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Allegato 1 – Nozioni preliminari e alfabeto fonetico.

Il punto di riferimento naturale della linguistica italiana per lo studente che frequenta le Università italiane,
è l’italiano. Nelle lezioni del corso daremo per scontato che il lettore possieda una buona conoscenza della
lingua italiana, sia che si tratti della sua lingua materna (o della sua lingua primaria o di «prima
socializzazione»), cioè della prima lingua che ha imparato nell’infanzia in famiglia, sia che si tratti di una
lingua «seconda», cioè di un idioma che ha appreso nell’adolescenza o nell’età adulta non dai propri
genitori, ma a scuola o nell’ambiente di lavoro. Ogni parlante italiano non solo ha una conoscenza “innata”
della sua lingua, ma fin dai primi anni di scuola l’ha avuta come oggetto di studio. Ma anche lo studente
straniero che frequenta l’Università italiana deve aver maturato in precedenza una solida conoscenza
dell’italiano, non solo pratica ma anche teorica. Le definizioni e i concetti in uso nella grammatica
“scolastica” e tradizionale saranno il punto di partenza della nostra riflessione sulla lingua. Vediamo un
esempio.

Nelle grammatiche scolastiche si spiega spesso il concetto di «soggetto» attraverso una definizione
semantica, cioè relativa al significato, affermando che il «soggetto è ciò che fa o subisce l’azione». Questa
definizione non è del tutto corretta. Possiamo dire più correttamente che il soggetto è l’elemento con cui si
accorda il verbo in numero ed eventualmente in genere. Così, nella frase:
(1) La ragazza addenta un pezzo di pane.
il soggetto è La ragazza, perché il verbo addenta si accorda con tale sintagma in numero. Se infatti
sottoponessimo la frase a una prova di commutazione e mettessimo il verbo al plurale (addentano),
creeremmo una frase grammaticalmente inaccettabile che segniamo per convenzione con l’asterisco (*):
(2) *La ragazza addentano un pezzo di pane.
Per ottenere una frase ammissibile siamo costretti a mettere anche il sintagma La ragazza al plurale (Le
ragazze):
(3) Le ragazze addentano un pezzo di pane.
Questa analisi permette allo studente di avvicinarsi a una definizione di soggetto meno imprecisa di quella
che tanti manuali scolastici forniscono. In questo modo può progredire nella sua conoscenza teorica della
sintassi della lingua italiana.

Nella trattazione, d’altro canto, alcuni concetti saranno dati per acquisiti, e saranno introdotti senza alcuna
spiegazione. Ci sembra scontato, infatti, che uno studente che frequenta l’Università sappia che cosa sia un
verbo, che cosa si intenda con genere e numero, che cosa significhi che un elemento della frase si accorda
con un altro. Queste nozioni sono, per così dire, dei “prerequisiti”. Una buona competenza nella lingua
italiana e una conoscenza di base delle sue strutture grammaticali costituiscono l’imprescindibile punto di
partenza per colui che voglia avviarsi allo studio della Linguistica italiana.

In appendice lo studente trova l’elenco dei simboli più frequenti dell’Alfabeto Fonetico
Internazionale. Molti di questi saranno introdotti analiticamente a partire dall’unità 10. Poiché, tuttavia,
anche nelle unità 2-9 se ne farà uso, si invita lo studente a tenere sempre la tavola a portata di mano.

1. Vocali
Anteriori (non arrotondate, dall’alto in basso):
i – it. filo
ɪ – ingl. kid ‘bambino’
e – it. pesca (da pescare), neve
ɛ – it. pesca (frutto), nervo
Arrotondate:
y – fr. lune ‘luna’
ø – fr. peu ‘poco’
œ – fr. peur ‘paura’
Centrali
ɨ – rom. în ‘in’, mână ‘mano’
ǝ – fr. de, rom. casă ‘casa’,
ɐ – pg. amamos ‘amiamo’
Posteriori (arrotondate):
u – it. luna
ʊ – ingl. book
o – it. dove, rosa (da rodere)
ɔ – it. cosa, rosa (fiore)
Basse (non arrotondate):
anteriore
æ – ingl. bad
centrale
a – it. carne
posteriore
ɑ – fr. qu’il bât ‘che batta’, pâte ‘pasta’; ingl. far [fɑː]
Nasalizzate:
ɛ – fr. fin [fɛ] ‘fino’
œ – fr. brun [brœ] ‘bruno’
ɑ – fr. vent [vɑ] ‘vento’
ɔ – fr. son [sɔ] ‘suo’

2. Approssimanti (semivocali)
j – it. viene
w – it. fuori
ɥ – fr. nuit ‘notte’

3. Consonanti
(quando appaiono due segni, il primo indica la sorda, il secondo la sonora)

Occlusive:
bilabiali
p, b – it. pane; bene
alveolari
t, d – it. toro; dono
palatali
c, ɟ – friul. cjase ‘casa’; gjat ‘gatto’
velari
k, g – it. canto; gallo
Nasali:
biliabiale
m – it. mare
alveolare
n – it. cena
palatale
ɲ – it. bagno
velare
ŋ – it. fungo, ancora
Liquide:
laterale alveolare
l – it. male
laterale palatale
ʎ – it. paglia
vibrante alveolare
r – it. rosa
vibrante uvulare
ʀ – fr. rose ‘rosa’
Fricative:
bilabiali
ɸ, β – tosc. capo; sp. saber ‘sapere’
labiodentali
f, v – it. fame; vento
dentali
θ, ð – sp. ciento ‘cento’, ingl. thing; sp. lado ‘lato’, ingl. this
alveolari
s, z – it. sempre, rosa
prepalatali
ʃ, ʒ – it. scena, fr. chanter ‘cantare’; fr. gentil ‘gentile’, fr. e it. garage
velari
x, ɣ – sp. rojo ‘rosso’; sp. llegar ‘arrivare’
Affricate:
dentali
ts, dz – it. pazzo; manzo
prepalatali
ʧ, ʤ – it. cento; gente

4. Diacritici
Il segno ː indica che la vocale precedente è lunga.
Il segno ː indica che la sillaba successiva porta l’accento primario.
Il segno indica una semivocale.
Le parentesi quadre [ ] indicano trascrizione fonetica, le sbarrette oblique // trascrizione fonologica (vd.
avanti).

5. Altri simboli
> ‘evolve in’
< ‘deriva da’
→ ‘passa a’
* forma ricostruita, o agrammaticale
Ø zero

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