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G) L’AVVERBIO

L’Avverbio è la parte Variabile del discorso che serve a modificare, precisare meglio il
significato di un verbo, di un aggettivo o di un altro avverbio.

Essi si dividono in 2 gruppi:


- Qualificativi : avverbi di modo
- Determinativi : avverbi di: luogo, tempo, quantità, valutazione.

● AVVERBI DI MODO
Essi si formano aggiungendo il suffisso -mente alla forma femminile del
corrispondente aggettivo qualificativo (Es. precisa → precisamente), se il termine
finisce in -le o -re perde la “e” davanti al suffisso (Es. difficile → difficilmente), gli
aggettivi che terminano in -lento, cambiano la “e” con “a” (Es. violento → violenta
→ violentemente).
Gli Avverbi di modo si possono costruire inoltre nella forma comparativa o
superlativa. PS. Bisogna evitare di dire “più meglio o più peggio” poiché meglio e
peggio sono già comparativi.

● AVVERBI DI LUOGO
I più comuni sono: accanto, altrove, costì, qui, qua, lì, là, dove, donde, ovunque,
dappertutto, dentro, innanzi, davanti, dietro, vicino, lontano, sotto, sopra.
Possono essere Avverbi di luogo anche le particelle : ci, vi, ne, da non confondere
con le particelle pronominali.
Possono essere Avverbi di luogo inoltre: ove, dove, onde, donde, dovunque ; essi
vengono detti avverbi di luogo relativo, poiché indicano un luogo, ma possono
anche congiungere fra loro 2 proposizioni.
PS. Alcuni Avverbi di luogo hanno anche le forme del comparativo e del superlativo
(Es. più vicino → vicinissimo); oppure forme alterate (Es. lontanuccio);

● AVVERBI DI TEMPO
I più diffusi sono: adesso, ora, allora, prima, oggi, ieri, presto, tardi, poi, ancora,
domani, frattanto, spesso, quindi (nel senso di poi).
Si parla di Avverbi RELATIVI per : quando, allorquando, allorché, qualora
utilizzati per legare tra loro 2 proposizioni (Es. torneremo a casa quando avremo
finito di fare la spesa); l’avverbio MAI può assumere il significato di “qualche
volta” (Es. se mai ci rivedremo, ti inviterò a casa).
Alcuni Avverbi di tempo possono avere il comparativo e il superlativo (Es. più
presto → prestissimo)

● AVVERBI DI QUANTITA’
I più usati sono: poco, molto, assai, troppo, niente, più, meno, affatto, alquanto,
parecchio, tanto, soltanto, quasi, solo.
L’Avverbio “affatto” se usato senza negazione ha valore affermativo, per avere
valore negativo deve essere usato con la negazione “non”.
In alcuni casi l’Avverbio di quantità viene usato come : Nome (Es. Il troppo
guasta) , in altri come Aggettivo (Es. c’era assai folla al cinema), e alcune volte
possono avere anche il superlativo (Es. moltissimo).

● AVVERBI DI AFFERMAZIONE, NEGAZIONE, DUBBIO


Vengono definiti AVVERBI OPINATIVI.
E si dividono in avverbi di:
- Affermazione : si, certo, certamente, sicuro, indubbiamente, appunto,
esatto, giusto, precisamente, già;
- Negazione : no, non, mai, giammai, né (= e non), neppure, nemmeno,
neanche.
- Dubbio: forse, eventualmente, probabilmente, quasi.

● LOCUZIONI AVVERBIALI
Sono Avverbi costituiti da più parole con funzione Avverbiale .
Come ad esempio: di sopra, ben bene, sottosopra, or ora, di certo, a fatica,
senz’altro, alla rinfusa, alla buona, alla meglio, di punto in bianco, quasi quasi,
per l’appunto, di quando in quando.

H) LA PREPOSIZIONE
La preposizione è la parte Invariabile del discorso che si premette a un Nome, un
Pronome, un Aggettivo, un Avverbio o un Verbo di modo infinito per legare tra
loro le diverse parti di una frase.

● PREPOSIZIONI PROPRIE
Dette così perché svolgono unicamente la funzione di preposizione e possono
essere : SEMPLICI o ARTICOLATE. Le Preposizioni Proprie Semplici
sono in tutto 9 e sono:

Di Indica: possesso, materia, o qualità

A Indica: direzione, collocamento o termine di un’azione in un luogo o in


un tempo

Da Indica: provenienza, allontanamento, persona o cosa da cui proviene


l’azione

In Indica la posizione nello spazio o nel tempo, oppure modo di essere o


fare

Con Indica: compagnia e unione , mezzo e modo

Su Indica: posizione nel luogo con un rapporto di contatto, argomento, o


approssimazione
Per Indica: il passaggio nello spazio, nel tempo, o il mezzo di trasmissione

Tra/Fra Indicano: la posizione intermedia nello spazio e nel tempo

● PREPOSIZIONI IMPROPRIE
Sono dette così perché possono fungere sia da preposizioni, sia da altre parti
del discorso.
E sono: su, prima, dopo, verso, durante, sotto, sopra, presso, oltre,
insieme, davanti, dietro, secondo, che, eccetto, tranne, fuorché, senza. (Es.
il tempo di attesa è stato lungo);

● LOCUZIONI POSITIVE
Sono denominati così dei gruppi di parole che, all’interno del discorso
svolgono la funzione di preposizioni.
E sono: a causa di, in mezzo a, in cima a, alla volta di, nell’interesse di, di
là da, al fine (Es. Il mare si agita a causa del vento forte).

L) LA CONGIUNZIONE
Essa è una parte Invariabile del discorso che congiunge fra loro due parole di una frase o
due proposizioni (Es. ti aspetterei, ma ho fretta).

Rispetto alla forma le congiunzioni si dividono in:


1. Semplici : quando sono formate da un'unica parola (Es. e, o, ma, che, né, mentre);
2. Composte : costituite da più parole unite insieme (Es. affinché, allorché, benché);
3. Locuzioni Congiuntive: formate da un gruppo di parole separate (Es. anche se, in
modo che, in quanto che, ammesso che).

Rispetto alla funzione si dividono in:


- coordinanti : Quando congiungono due parti di una proposizione o 2 proposizioni
che hanno la stessa importanza nel periodo;
- subordinanti : Quando congiungono 2 proposizioni in modo tale da stabilire tra
esse un rapporto di dipendenza, o di subordinazione.

● CONGIUNZIONI COORDINANTI
Si dividono in:
- Copulative Affermative : e, eppure, pure, anche, inoltre, altresì,
parimenti, perfino;
- Copulative Negative : né, neanche, neppure, nemmeno;
- Disgiuntive : o, ovvero, oppure, altrimenti, ossia;
- Avversative : ma, anzi, però, tuttavia, nondimeno, peraltro, del resto;
- Conclusive : dunque, quindi, pertanto, perciò, allora, ebbene;
- Correlative : e…e, o…o, sia…sia, né…né, come…così, tanto…quanto.
● CONGIUNZIONI SUBORDINANTI
Si dividono in:
- Dichiarative: usate per spiegare il significato di una parola precedente, per
non confondere la congiunzione “che” con il pronome relativo , si ricordi
che quest’ultimo può essere sostituito da : il quale, la quale, i quali, le
quali;
- Causali: perché, giacché, poiché;
- Finali: affinché, perché, onde;
- Temporali: quando, allorché, mentre, come, finché, subito che, appena;
- Condizionali: se, qualora, purché;
- Consecutive: …che, cosi…che, tanto…che;
- Concessive: quantunque, sebbene, nonostante, benché;
- Modali: come, come se, siccome, comunque, quasi;
- Eccettuative: tranne, fuorché, eccetto che, salvo che;
- Dubitative: se;
- Interrogative: perché, come;
- Comparative: come…così, tanto…quanto, piuttosto…che.

L) L’INTERIEZIONE/ESCLAMAZIONE
L’interiezione (o esclamazione) è la parte Invariabile del discorso con cui si esprimono
sentimenti di meraviglia, collera, dolore, allegria. Il termine interiezione, indica una parola
inserita nel discorso.
Taluni Interiezioni esprimono univocamente dubbio (mah!), dolore (ahi!), disgusto
(puah!); mentre altre possono esprimere uno stato d’animo, come oh e ah, utilizzabili
per indicare sia espressioni di sorpresa o meraviglia (Es. Oh che paesaggio incantevole!),
sia esclamazioni di dolore, rammarico, rimpianto (Es.Oh, quanto mi dispiace!)

Le Interiezione si distinguono in:


1. proprie : divisibili in:
- semplici : costituite da un'unica parola (Es. oh!, ah!, eh!, via!);
- composte : formate da 2 parole unite (Es. suvvia!, ahimè!);
2. improprie : costituite da nomi, aggettivi, avverbi con funzione di interiezione (Es.
maledizione!);
3. locuzioni esclamative : gruppi di parole utilizzati in funzione di vere e proprie
esclamazioni (Es. per amor di Dio!, per carità!)

Si possono accostare alle interiezioni anche le Voci Onomatopeiche; ovvero espressioni


che riproducono suoni, rumori, versi di animali (Es. tic-tac).

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