un paio di litri dacqua.
Giuseppe Marotta, Tutte a me, Edit. Ceschina

LA CONGIUNZIONE E una parola invariabile che serve a collegare due o pi parole: E un amico di Carla e di Luisa. o due o pi frasi: Sono tranquilla perch ho fatto il mio dovere. Forme Dal punto di vista della forma, possiamo distinguere tra: 1. congiunzioni semplici, formate da una sola parola: e, o, ma, n, se, che, come, anche, quando, quindi; 2. congiunzioni composte, formate da due o pi parole unite: affinch, neanche, oppure, poich, purch, sebbene; 3. locuzioni congiuntive, formate da pi parole scritte separatamente: anche se, con tutto ci, di modo che, dal momento che, per il fatto che, per la qual cosa, visto che. Dal momento che sei in collera, me ne vado. Funzione Dal punto di vista della funzione, possiamo distinguere tra: 1. congiunzioni coordinative, o coordinanti, collegano due parole o due frasi mettendole sullo stesso piano: Rita e Franca sono amiche. Mi sono messo a correre ma il treno era gi partito. 2. congiunzioni subordinative, o subordinanti, collegano due frasi non mettendole sullo stesso piano, ma facendo dipendere una dallaltra: Lo faccio perch ci credo. La frase perch ci credo, introdotta da perch, dipende dalla frase lo faccio.
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1. Congiunzioni coordinative
tipo copulative e copulative aggiuntive disgiuntive collegamento aggiungono qualcosa a ci che si detto; collegano due parole o due frasi collegano due parole o due frasi: una esclude laltra collegano due frasi: una contrasta in tutto o in parte con laltra introducono una conclusione logica spiegano ci che si detto prima forma e, anche, pure, inoltre, neanche, n, neppure o, oppure Andiamo al mare o vuoi fare qualcosaltro? Prendi quello che preferisci, ma lascia qualcosa per gli altri. Pioveva, perci sono rimasto in casa. Parleremo di ecologia, cio della scienza che studia gli esseri viventi e lambiente. Ugo non mangia n carne n formaggio esempi Non hai un lavoro, per di pi non lo cerchi, e ti lamenti?

avversative

ma, per, tuttavia, pure, eppure, peraltro, sennonch, dunque, quindi, pertanto, perci, allora, ebbene, per la qual cosa cio, vale a dire, ossia, in altre parole, in altri termini e ... e, o ... o, n ... n, sia ... sia, non solo ... ma anche

conclusive

esplicative

correlative

usate in coppia, mettono in corrispondenza due parole o due frasi

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2. Congiunzioni subordinative
tipo dichiarative collegamento introducono frasi oggettive, soggettive, dichiarative frasi interrogative indirette frasi causali forma che, come esempi Confess che aveva perso tutto. Confess come avesse perso tutto. Chiedigli se ha finito. Non vengo perch ho da fare.

interrogative causali

se, come, quando, perch, quanto perch, poich, giacch, siccome, come che, dato che, per il fatto che, dal momento che, considerato che perch, affinch, che, in modo che, allo scopo di, al fine di, pur di cos/tanto/talmente/ a tal punto/in modo tale...che, sicch, cosicch se, qualora, quando, purch, ammesso che, nellipotesi che, a condizione che, nelleventualit che bench, sebbene, quantunque, malgrado (che), anche se, nonostante, per quanto quando, come, prima che, dopo che, mentre, finch, ogni volta che, fino a che

finali

frasi finali

Lo dico perch tu mi capisca. Parla cos piano che nessuno lo capisce. Se me lo avessi chiesto lo avrei fatto. Andr a lavorare anche se sto male. Quando arriv non trov nessuno.

consecutive

frasi consecutive frasi ipotetiche

condizionali

concessive

frasi concessive

temporali

frasi temporali

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comparative

frasi comparative o un paragone frasi modali frasi esclusive frasi eccettuative frasi limitative

modali esclusive eccettuative limitative

(cos/tanto)...come, Sei tanto brava (tanto)...quanto, quanto distratta. (pi/meno/meglio)...che Costava meno di quanto pensassi. come, secondo che, nel Prepara il modo che, come se, lavoro come ti quasi che, ho detto. senza che Se ne andato senza che ce ne accorgessimo. salvo che, a meno che Non verr, a (non), eccetto che, meno che non tranne che, fuorch, mi invitino. per quanto, quanto a, Per quanto ne per quello che, so, sono amici. secondo che/quanto

Esercizi 1. Nelle seguenti frasi inserisci le congiunzioni coordinative opportune: Andr a teatro ... rester in casa a vedere un giallo. Questarticolo difficile ... interessante. Ti piacciono pi i film di storia ... di fantascienza? Ci incontreremo tra cinque mesi ... alla fine di giugno. Ha sbagliato ... sta pagandone le conseguenze. E una persona ... ricca ... generosa. Il tempo minaccia pioggia ... porter lombrello. I miei genitori festeggiano questanno le nozze dargento ... venticinque anni di matrimonio. Questa ragazza riesce bene ... nello studio ... nelle attivit pratiche. Mi avevi detto che saresti venuto presto ... non oggi. 2. Completa le seguenti frasi con una congiunzione subordinativa del tipo indicato tra parentesi: Avevamo tanta fame __________ (consecutiva) divorammo ogni cosa. Era pi gentile __________ (comparativa) pensassi. Mi chiedo continuamente __________ (interrogativa indiretta) ho agito cos. Ha un buon aspetto __________ (concessiva) sia stato malato per lungo tempo. Ritengo __________ (dichiarativa) non hai agito in modo corretto. Stavamo per uscire __________ (temporale) squill il
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telefono. Ti ho esposto i fatti __________ (consecutiva) tu possa giudicare bene. 3. Traduci in romeno: E allora cominciai a sentir lorrore di questa citt spettrale, disertata dagli uomini, deserta in mezzo al deserto. Sotto la luna, in quel dedalo di strade e di piazze abitate soltanto dal vento, mi sentii spaventosamente solo, infinitamente straniero, irrevocabilmente lontano dalla mia gente, quasi fuor del tempo e della vita. Fui scosso da brividi, forse di stanchezza e di fame, forse di paura... Nessuno, in tutta la Mongolia, ha voluto dirmi il nome della citt disabitata. Ma spesso, a Tokio, a San Francisco, a Berlino, la rivedo come un sogno terrificante dal quale, pure, non ci si vorrebbe svegliare. E sento una gran nostalgia, un gran desiderio di rivederla.
Giovanni Papini, Gog, Edit. Vallecchi

4. Traduci in italiano: Nu ar fi drept s ceri ca tnrul autor s gndeasc ca noi, nu i se poate cere s devin un ilustru autor de analize economice, dac el, n schimb, a vrut s scrie o simpl povestire n care imagineaz ns fapte i personaje cu ochii unui adevrat artist. Este necesar ca, dup exemplul lor, s acioneze i alte orae, ca alte comitete de prini s rezolve problema, s apar noi grupuri de ceteni hotri s lupte, astfel nct coala i universitatea s aparin cu adevrat elevilor, studenilor, profesorilor. Problema era c celebrul actor niciodat nu avusese prieteni, dar i-a dat seama atunci, din felul n care ceilali btrni l ntrebau dac i se prea drept s alunge cinele, chiar dac se tie foarte bine c este cel mai bun prieten al omului. Cnd, n sfrit, fu pe punctul de a lua o hotrre important pentru cariera sa, intr fratele su care i spuse deschis: E inutil, dragul meu, s te iluzionezi c vremurile acelea s-ar putea ntoarce, ce a fost a fost, o tii mai bine dect mine! Capcana era gata, era ora nou seara, toi vntorii rmseser la locurile lor, de altfel foarte nelinitii, trebuia doar s atepte ca cineva s cad nuntru, un tigru sau un leopard flmnd, n timp ce alerga s ucid o zebr speriat.
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LINTERIEZIONE E una parola invariabile che ha il valore e il significato di unintera frase esclamativa. Funzioni Linteriezione si usa per esprimere: un sentimento, per esempio la meraviglia: Oh, che splendore! una sensazione, per esempio il disgusto: Puah, questo formaggio puzza! un rimprovero: Vergogna! un ordine: Via! Andatevene! un saluto: Ciao, Gianni! Data la natura di parola che esprime sentimenti e sensazioni, linteriezione tipica della lingua parlata o della lingua scritta, solo se riproduce quella parlata; essa pronunciata con un tono enfatico, che nella scrittura rappresentato: dal punto esclamativo, per indicare meraviglia, incertezza: oh!, mah! dal punto interrogativo, per indicare sorpresa, incredulit: eh?, davvero? Il punto esclamativo pu anche non seguire immediatamente linteriezione, ma chiudere lintero discorso, e in questo caso subito dopo linteriezione si mette una virgola: Uffa, quanto sei noiosa! Forme Dal punto di vista della forma, possiamo distinguere tra: 1. interiezioni primarie, o proprie, hanno solo valore di interiezione: ah, ahi, alt, bah, beh, boh, eh, ehi, ehm, ih, mah, marsch, o, oh, ohi, oi, ps, pst, psst, puah, sci, st, sst, to, uff, uffa, uh, uhm; 2. interiezioni secondarie, o improprie, nomi, aggettivi, verbi o avverbi usati anche come interiezioni; sono una categoria aperta, le parole utilizzabili come interiezioni possono aumentare o diminuire. Molte interiezioni secondarie sono: nomi di animali: cane, porco, maiale, verme, pecora, vipera, oca, gallina, vacca, asino, somaro, troia, bestia, animale;
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nomi, aggettivi, verbi, avverbi usati: a) per agire sullinterlocutore: zitto, voce, fuori, dentro, basta, coraggio, animo, su, suvvia, andiamo, piet, perdono, scusa, scusi, bene, bravo, giusto, esatto, male, vergogna, sciocco, maledetti, accidenti, accipicchia; b) per avviare, mantenere o chiudere il contatto con linterlocutore: pronto, s, senti, senta, scusa, scusi, per favore, grazie; c) per dare coerenza al testo: senti, senta, vedi, guarda, ecco, insomma, gi, no? Le parole riportate ai punti b e c sono dette anche segnali discorsivi, cio parole che hanno perduto il loro valore grammaticale originario, per esempio senta!, scusi!, guarda!, e si sono trasformate in elementi che strutturano il discorso, collegano segmenti di testo, sottolineano il carattere interattivo della conversazione. Rientrano nel gruppo delle interiezioni secondarie: gli insulti: cretino, idiota, imbecille, scemo, stronzo, stupido; i saluti: buongiorno / buonasera si usano sia allinizio sia alla fine di un incontro; ciao apre e chiude un incontro con una persona a cui si d del tu; salve pu sostituire sia ciao sia buongiorno / buonasera e si adopera quando si incerti se rivolgersi allinterlocutore con il tu o con il lei; arrivederci si usa alla fine di un incontro; buonanotte si usa prima di congedarsi nella tarda serata o prima di andare a letto. 3. locuzioni interiettive: possono esprimere minaccia: guai a te! aprono unesortazione o un ordine: per amor di Dio!, santo cielo!, per carit! si usano per rifiutare o allontanare qualcuno o qualcosa: Dio ce ne scampi e liberi!, al diavolo!

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BIBLIOGRAFIA

Geta Popescu, Gramatica limbii italiene, Corint, 2005. Maurizio Dardano, Pietro Trifone, Grammatica italiana con nozioni di linguistica, Zanichelli, Bologna, 1995. Luca Serianni, Grammatica italiana Italiano comune e lingua letteraria, UTET, Torino, 2006. Carlo Iandolo, Italiano giovane Grammatica italiana, Fratelli Ferraro Editori, Napoli, 1992. Alfredo Ghiselli, Carlo Casalgrande, Lingua e parola, Sansoni, Firenze, 1986. Adriana Lzrescu, George Lzrescu, Gramatica limbii italiene, Niculescu, 1997. Mihaela Crstea-Romacanu, Gramatica practic a limbii italiene, Editura tiinific i Enciclopedic, 1980. Valentina Negriescu, Davide Arrigoni, Exerciii de gramatic italian, Gramar, 2004.

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Redactor: Andreea DINU Tehnoredactor: Camelia Brndua BRBAT Coperta: Cornelia PRODAN Bun de tipar: .11.2007; Coli de tipar: 13,25 Format: 16/61x86

Editura Fundaiei Romnia de Mine Bulevardul Timioara nr. 58, Bucureti, sector 6 Tel / Fax: 021/444.20.91; www.spiruharet.ro e-mail: contact@edituraromaniademaine.ro

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Prefazione

Il presente volume comprende la Fonetica e la Morfologia italiana, due capitoli di basilare importanza per tutti quelli che vogliono studiare la lingua italiana, e i destinatari sono particolarmente gli studenti universitari del I anno. E un corso il cui impianto descrittivo e sistema terminologico sono sostanzialmente quelli tradizionali, rinnovato e arricchito lungo gli anni sia nella parte teorica e descrittiva sia nelleserciziario, puntando sugli aspetti dellitaliano comune. Le regole, le strutture, gli schemi sono oggetto di una descrizione chiara, esaustiva e aggiornata e ogni singolo capitolo si chiude con un numero abbastanza grande di esercizi graduati al fine di valutare continuamente le conoscenze dello studente. G. P.

I. FONETICA

La fonetica analizza e classifica i suoni del linguaggio o foni nel loro aspetto fisico. La fonologia o fonematica studia invece lorganizzazione e la funzione dei foni nella struttura di una determinata lingua. Essa studia i suoni distintivi di una lingua, detti fonemi, quei suoni al cui cambiamento corrisponde un cambiamento di significato: cero, mero, nero, pero, vero ecc. I fonemi, le pi piccole unit distintive della lingua, vengono rappresentati nella scrittura per mezzo di segni grafici o grafemi, che sono le pi piccole unit distintive della scrittura. In teoria ci dovrebbe essere una corrispondenza perfetta tra i segni del sistema ortografico e i suoni del sistema fonologico, tra grafemi e fonemi, in realt non esiste unassoluta corrispondenza tra suoni e segni. Lalfabeto linsieme dei segni grafici, disposti in un ordine preciso, con i quali si indicano i fonemi di una determinata lingua. Lalfabeto italiano ventuno grafemi, ciascuno con il proprio nome, che possono scriversi con maiuscole o minuscole: A, a B, b (bi) C, c (ci) D, d (di) E, e F, f (effe) G, g (gi) H, h (acca) I, i L, l (elle) M, m (emme) N, n (enne) O, o P, p (pi) Q, q (cu, qu) R, r (erre) S, s (esse) T, t (ti) U, u V, v (vu, vi) Z, z (zeta)

+ cinque lettere straniere ventisei lettere J, j (i lungo) K, k (cappa) W, w (vu, vi doppio) X, x (ics) Y, y (ipsilon, i greco)
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Quanto al genere dei nomi delle lettere, luso tuttora oscillante; possiamo tuttavia considerarle di genere femminile, soprattutto quando si sottintende la parola lettera, vocale o consonante, tutte e tre femminili: si dice, per esempio, dalla a alla zeta = dal principio alla fine; (fig.) mettere i puntini sulle i = precisare, chiarire qualcosa. Sistema fonematico italiano Vocale il suono prodotto con unemissione daria che non incontra occlusioni o restringimenti nel canale e nella cavit orale; essa pu far sillaba da sola. Consonante il suono articolato viene pronunciato col canale orale chiuso o semichiuso; essa non pu formare sillaba da sola. I. Vocali i fonemi vocalici dellitaliano sono sette: a aperta e aperta: rba chiusa: mse i chiusa o aperta: pco chiusa: slo u chiusa Possiamo raggruppare le vocali nel cosiddetto triangolo vocalico, nel quale si distinguono: tre vocali anteriori o palatali una vocale centrale tre vocali posteriori e inoltre: tre vocali aperte quattro vocali chiuse anteriori o palatali i chiusa e chiusa e aperta u chiusa o chiusa o aperta posteriori o velari

a aperta centrale

Quando non sono accentate, le vocali e, o hanno costantemente il suono chiuso; quando invece vi cade sopra laccento, hanno ora il suono chiuso ora il suono aperto. La pronuncia aperta o chiusa di queste vocali assume particolare importanza nei casi in cui costituisce
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lunico elemento distintivo tra parole di significato diverso, ma uguali nella scrittura, i cosiddetti omgrafi: (aperta) sse = lettera dellalfabeto lgge = da leggere psca = frutto del pesco r = nota musicale vnti = plurale di vento (aperta) clto = da cogliere fro = piazza vlto = da volgere (chiusa) sse = pronome personale lgge = norma psca = da pescare r = monarca, sovrano vnti = numerale (chiusa) clto = istruito, dotto fro = buco vlto = viso, faccia

Non esistono regole per stabilire quando la e e la o toniche hanno suono aperto e quando, invece, hanno suono chiuso. Nei casi dubbi necessario ricorrere al dizionario. Il dittongo gruppo fonetico costituito da una vocale preceduta da semiconsonante o seguita da semivocale nella medesima sillaba. Il dittongo pu essere: ascendente semiconsonante + vocale: ia: fiamma, piatto, piazza ie: fieno, ieri, piede io: corridoio, gioco, pioggia iu: aiuto, fiume, schiuma ai: farai ei: lei oi: poi ui: altrui, suicidio ua: guaio, lingua, quasi ue: guerra, questo, sangue ui: anguilla, guida, quindici uo: cuore, fuori, liquore au: causa, laureato eu: neurologia

discendente vocale + semivocale:

I dittonghi mbili i dittonghi u e i perdono le semiconsonanti u, i quando laccento si sposta su unaltra sillaba: u o buno bont muvere movimnto scula scolro i e cilo celste pide pedstre Sina sense
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Si conserva il dittongo mobile: nelle parole composte: buongiorno, fuoribordo; negli avverbi in -mente: ciecamente, nuovamente; nei verbi nuotare, vuotare per evitare ogni possibile ambiguit con i verbi notare, votare; nei derivati: fieno fienile, fiero fierezza, piede piedistallo; nei superlativi: buonissimo, nuovissimo. Il trittongo complesso di tre suoni vocalici in una sola sillaba: buoi, guai, miei, studiai. Lo ito incontro di due vocali che fanno parte di sillabe distinte: du-ello ide-a po-eta ri-unire te-atro zo-ologi-a

II. Consonanti in italiano sono quindici consonanti: semplici doppie gruppi consonantici: digrammi trigrammi grafema p b m t d n gn c + a, o, u ch + e, i q + ua, ue, ui, uo g + a, o, u gh + e, i z
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definizione fonetica occlusiva bilabiale sorda occlusiva bilabiale sonora orale occlusiva bilabiale sonora nasale occlusiva dentale sorda occlusiva dentale sonora orale occlusiva dentale sonora nasale occlusiva palatale sonora nasale occlusiva velare sorda occlusiva velare sonora affricata alveolare sorda

esempio palla bello mare tela donna nero gnocchi casa chilo quadro gatto ghiro zio

grafema z c + e, i g + e, i f v s s sc + e, i sci + a, o, u r l gl + i gli + a, e, o, u

definizione fonetica affricata alveolare sonora affricata prepalatale sorda affricata prepalatale sonora continua costrittiva labiodentale sorda continua costrittiva labiodentale sonora continua costrittiva alveolare sorda continua costrittiva alveolare sonora continua costrittiva prepalatale sorda continua vibrante alveolare continua laterale alveolare continua laterale palatale

esempio zero cera giro fare vedo sera smilzo scena sciame rana luna gli taglio

Si pronunciano come in romeno b, d, f, l, m, n, p, r, t, v: banca, dare, fare, libro, madre, nipote, padre, rumore, titolo, vento. Si pronunciano diversamente: c c + a, o, u casa, coro, cupola c + l, r classe, credere c + e, i cena, cinema ch, sc digrammi sci trigramma g g + a, o, u gallo, goccia, gusto g + l, r globo, grande g + e, i gelo, ginnastica gh, gl, gn digrammi gli trigramma h non rappresenta alcun suono, soltanto un segno grafico;
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distingue le voci del verbo avere, per influenza del verbo latino HABERE, dagli omfoni (parole con suono uguale ma origine, significato, a volte anche grafia diverse): 1 persona singolare 2 persona singolare 3 persona singolare 3 persona plurale ho hai ha hanno o ai a anno io ho / bianco o nero tu hai / vado ai laghi egli ha / vado a Sinaia essi hanno / anno accademico

si trova: nei digrammi ch, gh che, chino, ghetto, ghianda nelle interiezioni ah!, ahi!, eh! q q + u + vocale quadro, questo, qui, quotidiano cq acqua, tacque qq soqquadro: mettere a soqquadro = in gran disordine s s sorda: s + vocale sale, seme, sigaro; nei derivati e nei composti: caposaldo, girasole s + c, f, p, q, t scala, trasporto, squadra, pasto consonante + s corsa, penso ss gesso, rosso s sonora: s + b, d, g, l, m, n, v, z sbarcatoio, sdraiarsi, sguardo, slancio, smarrito, snello, sradicato, svenuto s tra due vocali mese, viso s impura = s + consonante scolaro, stoffa, strada z z sorda: z + ia, ie, io grazie, spazio l + z alzare, calza zz pazzo z sonora: z tra due vocali azoto, ozono zz analizzare
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Le consonanti doppie segnano differenza di senso: consonante semplice capelli caro casa eco nona pena rosa sera sete sono consonante doppia cappelli carro cassa ecco nonna penna rossa serra sette sonno

Esempi: capelli neri, biondi / cappelli di stoffa un caro amico / un carro di legna casa paterna / Cassa di risparmio farsi leco di qualcuno / ecco il treno che arriva la nona sinfonia di Beethoven / nonna materna pena capitale / penna a sfera offrire una rosa / bandiera rossa lavorare da mattino a sera / fiore di serra avere sete / le sette meraviglie del mondo io sono (essere) / parlare nel sonno Il digramma successione di due diversi grafemi per rappresentare un solo fonema: ci + a, o, u ciao, panciuto gi + a, o, u mangio, gi ch + e, i barche, pochi gh + e, i ghepardo, ghiaccio gl + i in parole di origine greca o latina, si pronuncia come in romeno: glicine, glicerina; anglicano, ganglio, geroglifico, negligenza gl + a, o, u si pronuncia come in romeno: glaciale, gloria, deglutire gn + vocale regnare, degne, magnifico, bagno, ognuno si pronuncia come in romeno: Wagner, wagneriano sc + a, o, u scafandro, scolaro, scudiero
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sc + i sciroppo, sciare sc + e scena, pesce Il trigramma successione di tre grafemi indicanti un solo fonema: sci lasciare, sciogliere (la i non si pronuncia) sce scena, pesce gli figlio, scegliere Le lettere straniere j (i lungo) appare in: nomi propri: topnimi Jesolo, Jonio antropnimi Jacopo, Ojetti nomi stranieri jambon (fr.) jeans (ingl.) Junker (ted.) k (cappa) appare in: parole straniere karte, karting, kayak, kola sigle di origine greca kg, km, kl, kw; in forma piena preferibile ricorrere alla grafia italianizzata: chilogrammo, chilmetro, chillitro, chilowatt. w (vu, vi doppio) pronunciata come: u semiconsonantica weekend, western, whisky v Walter, Wassermann, watt, wolframio x (ics) appare in: parole formate con i prefissi di origine greca xeno-, xero-, xilo xenofobia, xenfobo, xerocopia, xilfono; toponimi Xanto antroponimi Marx; nei suoi derivati: marxismo forestierismi texano, mixer y (ipsilon, i greco) yacht, yemenita, yoga, brandy, derby. La sillaba un fonema o un gruppo di fonemi che si articolano in modo distinto e autonomo, con una sola emissione di voce; pu essere formata da una vocale o da un dittongo, soli o accompagnati da una o pi consonanti. In italiano il centro di una sillaba sempre costituito da una vocale.
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Si pu distinguere tra: sillaba tonica su cui cade laccento atona senza accento tonico sillaba aperta o libera finisce in vocale: ca-sa; chiusa o implicata finisce in consonante: car-ne. Dal punto di vista del numero delle sillabe, in italiano le parole si dividono in: monosillabi: e, ma, gi, tuoi; polisillabi: bisillabi: brc-cio, fr-ma, v-a; trisillabi: n-ge-lo, con-t-sto, far-fl-la; quadrisillabi: far-ma-c-a, pa-p-ve-ro, re-pli-ca-re; cinque, sei, sette o pi sillabe: a-rit-me-ti-ca, pa-ra-go-na-bi-le. Regole per la divisione dei vocaboli in sillabe Si dividono: una vocale iniziale di parola, seguita da una consonante semplice: i-so-la, u-ti-le; le vocali in iato: pa-u-ra, sci-a-re; una consonante semplice seguita da vocale: ma-re, vo-la-re; le consonanti doppie e il gruppo cq si dividono a met: connes-si-ne; stel-la; ac-qua, nac-que; nel caso di due o tre consonanti diverse tra loro: 1. se si tratta di un gruppo di consonanti in principio di parola, il gruppo non si divide e fa sillaba con la vocale che segue: stra-da; spro-fon-da-re; bra-vo; dram-ma; gran-de; tre-no; in questo gruppo va considerata anche la s impura, che si unisce sempre alla consonante o alle consonanti che seguono: o-spi-te; a-stro; 2. se invece il gruppo di consonanti non si trova in principio di parola, allora questo si divide: la prima consonante del gruppo va con la vocale precedente, laltra o le altre con la vocale della sillaba che segue: ar-ma; par-co; tec-ni-ca; en-tra-re; le parole composte si dividono tra prefisso e base: sub-nor-ma-le. Non si dividono: i dittonghi e i trittonghi: pio-ve; guai;
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i digrammi e i trigrammi: bar-che; ghiac-cio; re-gna-re; scimmia; sce-na; mo-glie; sba-glia-re; i gruppi consonantici costituiti da b, c, d, f, g, p, t, v + l, r ca-blo-gram-ma. nel caso in cui si giunga in fin di riga con un apostrofo, consigliabile mantenere lintegrit della sillaba che comprende lapostrofo: del- / la-mi-ca; quel- / luo-mo; nel- / li-so-la; nel caso in cui si debba dividere in fin di riga una parola composta contenente un trattino, opportuno segnare il trattino due volte, uno in fin di riga, laltro allinizio della riga seguente: guerra russo- / -giapponese. Laccento rafforzamento della voce nella pronuncia di una sillaba, in particolare di una vocale in essa contenuta. La sillaba e la vocale accentate si chiamano toniche; le altre sillabe e le altre vocali si chiamano atone. Si distinguono: accento intensivo o dinamico, proprio dellitaliano, del francese, del tedesco, che consiste in un aumento dellintensit della voce; accento musicale o cromatico, nel cinese, che consiste in un aumento dellaltezza della voce; accento fisso, quando in una lingua cade in tutte le parole su una data sillaba (in francese, sempre sullultima); accento libero, quando in una lingua pu cadere su tutte le sillabe, come in italiano. accento tonico, proprio di ogni parola; accento grafico, usato solo in certi casi nella scrittura in corrispondenza dellaccento tonico. Quindi tutte le parole hanno un accento tonico, ma solo alcune hanno anche laccento grafico. In italiano laccento cade normalmente: sullultima sillaba parola tronca o ossitona: citt; perch; sulla penultima sillaba parola piana o parossitona: cnto; passre; sulla terzultima sillaba parola sdrucciola o proparossitona: tvolo; mile; rdere;
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e raramente sulla quartultima sillaba parola bisdrucciola: bitano; desderano. o sulla quintultima, in alcune forme verbali composte con pronomi enclitici parola trisdrucciola: rcitamelo. Come segno grafico, laccento si usa in italiano per indicare la vocale tonica: accento grave [`], si segna su: e, o aperte; a, i, u; accento acuto [], si segna su e, o chiuse. Nellortografia italiana laccento obbligatorio: sui polisillabi tronchi: carit, universit, desider, partir; sui monosillabi: gi, pi, pu; su alcuni monosillabi, per distinguerli da parole uguali nella pronuncia (gli omofoni) o nella scrittura (gli omografi), di significato diverso: d Ugo mi d un libro. Ugo studente. l quel ragazzo l; Vai l! l l dentro; quel volume l; Mettilo l! n Non ti aiutiamo n io n lui. s essere pieno di s; La cosa in s ha poco valore. dire di s s da santa Caterina da Siena; contare da uno a dieci; comportarsi da amico; Ti aspetto da unora. e buono e bello; io e voi; Salut e usc. la la casa; La prego, Signore; La vidi ieri a teatro. li Li ho incontrati ieri in montagna. ne Appena lo conobbe ne divenne amico. Dammi una caramella, io non ne ho pi. se Tu, se ben ricordo, sostenevi il contrario. Se vincessi alla lotteria! si si dice; Carla si veste con gusto.
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t una bustina di t; t col limone; servizio da t

te Tuo fratello verr con te. Te lo dico io.

Quando il pronome s seguito da stesso o medesimo, laccento grafico facoltativo. Quando laccento cade allinterno di parola, laccento grafico non si mette. Tuttavia ci sono dei casi in cui una parola pu avere due significati diversi a seconda di dove cade laccento; si tratta di alcuni omografi, termini che non si distinguono per come vengono scritti ma per come vengono pronunciati: ncora di salvezza blia: far da ~ a qualcuno cmpito in classe ncciolo delloliva psca (fruto del pesco) prncipi: i ~ di casa Savoia sbito: vieni qui ~ ancra: non ~ arrivato bala = potere: in ~ della sorte compto = cortese: una persona ~a noccilo (albero) psca: andare a ~; ~ del tonno princpi: i ~ della logica subto: un danno ~ = rcevuto

Lapstrofo segno [] che indica: lelisione di una vocale: lanima, questuomo, santAgostino; il troncamento di una sillaba: po = poco Ugo vuole un po dacqua. la soppressione del millesimo e del centesimo nelle date: il 500. Lelisione soppressione della vocale finale atona di una parola dinanzi alla vocale iniziale della parola seguente. Nella grafia, a differenza del troncamento, si segna con lapostrofo: larte, anchio, senzaltro. Si elidono: articoli luomo, lamica, unamica; preposizioni articolate: nellet; aggettivi: bello, buono, grande, questo, quello, santo bellorologio, bellarchitettura; buonamica; grandopera; questanno, questaria; quelluomo, quellaula; santAndrea, santAgnese; come, ci davanti al verbo essere: com andata?, c, cerano; alcune espressioni idiomatiche: a quattrocchi, tuttaltro, senzaltro, nientaltro, mezzora;
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alcune preposizioni: di daccordo, doro, una domenica dautunno; da daltra parte, daltronde, dora in poi. Il troncamento o lapcope caduta di uno o pi suoni in fine di parola. Pu essere: vocalico: mal(e) di mare, a fior dacqua, essere in fin di vita; sillabico: fra(te) Cristoforo, quel(lo) signore. Talvolta si segna con lapostrofo: po = poco Sono un po stanco stasera. ca = casa Ca Foscari (palazzo veneziano); mo = modo a mo di = in funzione di; da, di, fa, sta, va, forme dellimperativo dei verbi dare, dire, fare, stare, andare: Di a Maria di tornare subito! Si troncano: articoli: uno un albero; e i composti: alcuno, nessuno, ciascuno nessun operaio, ciascun abito; aggettivi: buono buon affare, buon prodotto; bello, frate, grande, quello, santo bel giovane; fra Cristoforo; gran giocatore, gran bellezza; quel libro; san Giovanni, san Iacopo; suora suor Ana; suor Maria; tale, quale un tal individuo; qual . Esercizi 1. Con laiuto del dizionario, completa le parole con: vocali: c_sa, d_re, fars_, lett_ra, m_gma, p_ne, r_sa, s_le, tass_, z_na; dittonghi: bugg__rdo, camp__ne, glor__so, graz__, ins__me, trinom__, ug__le, ultras__no, umil__re, valig__; consonanti doppie: a__u__o, bo__e__ino, gia__a, i__ediato, le__enda, ma__o, profe__ore, tu__el, ve__hio, vi__ima; digrammi: bolo__ese, campa__a, __iamare, co__ome, __iacciaio,
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lava__a, ma__etico, ri__iedere, spu__a, un__ia; trigrammi: cana___a, conchi___a, consi___o, fami___a, ___icco, sce___ere, ___are, ___entifico, sba___o, ugua___anza. 2. Completa le seguenti parole con la lettera adeguata. Attenzione, c pi di una possibilit! mese me...e lame la...e neve ne...e rane ...ane vede ...ede rive ...ive meno ...eno vena ve...a sere ...ere tara ...ara 3. Ora inserisci le parole in corsivo dellesercizio precedente invertendo lordine delle sillabe: I ________ amici si riconoscono al momento del bisogno. Hai pagato la ________ del mutuo? E una persona che non ha sangue nelle ________. Mia nonna, quando legge i giornali, sinteressa solo della cronaca ________. Marco ha una faccia tonda come una ________. Prima di prendere una decisione si ________ tener conto di tutte le difficolt da affrontare. Ti prego di chiamare le cose col loro ________. Si ________ conto di avere torto, quindi prefer tacere. Se vuoi andare in Sardegna, devi prendere la ________. 4. Inserisci le seguenti parole a, ha, ah, ai, hai, anno, hanno, o, ho al posto dei puntini: Mamma, mi sono ferito _____ una mano! Fammi vedere, ma come _____ fatto? _____, mi fai male! Da domani non andrai pi _____ giocare in cortile, ne _____ fin sopra i capelli.
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Sono stati i miei amici, mi ________ spinto e sono caduto. Non c un giorno che vada bene, _____ torni ferito _____ con i vestiti rotti, per fortuna che il prossimo _____ andrai _____ scuola! _____, sai che bello! Bello _____ brutto, ci andrai! Ma io non voglio, il nonno non _____ mai studiato. Non dire sciocchezze, ci tieni cos tanto _____ tuoi giornalini! Vuoi continuare _____ guardare le figure e _____ immaginare quello che c scritto sopra? Uffa! 5. Dividi in sillabe: attaccapanni, attraversare, bellissimo, compagno, demoralizzazione, equilibrista, famiglia, ghigliottina, inutilit, liquidit, medicazione, mediocrit, neurologico, ostacolare, professoressa, ruscello, sfruttatore, tranquillamente, videosegnale, zairiano. 6. Metti laccento, se necessario: Perche non ti piace il te al limone? La nostra aula e la? Si, ti ho detto di si. Di solito Carla va in campagna la domenica: la trova la pace che invano cerca qui in citta. Questa rivista non mi piace piu perche e troppo femminista. Il fatto e che lUmanesimo, pur non rinnegando la grande opzione cristiana della civilta, non e piu disposto a puntare sulla caducita delluomo. 7. Metti lapostrofo, se necessario: Bevo un po di latte perch ho mal di gola. Andrea, lo amico di Eva, venuto a cercarla ieri sera. Santo Antonio il protettore di Padova. Sei proprio un bello furbo e un bello imbroglione. Abbiamo una vita e una anima sola. Di autunno cadono le foglie. Nessuna altra donna lo avrebbe fatto.

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II. MORFOLOGIA

La morfologia classifica tutte le parole di una lingua, ne studia la forma e i cambiamenti che queste possono subire. Le parti del discorso le categorie nelle quali si dividono, in grammatica, le parole di una lingua secondo la loro forma e funzione. Le parti del discorso sono: variabili: articolo nome aggettivo pronome verbo invariabili: avverbio preposizione congiunzione interiezione

Nelle parole si riconosce: la radice o morfema lessicale, una parte immutabile: ragazzgrandstudi la desinenza o morfema grammaticale, una parte terminale, soggetta a variazioni: -o, -a, -i, -e -e, -i -are, -er LARTICOLO E una parte variabile del discorso che precede il nome a cui si riferisce e concorda con esso in genere e numero: Un caff con lo zucchero in una tazzina.
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Larticolo, insieme ad altre parti del discorso, gli aggettivi dimostrativi (questo, quello), indefiniti (alcuni) o qualificativi (bello), svolge unimportante funzione, quella di determinante del gruppo nominale. C un legame molto stretto tra larticolo e il sostantivo. Solo in determinate condizioni il sostantivo pu fare a meno dellarticolo (con alcuni nomi propri Monica, Parigi), mentre larticolo sempre seguito da un sostantivo. Larticolo pu precedere anche parole che non sono nomi: un verbo al participio Gli abitanti dellisola non sono numerosi. allinfinito Il bere fa male. un aggettivo Il rosso il mio colore preferito. una congiunzione Spiegatemi il come e il perch. un avverbio Il troppo stroppia. Se precedute dallarticolo, queste parole diventano nomi a tutti gli effetti. Articolo determinativo: il, lo, la, i, gli, le; indeterminativo: un, uno, una; partitivo: del, dello, della, dei, degli, delle Dammi dellacqua! articolo genere numero singolare plurale determinativo maschile il, lo, (l) i, gli la, (l) le indeterminativo un, uno una, un femminile maschile femminile

Larticolo rappresenta due opposizioni fondamentali: classe / membro Il leone il re degli animali. / (= i leoni, tutti i leoni) Ho visto un leone allo zoo. / (un membro della classe dei leoni) noto / nuovo Il bambino nel giardino. / (noi gi lo conosciamo ed noto anche a chi ci ascolta) Un bambino nel giardino. / (non lo conosciamo)
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In alcuni casi lo stretto legame tra articolo e sostantivo viene spezzato mediante linserimento di: un aggettivo: il nuovo edificio; un participio passato: il suddetto autore; un avverbio: lallora capo del governo. Lopposizione tra determinato e indeterminato avviene in modo diverso al singolare e al plurale: al singolare larticolo ha forme specifiche per indicare sia la determinatezza sia lindeterminatezza: il ragazzo / un ragazzo; la finestra / una finestra; al plurale larticolo ha forme specifiche solo per indicare la determinatezza, mentre lindeterminatezza indicata dallassenza dellarticolo o dallarticolo partitivo dei, degli, delle: i ragazzi / _ ragazzi (dei ragazzi); le finestre / _ finestre (delle finestre). Davanti a nomi che hanno una stessa forma per il maschile e il femminile o per il singolare e il plurale, larticolo ne specifica il genere e il numero: il / la nipote; la / le specie. Larticolo determinativo Indica una cosa ben definita, che si presuppone gi nota. Larticolo determinativo impiegato per indicare: una classe, un tipo, una specie: Luomo dotato di ragione. (= ogni uomo) lastratto: La pazienza una gran virt. parti del corpo: Mi fa male la testa. oggetti: Non trovo pi le scarpe. cose uniche in natura: il sole, la luna, la terra; nomi di materia: il grano, largento. Larticolo indeterminativo Indica una cosa generica, indefinita, non ancora nota; la sua funzione quella di introdurre nel discorso un nome di cui non si era parlato in precedenza. Nel linguaggio parlato si usa per esprimere: ammirazione: Ho conosciuto una ragazza! senso superlativo: Ho avuto una paura! approssimazione: Dista un tre chilometri.
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Scelta delle forme dellarticolo Per quel che riguarda larticolo maschile: le forme il, i / un si usano davanti a una parola iniziante per consonante semplice o per gruppi di due o pi consonanti il fiore, il ragazzo, il cane, il wafer; il prestito, il treno, il grande specchio; i fiori, i ragazzi, i cani, i wafer; i prestiti, i treni, i grandi specchi; un fiore, un ragazzo, un cane, un wafer; un prestito, un treno, un grande specchio. Casi speciali: l / gli / un whisky; luso tende a preferire oggi le forme il / i / uno whisky. le forme lo, gli / uno si adoperano davanti a una parola iniziante per: s + consonante lo scandalo, lo spettacolo, lo stesso giorno; gli scandali, gli spettacoli, gli stessi giorni; uno scandalo, uno slavo, uno svizzero; sci, sce lo sciame, gli sciami, gli scialli; uno scemo; gn lo gnocco, gli gnocchi, uno gnomo; z, x lo zero, lo zolfo, lo zucchero, gli zii, uno zaino; lo xilofono; pn, ps lo pneumatico, gli pneumatici; lo psicologo, uno pseudonimo; y, i + vocale lo yogurt; lo iodio, gli iugoslavi, uno iato. si ha lo in alcune locuzioni avverbiali: per lo pi, per lo meno.

le forme l, gli / un si usano davanti a una parola iniziante per vocale

lalbero, lerrore, lincendio, lospite, lutile libro, lhambrger, lhandicap; gli alberi, gli errori, gli ospiti, gli utili libri, gli handicap; un albero, un errore, un ospite, un utile libro, un habitat, un hobby. gli si adopera con la parola dei, plurale di dio il dio, gli dei. Per quel che riguarda larticolo femminile: le forme la / una si usano davanti a una parola iniziante per consonante e per i + vocale la classe, la donna, la studentessa, la zia, la bella amica, la hall, la holding; la iena;
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una classe, una donna, una studentessa, una zia, una bella amica, una hall; una iena. le forme l / un si usano davanti a una parola iniziante per vocale lamica, lisola, loca, luniversit, lenergica mano; unamica, unisola, unoca, ununiversit, unenergica mano. la forma le si usa al plurale le classi, le studentesse, le zie, le belle amiche, le hall, le iene; le isole, le oche, le universit, le energiche mani. Larticolo indeterminativo privo di plurale. Al suo posto, per accompagnare un nome plurale, possibile adoperare: le forme dellarticolo partitivo dei, degli, delle: Ho sentito una strana voce. Ho sentito delle strane voci. gli aggettivi indefiniti alcuni, alcune o qualche (seguito dal singolare): Ho sentito alcune strane voci. Ho ancora qualche dubbio. oppure non adoperare niente: Ho sentito _ strane voci. Ho ancora _ dubbi. Larticolo partitivo rappresentato dalle preposizioni articolate del, dello, della, dei, degli, delle, usate con il significato di una parte di, un po di: Compra del pane! Avete mangiato dello strudel. Larticolo partitivo si usa soltanto con i nomi massa, cio con quei sostantivi che indicano una certa quantit di qualcosa: E caduta della pioggia. Prestami del denaro! Articolo partitivo + nomi astratti = espressioni del tipo avere dellingegno / del buon senso / del fegato ecc. Al plurale larticolo partitivo sostituisce linesistente plurale dellarticolo indeterminativo: Ho visitato dei musei molto interessanti. Quando larticolo partitivo preceduto da una preposizione, quindi inserito in un complemento indiretto, si preferisce dire: E venuto con amici. / invece di ...con *degli... Ho scritto ad (alcuni) amici. / invece di ...a *degli...
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Larticolo determinativo con i nomi propri Nomi propri di persona con i nomi di battesimo larticolo non va usato: E arrivato Carlo. Ho sentito Lucia. se i nomi hanno un determinante, larticolo obbligatorio: limperatore Traiano, Stefano il Grande, lastuto Ulisse; con i soprannomi di personaggi antichi e meno antichi larticolo quasi sempre obbligatorio: (il) Poliziano, il Valentino, il Che, lAlighieri, lAriosto, la Passionaria. con i cognomi di uomini contemporanei larticolo non si usa: Ciampi, Prodi, Chirac; si usa invece se i cognomi sono al plurale, cio indicano tutti i membri di una famiglia: i Medici, i Visconti, gli Sforza; con i cognomi di donne contemporanee larticolo facoltativo: (la) Clinton, (la) Bellucci; con i cognomi di uomini e di donne illustri del passato larticolo facoltativo: (il) Manzoni, (la) Serao; ma larticolo non si adopera con i cognomi di personaggi che sentiamo vicini a noi perch appartenenti alla nostra memoria storica: Colombo, Garibaldi, Mazzini, Cavour, Verdi, Pirandello, Mussolini, Marconi, Gramsci; larticolo non si usa neanche con i cognomi di stranieri illustri: Mozart, Beethoven, Voltaire, Shakespeare. Nomi propri di luogo non richiedono larticolo i nomi dei paesi, delle citt, delle isole considerate piccole: Orbetello; Roma, Parigi; Capri, Corf, Ischia, Malta, Rodi; ecc. citt: LAquila, La Spezia, LAia, LAvana, La Mecca, Il Cairo; isole: LElba, il Giglio. se i nomi di citt hanno un determinante, larticolo obbligatorio: lindustriosa Milano, la Venezia dei dogi; non richiedono larticolo i nomi dei pianeti e delle stelle: Marte, Andromeda. richiedono larticolo i nomi delle regioni, degli stati, dei continenti, delle isole considerate grandi: il Piemonte, la Lombardia; il Marocco, lo Yemen, la Spagna, lItalia; lEuropa, lAsia; il Madagascar, la Groenlandia, i Caraibi, le Azzorre;
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ecc. isole: Cipro, Creta, Sumatra; i nomi dei mari, degli oceani, dei laghi, dei fiumi: il Mediterraneo, lo Ionio, lAdriatico; il Pacifico, lAtlantico; il Trasimeno; il Po, lArno, la Senna; i nomi dei monti: il Vesuvio, lo Stromboli, lEtna, i Balcani, gli Appennini, le Alpi. Questi nomi possono fare a meno dellarticolo quando sono usati come: complemento di specificazione: il re di Svezia, lambasciatore di Gran Bretagna; ecc. il presidente degli Stati Uniti, il rappresentante della Romania. complemento di luogo introdotto dalla preposizione in: andare in Australia, vivere in Toscana; ecc. abitare nel Lazio, recarsi nel Veneto. Con tutte le altre preposizioni larticolo si usa sempre: viaggiare per lAmerica, dirigersi verso la Cina, tornare dal Brasile. Omissione dellarticolo determinativo Larticolo non si usa in: espressioni: abito da sera/ballo, scarpe da tennis, servizio da t, vino da tavola; espressioni predicative formate da verbo + nome: avere fame/ sete, aver paura, cambiare casa/argomento, dare aiuto/ragione/importanza, prendere posto, sentire caldo/freddo; espressioni formate da verbo + preposizione + nome: parlare di sport, giocare a carte; locuzioni avverbiali: in fondo; complementi di luogo: andare a letto, tornare a casa, abitare in montagna, recarsi in chiesa; modi di dire e proverbi: chiudere bottega; Can che abbaia non morde. titoli di libri, capitoli, di opere darte e di articoli di giornale: Fisica applicata, Canto V, Natura morta, Moto contro treno: nessun ferito; insegne: Entrata, Partenze, Ristorante; con la preposizione senza: senza dubbio.
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Infine, larticolo non compatibile con: gli aggettivi dimostrativi: questo quaderno, quella citt; alcuni aggettivi indefiniti: nessun aiuto; gli aggettivi interrogativi ed esclamativi: Che libro leggi?; gli aggettivi possessivi seguiti dai seguenti nomi di parentela singolari: padre, madre, figlio, figlia, fratello, sorella, marito, moglie, zio, zia, nipote ecc. mio/tuo/suo/nostro/vostro padre; mia/tua/sua/nostra/vostra madre; tuo marito, sua moglie; ecc. loro sempre preceduto dallarticolo: il loro padre, la loro madre. alcuni appellativi onorifici quando sono preceduti da Sua, Vostro/Vostra: Sua Eccellenza, Sua Maest, Sua Santit, Vostro Onore, Vostra Altezza. Gli aggettivi possessivi sono preceduti dallarticolo determinativo se i nomi di parentela: sono nonno, nonna: (la) mia nonna; sono al plurale: le mie sorelle, i suoi nipoti; hanno un determinante, aggettivo o complemento: la mia cara figlia, il tuo zio di Roma; sono seguiti dal possessivo: il figlio suo; sono alterati: il mio pap, la tua mamma, il suo fratellino, la sua sorellina. sono nomi composti: il mio bisnonno. Preposizioni articolate Tutte le preposizioni proprie possono unirsi ai vari articoli determinativi e formare delle preposizioni articolate: di + la della in + lo nello fra + il fra il con gli stessi valori e le stesse funzioni delle preposizioni semplici da cui derivano. Delle preposizioni articolate, alcune hanno forma: analitica, cio la preposizione e larticolo si scrivono separati: con il, fra la; sintetica, cio la preposizione e larticolo si scrivono uniti: sul, dalla.
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il a con da di fra in per su tra al con il col dal del fra il nel per il sul tra la

lo l allo all con lo con l coll dallo dall dello dell fra lo fra l nello nell per lo per l sullo sull tra lo tra l

la l alla all con la con l coll dalla dall della dell fra la fra l nella nell per la per l sulla sull tra la tra l Esercizi

i ai con i dai dei fra i nei per i sui tra i

gli le agli alle con gli con le dagli degli fra gli negli per gli sugli tra gli dalle delle fra le nelle per le sulle tra le

1. Metti larticolo determinativo davanti ai nomi: maschili: autunno, giornale, ospite, sbaglio, commento, tavolo, intervallo, sparo, addio, architetto, studio, ufficio, mestiere, programma, appuntamento, sciopero, soprano, inverno, negozio, manoscritto; femminili: cena, informatica, spesa, opera, indagine, birra, intervista, scatola, zebra, iena, estate, macchina, recluta, autostrada, telecronaca. 2. Metti larticolo determinativo davanti ai nomi: a) spazzole, esercizi, domande, stranieri, biglietti, medicine, occhi, scrupoli, dischi, canzoni, esami, barzellette, critiche, intrighi, telegrammi, alberghi, feste, progetti, elettrodomestici, automobili; b) tragedie, colazione, cioccolatini, valigia, soldi, cartoline, figlio, chiavi, orologio, sigarette, problemi, specchio, anelli, ristorante, biciclette, ditta, chiacchierate, cavallo, sorpresa, righe. 3. Metti larticolo indeterminativo davanti ai nomi: museo, cattedrale, scrivania, stupro, appartamento, cioccolato, aula, lettera, ingegnere, attrice, soggiorno, scolaro, visita, mese, fabbrica, albergo, camera, cappuccino, insegnante, funzione. 4. Metti larticolo determinativo davanti ai nomi propri, se necessario: a) Roma, Rodi, Creta, Roma dei papi, Garda, Tevere, industriosa Torino, Sicilia, Danubio, Veneto, Abruzzo, Toscana, Argentina, Portogallo, Egitto, Africa, Olimpo, Pirenei, Ande, Marna;
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b) Marco, Visconti, Chiara, Loren, Estensi, Alighieri, Boccaccio, Mussolini. 5. Crea tutte le frasi possibili: citt medievale. Ho visitato la citt del famoso Palio. una citt ricca di monumenti. dove sono nati i miei nonni. 6. Cambia lordine delle parole facendo attenzione allarticolo: la scorsa settimana, il coraggio eccezionale, latroce guerra, il panorama stupendo, il consiglio adatto, linfinita dolcezza, la passata stagione, lacuto dolore, la notizia inutile, lo spettacolo interessante. 7. Cancella la forma scorretta: La Sardegna / Sardegna offre ai turisti spiagge bellissime. Spezia / La Spezia nota soprattutto per il suo porto. La nostra sorellina / Nostra sorellina ha appena compiuto due anni. Come sta il tuo / tuo padre? La sua moglie / Sua moglie casalinga. Venezia / La Venezia la citt del Carnevale. La Milano / Milano del Medio Evo lott contro il Barbarossa. Il Luigi Pirandello / Luigi Pirandello nato ad Agrigento. Po / Il Po passa per Torino / la Torino. 8. Completa con larticolo partitivo appropriato: Compro fiori. Vedo libri. Sento rumori. Sui nostri banchi ci sono matite. Mangio burro, latte e pane. Ho visitato citt straniere. Devi comprare soltanto patate. E caduta pioggia. 9. Completa il testo con le preposizioni articolate adatte: Faccio una visita amico di Carlo. Chiedo un libro professore ditaliano. Telefoniamo amici e ... amiche di Monica. Offro ... fiori attrice. Scendo treno ... otto in punto. Scriviamo lesercizio lavagna. Ogni domenica vado nonni e ogni sabato vado ... stadio. I giornali e le riviste sono tavolo, i libri sono ... scaffali. Gli studenti parlano esami. Il quaderno zaino, le matite sono ... astuccio. Ci sono errori vostro esercizio. Ho chiesto invitati di fare meno rumore. Il padre mia amica mi ha telefonato per chiedermi lindirizzo.
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10. Completa gli spazi liberi con articolo determinativo, indeterminativo o preposizioni articolate: ... freddo ha mille forme e mille modi di muoversi ... mondo: ... mare corre come ... mandra di cavalli, ... campagne si getta come ... sciame di locuste, ... citt come lama di coltello taglia ... vie e infila ... fessure ... case non riscaldate. A casa di Marcovaldo quella sera erano finiti ... ultimi stecchi, e ... famiglia, tutta incappottata, guardava ... stufa impallidire ... braci, e ... loro bocche ... nuvolette salire a ogni respiro. ... fine Marcovaldo si decise: Vado per legna. Si cacci quattro o cinque giornali ... ... giacca e ... camicia, si nascose sotto ... cappotto ... lunga sega dentata, e cos usc ... notte, seguito ... lunghi sguardi speranzosi ... familiari, ... ... sega che ogni tanto gli spuntava ... bavero.
Italo Calvino, I racconti, Edit. Einaudi

11. Analizza gli articoli e le preposizioni articolate del testo di sopra. IL NOME (O SOSTANTIVO) E una parola variabile che serve a nominare: esseri animati: persone e animali Carlo, Monica, sorella, fratelli; cani, gallina; cose libro, piatti, cattedra, matite; idee libert, giustizia; sentimenti simpatia, amore; fenomeni tempesta, terremoti; sensazioni freddo, piacere; azioni furto, dormita; fatti reali o irreali guerra, stregoneria. Parole usate in funzione di nome Possono svolgere la stessa funzione del nome: il pronome, che molto spesso sostituisce un nome: Ugo studente. Egli studente. altre parti del discorso, in particolare: laggettivo: Spero che domani torner il bello.
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il verbo allinfinito: Fra il dire e il fare c di mezzo il mare. In tal caso si dice che le parole sono sostantivate. Sul piano morfologico, le due classi pi importanti, il nome e il verbo, sono contraddistinte dalla diversa flessione: il nome varia in: genere, maschile e femminile ragazzo / ragazza; numero, singolare e plurale ragazzo / ragazzi; ragazza / ragazze. il verbo varia in: modo indicativo (sono), congiuntivo (sia), participio (stato); tempo presente (sono), passato prossimo (fui), futuro (sar); persona sei (tu), siamo (noi). Esistono per verbi che non indicano azioni o processi ma stati (essere, possedere, comportare, v. VERBI STATIVI) e analogamente, nomi che indicano azioni: aggressione, preparazione ecc. Anche rispetto allaggettivo, il nome presenta alcune caratteristiche specifiche: lopposizione determinato / indeterminato: il cavallo un cavallo _spazioso _ spazioso il nome regge laggettivo e ne determina il genere e il numero: un libro nuovo / *nuova, nuovi, nuove cinque matite nere / *nero, nera, neri il nome non ha gradi di paragone: laggettivo bello bellissimo il nome bellezza La forma del nome La parte finale del nome, detta desinenza o morfema grammaticale, cambia a seconda del: genere, maschile e femminile il gatto / la gatta; numero, singolare e plurale il gatto / i gatti.
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Distinzione dei nomi in base al significato In base al loro significato, i nomi vengono suddivisi in varie classi: 1. comuni indicano persone, animali, cose e concetti in modo generico: donne; cane; libri; bont; propri indicano persone: nomi Marco, Paola; cognomi Rossi; animali Fido; topnimi Roma, Lazio, Po, Alpi; pianeti e stelle Terra; Andromeda. Molti nomi comuni derivano da nomi propri. Il fenomeno frequente nel linguaggio scientifico, in cui vari nomi hanno alla base il cognome di uno scienziato: volt dal nome di Alessandro Volta. Ma il fenomeno interessa anche parole della lingua comune: ghigliottina < fr. guillotine risale al nome del suo ideatore, il medico francese J.-L. Guillotin; Borsa deve il suo nome alla piazza antistante il palazzo della nobile famiglia Van der Burse, a Bruges, dove fin dal XIV secolo si radunavano i mercanti per svolgere i loro affari. 2. concreti indicano individui e oggetti materiali: ragazzo, lupi; rivista; astratti indicano concetti non materiali, percepibili solo attraverso la mente: amore, coraggio, adolescenza; La distinzione tra nomi concreti e astratti non sempre chiara; molti nomi possono essere ora concreti ora astratti: un nome astratto se adoperato nel senso di fama raggiungere la celebrit celebrit un nome concreto quando significa persona celebre E una celebrit nel campo della medicina. 3. individuali indicano un solo individuo o oggetto: calciatore, ape, giornale, rivista; collettivi indicano un insieme di individui o di oggetti dello stesso tipo: flotta, squadra, sciame, biancheria. 4. numerabili indicano entit delimitabili: libro, sedia;
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non numerabili o nomi massa indicano sostanze amorfe: acqua, sale, colla; materiali: ferro, legno, gomma. I nomi massa hanno alcune propriet: non hanno plurale; se volti al plurale, subiscono uno slittamento di significato: i vini, gli zuccheri, i sali si adoperano soprattutto in contesti tecnico-scientifici: Il fruttosio e il glucosio sono zuccheri semplici. I sali sono composti chimici derivanti dallunione di un acido con una base. al singolare possono essere preceduti dallavverbio abbastanza: Nel latte non c abbastanza zucchero. o dagli aggettivi indefiniti molto, poco: C poco latte. prendono larticolo partitivo singolare del: Vorrei del prosciutto. Distinzione dei nomi in base alla forma 1. semplici o primitivi non derivano da altre parole e sono formati soltanto da radice + desinenza corp-o, mont-e, vent-o; 2. derivati si formano aggiungendo a una parola di base un elemento, detto: prefisso, se si mette allinizio della parola di base: corpo ac / corp / are = unire, annettere: ~ due terreni; suffisso, se si mette alla fine della parola di base: corpo corp / etto Il derivato ha un significato diverso e autonomo rispetto a quello della parola di base: acqua, elemento naturale; acquaio = lavello; acquata, (fam.) pioggia improvvisa, breve. 3. alterati si formano aggiungendo alla parola di base un suffisso ma, senza cambiare completamente il significato del termine di base, lo modificano soltanto, presentandolo come pi grande, pi piccolo, pi bello o pi brutto: corpo DIM. corp / icino; PEGG. corp / accio / iciattolo 4. composti si formano unendo due o pi parole: anticorpo, capolavoro, manoscritto.
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Il genere: maschile e femminile Per quel che riguarda il genere, occorre distinguere fra: genere naturale, che corrisponde al sesso dellessere indicato, come accade: nei nomi maschili: Francesco; padre, attore; lupo; nei nomi femminili: Francesca; madre, attrice; lupa. genere grammaticale, che solo per convenzione stabilisce: che siano maschili nomi come: tavolo, sole; che siano femminili nomi come: sedia, luna. Non sempre esiste una corrispondenza tra genere grammaticale e genere naturale: ci sono nomi di persona che dal punto di vista grammaticale sono femminili, ma che designano per lo pi uomini la guardia, la recluta, la scorta, la spia, la staffetta; ce ne sono altri invece che si riferiscono a donne, sebbene siano maschili dal punto di vista grammaticale il soprano, il mezzosoprano, il contralto. In tutti questi casi laccordo va fatto tenendo conto del genere grammaticale: la recluta arrivata / le reclute sono arrivate; il soprano applaudito / i soprani sono applauditi. Il genere in base al significato Sono maschili: i nomi degli alberi: il melo, il pero, il pioppo, labete, larancio, lolmo, lulivo; sono femminili: la palma, la quercia, la vite, lacacia; dei fiori: il bucaneve, il crisantmo, il garfano, il giglio, il gladolo, il girasole, il mughetto, il narciso, il papvero, il tulipno, lanmone; sono femminili: la camelia, la dalia, la margherita, la ninfea, la peonia, la petunia, la rosa, la viola; dei metalli, dei minerali, degli elementi chimici: il bronzo, il ferro, il manganese, largento, loro; il carbonio, lo zolfo, lidrogeno, luranio; dei colori: il rosso, il verde;
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dei punti cardinali: il Nord, il Sud, il Settentrione, il Mezzogiorno, il Meridione, lEst, lOriente, lOvest, lOccidente; dei mesi: il febbraio, il luglio, laprile, lagosto; dei giorni: il marted, il venerd, il sabato; femminile la domenica. i nomi propri dei monti: il Monte Bianco, lo Stromboli, lHimalaya, i Pirenei, gli Appennini; sono femminili: la Maiella, le Alpi, le Ande, le Dolomiti; degli oceani, dei mari, dei fiumi, dei laghi: il Pacifico, lAtlantico, il Tirreno, lo Ionio, lEgeo, il Tevere, lArno, il Trasimeno; sono femminili: la Loira, la Marna, la Senna, la Garonna. Sono femminili: i nomi dei frutti: la ciliegia, la mela, lalbicocca, larancia; sono maschili indicando albero e frutto: il dattero, il fico, il lampone, il limone, il pistacchio, il ribes, lananas; delle scienze e delle discipline: la chimica, la filosofia, leconomia; maschile il diritto; delle nozioni astratte: la cultura, la fede, la virt; sono maschili: il coraggio, lamore, leroismo. i nomi propri di citt, isole, regioni, stati, continenti: Bucarest, Firenze; la Sardegna, le Antille; la Campania, la Lombardia; la Francia, lArgentina; lAsia, lEuropa; sono maschili: Il Cairo; il Madagascar, i Caraibi; il Lazio, il Veneto; il Belgio, il Per, lo Yemen, lIraq. Il genere in base alla desinenza Nella maggior parte dei casi il genere di un nome si individua dalla vocale finale. In particolare, sono maschili quasi tutti i nomi che terminano in: -o: il collo, lo sviluppo, lalbero; ecc. la mano, la radio, la dinamo, la virago, la biro; leco femminile al singolare: destare una vasta eco; maschile al plurale: gli echi; nomi abbreviati la bici (bicicletta), la foto (fotografia), la metro (metropolitana), la moto (motocicletta), lauto (automobile); il cinema (cinematografo), il frigo (frigorifero);
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-e: il dente, il ponte, lamore; consonante, di origine straniera: il bar, il camion, il deficit, il film, il filobus, il tram, lo sport, lalbum (termine latino), lautobus; ecc. la card, la gang, la hall, la holding. Sono femminili molti nomi in: -a: la casa, la finestra, laula, lisola; ecc. sono maschili vari nomi derivanti dal greco che terminano in: -ma il clima, il diploma, il problema, il sistema, il tema, il teorema, il dramma, il programma, il telegramma; -ta il despota, il gesuita, il pilota, il poeta, il profeta, latleta, leremita; ecc. la ferita, la matita; -ca il duca, il monarca; altri nomi: il papa, il nulla, il pigiama, il vaglia; alcuni nomi propri: Andrea, Mattia, Nicola; -e: la gente, la mente, larte, lemozione; -i: la crisi, la diagnosi, la sintesi, la tesi, lanalisi, leclissi, loasi; ecc. il brindisi; vocale accentata: -t: la carit, la libert, la verit, luniversit; -t: la giovent, la trib, la virt; ecc. il caff, il caucci, il marted, il fal, il tab. Formazione del femminile I nomi di cosa non possono subire trasformazioni nel genere e rimangono o maschili o femminili. Alcuni di essi presentano una differenza nella terminazione, come se avessero una forma per il maschile e una per il femminile; in questi casi, per, non si tratta di variazioni del genere ma di nomi diversi con senso diverso. I. Nomi abbastanza simili come forma, ma con senso diverso a seconda del genere:
il baleno = lampo, fulmine; in un ~ = in un attimo il banco: ~ di scuola / degli imputati; vendere al ~; ~ di prova; ~ di pesci; = banca: ~ di Sicilia il bilancio: (econ., fin.) il ~ di una societ; ~ trimestrale / annuale 40 la balena: grasso / olio di ~ la banca: ~ centrale; andare in ~; (inform.) ~ (di) dati la bilancia: ~ elettronica; (astr.) B~; (econ.) ~ commerciale, ~ dei pagamenti

il bollo = timbro: ~ a secco il buco: il ~ della chiave; (astr.) ~ nero; = intervallo: un ~ di unora; (fig.) debito: un ~ di cinquantamila euro il busto: fotografia a mezzo ~ il cappello: ~ di stoffa / di paglia

la bolla: ~ di sapone; = documento: ~ papale /imperiale; = ricevuta la buca = fossa: scavare una ~; = contenitore: la ~ delle lettere la busta: ~ per lettere; = contenitore: la ~ degli occhiali la cappella: ~ mortuaria; (mus.) a ~ = composizione priva di accompagnamento strumentale la cartella: ~ della tombola; ~ clinica; = custodia, busta; = borsa la colla: ~ per carta / da cuoio; tubetto di ~ la colpa: ~ grave; sentirsi in ~; (teol.) peccato

il cartello: ~ pubblicitario; artista di ~ = di gran fama; (econ.) trust il collo: ~ grosso; (fig.) ~ di cigno; = colletto; il ~ di una bottiglia; (anat.) ~ dellutero il colpo: ~ di martello; un ~ in testa; ~ di pistola; ~ di grazia; (fig.) ~ di fulmine = innamoramento a prima vista; ~ di telefono = telefonata rapida; (pol.) ~ di stato il corso: ~ dacqua; nel ~ di = durante; volume in ~ di stampa; lanno in ~; ~ di francese; = circolazione: moneta fuori ~ il costo = prezzo: il ~ del pane; vendere sotto ~; (fig.) a ogni ~ / a tutti i ~i; a ~ della vita il filo: ~ di seta / di cotone; il ~ del telefono; (estens.) ~ derba; ~ di perle; (fig.) il ~ delle idee; trovarsi sul ~ del rasoio = in una situazione delicata il foglio: ~ a quadretti / da disegno

la corsa: (fig.) di ~ = in fretta, rapidamente; (sport) ~ a ostacoli; ~ su pista; cavallo da ~; (pol.) ~ agli armamenti la costa: ~ alta / sabbiosa; C ~ Azzurra la fila: una ~ di case; fare la ~; ~ indiana; = serie: una ~ di bugie; tre giorni di ~ = di seguito la foglia: tremare come una ~; non si muove ~ 41

il gambo: il ~ di una margherita; (fig.) ~ del bicchiere

la gamba: ~e lunghe; (fig.) essere in ~ = una persona piena di qualit; darsela a ~e = fuggire; (scherz.) ha ventanni per ~!; (estens.) la ~ del tavolo la lancia = asta, giavellotto; = imbarcazione: ~ di salvataggio la lotta: ~ dura / disperata; (sport) ~ greco-romana; (pol.) ~e sindacali; ~ di classe la manica: ~che lunghe; (fig.) essere in ~che di camicia=senza giacca; un altro paio di ~che = tuttaltra cosa la menta la moda: la ~ delle gonne lunghe; andare / uscire di ~; (estens.) alta ~ = di lusso

il lancio: il ~ di una bomba; (sport) ~ del disco / del peso il lotto: giocare due numeri al ~; = partita di merce: acquistare un ~ di tessuti il manico: ~ della borsa / della pentola

il mento: doppio ~ il modo: ~ di vivere / di pensare; ~ di dire = espressione caratteristica; di ~ che =cosicch; a ~ mio; in / a ogni ~ = in ogni caso; (gramm.) complemento / avverbio di ~ il mostro: (fig.) ~ sacro il panno = tessuto; ~ da stiro / da spolvero; essere bianco come un ~ lavato = pallidissimo il partito: ~ repubblicano / di destra / di governo / di opposizione; interessi di ~ il pianto: scoppiare in ~

la mostra: far ~ di = fingere; = esposizione: ~ di pittura / canina la panna = crema; ~ (montata): fragole con ~ la partita: (cont.) ~ semplice, doppia; (sport) una ~ di calcio; ~ amichevole; ~ di caccia la pianta: ~ acquatica / annua; scarpe a ~ larga; la ~ di un appartamento / di una citt la pizza: ~ margherita / quattro stagioni

il pizzo = cima; = merletto: una vestaglia con i ~i 42

il porto: ~ militare / marittimo; capitaneria di ~; (fig.) condurre in ~ un affare; ~ darmi il posto: c ~ per tutti; essere a ~ = in ordine; ~ di guardia; ~ di pronto soccorso; uno stadio con ventimila ~i; = impiego: un ~ di segretario; un ~ incantevole il punto: (astr.) ~i cardinali; di ~ in bianco = allimprovviso; (fig.) ~ di vista; ~ e virgola; ~ esclamativo / interrogativo; tornare al ~ di partenza; ~ di vendita; a un certo ~; essere sul ~ di = stare per; arriv alle due in ~; mettere a ~ una strategia di vendita; (sport) vincere ai ~i il raccolto: ~ cattivo / abbondante

la porta: aprire la ~; ~ di sicurezza; mettere alla ~ = licenziare; andare di ~ in ~; (sport) tirare in ~; area di ~ la posta: cavalli di ~; spedire / ricevere per ~; ~ elettronica; ministero delle ~e e telecomunicazioni; andare alla ~; (estens.) la ~ dei lettori la punta = estremit: la ~ della lingua; camminare in ~ di piedi; (fig.) avere qualcosa sulla ~ della lingua; le ore di ~; (sport) attaccante; (fig.) una ~ di sale; = cima: scalare la ~

la raccolta: la ~ delle mele; (estens.) organizzare la ~ di fondi / di firme; fare la ~ di francobolli / di monete; (med.) accumulo: ~ di pus la razza: ~e bovine; incrocio di ~e; bestia da ~; (antrop.) ~ mongoloide; (fig.) atleta di ~ = molto dotato la scala: ~ in pietra; salire / scendere le ~e; ~ di servizio; ~ mbile; (fig.) ~ dei colori; ( tecn.) ~ Mercalli / Richter / Celsius / Kelvin; (geogr.) ~ uno a centomila; (estens.) su larga / vasta ~ la tappa: fare ~ ogni due chilometri; (fig.) bruciare le ~e; (sport) ~ a cronometro 43

il razzo: ~i di segnalazione; (fig.) partire a ~ / come un ~ ; (estens.) missile lo scalo: fare ~; senza ~

il tappo: mettere / togliere il ~

il tasso: (zool., fig.) dormire come un ~; ~ di natalit / di mortalit il torto: vendicare un ~ = uningiustizia; avere ~; a ~ = ingiustamente il velo: una camicetta di ~; il ~ della sposa; = strato: un ~ di nebbia; spargere sulla torta un ~ di zucchero; zucchero a ~ = finissimo; (fig.) a quelle parole gli cadde il ~ dagli occhi; (anat.) ~ palatino; = membrana: il ~ della cipolla il visto = sigla, firma: apporre il ~; ~ (consolare, di entrata, di uscita): chiedere il ~ per la Cina

la tassa: ~e scolastiche; ~ sulla salute; (fam.) pagare le ~e la torta: ~ di mele / di cioccolata; ~ nuziale la vela: barca a ~; (fig.) a gonfie ~e = benissimo: gli affari vanno a gonfie ~e

la vista: perdere la ~; occhiali da ~; (fig.) a ~ docchio = molto rapidamente; punto di ~; perdere di ~ qualcuno; conoscere qualcuno di ~; = veduta: dalla finestra si godeva una ~ incantevole; a prima ~ la volta = direzione: part alla ~ di Milano; = (fig.) turno: entrerai quando sar la tua ~; ogni cosa a sua ~; (estens.) per questa ~ ti perdono; cera una ~...; a ~e = talvolta; (arch.) la ~ della Cappella Sistina; (estens.) la ~ del cielo; (anat.) ~ cranica

il volto: (lett.) viso, faccia: ~ sereno; essere triste in ~; (fig.) aspetto; carattere

II. Nomi con forma identica, ma con significato diverso a seconda del genere:
il boa = serpente il capitale: (econ.) ~ fisso / circolante / sociale; (estens.) ricchezza il finale = fine: il ~ della Tosca / della tappa la boa = gavitello la capitale: Parigi la ~ della Francia la finale: (gramm.) prop. finale; (sport) disputare la ~

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il fine = scopo: secondo ~ = scopo nascosto; (prov.) il ~ giustifica i mezzi

la fine = conclusione: la ~ del romanzo / del mondo; dal principio alla ~; a ~ mese / anno; condurre a ~ qualcosa; in fin di vita; senza ~; alla ~ = finalmente; in fin dei conti, alla fin fine = tutto sommato la fronte: ~ alta / bassa; (fig.) guadagnarsi il pane col sudore della ~; a ~ alta; = parte anteriore: la ~ di un edificio; di ~ = davanti la lama: la ~ dentata della sega la moto, abbr. di motocicletta

il fronte: (mil.) andare al ~; far ~ al nemico / a una difficolt; (pol.) ~ popolare / di liberazione nazionale; (meteor.) il lama: (zool.); monaco buddista tibetano il moto = movimento: ~ accelerato / rettilineo; il ~ dei pianeti; mettere in ~; (gramm.) verbi di ~; fare un po di ~; = impulso: un ~ di simpatia; = sommossa: i ~ i del 1821 il pianeta: (astr.) la Terra un ~ il radio: (anat.); (chim.)

la pianeta = paramento di un sacerdote la radio: i programmi della ~; lavorare alla ~; accendere / spegnere la ~

Desinenze del maschile e del femminile I nomi che indicano oggetti o concetti non subiscono trasformazioni nel genere, rimangono sempre o maschili: il motore, il coraggio; o femminili: la ruota, la virt. I nomi che indicano persone e animali hanno solitamente tutti e due i generi: maschile: il ragazzo; il lupo; femminile: la ragazza; la lupa. Nei nomi di persona la desinenza diversa che distingue il maschile dal femminile. Il cambiamento delle terminazioni dei nomi di genere mobile pu avvenire in diversi modi.
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maschile -a duca, poeta

femminile -essa duchessa, poetessa ecc. Andrea / Andreina Nicola / Nicoletta

-o figlio, scolaro, zio, amico -a figlia, scolara, zia, amica cavallo, gatto, lupo cavalla, gatta, lupa Carlo, Francesco Carla, Francesca deputato, avvocato deputata, avvocata ecc. Antonio / Antonella -e signore, marchese, -a signora, marchesa, infermiere infermiera Giuseppe Giuseppa cancelliere, ingegnere cancelliera, ingegnera ecc. Cesare / Cesarina principe, studente, -essa principessa, studentessa, oste ostessa leone, elefante leonessa, elefantessa -tore traditore, imperatore -trice traditrice, imperatrice direttore, scrittore, attore direttrice, scrittrice, attrice ecc. dottore / dottoressa pastore, tintore, -tora pastora, tintora, impostore impostora ecc. fattore / fattora, fattoressa (rari) -sore difensore, possessore, -ditrice difenditrice, posseditrice, uccisore ucciditrice ecc. professore / professoressa assessore / assessora

invariabili il / la giudice, il / la manager, il / la vigile; particolarit alcuni nomi di persone e di animali formano il femminile aggiungendo alla parola base il suffisso diminutivo: -ina eroe / eroina; gallo / gallina; re / regina; zar / zarina; -ella Antonio / Antonella; -etta Antonio / Antonietta;
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oppure formano il maschile aggiungendo alla parola base, femminile, il suffisso accrescitivo -one strega / stregone; capra / caprone; alcuni nomi formano il femminile in modo del tutto particolare: abate / badessa; dio / dea; doge / dogaressa; fante / fantesca; cane / cagna. Nomi indipendenti Alcuni nomi formano il maschile e il femminile da due radici diverse: padre / madre, pap (babbo) / mamma; fratello / sorella; marito / moglie; genero / nuora; uomo / donna; frate / suora; celibe / nubile; maschio / femmina; montone / pecora; maiale (porco) / scrofa; toro / vacca, bue / mucca; fuco / ape. Il femminile dei nomi di professione Un caso particolare rappresentato dal femminile dei nomi di professioni o cariche fino a qualche tempo fa riservate agli uomini. Ecco alcune forme che possono suscitare incertezze: 1. il pilota la pilota; 2. il dottore, il professore, il questore la dottoressa, la professoressa, la questora; 3. il cancelliere, lingegnere, il finanziere la cancelliera, lingegnera, la finanziera; 4. il giudice, il presidente, lo studente, il vigile la giudice, la presidente, la studentessa, la vigile; 5. larchitetto, lavvocato larchitetta, lavvocata; il chirurgo, il deputato la chirurga, la deputata; il magistrato, il ministro, il notaio la magistrata, la ministra, la notaia; il poliziotto, il sindaco, il soldato la poliziotta, la sindaca, la soldata. Maschile e femminile dei nomi di animali. Nomi di genere promiscuo I nomi di animali non domestici hanno, nella maggior parte dei casi, ununica forma, maschile o femminile, per indicare sia il maschio sia la femmina: il serpente / la volpe Sono maschili: il corvo, il delfino, il falco, il gorilla, il leopardo, il serpente, il topo, lo scorpione, lusignolo;
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Sono femminili: la balena, la giraffa, la iena, la lepre, la pantera, la tigre, la volpe, la mosca, la rondine, lanatra, laquila, loca. In molti casi, per distinguere il maschile dal femminile, si aggiunge al nome la parola maschio o femmina: serpente maschio / serpente femmina; o si ricorre a espressioni come il maschio di / la femmina di + il nome di animale il maschio della volpe / la femmina della volpe. Nomi di genere comune (o invariabili) I. Alcuni nomi hanno la stessa forma al maschile e al femminile e si distinguono solo dallarticolo o dallaggettivo che li accompagna. Appartengono a questa categoria alcuni nomi in: -e: il / la cliente, il / la custode, il / la nipote, il / la preside, un / unerede; alcune forme sostantivate di participio presente il / la cantante, un / unagente, un / unamante, un / uninsegnante; -ista: il / la finalista, il / la giornalista, il / la pianista, un / unartista; -cida: il / la suicida, un / unomicida; -a, di derivazione greca: il / la patriota, il / la pilota, un / unatleta, un / unipocrita; il / la collega, il / la pediatra. I nomi del primo gruppo sono ambigeneri anche al plurale: i / le clienti, i / le nipoti, i / le cantanti, gli / le insegnanti. II. Alcuni nomi hanno la stessa forma al singolare e al plurale e si distinguono solo dallarticolo o dallaggettivo che li accompagna. Appartengono a questa categoria alcuni nomi in: vocale accentata: il / i caff, il / i fal, l / gli obl; la / le citt, la / le qualit, l / le entit; i monosillabi: il / i re, il / i t; la / le gru; alcuni nomi maschili in -a: il / i boa, il / i boia, il / i cinema, il / i delta, il / i gorilla, il / i lama, il / i sosia, il / i vaglia; il nome maschile euro gli euro; i nomi femminili in -o: la / le biro, la / le dinamo, la / le foto, la / le moto, la / le radio, l / le auto; ecc. la mano / le mani; il / i frigo, lo / gli zoo;
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quasi tutti i nomi femminili in -ie: la / le barbarie, la / le carie, la / le serie, la / le specie; ecc. la moglie / le mogli, la superficie / le superfici, leffigie / le effigi; i nomi in -i: il / i bsturi, il / i brndisi, l / gli alibi; la / le crisi, la / le diagnosi, la / le metropoli, la / le sintesi, la / le tesi, l / le analisi, l / le ipotesi, l / le oasi; i nomi di origine straniera che terminano in consonante: il / i camion, il / i quiz, il / i tram, lo / gli sport, l / gli autobus, l / gli hotel; la / le card, la / le hall, la / le holding. Nomi privi di singolare o di plurale (o difettivi) Si adoperano per lo pi al singolare: quasi tutti i nomi che indicano qualcosa di astratto: la bont, la piet, la superbia, lumilt; il coraggio, lamore, leroismo; i nomi delle varie discipline: la chimica, la fisica, leconomia; il diritto; la maggior parte dei nomi di malattia: il cancro, il colra, il diabete, il raffreddore, il tifo; la bronchite, la malaria, la peste, la polmonite, la rosola, la varicella, llcera; i nomi degli elementi chimici e dei metalli: lidrogeno, lossigeno; il ferro, il bronzo, lo zinco, loro; Alcuni nomi di metalli, usati al plurale, cambiano di significato, e indicano oggetti fatti con quel materiale: ferro: i ferri del mestiere = strumenti che servono per un determinato lavoro: essere sotto i ~i = subire un intervento chirurgico; (gastr.) ai / sui ferri = cotto sulla graticola: bistecca ai ~; (lett.) spada, sciabola, lancia: (fig.) venire ai ferri corti; (pl.) catene, manette: mettere ai ~i = incatenare; argento, oro: (pl.) oggetti dargento, doro: una mostra di argenti = argenteria; ori ellenistici / etruschi; oro: (estens.) denaro, ricchezze; piombo: I Piombi = carcere di Venezia; molti nomi di feste: il Capodanno, il Ferragosto, il Natale; la Pasqua, la Pentecoste, lAscensione, lEpifana; i nomi dei mesi: gennaio, febbraio, marzo;
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i nomi che indicano cose uniche in natura: il Sole, lequatore, luniverso, lovest; la Luna; molti nomi di prodotti alimentari e non alimentari: il grano, il miele, il pepe, il riso, il sale, lo zucchero, lolio; la farina; il petrolio; la crusca, la sabbia; Usati al plurale, indicano le variet di questi prodotti: i risi indiani; alcuni nomi collettivi: il bestiame, il fogliame, il pietrame, il popolo, lesercito; la flotta, la folla, la mobilia, la plebe, la prole, la roba; gente: (pl.) popolazione: il diritto delle genti; (lett.) lapostolo delle ~i = san Paolo; resto: (pl.) avanzi: i resti del pranzo/della cena; vestigia, rovine, ruderi: i ~i di un teatro greco; i nomi delle sensazioni fisiche: la fame, la sete, larsura; altri nomi: il sangue, il fiele; la bile. Si adoperano per lo pi al plurale: vari nomi che indicano oggetti formati da due elementi uguali: le bretelle, le cesoie, le forbici, le manette, le mutande, le redini, le tenaglie; i calzoni, i pantaloni, gli occhiali; i nomi che indicano un insieme di oggetti: i bronchi, i dintorni, i maccheroni, i viveri, gli spaghetti, gli spiccioli, gli spinaci; le dimissioni, le spezie, le stoviglie, le vicinanze; alcuni nomi di origine latina, che gi in latino non avevano il singolare: le calende, le esequie, le ferie, le nozze, le tenebre; i funerali, i posteri, gli annali; alcuni nomi geografici: i Pirenei, gli Appennini, le Ande; i Caraibi, le Baleari. Formazione del plurale nomi femminili in nomi maschili in nomi maschili e femminili in nomi maschili e femminili in
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singolare -a -a -o -e

plurale -e -i

1. Nomi in -a
maschile singolare plurale -a il poeta -i i poeti il problema i problemi il telegramma i telegrammi femminile singolare plurale -a la strada -e le strade la pecora le pecore ecc. lala / le ali larma / le armi -ista il pianista lartista -cida il suicida -ca il duca il monarca -ga il collega lo stratega -i i pianisti gli artisti -i i suicidi chi i duchi i monarchi -ghi i colleghi gli strateghi ista la violinista lartista -cida la parricida -ca la banca lamica -ga la bottega -e le violiniste le artiste -e le parricide -che le banche le amiche -ghe le botteghe

ecc. il / la belga, i belgi / le belghe -ca la farmaca la sca -ga la buga lallerga -cia la camicia laudacia la caccia la provincia -gia la valigia la ciliegia la pioggia la spiaggia -ce le farmace le sce -ge le buge le allerge -cie le camicie le audacie -ce le cacce le province -gie le valigie le ciliegie -ge le piogge le spiagge

Solo in alcuni casi particolari il mantenimento della i assolutamente utile per poter evitare possibili equivoci: camicia camicie audacia audacie ferocia ferocie reggia reggie a differenza di cmice cmici; audace audaci; feroce feroci; regge da reggere

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Plurale dei nomi in a singolare maschile -a -ca, -ga -ca, -ga -cia, -gia -i -chi, -ghi plurale femminile -e -che, -ghe -ce, -ge -cie, -gie (se c e g sono precedute da vocale) -ce, -ge (se c e g sono precedute da consonante)

2. Nomi in -o -o il bambino -i i bambini lo scolaro gli scolari limpiegato gli impiegati ecc. luomo / gli uomini leco (femm.) / gli echi la mano / le mani nomi piani -co il fuoco -chi i fuochi larco gli archi ecc. il greco / i greci il nemico / i nemici il porco / i porci lamico / gli amici nomi sdruccioli -co il medico -ci i medici il sindaco i sindaci ecc. il carico / i carichi lo scarico / gli scarichi lincarico / gli incarichi nomi piani -go il lago -ghi i laghi lalbergo gli alberghi nomi sdruccioli -go il teologo -gi i teologi lo psicologo gli psicologi
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ecc. il catalogo / i cataloghi il chirurgo / i chirurghi il dialogo / i dialoghi il mago / i maghi il monologo / i monologhi il profugo / i profughi il prologo / i prologhi lepilogo / gli epiloghi lobbligo / gli obblighi il sarcofago / i sarcofagi, sarcofaghi lo stomaco / gli stomachi, stomaci -o il mormoro -i i mormori lo zo gli zi laddo gli addi ecc. il do / gli di -io il viaggio -i i viaggi lo studio gli studi lesercizio gli esercizi ecc. il tempio / i templi; il tempo / i tempi il martirio, il martire / i martiri il principio, il principe / i principi il suicidio, il suicida / i suicidi larbitrio, larbitro / gli arbitri lassassinio, lassassino / gli assassini lomicidio, lomicida / gli omicidi loratorio, loratore / gli oratori losservatorio, losservatore / gli osservatori al singolare, maschili in: -o il paio il riso il centinaio il migliaio il miglio luovo al plurale, femminili in: -a le paia le risa le centinaia le migliaia le miglia le uova
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Plurale dei nomi in -o singolare -o -co, -go -io p. piane p. sdrucciole i tonica i atona plurale maschile femminile -i -i -chi, -ghi -ci, -gi -i -i -

3. Nomi in -e -e il padre lo stupore lamore il cane -i i padri -e la madre gli stupori la legge gli amori lazione i cani -i le madri le leggi le azioni

ecc. il bue / i buoi mille / -mila (derivata dal latino) Plurale dei nomi in -e singolare -o plurale maschile femminile -i -i

Nomi con doppia forma di singolare: -iero, -iere destriero, destriere / destrieri; forestiero, forestiere / forestieri; nocchiero, nocchiere / nocchieri; scudiero, scudiere / scudieri; sparviero, sparviere / sparvieri; arma, arme / armi. Nomi con doppia forma di plurale (o sovrabbondanti) Parecchi nomi maschili terminanti in -o, oltre al plurale normale in -i, ne hanno un altro con desinenza in -a, di genere femminile.

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singolare lanello: ~ doro il braccio: il ~ della gru il calcagno = tallone il cervello = testa, capo; mente avere il ~ nelle nuvole il ciglio: il ~ del burrone il corno: ~ dellabbondanza il dito: (fig.) non muovere un ~; mettere il ~ sulla piaga il filo: il ~ dArianna; ~ derba; (fig.) un ~ di speranza; il ~ del discorso il fondamento

plurale maschile femminile gli anelli: gli ~ della tenda le anella: le ~ dei capelli (sport) (gli) ~ i bracci: i ~ di un edificio le braccia: le ~ del corpo umano i calcagni (della calza) le calcagna: (fig.) mostrare / voltar le ~ = fuggire i cervelli: fuga dei ~ le cervella: bruciare / far saltare le ~ a qualcuno = ucciderlo i cigli: i ~ della strada le ciglia: aggrottare le ~ i corni: i ~ della luna le corna: le ~ del cervo / della lumaca; (fig.) prendere il toro per le ~ le dita: le ~ della mano; (fig.) mordersi le ~; due ~ di vino le fila: (fig.) le ~ di un complotto

i diti: i ~ mignoli

i fili: i ~ di una ragnatela

i fondamenti = principi: i ~ della civilt i fusi i gesti: esprimersi a ~

il fuso: dritto come un ~; (geogr.) ~ orario il gesto: un ~ di rabbia

le fondamenta = fondazioni gettare / porre le ~ di un palazzo le fusa: fare le ~ le gesta = imprese eroiche; canzone di ~; le ~ di Garibaldi le ginocchia: (fig.) gettarsi alle ~ di qualcuno le grida: le ~ dei ragazzi

il ginocchio il grido: (fig.) lultimo ~ (della moda); = fama: medico di ~ il labbro: il ~ superiore / inferiore il lenzuolo: ~ di cotone il membro

i ginocchi i gridi (degli animali)

i labbri = margini: i ~ di un vaso i lenzuoli (considerati a uno a uno) i membri: i ~ del governo / del parlamento

le labbra: (fig.) leccarsi le ~ le lenzuola: cambiare le ~ le membra (del corpo umano)

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il muro: orologio a ~; ~ di Berlino; (fig.) mettere qualcuno con le spalle al ~; parlare al ~ losso: (fig.) essere corrotto fino all~; economia (fino) all~ lurlo: l~ del lupo il vestigio

i muri: i ~ di una casa; (prov.) i ~ hanno orecchi

le mura: ~ etrusche / romane; (fig.) chiudersi fra quattro ~ le ossa: (fig.) bagnato fino alle ~ le urla (delluomo): ~ di gioia le vestigia: le ~ di unantica civilt

gli ossi: dare gli ~ al cane

gli urli (degli animali) i vestigi

Nomi con doppia forma al singolare e al plurale Questi nomi hanno: significato identico: lorecchio / gli orecchi; lorecchia / le orecchie: orecchio interno; parlare all~; (fig.) entrare da un ~ e uscire dallaltro; tapparsi gli orecchi / le orecchie; fare unorecchia a una pagina; la strofa / le strofe; la strofe / le strofe, (rar.) strofi; il / (ant., lett.) la gregge; le greggi / (non com.) i greggi; il / (ant., lett.) la carcere; i / le carceri. significato diverso: il frutto / i frutti: alberi da ~; frutti di mare; = profitto: un investimento che d buon ~; = interesse: prestare denaro a ~; la frutta / le frutta (oggi non pi in uso) = insieme di frutti commestibili: la ~ ricca di vitamine; macedonia / succo di ~; ~ fresca / secca; servire la ~; (fig.) arrivare alla ~ = tardi; il legno / i legni: ~ di cedro; (fig.) testa di ~; (pl. mus.) strumenti a fiato: flauto, boe, clarinetto, fagotto; i legni inglesi = imbarcazioni; la legna / le legna, lultimo ha valore collettivo: spaccare la ~; forno a ~; andare a far ~; (fig.) mettere / aggiungere ~ al fuoco; portar ~ al bosco = fare cosa inutile.
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Plurale dei nomi composti Il comportamento dei nomi composti per quanto riguarda il passaggio dal singolare al plurale cambia secondo il tipo di parole da cui sono costituiti. I. Il secondo termine si mette al plurale a) nome + nome il cavolfiore / i cavolfiori, il manoscritto / i manoscritti, il terremoto / i terremoti, larcobaleno / gli arcobaleni; ecc. il pescespada / i pescispada; la banconota / le banconote, la ferrovia / le ferrovie, lautostrada / le autostrade; b) capo + nome il capogiro / i capogiri, il capolavoro / i capolavori, il capoluogo / i capoluoghi; c) aggettivo + nome il bassorilievo / i bassorilievi, il francobollo / i francobolli, laltoparlante / gli altoparlanti; ecc. laltoforno / gli altiforni, la mezzanotte / le mezzenotti; d) verbo + nome il girasole / i girasoli, il grattacielo / i grattacieli, il marciapiede / i marciapiedi, il parafulmine / i parafulmini, il passaporto / i passaporti, lo spazzacamino / gli spazzacamini; e) preposizione (avverbio) + nome il sottaceto / i sottaceti, il sottopassaggio / i sottopassaggi, lantipasto / gli antipasti; la fotomodella / le fotomodelle, la soprattassa / le soprattasse, la sottoveste / le sottovesti, la telecronaca / le telecronache; II. Entrambi i termini si mettono al plurale a) capo + nome il caporedattore / i capiredattori, il caposaldo / i capisaldi; b) nome + aggettivo il camposanto / i campisanti, (i camposanti), il pellerossa / i pellirosse; ecc. il palcoscenico / i palcoscenici; la cassaforte / le casseforti;
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III. Il primo termine si mette al plurale capo + nome il capofamiglia / i capifamiglia, il caposcuola / i capiscuola, il caposquadra / i capisquadra, il capostazione / i capistazione; IV. Nomi composti invariabili al plurale a) capo + nome la / le capoclasse, la / le capostazione; ecc. la capocuoca / le capocuoche, la caporedattrice / le caporedattrici; b) verbo + nome 1) il nome al plurale il / i cavatappi, il / i portafogli, lo / gli stuzzicadenti; la / le lavastoviglie; 2) il nome al femminile il / i bucaneve, il / i portacenere, il / i salvagente, l / gli aspirapolvere; ecc. lasciugamano / gli asciugamani; c) verbo + verbo (avverbio) il / i saliscendi, il / i viavai, il / i dormiveglia, l / gli andirivieni; d) preposizione (avverbio) + nome il / i dopoguerra, il / i senzatetto. hanno due forme di plurale: il capocomico / i capocomici, i capicomici; il capocuoco / i capocuochi, i capicuochi; il capotreno / i capitreno, i capotreni; esistono nomi composti formati da pi di due elementi, due nomi + una preposizione: il ficodindia / i fichidindia; il fiordaliso / i fiordalisi; il pomodoro / i pomodori, i pomidori, i pomidoro; il / i nontiscordardim; la messinscena / le messinscene. Esercizi 1. Precisa il genere dei seguenti nomi: tavola, nulla, eremita, citt, brindisi, sintesi, ipocrita, soprano, sentinella, scisma, auto, frigo, esame, giovent, caucci, problema, omicida, oasi, scarpa, scarpino.
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2. Scrivi larticolo determinativo davanti ai seguenti nomi: a) bambino, errore, scolaro, astuccio, fiume, amore, gas, coraggio, sport, autobus; b) sentinella, vite, economia, spia, bici, analisi, staffetta, austerit, stagione, recluta; c) clima, mezzosoprano, usignolo, ninfea, scrittore, girasole, domenica, argento, ananas, eroismo, poeta, rondine, ottobre, capello, mostra, razzo, gamba, cappello; d) strade, risa, programmi, giornalisti, artiste, strateghi, sistemi, banche, greci, province, occhiali, duchi, valigie, obblighi, suicidi, paia, uova, archi, templi, mormorii; e) Alpi, Italia, Po, Sardegna, Adriatico, Lazio, Ionio, Como, Appennini, Mediterraneo. 3. Trasforma i nomi generici in concreti: nuvolosit, pericolosit, bestialit, pessimismo, stupidaggine, cittadinanza, pacifismo, finalit, vecchiaia. 4. Dal nome concreto al nome generico: basso, vigile, fanciullo, invasore, madre, avaro, colpevole, padre, ricco, amico, serio, geloso, nemico, fondatore, alto. 5. Muta i seguenti verbi nei corrispondenti nomi: lavorare, leggere, lottare, partire, acquistare, uscire, benedire, avvertire, indagare, correre, fingere, rompere, inventare, scoprire, apprendere, insegnare, esaltare, peccare, aprire, sconfiggere. 6. Partendo dai derivati, ricostruisci le rispettive parole primitive: tonalit, sporcizia, corposit, aggiornamento, donazione, gioiosit, calzatura, occhiata, disgelo, allattamento, banchiere, mensilit, flottiglia, mercantile, tabaccheria. 7. Volgi al maschile o al femminile: maestro, attrice, dio, imperatore, alunno, pecora, cavallo, fuco, Clemente, gallo, giudice, doge, nuora, monaca, salvatrice, eroe, turista, tintore, Giovanna, scolara. 8. Volgi al plurale: a) amico, monarca, studio, arma, teorema, studente, magia, uomo, camicia, zio, eco, spiaggia, fuoco, albergo, uovo, psicologo, azione, dialogo, bue, telegramma;
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b) pomodoro, manoscritto, autostrada, capolavoro, telecronaca, antipasto, caporedattore, palcoscenico, francobollo, soprattassa. 9. Introduci la forma opportuna fra i due sovrabbondanti, facendo attenzione allarticolo determinativo o alla preposizione articolata: (Dito) _________ della mano sono cinque. Grandi furono (gesto) _________ di Alessandro Magno. Il Danubio ha tre (braccio) _________ . Sono di color nero (labbro) _________ del vaso. Tutti (membro) __________ del parlamento applaudirono il discorso del primo ministro. La superficie terrestre divisa in 24 (fuso) _______ . La ragazza aveva colorato (labbro) ____________ col rossetto comprato di recente. Moderate (gesto) __________ quando parlate! Il nonno accusa sempre dolori a (membro) __________ per il reumatismo. Il carcere era diviso in uninfinit di (braccio) ____________ . 10. Correggi le parole sbagliate: Gli sposi hanno infilato le anella nei diti delle loro spose, poi si sono baciati sui labbri. I muri delle citt medievali erano protette da fossati con acqua. Ti muovi troppo, quindi le tue gesta disturbano chi seduto accanto a te. Ecco che le frutta dei nostri sacrifici e la fatica dei nostri bracci sono resi vani. Ci furono membra dellassemblea che per protesta abbandonarono laula. 11. Completa ogni nome con la desinenza giusta: Era un uom_ piccolo, con la facci_ larga e gialla, e gli occh_ neri come il carbon_. Dunque, tu ti chiami Rondinelli Luigi. Protestai con vivacit_: No, mi chiamo Cesarano Alfredo, ha telefonato per me Pollastrini, per una raccomandazion_. E chi Pollastrini? Mi si annebbi la vist_ e risposi con un fil_ di voc_: Pollastrini Giuseppe, lautist_ delle signorin_ Condorelli. Lavvocat_ si mise a ridere, con un ris_, per la verit_, gentile, e disse: Ma s, certo, eppure devi aver pazienz_, lui ha telefonato e io gli ho parlato, tutto vero, ma sai com? gli ho parlato e risposto con la ment_ ad altro, cos che, quando ho buttato gi il telefon_, mi sono domandato: ma chi era? che ha detto? che gli ho risposto? Ora tu
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sciogli il mister_. Dunque, se ben ricordo, Cesarano, tu vuoi una raccomandazion_ per diventare giardinier_ al Comun_? Protestai di nuovo: No, avvocat_, sono autist_, cerco un post_ di autist_. Lui disse, come se non mi avesse udito: Sai che dico a chi mi chiede un post_? Un milion_, un assegn_ di un milion_ posso ancora procurarvelo, ma un post_ no, per lo pi giardinier_ al Comun_: una parol_. Dissi di nuovo, con forz_: Avvocat_, sono autist_, cerco un post_ di autist_; e questa volt_ lui intese e conferm, con un po dimpazienz_: Autist_, s, che diamine, ho capito.
Alberto Moravia, Nuovi racconti romani, Edit. Bompiani

12. Scrivi tutti i nomi del testo di sopra al maschile o al femminile, al singolare o al plurale. 13. Traduci in romeno: Un ringraziamento per aver fatto, appositamente per me, il mondo cos grande e vario. Di aver fatto tanti miliardi di altri uomini in apparenza simili a me per tenermi compagnia, e di averli disseminati dovunque, affinch, in qualsiasi punto vada, non abbia a trovarmi solo. Inoltre: di averne fatti vivere molti molti altri miliardi prima della mia nascita allo scopo che le loro avventure mi possano distrarre e far pensare. E di aver creato tante terre lontane dove, se fossi diventato esploratore, avrei potuto esplorare. E messo al mondo tanti sapienti i quali mi potessero spiegare le infinite stranezze di questo regno; pur lasciandone la parte maggiore ancora avvolta nel mistero affinch, se attratto, ne possa scoprire qualcuna anchio o per lo meno fantasticarci sopra nelle sere destate. E appese al cielo miriadi di stelle, di cui scorgo solo una minima porzione; riservando le altre al caso che fossi diventato un astronomo e mi fosse piaciuto investigarle. Pensandoci, qualche volta mi sembra perfino che sia una esagerazione. Un universo cos smisurato con una infinit di vite difformi, una cosa cos bella e grande per me, meschino essere che non sa neppure guardarsi intorno...
Dino Buzzati, da In quel preciso momento, Edit. Neri Pozza 61

LAGGETTIVO E quella parte del discorso, variabile nel genere e nel numero, che si accompagna a un nome per indicare: una sua caratteristica: una strada stretta, un vestito nero; o per precisarlo meglio: questa strada, il mio vestito. Aggettivi che indicano una caratteristica gli aggettivi qualificativi: un bambino buono, una casa spaziosa. Gli aggettivi qualificativi formano una classe aperta di elementi, come il nome e il verbo, classe che pu essere sempre accresciuta. gli aggettivi di colore: una penna rossa, i capelli neri; Espressioni: dare carta bianca, di punto in bianco, il bianco delluovo, nero come lebano, oro nero, mercato nero, nero su bianco, il giallo delluovo = il rosso duovo, essere giallo dalla rabbia, passare col rosso, essere al verde, avere sangue blu. gli aggettivi di relazione (o relazionali) derivano da nomi e indicano lesistenza di una relazione tra il nome cui laggettivo si riferisce e il nome da cui laggettivo derivato: il sistema solare = relativo al sole, che ha al centro il sole; il trasporto navale = relativo alle navi, fatto con le navi. La trasformazione che d luogo a un aggettivo relazionale la seguente:
NOME + PREPOSIZIONE + NOME NOME + AGG. DI RELAZIONE

provvedimento del ministro

provvedimento ministeriale

Tra i principali suffissi che servono a formare aggettivi di relazione ricordiamo: -ale: inizio iniziale; -ano: paese paesano, isola isolano; -ico: filosofia filosofico; -ista, -istico: illuminismo illuminista; folclore folcloristico; -iano (per i cognomi di personaggi famosi): Leopardi leopardiano. Numerosi aggettivi relazionali presentano caratteristiche particolari: non possono essere anteposti al nome: *solare luce; non possiedono il comparativo e il superlativo: *pi solare; non possono essere usati in funzione predicativa: *la luce solare.
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gli aggettivi geografici ed etnici segnalano lappartenenza a (o la provenienza da) un luogo o un popolo: le ragazze francesi, un orologio svizzero. Aggettivi determinativi (o indicativi) Gli aggettivi determinativi specificano il nome esprimendo una determinazione possessiva, dimostrativa, indefinita, interrogativa, numerale. Al contrario degli aggettivi qualificativi, costituiscono una classe chiusa di elementi. gli aggettivi possessivi segnalano un possesso: la tua borsa, il nostro cane; gli aggettivi dimostrativi precisano la posizione di qualcuno o di qualcosa nello spazio e/o nel tempo: questa rivista, quel Natale; gli aggettivi interrogativi si usano per domandare: Che libro preferisci?; gli aggettivi esclamativi si usano per esclamare: Quanta gente!; gli aggettivi indefiniti alludono a una: quantit: Anna ha tanti vestiti. qualit: E tardi per la cena, manger una cosa qualunque. identit non precisata: Ho fatto un certo errore. Alcuni aggettivi, quelli dimostrativi (tranne stesso e medesimo, la cui duplice posizione comporta diversit di significato), interrogativi, esclamativi e indefiniti, precedono i nomi, altri invece, qualificativi e possessivi, possono trovarsi prima o dopo il nome. Quanto al rapporto esistente tra articolo determinativo e aggettivo, gli aggettivi dimostrativi, interrogativi, esclamativi, indefiniti e, in alcuni casi, i possessivi, rifiutano larticolo. Gli aggettivi determinativi sono anche detti aggettivi pronominali perch, oltre che come aggettivi, possono essere adoperati come pronomi, cio anzich accompagnare un nome, possono sostituirlo: La mia macchina non parte, puoi prestarmi la tua? Tipi di collegamento dellaggettivo A seconda del tipo di collegamento che ha con il nome o con il verbo, laggettivo che indica una caratteristica pu essere: attributivo, se direttamente collegato a un nome: Ho comprato una moto veloce.
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predicativo, se collegato a un nome per mezzo del verbo essere (la cosiddetta copula) ed parte di un predicato nominale (si parla in questo caso di aggettivo predicativo): Questa moto veloce. avverbiale, se collegato direttamente a un verbo e ne modifica il significato, proprio come un avverbio: Questa moto va veloce. Rispetto al nome laggettivo si trova in una condizione di dipendenza grammaticale. Quindi si pu dire: Alessio possiede una casa spaziosa. Alessio possiede una casa. ma non: *Alessio possiede una spaziosa. Laggettivo spaziosa dipende direttamente dal nome casa e non si pu dire: *una casa spazioso / spaziosi / spaziose. Tipi di funzione dellaggettivo qualificativo Laggettivo che indica una caratteristica pu caratterizzare il nome in due modi diversi: pu descriverlo aggettivo descrittivo pu distinguerlo aggettivo restrittivo E crollata la vecchia chiesa. / E crollata la chiesa vecchia. Nella prima frase laggettivo arricchisce la parola chiesa di una caratteristica consistente nel fatto che vecchia; nella seconda, laggettivo distingue la chiesa di cui si parla da tutte le altre: crollata la chiesa vecchia, non quella nuova. Si noti che laggettivo descrittivo precede il nome, mentre laggettivo restrittivo lo segue. Nominalizzazione dellaggettivo qualificativo Qualche volta laggettivo che indica una caratteristica viene usato come un nome a tutti gli effetti. Laggettivo sostantivato preceduto: dallarticolo determinativo o indeterminativo: gli invidiosi, un vecchio; da un aggettivo dimostrativo o indefinito: quelle antipatiche, alcuni giovani; da un numerale: due anziane, tre amici.
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Talvolta loriginario valore di aggettivo non pi sentito dai parlanti: cielo buio / buio fitto, pesto; prendere la circolare = linea di autobus che segue un percorso circolare; la (squadra) mobile; mobili di antiquariato; lucidare i mobili; la statale = strada statale. Laggettivo qualificativo pu svolgere anche la funzione di un avverbio: dire chiaro e tondo, andare piano. Alcuni aggettivi sostantivati preceduti da una preposizione formano locuzioni avverbiali: alla svelta, allimprovviso, con le buone o con le cattive: lavorare alla svelta. Posizione dellaggettivo qualificativo Laggettivo qualificativo pu essere collocato prima o dopo il nome: laggettivo precede il nome in strutture ormai fisse: pubblico ufficiale, pubblico ministero, buoni uffici; laggettivo segue il nome in numerosissimi casi: opinione / asta pubblica, popolo italiano, lingua italiana, continente europeo, marina militare, lanno / il mese venturo, anno / mese corrente, Stefano il Grande, Filippo il Bello. Talvolta la differente posizione dellaggettivo comporta diversit di significato: alto un bambino ~ / (fig.) ~ commissario / funzionario; povero una nazione ~a / un ~ cieco; certo un fatto ~ / un ~ Bianchi. Forme dellaggettivo qualificativo Quasi tutti gli aggettivi hanno: una parte fissa la radice o morfema lessicale, che d informazioni sul significato; una vocale finale variabile la desinenza o morfema grammaticale, che d informazioni sul genere, maschile o femminile, e sul numero, singolare o plurale.

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Classificazione degli aggettivi f.s. -a m.s. -o alto alta simpatico simpatica bianco bianca lungo lunga ampio ampia saggio saggia natio natia i participi passati dei verbi (1) letto letta uscito uscita II classe m.f.s. -e m.f.pl. -i elegante eleganti difficile difficili dolce dolci verde verdi i participi presenti dei verbi (2) rappresentante rappresentanti uscente uscenti m.pl. -i III classe m.f.s. -a entusiasta entusiasti belga belgi idiota idioti egoista egoisti suicida suicidi ipocrita ipocriti I classe m.pl. -i alti simpatici bianchi lunghi ampi_ saggi_ natii letti usciti f.pl. -e alte simpatiche bianche lunghe ampie sagge natie lette uscite

f.pl. -e entusiaste belghe idiote egoiste suicide ipocrite

(1) Sono numerosissimi i participi passati con valore aggettivale che possono diventare nomi, e questo perch hanno quattro desinenze, quindi si comportano come gli aggettivi del I gruppo: tessuto, participio passato di tessere aggettivo: panno tessuto nome: negozio di tessuti Esempi: il condannato, il fatto, il fidanzato, il ferito, il passato, il ritratto, lammalato, linfinito, linvitato; la promessa, la scoperta, la spesa, lofferta.
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(2) Il participio presente pu esprimere anche una qualit: stella errante; le avventure dei cavalieri erranti; le trib erranti del deserto; brillante, participio presente di brillare aggettivo: discorso brillante nome: il brillante dellanello Esempi: il / la cantante, il comandante, il combattente, il / la commerciante, il presidente, un / unagente. Aggettivi invariabili e composti Completano il quadro: gli aggettivi invariabili, rimangono invariati nel genere e nel numero: pari: essere ~ a = corrispondere; il risultato ~; dispari = impari: i giorni dispari della settimana; una lotta impari; dabbene = perbene, educato: un uomo ~; dappoco = (persona) incapace; (cosa) marginale, secondario; arrosto: pollo / patate arrosto; amaranto, blu, lilla, rosa, viola: cielo / mare blu; romanzo rosa; azzurro pallido, rosso chiaro, verde cupo / scuro; rosso ciliegia / fuoco, verde bottiglia / oliva; avvenire: gli anni avvenire; fu (burocr.) morto, defunto: il fu Mario Rossi; anti + sostantivo sistemi antifurto, maschera antigas, rifugio antiatomico, trattato antinucleare. gli aggettivi composti, dati dalla combinazione di due aggettivi: alcuni aggettivi indicano i colori delle squadre di calcio: bianco-nero, bianconero, rosso-nero, rossonero; alcuni aggettivi geografici ed etnici: emiliano-romagnolo, russo-tedesco; possono comparire in forma abbreviata: africano afro-: tradizioni afroamericane; inglese anglo-: gli alleati anglo-americani; austriaco austro-: limpero austro-ungarico; francese franco-: guerra franco-prussiana; indiano indo-: lingue indoeuropee; italiano italo-: italo-americano; giapponese nippo-: un accordo economico nippoaustraliano; alcuni aggettivi appartengono alla terminologia scientifica: corticale cortico-: ormone corticosurrenale; gastrico gastro-: affezione gastroduodenale;
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alcuni aggettivi appartengono al linguaggio politico: socialista social-: socialdemocratico; anarchico anarco-: anarco-sindacalista; democratico demo-: democristiano; cattolico catto-: cattocomunista; altri aggettivi: aerodinamico, chiaroveggente, fantascientifico, sacrosanto, sordomuto, variopinto, verosimile: corpo aerodinamico, romanzo fantascientifico, racconto verosimile. Gli aggettivi composti formano il femminile e il plurale cambiando soltanto la desinenza del secondo elemento: rossonero, rossonera, rossoneri, rossonere; socialdemocratico, -a, -ci, -che: congresso socialdemocratico. Aggettivi alterati Come i nomi, cos anche parecchi aggettivi qualificativi possono essere alterati, con laggiunta alla base di un suffisso che, senza cambiare completamente il significato dellaggettivo di base, lo modificano soltanto, presentandolo come pi grande, pi piccolo, pi bello o pi brutto: bello DIM. belloccio; povero PEGG. poveraccio; semplice ACCR. semplicione. Accordo dellaggettivo qualificativo Di norma, laggettivo concorda nel genere e nel numero con il nome a cui si riferisce: il telefono azzurro (nome e aggettivo al maschile singolare); i telefoni azzurri (nome e aggettivo al maschile plurale); la sedia comoda (nome e aggettivo al femminile singolare); sei sedie comode (nome e aggettivo al femminile plurale). Quando si riferisce a pi nomi dello stesso genere, tutti al singolare, tutti al plurale o alcuni singolari e altri plurali, laggettivo prende il genere dei nomi e si mette al plurale: La carta e la penna sono bianche. Ci regalarono dei dolci e dei liquori squisiti. Ha la faccia e le mani sporche. ma si dice: lingua e letteratura italiana
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Quando si riferisce a pi nomi di genere e di numero diversi, laggettivo viene posto per lo pi al maschile plurale: I miei fratelli e le mie sorelle sono tutti lontani. Cavallo e carrozza erano fermi allangolo della via. Debbo prendere delle pillole e uno sciroppo amarissimi. ma si pu dire anche: Debbo prendere uno sciroppo e delle pillole amarissime. In questultimo esempio laccordo al femminile dovuto alla vicinanza del nome di genere femminile. Se laggettivo precede il nome, laccordo si fa con il nome pi vicino: Serene vacanze e viaggi offrono tutti gli enti turistici. Se laggettivo composto, muta solo la desinenza finale: angloamericano, -a, -i, -e: letteratura angloamericana; truppe angloamericane. Gli aggettivi composti di colore restano di solito invariati o possono mutare nella desinenza finale: foglie verdechiaro / verdazzurre. Gli aggettivi bello, buono, grande, santo Questi aggettivi si troncano o si elidono: bello, bella, belli, belle m. sing. bel libro bello spettacolo bellalbero pl. bei libri begli spettacoli begli alberi

f. sing. pl. bella ragazza belle ragazze bellamica belle amiche belli si usa posposto al maschile plurale: uomini belli; sostantivato: i belli e i brutti, il gusto del bello; in funzione di predicato: Quei fiori sono belli e freschi. buono, buona, buoni, buone si comporta come larticolo indeterminativo
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m. sing. buon libro buono spettacolo buon amico f. sing. buona bambina buonamica grande, grandi m. sing. gran libro grande spettacolo grandalbero

pl. buoni libri buoni spettacoli buoni amici pl. buone bambine buone amiche pl. gran libri grandi spettacoli grandi alberi

f. sing. pl. gran (grande) casa gran (grandi) case grandanima grandi anime santo, santa, santi, sante m. sing. san Carlo santo Stefano santIgnazio f. sing. santa Chiara santAnna pl. santi Pietro e Paolo

pl. sante

Espressioni: belle arti, bel bello, sul pi bello, ci vuole del bello e del buono, con le buone o con le cattive, un bel giorno, guardare / vedere di buon occhio, essere in buone mani, nascere sotto una buona stella, buono da buttar via, buono a nulla, buon viaggio / lavoro!, a buon mercato, di buon passo, di buonora, settimana santa, il santo padre, il santo sepolcro, la citt santa, (fig.) avere un santo dalla propria, avere qualche santo in Paradiso, non sapere a che santo votarsi, non essere uno stinco di santo. Ci volle del bello e del buono per convincerlo. Lhai fatta bella! Cosa fai di bello? Lo picchiarono di santa ragione.
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Gradi dellaggettivo qualificativo I concetti espressi da un aggettivo qualificativo possono essere graduati secondo una scala dintensit in cui si distinguono tre gradi: bello pi bello bellissimo Bello di grado positivo perch esprime la qualit senza indicarne la misura; pi bello di grado comparativo perch esprime una qualit stabilendo un confronto; bellissimo di grado superlativo perch esprime una qualit in misura molto alta. La possibilit di variare il proprio grado una delle caratteristiche che distinguono laggettivo dal sostantivo. Infatti, un libro o una rivista non potranno dirsi *pi libro, *pi rivista e nemmeno *librissimo, *rivistissima. Il grado dintensit di un aggettivo lo possiamo variare in due modi: relativamente ad altri termini, cio istituendo un paragone con unaltra unit: grado comparativo: La tua casa pi grande della mia. o con un gruppo di altre unit della stessa specie: grado superlativo relativo: Questo appartamento il pi grande del palazzo. in assoluto, cio senza introdurre confronti con altri termini: grado superlativo assoluto: Ho una casa grandissima. Il grado positivo Al grado positivo, laggettivo attribuisce a un nome una qualit senza precisarne la misura e senza che ci siano confronti: Monica furba. Il grado comparativo Al grado comparativo, la qualit attribuita a un individuo o a una cosa (detti primo termine di paragone, 1 T) viene confrontata con la stessa qualit posseduta da un altro individuo o cosa (detti secondo termine di paragone, 2 T). 1. Se la qualit presente pi nel primo che nel secondo termine di paragone comparativo di maggioranza pi + aggettivo al grado positivo: Monica [1 T] pi furba di Claudia [2 T]
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2. Se la qualit presente meno nel primo che nel secondo termine di paragone comparativo di minoranza meno + aggettivo al grado positivo: Monica meno furba di Claudia. 3. Se la qualit presente in misura uguale nei due termini messi a confronto comparativo di uguaglianza aggettivo da solo o preceduto da cos o da tanto, mentre il secondo termine di paragone introdotto da come o quanto: Monica cos / tanto furba come / quanto Claudia. Monica _furba come / quanto Claudia. Se il confronto avviene tra due aggettivi o due verbi, normale lavverbio correlativo davanti al primo termine: Lucia una ragazza tanto brava quanto bella. Mi piace cos prendere il sole come fare il bagno. Il confronto potrebbe avvenire mettendo in relazione due comparativi (di maggioranza o di minoranza) con un terzo termine di paragone: Paolo tanto pi veloce di Marco quanto Giovanni. Il secondo termine di paragone Con un comparativo di maggioranza o di minoranza, il secondo termine di paragone introdotto da: di, se un nome o un pronome non retti da preposizione: Giorgio pi serio di Franco. Lestate pi calda della primavera. La tua casa pi grande della mia. Giorgio pi serio di me. Io sono pi allegro di Ugo. Tu lavori pi di me. che, se un nome o un pronome retti da preposizione: Sei pi brava in italiano che in matematica. oppure se si paragonano tra loro: due nomi: Di solito leggo pi romanzi che novelle. due aggettivi qualificativi: E un fatto pi unico che raro. due verbi allinfinito: E meglio andar via che restare qui.
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due complementi indiretti: Mi piace pi mangiare a casa che al ristorante. due avverbi: Bruno agisce pi istintivamente che razionalmente. Meglio tardi che mai. Il grado superlativo Al grado superlativo laggettivo attribuisce a un nome una qualit al massimo livello, in due modi: relativo, facendo riferimento a un gruppo di persone o di cose: Monica la pi furba delle tue amiche. assoluto, senza termini di riferimento: Ho incontrato una signora simpaticissima. Il superlativo relativo si forma premettendo allaggettivo di grado positivo o al sostantivo larticolo determinativo seguito da pi o da meno: Andrea il pi generoso dei / tra i miei amici. Claudio il meno generoso dei / tra i miei amici. E lattore pi / meno adatto per questo ruolo. Quando preceduto da un nome che ha larticolo indeterminativo, il superlativo relativo viene sempre introdotto dallarticolo determinativo: Un uomo, il pi anziano di tutti, ci venne incontro. Il gruppo di persone o cose che fa da termine di riferimento introdotto dalle forme articolate delle preposizioni di o tra, fra. A volte laggettivo precede il sostantivo: E stato il pi bel giorno della mia vita. Il superlativo assoluto si forma in pi modi: con avverbi di quantit: assai, molto, oltremodo, tanto, troppo, estremamente, incredibilmente: Tuo figlio molto triste. Arriveremo assai presto. con avverbi intensificativi: davvero, proprio, sul serio, veramente: Sono davvero arrabbiato. Il tuo amico proprio simpatico. aggiungendo allaggettivo di grado positivo i prefissi: arci-, extra (stra-), iper-, sopra (sovra-), super-, ultra-: arcicontento, extrafino, stracarico, ipersensibile, sopraffino, sovraccarico, supersonico, ultramoderno:
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E una strada superaffollata. La minestra stracotta. aggiungendo alla radice dellaggettivo di grado positivo il suffisso -issimo, -a, -i, -e: importantissimo: Giulio un amico carissimo. hanno radici diverse ampio amplissimo, pio piissimo, vario varissimo. Talvolta, specie nel linguaggio della pubblicit, della televisione, possiamo incontrare anche nomi con questo suffisso: la canzonissima, la finalissima, laffarissimo, loccasionissima. ripetendo laggettivo di grado positivo: un problema facile facile, un abbraccio forte forte; con espressioni che possono intensificare il significato dellaggettivo di grado positivo: brutto forte, bagnato / ubriaco fradicio, innamorato cotto, stanco morto, buio pesto, ricco sfondato, pieno zeppo, pazzo da legare, duro come lacciaio, amaro come il fiele, veloce come il fulmine, diritto come un fuso, dolce come il miele, testardo come un mulo, bianco come la neve, buono come il pane, sano come un pesce: Ho incontrato un mendicante bagnato fradicio. Rifiutano ogni gradazione: gli aggettivi che contengono gi in s lidea del superlativo: colossale, divino, eccezionale, enorme, eterno, gigantesco, immenso, immortale, infinito, meraviglioso, onnipotente, perfetto, straordinario: luniverso infinito, numero perfetto; gli aggettivi che hanno un significato preciso, specifico: cubico, sferico; fisico, chimico; industriale, siderurgico; annuale, periodico; bronzeo, ferreo; toscano, asiatico; lacustre, montano; fraterno, orfano; doppio, triplice; notturno, quotidiano: geografia fisica, paesaggio montano. Comparativi e superlativi irregolari (organici) alcuni aggettivi presentano delle forme di comparativo e/o di superlativo irregolari, sul modello latino:
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positivo buono cattivo grande piccolo bene male molto poco

comparativo di maggioranza pi buono / migliore pi cattivo / peggiore pi grande / maggiore pi piccolo / minore meglio peggio pi meno

superlativo relativo assoluto il pi buono / il buonissimo / migliore ottimo il pi cattivo / il cattivissimo / peggiore pessimo il pi grande / il grandissimo / maggiore massimo il pi piccolo / il piccolissimo / minore minimo ottimamente / benissimo pessimamente / malissimo il pi pochissimo

alcuni aggettivi hanno forme irregolari di superlativo in -rrimo (1) e in -entissimo (2): acre acerrimo aspro asperrimo, asprissimo celebre celeberrimo integro integerrimo misero miserrimo, miserissimo salubre saluberrimo, salubrissimo 2. benefico beneficentissimo benevolo benevolentissimo maledico maledicentissimo malefico maleficentissimo malevolo malevolentissimo munifico munificentissimo Luso di questi aggettivi piuttosto raro, riservato a un linguaggio elevato, perci si preferisce ricorrere a superlativi analitici: molto celebre, assai benevolo; alcuni aggettivi non hanno il grado positivo, ma solo il comparativo e/o il superlativo: il comparativo termina in -ore anteriore che pi avanti posteriore che pi dietro
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inferiore che pi in basso superiore che pi in alto interiore che pi dentro esteriore che pi fuori ulteriore che pi al di l Ulteriore pu indicare anche qualcosa che si aggiunge a quanto gi detto o fatto: Per ulteriori informazioni si rivolga alla segreteria. il superlativo termina in -mo estremo che alla fine infimo che molto in basso intimo che pi dentro possibile primo che allinizio prossimo molto vicino, vicino supremo, sommo che pi in alto possibile ultimo che alla fine in assoluto Intimo ammette un comparativo, pi intimo, e un superlativo, il pi intimo: Mario il mio pi intimo amico. I superlativi primo, ultimo hanno anche le forme primissimo, ultimissimo, usate in espressioni enfatiche: prodotti di primissima qualit, lultimissima moda a Milano. Esercizi 1. Dai seguenti sostantivi ricava gli aggettivi corrispondenti: allegria, amore, campagna, compassione, corte, gioco, giorno, legno, tempesta, vento. 2. Dai seguenti aggettivi qualificativi ricava i nomi corrispondenti: acquoso, argenteo, autunnale, calligrafico, coreografico, fantastico, forte, fraterno, generoso, invernale, impetuoso, materno, orgiastico, ortografico, paterno, pratico, rovinoso, simpatico, spaventoso, storto. 3. Muta i seguenti sintagmi nel rispettivo singolare o plurale: occhi vivaci, corsa veloce, notizia inutile, fronti sudate, guerra atroce, pancia gonfia, fili resistenti, organizzazioni criminali, tempo antico, passata stagione, rapporti leali, folle velocit, misura colma,
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colossali truffe, dolori acuti, difficile situazione, visioni divine, paese ingovernabile, armonia magica, patti segreti. 4. Volgi al plurale: un bellissimo romanzo giallo; uovo fresco e grande; ampio movimento studentesco; una camicia verde, non verde bottiglia; il medesimo simpatico amico; autobus carico e affollato; una cornice argentata e molto costosa; lo stesso prezzo modico; vacanza piacevole e necessaria; un astuccio rosa, molto piccolo. 5. Scrivi le forme corrette dei seguenti aggettivi: (bello): _____ mattino, _____ anni, _____ arti, _____ spirito, _____ fiori, _____ attrice (buono): _____ profumo, _____ amicizie, _____ macchina, _____ uomo, _____ amica, _____ scultore (grande): _____ cantanti, _____ sospiri, _____ donna, _____ spavento, _____ attore, _____ viaggi (santo): _____ Carlo, _____ Marta, _____ Ambrogio, _____ padre, _____ Iacopo, Terra _____ 6. Altera, quando possibile, gli aggettivi: basso, bello, dolce, freddo, grande, grasso, lungo, nero, piccolo, povero, rosso, sciocco, sudato, umido, vecchio. 7. Completa le frasi in modo che risulti un comparativo: a) (di maggioranza): Il lago di Como ... piccolo ... lago Benaco. Era ... preparato in grammatica italiana ... in grammatica inglese. In inverno la luce diurna molto breve, ... effimera ... quella autunnale. La virt ... preziosa ...oro. E sicuramente ... difficile scrivere ... parlare una lingua straniera. Ho una preferenza ... viva per Verne ... per Salgari, altro famoso scrittore davventure. Sono ... interessanti le partite calcistiche seguite nello stadio ... a casa davanti al televisore. b) (di uguaglianza): Tuo zio si mostr ... garbato ... tuo padre. Tua cugina mi sembra ... briosa ... tua nipote. Luca ... studioso ... me. Francesca ... gentile ... sua sorella. c) (di minoranza): Oggi vi sentite ... deboli ... ieri. Alcuni scolari appaiono ... intelligenti ... diligenti. Il raccolto di riso di questanno
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... abbondante ... quello dellanno scorso. Io ho un carattere ... deciso ... tuo. Perugia ... grande ... Roma. E ... difficile ... quanto tu creda. La mia casa ... comoda ... vostra. 8. Completa con il comparativo opportuno e con il secondo termine di paragone: Siete ... testardi __________ . Qui sembrano esserci ... macchine __________ . E ... facile obbedire __________ . Viaggio ... volentieri in aereo __________ . Stamane siamo ... disposti allascolto __________ . In quel momento di crisi, nessuno si sentiva ... solo e deluso __________ . Il nonno ... sordo __________ . 9. Scrivi questa serie di aggettivi al superlativo assoluto, in tutte le forme possibili: buono, carico, cattivo, contento, difficile, fino, fortunato, generoso, grande, intelligente, moderno, nobile, piccolo, pieno, presto, ricco, simpatico, sporco, utile, veloce. 10. Completa con lopportuno tipo di superlativo: Napoli tra le citt ... popolose dItalia. Viviamo un ritmo di vita ... agitato. Furono ... disponibili a portare aiuti ... consistenti e ... efficaci. Gli ultimi sono stati i giorni ... felici tra quelli trascorsi con te. I grandi uomini sono ... modesti. Era ... simpatica delle amiche di mia sorella. LAsia un continente che registra ... alta densit di popolazione. ... grande delle virt la carit, che ci rende ... generosi. 11. Fa la concordanza degli aggettivi, se necessaria, con i nomi cui si riferiscono: Venti e nubi (gelido) trascorrevano il cielo minacciando tempesta. Al pranzo di nozze di mia sorella, Franca e Giovanna erano piuttosto (alticcio). La casa e il giardino da me (sognato) costano troppo e non potr mai comprarmeli. Soffriva di un terribile raffreddore e aveva sempre gli occhi e il naso (arrossato). Laurora e il tramonto sono (rosa). Navi e piccole imbarcazioni correvano (liscio) e (leggero) sul mare (tranquillo). Trovarono il naufrago con braccia e gambe (rigido). Carrozze e locomotori da riparare o appena (riparato) erano allineati nel deposito locomotive e sui binari.
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12. Traduci in romeno: Avevo dinanzi un vastissimo spazio di pianure verdi e fiorite, intersecate da grandissimi canali simili a quello che avevo passato io, ma assai pi larghi e profondi; i quali sandavano perdendo in una stesa dacqua assai pi grande ancora; e in fondo a quella sorgevano qua e l disseminati bruni monticelli, coronati taluni da svelti campanili. Ma pi in l ancora locchio mio non poteva indovinare che cosa fosse quello spazio infinito dazzurro che mi pareva un cielo caduto e schiacciatosi in terra: un azzurro trasparente e svariato di strisce dargento che si congiungeva lontano lontano con lazzurro meno colorito dellaria Dimprovviso i canali e il gran lago dove sboccavano diventarono tutti di fuoco; e quel lontanissimo azzurro misterioso si mut in una iride immensa dai colori pi diversi e vivaci. Il cielo fiammeggiante ci si specchiava dentro e di momento in momento lo spettacolo si dilatava, sabbelliva agli occhi miei, e prendeva tutte le apparenze ideali e quasi impossibili di un sogno.
I. Nievo

IL NUMERALE La categoria grammaticale dei numerali alquanto eterogenea, essa comprende: aggettivi: Ho comprato due dischi. pronomi: Cerano entrambi. nomi: E uscito il sette al lotto. I numerali si distinguono in: cardinali: uno, due, tre; ordinali: primo, secondo, terzo; moltiplicativi: doppio, triplo; collettivi: paio, decina, dozzina; distributivi: ad uno ad uno, a due a due; frazionari: un terzo, due terzi. Numerali cardinali e numerali ordinali Si comportano generalmente come aggettivi e qualche volta come pronomi. Come aggettivi, accompagnano: un nome: quattro gatti, il terzo posto; un pronome: Noi due stiamo bene insieme.
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Come pronomi, sostituiscono un nome: I magnifici sette un film celeberrimo. I cardinali determinano una quantit numerica precisa, sono i numerali pi usati, tre, dodici, centoventiquattro, tremiladuecento ecc., e si indicano con le cifre arabe: 3, 12, 124, 3200. Luso delle cifre richiesto nei testi tecnici e scientifici e per indicare le date. Negli altri casi, invece, preferibile usare la scrittura in lettere. I numerali cardinali sono invariabili: ecc. uno / una; mille / -mila, forma derivata dal latino: tremila, centomila. Uno si tronca e si elide secondo le regole dellarticolo indeterminativo: un ragazzo, uno scolaro, un albero; una casa, unanitra. I composti con uno possono subire il troncamento: ventun giorni, trentun minuti. I composti che finiscono in -tre ricevono laccento: ventitr, sessantatr. Le decine da venti in poi, unite a uno o a otto, troncano la vocale finale: trentuno, trentotto. Come si gi visto dagli esempi, i numeri costituiti da pi elementi si scrivono uniti. Tuttavia i composti con cento e mille possono anche scriversi staccati, inserendo tra i due numeri la congiunzione e: cento e dieci, mille e nove. Quando uno unito per mezzo della congiunzione si ha laccordo con il sostantivo: Le mille e una notte una raccolta di novelle arabe. Milione, miliardo non sono aggettivi, ma sostantivi. I loro multipli si scrivono staccati: tre milioni, cinque miliardi. Nel plurale possono essere seguiti o no dalla preposizione di: tre miliardi di lire / due milioni quattrocentomila lire. I numerali cardinali solitamente precedono il nome a cui si riferiscono: Era una donna di cinquantanni. Ho speso centoventi euro. Seguono il nome: negli usi tecnici e scientifici: Ciascun lato delledificio misura m. 32.
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commerciali: Il costo dellautovettura di euro 14 000. Come si vede dagli esempi, il numero espresso in cifre. nel linguaggio burocratico e giudiziario: Il tribunale condanna limputata alla pena di anni tre e mesi due di reclusione. Nellindicare le ore e le date il nome viene spesso sottinteso: Sono le (ore) sette. Nacque nel(l)(anno) 20 dopo Cristo. Soltanto nellindicare il primo giorno / i primi giorni della settimana, del mese, dellanno, si adopera lordinale al posto del cardinale: Oggi il primo di settembre. Partir ai primi di agosto. In molti casi i cardinali vengono sostantivati: E un uomo sui sessanta. (=sulla sessantina, sessantenne) E una notizia sicura al cento per cento. Durante la spedizione dei Mille fu liberata la Sicilia. in espressioni idiomatiche: Si fece in quattro per accontentare sua madre. in altri casi, per indicare: i voti scolastici: Ho preso un bel dieci. i giocatori di una squadra: Gli undici sono scesi in campo. Gli ordinali indicano lordine di successione di individui, oggetti e concetti, terza, dodicesimo, centoventiquattresimo, tremiladuecentesima ecc. Si indicano con le cifre romane: III, XII, CXXIV, MMMCC, oppure con le cifre arabe seguite da (per il maschile), (per il femminile) in esponente: 3, 12 , 124, 3200; 3, 12 ecc. A differenza dei cardinali, gli ordinali sono variabili nel genere e nel numero, quindi si accordano al sostantivo. I primi dieci hanno forme particolari derivate dal latino: primo decimo (da consultare lo schema I). Tutti gli altri si formano aggiungendo il suffisso -esimo al cardinale, che perde generalmente la vocale finale: undic(i) + -esimo undicesimo. Accanto a queste forme, possiamo trovarne altre di uso limitato, letterario: decimoprimo / undecimo, decimosecondo / duodecimo ecc. Anche gli ordinali precedono di solito il nome: Abbiamo viaggiato in prima classe. Abita al terzo piano.
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Seguono il nome: quando indicano lordine di successione di papi, sovrani e in questo caso si scrivono solitamente in cifre romane: Luigi XIV, Giovanni Paolo II ecc. nelle scritte: Aula sesta, Canto quinto, Atto quarto, Scena prima. Possono essere usati come sostantivi: E stato promosso in quarta (classe). Abbiamo ascoltato la nona (sinfonia) di Beethoven. I numerali ordinali si adoperano per indicare: 1) i numeri dordine di papi, re, imperatori: Paolo VI, Vittorio Emanuele II, Carlo V; 2) i numeri dordine dei secoli: il secolo XIX o il diciannovesimo secolo o lOttocento; 3) il secondo elemento di una frazione, il primo indicato da un numerale cardinale: 2/3 = due terzi; 7/20 = sette ventesimi; 33/100 trentatr centesimi; 4) il grado di una potenza segnalato dal numero in esponente: 6 = sei alla terza. Numerali moltiplicativi Sono aggettivi a quattro desinenze che moltiplicano il nome a cui si riferiscono per un numero o una quantit. Quelli pi usati sono singolo, doppio, triplo, quadruplo, quintuplo: Prendiamo una porzione singola di pasta e una doppia porzione di patate. Ma i moltiplicativi possono essere usati anche come nomi o avverbi: Ho speso il doppio del previsto. Vederci doppio significa avere un difetto ottico. In casi del genere indicano, in senso figurato, un numero, una quantit o una misura molto grandi, o molto pi grandi di: Mangia il triplo di me ed magra! = Mangia molto pi di me. La serie dei moltiplicativi completata dagli aggettivi a due desinenze duplice, triplice ecc.: La Triplice Alleanza fu stipulata nel 1882 fra Italia, Austria e Germania.
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Numerali collettivi Sono nomi che indicano un insieme di pi individui, oggetti o concetti: 1. coppia, paio, duo, doppietta ruotano intorno al numero due: una coppia di fidanzati, un paio di scarpe: Schumacher e Barrichello formano un duo formidabile. 2. terna, triade, tripletta ruotano intorno al numero tre: terna arbitrale, triade dialettica: Totti ha segnato una tripletta. 3. duetto, terzetto, quartetto, quintetto, sestetto indicano una composizione musicale eseguita da due, tre, quattro, cinque, sei esecutori e, scherzosamente, un gruppo di due, tre, quattro, cinque, sei persone: Ma che bel terzetto! 4. decina, dozzina, ventina, trentina, quarantina, cinquantina, sessantina, settantina, ottantina, novantina, centinaio, migliaio indicano, rispettivamente, un gruppo di dieci, dodici, venti, trenta, quaranta, cinquanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta, cento, mille individui o oggetti: Ho comprato una dozzina di fazzoletti. Era presente un migliaio di persone. 5. biennio, triennio, quadriennio, quinquennio=lustro, decennio, ventennio indicano un periodo di due, tre, quattro, cinque, dieci, venti anni: un decennio di studi, il ventennio fascista: Ho seguito il primo biennio dingegneria. 6. bimestre, trimestre, semestre indicano un periodo di due, tre, sei mesi: corso di un semestre; 7. terzina, quartina, sestina, ottava sono termini della metrica e indicano strofe di tre, quattro, sei, otto versi: terzina incatenata, un poema in ottave. Il quadro completato da: alcuni nomi che terminano in -enne, i quali indicano let di una persona, a partire da undici e fino a novantanove: undic(i) + -enne undicenne; alcuni aggettivi, invariabili, ambo, ambedue ed entrambi / entrambe che significano tutti / tutte e due e che precedono larticolo determinativo che accompagna il nome a cui si riferiscono: ambedue i fratelli / le sorelle, entrambi gli occhi, entrambe le mani. Numerali distributivi Indicano il modo di distribuire o di ripartire una quantit, a due a due, due per ciascuno, tre alla volta, ogni sei: Mi scrive ogni due settimane.
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Numerali frazionari Sono nomi e indicano una o pi parti di un tutto: un terzo, due terzi, tre quarti ecc. Mi darai solo il quinto dello stipendio? Per indicare la divisione di un tutto in due parti, si adoperano: met: Quattro la met di otto. mezzo: Ha quindici anni e mezzo. Sono le dodici e mezzo. I. Numerali cardinali, ordinali, moltiplicativi e numerativi
cardinali in lettere in cifre arabe uno, una 1 due 2 tre quattro cinque sei sette otto nove dieci undici dodici tredici quattordici quindici sedici diciassette diciotto diciannove venti ventuno ventidue 84 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 ordinali moltiplinumerativi in lettere in cifre cativi romane primo I singolo secondo II doppio coppia, paio, duo, doppietta terzo III triplo terzetto, tripletta quarto IV quadruplo quinto V quintuplo sesto VI settimo VII ottavo VIII nono IX decimo X decina undicesimo XI dodicesimo XII dozzina tredicesimo XIII quattordicesimo XIV quindicesimo XV quindicina sedicesimo XVI diciassettesimo XVII diciottesimo XVIII diciannovesimo XIX ventesimo XX ventina ventunesimo XXI ventiduesimo XXII

trenta quaranta cinquanta sessanta settanta ottanta novanta cento centouno duecento mille duemila diecimila

30 40 50 60 70 80 90 100 101 200 1000 2000 10000

trentesimo quarantesimo cinquantesimo sessantesimo settantesimo ottantesimo novantesimo centesimo centunesimo duecentesimo millesimo duemillesimo diecimillesimo

centomila 100000 centomillesimo un milione 1000000 milionesimo un miliardo 1000000000 miliardesimo

XXX XL L LX LXX LXXX XC C CI CC M MM X  C

trentina quarantina cinquantina sessantina settantina ottantina novantina centinaio migliaio

II. Corrispondenza fra anni e secoli


dallanno 1000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 allanno 901 801 701 601 501 401 301 201 101 1 indicazione in cifre romane in cifre arabe X, decimo sec. IX, nono sec. VIII, ottavo sec. VII, settimo sec. VI, sesto sec. V, quinto sec. IV, quarto sec. III, terzo sec. II, secondo sec. I, primo sec.

a.C. = avanti Cristo 0 ____________________________________________________________ d.C. = dopo Cristo 1 101 201 301 100 200 300 400 I, primo sec. II, secondo sec. III, terzo sec. IV, quarto sec. 85

401 501 601 701 801 901 1001 1101 1201 1301 1401 1501 1601 1701 1801 1901 2001

500 600 700 800 900 1000 1100 1200 1300 1400 1500 1600 1700 1800 1900 2000 2100

V, quinto sec. VI, sesto sec. VII, settimo sec. VIII, ottavo sec. IX, nono sec. X, decimo sec. XI, undicesimo sec. XII, dodicesimo sec. XIII, tredicesimo sec. XIV, quattordicesimo sec. XV, quindicesimo sec. XVI, sedicesimo sec. XVII, diciassettesimo sec. XVIII, diciottesimo sec. XIX, diciannovesimo sec. XX, ventesimo sec. XXI, ventunesimo sec.

200, Duecento 300, Trecento 400, Quattrocento 500, Cinquecento 600, Seicento 700, Settecento 800, Ottocento 900, Novecento

Esercizi 1. Scrivi in lettere i seguenti numerali cardinali: 14, 1000, 367, 88, 17, 33, 65, 2000, 1971, 1000000. 2. Scrivi in lettere i seguenti numerali ordinali: IV, XL, LX, X, XC, XXIX, CC, XLVI, XCIX, CM. 3. Scrivi gli ordinali che corrispondono ai seguenti numerali cardinali: tre, quarantuno, dodici, sette, trentasei, dieci, cento, ventinove, sedici, cinque, ottantacinque, diciannove, quattro, mille, duecento, otto, sessantatr, quattordici, sei, novantotto. 4. Scrivi in lettere i numerali cardinali e ordinali: Cerano presenti quasi 100 invitati, seduti in gruppi di 10 persone fino alla 10 fila. Questa la 5 frase del 2 esercizio; ma occorre ancora 1 frase. Sono le 11 e 30 minuti. Siamo in 7: l8 invitato non ha voluto partecipare a questo nostro ultimo incontro. La 4 parte di 1000 250. Sono 33 concorrenti che devono sostenere 6 prove. Ha 63 anni,
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ma ne dimostra 10 di pi. I 2/3 dello scantinato erano invasi dalle acque. Nella gara dei 100 a ostacoli Fabio si classific 3. 5. Sostituisci le lettere alle cifre e viceversa, quando ti sembra opportuno: Il nonno ci port dalla campagna 2 piccioni, 24 uova fresche e 4 bei formaggi. Poi gli chiedemmo se lannata fosse stata abbondante per luva. La gelata rispose aveva lasciato s e no 7 o 8 grappoli per pianta. Lanno prima invece, cio nel millenovecentonovantadue, il raccolto era stato tale da dover comprare altre botte, perch le 15 cherano in cantina non bastavano a contenere tutto il vino prodotto. Ma pochissimo latte, ragazzi: 17 quintali appena, per venduti a buon prezzo. Se il Po il pi lungo fiume italiano con seicentocinquantadue km., il Garda sicuramente il lago pi profondo con i suoi trecentoquarantasei metri. 6. Traduci in romeno: Un milione di libri Dopo qualche anno di letture furiose e disordinate mi accorsi che i pochi libri cherano in casa e quegli altri pochi che potevo avere ricorrendo alle scarse librerie di parenti e conoscenti o comprandone qualcuno usato coi centesimi risparmiati sul companatico o coi soldi rubati alla mamma, non bastavano. Seppi da un ragazzo, un po pi grande di me, che cerano in citt grandissime e ricchissime librerie aperte a tutti, dove in date ore si poteva andare, chiedere qualunque libro si volesse e, quel che pi conta, leggerli senza spender nulla. Decisi di andarci subito. Cera per una difficolt: per entrare in que paradisi bisognava avere per lo meno sedici anni. Io ne avevo dodici o tredici, ma per la mia et ero anche troppo alto. Una mattina di luglio mi provai. Salii uno scalone, che a me parve largo e solenne, tremando. Dopo due o tre minuti dincertezza e di batticuore entrai nella saletta delle richieste, scrissi alla peggio la mia scheda e la presentai con laria impacciata e sospettosa di chi sa dessere in fallo. Limpiegato lo ricordo ancora: sia maledetto! era un omaccione con tanto di pancetta e due occhietti cilestri di pesce morto e una piegaccia maligna a due lati della bocca mi squadr con aria di compatimento e con esosa voce strascicata mi chiese: Scusi, quanti anni ha lei? Feci il viso rosso pi di rabbia che di vergogna e risposi, facendomi pi vecchio di tre anni: Quindici.
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Non bastano. Mi dispiace. Legga il regolamento. Torni fra un anno.


G. Papini, Un uomo finito

IL PRONOME E la parte variabile del discorso che sostituisce: un nome: Luca passeggia con Lisa; lei s che una bella ragazza! un altro pronome: Lho incontrato e gli ho proposto di partecipare al torneo di tennis. un aggettivo: Oggi il tempo buono, ma ieri non lo era. un verbo: Aveva studiato moltissimo e lo dimostr allesame. una frase intera: Come ha detto di chiamarsi? Non lo ricordo pi. Da questa polivalenza del pronome risultano casi a volte ambigui: La frase: Carla passeggia con Rita; quella s che una bella ragazza! risulta ambigua e si potrebbe capire solo se accompagnata da un additamento, lindice puntato, un cenno del capo ecc. Per evitare tali ambiguit possono esserci utili alcuni strumenti formali: la contrapposizione questo / quello, usata per distinguere due persone o cose localizzandole con precisione: Franco lavora con Massimo: questo architetto mentre quello ingegnere. lopposizione tra un sostantivo umano e un sostantivo non umano: Il domatore e il leone sono uno di fronte allaltro: egli lo teme. ... il leone... esso lo teme. Uso assoluto del pronome Non tutti i pronomi hanno la funzione di sostituire nomi o altri elementi. Nellesempio: Che cosa fai? Io non faccio proprio niente. i pronomi che cosa, io, niente non sostituiscono alcuna parola ma sono usati assolutamente, cio senza riferimento alle parole della frase.
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Altre funzioni del pronome 1. Evitando le ripetizioni, il pronome contribuisce alleconomia del discorso funzione stilistica; 2. Il pronome serve spesso a indicare, a mostrare qualcosa funzione deittica: Dammi questo, non quello! 3. Il pronome pu essere un elemento della frase; basti pensare al valore subordinante del pronome relativo funzione sintattica. Pronomi e aggettivi pronominali Molte forme pronominali, oltre che sostituire un nome, possono accompagnarlo per determinarlo meglio; si parla, in tal caso, di aggettivi pronominali. Pronomi e aggettivi pronominali pronomi personali: io, lui, voi, loro pronomi e aggettivi possessivi: tuo, suo, nostro, loro pronomi e aggettivi dimostrativi: questo, quello, stesso pronomi e aggettivi indefiniti: qualche, qualcuno, nessuno pronomi relativi: chi, cui, il quale pronomi e aggettivi interrogativi: chi?, che? pronomi e aggettivi esclamativi: che! I pronomi personali e relativi non possono avere funzione di aggettivo. Pronomi personali I pronomi personali dovrebbero essere i sostituti del nome. Nella

Egli uscito. il pronome egli sta al posto di un qualsiasi nome comune, il dottore, il nonno ecc. o nome proprio, Massimo, Carlo ecc. Invece nelle frasi: Io scrivo una lettera. Tu lavori dalla mattina alla sera. i pronomi io e tu non sostituiscono nessun nome. Questi pronomi indicano: 1) chi parla io, 1 persona singolare; 2) chi ascolta tu, 2 persona singolare;
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frase:

3-6) uno o pi individui, oggetti o concetti di cui si parla lui, egli, esso, lei, essa, 3 persona singolare; loro, essi, esse, 3 persona plurale o 6 persona. Inoltre, il pronome personale pu indicare: 4) chi parla + unaltra persona noi, 1 persona plurale o 4 persona; 5) chi ascolta + unaltra persona voi, 2 persona plurale o 5 persona. Noi, voi non sono il plurale di io, tu, ma sono, piuttosto, il risultato di una somma: noi include la persona che parla, io, + una o pi persone = io + tu, lui/lei, voi, loro; voi include la persona che ascolta, tu + una o pi persone = tu + lui/lei, loro. A questo punto possiamo precisare che un pronome personale ha: funzione deittica, quando si riferisce a una persona o una cosa presenti allatto della comunicazione: i pronomi di prima, seconda e terza persona: Tu verrai con me, voi aspetterete qui. Lui si occuper dellorganizzazione del convegno. Sono tutte frasi accompagnate da un gesto del parlante, che indichi che la persona presente, quindi si ricorre non pi al contesto linguistico, ma a quello extralinguistico. funzione anaforica, quando si riferisce a una persona o una cosa precedentemente menzionate nel discorso: i pronomi di terza persona. Solo questi pronomi, detti anaforici, possono avere un antecedente: Marco entr di corsa nella stanza: non appena lo vidi gli chiesi come mai andasse cos di fretta. Lui rispose di essere in ritardo ad un appuntamento con Claudia. funzione cataforica, quando il pronome precede lantecedente. Tale funzione, nellambito dei pronomi personali, svolta quasi esclusivamente dai pronomi atoni: La vuoi unaranciata? Antecedente e forma pronominale sono legati da una relazione di coreferenza poich rinviano alla medesima realt extralinguistica. Sebbene il pi delle volte vi sia unassoluta identit tra antecedente e pronome: [Fabio] lavora in un ristorante. [Egli] ritorna sempre tardi la sera. in alcuni casi la relazione semantica tra i due elementi pu essere pi complessa:
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il pronome pu riferirsi ad un oggetto concreto diverso dallantecedente: Maria porta sempre con s [la card], Elena [la] tiene in un cassetto. lantecedente pu indicare un oggetto ipotetico: Se vincer una medaglia la dedicher alla mia migliore amica. In questo caso possibile negare solo la seconda proposizione, la prima no: Se vincer una medaglia non la dedicher... . *Se non vincer una medaglia la dedicher... . Secondo il numero, tutti i pronomi personali hanno il singolare e il plurale. Secondo il genere, sono invariabili nella prima e seconda persona, variabili invece nella terza. Inoltre i pronomi personali presentano forme differenziate a seconda della funzione sintattica svolta, pi precisamente hanno una forma per il soggetto e due forme per i complementi, una tonica o forte, laltra atona o debole. Pronomi personali soggetto persona 1 persona 2 persona 3 persona maschile femminile singolare io tu egli, lui, esso ella, lei, essa plurale noi voi essi, loro esse, loro

Se i pronomi di prima e seconda persona, singolare e plurale, hanno ununica forma: io noi, tu voi, quello di terza persona dispone di una maggiore variet di forme: tre coppie per il singolare, egli-ella, lui-lei, esso-essa, e una per il plurale, essi-esse, mentre la forma loro ha valore sia di maschile sia di femminile. Egli e lui si usano con riferimento alle persone, lui soprattutto nella lingua parlata; la forma esso usata per animali e cose: Ho parlato con il direttore, egli (lui) mi ha assicurato il suo pieno appoggio. Ho un cane; esso abbaia sempre. Un importante compito ti stato affidato; esso va eseguito entro domani.
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Questa differenza non esiste invece al femminile, tra lei ed essa; essa ha ormai carattere letterario o regionale. Analogamente a lui, lei si usa specialmente nel parlato: Avverti tua sorella, forse essa (lei) non lo sa ancora. Ho cercato di prendere la gattina, ma essa scappata. La forma ella caduta in disuso, sentita ormai come letteraria e solenne. Le forme del plurale essi-esse servono per indicare tanto le persone quanto gli animali e le cose; loro si usa con riferimento a persone: Li ho guardati in viso, ma essi (loro) abbassarono gli occhi. Allingresso della villa cerano due cani: essi stavano per mordermi. Il Parlamento ha emanato nuove leggi: esse prevedono la modifica dellordinamento giudiziario. Nelluso familiare, ma sempre pi anche nella lingua scritta, si sono affermati come pronomi di terza persona in funzione di soggetto le tre forme di complemento lui, lei, loro, mentre egli, ella, essi, esse caratterizzano certi usi letterari e lo stile formale (essa anche regionale): Lui (egli) non daccordo. Lei (essa) partita. Loro (essi, esse) arrivano domani. In particolare le forme lui, lei, loro sono obbligatorie: quando si vuole mettere in rilievo il soggetto, e in tal caso il pronome si pone dopo il verbo: Lha detto lui. Sono stati loro. quando il pronome in funzione di predicato: Non sembrava pi lui. dopo come, quanto, in complementi di paragone: Sei bravo come lui. Ho studiato quanto lei. tra ecco e che relativo: Ecco lui che non ci crede. nelle contrapposizioni: Lui dice di s, lei di no. quando il verbo al gerundio o al participio: Essendoci lui, eravamo pi tranquilli. Partiti loro, ce ne andammo pure noi. nelle esclamazioni ellittiche: Beata lei! Felici loro! in espressioni mancanti del verbo: Chi stato? Lui. dopo anche, neanche, pure, neppure, nemmeno: Anche lui era assente. Non lo sa neanche lei quello che vuole. Nemmeno loro lhanno visto.
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Anche le forme soggettive della prima e seconda persona singolare vengono talvolta sostituite dalle forme complementari me, te: dopo come, quanto: Sono contento quanto te. quando sono in funzione predicativa e il soggetto diverso: Tu non puoi essere me. Quando il soggetto lo stesso si hanno le forme io, tu: Da un po di tempo non sei pi tu. quando sono preceduti dal verbo essere e seguiti dallaggettivo didentit stesso: Voglio essere me stesso. nelle esclamazioni prive di verbo: Povero me! In italiano luso del pronome personale in funzione di soggetto piuttosto limitato: _Ho letto una notizia interessante. _Sei tornato presto. Il pronome viene invece espresso: quando si vuole dare particolare rilievo al soggetto, soprattutto nelle contrapposizioni: Io lavoro dalla mattina alla sera mentre tu ti diverti. quando ci sono forme verbali, particolarmente del congiuntivo, che potrebbero creare confusione: Ritengo che tu non sia allaltezza della situazione. Pensava che tu amassi Laura. sia = io / tu / egli sia; amassi = io / tu amassi; necessario quindi il pronome per evitare ambiguit. Il pronome personale soggetto pu essere rafforzato da: stesso: io stesso, lei stessa, noi stessi; altri, solo alla prima e seconda persona plurale: noi altri, voi altri, o, in grafia unita, noialtri, voialtri. Pronomi personali complemento I pronomi personali complemento hanno due tipi di forme. 1. forme toniche persona 1 persona 2 persona 3 persona maschile femminile riflessivo singolare me te lui, esso lei, essa s plurale noi voi loro, essi loro, esse s
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I pronomi personali complemento tonici possono essere adoperati: in funzione di complemento oggetto o diretto, e in questo caso seguono il verbo senza preposizioni: Carla guarda me. in funzione dei vari complementi indiretti, e in questo caso sono preceduti da varie preposizioni, a, di, da, in, davanti, dietro, oltre. Il complemento indiretto pu sia seguire sia precedere il verbo: Non discuto con lui. / Con lui non discuto. Alla prima e seconda persona singolare si hanno le forme me e te: E venuto da me. C una lettera per te. Alla prima e seconda persona plurale le forme noi e voi sono comuni al soggetto e ai complementi: Hanno fiducia in voi. Alla terza persona singolare e plurale, quando ha valore riflessivo, cio quando si riferisce al soggetto della frase, il pronome s: Ha troppa stima di s. Pensano solo a s. Quando invece indica una persona diversa dal soggetto, le forme sono lui per il singolare maschile, lei per il singolare femminile, loro per il plurale maschile e femminile: Vado con lui. Non mi dimenticher mai di lei. Fidati di loro! Infine le forme esso, essa, essi, esse si riferiscono solo agli animali e alle cose e possono adoperarsi soltanto come complemento indiretto, cio preceduti da una preposizione: Laereo il mezzo pi veloce e con esso facile raggiungere posti lontani. In funzione di complemento oggetto si user la forma atona lo: Vedi quel giornale? Portamelo! I pronomi tonici hanno le seguenti propriet: il nesso verbo + pronome tonico pu essere spezzato da altri elementi:
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La musica piace molto a me. possono subire lenfasi: E a lui che ho prestato un libro. possono comparire in assenza del verbo: Chi arrivato? Lui. possono essere rafforzati con laggettivo didentit stesso: Conosci te stesso! 2. forme atone persona 1 persona 2 persona maschile complemento oggetto 3 persona complemento di termine femminile riflessivo le si loro (gli) si femminile maschile la gli le loro (gli) singolare mi ti lo plurale ci vi li

I pronomi atoni si differenziano da quelli tonici: non hanno corrispondenti forme soggettive; precedono o seguono immediatamente la forma verbale: il nesso verbo + pronome atono non pu essere spezzato: *La musica mi molto piace. fra il verbo e il pronome atono pu inserirsi solo un altro pronome atono: Glielo dir. Il pacco me lo spedir domani. non possono subire lenfasi: E a *lo che ho prestato un libro. non possono comparire in assenza del verbo: Chi arrivato? *Lo. I pronomi personali complemento atoni svolgono: la funzione di complemento di termine (CT); la funzione di complemento oggetto diretto (CO). mi = me, a me: Mi chiamano subito. Mi raccont tutto. ti = te, a te: Ti accompagno a teatro. Ti mander un bel regalo. ci = noi, a noi: Ci ingann con le sue bugie. Ci hanno scritto una lettera. vi = voi, a voi: Vi ascolto con attenzione. Vi penso sempre con affetto.
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Alla terza persona singolare e plurale, quando ha valore riflessivo, cio quando si riferisce al soggetto della frase, il pronome si = s, a s: Si guardarono allo specchio. Il cane si leccava la ferita. Quando invece indica una persona diversa dal soggetto, le forme sono lo per il singolare maschile, la per il singolare femminile, li per il plurale maschile, le per il plurale femminile, per il complemento oggetto: Lo vidi fuggire. La incontro spesso. Li seguivo da lontano. Le salutai cortesemente. Le forme sono gli per il singolare maschile, le per il singolare femminile, loro per il plurale maschile e femminile, per il complemento di termine: Gli descrissi tutto laccaduto. Le rivolsi la parola. Comunicai loro la notizia. Per quanto riguarda la collocazione, soltanto loro posto dopo il verbo. La collocazione proclitica di loro pu verificarsi solo nel linguaggio burocratico in presenza di un participio: Le competenze loro spettanti sono piuttosto ristrette. pu essere interposto tra ausiliare e participio: Si recarono al ristorante chera stato loro indicato. e, pi in generale, tra verbo reggente e verbo retto: Il rifornimento di carburante ha fatto loro perdere il vantaggio acquisito. E bene ricordare che le forme lo, la, gli, le sono uguali a quelle dellarticolo determinativo e quindi si comportano allo stesso modo in ci che riguarda lelisione. Tuttavia si deve evitare di elidere la vocale per non creare ambiguit: lo aiutai / la aiutai invece di laiutai, forma ambigua. Nellitaliano di oggi luso di gli al posto di loro sempre pi frequente: Li invitai a casa e gli offrii un aperitivo. ...e offrii loro... Lo, ci vi, ne: altri usi 1. Il pronome atono lo, complemento oggetto, pu riferirsi:
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a un nome: Incontrer Fabio tra cinque minuti e lo saluter anche da parte tua. ad unintera frase: Ho parlato con Franco, tutti lo hanno notato. a un aggettivo: Si crede bella ma non lo . In tutti questi casi assume valore neutro ed equivale a ci. Talora pu anche anticipare, rafforzando quello che sta per essere detto: Me lo sentivo che saresti venuto. 2. Le forme atone ci vi (ci pi comune di vi) sono pronomi di prima e seconda persona plurale con funzione di complemento oggetto o complemento di termine. Inoltre possono avere anche altre funzioni: avverbio di luogo: Ci passa sopra un ponte. -ci + essere = esistere, trovarsi: Cera una volta... Ci sono tanti animali strani nel mondo. pronome dimostrativo, specialmente con valore neutro: Non ci fare caso. (= a ci) Non ci capisco nulla. (= di ci) Che ci ricavi? (= da ci) Ci prova gusto! (= in ci) Ci puoi contare! (= su ci) si possono riferire anche a persone: Non ci puoi fare affidamento. (=su di lui/lei/loro) hanno valore rafforzativo: A scuola quando ci vai? diventano ce, ve davanti a un altro pronome atono: Ce ne infischiamo. In particolari espressioni il contenuto semantico di ci fortemente indebolito: la particella usata solo come elemento di rinforzo: farcela, avercela con qualcuno; averci limitato al registro colloquiale: Ci ho due figlie. in alcuni contesti la particella diventa obbligatoria: Hai la macchina? S, ce lho. con il verbo entrare = avere attinenza: La tua obiezione non centra con quello di cui stiamo parlando. 3. La particella ne ha valore di: avverbio di luogo ed equivale a di qui/qua, di l/l: Giunsi a Roma il mattino e ne ripartii la sera. di solito preceduta dalle forme pronominali atone che diventano me, te, se, ce, ve:
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Non era un ambiente sano e per questo me ne andai subito. pronome atono: svolge la stessa funzione sintattica dei sintagmi: di, da + pronome personale di lui/lei/loro; da lui/ lei/loro: Ho un amico a Milano, ma da tempo non ne ho pi notizie. (= di lui) Appena la conobbe, ne fu affascinato. (= da lei) di, da + pronome dimostrativo di questo/questa/questi/ queste; da questo/questa /questi/queste: Mi ha fatto un torto, ma poi se n subito pentito. (= di questo) Non vide lautomobile e ne fu investito. (= da questa) ha valore neutro e si riferisce a unintera frase: Credi che abbia detto la verit? Ne dubito. (= di ci) In varie locuzioni loriginario valore semantico di ne, avverbiale o pronominale, appare fortemente indebolito: aversene a male = offendersi, non poterne pi = essere stufo ecc. ha spesso un valore stilistico, rafforzativo: sia in funzione avverbiale, con le particelle me, te, se, ce, ve: Perch te ne stai l tutto solo? sia in funzione pronominale, posta prima del sostantivo (prolessi): Ne dice di bugie! Espressioni: aversene a male: Se n avuto a male con lui. non poterne pi: Non ne posso pi di voi. valerne la pena: Non tarrabbiare, non ne vale la pena. Posizione del pronome atono Il pronome personale atono precede sempre il verbo. Esso segue il verbo (e si unisce con lui nella grafia) solo in quattro casi, e precisamente se il verbo : allimperativo: Mamma, parlami! Anche con la seconda persona dellimperativo negativo (che si forma con linfinito), il pronome segue il verbo: Non muoverti! = Non ti muovere! (in questo caso il pronome precede linfinito; tale fenomeno prende il nome di risalita del pronome atono). Se limperativo tronco, come nel caso di alcuni verbi irregolari, dare da, dire di, fare fa, stare sta, andare va, il pronome raddoppia la consonante iniziale: Dimmi la verit! Stammi bene a sentire!
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allinfinito, che perde la vocale finale: Preferisco parlarti. Con alcuni verbi servili, dovere, potere, sapere, volere ecc., il pronome pu precedere il verbo servile; anche in questo caso si pu verificare il fenomeno della risalita: Non sa regolarsi. = Non si sa regolare. Se un verbo servile regge due infiniti, abbiamo tre possibilit di scelta: Devo poter farlo. = Devo poterlo fare. = Lo devo poter fare. Con i verbi causativi, fare e lasciare, la risalita obbligatoria: Lo lascio credere che sia cos. non *Lascio crederlo che sia cos. Invece con altri verbi, sembrare e parere, la risalita impossibile: Sembra capirlo. non *Lo sembra capire. al gerundio: Parlandole, mi sono confuso. al participio passato: Salutatolo, se ne and. Il pronome personale atono si unisce anche allavverbio ecco: Eccomi! Combinazioni di pronomi atoni Questi pronomi possono essere usati sia da soli sia in combinazione con altri pronomi personali atoni. In questo caso cambiano lievemente nella forma: mi me; ti te; gli, loro glie-; si se; ci ce; vi ve. La combinazione pi usata complemento di termine + complemento oggetto Carla me lo / me la / me li / me le chiede = lo / la / li / le chiede a me Carla te lo / te la / te li / te le chiede = lo / la / li / le chiede a te Carla glielo / gliela / glieli / gliele chiede = lo / la / li / le chiede a lui / a lei / a loro Carla ce lo / ce la / ce li / ce le chiede = lo / la / li / le chiede a noi Carla ve lo / ve la / ve li / ve le / chiede = lo / la / li / le chiede a voi Carla se lo / se la / se li / se le chiede = lo / la / li / le chiede a s Carla e Anna se lo / se la / se li / se le chiedono = lo / la / li / le chiedono a s Le funzioni dei due pronomi sono ben distinte: il pronome che occupa il primo posto un complemento di termine, quello che occupa il secondo posto un complemento oggetto, o un complemento di specificazione, o un altro complemento, se si tratta di ne: Ve ne parlai.
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Gliene disse di tutti i colori. Unaltra possibile combinazione : pronome atono + si impersonale mi si dice, le si parla, ci si vede ecc.: Non mi si dice mai la verit. pronome atono + ci avverbio di luogo mi ci dirigo, ti ci vedo ecc.: Mi ci vorr un bel po di tempo per raccontarti tutto laccaduto. Posizione della combinazione di pronomi atoni Le forme atone dei pronomi personali generalmente precedono il verbo, si dice pertanto che sono proclitiche; in alcuni casi diventano enclitiche, cio seguono il verbo formando con esso una sola parola. Ci accade con un: imperativo: Dammelo! Parlatemene! infinito, che in tal caso perde la vocale finale: Pensavo di dirtelo. Anche con la seconda persona dellimperativo negativo (che si forma con linfinito), si ha la forma enclitica: Non darglielo! = Non glielo dare! (anche in questo caso si pu verificare il fenomeno della risalita). Se limperativo tronco, il pronome raddoppia la consonante iniziale: Faccelo sapere al pi presto! Vattene! participio passato usato in forma assoluta, ma il costrutto abbastanza raro; gerundio: Promettendoglielo, non potresti pi tirarti indietro. Pronomi allocutivi Quando, nel parlare o nello scrivere, ci si rivolge a un interlocutore di riguardo o a una persona con cui non si in confidenza, si usano i pronomi allocutivi o di cortesia: confidenziali singolare plurale tu (+2 pers. sing.) voi (+2 pers. pl.) reverenziali lei (raro ella +3 pers. sing.) voi (+2 pers. pl.) loro (+3 pers. pl.)

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Il pi diffuso pronome di cortesia quello di terza persona. Laccordo del predicato fatto, di solito, secondo il genere della persona: Anche lei, direttore, invitato. Lei, signorina, attesa. Ella, signor presidente, sempre ben accetta (accetto) tra noi. Voi, Giuseppe, siete veramente fortunato. Come voi sapete, si parte domani mattina. Se loro, signori, fossero cos gentili da seguirmi... A queste forme soggettive corrispondono in funzione di complemento: le forme toniche: a/di lei, loro ecc.; le forme atone: la, le (per lei), li, le, loro (per loro): Stavo cercando proprio lei, ingegnere. A lei, signore, non devo nessuna spiegazione. La prego di scusarmi. Le esprimo tutta la mia gratitudine. Pronomi relativi E un pronome che sostituisce un nome che lo precede e mette in relazione due frasi: nella prima Ho travato il libro che la reggente, c il termine che poi il pronome relativo sostituir, detto antecedente, il libro; la seconda che volevo. una subordinata aperta dal pronome relativo e prende il nome di proposizione relativa. Il pronome relativo ha quindi un duplice ufficio: di congiunzione, in quanto unisce la proposizione di cui fa parte, detta appunto relativa, con la proposizione anteriore o reggente; di pronome, in quanto sostituisce un nome incluso nella proposizione principale, detto antecedente. Oltre che da un nome, lantecedente pu essere costituito da: un altro pronome: Tu, che sei il pi esperto, perch non ce la metti tutta? un infinito sostantivato: (Il) riposare, che una necessit per ciascun individuo, a te non interessa.
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unintera proposizione: Non eravamo affatto preparati alla missione, il che ci preoccupava. In questo ultimo caso il pronome ha valore neutro, significa la qual cosa e pu essere preceduto dallarticolo il o dalla preposizione articolata: Voglio smettere di bere, il che non facile. (= e ci) Ti ho mancato di rispetto, del che ti chiedo scusa. (= e di ci) Forme invariabili che cui variabili il / la quale i / le quali

Le forme invariabili sono molto pi usate di quelle variabili. 1. Che vale sia per il maschile e il femminile, sia per il singolare e il plurale; la concordanza in genere e numero si fa con il sostantivo di cui il sostituente. Fra tutti i pronomi relativi duso pi frequente e pu adoperarsi per persone, animali e cose; si usa come: soggetto: Cerco un ristorante che non costi troppo. complemento oggetto: Questo il ristorante che volevo. Per i complementi indiretti si ricorre di solito a cui o il/la quale, i/le quali. Tuttavia nella lingua parlata abbastanza diffuso limpiego di che in funzione di complemento indiretto, il cosiddetto che indeclinato. Occorre per distinguere tra diversi livelli di accettabilit: che con valore temporale, in luogo di in cui, ormai prevalente anche nello scritto, quando lantecedente costituito da determinazioni di tempo del tipo il giorno, il mese, lanno, la volta: Il giorno che ci siamo incontrati me lo ricorder sempre. Ogni volta che lo ascolto, lo trovo interessante. Con gli altri complementi indiretti luso di che pi marcato in senso popolare, ma da evitare nello scritto: E una citt *che ci vado volentieri. ...in cui... Il che indeclinato si ritrova talvolta in proverbi e espressioni idiomatiche: Paese che vai, usanza che trovi. e nella narrativa contemporanea che vuole imitare il linguaggio orale: Era un mattino tranquillo, una domenica di sole che la gente va a messa.
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(C. Pavese, La luna e i fal)

Cui vale per entrambi i generi e i numeri e al contrario di che si usa soltanto come complemento indiretto, preceduto da varie preposizioni, di, a, da, in, con, su, per, tra, fra, sopra, sotto, verso: Quello il ragazzo con cui esco / di cui ti ho parlato / da cui mi sono fatta aiutare. In alcuni casi cui senza preposizione equivale a: a cui: Ecco lelenco delle associazioni cui rivolgersi. (= a cui rivolgersi) di cui: Si tratta di una lettera il cui contenuto non chiaro. (= una lettera di cui non chiaro il contenuto) Il pronome non preceduto dalla preposizione semplice n quando posto tra larticolo determinativo e il nome, col valore di complemento di specificazione, con il significato di del/della quale, dei/delle quali: Un soldato il cui coraggio (= il coraggio del quale) straordinario pu ricevere delle medaglie. E unattrice il cui nome (= il nome della quale) ora mi sfugge. Sono questi avvenimenti le cui conseguenze (= le conseguenze dei quali) non si possono prevedere. Sono tutte opere dalle cui pagine (= dalle pagine delle quali) traspare il pessimismo dellautore. Il pronome usato anche con valore neutro nellespressione per cui, che significa per la qual cosa e si riferisce a unintera proposizione precedente: Non mintendo di motori, per cui meglio che taccia. 2. Il / la quale, i / le quali, formato da due elementi, il pronome pi chiaro e completo, perch precisa sempre il genere e il numero. Si pu usare come: soggetto: Parleremo di alcuni popoli i quali hanno molte difficolt di sopravvivenza. complemento oggetto, molto raro e letterario: C unentrata secondaria, varcando la quale si arriva in spiaggia. complemento indiretto, se preceduto da una preposizione articolata: E limpiegata alla quale / a cui mi sono rivolto.
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In questultimo caso di uso corrente, accanto al pronome relativo invariabile cui. La forma composta da preferire: quando lesatta indicazione del genere e del numero pu scrivere a evitare possibili ambiguit: Ho parlato con il figlio della signora, il quale abita vicino a noi. ... la quale... quando il relativo distante dallantecedente: Molte favole mi ha raccontato la nonna quandero bambino, le quali erano non solo divertenti ma anche istruttive. Talvolta, per maggiore chiarezza, specie nel linguaggio burocratico, si ripete lantecedente, e in questo caso il quale pi aggettivo che pronome: Questa la regola che dovete trarre dagli esempi citati, la quale regola pu essere utile per risolvere problemi analoghi. quando si susseguono vari che: Ho saputo che Marco, il quale non mi ha ancora detto niente, ha deciso di non venire al mio matrimonio che sar questa domenica. Gli avverbi dove (ove) e donde (onde), di uso letterario, acquistano valore relativo quando congiungono e mettono in relazione due proposizioni: Il paese dove / in cui / nel quale sono nato la Romania. Ritornammo subito al punto donde / da cui / dal quale eravamo partiti. Pronomi relativi doppi Chi, quanti / quante, quanto e chiunque sono detti pronomi relativi doppi perch nel significato equivalgono a due pronomi, uno che fa da antecedente e uno che fa da relativo. 1. Chi si riferisce esclusivamente ad esseri animati, invariabile e vale soltanto per il singolare, sia maschile sia femminile (il genere si pu ricavare dal contesto o dallaccordo grammaticale). Unisce in s la funzione di due pronomi diversi: uno dimostrativo colui, quello, colei, quella o indefinito, qualcuno, uno, qualcuna, una; laltro relativo che, il quale, la quale. Per questa sua particolarit lunico fra i pronomi relativi che si pu usare in forma assoluta, cio senza essere preceduto da un nome:
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che:

Chi non lavora non mangia. (= colui che non lavora...) C chi preferisce il pesce alla carne. (= c qualcuno che preferisce...) Per il plurale si ricorre alle forme composte coloro che, alcuni

Coloro che studiano sono promossi. Ci sono alcuni che credono ancora alla befana. Questo pronome pu essere: soggetto sia nella reggente sia nella relativa: Chi dice questo sbaglia. oggetto sia nella reggente sia nella relativa: Ho riconosciuto chi hai salutato. soggetto nella reggente, oggetto nella relativa: Non ti nemmeno riconoscente chi hai aiutato. oggetto nella reggente, soggetto nella relativa: Non trovavo chi mi desse una mano. complemento indiretto nella reggente, soggetto nella relativa: Non regalo niente a chi non se lo merita. complemento indiretto nella reggente e nella relativa, quando il complemento della reggente e quello della relativa richiedono la stessa preposizione: Sono stato ricevuto da chi (= da colui dal quale) mi hai mandato. Al di fuori di questi casi si deve ricorrere alle forme composte. Il pronome pu avere anche valore ipotetico, e allora significa se qualcuno, se uno: Chi me lavesse detto, gli avrei riso in faccia. Domani, chi non lo sapesse, festa. Talora chiequivale a chiunque: Lingresso gratuito, pu entrare chi vuole / voglia. ...chiunque lo voglia La coppia correlativa chi...chi corrisponde a luno...laltro, gli uni...gli altri, alcuni...altri: Chi dice una cosa, chi unaltra. (= Luno dice una cosa, laltro unaltra.) Chi ci crede, chi no. (= Gli uni credono, gli altri no.) Chi preferisce il mare, chi la montagna. (= Alcuni preferiscono il mare, altri la montagna.)
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2. Quanti / quante si riferisce sia a persone sia a cose ed equivale a (tutti) quelli che / (tutte) quelle che: La festa riservata a quanti hanno ricevuto linvito. = ...a (tutti) quelli che... Quante lo desiderano possono iscriversi alla gara. = (tutte) quelle che lo desiderano... 3. Quanto ha contemporaneamente funzione dimostrativa e relativa. Al singolare usato con valore neutro; si riferisce perci soltanto a cose e corrisponde a (tutto) quello che, (tutto) ci che: Far quanto chiedi. = (tutto) quello che... C molto di vero in quanto dici. = ...in (tutto) ci che... 4. Chiunque = chi, ognuno che, tutti quelli che, tutte le persone che: Dar il mio aiuto a chiunque ne abbia bisogno. (= ...a tutti quelli che ne abbiano bisogno) Posizione del pronome relativo Normalmente il pronome relativo si trova subito dopo il suo antecedente: In quella libreria ho trovato il libro di cui mi avevi parlato. Accordo del pronome relativo Il pronome relativo ha lo stesso genere e lo stesso numero dellantecedente, ma questa concordanza evidente solo quando si usano le forme variabili: Non conosco una donna alla quale non piacciano i fiori. Con le forme invariabili la concordanza non evidente: Non conosco una donna a cui non piacciano i fiori. Pronomi e aggettivi possessivi E un aggettivo se accompagna un nome: Non trovo pi la mia penna. e un pronome se lo sostituisce: Puoi prestarmi la tua? Hanno quattro forme distinte; soltanto la terza persona plurale loro invariabile. Mio, tuo, suo hanno al plurale maschile le forme miei, tuoi, suoi. persona
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maschile singolare plurale

femminile singolare plurale

1 singolare (il) mio (i) miei (la) mia (le) mie 2 singolare (il) tuo (i) tuoi (la) tua (le) tue 3 singolare (il) suo (i) suoi (la) sua (le) sue 1 plurale (il) nostro (i) nostri (la) nostra (le) nostre 2 plurale (il) vostro (i) vostri (la) vostra (le) vostre 3 plurale (il) loro (i) loro (la) loro (le) loro Gli aggettivi possessivi indicano la persona cui appartiene una determinata cosa, hanno quindi una duplice funzione: da un lato specificano loggetto posseduto, dallaltro precisano la persona del possessore. Laggettivo possessivo concorda in genere e in numero con il nome cui si riferisce, non con la persona del possessore: la nostra casa, il vostro appartamento; le mie matite, i suoi giocattoli. Soltanto nella terza persona plurale si deve tenere conto del possessore oltre che della cosa posseduta: bisogna usare: suoi per il maschile, sue per il femminile, quando il possessore uno solo: Carlo mi ha mostrato i suoi terreni e le sue case. loro quando i possessori sono due o pi: Carlo e Luca mi hanno mostrato i loro terreni e le loro case. Il gruppo dei possessivi completato da: proprio, variabile, pu sostituire suo, loro, solo quando si riferisce al soggetto della frase: Il ragazzo ha fatto il proprio dovere. I ragazzi hanno fatto il proprio dovere. obbligatorio nelle costruzioni impersonali: Conoscere le proprie responsabilit un dovere di tutti. quando il soggetto indefinito: Ciascuno artefice del proprio destino. pu rafforzare laggettivo possessivo: Si rovinato con le sue proprie mani. pu avere anche valore di pronome possesivo: Vedendo che non trovava la penna gli offr la propria. altrui, invariabile, indica un possesore indefinito, significa degli altri, di altri; solitamente viene posto dopo il nome: Bisogna difendere i diritti altrui.
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Funzioni Il possessivo ha doppia funzione: attraverso la radice, una parte fissa, indica il possessore: il tuo diario = il possessore del diario sei tu, mentre attraverso la desinenza, che cambia nel genere e nel numero, indica il posseduto, loggetto posseduto il diario, maschile singolare come tuo. Ma in molti casi i possessivi esprimono rapporti non di possesso ma daltro genere: di parentela: mio padre, suo fratello; di amicizia: i miei amici; di lavoro, di affari, di clientela: il nostro direttore, il suo avvocato; di abitudine: il tuo caff; di creazione di un oggetto: il mio disegno. Valori dellaggettivo possessivo Equivale a un complemento di specificazione. Per questo nella terza persona singolare e plurale pu essere sostituito dalla particella pronominale ne, che significa di lui/lei/loro: Appena lo conobbi divenni suo amico. (= ... ne divenni amico) Da molto tempo non ho loro notizie. (= ... non ne ho notizie) Laggettivo possessivo pu avere valore: soggettivo: Attendono il mio arrivo. (= ... che io arrivi) oggettivo: Fallo per amor mio! (= ... perch ami me) Posizione dellaggettivo possessivo rispetto al nome Generalmente laggettivo possessivo precede il nome cui si riferisce: il mio libro, la tua bambola; i suoi libri, le vostre bambole. Lo pu anche seguire, ma il rapporto di possesso o daltro genere viene espresso con unenfasi, e si noti la mancanza dellarticolo: nelle frasi vocative ed esclamative: Signore mie, cos non va! Figlio mio!; quando gli si vuole conferire un rilievo particolare: il fratello mio; quando si vuole accentuare lidea di possesso: Questa casa mia; in varie locuzioni con preposizione: di testa mia, per colpa sua. Uso dellarticolo col possessivo Laggettivo possessivo quasi sempre preceduto dallarticolo o dalla preposizione articolata: Ho parlato con il tuo professore / con un tuo professore.
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Il pronome possessivo sempre preceduto dallarticolo o dalla preposizione articolata: Tu che pensi delle nostre madri? Secondo me, la tua pi buona della mia. In particolare, larticolo o la preposizione articolata mancano: 1. obbligatoriamente, se laggettivo possessivo accompagna i nomi di parentela padre, madre, figlio, figlia, fratello, sorella, marito, moglie al singolare: mio padre, tua moglie, nostro figlio, vostra figlia; 2. preferibilmente, se laggettivo possessivo accompagna gli altri nomi di parentela sempre al singolare: mia zia, tuo zio, vostro nipote. Questa norma non si applica al possessivo di 3 persona, loro, che preceduto dallarticolo qualunque nome di parentela accompagni: il loro padre, la loro madre, i loro figli. I pronomi possessivi sono formalmente identici agli aggettivi possessivi. Essi possono anche essere usati con valore sostantivale: il mio, il tuo, il suo significano ci che mi/ti/gli appartiene o mi/ti/gli spetta: A ciascuno il suo. i miei, i tuoi, i suoi indicano i genitori, i familiari, i parenti: Vivo con i miei. Salutami i tuoi! la mia, la tua, la sua sottintendono lettera, nello stile epistolare e nel linguaggio commerciale: Rispondo con un po di ritardo alla tua. Con riferimento alla vostra del 3 agosto...; dalla mia, dalla tua, dalla sua sottintendono parte con i verbi essere, stare, avere, tenere, schierare: Anche lui ora dalla mia. una delle mie, una delle tue, una delle sue sottintendono malefatte, sciocchezze con fare, combinare, dire, essere: Ne ho fatta una delle mie. la mia, la tua, la sua sottintendono opinione con dire: Anchio ho diritto di dire la mia. alla mia, alla tua, alla sua sottintendono salute nei brindisi: Alla tua! stare sulle sue = non dare confidenza: E un tipo che sta sempre sulle sue. I pronomi possessivi possiedono un antecedente, che pu essere: anaforico: Lautomobile di Carlo decapottabile, la mia no. cataforico, pi raramente: Il suo stato veramente un pensiero molto gentile.
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Pronomi e aggettivi dimostrativi E un aggettivo se accompagna un nome: Non mi piace questa giacca. e un pronome se lo sostituisce: Preferisco quella laggi in fondo. E comunque una parola che indica la posizione di qualcuno o di qualcosa, che pu essere vicino o lontano rispetto a chi parla, sia nello spazio, come nei due esempi precedenti, sia nel tempo: Questo Natale sono solo; molto meglio quel Natale di tanti anni fa quando eravamo tutti insieme. La principale funzione dellaggettivo dimostrativo quella di mostrare e questa sua funzione chiamata funzione deittica. La funzione dellaggettivo dimostrativo molto simile a quella dellarticolo determinativo e per questo motivo i membri delle due classi occupano la medesima posizione nel sintagma nominale, precedono il nome, e sono in distribuzione complementare, cio la presenza delluno esclude la presenza dellaltro: il cane / questo, quel cane e non *il questo/*il quel cane. Forme I principali aggettivi e pronomi dimostrativi sono: 1. questo, questa, questi, queste indica qualcuno o qualcosa vicino a chi parla: Questa bambina cresce a vista docchio. (vicinanza nello spazio) Questo pomeriggio vado a teatro. (vicinanza nel tempo) Questa mia moglie. al singolare si pu elidere davanti a vocale: questanno, questisola; al plurale non si elide mai: questi anni, queste isole; questa diventa sta in alcuni composti: stamattina, stamani (stamane), stasera, stanotte, stavolta. 2. quello, quella, quelli, quelle indica qualcuno o qualcosa lontano da chi parla: Conosci quel signore? (lontananza nello spazio) Quellanno il raccolto fu abbondantissimo. (lontananza nel tempo) Vedi quella? E la nuova professoressa dinglese.
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al maschile presenta forme diverse a seconda di come inizia il sostantivo, comportandosi analogamente allarticolo determinativo il/lo, i/gli: quel cavallo, quello scolaro; quei cavalli, quegli scolari; al singolare si elide davanti a vocale: quellindividuo, quellenciclopedia; al plurale femminile non si elide mai: quelle enciclopedie. 3, 4. stesso, stessa, stessi, stesse e medesimo, medesima, medesimi, medesime indicano qualcuno o qualcosa gi visto o di cui si gi parlato o comune a pi persone o cose: Abbiamo lo stesso professore di francese. Hanno accusato due persone diverse del medesimo delitto. A protestare stato lo stesso dellanno scorso. possono avere anche valore rafforzativo, e in tal caso si pongono dopo il termine cui si riferiscono: Il suo valore riconosciuto dagli avversari stessi. Il presidente medesimo si congratul con loro. Altri dimostrativi, molto meno usati dei precedenti, sono: 5. codesto, codesta, codesti, codeste, aggettivo e pronome, adoperato solo in Toscana e nellitaliano burocratico per indicare qualcuno o qualcosa lontano da chi parla o scrive e vicino a chi ascolta o legge: Ci si rivolge a codesto spettabile Ufficio appunto perch molto noto. Codesta una scusa bella e buona. Questo e quello possono essere rafforzati dagli avverbi di luogo qui, qua (questo), l, l (quello), che si mettono dopo il sostantivo cui laggettivo si riferisce: Prendi questa sedia qua. Quel palazzo l va restaurato. Sono due automobili molto belle: non so se comprare questa qui o quella l. I pronomi questo, quello, codesto e stesso usati al maschile singolare, possono assumere valore neutro, e allora equivalgono a questa/quella/codesta cosa, la stessa cosa: Questo mi dispiace. Ricorda quello (quel) che ti ho detto. Fai come vuoi, per me lo stesso. (= ...fa lo stesso)
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6, 7, 8. tale, tali, simile, simili e siffatto, siffatta, siffatti, siffatte si usano solo come aggettivi e sol tanto nellitaliano scritto e formale con lo stesso significato di questo, quello: Dette tali parole se ne and. Si discute molto di guerra e di violenza, ma le parole non bastano per risolvere simili problemi. Siffatte questioni richiedono un esame approfondito. Tale, come pronome dimostrativo, equivale a questa, quella persona: Lui il tale che ti cercava. Preceduto da come, in quanto, per, ha valore di pronome anaforico: La bandiera il simbolo stesso della patria, e come tale va rispettata. Tale anche aggetivo indefinito. Altri pronomi dimostrativi non possono mai avere funzione di aggettivi: 9. ci invariabile, ha soltanto valore neutro e equivale a questa/quella cosa, la cosa. Pu essere usato in funzione sia di soggetto sia di complemento: Ci giusto. Ci che hai detto non mi convince affatto. Di ci parleremo domani. Con valore di complemento spesso intercambiabile con le forme pronominali atone: Non sapevo ci. = Non lo sapevo. Non credo a ci. = Non ci credo. Cosa guadagni da ci? = Cosa ci guadagni? Discutemmo a lungo di ci. = Ne discutemmo a lungo. Deduco da ci che non siete stati attenti. = Ne deduco che non siete stati attenti. In tutti questi casi la scelta tra ci e la particella pronominale dipende solo da ragioni stilistiche; luso di ci meno comune ma serve talvolta a dare maggiore rilievo, soprattutto nella lingua scritta. 10. questi si usa solo come pronome soggetto al maschile singolare e significa questa persona: Abbiamo appena incontrato il portavoce del governo. Questi ha risposto a tutte le domande dei giornalisti.
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11. costui, costei, costoro si adopera sia come pronome soggetto sia come pronome complemento e significa questa persona, queste persone, generalmente con una sfumatura spregiativa, che indica distacco nei confronti della persona o delle persone indicate: Non so proprio chi siano costoro. Va detto per che limpiego molto limitato. 12. quegli si usa solo come pronome soggetto al maschile singolare e significa quella persona: Chiese qualcosa allamico. Quegli non rispose. Oggi questi e ancora pi quegli sono generalmente sentiti come letterari; si preferisce sostituirli con questo, quello. 13. colui, colei, coloro si adopera sia come pronome soggetto sia come pronome complemento e significa quella persona, quelle persone: Non parlarmi di coloro. Luso pi frequente in unione con il pronome relativo che o il quale: Ricordati di coloro che ti hanno fatto del bene. Colui che e colei che sono spesso sostituiti da chi: Fidati di chi ha pi esperienza di te. (= colui che / colei che) Pronomi e aggettivi indefiniti Sono quelle parole, diverse per usi e significati, che hanno in comune la caratteristica di accompagnare, se sono aggettivi, o di sostituire, se sono pronomi, un nome senza precisarne la quantit o il numero: Ho bevuto molto vino. Ho vari amici. oppure la qualit: Comprer un vestito qualunque. o ancora lidentit: Ho conosciuto un tale. Forme Gli indefiniti vengono distinti in quattro gruppi: singolativi collettivi negativi
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quantitativi Indefiniti singolativi Gli indefiniti singolativi considerano il nome che accompagnano o sostituiscono come ununit, qualcosa di singolo: Qualcuno mi ha preceduto. = una o pi persone singole aggettivi aggettivi e pronomi pronomi qualche alcuno, -a, -i, -e certo, -a, -i, -e tale, -i taluno, -a, -i, -e altro, -a, -i, -e qualcuno, -a qualcosa uno, una

1. qualche aggetivo invariabile, si riferisce a nomi singolari, maschili o femminili, e significa alcuni o pi duno, una certa quantit (o numero) di: Marco arriver fra qualche minuto. (= alcuni minuti) pu significare un certo: E unopera di qualche rilievo. qualsiasi, preceduto dallarticolo indeterminativo: Un qualche rimedio si dovr pur trovare. 2, 3. I pronomi corrispondenti a qualche sono: qualcuno, qualcuna si usa esclusivamente al singolare e pu significare qualche persona o qualche cosa: Quante belle camicie! Ne comprer qualcuna. pu indicare anche una sola persona: Qualcuno ha bussato alla porta. pu essere usato come sostantivo, nel senso di persona importante: Nel suo campo qualcuno. qualcosa la forma contratta di qualche cosa, serve a indicare una o alcune cose e si accorda al maschile: Vorrei qualcosa da bere. E accaduto qualcosa? usato con valore sostantivale, sempre preceduto dallarticolo indeterminativo, equivale a un (certo) non so che: C un qualcosa che non mi convince nel suo comportamento.
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4. uno, una significa una persona e si adopera o per indicare una persona che non si conosce: E venuto uno a cercarti. Ho incontrato una e le ho chiesto un passaggio. o per indicare un soggetto generico e imprecisato, dunque acquista spesson valore impersonale, e in questo caso seguito da un verbo alla 3 persona singolare: Certe volte uno non sa (= non si sa) come comportarsi. Uno si accorge (= ci si accorge) troppo tardi dei propri errori. Sequito da un complemento partitivo pu referirsi sia a persona sia a cosa: Uno di questi giorni verr a trovarti. In correlazione con il pronome altro, pu indicare sia persona sia cosa e ammette anche il plurale, sempre preceduto dallarticolo determinativo: Scegli o luno o laltro. Gli uni dicono di s, gli altri di no. La locuzione lun laltro esprime reciprocit: Si amavano lun laltro. Questo pronome ha valore distributivo ad uno ad uno/ ad una ad una: Perse ad una ad una tutte le sue illusioni. La forma una si ritrova in frasi ellittiche: Te ne voglio raccontare una. (= storiella, barzelletta ecc.) Non me ne va bene una. (= impresa, iniziativa, azione ecc.) Uno aggettivo nellespressione luno e laltro + sostantivo: Mi interessavano luno e laltro lavoro. (= entrambi i lavori) 5. alcuno, alcuna si adopera al singolare solo nelle frasi negative, come equivalente pi elevato di nessuno, nessuna: Lei non ha alcuna prova contro di me. (= nessuna) subisce il troncamento e lelisione: alcun aiuto, alcunimportanza o alcuna importanza; nelle frasi positive sostituito da qualche: Mi occorre qualche foglio. alcuni, alcune, al plurale, pu sostituire qualche e qualcuno, con passaggio dal plurale al singolare: Lho incontrato alcuni giorni fa. (= qualche giorno fa) Ci sono alcuni che la cercano. = C qualcuno che la cerca. Il pronome ha entrambi i generi e i numeri, ma al singolare viene usato solo nelle frasi negative:
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Non si vede alcuno. = Non si vede nessuno. Alcuni sono daccordo, altri no. 6. certo, certa, certi, certe: a) come aggettivo, equivale a alcuno, qualche, ma solo se precede il nome a cui si riferisce; di solito accompagnato dallarticolo indeterminativo un: Il libro avr un certo successo. = qualche successo se invece segue il nome, un aggettivo qualificativo e significa sicuro: Il libro avr un successo certo. = un successo sicuro sinonimo di tale: Ha telefonato un certo impiegato Rossi. equivale a alcuni, alcune, qualche: Esco con certi amici. corrisponde a simile, siffatto: Certi sbagli sono inammissibili. b) come pronome, si usa solo al plurale, quasi sempre al maschile, ed equivale ad alcuni, taluni: Ci sono certi che se ne approfittano. (= alcuni) 7. tale, tali varia solo nel numero, non nel genere, e pu alludere a unindeterminatezza: parziale, se preceduto dallarticolo determinativo o dal pronome dimostrativo quel, quella, quei, quelle: Ti ha cercato quel (il) tale (Di Vito). = conosco la persona totale, se preceduto dallarticolo indeterminativo un, una, o dalle forme plurali dei, delle: Ti ha cercato un tale (Di Vito). = non conosco la persona ha valore limitativo nella locuzione un tal quale: Ha mostrato un tal quale interesse. equivale a simile, siffatto: Una tale insolenza non pu essere tollerata. esprime identit, in correlazione con quale o con se stesso: E tale (e) quale il padre. Tale la moglie, tale il marito. introduce una proposizione consecutiva: Si preso un tale spavento che ancora trema tutto. pu avere funzione dimostrativa. Il pronome tale, preceduto dallarticolo indeterminativo, equivale a una certa persona, un tizio, uno: C un tale che chiede di te. Preceduto da quello, indica una persona gi nominata o comunque nota: E tornato quel tale di ieri a cercarti.
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Il/la tal dei tali indica una persona di cui si conoscono nome e cognome ma che non si vuole menzionare: Mi disse tutto di s: che era la tal dei tali, che abitava nel tal posto... 8. altro, altra, altri, altre indica una quantit aggiunta ma imprecisata: Occorre altro sale. talora esprime lidea di nuovo: Ho comprato unaltra automobile. spesso indica la differenza, la diversit: Erano altri tempi. si unisce spesso, con funzione rafforzativa, ai pronomi personali di 1a e 2a persona plurale: noi altri, voi altri (o noialtri, voialtri). Il pronome altro significa altra persona: Se non lo farai tu, lo far un altro. usato al maschile singolare e senza articolo, acquista valore neutro ed equivale a altra cosa, altre cose: Desidera altro? Il pronome altri si adopera soltanto al maschile singolare e significa unaltra persona, qualcun altro, ma il suo uso molto ridotto, quasi esclusivamente letterario: Non io, altri afferma questo. Indefiniti collettivi Gli indefiniti collettivi alludono alla totalit di persone o cose indicate dal nome che accompagnano o sostituiscono: Ogni camera ha laria condizionata. aggettivi qualunque qualsiasi ogni aggettivi e pronomi ciascuno, -a tutto, -a, -i, -e pronomi chiunque ognuno, -a

1, 2. qualunque e qualsiasi sono invariabili: se precedono il nome a cui si riferiscono, significano ogni, quale che sia: Farei qualunque / qualsiasi cosa per lui. se seguono il nome a cui si riferiscono, significano come tanti altri: Eun libro qualsiasi. Qualunque pu essere preceduto dallarticolo indeterminativo: Una qualunque risposta bisogner pur dargliela. ma pu anche seguire il sostantivo, talvolta con senso spregiativo: Passami un giornale qualunque.
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E un uomo qualunque. Qualsiasi accompagna di solito a un sostantivo singolare: Sono a tua disposizione in qualsiasi momento. Quando si riferisce a un plurale, si mette dopo il nome: Sono piatti di porcellana, non piatti qualsiasi. Possono inoltre collegare due proposizioni, assumendo il volore di un relativo, in tal caso si costriuscono normalmente con il congiuntivo: Far qualsiasi cosa tu voglia. Il pronome corrispondente chiunque e significa qualunque persona: Chiunque vorrebbe essere al tuo posto. (= qualunque persona) Pu essere usato, nella forma invariabile del singolare, tanto al maschile quanto al femminile: Chiunque di noi sarebbe contenta di aiutarlo. Talvolta pu avere contemporaneamente valore di pronome indefinito e di pronome relativo; in questo caso equivale a qualunque persona (che): Chiunque afferma questo un bugiardo. 3. ogni invariabile, indica una totalit di persone o cose considerate singolarmente e pu significare ciascuno: a. Ogni camera ha laria condizionata. b. qualsiasi: E al di sopra di ogni sospetto. pu avere valore distributivo: Ogni tre mesi devi fare una visita di controllo. Il pronome corrispondente ognuno, ognuna e significa tutti, tutte in relazione al numero: Ognuno fa come vuole. = tutti / tutte fanno come vogliono 4. ciascuno, ciascuna non ha il plurale; pu essere sia aggettivo, col senso di ogni: Invieremo un omaggio a ciascun cliente. sia pronome, col senso di ognuno: Invieremo un omaggio a ciascuno. al maschile subisce il troncamento davanti a consonante o a vocale: ciascun cittadino, ciascun uomo; al femminile si pu elidere davanti a vocale: ciascunamica. 5. tutto, tutta, tutti, tutte allude a una totalit:
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a. quando aggettivo singolare, indica unintera quantit e significa tutto quanto, tutta quanta: Ho mangiato tutta la torta. (= tutta quanta la torta) si costruisce con larticolo determinativo o laggettivo dimostrativo inserito fra laggettivo e il nome: Ho girato tutto il mondo. Chi ti ha dato tutte queste notizie? spesso rafforzato con quanto: Si bevuto da solo tutta quanta la bottiglia di vino. si lega direttamente al sostantivo, in alcune espressioni: di tutto cuore, a tutta velocit; ai nomi propri di luogo o di persona: Lho cercato per tutta Roma. Conosce alla perfezione tutto Dante. si unisce ai numerali cardinali, da due in poi, per mezzo della congiunzione e: tutti e tre, tutte e tre; b. quando aggettivo plurale, indica una totalit e significa ogni, qualsiasi: Riceve visite a tutte le ore. c. quando pronome singolare, ha valore indeterminato: Ho rotto tutto. d. quando pronome plurale, indica una totalit di persone: Alla stazione cerano tutti. Indefiniti negativi Gli indefiniti negativi hanno la funzione di rafforzare una negazione, negando totalmente un dato senza precisarlo. 1. nessuno, nessuna si adopera solo al singolare, significa non uno/una, nemmeno uno/ una e pu essere sia aggettivo: Non ho visto nessuna casa. sia pronome: Non mi ha visto nessuno. al maschile subisce il troncamento davanti a consonante o a vocale: nessun pericolo, nessun uomo; al femminile si pu elidere davanti a vocale: nessunamica. Si adopera anche in frasi che hanno gi unaltra negazione; in questo caso sempre posto dopo il verbo: Non c pi nessun dubbio. Nelle proposizioni interrogative dirette e in quelle indirette introdotte dalla congiunzione se, assume valore positivo ed equivale a qualche:
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C nessuna notizia per me? 2, 3. niente e nulla sono solo pronomi, negativi e con valore neutro, sono invariabili, si accordano al maschile e significano nessuna cosa: Non mi diverte niente. (= nulla). Come risulta dagli esempi, se lindefinito negativo segue il verbo, questultimo preceduto dalla negazione non / n; se invece lindefinito negativo precede il verbo, la negazione manca: Nessuno mi ha visto. Niente mi diverte. Nelle proposizioni interrogative dirette e in quelle indirette introdotte dalla congiunzione se, assumono il significato positivo di qualcosa: Vuoi niente? Domandagli se gli serve niente. Preceduti dallarticolo si usano come sostantivi: Dio ha creato il mondo dal nulla. Possono inoltre avere funzione di avverbio: Non me ne importa niente. Niente ha valore aggettivale in frasi ellittiche: Niente paura! (= nessuna paura!) Indefiniti quantitativi Gli indefiniti quantitativi indicano una quantit o un numero senza precisarli e possono essere sia aggettivi sia pronomi. 1. poco, poca, pochi, poche indica una quantit scarsa: Mancano pochi minuti alla partenza. Hai del pane? Si, ma ne lo ho pico. 2. alquanto, alquanta, alquanti, alquante indica una quantit discreta: Cerano alquante persone. (pi comunemente, parecchie) 3. parecchio, parecchia, parecchi, parecchie indica una quantit rilevante, ma inferiore rispetto a molto: Si tratterr da noi parecchi giorni. 4. molto, molta, molti, molte indica una quantit notevole, in opposizione a poco: Ci siamo incontrati dopo molti anni. Molto e poco non richiedono larticolo: molti soldati, pochi soldi.
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In presenza dellarticolo determinativo assumono rispettivamente il significato di molto / poco numeroso: Il poco denaro che guadagna lo spende per comprare libri. 5. tanto, tanta, tanti, tante indica una grande quantit ed equivale a Abbiamo sprecato tanto tempo. Eun uomo come ce ne sono tanti. in correlazione con che o da introduce una proposizione consecutiva: Ha tanta volont che riesce / da riuscire in tutto. in correlazione con quanto o con se stesso, stabilisce una comparazione di uguaglianza: Cerano tanti posti quanti erano gli invitati. Tanto denaro guadagna, tanto ne spende. 6. troppo, troppa, troppi, troppe indica eccesso: Fa troppo caldo. Io ho bevuto poco vino e tu troppo. 7. altettanto, altettanta, altrettanti, altrettante esprime uguaglianza nella quantit: Domani dovr fare altrettanti compiti. (= tanti compiti quanto oggi) Quasi tutte queste parole esprimono una gradazione che aumenta progressivamente:
meno del normale ho poco appetito un po pi del normale ho alquanto appetito pi del normale molto pi del normale oltre il limite accettabile ho troppo appetito

ho parecchio ho molto / tanto appetito appetito

Pronomi e aggettivi interrogativi E un aggettivo se accompagna un nome: Quale dolce preferisci? e un pronome se lo sostituisce: Quale preferisci? E comunque una parola che si usa per fare una domanda o esprimere un dubbio in relazione a tre categorie fondamentali: 1. la qualit o il tipo: Quali intenzioni hai? 2. la quantit: Quanti dolci vuoi? Quanti ne vuoi?
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3. lidentit: Che cosa sono? Sono dolci. In quale citt ti hanno trasferito? Forme
singolare plurale maschile femminile maschile femminile chi che cosa / cosa che quale quale quali quali quanto quanta quanti quante

pronome pronome aggettivo e pronome aggettivo e p ronome aggettivo e pronome

1. chi invariabile ed un pronome che interroga sullidentit di una persona: Con chi parli? Con Francesco. Vale per il maschile e il femminile, per il singolare e il plurale: Chi stata? Chi siete? Nelle interrogative dirette occupa la posizione preverbale sia quando soggetto sia quando complemento oggetto: Chi sono quelle signore? Chi chiami? Pu essere usato tanto nelle proposizioni interrogative dirette quanto in quelle indirette: Con chi esci? Dimmi chi preferisci dei due. La mancanza di forme distinte per il pronome soggetto e per il complemento pu dar luogo a frasi ambigue: Chi ha salutato Giovanni? pu essere interpretata in due modi: Qualcuno ha salutato Giovanni. (chi = soggetto) Solo in questo caso abbiamo a disposizione una costruzione sintattica, la dislocazione a destra del complemento oggetto: Chi lha salutato, Giovanni? Giovanni ha salutato qualcuno. (chi = complemento oggetto) 2. che cosa o cosa invariabile ed un pronome che interroga sullidentit di una cosa: Cosa cerchi? Cerco le forbici. 3. che, aggettivo, invariabile, equivale a quale, rispetto a cui di uso pi comune nella lingua parlata:
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Che lavoro fai? Che novit ci sono? che, pronome, invariabile, si riferisce soltanto a cose; ha perci valore neutro ed equivale a qualche cosa, (che) cosa: Che successo? pu essere tanto soggetto quanto complemento: Che vuoi? A che pensi? pu essere usato sia nelle proposizioni interrogative dirette sia in quelle indirette: Di che ti preoccupi? Mi domando che motivo hai per trattarci cos. 4. quale, quali, aggettivo, variabile solo nel numero; al singolare pu subire il troncamento: Qual la tua opinione? Qual buon vento ti porta? quale, pronome, invariabile nel genere, possiede sia il singolare sia il plurale e si riferisce tanto a persone quanto a cose: Quale dei tuoi amici ti pi simpatico? Di questi libri quali preferisci? pu essere usato sia nelle proposizioni interrogative dirette sia in quelle indirette: Dimmi a quali conclusioni sei giunto. 5. quanto, quanta, quanti, quante, aggettivo, variabile nel genere e nel numero, serve per chiedere la quantit: Quanta pasta vuoi? Quanti anni hai? quanto, pronome, variabile nel genere e nel numero, viene usato con riferimento sia a persone sia a cose: Quanto mancher alla partenza? Quanti hanno aderito alla vostra proposta? pu essere usato sia nelle proposizioni interrogative dirette sia in quelle indirette: Gli chiesi quanti figli avesse. Possono essere sia aggettivi sia pronomi:
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che e quale interrogano sulla qualit e sullidentit di una persona: Che uomo sei? Quali cantanti ti piacciono? Quali ti piacciono? o di una cosa: Che / quale libro leggi? Che / quale leggi? quanto interroga sulla quantit: Quanto gelato vuoi? Quanto ne vuoi? o sul numero: Quanti amici hai invitato? Quanti ne hai invitati? Questi pronomi e aggettivi interrogativi possono avere anche funzione esclamativa. Pronomi e aggettivi esclamativi E un aggettivo se accompagna un nome: Quanti amici hai! e un pronome se lo sostituisce: Quanti ne hai! E comunque una parola che si usa per fare unesclamazione in relazione a tre categorie fondamentali: 1. la qualit: Che vino! 2. la quantit: Quante belle cose ho visto! 3. lidentit: Chi si rivede! Forme Le forme dei pronomi e degli aggettivi esclamativi coincidono con quelle dei pronomi e degli aggettivi interrogativi.
singolare maschile pronome pronome aggettivo e pronome aggettivo e pronome aggettivo femminile plurale maschile femminile esempi

chi che cosa / cosa che quanto quale quanta quale quanti quali quante quali

Chi si rivede! (Che) cosa mi tocca vedere! Che corsa ho fatto! Che ho fatto! Quante cose hai! Quante ne hai! Quali sciocchezze

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devo sentire!

Esercizi 1. Volgi al singolare o al plurale le seguenti strutture: la sua voce, i miei desideri, tua sorella, le vostre preghiere, i tuoi colleghi, i suoi compiti, il suo giornale, i nostri amici, i tuoi occhi, il vostro arrivo. 2. Completa con il possessivo adatto: Abbiamo capito il ... errore e ne siamo pentiti. Ognuno di voi responsabile del ... comportamento. Conosco la ... abnegazione e so che farai di tutto per aiutarlo. Li conosco e credo che difficilmente si possa dubitare della ... onest. Mario disse alla mamma di essere preoccupato per la ... salute. I tuoi genitori ti vogliono bene: segui i ... consigli. Questo dolce stato preparato da Monica con le ... mani. Bisogna rispettare le idee ... . Durante le vacanze Alessio andr a trovare i ... nonni. Paolo e Luca vanno male a scuola e il ... padre ha deciso di non farli partecipare alla gita. 3. Inserisci laggettivo dimostrativo opportuno: Vedi _____edicola in fondo alla via principale? Devi ammettere che _____ tua opinione, espressa due minuti fa, insostenibile. Dove andrai in vacanza _____estate? I turisti non pensavano che _____ castello lass fosse ancora abitato. Vuoi uscire con _____ pioggia? Ieri sera ho visto in televisione _____ film di cui mi avevi parlato. Non ricordo il nome di _____ ragazzo che mi hai presentato alla tua festa. 4. Nelle seguenti frasi inserisci uno di questi aggettivi indefiniti, qualche, qualsiasi, qualunque, ciascuno, alcuno, nessuno: Mancano ancora ... giorni alle vacanze. ... sia il tuo parere, dimmelo ugualmente! Verr a trovarti fra ... settimana. Non mi occorre ... aiuto. Oggi non un giorno ...: il nostro anniversario. Puoi telefonarmi a ... ora. Ho portato un regalo per ... bambino. Consegner un premio a ... di voi. Vediamoci domani! Non ho ... altro impegno.
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5. Scrivi laggettivo interrogativo pi adatto: Non riesco a immaginare _____ decisione prenderai. _____ colore ti piace di pi? _____ denaro vi occorre per terminare i lavori? Fammi sapere _____ motivi hai per non andarci. A _____ agenzia ti sei rivolto? Dimmi a _____ domanda non hai saputo rispondere. A _____ ora pensi di arrivare? _____ minuti mancano alla partenza? 6. Introduci un opportuno aggettivo esclamativo: _____ noia questo film! _____ frutta! Dove la metteremo? _____ pazienza ci vuole con te! In _____ situazione ti sei cacciato! Non sar facile uscirne. _____ biancheria da stirare! Ne avr per almeno due ore. 7. Inserisci il pronome possessivo conveniente: Hai detto _____, ora ascolta gli altri. Voi prenderete la vostra strada, noi _____. Potete usare i nostri libri dal momento che avete dimenticato _____. Scommetto che ne dir una delle _____. Passer le vacanze con _____. Non devi considerare gli oggetti altrui come se fossero _____. Non mi fido delle vostre promesse e neppure delle _____. 8. Sostituisci il pronome dimostrativo ci con una delle forme pronominali atone lo, ci, vi, ne: Dicono la verit, sono certo di ci. Non potevo credere a ci. Sapevi benissimo ci, ma hai preferito non parlarmi di ci. Avrei potuto nascondermi, ma a ci non ho pensato. Ho parlato di ci con mio padre. Dovrete prendervi la responsabilit di ci. Questa azione veramente deplorevole: possibile che tu abbia fatto ci? Ho pensato a ci, ma sono ben deciso a proseguire per la mia strada. 9. Individua i possibili errori e correggili opportunamente: Ha telefonato questo tuo amico, dicendo che vuole incontrarti presto. E costei dove le hai conosciute? La mia moto non veloce quanto questa di Mario. Non dimenticarti di quelli che hanno bisogno di te. Vorrei che tu frequentassi dei ragazzi in gamba, non quegli con cui ti ho visto ieri. Non essere troppo severo con coloro che hanno sbagliato. Questa frutta poca; vai a prendere quella che tieni sul terrazzo. Fabio molto cambiato e non sembra pi questo di prima.
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Colei che indovineranno la risposta avranno un premio. La nostra casa queste che vedete in cima alla collina. 10. Individua gli eventuali errori e correggili opportunamente: Ti ho gi detto tutto, non so altri. Devi renderti conto che anche gli altri hanno le loro esigenze. In casa non c niente da mangiare? Ogni di voi dovr trovarsi nel luogo gi stabilito. Non ti preoccupare per me, non ho bisogno di niente. Ognuno daranno il proprio contributo. Nessuno non ascolti le sue chiacchiere inutili. Alla mia festa di compleanno ho invitato solo qualcuni dei miei amici. Non conosco altro che possa sostituirti. Nessuni non getti carte per terra. 11. Completa con i pronomi interrogativi adatti: Di _____ la moto parcheggiata in cortile? Non so dirti _____ far stasera. Vorrei sapere _____ ho fatto per meritare un simile affronto? Dimmi di _____ si tratta? Non so a _____ tu stia telefonando. _____ vorresti fare ora? Vorrei regalarti uno di questi libri: _____ preferisci? 12. Inserisci lopportuno pronome personale soggetto: Questanno le vacanze le scegliamo ..., perch lanno scorso non ci siamo affatto divertiti. ... uno che si trova bene ovunque! Se decidessi ..., farei delle scelte ben diverse dalle tue. Anche ... avete aderito alla mia proposta? Di solito mio fratello mi aiuta nei compiti: mancando ..., dovr cavarmela da solo. So che ... e tuo fratello avete vinto il torneo da tennis. ... siamo venuti a chiamarvi, ma ... eravate gi usciti. Se solo ... lo volessi, potresti superare molti ostacoli. Non siamo stati ... a scegliere. 13. Nei seguenti periodi inserisci gli opportuni pronomi personali soggetto o complemento: Che bel disegno! Lo hai fatto ...? Quel ragazzo ha ritrovato il nostro cane: ... daremo una ricompensa! La nostra proposta non ... ha convinti; sono ancora molto diffidenti. Dimmi che cosa pensi di quellarticolo: ... ha interessato? E bene che ... riprenda il filo del discorso da dove lhai lasciato. Linsegnante di matematica ha parlato con mia madre e ... ha detto che vado benissimo. Vieni anche ... in palestra? Se ... incontro, ... saluto da parte tua.
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Chi venuto con te? Mi fa sempre piacere rivederti. Entra prima tu! Se lo desideri, ti dar tutte le informazioni necessarie. Dammi unaltra possibilit! Se me lo permetti, ti dar qualche consiglio. Tu, mio caro, sei sempre molto gentile. Non ti fare troppe illusioni! 15. Inserisci il pronome relativo invariabile: Il treno ... viaggiamo porta tre ore di ritardo. A volte dico delle cose ... poi mi pento. Lorchestrina, ... era composta da suonatori dilettanti, riscosse molto successo. Questo lamico ... ti avevo parlato. Ti aiuter a rimediare a quello sbaglio ... hai commesso. Ci ... hai fatto per me davvero apprezzabile. Lautobus ... sono salito era molto affollato. I ragazzi ... era stato dato il premio festeggiavano la vittoria. Questa lora ... di solito vai a riposare. Elena e Luisa, ... conosci lintelligenza, sono molto apprezzate da mia madre. 16. Individua i possibili errori e correggili opportunamente: La casa di Paolo che ti ho parlato molto grande. Ti mostrer la collezione di francobolli che mi dedico da alcuni anni. Le persone che si salvarono dal naufragio furono poche. Alla festa ho conosciuto molte ragazze che ho fatto amicizia. Qual la persona che sei pi affezionato? I rumori a cui ho sentito mi hanno spaventato. Il settimanale su cui sei abbonato ti arriva puntualmente a casa? Quello il medico che mi ci sono rivolto. Ecco lelenco degli invitati da cui mi hai chiesto. In quel cassetto troverai il materiale di cui hai bisogno. 17. Traduci in romeno: Erano passati molti giorni, le cose erano diventate diverse, luno e laltro sapevano che ormai non centravano pi le lumache, n lobbedienza dei figli o lautorit dei padri; che di tante cose logiche e sensate che si potevano dire, tutte sarebbero state fuori posto; eppure qualcosa dovevano pur dire. Date un bello spettacolo di voi! cominci il padre amaramente. E proprio degno di un gentiluomo! (Gli aveva dato il voi, come faceva nei rimproveri pi gravi, ma ora quelluso ebbe un senso di lontananza, di distacco).

lei:

14. Trasforma le frasi passando dal tu al pronome allocutivo

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Un gentiluomo, signor padre, tale stando in terra come stando in cima agli alberi, rispose Cosimo, e subito aggiunse: Se si comporta rettamente. Una buona sentenza, ammise gravemente il Barone, quantunque ora poco, rubavate susine ad un fittavolo. Era vero. Mio fratello era preso in castagna. Cosa doveva rispondere? Fece un sorriso, ma non altero o cinico: un sorriso di timidezza, e arross. Anche il padre sorrise, un sorriso mesto, e chiss perch arross anche lui: Ora fate comunella con i peggiori bastardi ed accattoni disse poi. No, signor padre, io sto per conto mio e ognuno per il proprio, disse Cosimo, fermo. Vi invito a venire a terra, disse il Barone con voce pacata, quasi spenta, e a riprendere i doveri del vostro stato. Non intendo obbedirvi, signor padre, fece Cosimo, me ne duole.
(I. Calvino, Il barone rampante, Einaudi)

IL VERBO E il centro sintattico della frase, attorno al quale si organizzano i diversi elementi che la compongono. E una parola variabile che fornisce informazioni sul soggetto, indicando, a seconda dei casi: lazione che il soggetto compie o subisce: Giorgio lava i piatti. / I piatti sono lavati da Giorgio. lesistenza o lo stato del soggetto: C Giorgio in quella foto. il rapporto tra il soggetto e il nome del predicato: Giorgio un cameriere. Daltro canto, il verbo riceve dal soggetto le desinenze di persona e di numero e, in alcuni casi, di genere: Maria legge. Gli operai erano arrivati. La forma del verbo Ogni voce verbale si compone di una parte iniziale, la radice o morfema lessicale (dorm-iamo), che non cambia e informa sul significato del verbo e di una parte finale, la desinenza o morfema grammaticale (dorm-iamo), che fornisce vari tipi di informazioni.
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Le propriet del verbo: persona, tempo e modo 1. Il primo tipo di informazioni riguarda la persona: cambiando la desinenza, essa informa se il soggetto : chi parla: Io dormo poco. prima persona; chi ascolta: Tu dormi troppo. seconda persona; una terza persona (o cosa) singolare o plurale che non n chi parla n chi ascolta Lei non dorme. / Loro non dormono. una prima o una seconda persona plurale che sono il risultato di una somma: noi = io e altri; voi = tu e altri Noi dormiamo in questa camera, voi dormite in quellaltra. 2. Il secondo tipo di informazioni riguarda il tempo dellazione o situazione descritta dal verbo: Laereo parte. tempo presente; Laereo partir presto. tempo futuro; Laereo part in ritardo. tempo passato. 3. Il terzo tipo di informazioni riguarda il modo in cui presentata lazione o situazione descritta dal verbo. Essa pu essere presentata come: un dato certo: Vado al mare. modo indicativo; un dato possibile: E se andassimo al mare? modo congiuntivo; Se potessi, andrei volentieri al mare. modo condizionale un comando: Va a dormire! modo imperativo; un desiderio: Quanto mangerei volentieri un piatto di spaghetti! modo condizionale. Altre caratteristiche del verbo sono: la transitivit o intransitivit, secondo la quale il verbo possa avere o no un complemento oggetto; spesso un medesimo verbo pu essere usato transitivamente vivere lo sport o, con loggetto interno, vivere la vita, oppure intransitivamente vivere con i familiari; la forma attiva o passiva, secondo la quale lagente del verbo sia o no il soggetto della frase: Il bambino lancia un sasso. ( forma attiva, perch lagente del verbo il bambino, soggetto della frase) Un sasso lanciato dal bambino.
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( forma passiva, perch lagente del verbo non il soggetto un sasso, ma il complemento dal bambino) laspetto, che fornisce indicazioni sulla durata, sul tipo di svolgimento, sul grado di compiutezza del processo espresso dal verbo: lazione durativa pu essere rappresentata, per il passato, con limperfetto leggevo; si pu inoltre esprimere con una perifrasi verbale sto / stavo uscendo; lazione momentanea pu essere rappresentata con: il presente leggo; il passato prossimo o remoto ho letto, lessi; il futuro legger; lazione ingressiva si pu esprimere con una perifrasi verbale sto per uscire, sono sul punto di uscire; lazione intermittente, cio lassenza di continuit, segnalata con certi suffissi: -icchiare canticchiare, dormicchiare; -erellare canterellare. Classificazione dei verbi Verbi predicativi e copulativi Secondo il loro significato e la loro funzione, i verbi vengono solitamente divisi in due grandi categorie. I verbi predicativi sono autonomi, hanno un significato compiuto e svolgono la funzione di predicato verbale studiare, dormire ecc. Piove. Laura corre. Quasi tutti i verbi sono predicativi. I verbi copulativi (ad esempio il verbo essere, la copula del predicato nominale) non sono autonomi, ma collegano il soggetto a un nome o a un aggettivo detto complemento predicativo. Verbi copulativi sono apparire, crescere, divenire, diventare, morire, nascere, rimanere, risultare, riuscire, sembrare, stare, vivere ecc. Il cielo diventa nuvoloso. Paolo non riesce simpatico. Federico non sta mai fermo. Verbi transitivi e intransitivi I verbi transitivi ammettono un complemento oggetto leggere:
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Marco legge un libro. In questa frase loggetto del leggere esplicitamente indicato, un libro. Non sempre per i verbi transitivi devono essere seguiti da un complemento oggetto: Marco legge. In questa nuova frase il verbo transitivo usato in forma assoluta, ma loggetto esiste anche se non espresso, in quanto lazione di leggere non si pu concepire se non in rapporto a qualcosa che sia oggetto della lettura. I verbi intransitivi non ammettono un complemento oggetto arrivare, camminare, uscire ecc. La bambina impallid. Siamo finalmente arrivati. Franca dorme. Io esco. Nel primo esempio il verbo impallidire indica uno stato, nei seguenti i verbi indicano unazione. Tutti questi verbi, come si pu facilmente osservare, non sono seguiti da un complemento, ma anche se il complemento ci fosse, servirebbe solo a precisare alcune circostanze dello stato o dellazione ma non potrebbe mai essere un complemento oggetto: La bambina impallid per lo spavento. Siamo finalmente arrivati a casa. Franca dorme tutto il pomeriggio. Io esco con i miei amici. Si noti inoltre la differenza tra: Franca dorme tutto il pomeriggio. e Franca mangia tutto il panino. In questultima frase si ha un verbo transitivo, mangia, seguito da un complemento oggetto, tutto il panino, mentre nella frase precedente si ha un verbo intransitivo, dorme, seguito da un complemento di tempo, tutto il pomeriggio. Sono intransitivi anche i verbi aderire, giovare, rinunciare ecc., che hanno un oggetto, espresso per da un complemento indiretto: Aderisco alliniziativa. La ginnastica giova al fisico. Non rinunciare a ci che ti spetta!
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Verbi normalmente intransitivi diventano transitivi quando sono seguiti dal cosiddetto complemento oggetto interno, rappresentato da un sostantivo che ha la stessa base del verbo: morire una morte gloriosa, vivere una vita felice, parlare parole chiare; in altri casi, tra verbo e oggetto intercorre un rapporto semantico particolarmente stretto: piangere lacrime amare, dormire sonni tranquilli. Alcuni verbi possono essere transitivi oppure intransitivi, cambiando di significato: aspirare il fumo / aspirare a una carica; attendere un amico / attendere a un lavoro. Verbi attivi e passivi Il verbo, secondo la relazione che stabilisce con il soggetto, pu essere attivo o passivo. Nei verbi attivi il soggetto quello che agisce o sperimenta lazione: I vigili spengono lincendio. I turisti ammiravano il paesaggio. Tutti i verbi, transitivi e intransitivi, hanno la forma attiva. Nei verbi passivi quello che agisce non il soggetto, ma il complemento, che si chiama infatti complemento dagente: Lincendio spento dai vigili. La forma passiva caratterizzata dallausiliare essere, seguito dal participio passato del verbo. Questultimo devessere necessariamente transitivo: infatti possono trasformarsi in passivi solo i verbi transitivi con il complemento oggetto espresso, perch proprio questo che nella forma passiva diventa soggetto. Il soggetto della frase attiva diventa invece nella frase passiva un complemento introdotto dalla preposizione da: il complemento dagente, quando lagente inanimato, prende il nome di complemento di causa efficiente. Si pu avere la forma passiva anche senza che il complemento dagente o di causa efficiente sia specificato: Lorologio stato riparato. Il significato di una frase di forma attiva sostanzialmente identico a quello della corrispondente frase di forma passiva. Le due frasi: La polizia insegue i ladri. e I ladri sono inseguiti dalla polizia.
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vogliono dire la stessa cosa: in entrambe c un solo inseguitore, la polizia, e un solo inseguito, i ladri; non cambiano i ruoli svolti dai protagonisti dellazione, ma solo i rapporti grammaticali con cui vengono espressi. La linguistica moderna ci dice che tale cambiamento investe la struttura superficiale e non la struttura profonda della frase. Verbi pronominali Nella pi ampia categoria dei verbi pronominali, cio combinati con un pronome personale atono mi, ti, si, ci, vi, rientrano: i verbi pronominali diretti, tradizionalmente indicati come riflessivi diretti, sono quei verbi nei quali il soggetto coincide con il complemento oggetto, che ha la forma di un pronome atono: Carla si veste. = Carla veste se stessa Possono essere usati come riflessivi diretti soltanto alcuni verbi transitivi. i verbi pronominali indiretti, tradizionalmente indicati come riflessivi indiretti o riflessivi apparenti o transitivi pronominali, sono quei verbi nei quali il soggetto non coincide con il complemento oggetto ma con un complemento di termine: Lavati i denti! = Lava i denti a te stesso In questo caso il pronome atono ti non esprime un complemento oggetto, ma un complemento di termine o indiretto introdotto dalla preposizione a. i verbi pronominali reciproci, tradizionalmente indicati come riflessivi reciproci, esprimono unazione che due o pi soggetti compiono e subiscono reciprocamente: abbracciarsi, amarsi, odiarsi ecc. Paolo e Anna si salutano. = Paolo saluta Anna e Anna saluta Paolo. Una frase come Essi si criticano. pu significare sia Essi criticano se stessi. sia Essi si criticano a vicenda. Luno critica laltro e viceversa. nel primo caso il verbo riflessivo, nel secondo riflessivo reciproco. Perch appaia chiaramente il valore reciproco e non risulti ambiguo il senso dellenunciato, opportuno in tali casi usare varie locuzioni, lun laltro, gli uni con gli altri, a vicenda, vicendevolmente, reciprocamente ecc.
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i verbi pronominali intransitivi non hanno altra forma se non quella con il pronome atono, il quale, per, privo di qualunque funzione e significato; esso fa parte in modo indissolubile del verbo, dunque necessario per la sua coniugazione accanirsi, accorgersi, arrabbiarsi: Io mi accorgo di aver sbagliato non significa *Io accorgo me stesso o a me stesso... Rientrano in questa categoria: alcuni verbi che hanno solo la forma pronominale: accorgersi, arrendersi, imbattersi, impadronirsi, lagnarsi, pentirsi, ribellarsi, vergognarsi ecc.: Mi pento di averti dato retta. alcuni verbi transitivi che, coniugati con le particelle pronominali, assumono valore intransitivo: abbattersi, accostarsi, addormentarsi, allontanarsi, alzarsi, annoiarsi, avviarsi, avvicinarsi, destarsi, fermarsi, guastarsi, irritarsi, muoversi, offendersi, rattristarsi, scoraggiarsi, spaventarsi, stancarsi, svegliarsi, trattenersi ecc.: Mi sono fermato a parlare con Massimo. alcuni verbi intransitivi che si usano anche con le particelle pronominali: approfittarsi, dispiacersi, sedersi ecc.: Mi approfitto dellingenuit di Laura. Bisogna fare attenzione per al diverso valore che pu assumere la particella pronominale: Io mi guardo nello specchio. verbo pronominale diretto il soggetto io coincide con il complemento oggetto mi = me stesso. Io mi guardo i capelli nello specchio. verbo pronominale indiretto il soggetto io diverso dal complemento oggetto i capelli; la particella pronominale mi ha funzione di complemento di termine a me. Io mi guardo un bel film. la particella mi ha una funzione rafforzativa, espressiva. Modo, tempo, persona e numero del verbo Il verbo possiede un organico e complesso sistema di forme per esprimere le categorie del modo, del tempo, della persona, del numero e tale sistema prende il nome di coniugazione.

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Il modo Il parlante pu presentare il fatto espresso dal verbo in diversi modi, ciascuno dei quali indica un diverso punto di vista, un diverso atteggiamento psicologico, un diverso rapporto comunicativo con chi ascolta: certezza, desiderio, comando ecc. Talvolta luso di un determinato modo pu dipendere anche da ragioni stilistiche, da una scelta di registro o di livello linguistico: cos, per esempio, nelle subordinate rette da verbi di giudizio lindicativo corrisponde a un livello pi popolare: Mi pare che tu hai ragione. mentre il congiuntivo si preferisce nello scritto: Mi pare che tu abbia ragione. Esistono sette modi verbali: quattro modi finiti, presentano desinenze che distinguono tutte le persone: lindicativo il congiuntivo il condizionale limperativo, che distingue solo alcune persone tre modi indefiniti, non distinguono le persone: linfinito il participio il gerundio Linfinito, il participio e il gerundio sono anche detti forme nominali del verbo, perch vengono usati spesso in funzione di sostantivo o di aggettivo: si pensi, ad esempio, a infiniti quali lessere, gli averi, a participi del tipo lamante, lamata, o a gerundi diventati nomi, quali laureando, reverendo. Il tempo Il tempo indica qual il rapporto cronologico che intercorre tra lazione o lo stato espressi dal verbo e il momento in cui viene detto lenunciato. Il tempo linguistico o grammaticale costituito da un sistema di relazioni temporali che permettono di collocare lazione prima, durante o dopo il momento in cui viene pronunciata la frase e di indicare lordine di successione dei due avvenimenti. Per esprimere il tempo grammaticale il parlante ha a disposizione, oltre al sistema dei tempi verbali, gli avverbi e le locuzioni avverbiali di tempo: prima, dopo, fra tre mesi, per due anni ecc.
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Il rapporto cronologico tra lazione o lo stato espressi dal verbo e il momento in cui viene detto lenunciato pu essere di: contemporaneit, quando il fatto avviene nel momento in cui si parla: Mario scrive. il tempo che la esprime il presente; anteriorit, quando il fatto avviene in un momento anteriore a quello in cui si parla: Mario scriveva / ha scritto / scrisse. il tempo il passato, variamente articolato nellindicativo: imperfetto, passato prossimo e remoto, trapassato prossimo e remoto; nel congiuntivo: imperfetto, passato e trapassato; posteriorit, quando il fatto avviene in un momento posteriore a quello in cui si parla: Mario scriver. il tempo il futuro, suddiviso in futuro semplice e futuro anteriore. Sotto laspetto formale i tempi si distinguono in: semplici, quando le forme verbali di cui sono costituiti consistono in una sola parola: canto, leggevo, arrivai, partir; composti, quando le forme verbali risultano dallunione del participio passato del verbo con una voce dellausiliare essere o avere: ho cantato, avevo letto, fui arrivato, sar partito. Essere lausiliare caratteristico per i tempi composti dei verbi: riflessivi: mi sono lavato; pronominali: si pentito; servili: sono dovuto partire; impersonali: si lavorato molto; parecchi intransitivi: sono partiti. Inoltre serve per tutti i verbi della coniugazione passiva: stato bocciato. Avere lausiliare caratteristico per i tempi composti: di tutti i verbi transitivi attivi: ho mangiato; di alcuni verbi intransitivi: ho parlato. Come si potuto osservare, alcuni verbi intransitivi vogliono lausiliare essere, altri lausiliare avere. Non esiste una regola che permetta di stabilire con certezza quale ausiliare debba essere usato con ciascun verbo; nei casi di dubbio si consulti un dizionario. In modo del tutto particolare si comportano nellassunzione dellausiliare i verbi dovere, potere, volere, detti verbi servili,
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perch di solito reggono un altro verbo di modo infinito. Usati come verbi a s stanti, prendono lausiliare avere: Gli ho voluto molto bene. quando invece hanno funzione di verbi servili, assumono di regola lausiliare richiesto dal verbo che accompagnano: Ho dovuto studiare. Sono voluto partire. Schema dei modi e dei tempi modo indicativo (8 tempi) tempo semplice presente imperfetto passato remoto futuro semplice presente imperfetto composto passato prossimo trapassato prossimo trapassato remoto futuro anteriore passato trapassato

congiuntivo (4 tempi) condizionale presente passato (2 tempi) imperativo presente infinito (2 tempi) presente passato participio (2 tempi) presente passato gerundio (2 tempi) presente passato La persona e il numero Ciascun tempo di qualsiasi modo finito costituito da sei forme o voci verbali. Le persone del verbo variano in relazione al soggetto: la prima persona si ha quando il soggetto, espresso o sottinteso, io per il singolare e noi per il plurale; la seconda persona si ha quando il soggetto tu per il singolare e voi per il plurale; la terza persona si ha quando il soggetto egli / essa per il singolare (naturalmente possono alternarsi con lui, Carlo, il padre / lei, Carla, la madre ecc.) e essi / esse per il plurale (naturalmente possono alternarsi con loro, i ragazzi, le automobili ecc.). Solo limperativo non ha la prima persona singolare. E importante poi notare che ogni voce verbale pu segnalare da sola la persona e il numero del soggetto:
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prima persona singolare (io) guard-o seconda persona singolare (tu) guard-i terza persona singolare (egli/essa) guard-a prima persona plurale (noi) guard-iamo seconda persona plurale (voi) guard-ate terza persona plurale (essi/esse) guard-ano Nei modi indefiniti non si hanno variazioni secondo la persona e il numero; solo il participio presente e il participio passato, che si comportano come gli aggettivi, determinano il numero: amante, amanti, mentre il participio passato determina anche il genere: amato, amata, amati, amate. Laspetto e lazione del verbo Laspetto Laspetto verbale la maniera in cui il parlante considera lo svolgimento dellazione espressa dal verbo. Rispetto ad altre lingue, in italiano laspetto non grammaticalizzato, cio non possiede marche formali ben definite; ci nonostante, le principali nozioni aspettuali sono riconoscibili nel sistema della flessione verbale. Lazione pu essere considerata: conclusa: Marco torn a casa. aspetto perfettivo; il passato remoto interpreta unazione momentanea; nel suo svolgersi: Marco tornava a casa. aspetto imperfettivo. In questultima frase possiamo inserire una proposizione che indichi limprovviso accadere di un evento mentre dura lazione dellandare a casa: Marco tornava a casa, quando incontr Luca. in rapporto al suo risultato: Marco tornato a casa. aspetto compiuto, si considera il perdurare, nel presente, degli effetti di un evento avvenuto in precedenza; il passato prossimo indica unazione considerata compiuta. In conclusione, possiamo dire che in ciascuna delle tre frasi rappresentato un diverso aspetto dellazione compiuta da Marco. Nella frase: Marco torna a casa. il verbo indica unazione nel suo svolgersi, ma rispetto alla seconda, lazione ora collocata nel presente. In italiano lazione considerata
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nel corso del suo svolgimento pu essere espressa pi chiaramente mediante luso di una costruzione perifrastica: Marco sta / stava tornando a casa. dove la perifrasi stare + gerundio aspetto progressivo. Lazione Nelle seguenti frasi: 1. Franco arriva alle sette. 2. Giulio ripara un rubinetto. 3. Andrea fa il gelataio. 4. Carla si accorse dellinganno. 5. Maria disegna un paesaggio. gli eventi descritti dai predicati verbali differiscono per la natura dellazione espressa: in 1 abbiamo a che fare con unazione momentanea, in 2 con unazione durativa. Anche in 3 fare il gelataio indica unazione durativa, ma in pi sottolinea che si tratta di una qualit permanente del soggetto. Possiamo pertanto individuare due sottoclassi di verbi durativi: i verbi continuativi abitare, commerciare, lavorare, piangere, ridere, riparare ecc.; i verbi stativi fare il gelataio, essere a conoscenza ecc. I predicati in 4 e 5 hanno in comune una caratteristica semantica: indicano unazione che tende ad un risultato; il soggetto, compiuta lazione, si trova in una situazione diversa da quella di partenza, ma mentre accorgersi indica unazione momentanea, disegnare indica unazione durativa. Anche in questo caso possiamo individuare due sottoclassi di verbi: i verbi trasformativi accorgersi, partire, morire ecc.; i verbi risultativi cantare, costruire, disegnare, lavare ecc. In conclusione, se laspetto essenzialmente una categoria di natura morfologica, legata cio alla coniugazione del verbo, lazione una categoria semantica, poich riguarda il significato intrinseco del verbo. In altre parole, mentre il verbo mangiare pu indicare, opportunamente coniugato, unazione: perfettiva mangi azione conclusa nel passato; imperfettiva mangiava azione in corso di svolgimento nel passato; sta mangiando azione in corso di svolgimento nel presente;
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la momentaneit del verbo arrivare o la continuativit del verbo lavorare sono caratteristiche costanti dovute alla natura semantica dei verbi e si mantengono tali indipendentemente dal tempo in cui sono coniugati. Coniugazione del verbo Coniugazioni regolari Tra la radice e la desinenza si interpone la vocale tematica, che, nellinfinito in particolare, consente di riconoscere la coniugazione. La radice e la vocale tematica formano insieme il tema di un verbo. I verbi regolari si distribuiscono in tre diverse coniugazioni: 1. alla I coniugazione appartengono i verbi che allinfinito terminano in -are e che dunque presentano la vocale tematica -a amare, cantare; 2. alla II coniugazione appartengono i verbi che allinfinito terminano in -ere e che dunque presentano la vocale tematica -e scrvere, temre; 3. alla III coniugazione appartengono i verbi che allinfinito terminano in -ire e che dunque presentano la vocale tematica -i dormire, finire. I verbi della prima coniugazione sono di gran lunga i pi numerosi: infatti su questo modello si sono formati verbi come biografare, insonorizzare, monitorare, ottimizzare ecc. La seconda coniugazione comprende una lista chiusa di verbi derivanti dalla seconda e dalla terza coniugazione latina. Alla terza coniugazione, poco produttiva, possono appartenere nuove formazioni create sul modello dei verbi parasintetici.
CONIUGAZIONE DI ESSERE

Indicativo presente imperfetto io sono ero tu sei eri egli/essa era noi siamo eravamo voi siete eravate essi/esse sono rano passato trapassato passato remoto fui fosti fu fummo foste frono trapassato futuro semplice sar sarai sar saremo sarete saranno futuro
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prossimo sono stato, -a sei stato, -a stato, -a siamo stati, -e siete stati, -e sono stati, -e presente che io sia che tu sia che egli/essa sia che noi siamo che voi siate che essi/esse siano

prossimo ero stato eri stato era stato eravamo stati eravate stati rano stati passato sia stato sia stato sia stato siamo stati siate stati siano stati

remoto fui stato fosti stato fu stato fummo stati foste stati furono stati imperfetto fossi fossi fosse fossimo foste fossero

anteriore sar stato sarai stato sar stato saremo stati sarete stati saranno stati trapassato fossi stato fossi stato fosse stato fossimo stati foste stati fossero stati

Congiuntivo

Condizionale

Imperativo

presente passato presente sarei sarei stato saresti saresti stato sii sarebbe sarebbe stato sia saremmo saremmo stati siamo sareste sareste stati siate sarebbero sarebbero stati siano Infinito Participio Gerundio presente passato presente passato presente passato essere essere stato (ente) stato essendo essendo stato Il participio presente ente si usa solo come sostantivo: lente gli enti. Il participio passato stato preso in prestito dal verbo stare. Oltre alla funzione ausiliare, il verbo essere ha anche quella di copula per la formazione del predicato nominale: Il tempo brutto.
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e del predicato verbale nel significato di esistere, trovarsi: Il giornale sulla scrivania.
CONIUGAZIONE DI AVERE

Indicativo presente ho hai ha abbiamo avete hanno passato prossimo ho avuto hai avuto ha avuto abbiamo avuto avete avuto hanno avuto imperfetto avevo avevi aveva avevamo avevate avvano trapassato prossimo avevo avuto avevi avuto aveva avuto avevamo avuto avevate avuto avevano avuto passato remoto ebbi avesti ebbe avemmo aveste bbero trapassato remoto ebbi avuto avesti avuto ebbe avuto avemmo avuto aveste avuto ebbero avuto futuro semplice avr avrai avr avremo avrete avranno futuro anteriore avr avuto avrai avuto avr avuto avremo avuto avrete avuto avranno avuto

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Congiuntivo presente abbia abbia abbia abbiamo abbiate abbiano passato abbia avuto abbia avuto abbia avuto abbiamo avuto abbiate avuto abbiano avuto Condizionale presente avrei avresti avrebbe avremmo avreste avrebbero Infinito presente avere passato avere avuto passato avrei avuto avresti avuto avrebbe avuto avremmo avuto avreste avuto avrebbero avuto Participio presente avente passato avuto imperfetto avessi avessi avesse avessimo aveste avessero trapassato avessi avuto avessi avuto avesse avuto avessimo avuto aveste avuto avessero avuto Imperativo presente abbi abbia abbiamo abbiate abbiano Gerundio presente avendo passato avendo avuto

Il participio presente avente non di uso molto comune, tranne in alcune espressioni del linguaggio giuridico: gli aventi diritto. Esiste invece unaltra forma di participio presente, abbiente, ottenuta dal congiuntivo, che per ha perso il valore verbale per assumere quello di aggettivo o aggettivo sostantivato nel significato di possidente: una famiglia abbiente; gli abbienti. Oltre alla funzione ausiliare, il verbo avere ha anche quella di predicato verbale nel significato di possedere: Luca ha una bella casa.
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Coniugazione dei verbi regolari Un verbo regolare conserva immutata la radice in tutte le sue forme e vi aggiunge le normali desinenze della sua coniugazione. Forma attiva Prima coniugazione: parl-are Indicativo presente parl-o parl-i parl-a parl-iamo parl-ate prl-ano passato prossimo ho parlato hai parlato ha parlato abbiamo parlato avete parlato hanno parlato imperfetto parl-avo parl-avi parl-ava parl-avamo parl-avate parl-vano trapassato prossimo avevo parlato avevi parlato aveva parlato avevamo parlato avevate parlato avevano parlato passato remoto parl-ai parl-asti parl- parl-ammo parl-aste parl-rono trapassato remoto ebbi parlato avesti parlato ebbe parlato avemmo parlato aveste parlato ebbero parlato futuro semplice parl-er parl-erai parl-er parl-ermo parl-erte parl-eranno futuro anteriore avr parlato avrai parlato avr parlato avremo parlato avrete parlato avranno parlato

Congiuntivo presente parl-i parl-i parl-i parl-iamo parl-iate parl-ino passato abbia parlato abbia parlato abbia parlato abbiamo parlato abbiate parlato abbiano parlato imperfetto parl-assi parl-assi parl-asse parl-assimo parl-aste parl-assero trapassato avessi parlato avessi parlato avesse parlato avessimo parlato aveste parlato avessero parlato
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Condizionale presente parl-erei parl-eresti parl-erebbe parl-eremmo parl-ereste parl-erebbero Infinito presente parl-are passato avere parlato passato avrei parlato avresti parlato avrebbe parlato avremmo parlato avreste parlato avrebbero parlato Participio presente parl-ante passato parl-ato

Imperativo presente parl-a parl-i parl-iamo parl-ate parl-ino Gerundio presente parl-ando passato avendo parlato

I verbi che terminano in -care/-gare introducono una h fra la radice e le desinenze che cominciano per e o i: caric-h-er, caric-h-i / preg-h-er, preg-h-i. I verbi uscenti in -gnare conservano la i delle desinenze -iamo, -iate: bagn-iamo, bagn-iate. I verbi che terminano in -ciare/-giare perdono la i grafica quando la desinenza comincia per e o i: cominc-er, cominc-erei; mang-er, mang-erei. I verbi che terminano in -gliare perdono la i grafica quando la desinenza comincia per i: consigli. Per evitare possibili ambiguit si deve scrivere: odii dal verbo odiare / odi dal verbo udire. Alcuni verbi tendono a eliminare il dittongo uo in tutte le voci: giocare gioco, giochi, gioca..., altri invece tendono a conservarlo sempre: tuonava, tuon, tuoner. Inoltre il dittongo si mantiene quando potrebbe sorgere qualche confusione: si dice: nuotavo dal verbo nuotare, vuotavo dal verbo vuotare per distinguerli da notavo dal verbo notare, votavo dal verbo votare.
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Seconda coniugazione: tem-ere Indicativo presente tem-o tem-i tem-e tem-iamo tem-ete tem-ono passato prossimo ho temuto hai temuto ha temuto abbiamo temuto avete temuto hanno temuto imperfetto tem-evo tem-evi tem-eva tem-evamo tem-evate tem-evano trapassato prossimo avevo temuto avevi temuto aveva temuto avevamo temuto avevate temuto avevano temuto passato remoto tem-ei (-etti) tem-esti tem- (-ette) tem-emmo tem-este tem-erono (-ettero) trapassato remoto ebbi temuto avesti temuto ebbe temuto avemmo temuto aveste temuto ebbero temuto futuro semplice tem-er tem-erai tem-er tem-eremo tem-erete tem-eranno futuro anteriore avr temuto avrai temuto avr temuto avremo temuto avrete temuto avranno temuto

Congiuntivo presente tem-a tem-a tem-a tem-iamo tem-iate tem-ano passato abbia temuto abbia temuto abbia temuto abbiamo temuto abbiate temuto abbiano temuto imperfetto tem-essi tem-essi tem-esse tem-essimo tem-este tem-essero trapassato avessi temuto avessi temuto avesse temuto avessimo temuto aveste temuto avessero temuto

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Condizionale presente tem-erei tem-eresti tem-erebbe tem-eremmo tem-ereste tem-erebbero Infinito presente tem-ere passato avere temuto passato avrei temuto avresti temuto avrebbe temuto avremmo temuto avreste temuto avrebbero temuto Participio presente tem-ente passato tem-uto

Imperativo presente tem-i tem-a tem-iamo tem-ete tem-ano Gerundio presente tem-endo passato avendo temuto

Al passato remoto, le desinenze -ei/-/-erono possono essere sostituite rispettivamente da -etti/-ette/-ettero. Al participio passato alcuni verbi in -cere aggiungono una i grafica: crescere cresc-i-uto, nuocere noc-i-uto, piacere piaci-uto, tacere tac-i-uto. Il dittongo uo si perde in sillaba chiusa: muvere mossi. Alcuni verbi, come possedere, tenere, cambiano la e del tema in ie nel caso in cui questa venga a trovarsi in posizione tonica e in sillaba aperta: possiedo, possiedi, possiede, possiedono / possediamo, possedete; tieni, tiene / tengo, tengono (la e in posizione tonica, ma questa volta si trova in sillaba chiusa). I verbi uscenti in -gnere conservano la i delle desinenze -iamo, -iate: spegniamo, che voi spegniate. Terza coniugazione: part-ire Indicativo presente part-o part-i part-e part-iamo part-ite part-ono
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imperfetto part-ivo part-ivi part-iva part-ivamo part-ivate part-ivano

passato remoto part-ii part-isti part- part-immo part-iste part-irono

futuro semplice part-ir part-irai part-ir part-iremo part-irete part-iranno

passato prossimo sono partito, -a sei partito, -a partito, -a siamo partiti, -e

trapassato prossimo ero partito eri partito era partito eravamo partiti siete partiti, -e eravate partiti sono partiti, -e erano partiti

trapassato remoto fui partito fosti partito fu partito fummo partiti foste partiti furono partiti

futuro anteriore sar partito sarai partito sar partito saremo partiti sarete partiti saranno partiti

Congiuntivo presente part-a part-a part-a part-iamo part-iate part-ano passato sia partito sia partito sia partito siamo partiti siate partiti siano partiti Condizionale presente part-irei part-iresti part-irebbe part-iremmo part-ireste part-irebbero Infinito presente part-ire passato essere partito passato sarei partito saresti partito sarebbe partito saremmo partiti sareste partiti sarebbero partiti Participio presente part-ente passato part-ito imperfetto part-issi part-issi part-isse part-issimo part-iste part-issero trapassato fossi partito fossi partito fosse partito fossimo partiti foste partiti fossero partiti Imperativo presente part-i part-a part-iamo part-ite part-ano Gerundio presente part-endo passato essendo partito

Molti verbi della terza coniugazione inseriscono fra radice e desinenza linfisso -isc-; ci avviene nella prima, seconda, terza
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persona singolare e nella terza plurale del presente indicativo e congiuntivo e nella seconda, terza singolare e nella terza plurale dellimperativo presente: Indicativo presente fin-isc-o fin-isc-i fin-isc-e fin-iamo fin-ite fin-isc-ono Congiuntivo presente fin-isc-a fin-isc-a fin-isc-a fin-iamo fin-iate fin-isc-ano Imperativo fin-isc-i fin-isc-a fin-iamo fin-ite fin-isc-ano

Questi verbi sono chiamati incoativi per analogia con i verbi latini. Seguono questo tipo di coniugazione i verbi agire, ammonire, capire, contribuire, costituire, costruire, custodire, finire, impedire, istituire, istruire, obbedire, percepire, pulire, punire, riunire, scolpire, sparire, stabilire, unire ecc. Alcuni verbi ammettono ambedue le forme: applaudire applaudo, applaudisco; assorbire assorbo, assorbisco; inghiottire inghiotto, inghiottisco; mentire mento, mentisco; nutrire nutro, nutrisco. Il verbo cucire inserisce una i grafica tra la radice e le desinenze che cominciano per a e o: cuc-i-o, cuc-i-ano. Il verbo fuggire perde la i del tema davanti alle desinenze che cominciano per a, e o: fugg-o, fugg-ano. Alcuni verbi hanno due forme di participio presente, una regolare in -ente, e una in -iente: dormire dormente, dormiente. Altri presentano solo la seconda forma: obbediente. Coniugazione passiva Nella coniugazione passiva, le voci verbali sono costituite dalle forme dellausiliare essere seguite dal participio passato del verbo da coniugare. Il participio passato si accorda in genere e numero con il soggetto: Luca stato promosso. Elena stata promossa. Luca e Ugo sono stati promossi. Elena e Rita sono state promosse. Questo modello di coniugazione passiva uguale per tutte e tre le coniugazioni.
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essere lodato Indicativo presente sono lodato, -a sei lodato, -a lodato, -a siamo lodati, -e siete lodati, - e sono lodati, -e passato prossimo sono stato/a lodato/a sei stato/a lodato/a stato/a lodato/a siamo stati/e lodati/e siete stati/e lodati/e sono stati/e lodati/e presente sia lodato sia lodato sia lodato siamo lodati siate lodati siano lodati imperfetto ero lodato eri lodato era lodato eravamo lodati eravate lodati erano lodati trapassato prossimo ero stato lodato eri stato lodato era stato lodato eravamo stati lodati eravate stati lodati erano stati lodati passato sia stato lodato sia stato lodato sia stato lodato siamo stati lodati siate stati lodati siano stati lodati passato remoto fui lodato fosti lodato fu lodato fummo lodati foste lodati furono lodati trapassato remoto fui stato lodato fosti stato lodato fu stato lodato fummo stati lodati foste stati lodati furono stati lodati imperfetto fossi lodato fossi lodato fosse lodato fossimo lodati foste lodati fossero lodati futuro semplice sar lodato sarai lodato sar lodato saremo lodati sarete lodati saranno lodati futuro anteriore sar stato lodato sarai stato lodato sar stato lodato saremo stati lodati sarete stati lodati saranno stati lodati trapassato fossi stato lodato fossi stato lodato fosse stato lodato fossimo stati lodati foste stati lodati fossero stati lodati
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Congiuntivo

Condizionale presente sarei lodato saresti lodato sarebbe lodato saremmo lodati sareste lodati sarebbero lodati Infinito presente essere lodato passato essere stato lodato passato sarei stato lodato saresti stato lodato sarebbe stato lodato saremmo stati lodati sareste stati lodati sarebbero stati lodati Participio presente (essente lodato) passato (stato) lodato

Imperativo presente sii lodato sia lodato siamo lodati siate lodati siano lodati Gerundio presente essere lodato passato essere stato lodato

Oltre che con lausiliare essere, il passivo si pu formare: con il verbo venire, esclusivamente nei tempi semplici: io vengo lodato (= io sono lodato) con il verbo andare, quando unito al participio passato di verbi come perdere, smarrire, sprecare: I documenti andarono smarriti. (= furono smarriti) o quando si vuole esprimere unidea di necessit: Questo lavoro va fatto meglio. (= deve essere fatto) con la particella pronominale si, che si premette alle voci attive dei verbi transitivi, ma limitatamente alla terza persona singolare e plurale dei tempi semplici si passivante: La carne si vende a caro prezzo. (= venduta) Si accettano assegni. (= sono accettati) Coniugazione riflessiva La caratteristica di questa coniugazione che le voci verbali sono precedute dalle particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi: mi lavo, ti lavavi, si lav ecc. Tali particelle seguono il verbo e si uniscono ad esso: nellimperativo presente, esclusa la terza persona singolare e plurale lavati, laviamoci, lavatevi; nei modi indefiniti lavarsi, lavatosi, lavandosi.
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Nella forma negativa della seconda persona singolare e plurale dellimperativo presente, la particella pronominale pu essere indifferentemente proclitica o enclitica: non ti lavare = non lavarti; non vi lavate = non lavatevi. Si pu scegliere tra costruzione proclitica o enclitica anche quando linfinito retto da un verbo servile: Ti voglio fare un regalo. = Voglio farti un regalo. I tempi composti dei verbi riflessivi si formano con lausiliare essere; di conseguenza il participio passato concorda in genere e numero con il soggetto: Carlo si lavato. Carla si lavata. Se il riflessivo accompagnato da un verbo servile si ha lausiliare: essere, quando la particella pronominale proclitica: Si voluto lavare. avere, quando la particella pronominale enclitica: Ha voluto lavarsi. La coniugazione dei verbi intransitivi pronominali identica a quella dei verbi riflessivi. lavarsi Indicativo presente mi lavo ti lavi si lava ci laviamo vi lavate si lavano passato prossimo mi sono lavato, -a ti sei lavato, -a si lavato, -a ci siamo lavati, -e vi siete lavati, -e imperfetto mi lavavo ti lavavi si lavava ci lavavamo vi lavavate si lavavano trapassato prossimo mi ero lavato passato remoto mi lavai ti lavasti si lav ci lavammo vi lavaste si lavarono trapassato remoto mi fui lavato ti fosti lavato si fu lavato ci fummo lavati vi foste lavati si furono lavati futuro semplice mi laver ti laverai si laver ci laveremo vi laverete si laveranno futuro anteriore mi sar lavato ti sarai lavato si sar lavato ci saremo lavati vi sarete lavati si saranno lavati
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ti eri lavato si era lavato ci eravamo lavati vi eravate lavati si sono lavati, -e si erano lavati

Congiuntivo presente mi lavi ti lavi si lavi ci laviamo vi laviate si lavino passato mi sia lavato ti sia lavato si sia lavato ci siamo lavati vi siate lavati si siano lavati imperfetto mi lavassi ti lavassi si lavasse ci lavassimo vi lavaste si lavassero trapassato mi fossi lavato ti fossi lavato si fosse lavato ci fossimo lavati vi foste lavati si fossero lavati Imperativo presente lavati si lavi laviamoci lavatevi si lavino Gerundio
lavandosi

Condizionale presente mi laverei ti laveresti si laverebbe ci laveremmo vi lavereste si laverebbero Infinito presente
lavarsi (lavarmi, lavarti, lavarci, lavarvi) essersi lavato (essermi lavato, esserti lavato, esserci lavati, esservi lavati, essersi lavati)

passato mi sarei lavato ti saresti lavato si sarebbe lavato ci saremmo lavati vi sareste lavati si sarebbero lavati Participio presente
lavantesi (lavantisi) lavatosi

passato

passato

essendosi lavato (lavatomi, (lavandomi, (essendomi lavato, lavatoti, lavandoti, essendoti lavato, lavatici, lavandoci, essendoci lavati, lavativi, lavandovi) essendovi lavati, lavatisi) essendosi lavati)

presente

passato

Verbi personali e impersonali I verbi personali richiedono un soggetto, anche sottinteso: (Claudia) corre in moto. I verbi impersonali non richiedono un soggetto e sono usati solo nei modi indefiniti e alla terza persona singolare dei tempi di modo finito.
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Per lo pi si tratta di verbi che indicano fenomeni atmosferici: grandina, lampeggia, nevica, piove, tuona. Adoperati in senso figurato, questi verbi diventano personali: Piovevano le critiche da tutte le parti. Anche il verbo fare pu essere costruito impersonalmente: fa caldo / freddo. Ci sono poi costrutti che si usano spesso, ma non sempre, senza soggetto, quindi in forma impersonale: verbi: accadere, avvenire, bisognare, capitare, convenire, importare, necessitare, occorrere, parere, sembrare, succedere: Capita che ci vediamo. Sembra che tutto vada bene. locuzioni verbali: essere certo, chiaro, evidente, necessario, opportuno, ovvio: E necessario avere pazienza. E opportuno che tu parta subito. In realt in tutti questi casi il soggetto esiste, ma rappresentato da una proposizione di modo finito o infinito, detta soggettiva. Va detto che qualunque verbo pu essere usato impersonalmente premettendo la particella pronominale si alla terza persona singolare di ogni tempo: si dice, si pensa, si vedr, si viveva ecc.: Troppo spesso si parla senza riflettere. Per la forma impersonale dei verbi riflessivi e pronominali, nei quali gi presente questa particella, si ricorre alla particella ci: ci si lava, ci si sveglia, ci si accorse, ci si pent ecc. Le due particelle sostituiscono un pronome indefinito del tipo uno, qualcuno, un tale: Si dice (= Uno/qualcuno/un tale dice) Per quanto riguarda i tempi composti, una frase come: Si sprecato troppo tempo. equivale a: Qualcuno ha sprecato troppo tempo. Abbiamo quindi la sostituzione dellausiliare avere con essere, secondo la regola che tutti i verbi preceduti dalla particella pronominale si coniugano con lausiliare essere: Qualcuno ha visto Ugo in paese. (= Si visto Ugo in paese) Sar creduto innocente solo quando qualcuno avr trovato il vero colpevole. (= Sar creduto innocente solo quando si sar trovato il vero colpevole)
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I tempi composti dei verbi impersonali si formano con lausiliare essere. Tuttavia i verbi che indicano fenomeni atmosferici possono usare anche lausiliare avere. La scelta dellausiliare indifferente quando il verbo usato in senso proprio: Ha / E piovuto molto. Invece si usa sempre lausiliare essero se il verbo usato in senso figurato: E piovuto lintonaco dal soffito. Verbi che precedono altri verbi: servili, causativi e fraseologici Non solo gli ausiliari essere e avere servono come appoggio ad altri verbi, ma anche i verbi servili, causativi e fraseologici. Questi verbi hanno in comune la seguente caratteristica: non si usano (o molto raramente) da soli, ma precedono un secondo verbo allinfinito (in qualche caso al gerundio), e formano con questo un unico predicato verbale. i verbi servili dovere, potere, volere reggono linfinito di un altro verbo, del quale indicano una modalit, rispettivamente la necessit, la possibilit, la volont: Potremmo partire. Devo studiare. Vuole dormire. A sottolineare lo stretto legame tra il verbo servile e il verbo che lo segue, il primo ha per lo pi lausiliare del secondo: sono tornato / sono dovuto (potuto, voluto) tornare; ho aiutato / ho dovuto (potuto, voluto) aiutare. In particolare, quando sono seguiti dal verbo essere i verbi servili hanno lausiliare avere: Ho dovuto essere magnanimo. La presenza di un pronome atono, che si pu collocare prima o dopo il verbo servile, ha effetto sulla scelta dellausiliare: Non ho potuto andarci. Non ci sono potuto andare. Oltre a questi verbi, reggono linfinito anche verbi come desiderare, osare, preferire, sapere (nel significato di essere capace di), sentire, vedere ecc.: Desideravamo tornare a casa. Non osa chiedertelo. Preferirei andarci da solo. So parlare inglese.
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Mi sono sentito chiamare. Lho visto partire allalba. i verbi causativi fare, lasciare indicano unazione causata dal soggetto, ma non compiuta direttamente dal soggetto: Faccio dormire il bambino. Lasciamo parlare Paola. i verbi fraseologici stare per, cominciare a, continuare a, finire di precisano come unazione o una situazione si sviluppa nel tempo, indicando di volta in volta: la sua imminenza: Sto per mangiare. (azione ingressiva) il suo inizio: Comincio a mangiare. il suo svolgimento: Sto mangiando. (azione durativa) Continuo a mangiare. la sua fine: Finisco / smetto di mangiare. Vi sono varie locuzioni con valore fraseologico: essere sul punto di, andare avanti a ecc.: Era sul punto di partire quando si sent chiamato. Verbi difettivi I verbi riconducibili a una delle tre coniugazioni di cui per non si adoperano tutte le voci si chiamano difettivi, perch difettano, cio mancano di alcune forme. I pi importanti sono: addirsi, solere, urgere, vertere, vigere. addirsi indicativo pres.: si addice, si addicono; indicativo imperf.: si addiceva, si addicevano; congiuntivo pres.: si addica, si addicano; congiuntivo imperf.: si addicesse, si addicessero. Questo comportamento non ti si addice. solre indicativo pres.: soglio, suoli, suole, sogliamo, solete, sogliono; indicativo imperf.: solevo, solevi ecc.; congiuntivo pres.: soglia, sogliamo, sogliate, sogliano; congiuntivo imperf.: solessi, solesse ecc.; participio pass.: solito; gerundio pres.: solendo. Soleva passeggiare dopo cena.
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rgere indicativo pres.: urge, urgono; indicativo imperf.: urgeva, urgevano; indicativo futuro: urger, urgeranno; congiuntivo pres.: urga, urgano; congiuntivo imperf.: urgesse, urgessero; condizionale pres.: urgerebbe, urgerebbero; participio pres.: urgente; gerundio pres.: urgendo. Urge chiamare il medico. vrtere indicativo pres.: verte, vertono; indicativo imperf.: verteva, vertevano; indicativo pass. rem.: vert, verterono; indicativo futuro: verter, verteranno; congiuntivo pres.: verta, vertano; congiuntivo imperf.: vertesse, vertessero; condizionale pres.: verterebbe, verterebbero; participio pres.: vertente; gerundio pres.: vertendo. La discussione verte sulla politica internazionale. vgere indicativo pres.: vige, vigono; indicativo imperf.: vigeva, vigevano; indicativo futuro: viger, vigeranno; congiuntivo pres.: viga, vigano; congiuntivo imperf.: vigesse, vigessero; condizionale pres.: vigerebbe, vigerebbero; participio pres.: vigente; gerundio pres.: vigendo. Questa legge vige ormai da molti anni. Dei verbi ardire, atterrire, marcire, che hanno coniugazione regolare, non si usano alcune forme perch coincidono con quelle dei verbi ardere, atterrare, marciare: ardiamo, ardiate, ardente; atterriate; marciamo, marciate. In questi casi, per evitare possibili equivoci, si ricorre a verbi sinonimi quali osare, spaventare, imputridire.
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Nella categoria dei verbi difettivi vanno anche inclusi alcuni verbi che mancano del participio passato, quindi non possono formare i tempi composti: competere, concernere, convergere, dirimere, discernere, divergere, esimere, incombere, inerire, soccombere, splendere, suggere, transigere. Verbi sovrabbondanti Si chiamano cos due verbi formati con la stessa radice, ma che seguono due coniugazioni differenti: scolorare / scolorire. Col cambiamento di coniugazione, il loro significato: pu rimanere pressoch identico: adempiere / adempire; ammansare / ammansire; annerare / annerire; colorare / colorire; compiere / compire; dimagrare / dimagrire; empiere, riempiere / empire, riempire; starnutare / starnutire. pu mutare: abbrunare mettere il lutto / abbrunire divenire bruno; arrossare rendere rosso / arrossire divenire rosso; fallare sbagliare / fallire far fallimento; imboscare nascondere / imboschire piantare un bosco; impazzare manifestarsi in maniera rumorosa / impazzire diventare pazzo; sfiorare passare vicino toccando appena / sfiorire appassire. Laereo sfior la superficie del lago. Le rose sfioriscono. Verbi irregolari Si chiamano cos i verbi che si allontanano in modo pi o meno spiccato dal modello di coniugazione a cui appartengono. Lirregolarit pu consistere: nel cambiamento della radice: and-are vad-o; nel cambiamento delle normali desinenze: cad-di invece di cad-ei, cad-etti; nel cambiamento sia della radice sia delle desinenze: viv-ere vis-si.
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1. I coniugazione andare, dare, fare, stare. Il verbo fare deriva dal latino FACRE e mostra in parecchie forme le desinenze caratteristiche della seconda coniugazione: facevo, facessi, facendo. 2. II coniugazione bere, cadere, chiedere, cogliere, concedere, condurre, conoscere, crescere, cuocere, dirigere, discutere, dovere, fondere, fungere, giungere, godere, leggere, mettere, mordere, muovere, nascere, nuocere, parere, perdere, persuadere, piacere, piangere, piovere, porgere, porre, potere, pungere, reggere, rendere, ridere, riflettere, rimanere, rompere, sapere, scegliere, scendere, sciogliere, scuotere, sorgere, stringere, succedere, tacere, tendere, tenere, togliere, trarre, valere, vedere, vivere, volere. I verbi irregolari della seconda coniugazione sono molto pi numerosi e di solito si dividono in due gruppi: verbi in -re (con e tonica) valre; verbi in `-ere (con e atona) accndere. I primi hanno un maggior numero di forme anomale e inoltre alterano generalmente la radice in alcune voci del presente indicativo e congiuntivo: vlg-o, vlg-a. I secondi, invece, limitano la propria irregolarit al passato remoto (alla prima e terza persona singolare e alla terza plurale) e al participio passato: accs-i, accs-e, accs-ero; accs-o. 3. III coniugazione apparire, aprire, cucire, dire, morire, offrire, salire, seppellire, udire, uscire, venire. Non sono molti i verbi irregolari della terza coniugazione, ma questi presentano per lo pi alterazioni della radice in determinate forme del presente indicativo e congiuntivo (al pari dei verbi in -re): ven-ire, veng-o, veng-a. Verbi irregolari della prima coniugazione andare (ausiliare essere) indicativo pres.: vado, vai, va, andiamo, andate, vanno; imperf.: andavo... pass. rem.: andai... futuro: andr... congiuntivo pres.: vada, vada, vada, andiamo, andiate, vadano; imperf.: andassi... condizionale pres.: andrei...
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imperativo: va (vai), vada, andiamo, andate, vadano; participio pres.: andante; pass.: andato; gerundio pres.: andando. dare (ausiliare avere) indicativo pres.: do, dai, d, diamo, date, danno; imperf.: davo... pass. rem.: diedi (detti), desti, diede (dette), demmo, deste, diedero (dettero); futuro: dar... congiuntivo pres.: dia, dia, dia, diamo, diate, diano; imperf.: dessi, dessi, desse, dessimo, deste, dessero; condizionale pres.: darei... imperativo: da (dai), dia, diamo, date, diano; participio pass.: dato; gerundio pres.: dando. fare (ausiliare avere) indicativo pres.: faccio, fai, fa, facciamo, fate, fanno; imperf.: facevo... pass. rem.: feci, facesti, fece, facemmo, faceste, fecero; futuro: far... congiuntivo pres.: faccia, faccia, faccia, facciamo, facciate, facciano; imperf.: facessi, facessi, facesse, facessimo, faceste, facessero; condizionale pres.: farei... imperativo: fa (fai), faccia, facciamo, fate, facciano; participio pres.: facente; pass.: fatto; gerundio pres.: facendo. Come fare si coniugano assuefare, contraffare, rifare, sopraffare, stupefare, tumefare. Altri composti possiedono voci autonome: disfare nellindicativo pres. fa disfo, disfa; soddisfare ha forme regolari: nellindicativo pres.: soddisfo; nel futuro: soddisfer; nel congiuntivo pres.: soddisfi.
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stare (ausiliare essere) indicativo pres.: sto, stai, sta, stiamo, state, stanno; imperf.: stavo... pass. rem.: stetti, stesti, stette, stemmo, steste, stettero; futuro: star... congiuntivo pres.: stia, stia, stia, stiamo, stiate, stiano; imperf.: stessi, stessi, stesse, stessimo, steste, stessero; condizionale pres.: starei... imperativo: sta (stai), stia, stiamo, state, stiano; participio pres.: stante; pass.: stato; gerundio pres.: stando. Si comportano come stare i verbi ristare, soprastare, sottostare. Seguono la coniugazione regolare i composti constare, contrastare, costare, prestare, restare, sostare, sovrastare. Verbi irregolari della seconda coniugazione A) in -re: cadere (ausiliare essere) indicativo pass. rem.: caddi, cadesti, cadde, cademmo, cadeste, caddero; futuro: cadr... condizionale pres.: cadrei... Come cadere si coniugano accadere, decadere, scadere. dovere (ausiliare avere) indicativo pres.: devo (debbo), devi, deve, dobbiamo, dovete, devono (debbono); imperf.: dovevo... pass. rem.: dovei (dovetti), dovesti... futuro: dovr... congiuntivo pres.: deva, deva, deva (debba), dobbiamo, dobbiate, devano (debbano); imperf.: dovessi... condizionale pres.: dovrei... imperativo: 162

participio pres.: pass.: dovuto; gerundio pres.: dovendo. potere (ausiliare avere) indicativo pres.: posso, puoi, pu, possiamo, potete, possono; imperf.: potevo... pass. rem.: potei... futuro: potr... congiuntivo pres.: possa, possa, possa, possiamo, possiate, possano; imperf.: potessi... condizionale pres.: potrei... imperativo pres.: participio pres.: potente (con valore di aggettivo o sostantivo); pass.: potuto; gerundio pres.: potendo. rimanere (ausiliare essere) indicativo pres.: rimango, rimani, rimane, rimaniamo, rimanete, rimangono; imperf.: rimanevo... pass. rem.: rimasi, rimanesti, rimase, rimanemmo, rimaneste, rimasero; futuro: rimarr... congiuntivo pres.: rimanga, rimanga, rimanga, rimaniamo, rimaniate, rimangano; imperf.: rimanessi... condizionale pres.: rimarrei... imperativo: rimani, rimanga, rimaniamo, rimanete, rimangano; participio pres.: rimanente; pass.: rimasto; gerundio pres.: rimanendo. sapere (ausiliare avere) indicativo pres.: so, sai, sa, sappiamo, sapete, sanno; imperf.: sapevo... pass. rem.: seppi, sapesti, seppe, sapemmo, sapeste, seppero; futuro: sapr...
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congiuntivo pres.: sappia, sappia, sappia, sappiamo, sappiate, sappiano; imperf.: sapessi... condizionale pres.: saprei... imperativo: sappi, sappia, sappiamo, sappiate, sappiano; participio pres.: sapiente (con valore di aggettivo o sostantivo); pass.: saputo; gerundio pres.: sapendo. tenere (ausiliare avere) indicativo pres.: tengo, tieni, tiene, teniamo, tenete, tengono; imperf.: tenevo... pass. rem.: tenni, tenesti, tenne, tenemmo, teneste, tennero; futuro: terr... congiuntivo pres.: tenga, tenga, tenga, teniamo, teniate, tengano; imperf.: tenessi... condizionale pres.: terrei... imperativo: tieni, tenga, teniamo, tenete, tengano; participio pres.: tenente; pass.: tenuto; gerundio pres.: tenendo. Si coniugano come tenere i composti appartenere, contenere, ottenere, trattenere. vedere (ausiliare avere) indicativo pres.: vedo... imperf.: vedevo... pass. rem.: vidi, vedesti, vide, vedemmo, vedeste, videro; futuro: vedr... condizionale pres.: vedrei... imperativo: vedi, veda, vediamo, vedete, vedano; participio pres.: vedente; pass.: visto (veduto); gerundio pres.: vedendo. Alcuni composti di vedere seguono la sua coniugazione, come avvedersi, intravedere, ma prevedere e provvedere hanno la forma sincopata al futuro e al condizionale pres.: preveder, provvederei ecc.
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volere (ausiliare avere) indicativo pres.: voglio, vuoi, vuole, vogliamo, volete, vogliono; imperf.: volevo... pass. rem.: volli, volesti, volle, volemmo, voleste, vollero; futuro: vorr, vorrai, vorr, vorremo, vorrete, vorranno; congiuntivo pres.: voglia, voglia, voglia, vogliamo, vogliate, vogliano; imperf.: volessi... condizionale pres.: vorrei, vorresti, vorrebbe, vorremmo, vorreste, vorrebbero; imperativo pres.: vogli, voglia, vogliamo, vogliate, vogliano; participio pres.: volente; pass.: voluto; gerundio pres.: volendo. B) in -ere: bere (ausiliare avere) indicativo pres.: bevo, bevi, beve, beviamo, bevete, bevono; imperf.: bevevo... pass. rem.: bevvi (bevei, bevetti), bevesti, bevve (bev, bevette), bevemmo, beveste, bevvero (beverono, bevettero); futuro: berr... congiuntivo pres.: beva... imperf.: bevessi... condizionale pres.: berrei... imperativo: bevi, beva, beviamo, bevete, bevano; participio pres.: bevente; pass.: bevuto; gerundio pres.: bevendo. condurre (ausiliare avere) indicativo pres.: conduco, conduci, conduce, conduciamo, conducete, conducono; imperf.: conducevo... pass. rem.: condussi, conducesti, condusse, conducemmo, conduceste, condussero; futuro: condurr, condurrai, condurr, condurremo, condurrete, condurranno;
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congiuntivo pres.: conduca, conduca, conduca, conduciamo, conduciate, conducano; imperf.: conducessi... condizionale pres.: condurrei, condurresti, condurrebbe, condurremmo, condurreste, condurrebbero; imperativo: conduci, conduca, conduciamo, conducete, conducano; participio pres.: conducente; pass.: condotto; gerundio pres.: conducendo. Seguono la coniugazione di condurre i composti addurre, dedurre, introdurre, produrre, ridurre, sedurre, tradurre. porre (ausiliare avere) indicativo pres.: pongo, poni, pone, poniamo, ponete, pongono; imperf.: ponevo... pass. rem.: posi, ponesti, pose, ponemmo, poneste, posero; futuro: porr... congiuntivo pres.: ponga, ponga, ponga, poniamo, poniate, pongano; imperf.: ponessi... condizionale pres.: porrei... imperativo: poni, ponga, poniamo, ponete, pongano; participio pres.: ponente; pass.: posto; gerundio pres.: ponendo. Si coniugano come porre i composti anteporre, deporre, opporre, supporre. scegliere (ausiliare avere) indicativo pres.: scelgo, scegli, sceglie, scegliamo, scegliete, scelgono; imperf.: sceglievo... pass. rem.: scelsi, scegliesti, scelse, scegliemmo, sceglieste, scelsero; futuro: sceglier... congiuntivo pres.: scelga, scelga, scelga, scegliamo, scegliate, scelgano; imperf.: scegliessi... condizionale pres.: sceglierei... imperativo: scegli, scelga, scegliamo, scegliete, scelgano;
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participio pres.: scegliente; pass.: scelto; gerundio pres.: scegliendo. vivere (ausiliare essere; quando usato transitivamente assume lausiliare avere) indicativo pass. rem.: vissi, vivesti, visse, vivemmo, viveste, vissero; futuro: vivr... condizionale pres.: vivrei... participio pass.: vissuto. Come vivere si coniugano anche convivere, sopravvivere. Verbi irregolari della terza coniugazione dire (ausiliare avere) indicativo pres.: dico, dici, dice, diciamo, dite, dicono; imperf.: dicevo... pass. rem.: dissi, dicesti, disse, dicemmo, diceste, dissero; futuro: dir... congiuntivo pres.: dica, dica, dica, diciamo, diciate, dicano; imperf.: dicessi... condizionale pres.: direi... imperativo: di, dica, diciamo, dite, dicano; participio pres.: dicente; pass.: detto; gerundio pres.: dicendo. Come dire si coniugano benedire, contraddire, disdire, maledire, predire, ridire, ma nellimperativo si ha benedici, contraddici, maledici. morire (ausiliare essere) indicativo pres.: muoio, muori, muore, moriamo, morite, muoiono; imperf.: morivo... pass. rem.: morii... futuro: morr (morir)... congiuntivo pres.: muoia, muoia, muoia, moriamo, moriate, muoiano; imperf.: morissi...
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condizionale pres.: morrei (morirei)... imperativo: muori, muoia, moriamo, morite, muoiano; participio pres.: morente; pass.: morto; gerundio pres.: morendo. offrire (ausiliare avere) indicativo pass. rem.: offersi (offrii), offristi, offerse (offr), offrimmo, offriste, offersero (offrirono); participio pres.: offerente; pass.: offerto. Come offrire si coniuga soffrire. salire (ausiliare essere; quando usato transitivamente assume lausiliare avere) indicativo pres.: salgo, sali, sale, saliamo, salite, salgono; congiuntivo pres.: salga, salga, salga, saliamo, saliate, salgano; imperativo: sali, salga, saliamo, salite, salgano. udire (ausiliare avere) indicativo pres.: odo, odi, ode, udiamo, udite, odono; imperf.: udivo... pass. rem.: udii... futuro: udir (udr)... congiuntivo pres.: oda, oda, oda, udiamo, udiate, odano; imperf.: udissi... condizionale pres.: udirei (udrei)... imperativo: odi, oda, udiamo, udite, odano; participio pres.: udente, udiente; pass.: udito; gerundio pres.: udendo. uscire (ausiliare essere) indicativo pres.: esco, esci, esce, usciamo, uscite, escono; congiuntivo pres.: esca, esca, esca, usciamo, usciate, escano; imperativo: esci, esca, usciamo, uscite, escano. Come uscire si coniuga riuscire.
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venire (ausiliare essere) indicativo pres.: vengo, vieni, viene, veniamo, venite, vengono; imperf.: venivo... pass. rem.: venni, venisti, venne, venimmo, veniste, vennero; futuro: verr... congiuntivo pres.: venga, venga, venga, veniamo, veniate, vengano; imperf.: venissi... condizionale pres.: verrei... imperativo: vieni, venga, veniamo, venite, vengano; participio pres.: veniente; pass.: venuto; gerundio pres.: venendo. Come venire si coniugano avvenire, convenire, divenire, provenire. USO DEI MODI E DEI TEMPI Modi finiti Lindicativo il modo della realt, della certezza, della constatazione e dellesposizione obiettiva, o presentata come tale: Luca parla. Il congiuntivo il modo della possibilit, del desiderio o del timore, dellopinione soggettiva o del dubbio, del verosimile o dellirreale; viene usato generalmente in proposizioni dipendenti da verbi che esprimono incertezza, giudizio personale, partecipazione affettiva: Non voglio che tu mi mentisca. Il condizionale indica anchesso fatti, azioni, modi di essere in cui prevale laspetto di eventualit, subordinata a una condizione: Me ne andrei (se potessi). Limperativo, infine, il modo del comando, dellinvito, dellesortazione, dellammonimento, dellinvocazione: Vattene! Modi indefiniti Linfinito indica genericamente lazione espressa dal verbo senza determinazioni di persona e di numero: studiare, leggere, partire. Il participio pu svolgere sia la funzione di verbo sia quella di aggettivo o di sostantivo. Il participio presente determina solo il
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numero: insegnante, insegnanti; vedente, vedenti, mentre il participio passato determina sia il numero sia il genere: candidato, candidata, candidati, candidate; nato, nata, nati, nate. Il gerundio indica un fatto che si svolge in rapporto a un altro, espresso nella proposizione reggente da un verbo di modo finito: Discutevamo passeggiando. Funzioni e tempi dellindicativo Lindicativo lunico modo verbale che abbia specificati nei suoi vari tempi, semplici e composti, i tre fondamentali punti di riferimento cronologici in cui un fatto avviene: lanteriorit, nelle sue molteplici articolazioni imperfetto, passato prossimo, passato remoto, trapassato prossimo, trapassato remoto; la contemporaneit presente; la posteriorit futuro semplice, futuro anteriore. Lindicativo si adopera sia in frasi indipendenti o principali: Claudio ha ventanni. sia in frasi subordinate, cio dipendenti da altre frasi: Sono sicuro che Claudio ha ventanni. Lindicativo ha: quattro tempi semplici, formati da un unico elemento: il presente: amo, credo, parto, finisco; limperfetto: amavo, credevo, partivo, finivo; il futuro: amer, creder, partir, finir; il passato remoto: amai, credei (credetti), partii, finii; quattro tempi composti, formati da due elementi: il passato prossimo, formato dallindicativo presente dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: ho amato / creduto / finito; sono partito; il futuro anteriore, formato dallindicativo futuro dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avr amato / creduto / finito; sar partito; il trapassato prossimo, formato dallindicativo imperfetto dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avevo amato / creduto / finito; ero partito; il trapassato remoto, formato dal passato remoto dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: ebbi amato / creduto / finito; fui partito.
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Il presente indica il fatto, lazione, il modo di essere che si svolgono o sussistono nel momento stesso in cui si parla: Faccio una passeggiata. Il presente dunque il tempo della contemporaneit e corrisponde ad unideale sovrapposizione tra il momento dellenunciazione e il momento dellavvenimento; ma si tratta di una contemporaneit relativa, da mettere in rapporto a un punto di riferimento cronologico che si pu collocare anche nel futuro: Domani faccio una passeggiata. Spesso il presente esprime la consuetudine, literazione, la regolarit con cui si verificano determinati fatti: Vedo Alberto tutti i giorni. Il rapido per Napoli parte alle quindici. o indica unattitudine del soggetto: Franco parla il tedesco. Inoltre il presente in grado di significare ci che si avvera sempre, le verit atemporali: La luna gira intorno alla terra. Nei proverbi e negli aforismi il presente vuole indicare appunto la perenne validit di quanto viene affermato: Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Il presente storico vuole far rivivere il passato, serve dunque a conferire maggiore efficacia alla narrazione dei fatti, ad attualizzarli: Leopardi nasce a Recanati nel 1798. Limperfetto esprime la durata o la ripetizione nel passato: La pioggia cadeva ininterrottamente da due giorni. Venivano a trovarci quasi tutte le settimane. Dal punto di vista aspettuale limperfetto indica unazione incompiuta nel passato: Ieri tornavo a casa quando ho incontrato Gianni. Nelle narrazioni, limperfetto costituisce il tempo della descrizione per eccellenza. Esso si presta infatti a rappresentare scene statiche, in cui tutti gli elementi sono collocati sul medesimo piano temporale: La stazione era deserta. Carla indossava un soprabito scuro. Lorologio segnava le venti e trenta. Limperfetto pu descrivere luoghi e personaggi o pu delineare stati di cose. Infine esso pu assumere valori aspettuali propri del
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passato remoto, come avviene con il cosiddetto imperfetto narrativo, caratteristico della lingua letteraria e dei resoconti giornalistici: Al ventesimo minuto della ripresa il centravanti metteva in rete. Talvolta limperfetto pu assumere valori modali diversi da quelli propri dellindicativo. Si possono distinguere: un imperfetto ipotetico: Facevi meglio a stare zitto. Questuso comune soprattutto nel parlato; in una variet pi formale di lingua troviamo invece il condizionale passato: Avresti fatto meglio a stare zitto. un imperfetto irreale: Poi entravo in unenorme sala a specchi: dopo alcuni secondi le pareti iniziavano a muoversi verso di me... In questa frase il tempo serve a sottolineare un distacco dalla realt, la creazione di un universo fittizio, ed tipico delle narrazioni di sogni o della trama di unopera letteraria. Esiste poi il cosiddetto imperfetto ludico, comune nelle affabulazioni dei bambini: Allora, facciamo che io ero il pap e tu la mamma. un imperfetto attenuativo: Cosa desiderava, signora? Mah, volevo due etti di prosciutto. Si ricorre a questo tipo di imperfetto in particolare con il verbo volere e sinonimi, per conferire un tono di cortesia o di attenuazione del valore iussivo di una richiesta. Il passato remoto indica unazione conclusa nel passato. Nella frase: Moravia scrisse Gli indifferenti dal 1925 al 1928. il passato remoto mette in rilievo linizio e la fine dellazione. Nella lingua contemporanea il passato remoto vieve spesso, sostituito dal passato prossimo. Si noti che luso del passato prossimo tipico dellItalia settentrionale, mentre nel meridione si ricorre al passato remoto anche con riferimento a fatti avvenuti in un tempo molto vicino presente: Arrivai un quarto dora fa. Il passato prossimo esprime un fatto compiuto nel passato, ma che ha una qualche relazione col presente, o perch levento descritto perdura nel presente: Due giorni fa ho preso una brutta influenza (e ancora ne soffro). o perch gli effetti dellevento descritto perdurano nel presente: Ho imparato linglese durante un soggiorno di studio negli Stati Uniti.
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Il passato prossimo pu equivalere in qualche caso a un futuro anteriore, presentando il fatto come compiuto nel futuro, anche senza laccompagnamento di avverbi o di locuzioni avverbiali: Un ultimo sforzo e ho finito. (= avr finito) Il trapassato prossimo e il trapassato remoto Il trapassato prossimo indica un fatto del passato, anteriore a un altro fatto pure del passato: Mi ero appena addormentato, quando bussarono alla porta. Anche il trapassato prossimo pu assumere valori modali diversi da quelli propri dellindicativo: il trapassato prossimo ipotetico usato nellapodosi del periodo ipotetico, in luogo del condizionale passato: Se non mi fossi ammalato, a questora avevo gi terminato gli esami. il trapassato prossimo attenuativo: Buongiorno, ero venuto per chiederle una cortesia. Il trapassato remoto indica un fatto anteriore al passato remoto. Il trapassato remoto ha un uso pi limitato del trapassato prossimo e oggi si trova solo nelle proposizioni temporali introdotte da quando, dopo che, non appena, appena (che): Non appena se ne fu andato, vennero a cercarlo. Il futuro semplice e il futuro anteriore Il futuro semplice indica un fatto che deve ancora verificarsi o giungere a compimento: Terminer il lavoro entro una settimana. Il futuro semplice pu assumere valore di imperativo: Farete esattamente come vi ho detto. Il futuro anteriore indica un evento futuro, anteriore a un altro pure del futuro; quindi una sorta di passato nel futuro: Quando lo avrai visto, te ne renderai conto. Sia il futuro semplice sia il futuro anteriore possono assumere valori modali, possono indicare un dubbio, una supposizione o una deduzione del parlante: Hanno bussato alla porta, sar Marco. A occhio e croce questa pizza peser due etti. Quando iniziato lo spettacolo saranno state le nove.
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Funzioni e tempi del congiuntivo Il congiuntivo presenta unazione, una situazione o un fatto come incerti, sperati, possibili, dubbi e comunque legati a unopinione: Credo che Claudio abbia circa ventanni. un desiderio o una volont personale: Spero / Voglio che mi diciate la verit. E un modo tipico delle frasi subordinate, ma pu incontrarsi anche in alcuni tipi di frasi indipendenti. Il congiuntivo ha: due tempi semplici, formati da un unico elemento: il presente: ami, creda, parta, finisca; limperfetto: amassi, credessi, partissi, finissi; due tempi composti, formati da due elementi: il passato, formato dal congiuntivo presente dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: abbia amato / creduto / finito; sia partito; il trapassato, formato dal congiuntivo imperfetto dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avessi amato / creduto / finito; fossi partito. I due tempi semplici si usano con riferimento al presente; i due tempi composti si usano invece con riferimento al passato. Funzioni e tempi del condizionale Nelle frasi principali, il condizionale esprime una conseguenza allinterno di unipotesi: Se ci fosse un bel film, andrei volentieri al cinema. Pi raramente esso si adopera: per attenuare una richiesta: Vorrei del prosciutto. unaffermazione: Sarebbe meglio non farlo. per esprimere un dubbio: Che dovrei fare? un desiderio: Quanto mi piacerebbe rivederla! Il condizionale ha due tempi: il presente, semplice: amerei, crederei, partirei, finirei; il passato, composto, formato dal condizionale presente dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avrei amato / creduto / finito; sarei partito. Col presente si indica leventualit nel presente, col passato leventualit nel passato.
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In alcune frasi subordinate, il condizionale passato si adopera per esprimere lidea del futuro nel passato: Tanto tempo fa Marco mi aveva promesso che sarebbe venuto a trovarmi. Funzioni e tempi dellimperativo Limperativo si usa per: ordinare: Parla! rimproverare: Vergognatevi! invitare: Vieni a cena da noi! pregare: Abbi piet! Limperativo ha solo due persone, la seconda singolare e plurale, e solo un tempo, il presente. Nella forma negativa, la seconda persona singolare si esprime con linfinito presente preceduto dalla negazione non: Non correre! Funzioni e tempi dellinfinito Linfinito ha caratteri a met tra il verbo e il nome: a) il verbo di quasi tutte le frasi subordinate implicite: oggettive, soggettive, interrogative indirette, causali, temporali, finali, consecutive; e di alcune frasi indipendenti che esprimono: un dubbio: Che fare? unesclamazione: Tu, farmi questo! un ordine o unistruzione: Tenere la destra! un desiderio: Ah, saperlo prima! b) preceduto o no dallarticolo o da una preposizione, pu essere un nome: Mi piace tanto (il) cantare. (= il canto) Ho sempre avuto la passione di cantare. (= del canto) Linfinito ha due tempi: il presente: amare, credere, finire, partire; il passato, formato dallinfinito presente dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avere amato / creduto / finito; esser partito. Il presente indica un rapporto di contemporaneit o di posteriorit rispetto al tempo del verbo della reggente: Dice di conoscerlo. Diceva
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Il passato indica un rapporto di anteriorit: Dice di averlo conosciuto. Diceva Preceduto dalla negazione non, linfinito presente pu acquistare il valore di imperativo: Non dire sciocchezze! Ha lo stesso valore, anche senza la negazione, in avvisi, cartelli, insegne: Tenere la destra! Gettare i rifiuti nel cestino! Spesso linfinito presente svolge la funzione di sostantivo: Tra il dire e il fare c di mezzo il mare. e si pensi a infiniti come dovere, piacere, avere, transformatisi in sostantivi forniti anche di plurale: il dovere i doveri, il piacere i piaceri, lavere gli averi. Linfinito presente la forma di citazione del verbo, cio quella, riportata nel vocabolario, che convenzionalmente rappresenta tutte le forme di un determinato verbo. Funzioni e tempi del participio Il participio ha due tempi: il presente: amante, credente, partente; il passato: amato, creduto, partito, finito. Il participio presente, che non si adopera con tutti i verbi, si usa quasi esclusivamente come: aggettivo: E stata una partita entusiasmante. nome: E un cantante di musica leggera. Come gli aggettivi in -e, il participio presente ha una forma per il maschile e il femminile singolare e una per il maschile e il femminile plurale: amante, amanti. Il participio presente usato sempre pi raramente nel suo valore verbale. Con valore verbale esso si ritrova oggi soltanto nella lingua burocratica, che si compiace spesso di un tono ricercato: Imprese fruenti del regime di contabilit semplificata. (= che fruiscono) Il participio passato si comporta, invece, come gli aggettivi in -o: amato, amata, amati, amate, e si adopera:
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1. per formare i tempi composti di tutti i verbi, e in questo caso segue i verbi ausiliari avere o essere: ho amato, sono partito; 2. per formare i verbi passivi, e in questo caso segue i verbi essere o venire: La carne / viene evitata da molte persone. 3. in vari tipi di subordinate: causali: Tranquillizzatosi, il bambino smise di piangere. ipotetiche: Il vino, bevuto con moderazione, non fa male. concessive: Bench ferito, continu a combattere. temporali: Appena arrivato, mi sono messo a dormire. relative: Non ho ancora ricevuto la lettera spedita da Maria. Il participio passato pu avere spesso funzione di aggettivo o di sostantivo: il candidato eletto; uno sconosciuto. Concordanza del participio passato Quando accompagnato dallausiliare essere, il participio passato concorda in genere e numero con il nome cui si riferisce: Tua madre venuta ieri. ma con i verbi transitivi pronominali o riflessivi apparenti il participio pu concordare sia con il soggetto sia con il complemento oggetto: I ragazzi si sono lavati (o lavate) le mani. Quando accompagnato dallausiliare avere, il participio passato rimane di solito invariato: Monica ha comprato due gonne. Tuttavia, se preceduto dal complemento oggetto, il participio passato pu concordare con questo in genere e numero: Le due gonne che Monica ha comprate sono rosse. (ma pi comune la forma invariata, ha comprato) La concordanza con il complemento oggetto per obbligatoria nel caso in cui questo sia rappresentato dai pronomi lo, la, li, le: Maura ha visto due gonne e le ha comprate. Funzioni e tempi del gerundio Il gerundio ha due tempi: il presente: amando, credendo, partendo, finendo; il passato, formato dal gerundio presente dellausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avendo amato / creduto / finito; essendo partito.
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Il gerundio presente serve a formare le perifrasi verbali: andare + gerundio Il tempo va migliorando. stare + gerundio Sto studiando. che esprimono unazione progressiva e durativa, considerata cio nel suo progredire e nella sua durata. Molti gerundi presenti hanno subito un processo di nominalizzazione: laureando, reverendo e, nel linguaggio musicale, crescendo, diminuendo. Il gerundio passato non molto usato: Avendo studiato stato promosso. In genere viene sostituito con frasi esplicite: E stato promosso perch ha studiato. Il gerundio si trova solo in proposizioni subordinate: ipotetiche: Andando di questo passo, non arriveremo mai. causali: Avendo pagato in contanti, ha diritto a un omaggio. concessive: Pur avendo studiato, non ho superato lesame. temporali: Attraversando la strada ho visto un cane. modali: Perch parli muovendo tanto le mani? Esercizi 1. Indica se i verbi in corsivo sono transitivi (T) o intransitivi (I): Latleta ha ottenuto una meritata vittoria. (...) Dopo la lezione andremo al cinema. (...) Ho visitato diverse citt, (...) ma amo soprattutto la mia. (...) In quella localit di montagna trascorremmo giorni tranquilli. (...) Gli dei greci risiedevano sul monte Olimpo. (...) Sono entrato in quella associazione culturale di recente. (...) Ho telefonato a Sandro ma non pu venire. (...) Marco ha comprato una moto nuova. (...) Quei due ragazzi ridono sempre per niente. (...) 2. Completa le seguenti frasi con un complemento oggetto, se i verbi sono transitivi, o con un complemento indiretto, se sono intransitivi: Mario scese __________ a precipizio. Luigi arrivato __________ in ritardo e il maestro lo ha rimproverato. Ho fatto __________ talmente spaventoso che mi sono svegliato di soprassalto. Mangiai __________ e subito scesi in cortile a giocare. Paola ha dormito questo pomeriggio soltanto __________ .
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3. Volgi al passivo le seguenti frasi: I contadini tagliano il fieno. Il giudice ritenne la testimonianza poco convincente. Il nevischio aveva reso le strade viscide e pericolose. Lincendio ridusse in cenere alcuni ettari di bosco. Un rumore improvviso spavent il bambino. Quellepisodio ci ha commossi. I gas di scarico delle auto rovinano i monumenti. 4. Trasforma in attive le seguenti frasi passive: Roberto stato visto da noi in televisione. In quel paesino di montagna molte case sono state abbattute dal terremoto. Oggi siamo tutti assediati dalla pubblicit televisiva. Al traguardo il corridore fu applaudito da numerosi tifosi. Da uno spettatore fu rivolta una domanda interessante al conduttore della trasmissione. E stato inaugurato dal Rettore il nuovo anno accademico. La notizia era stata confermata da fonti autorevoli. E stato dimenticato da tutti, ma non da te. Il castello fu circondato dallesercito nemico. La citt di Torino attraversata dal Po. 5. Distingui nelle seguenti frasi i verbi riflessivi propri (P), apparenti (A), reciproci (R): Dopo lincidente i due automobilisti si insultarono pesantemente. (...) Maria si guarda spesso allo specchio. (...) Ci salutammo con le lacrime agli occhi. (...) Luigi si veste sempre con molta eleganza. (...) La lepre si nascose tra i cespugli. (...) Alla fine della vacanza i due amici si scambiarono gli indirizzi. (...) Mettiti pure uno dei miei abiti. (...) Sono contento che tu e Andrea vi siate riappacificati. (...) Ti sei procurato quel libro? (...) I paracadutisti si sono lanciati dallaereo. (...) 6. Nelle frasi che seguono sottolinea diversamente i verbi di modo finito e indefinito: E assorbito dal lavoro al punto da non avere neppure il tempo di telefonarle. Non fare storie e finisci quel compito! Da casa a scuola camminavo con lo sguardo basso osservando le foglie gialle cadute per terra. A sbagliare sono i pi piccoli, cos il gioco ricomincia sempre da capo.
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7. Distingui i tempi semplici da quelli composti, poi di ciascun verbo indica la persona e il numero: Per lemergenza hanno stanziato centinaia di milioni. Non ha voluto neppure ascoltarmi. Crediamo poco alle vostre promesse. Le vacanze sono finite da pochi giorni. Per quanto a lungo avessi aspettato, lei non sarebbe tornata. Il giorno seguente ci alzammo alle tre del pomeriggio. Immediatamente il suo viso assunse unespressione di sconfinata tristezza. 8. Scegli la forma esatta di ausiliare tra le due alternative in corsivo: Ho aiutato quel giovane perch __________ avevo avuto / avevo fiducia in lui. Se __________ avrei / avessi avuto timore, non __________ avrei / avessi neppure iniziato quellimpresa. Dopo che __________ ebbe / aveva superato la crisi, fu dimesso dallospedale. Perch __________ hai / avesti quellespressione cos severa? Sto facendo qualcosa di male? Ho limpressione che qualcuno __________ ha / abbia bussato alla porta. Abbiamo temuto che tu __________ avevi / avessi smarrito la strada. Se lo __________ avessi / avrei saputo, non __________ avessi / avrei parlato. Dubito che tu __________ sei stato / sia stato riconosciuto. 9. Scegli lausiliare adatto: Anna e Rita __________ hanno / sono voluto partecipare alla cerimonia. La sirena della fabbrica __________ aveva / era suonato e tutti gli operai si diressero nei vari reparti. Ho fatto di tutto per aiutarti, ma non __________ ha / servito a niente. Il piccolo Franco ___________ aveva / era dormito per diverse ore. Non __________ ho / sono potuto venire perch avevo preso un altro impegno. Da un po di tempo i prezzi sono / hanno saliti alle stelle. __________ Sono / Ho corso allimpazzata, ma non __________ sono / ho riuscito a raggiungerti. Lalpinista si __________ era / aveva arrampicato sulla parete rocciosa. 10. Completa le seguenti frasi coniugando il verbo tra parentesi: Scopr lassassino quando (leggere) __________ tutto il romanzo. Ogni anno i miei amici (trascorrere) __________ le vacanze in montagna. Allet di dieci anni Luciano (avere) __________ un incidente con la bicicletta. Stanno (accadere) __________ cose molto
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strane. Lautobus arriv al capolinea e (scendere) __________ anche gli ultimi passeggeri. Prima di trasferirmi a Milano, (abitare) __________ a Torino. Esprimer la mia opinione dopo che (esaminare) __________ attentamente tutta la pratica. Federica ha portato alla zia una torta che (preparare) __________ ieri sera. (Chiudere) __________ la porta e vieni a sederti accanto a me! Ti sono grato perch mi (aiutare) __________ in quella difficile circostanza. 11. Sottolinea diversamente i verbi impersonali che indicano fenomeni meteorologici e quelli costruiti personalmente ma usati in senso figurato: I fiumi sono quasi in secca perch non piove da parecchi mesi. Devi spendere meno: i soldi non piovono dal cielo! Se continua a nevicare cos, domani le strade saranno impraticabili. Quando Alessio torn a casa, lo tempestarono di domande. Siamo andati a dormire che gi albeggiava. 12. Trasforma le seguenti frasi in impersonali: La gente sempre pronta a criticare. Gli attori debutteranno con una commedia di Pirandello. Noi non vogliamo disturbare. Noi non ci vediamo molto spesso, ma ci sentiamo tutti i giorni per telefono. I ragazzi hanno discusso a lungo di problemi dattualit. La direzione prega di non fumare. Noi ci siamo accorti troppo tardi del pericolo. 13. Nelle frasi seguenti individua e sottolinea i verbi servili: Vorrei aiutarti, ma ormai troppo tardi. Stavamo per andar via quando tu arrivasti. Chi va in moto deve mettere il casco. Ma chi pu aver detto una simile calunnia? Non avete voluto ascoltarmi: adesso arrangiatevi! I ragazzi hanno deciso di incontrarsi al pi presto. Non sono mai riuscito a dirgli quello che provavo. Ti sei dovuto arrendere allevidenza dei fatti. 14. Volgi al passato remoto i verbi delle seguenti frasi: I miei figli si dolgono per le tue dolorose vicende. Il sacerdote assolve i fedeli. Gli operai addetti agli altiforni fondono i metalli. Il corteo si muove lentamente nelle vie del centro. La corda si rompe per il peso eccessivo. I vostri discorsi persuadono tutti. Proteggo i miei
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familiari e mi stringo a loro nei momenti difficili. Appendiamo gli abiti e riponiamo la roba nei cassetti. 15. Coniuga al modo e al tempo richiesti i verbi tra parentesi: Io credo che una brava persona trovi sempre chi la (apprezzare) __________. Il guidatore (scorgere) __________ unombra e rallent la corsa. Credo che tu (sapere) __________ qual il tuo dovere. Se tu (svolgere) __________ almeno un altro esercizio avresti meritato la sufficienza. Nel 1804 Napoleone (cingere) __________ a Parigi la corona imperiale. Chiedo a tutti che (uscire) __________ e mi lascino solo! Appena lo vidi lo (riconoscere) __________ . Se puoi, (venire) __________ con me in bicicletta? Se tu fossi stato meno superbo, ti (aiutare) __________ con tutto il cuore. Mi sembrava che le cose (stare) __________ in questo modo. Gli regalai un libro che gli (piacere) __________ molto. (Uscire) __________ da qui e non farti pi vedere! Ieri Andrea (apprendere) __________ alcune novit che oggi ti possono interessare. Voglio che voi (ascoltare) __________ tutto quello che ho da dire sul vostro comportamento. Sebbene (essere) __________ timido, riusc a sostenere la sua tesi. 16. Completa i seguenti periodi scegliendo tra le forme verbali quella che ritieni opportuna in relazione al contesto: (Vieni / verresti / verrai) con me, se te lo chiedessi per favore? Lascer tutti i miei impegni e (vengo / sono venuto / verr) con voi a teatro. E opportuno che (esaminate / esaminiate / esaminereste) bene tutta la documentazione. Chiedigli perch da un po di tempo ( / stato / era stato) sempre scontento di tutto. Quando usc di casa, (accorse / si accorse / si accorgeva) di aver dimenticato il portafoglio. Ti prometto che tra qualche giorno ti (porter / avr portato / portavo) con me al mare. Io (dica / dicessi / dico) di accettare la proposta: e voi, che cosa ne pensate? Ti (scriver / scrivo / ho scritto) tante volte, ma non mi hai mai risposto. Gli anziani spesso dimenticano i fatti pi recenti, mentre (ricorderanno / avevano ricordato / ricordano) quelli che sono accaduti molti anni fa. Quando caddero le prime gocce di pioggia, i ragazzi (rifugiarono / si rifugiarono / si rifugiano) sotto una pensilina.
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17. Completa queste frasi coniugando il verbo ad un modo indefinito: Dopo (ascoltare) __________ le tue parole, non posso fare a meno di disapprovarti. Ti rimprovero per (trascurare) __________ gli amici. Sono certo di non (vedere) __________ quel tale prima dora. (Stare) __________ cos le cose, non mi resta che accettare. Tempo (permettere) __________, questa domenica andremo al mare. (Sapere) __________ lesito degli esami, mi precipitai subito a casa di Marco per (rallegrarsi) __________ con lui. I parenti si recarono tutti al capezzale del vecchio nonno (morire) __________. 18. Correggi gli errori relativi alla concordanza del participio passato: La mia birra, chi lha bevute? Dove avete sistemati quegli oggetti antichi? Ho inventata una nuova ricetta gastronomica. Chi ti ha dati tutti quei libri? Carolina stata derubato del portafoglio sullautobus. 19. Analizza i verbi che compaiono nel seguente brano: Avevamo detto a Cesarino che saremmo andati a trovare la nonna e il nonno. Cesarino aveva sei anni, allora; era contento di andare in treno, e non sapeva che si pu viaggiare una notte intera per trovare un paese, una casa, una finestra dove si affaccia gente che si leva quando noi ci leviamo, e qualche volta, nella giornata, capita che noi e loro facciamo gli stessi atti come se fossimo mossi dagli stessi fili. Io feci un lungo discorso a Cesarino per dirgli che il nonno era mio padre, che io gli volevo bene come lui Cesarino ne voleva a me. Era contento di partire...
(Corrado Alvaro, Lamata dalla finestra)

20. Traduci in romeno: Del presente non sapevano nulla; ma il passato lontano era tutto un libro aperto. Lo sfogliavano, e godevano. Due ricordi, pi degli altri, le deliziavano. Il ricordo del ballo. Settantacinque, ottanta anni prima. Eccole tutte due, Eligia e Nicoletta, nel salotto da ricevere della vecchia casa di Eligia. Ci sono le poltrone di peluche rosso; ad angolo il pianoforte; nel mezzo della stanza il tavolino tondo; sul tavolino, in centro, il gran lume panciuto di bronzo; tuttintorno al lume, in bellordine, le tazzine
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di porcellana, bianca e oro, del servito da caff per ventiquattro. La zia Eufrasia al piano, Eligia e Nicoletta ballano. Il pavimento trema un poco, e ballano pure le ventiquattro tazzine da caff. Al ricordarsi delle ventiquattro tazzine che ballano al suono del pianoforte, ridono ancora, la centenaria e la sua giovane amica, quasi con le vocette acute dallora. Laltro ricordo del colera del 37. Migliaia e migliaia di morti, le strade vuote, i balconi chiusi. Di tanto in tanto un orribile carro passa per la strada e si ferma; il carrettiere alza il capo verso i balconi, e grida, facendo della mano tromba alle labbra: Chi ha morti? Un balcone si apre, un orribile involto cade sul lastrico. Chi ha morti? ripetono a gara donna Eligia e Nicoletta, ricordando. Quanto tempo abbiamo passato! dice donna Eligia. E ridono tutte e due.
(Giuseppe Antonio Borgese)

21. Traduci in italiano: Nu se mai auzea nici un zgomot, nu mai ieea nici o albin, iar Michelino, fr s poat nici mcar striga, ddu un pas napoi, dar chiar n acel moment iei afar un nor negru, cu un zgomot asurzitor: erau toate albinele care naintau spre el: ce sperietur! Dac eu a fi frumoas ca tine, dar mai ales aa de tnr ca tine, m-a duce n toate serile la teatru sau la cinematograf, m-a aeza ntro loj elegant i a sta acolo ca s fiu admirat de spectatori, cu o floare albastr n prul blond. Zorile i apusul sunt minunate aici, este un miracol s poi s le admiri, cerul coloreaz totul n rou, noriorii au mii de nuane, n timp ce un vnt cald vine dinspre deert aducnd cu sine nori de nisip: ce frumos ar fi dac s-ar putea vedea i puin zpad! ntr-o zi se duse s-i caute rudele i cnd n sfrit le ntlni, le povesti toate necazurile sale, rugndu-le n acelai timp s fac ceva care s pun capt srciei sale. Muli, dac m-ar fi auzit vreodat, ar fi spus poate c sunt nebun de legat, c nu trebuie s m preocupe nimic dect viaa mea, numai c eu m gndesc deja la asta, de aceea n fiecare zi nu fac altceva dect s m plimb, s citesc, s scriu: i se pare puin?
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LAVVERBIO E la parte invariabile del discorso che modifica o precisa il significato di una frase o di un suo componente. Letimologia di questa parola sottolinea la sua funzione prevalente, quella di determinare il significato di un verbo: Sto bene. Parla poco. Torniamo subito. In realt questa funzione molto limitativa; lavverbio serve a determinare varie altre unit grammaticali: un nome: Ho paura soprattutto delle malattie. un pronome: Mi fa piacere specialmente per te. un aggettivo: Sei troppo severo con te stesso. un altro avverbio: E veramente tardi. o unintera frase: Purtroppo non ho finito. Negli ultimi anni gli studiosi hanno cercato di ridefinire questa parte del discorso in cui sono confluite forme di diversa origine e funzione: forme ereditate dal latino: sotto da SUBTUS; locuzioni avverbiali: a lungo, di continuo; sintagmi che un tempo erano composti di pi elementi: dappertutto (da per tutto); parole-frasi: ecco!, finalmente!; elementi capaci di indicare il modo con cui il parlante giudica il proprio discorso: forse, indubbiamente, certo; si parla in tal caso di modalizzatori; particelle che si pongono prima o dopo il verbo: ci, vi (con valore locativo), ne; connettivi, cio elementi che realizzano la coesione di un testo: allora, appunto, insomma. Recentemente gli studiosi hanno tentato una classificazione degli avverbi in tre gruppi: 1. avverbi che hanno un raggio dinfluenza pi ampio della frase singola: Dunque, non posso essere daccordo. (dunque rinvia al discorso precedente) 2. avverbi che hanno un raggio dinfluenza su tutta la frase: Certamente Carlo partir domani con laereo.
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3. avverbi che hanno un raggio dinfluenza solo su una parte della frase: Ugo ha parlato chiaramente. (chiaramente si riferisce solo al verbo) Forme A seconda di come si formano, gli avverbi si distinguono in: 1. avverbi semplici, hanno forma propria, autonoma: bene, forse, gi, male, poco, sempre, sopra; 2. avverbi derivati, derivano da unaltra parola, trasformata con laggiunta di un suffisso: a) gli avverbi derivati da aggettivi, che sono la maggioranza, si formano aggiungendo il suffisso -mente: alla forma femminile degli aggettivi in -o: attenta attentamente; allunica forma singolare degli aggettivi in -e: veloce velocemente; se lultima sillaba di questi aggettivi -le / -re, si elimina la vocale finale: general(e) generalmente, celer(e) celermente; Forme particolari sono: benevolmente, leggermente, ridicolmente, violentemente, altrimenti, parimenti. b) gli avverbi derivati da nomi o da verbi si formano aggiungendo alla radice del nome o del verbo il suffisso -oni: ginocchio ginocchioni; tentare tentoni. Essi indicano di solito una particolare posizione del corpo: bocca bocconi; ciondolare ciondoloni; dondolare dondoloni; penzolare penzoloni; ruzzolare ruzzoloni; tastare tastoni. Quel bambino tiene le braccia ciondoloni. Alcuni di questi avverbi si usano anche con la preposizione a: a tastoni. Tra i due suffissi, -oni poco produttivo, ma -mente ancora produttivo, in quanto pu entrare nella formazione di nuovi avverbi. 3. avverbi composti, risultano dalla fusione di due o pi parole diverse (si tratta, in origine, di locuzioni avverbiali): talvolta (tal volta), davvero (da vero), dappertutto (da per tutto): Dovevi almeno dirmelo. 4. locuzioni avverbiali, combinazioni di parole equivalenti a un avverbio: alla svelta = rapidamente, di nascosto = nascostamente.
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Si alz allimprovviso un forte vento. Si noti che una locuzione avverbiale pu spesso essere sostituita con un avverbio. Le locuzioni avverbiali sono in genere formate: a) con una preposizione: in passato, da lontano; b) con due preposizioni: a mano a mano, a poco a poco; c) con le preposizioni di ... in: di bene in meglio, di tanto in tanto; d) con la preposizione articolata alla seguita da un aggettivo femminile: allantica, alla svelta; e) raddoppiando un nome: passo passo; un aggettivo: zitto zitto; un avverbio: cos cos. Funzione A seconda del significato e della funzione che hanno, possono essere: 1. avverbi e locuzioni avverbiali di modo (o qualificativi), precisano il modo in cui si svolge unazione: Ha lavorato scrupulosamente. oppure esprimono un punto di vista dal quale si esamina un fatto: Sinceramente non so che dire. Appartengono a questa categoria: a) gli avverbi in -mente: attentamente, calorosamente, lievemente, precisamente; b) gli avverbi in -oni: cavalcioni, penzoloni; c) gli avverbi che derivano direttamente da un aggettivo qualificativo maschile singolare: parlare chiaro, rispondere giusto; d) altri avverbi: bene, insieme, invano, male, volentieri; e) le locuzioni avverbiali: alla svelta, a pi non posso, di solito, in fretta, in un batter docchio. 2. avverbi e locuzioni avverbiali di tempo, precisano il tempo di svolgimento di unazione: Ho sempre lavorato. e specificano il momento in cui si verifica, si verificato o si verificher un fatto: Carla arriver domani.
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Appartengono a questa categoria: a) gli avverbi: adesso, allora, ancora, domani, dopo, dopodomani, finora, gi, ieri, mai, oggi, ora, poi, presto, prima, sempre, spesso, talora, talvolta, tardi, tuttora. Lavverbio mai usato talora nel significato di qualche volta: Se mai capiti a Roma, vieni a trovarmi. Pi spesso serve a rafforzare la negazione: Non obbedisce mai. Con valore negativo si usa anche in: espressioni ellittiche: Questo mai! frasi enfatiche, prima del verbo: Mai che arrivi puntuale! risposte, da solo: Ti arrendi? Mai! b) le locuzioni avverbiali: un giorno, un tempo, una volta, allimprovviso, di frequente, di buon ora, dun tratto, dora in avanti, di quando in quando, fra poco, in futuro, in un batter docchio, nel frattempo, per sempre. Attenzione alle seguenti locuzioni: numerale + nome indicante tempo + fa / or sono due giorni fa; due giorni or sono; tra / fra / di qui a + numerale + nome indicante tempo fra due giorni; di qui a due giorni. Per esprimere larco di una giornata, litaliano ha a disposizione la serie: laltro ieri (ieri laltro) ieri oggi domani dopodomani (domani laltro, posdomani, lett.). 3. avverbi e locuzioni avverbiali di luogo, precisano il luogo di svolgimento di unazione: Dentro giocano a carte. specificano la collocazione di un oggetto nello spazio, la sua posizione rispetto agli interlocutori: Il libro l. Appartengono a questa categoria: a) gli avverbi: altrove, contro, dappertutto, davanti, dentro, dietro, dinanzi, dovunque, fuori, gi, indietro, intorno, l, laggi, lass, l sopra, l sotto, l, lontano, oltre, ovunque, presso, qua, quaggi, quass, qua sopra, qua sotto, qui, sopra, sotto, su, vicino; qui, qua e i composti qua sopra, quaggi indicano un luogo vicino a chi parla; l, l e i composti laggi, lass indicano un luogo distante sia da chi parla sia da chi ascolta.
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Si tratta di elementi deittici, che servono a collocare lenunciato o i suoi componenti entro precise coordinate spaziali: l e qui indicano di preferenza un luogo puntuale: Ha compiuto un salto da qui a l. l e qua si riferiscono invece ad unintera area: Lho visto di l dal ponte. Anche le particelle ci, vi, ne possono essere usate come avverbi di luogo: ci e vi valgono in questo/quel luogo: Ci vado spesso. ne vale da questo/quel luogo: Me ne vado subito. b) le locuzioni avverbiali: di l, di qua, di sopra, di sotto, in su, in gi, per di qua, per di l, nei pressi, nei paraggi, da lontano, da vicino. 4. avverbi e locuzioni avverbiali di quantit, alludono a una quantit in modo indefinito, senza misurarla con esattezza: Hai mangiato troppo. Appartengono a questa categoria: a) gli avverbi: abbastanza, alquanto, altrettanto, appena, assai, meno, molto, niente, nulla, parecchio, pi, poco, quanto, tanto, troppo. Molti aggettivi indefiniti, nella forma maschile singolare, assumono funzione di avverbi di quantit: Studia molto. Gli avverbi tanto e quanto sono spesso usati come correlativi: Non simpegna tanto quanto potrebbe. Affatto significa interamente, del tutto: E unopinione affatto diversa. ma oggi pi usato come rafforzativo della negazione: Non ho affatto sonno. Da tale uso, in frasi negative, deriva il suo senso negativo, in particolare nelle risposte: Hai caldo? Affatto! (= Per niente!) b) le locuzioni avverbiali: allincirca, a bizzeffe, fin troppo, n pi n meno, un poco (un po), pressa poco. 5. avverbi e locuzioni avverbiali di giudizio, servono per affermare, negare o mettere in dubbio un fatto, un evento o una dichiarazione. Allinterno di questa categoria si distinguono: a) gli avverbi e le locuzioni avverbiali di affermazione: appunto, certo, certamente, davvero, esattamente, indubbiamente, proprio, sicuro, sicuramente; di certo, di sicuro, senza dubbio, per lappunto;
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b) gli avverbi e le locuzioni avverbiali di negazione: non, neanche, nemmeno, neppure; neanche per idea, nemmeno per sogno. Si noti che neanche, nemmeno, neppure si costruiscono con la negazione non quando seguono il verbo: Non ci penso neanche. ma si usano da soli quando lo precedono: Neanche mio fratello ha fatto il soldato. c) gli avverbi e le locuzioni avverbiali di dubbio: circa, eventualmente, forse, magari, possibilmente, probabilmente, quasi; quasi quasi. S e no, tradizionalmente classificati come avverbi di affermazione e di negazione, non sono avverbi ma profrasi, cio singole parole che equivalgono a unintera frase, infatti non modificano, come qualunque avverbio, lelemento al quale si riferiscono, ma sostituiscono la frase di risposta: Hai studiato? S. (= Ho studiato) / No. (= Non ho studiato) 6. gli avverbi interrogativi, introducono una domanda, diretta o indiretta, che pu riguardare: il modo: Come ti senti? il luogo: Non so dove andare. il tempo: Quando torni? la misura, il valore o la quantit: Quanto costa? la causa: Perch sei venuto? Sono usati nelle interrogazioni dirette e indirette e in questultimo caso funzionano come congiunzioni subordinative: Dimmi quando torni. Per informarsi sulla causa di qualcosa, oltre a perch, si pu usare come mai: Perch (mai) non sei venuto con noi? Come mai non pi partito? Come si visto, mai pu essere usato per rafforzare perch e quando: Quando mai ho detto questo? Gli avverbi dove, ove, donde, onde (gli ultimi tre sono di uso letterario), oltre ad avere funzione interrogativa, possono avere anche funzione relativa: Dove vai? Dimmi dove abiti. La citt dove siamo diretti ricca di monumenti.
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7. gli avverbi esclamativi sono simili a quelli interrogativi: Come stai bene! Dove siamo finiti! Quant bello! 8. gli avverbi presentativi hanno poche forme, la pi importante ecco, che si usa per richiamare lattenzione su qualcosa, o per indicare una persona o una cosa che appare improvvisamente: Ecco il disco che volevi. Ecco Carla! GRADI E ALTERAZIONI DELLAVVERBIO Comparativo e superlativo dellavverbio Quasi tutti gli avverbi di modo e alcuni avverbi di luogo, lontano, vicino, e di tempo, presto, tardi, spesso, possono avere il grado comparativo e il grado superlativo, come gli aggettivi qualificativi. In particolare: 1. il comparativo di maggioranza e di minoranza si forma premettendo allavverbio le parole pi e meno: pi forte / meno forte pi attentamente / meno attentamente 2. il superlativo si forma aggiungendo: a) il suffisso -issimamente alla radice dellavverbio in -mente: attento attentamente attentissimamente; b) il suffisso -issimo alla radice dellavverbio che deriva da un aggettivo qualificativo maschile singolare: lontano lontanissimo. Alcuni avverbi hanno forme organiche: positivo bene male molto poco grandemente comparativo meglio peggio pi meno maggiormente superlativo benissimo, ottimamente malissimo, pessimamente moltissimo pochissimo massimamente

Lavverbio di dubbio probabilmente ha il grado comparativo pi probabilmente / meno probabilmente, ma manca del superlativo.
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Infine, vi sono avverbi che hanno forme alterate: bene DIM. benino, ACCR. benone; male DIM. malino, PEGG. malaccio; poco DIM. pochetto, pochettino, pochino; tardi DIM. tardino; presto DIM. prestino. Posizione dellavverbio Lavverbio occupa in genere un posto vicino alla parola cui si riferisce. Di solito, lavverbio si colloca prima dellaggettivo: Sono troppo stanco. dopo il verbo: Abita lontano. Gli avverbi di modo hanno di solito una posizione libera: Improvvisamente scoppi un temporale. Scoppi improvvisamente un temporale. Scoppi un temporale, improvvisamente. In altri casi, la posizione dellavverbio modifica le sue relazioni con il resto della frase. Si noti la differenza fra: Stranamente, Luca dorme. (= E strano che Luca dorma.) in cui lavverbio si riferisce allintera frase. Luca dorme stranamente. (= in modo strano) in cui lavverbio si riferisce solo al verbo. Assai pu precedere o seguire la parola: E assai interessante. Ho mangiato assai. Esercizi 1. Nelle frasi che seguono scrivi tra parentesi se si tratta di avverbio (avv.) o di aggettivo (agg.): Parlate piano (.....) perch gli ammalati devono riposare. Per compiere un gesto simile occorre parecchio (.....) coraggio. Correva parecchio (.....). Arrivammo tardi (.....) allappuntamento a causa di un malinteso. In quella circostanza ha dimostrato tanta (.....) buona volont. Mi sono stancata tanto (.....) ecco perch non ho voglia di uscire. Abbiamo ricevuto un duro (.....) colpo, ma sapremo riprenderci. Ho un pomeriggio fitto (.....) di impegni. Nevica fitto (.....) da ieri sera. Desidero solo (.....) aiutarti.
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2. Nelle frasi seguenti inserisci lavverbio derivato dallaggettivo, dal nome o dal verbo indicato tra parentesi: La tua lettera mi ha (gradevole) _______________ sorpreso. Il burattino aveva la testa (ciondolare) _______________ sul petto. Debbo constatare (amaro) ________________ che nessuno vuole aiutarmi. Sono rimasto mezzora (ginocchio) _______________ sul pavimento per cercare la lente a contatto. Non distrarti: ascoltami (attento) ___________________________ . Sono caduto (ruzzolare) _______________ dalle scale. 3. Sostituisci gli avverbi in -mente con altri avverbi o locuzioni avverbiali che abbiano lo stesso significato: Indubbiamente .................... il tuo modo di parlare stato offensivo. Improvvisamente .................... il cielo si oscur e scoppi un violento temporale. E stato salvato fortunatamente .................... da un pescatore che era l per caso. Tu mi sei particolarmente .................... caro e ti ascolto sempre volentieri. Ero stato informato precedentemente .................... del suo arrivo. 4. Sostituisci le locuzioni avverbiali contenute nelle frasi con avverbi in -mente: Lho incontrato di recente _______________ e mi ha parlato del suo viaggio in Italia. Di nascosto _______________ i soldati si erano avvicinati alla postazione nemica. Gli ho parlato a lungo _______________, ma non sono riuscito a convincerlo. Elena sal le scale a fatica _______________ perch la ferita le procurava gran dolore. Lallenamento verr intensificato per gradi ______________ . 5. Scrivi il contrario delle seguenti espressioni: parlare troppo ________________; colpire involontariamente _______________; comportarsi male ________________; incontrarsi frequentemente __________; leggere attentamente __________. 6. Analizza le seguenti frasi e stabilisci se le particelle ci, vi, ne siano avverbi di luogo (A) o pronomi (P): Ci (...) hai portato in un posto bellissimo. Davide venuto a trovarci (...), ma se ne (...) andato dopo unoretta. Qui ci (...) vuole qualcuno che se ne (...) intenda. Questo film ci (...) far discutere. In frigorifero c (...) una torta: ne (...) vuoi una fetta? Vi (...) ho detto tutta la verit. Penso che ci (...) informeranno delle loro intenzioni.
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7. Scrivi gli avverbi di tempo che ritieni adatti al contesto: Non ti ho __________ dato la bella notizia? __________ non mi sono molto impegnato, ma ti prometto di farlo __________. Ci vogliamo bene, eppure litighiamo __________. Odio il calcio e non vado __________ allo stadio. __________ lasciami riposare, alla cena penser __________. Sei arrivato __________ e molti se ne erano gi andati. Tu torna a casa, io rientrer __________. 8. Traduci in romeno: Si ritrov seduto in automobile. La strada era deserta e buia. Dio, che brutto sogno aveva fatto. Guard lora e stup: le otto e un quarto A casa i suoi erano gi seduti a tavola. Carletto disse Meneghello entrando sai che bella!... Ero venuto a scuola a prenderti... Poi mi sono addormentato in macchina... E mi sono svegliato poco fa... La moglie lo guardava preoccupata. Dimmi, Franco, non ti senti bene? Perch adesso non ti siedi? Cosa fai con quella mano nella tasca? Era pallido. In fondo alla tasca destra della giacca le sue dita avevano incontrato una piccola cosa liscia, che non doveva esserci. Adagio adagio la trasse fuori e la guard. Ma Franco, cosa fai con quel gesso? Dove lhai preso? Perch lo tieni in tasca? Ti sporcherai tutto il vestito!
Italo Calvino, da Corriere della Sera, Milano

LA PREPOSIZIONE E una parola invariabile che viene premessa di solito: a un nome: Vedo Carla con la madre. a un pronome: Lo dico a te. a un verbo allinfinito: Tutti noi lavoriamo per vivere. a un avverbio: Non faccio niente di male. e mette ciascuna di queste parole in relazione con unaltra parola e, nel caso dellinfinito, con unintera frase.
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Omissione della preposizione o del nome retto dalla preposizione In alcuni casi la preposizione pu essere sottintesa: sala professori = sala dei professori in altri casi pu essere sottinteso il nome: due con / due senza; quattro con / quattro senza indicano le imbarcazioni a due o quattro rematori con o senza timoniere. Nel linguaggio commerciale e pubblicitario, in quello burocratico e giornalistico la preposizione viene spesso omessa: scalo merci, giornale radio. Forme A seconda della forma che hanno e delluso che se ne fa, bisogna distinguere fra: 1. preposizioni proprie, o semplici, usate solo come preposizioni: a, con, da, di, fra, in, per, su, tra; 2. preposizioni improprie, parole che non appartengono a questa classe ma sono usate come se fossero preposizioni: a) alcune, quando sono adoperate da sole, sono avverbi: contro, davanti, dentro, dietro, dopo, fuori, lontano, lungo, mediante, oltre, presso, senza, sopra, sotto, verso, vicino; quando invece reggono un nome o un pronome, hanno il valore di preposizione: Venite fuori! (avverbio) / Vado fuori Milano. (preposizione impropria) b) altre sono aggettivi: lungo, salvo, secondo; quando invece reggono un nome o un pronome, hanno il valore di preposizione: Ho vinto il secondo premio. (aggettivo) / Secondo me, hai ragione. (preposizione impropria) c) altre ancora sono forme di verbi dellitaliano antico diventate preposizioni nellitaliano attuale: durante, eccetto, mediante, nonostante, rasente, stante, tranne, verso: Fui assunto mediante la sua raccomandazione. 3. locuzioni preposizionali, combinazioni di parole, fra le quali esiste una preposizione, che equivalgono a una preposizione: accanto a, attorno a, davanti a, fin da, insieme con / a, intorno a, invece di, lontano da, prima di, vicino a: Sono arrivato prima di te. Ho passato una bella serata insieme a Monica.
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Preposizioni articolate Questo tipo di preposizioni stato presentato al capitolo riguardante larticolo. La preposizione di Si pu elidere davanti a vocale: destate, dItalia. Regge i seguenti complementi: specificazione: il calore del sole; il profumo delle rose; la partenza del padre (specificazione soggettiva); la scalata di una montagna (specificazione oggettiva); un libro di Calvino; la Piet di Michelangelo; partitivo: ciascuno di noi; nessuno di voi; il pi bravo degli alunni; denominazione: la citt di Roma; limitazione: sano di corpo; buono danimo; abbondanza / privazione: abbondare di denaro; mancare di esperienza; colpa, pena: accusare di tradimento; multare di cinquanta euro; argomento: discutere di sport; un trattato di chimica; paragone: Bologna pi a nord di Firenze; modo: andare di corsa; ridere di cuore; qualit: un giovane dingegno; materia: una statua di marmo; un muro di mattoni; quantit: un pacco di cinque chili; et: un bambino di sei anni; causa: morire di sete; sporco di sangue; mezzo, strumento: sporcare dinchiostro; vivere di poco; fine: segnale dallarme; freno di sicurezza; moto da luogo: uscire di casa; m uscito di mente; di...in: spostarsi di citt in citt; allontanamento, separazione: andar via di casa; uscire di prigione; origine, provenienza: essere di Torino; un avvocato di Napoli; stato in luogo: resta di qua; moto a luogo: vai di l in camera; moto per luogo: passato per di l; tempo determinato: di mattina; di domenica; tempo continuato: un corso di tre mesi; di... in: di giorno in giorno; distributivo: di tre in tre;
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Seguita da un verbo allinfinito, introduce le seguenti proposizioni: soggettiva: Mi sembrava di averti invitato. oggettiva: Crede di aver sempre ragione. dichiarativa: Ti prego di non farmi attendere. consecutiva: E degno di essere lodato. Forma locuzioni: prepositive: prima di, dopo di, in luogo di, a causa di, invece di, di qua da, di l da; avverbiali: di nuovo, di nascosto, di quando in quando; congiuntive: di modo che, dopo di che. La preposizione a Ha una variante eufonica ad davanti a vocale. Indica la direzione. Regge i seguenti complementi: termine: consegnare un pacco al destinatario; si rivolto a me; luogo: moto a luogo: vado ad Ancona; andare a cena; mandare al diavolo; stato in luogo: essere a scuola; restare a pranzo; abita a Napoli; dolore alla spalla; distanza: il paese a tre chilometri; la vetta a due ore di marcia; tempo: a settembre; a Natale; alle (ore) sette; da un momento allaltro; dalloggi al domani; et: si diventa maggiorenni a diciottanni; modo: pagare a rate; camminare a passo lento; sognare a occhi aperti; fare una cosa a caso; qualit: strumento a corde; palazzo a tre piani; mezzo, strumento: barca a vela; motore a benzina; mulino a vento; andare a piedi; giocare a tennis; causa: svegliarsi a un rumore; riconoscere alla voce; limitazione: essere coraggioso a parole; a mio parere ti sei comportato male; fine: andare a caccia; vantaggio / svantaggio: ha parlato a nostro favore; lo fa a suo danno; pena: condannare a sei mesi di carcere; paragone: il tuo vestito simile al suo; distributivo: a due a due; 50 km. allora; due volte al giorno; predicativo: prendere a esempio.
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Seguita da un verbo allinfinito, introduce le seguenti proposizioni: causale: Ho fatto male a mangiare tanto. condizionale: A dire il vero, non mi pare possibile. finale: Mi hanno invitato a esser presente. temporale: A vederlo, mi si riempie il cuore di gioia. relativa, con sfumatura consecutiva: Siamo stati gli ultimi ad apprendere la notizia. Forma locuzioni: avverbiali: a poco a poco, goccia a goccia, corpo a corpo, a digiuno, alla rinfusa; prepositive: a causa di, a favore di, di fronte a, in mezzo a, oltre a, sino a, davanti a, intorno a, al di qua, al di l di. La preposizione da Indica la provenienza. Regge i seguenti complementi: moto da luogo: il treno partito da Roma; uscito dal negozio; contare da uno a dieci; dalla a alla zeta; allontanamento: staccare il mobile dalla parete; separazione, distacco: le montagne ci dividono dal mare; liberarsi da un affanno; origine, provenienza: santa Caterina da Siena; discende da una famiglia illustre; apprendemmo la notizia dai giornali; distanza: da qui a Milano sono solo 20 km.; quantit approssimativa: peser dai quaranta ai cinquanta chili; agente, causa efficiente: il suo gesto stato apprezzato da tutti; Pompei fu distrutta dal Vesuvio; causa: tremare dal freddo; morire dallo spavento; era pallido dalla paura; tempo: laspetto da unora; sono passati molti mesi da quando partito; stato in luogo: incontrarsi dal notaio; restare a cena da un collega; moto a luogo: vado dal medico; salir un attimo da lei; moto per luogo: passare dal cortile; modo: comportarsi da amico; una faccia da schiaffi; vita da cani; limitazione: cieco da un occhio; zoppo da un piede;
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qualit: una ragazza dai capelli biondi; un palazzo dalla facciata neoclassica; stima, prezzo, misura: un giocattolo da pochi soldi; una lampada da cento candele; mezzo: fu riconosciuto dalla voce; fine: rete da pesca; cavallo da corsa; sala da pranzo; occhiali da sole; attributivo: festa da ballo; predicativo: li trattammo da amici; appositivo: Manzoni da giovane visse a Parigi. Seguita da un verbo allinfinito, introduce le seguenti proposizioni: consecutiva: Era tanto stanco da non capire pi nulla. finale: Dammi un libro da leggere. valore di dovere, necessit: una cosa da fare; un rischio da correre; in frasi negative: Non c nulla da dire. Forma locuzioni: avverbiali: da lontano, da vicino, da presso; prepositive: fuori da, di qua, di l da. La preposizione in Indica collocazione nello spazio e nel tempo. Regge i seguenti complementi: stato in luogo: abita in citt; vivono in Italia; ha una villa in campagna; lavora in ufficio; dorme in albergo; trovare soddisfazione nel lavoro; moto a luogo: andare in Francia; scendere in cantina; entrare in porto; gettare in mare; far ritorno in citt; mettersi in testa; montare in collera; distributivo: di tre in tre; luogo circoscritto: passeggiare in giardino; correre nel parco; viaggiare in Europa; tempo determinato: in primavera; in piena estate; verr nel mese di aprile; in tempo di pace; fin il lavoro in tre giorni; lo far in un attimo; modo: camminare in fretta; ascoltare in silenzio; entrare in punta di piedi; camminavamo in fila indiana; uscire in abito da sera; trasmettere in diretta; una partita in notturna; materia: un bassorilievo in marmo; una poltrona in pelle;
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quantit, misura: essere in molti; giocare in quattro; tagliare in due; divisione in parti uguali; stima: avere in gran considerazione; mezzo, strumento: viaggiare in treno; fare una gita in barca; pagare in dollari; parlare in inglese; fine: accorrere in aiuto; dare in prestito; ricevere in premio; una festa in onore del vincitore; causa: tormentarsi nel dubbio; limitazione: commerciare in stoffe; specializzarsi in pediatria; essere bravo in matematica; un campione nel salto; possiede una fortuna in beni immobili; Seguita da un verbo allinfinito, forma una locuzione che ha valore di gerundio: Nellascoltare gli altri c sempre da imparare. (= Ascoltando) Forma locuzioni: prepositive: in quanto a, in virt di, in rapporto a, in fondo a, in cima a, in conseguenza di, in (nel) nome di; avverbiali: in alto, in basso, in su, in gi, in avanti, indietro, infine; congiuntive: nel momento in cui, nel caso che, in considerazione del fatto che. La preposizione con Indica addizione, partecipazione. Regge i seguenti complementi: compagnia, unione: partito col padre; passeggiare col cane; viaggiammo con poche valigie; relazione: ha litigato col fratello; si sfogato con me; combattere col nemico; limitazione: con la salute per ora va meglio; modo: voler bene con tutto il cuore; qualit: stanza con bagno; mezzo, strumento: il vino si fa con luva; scrivere con la penna; partire col treno; tempo: non uscire con la pioggia; causa: col caldo non si riesce a dormire; da due giorni a letto con la febbre.
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Pu avere valore concessivo o avversativo, assumendo il significato di nonostante, malgrado: Con tutti i guai che ha, riesce ancora a sorridere. Seguita da un verbo allinfinito, sostituisce il gerundio con valore strumentale: Col leggere ci si istruisce. (= Leggendo) La preposizione su Indica vicinanza, approssimazione e posizione superiore. Regge i seguenti complementi: stato in luogo: la lettera sul tavolo; stare seduto sul divano; passeggiare sulla riva del mare; commettere errori su errori; Venezia domin sul Mediterraneo; vegliare sui figli; credere sulla parola; vicinanza: una casa sul mare; una finestra sul cortile; materia: un disegno su tela; ricamare su seta; moto a luogo: salire su una montagna; la neve caduta sulla citt; mettere lipoteca su un immobile; argomento: un trattato sul pensiero medievale; tempo: ci vedremo sul tardi; ritornarono sulla mezzanotte; tempo continuato: star fuori di casa sulle due settimane; tempo determinato: decisero sullistante; erano sul punto di partire; et: avr sui sessantanni; un ragazzo sulla quindicina; peso, misura: sui venti chili; stima, prezzo: vale sui venti euro; modo: un vestito su misura; spedizione su richiesta; lavorare su ordinazione. La preposizione per Regge i seguenti complementi: luogo: il treno passer per Bologna; il ladro entrato per la finestra; una retta passante per un punto; un pensiero le passava per la mente; guardare per il buco della serratura; passeggiare per il giardino; vagabondare per la citt; avere dolori per tutto il corpo; partire per Parigi; stato in luogo: incontrare qualcuno per strada; tempo continuato: lavorare (per) anni; nevic (per) tutta la notte; sar di ritorno per le dieci; mezzo: inviare per posta; comunicare per telefono;
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causa: era stanco per la fatica; non ci si vedeva per la nebbia; gridava per il dolore; condannare per omicidio; arrestare per furto; fine: libro per ragazzi; lotta per la sopravvivenza; prepararsi per un viaggio; andare per funghi; vantaggio / svantaggio: farebbe qualsiasi cosa per i figli; un clima nocivo per la salute; morire per la patria; votare per un candidato; limitazione: per diligenza il migliore della classe; per questa volta sarai perdonato; per me, state sbagliando; modo: chiamare per nome; tenere per mano; assumere per concorso; prezzo, stima: ha comprato per pochissimo un bel mobile antico; non lo farebbe per tutto loro del mondo; pena: fu multato per 50 euro; distributivo: disporsi per file; dividere per classi; uno per volta; giorno per giorno; un interesse del dieci per cento; moltiplicare 5 per 2; misura: la strada in salita per diversi chilometri; il grattacielo si innalza per pi di 100 m.; predicativo: avere per amico; prendere per moglie; dare per scontato; sostituzione: lho preso per suo fratello; te lo dir lui per me; origine, provenienza: parente per parte di madre. Seguita da un verbo allinfinito, introduce le seguenti proposizioni: finale: Gli hai scritto per ringraziarlo? causale: Fu punito per aver risposto male. consecutiva: E troppo vero per essere bello. Forma locuzioni: avverbiali: per il momento, per lavvenire, per lungo, per largo, per certo, per lappunto, per caso, per esempio, per poco; congiuntive: per il fatto che, per ci (perci), per via che, per poco / molto / bello / brutto / che sia. Le preposizioni tra e fra Le due forme si alternano senza alcuna distinzione di significato; nelluso scritto si preferisce luna o laltra per ragioni di eufonia: fra tutti, tra fratelli.
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Indicano una posizione intermedia tra due elementi; per questo sono spesso correlate alla congiunzione e. Reggono i seguenti complementi: luogo: la nostra casa tra il parco e la piazza; essere fra lincudine e il martello; spazio circoscritto: tenere un oggetto fra le mani; gli uccelli cantano fra i rami; spar tra la folla; conserva la fotografia tra i suoi ricordi pi cari; modo: passa i pomeriggi fra la lettura e il riposo; causa: fra tanti impegni, non ha pi un attimo di tempo; moto per luogo: pass fra due ali di folla; tempo: ci vedremo fra due ore; torner fra una settimana; sar qui tra le cinque e le sei; parlare tra il sonno; distanza: saremo a Milano fra 20 km.; tra cento metri incontreremo una piazza; quantit: guadagna fra i mille e i duemila euro al mese; partitivo: tra noi e voi c un abisso; chi tra noi andr con lui?; distributivo: leredit sar spartita fra molti; compagnia: passa tutti i pomeriggi tra i suoi amici. Esercizi 1. Nelle seguenti frasi inserisci le preposizioni semplici o articolate: Non ho ricavato molto _____ vendita _____ mia macchina. Dovrai svegliarti presto ________ arrivare __________ tempo _____ appuntamento. Sono stufo _____ essere preso in giro _____ te. Vieni _____ otto _____ spiaggia _____ me? _____ tutta quella gente non sono riuscito _____ vederti. Ho riposto quel prezioso anello _____ un cassetto _____ mio comodino. Uscir tra poco _____ andare _____ ufficio. 2. Scrivi le preposizioni giuste nelle seguenti coppie di parole: roba ... matti; sedia ... dondolo; cane ... guardia; villa ... piscina; ballo ... maschera; racchetta ... tennis; cassa ... risonanza; marcia ... Roma; banco ... prova; pianta ... appartamento; casa ... giardino; vestito ... misura; albergo ... parcheggio; ombrello ... sole; biglietto ... visita.
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3. Completa le frasi che seguono con le preposizioni studiate in modo da collegare le subordinate alle proposizioni reggenti: Mi dai il permesso ... venirti ... trovare questo pomeriggio? Bisogna installare pi depuratori ... ridurre linquinamento delle acque. Cominci ... battermi il cuore e le domandai ... ritornare subito. Ti prometto ... aiutarti ... raggiungere il tuo scopo. So bene ... aver fatto un grave errore ... crederti. Ci veniva ... ridere senza averne voglia. 4. Sostituisci le locuzioni preposizionali con preposizioni di significato corrispondente: Abbiamo raccolto delle offerte a favore dei popoli dellAfrica. A causa del temporale molte macchine sono state danneggiate. Molti cubani abbandonano lisola allo scopo di sfuggire alla miseria del regime castrista. Verr insieme con voi in montagna. La proposta fu approvata da parte di tutti i presenti. In quanto a furbizia supera tutti. Grazie al nostro intervento la cosa si risolta favorevolmente per lui. 5. Traduci in romeno: Era veramente strano. Nella padella cera lolio e cera la conserva, ma nessuna fusione era avvenuta. Lolio serbava un bel colore naturale, come se con la conserva non avesse avuto il minimo contatto; e la conserva sera raccolta disperatamente in se stessa, aveva formato una specie disoletta, che sindovinava dura e compatta... Tu dissi allora con amaro sarcasmo ad Adalberto chiami questo fenomeno una salsa? Sarebbe una salsa disse con ira se tu non ci avessi messo mano. So io quel che hai fatto? Saremmo venuti alle mani, se uno sguardo dato alla cucina, in cui gi pareva si fosse svolta una battaglia, non ci avesse trattenuti. Mangiammo un chilo di pane raffermo e ci bevemmo sopra un paio di litri dacqua.
Giuseppe Marotta, Tutte a me, Edit. Ceschina

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LA CONGIUNZIONE E una parola invariabile che serve a collegare due o pi parole: E un amico di Carla e di Luisa. o due o pi frasi: Sono tranquilla perch ho fatto il mio dovere. Forme Dal punto di vista della forma, possiamo distinguere tra: 1. congiunzioni semplici, formate da una sola parola: e, o, ma, n, se, che, come, anche, quando, quindi; 2. congiunzioni composte, formate da due o pi parole unite: affinch, neanche, oppure, poich, purch, sebbene; 3. locuzioni congiuntive, formate da pi parole scritte separatamente: anche se, con tutto ci, di modo che, dal momento che, per il fatto che, per la qual cosa, visto che. Dal momento che sei in collera, me ne vado. Funzione Dal punto di vista della funzione, possiamo distinguere tra: 1. congiunzioni coordinative, o coordinanti, collegano due parole o due frasi mettendole sullo stesso piano: Rita e Franca sono amiche. Mi sono messo a correre ma il treno era gi partito. 2. congiunzioni subordinative, o subordinanti, collegano due frasi non mettendole sullo stesso piano, ma facendo dipendere una dallaltra: Lo faccio perch ci credo. La frase perch ci credo, introdotta da perch, dipende dalla frase lo faccio.

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1. Congiunzioni coordinative
tipo copulative e copulative aggiuntive collegamento aggiungono qualcosa a ci che si detto; collegano due parole o due frasi collegano due parole o due frasi: una esclude laltra collegano due frasi: una contrasta in tutto o in parte con laltra introducono una conclusione logica spiegano ci che si detto prima forma e, anche, pure, inoltre, neanche, n, neppure esempi Non hai un lavoro, per di pi non lo cerchi, e ti lamenti? Andiamo al mare o vuoi fare qualcosaltro? Prendi quello che preferisci, ma lascia qualcosa per gli altri. Pioveva, perci sono rimasto in casa. Parleremo di ecologia, cio della scienza che studia gli esseri viventi e lambiente. Ugo non mangia n carne n formaggio

disgiuntive

o, oppure

avversative

ma, per, tuttavia, pure, eppure, peraltro, sennonch, dunque, quindi, pertanto, perci, allora, ebbene, per la qual cosa cio, vale a dire, ossia, in altre parole, in altri termini

conclusive

esplicative

correlative

usate in coppia, mettono in corrispondenza due parole o due frasi

e ... e, o ... o, n ... n, sia ... sia, non solo ... ma anche

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2. Congiunzioni subordinative
tipo dichiarative collegamento introducono frasi oggettive, soggettive, dichiarative frasi interrogative indirette frasi causali forma che, come esempi Confess che aveva perso tutto. Confess come avesse perso tutto. Chiedigli se ha finito. Non vengo perch ho da fare.

interrogative causali

se, come, quando, perch, quanto perch, poich, giacch, siccome, come che, dato che, per il fatto che, dal momento che, considerato che perch, affinch, che, in modo che, allo scopo di, al fine di, pur di cos/tanto/talmente/ a tal punto/in modo tale...che, sicch, cosicch se, qualora, quando, purch, ammesso che, nellipotesi che, a condizione che, nelleventualit che bench, sebbene, quantunque, malgrado (che), anche se, nonostante, per quanto quando, come, prima che, dopo che, mentre, finch, ogni volta che, fino a che

finali

frasi finali

Lo dico perch tu mi capisca. Parla cos piano che nessuno lo capisce. Se me lo avessi chiesto lo avrei fatto. Andr a lavorare anche se sto male. Quando arriv non trov nessuno.

consecutive

frasi consecutive frasi ipotetiche

condizionali

concessive

frasi concessive

temporali

frasi temporali

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comparative

frasi comparative o un paragone frasi modali frasi esclusive frasi eccettuative frasi limitative

modali esclusive eccettuative limitative

(cos/tanto)...come, Sei tanto brava (tanto)...quanto, quanto distratta. (pi/meno/meglio)...che Costava meno di quanto pensassi. come, secondo che, nel Prepara il modo che, come se, lavoro come ti quasi che ho detto. senza che Se ne andato senza che ce ne accorgessimo. salvo che, a meno che Non verr, a (non), eccetto che, meno che non tranne che, fuorch mi invitino. per quanto, quanto a, Per quanto ne per quello che, so, sono amici. secondo che/quanto

Esercizi 1. Nelle seguenti frasi inserisci le congiunzioni coordinative opportune: Andr a teatro ... rester in casa a vedere un giallo. Questarticolo difficile ... interessante. Ti piacciono pi i film di storia ... di fantascienza? Ci incontreremo tra cinque mesi ... alla fine di giugno. Ha sbagliato ... sta pagandone le conseguenze. E una persona ... ricca ... generosa. Il tempo minaccia pioggia ... porter lombrello. I miei genitori festeggiano questanno le nozze dargento ... venticinque anni di matrimonio. Questa ragazza riesce bene ... nello studio ... nelle attivit pratiche. Mi avevi detto che saresti venuto presto ... non oggi. 2. Completa le seguenti frasi con una congiunzione subordinativa del tipo indicato tra parentesi: Avevamo tanta fame __________ (consecutiva) divorammo ogni cosa. Era pi gentile __________ (comparativa) pensassi. Mi chiedo continuamente __________ (interrogativa indiretta) ho agito cos. Ha un buon aspetto __________ (concessiva) sia stato malato per lungo tempo. Ritengo __________ (dichiarativa) non hai agito in modo corretto. Stavamo per uscire __________ (temporale) squill il
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telefono. Ti ho esposto i fatti __________ (consecutiva) tu possa giudicare bene. 3. Traduci in romeno: E allora cominciai a sentir lorrore di questa citt spettrale, disertata dagli uomini, deserta in mezzo al deserto. Sotto la luna, in quel dedalo di strade e di piazze abitate soltanto dal vento, mi sentii spaventosamente solo, infinitamente straniero, irrevocabilmente lontano dalla mia gente, quasi fuor del tempo e della vita. Fui scosso da brividi, forse di stanchezza e di fame, forse di paura... Nessuno, in tutta la Mongolia, ha voluto dirmi il nome della citt disabitata. Ma spesso, a Tokio, a San Francisco, a Berlino, la rivedo come un sogno terrificante dal quale, pure, non ci si vorrebbe svegliare. E sento una gran nostalgia, un gran desiderio di rivederla.
Giovanni Papini, Gog, Edit. Vallecchi

4. Traduci in italiano: Nu ar fi drept s ceri ca tnrul autor s gndeasc ca noi, nu i se poate cere s devin un ilustru autor de analize economice, dac el, n schimb, a vrut s scrie o simpl povestire n care imagineaz ns fapte i personaje cu ochii unui adevrat artist. Este necesar ca, dup exemplul lor, s acioneze i alte orae, ca alte comitete de prini s rezolve problema, s apar noi grupuri de ceteni hotri s lupte, astfel nct coala i universitatea s aparin cu adevrat elevilor, studenilor, profesorilor. Problema era c celebrul actor niciodat nu avusese prieteni, dar i-a dat seama atunci, din felul n care ceilali btrni l ntrebau dac i se prea drept s alunge cinele, chiar dac se tie foarte bine c este cel mai bun prieten al omului. Cnd, n sfrit, fu pe punctul de a lua o hotrre important pentru cariera sa, intr fratele su care i spuse deschis: E inutil, dragul meu, s te iluzionezi c vremurile acelea s-ar putea ntoarce, ce a fost a fost, o tii mai bine dect mine! Capcana era gata, era ora nou seara, toi vntorii rmseser la locurile lor, de altfel foarte nelinitii, trebuia doar s atepte ca cineva s cad nuntru, un tigru sau un leopard flmnd, n timp ce alerga s ucid o zebr speriat.
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LINTERIEZIONE E una parola invariabile che ha il valore e il significato di unintera frase esclamativa. Funzioni Linteriezione si usa per esprimere: un sentimento, per esempio la meraviglia: Oh, che splendore! una sensazione, per esempio il disgusto: Puah, questo formaggio puzza! un rimprovero: Vergogna! un ordine: Via! Andatevene! un saluto: Ciao, Gianni! Data la natura di parola che esprime sentimenti e sensazioni, linteriezione tipica della lingua parlata o della lingua scritta, solo se riproduce quella parlata; essa pronunciata con un tono enfatico, che nella scrittura rappresentato: dal punto esclamativo, per indicare meraviglia, incertezza: oh!, mah! dal punto interrogativo, per indicare sorpresa, incredulit: eh?, davvero? Il punto esclamativo pu anche non seguire immediatamente linteriezione, ma chiudere lintero discorso, e in questo caso subito dopo linteriezione si mette una virgola: Uffa, quanto sei noiosa! Forme Dal punto di vista della forma, possiamo distinguere tra: 1. interiezioni primarie, o proprie, hanno solo valore di interiezione: ah, ahi, alt, bah, beh, boh, eh, ehi, ehm, ih, mah, marsch, o, oh, ohi, oi, ps, pst, psst, puah, sci, st, sst, to, uff, uffa, uh, uhm; 2. interiezioni secondarie, o improprie, nomi, aggettivi, verbi o avverbi usati anche come interiezioni; sono una categoria aperta, le parole utilizzabili come interiezioni possono aumentare o diminuire. Molte interiezioni secondarie sono: nomi di animali: cane, porco, maiale, verme, pecora, vipera, oca, gallina, vacca, asino, somaro, troia, bestia, animale;
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nomi, aggettivi, verbi, avverbi usati: a) per agire sullinterlocutore: zitto, voce, fuori, dentro, basta, coraggio, animo, su, suvvia, andiamo, piet, perdono, scusa, scusi, bene, bravo, giusto, esatto, male, vergogna, sciocco, maledetti, accidenti, accipicchia; b) per avviare, mantenere o chiudere il contatto con linterlocutore: pronto, s, senti, senta, scusa, scusi, per favore, grazie; c) per dare coerenza al testo: senti, senta, vedi, guarda, ecco, insomma, gi, no? Le parole riportate ai punti b e c sono dette anche segnali discorsivi, cio parole che hanno perduto il loro valore grammaticale originario, per esempio senta!, scusi!, guarda!, e si sono trasformate in elementi che strutturano il discorso, collegano segmenti di testo, sottolineano il carattere interattivo della conversazione. Rientrano nel gruppo delle interiezioni secondarie: gli insulti: cretino, idiota, imbecille, scemo, stronzo, stupido; i saluti: buongiorno / buonasera si usano sia allinizio sia alla fine di un incontro; ciao apre e chiude un incontro con una persona a cui si d del tu; salve pu sostituire sia ciao sia buongiorno / buonasera e si adopera quando si incerti se rivolgersi allinterlocutore con il tu o con il lei; arrivederci si usa alla fine di un incontro; buonanotte si usa prima di congedarsi nella tarda serata o prima di andare a letto. 3. locuzioni interiettive: possono esprimere minaccia: guai a te! aprono unesortazione o un ordine: per amor di Dio!, santo cielo!, per carit! si usano per rifiutare o allontanare qualcuno o qualcosa: Dio ce ne scampi e liberi!, al diavolo!

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BIBLIOGRAFIA

Geta Popescu, Gramatica limbii italiene, Corint, 2005. Maurizio Dardano, Pietro Trifone, Grammatica italiana con nozioni di linguistica, Zanichelli, Bologna, 1995. Luca Serianni, Grammatica italiana Italiano comune e lingua letteraria, UTET, Torino, 2006. Carlo Iandolo, Italiano giovane Grammatica italiana, Fratelli Ferraro Editori, Napoli, 1992. Alfredo Ghiselli, Carlo Casalgrande, Lingua e parola, Sansoni, Firenze, 1986. Adriana Lzrescu, George Lzrescu, Gramatica limbii italiene, Niculescu, 1997. Mihaela Crstea-Romacanu, Gramatica practic a limbii italiene, Editura tiinific i Enciclopedic, 1980. Valentina Negriescu, Davide Arrigoni, Exerciii de gramatic italian, Gramar, 2004.

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Redactor: Andreea DINU Tehnoredactor: Camelia Brndua BRBAT Coperta: Cornelia PRODAN Bun de tipar: .01.2008; Coli de tipar: 13,25 Format: 16/61x86

Editura Fundaiei Romnia de Mine Bulevardul Timioara nr. 58, Bucureti, sector 6 Tel / Fax: 021/444.20.91; www.spiruharet.ro e-mail: contact@edituraromaniademaine.ro

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