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Le lettere o GRAFEMI sono segni scritti che rappresentano i suoni o FONEMI delle
parole. Le unità minime della lingua sono costituite da grafemi e fonemi.
● LE VOCALI
Le vocali sono lettere che si possono pronunciare da sole, senza appoggiarsi ad altre,
ogni vocale può formare una sillaba.
Le vocali sono 5 (a,e,i,o,u) alle quali corrispondono 7 fonemi, visto che (e) e (o)
possono avere un suono aperto (è,ò) - Accento fonico aperto- o chiuso (é) - Accento
fonico chiuso - .
Le Vocali si distinguono in:
1. Deboli o Dolci (i,u)
2. Forti o Aspre (a,e,o)
Dittongo = Incontro tra 2 Vocali deboli (i+u) , oppure una vocale forte e una debole
non accentata (u+o) (i+a)
Trittongo = Incontro tra 1 Vocale debole e 2 Vocali Forti
Nel caso di (uo e ie) si parla di dittonghi mobili poiché nelle parole derivate e nella
coniugazione dei verbi essi si possono trasformare in Vocali semplici.
● LE CONSONANTI
Sono 15 lettere che hanno un suono proprio, ma possono formare una sillaba solo
appoggiandosi a una Vocale.
Si dividono in:
1. Labiali (b,p,f,v,m) → con le labbra;
2. Linguali (l,n,r) → con la punta della lingua;
3. Dentali (t,d,s,z) → con la lingua appoggiata ai denti anteriori;
4. Palatali (c e g dolci) → lingua appoggiata al palato;
5. Gutturali (c e g dure) → articolate nella gola
C,G
La C, e la G hanno un suono:
- dolce, davanti alle vocali (e) ed (i)
- duro, davanti alle rimanenti vocali , e davanti a (e) e (i) interrotte da (h)
H
L’H è priva di suono, è detta lettera muta, di solito non è compresa tra le consonanti.
Non si pronuncia, ma è usato come segno grafico.
Q
E’ sempre seguita da u + altra vocale
S,Z
Possono avere 2 suoni:
1. Dolce o Sonoro → La S è sempre sonora quando è seguita da una consonante
sonora. La Z sonora è meno frequente, soprattutto se preceduta da L, o seguita
da I + altra vocale.
2. Aspro o Sordo → La S è sorda quando è : doppia (SS), quando è all’inizio di
una parola davanti a una vocale, preceduta da una consonante, quando è finale
di parola, e quando è seguita da una consonante sorda.
● GRUPPI CONSONANTICI
Sono gruppi di 2 o 3 consonanti che unite in gruppi formano i NESSI
CONSONANTICI , nei quali ogni consonante mantiene il proprio suono.
Davanti a B o P si trova sempre M .
I Nomi propri composti ammettono entrambe le consonanti, mentre altre eccezioni si
hanno con i composti di BENE
● CONSONANTI DOPPIE
Tutte le consonanti tranne l’H possono raddoppiare in una parola, a patto che siano
precedute da una vocale.
Regole da rispettare:
1. G e Z non raddoppiano nelle parole che finiscono in -ione;
2. B non raddoppia davanti a -ile;
3. Q si raddoppia nella forma CQ. L’unico caso di parola con due Q è soqquadro.
● DIGRAMMI E TRIGRAMMI
Essi sono suoni dell’italiano che non possono essere rappresentati con una singola
lettera, e per trascriverli si usano gruppi di due lettere: i DIGRAMMI. Essi sono:
1. ch seguito da (e) o (i);
2. gh seguito da (e) o (i);
3. non va mai inserita la (i) tra (gn) ed (a,e,o,u) ad eccezione dei verbi con
l’infinito in -gnare; -iamo; -iate; poiché la (i) fa parte della desinenza.
4. gl seguito da i. Fanno eccezione termini come glicine, in cui (g) ed (l) seppur
seguiti dalla (i) si pronunciano separatamente, e quindi non costituiscono un
diagramma.
5. sc seguito da (e) o (a)
6. ci e gi, poiché la i serve a addolcire i suoni duri di c e g
● LE SILLABE
SILLABA = Gruppo di lettere pronunciato con una singola emissione di fiato, che
contiene almeno una vocale.
In base se le parole sono composte da 1,2,3,4 sillabe si dicono : monosillabe,
bisillabe, trisillabe, quadrisillabe. Le parole con + di 3 sillabe si dicono :
POLISILLABE.
SILLABE:
1. Aperte: se terminano per vocale;
2. Chiuse: se terminano per consonante.
Vi sono anche casi di accrescimento delle parole, mediante l’aggiunta di una sillaba o
di una sola lettera.
L’esempio più noto è quello della D eufonica, che viene usata per rendere più
armoniosa la pronuncia. Questo avviene con: la preposizione a; con la congiunzione e
seguita da una parola che inizia con la medesima vocale.
● DIVISIONE IN SILLABE
Regole per dividere le parole in sillabe.
Per le vocali:
1. La vocale iniziale di una parola, seguita da una o più consonanti, può formare
una sillaba a sé;
2. Si possono dividere le vocali di uno iato, ma non quelle dei dittonghi e dei
trittonghi.
Per le consonanti:
1. Bisogna sempre dividere le doppie;
2. Una consonante semplice può creare una sillaba con la vocale o il dittongo da
cui è seguita;
3. Più consonanti formano una sillaba con la vocale che segue, a patto che la
sillaba possa costituire l’iniziale di un’altra parola italiana, altrimenti devono
essere divise.
I prefissi : -dis, -ben, in- possono rimanere invariati o divisi, ma è bene attenersi al
principio di non andare mai a capo con una vocale.
a alba
b banco
c + e,i cera
c + a,o,u casa
ch + e,i china
qu + a,e,i,o quadro,questione
d danno
é (chiusa) sera
è (aperta) bene
f festa
g + a,o,u gatto
gh + e,i ghetto,ghiro
i rima
i semiconsonantica fiore
gl + i gli
gli + a,e,o,u paglia
o (chiusa) sole
ò (aperta) nove
s (sorda) sasso
s (sonora) mese
u semiconsonantica uomo
z (sorda) zio
z (sonora) zero
dà - verbo - da - preposizione -
dì - giorno - di - preposizione -
è - verbo - e - congiunzione -
lì -avverbio - li - pronome -
sé - pronome - se - congiunzione -
tè - nome - te - pronome -
L’accento grafico non si usa sui monosillabi qui, qua, so, sa, sto, sta, va, tra, fra, fu,
fa, tre, blu, no, re, i cui composti invece vanno sempre accentati.
PS. il pronome SE’ se seguito da STESSO può essere anche senza accento.
PS. Sono sia procliche, che enclitiche le particelle pronominali e avverbiali (mi, ti, ci,
si, vi, ne).
Esistono vocaboli detti OMONIMI, che, pur avendo la stessa grafia e/o lo stesso
suono, hanno significati diversi.
E si distinguono in:
1. OMOFONI : quelli che essendo dotati di significato diverso , hanno la stessa
pronuncia , e a volta anche la stessa grafia;
2. OMOGRAFI : si scrivono allo stesso modo, ma hanno pronuncia e significato
diverso.
● L’ELISIONE
La caduta della vocale finale di una parola davanti un'altra parola che cominci per
vocale, determina l’ELISIONE, determinabile in virtù della presenza dell’apostrofo,
segno che si mette al posto della vocale soppressa, per indicarne la caduta.
L’Elisione è obbligatoria:
1. Con gli articoli ( lo, la, una e con le preposizioni articolate con lo e la);
2. Con ci seguito dal verbo essere comincianti per e;
3. Dopo bello, quello, Santo, seguiti da nomi che iniziano per Vocale.
L’Elisione è facoltativa:
1. Con le particelle pronominali ( mi, ti, si, vi, ne);
2. Con la preposizione semplice di;
3. Con ci, vi, gli davanti a i;
4. Con ciascuna, alcuna, nessuna, buona;
5. Con questo/questa, tutto/tutta, quando, grande, povero.
PS. Non si usa l’apostrofo dopo la preposizione da, tranne per le locuzioni : (d'altra
parte, d’altronde)
L’apostrofo si usa anche in caso di APOCOPE. Ciò avviene con parole come : come
modo ( a’ mo di) , o con gli imperativi di’, da’, sta’, fa’, va’.
L’apostrofo può essere usato infine anche davanti a numeri che iniziano per Vocale, o
per indicare un determinato anno in forma abbreviata.
● IL TRONCAMENTO
Il troncamento è la soppressione finale della vocale o della sillaba di una parola
d’innanzi a un altra che cominci per consonante o per vocale , esso non richiede mai
l’APOSTROFO. Ed è possibile solo con le parole che abbiano prima della vocale
finale una delle seguenti consonanti : l, m, n, r.
Il troncamento è obbligatorio:
1. Con buono e con uno e i suoi composti dinanzi a parole maschili che
comincino per vocale o consonante;
2. Con bello e quello davanti a parole maschili che inizino per consonante ;
3. Con suora davanti a nomi propri;
4. Con santo e frate davanti a nomi propri che comincino per consonante.
Il troncamento è facoltativo:
1. Con tale e quale davanti a vocale o consonante, essi non vogliono MAI
l’accento davanti a vocale;
2. Con grande davanti a parole che inizino per consonante.
PS. Non c’è troncamento davanti a parole che iniziano per x, z, ps, gn, s impura.
● I SEGNI DI INTERPUNZIONE
Per rappresentare graficamente le pause che si fanno nel discorso si ricorre ai SEGNI
DI PUNTEGGIATURA, utili per indicare le diverse intonazioni della voce, sia
l’alternarsi degli interlocutori dei dialoghi.
● ABBREVIAZIONI / SIGLE
Spesso capita di leggere o scrivere parole abbreviate, al termine delle quali si mette un
puntino, ad esempio:
1. Termini indicanti una carica o una professione (Es. Avvocato → Avv.);
2. Per alcuni titoli Onorifici (Es. Sua Eccellenza → S.E.);
3. Nelle date (Es. avanti Cristo → a.C.);
4. Nelle intestazioni (Es. signore → sign.);
5. Per esprimere indicazioni editoriali (Es. pagina → pag.);
Diverse sono invece le Sigle , che costituiscono l’iniziale di una o più parole, queste
ultime vanno intese come veri e propri Nomi, conservano quindi il genere della parola
da cui derivano, PS sono sigle anche le targhe automobilistiche.