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Il sistema verbale ungherese si basa sul tema o radice verbale (igetı), forma base che coincide con
la 3° persona singolare (3Sg) del presente indicativo nella coniugazione soggettiva (ad eccezione
dei verbi terminanti in -ik, particella che scompare dalla radice). Le radici verbali si differenziano in
varie categorie, e in alcuni casi sono mutanti.
La coniugazione verbale (igeragozás), si realizza aggiungendo alla radice il suffisso (quello
personale, igerag, per la coniugazione, preceduto eventualmente dal segno di modo/tempo, módjel)
in quest’ordine:
Igetı + (módjel) + igerag
I segni di modo o tempo (salvo eccezioni e preceduti da eventuale vocale eufonica) sono:
- la -t per il tempo passato (-tt dopo vocali),
- la -na/-ná e -ne/-né per il modo condizionale,
- la -j per il modo imperativo/congiuntivo.
Nell’ungherese moderno esiste solo una forma di passato (nell’indicativo italiano sono cinque).
Il modo imperativo fa anche da modo congiuntivo (kötımód).
L'infinito dei verbi ungheresi si forma dalla radice con l'aggiunta del suffisso formativo -ni (con eventuale vocale
eufonica interposta). L’infinito è presente anche in forma personale (oltre a quella impersonale), cioè perde la i finale e
prende i suffissi personali, quando occorre precisare il soggetto se non è specificato dal reggente: verbo modale e
impersonale (come kell, lehet, illik) o soggettivo attributivo (come szabad, tilos, szükséges, jó, rossz ).
• coniugazione soggettiva o indefinita (alanyi ragozás), con oggetto indeterminato (nei verbi
transitivi e intransitivi);
• coniugazione oggettiva o definita (tárgyas ragozás), con un oggetto determinato (solo nei verbi
transitivi).
Il gruppo dei verbi in -ik (ikes igék) segue proprie regole nella coniugazione soggettiva.
Alla 1Sg (indicativo presente e passato, condizionale presente) il verbo riceve il suffisso -(a)lak oppure -(e)lek
quando la frase contiene un pronome alla 2Sg o 2Pl (in pratica viene sottinteso il soggetto e la particella pronominale,
quest’ultima però necessaria al plurale).
Esempi:
io ti vedo látlak io vi vedo látlak titeket
Nella lingua ungherese i pronomi personali (személynévmások: én, te, ı, mi, ti, ık) spesso sono omessi; li si
esplicita quando si vuole dare enfasi al soggetto oppure sottolineare il possesso.
Anche nelle coniugazioni verbali vige la regola dell’armonia vocalica (magánhangzók illeszkedése),
cioè in generale ogni parola contiene o tutte vocali basse o tutte vocali alte (con varie eccezioni),
così distinte:
- basse (altrimenti dette scure, velari o posteriori): a, á, o, ó, u, ú;
- alte (altrimenti dette chiare, palatari o anteriori): e, è, i, í, ö, ı, ü, ő.
La i viene considerata, per abitudini storiche, bassa in certi casi e alta in altri.
Quindi ogni suffisso ha due o tre varianti, dove la vocale si adegua alla parola.
In sintesi, il verbo può indicare non solo la persona, il numero, il tempo e il modo, ma anche la
presenza o l’assenza di un oggetto.
Esempi:
coniugazione soggettiva coniugazione oggettiva
olvasok sto leggendo olvasom lo sto leggendo
teljesítek egy kívánságot esaudisco un desiderio teljesítem a kívanságot esaudisco il desiderio
Inoltre, distingue:
• due categorie:
- verbo transitivo (tárgyas ige o tranzitív),
- verbo intransitivo (tárgyatlan ige o intranzitív);
• tre forme:
- verbo attivo (cselekvı ige),
- verbo passivo (szenvedı ige),
- verbo riflessivo (visszaható ige).
La forma negativa si ottiene facendo precedere la negazione nem (ne per l’imperativo) la parola da negare.
La forma riflessiva è esprimibile in due modi:
o con particolari suffissi aggiunti alla radice verbale (es.: -kod/-ked, -koz/-kez/-köz ecc.),
o aggiungendo, staccato dopo la radice verbale (con suffisso verbale), il pronome riflessivo maga, declinato
col suffisso personale possessivo (birtokos személyjel).
Suffissi personali
1Sg 2Sg 3Sg 1Pl 2Pl 3Pl
-m -d - -nk -tok/-tek/tök -k
Esempi:
mi sento bene jól érzem magam abbi cura di te! Vigyázz magadra!
Le 3 tavole finali riassumono le coniugazioni dei verbi regolari, elencando i suffissi personali dei
verbi (igei személyragok). Tali coniugazioni (con l’eccezione dei verbi in -ik e quelli terminanti in -
s/-sz/-z) corrispondono a quella di tre verbi “modello” come rak (mettere), mér (misurare), tör
(rompere).
Altri verbi ausiliari sono i verbi modali (módbeli segédige), che si associano ad altri verbi per
indicarne la modalità d’azione.
Esempi:
Posso farlo Meg tudom csinálni Potevo farlo Meg tudtam csinálni
Devo faro Meg kell csinálnom Dovevo faro Meg kelett csinálnom
Alcuni verbi modali: akar (volere), szeret (amare, affezionarsi), tud (sapere, potere), ecc.
Il verbo modale kell ha due significati:
o “si deve”, è seguito da infinito ed è una costruzione impersonale; se è espressa la persona che deve agire,
essa è seguita dal suffisso -nak/-nek,
o “avere bisogno, occorre”, il nome del soggetto è seguito dal suffisso -nak/-nek,
Esempi:
si deve fare meg kell csinálni Silvia deve studiare Szilviának tanulni kell
non bisogna avere paura nem kell félni Giovanni ha bisogno di vestiti Jánosnak ruha kell
Il verbo modale szokik, “avere l’abitudine di ”, si usa solo al passato (ma in italiano è tradotto al presente) –
szoktam, szoktál, szokott, szoktunk, szoktatok, szoktak – seguito dall’infinito del verbo.
Esempio:
in estate Giuseppe di solito fa le vacanze a Budapest József nyáron Budapesten szokott nyaralni
I verbi impersonali (személytelen ige) si usano solo alla 3Sg e, in genere, stanno prima dell’infinito
dell’eventuale verbo principale.
Alcuni verbi impersonali: fáj (fa male), illik (conviene), tetszik (piace), kell (deve), lehet (si può), muszáj
(bisogna), szabad (è lecito); otre a tutti quelli metereologici come esik (cade [la pioggia]), havazik (nevica), ecc.
Il verbo potenziale “potere” non ha radice verbale né coniugazioni, ma viene espresso dai suffissi -hat/-het
interposti tra la radice nominale e il suffisso personale del verbo principale.
Esempi:
adesso possiamo andare a Milano most Milánóba mehetünk
piacere di conoscerla (che posso conoscerla) örülök, hogy megismerhetem
I verbi composti sono quelli preceduti da prefissi verbali (igekötık). La funzione dei prefissi è di
esprimere un’azione compiuta oppure di assegnare un nuovo significato al verbo.
La loro posizione cambia. In genere sono attaccati prima del verbo, ma possono essere anche
staccati: prima (se c’è un verbo ausiliare o modale che si frappone, o in alcune frasi interrogative e
al futuro), o dopo (nell’imperativo o in alcune frasi negative).
Alcuni prefissi verbali: fel-, le-, be-, ki-, el-, vissza-, meg-, át ecc.
Il participio futuro (di uso limitato e non tutti i verbi ce l’hanno) esprime un’azione futura necessaria, sconosciuto
in italiano e traducibile con la formula “da + infinito”.
Il gerundio corrisponde all’italiano se l’azione è contemporanea a quella espressa dal verbo principale, mentre
corrisponde al participio passato se l’azione è anteriore, per es.: la porta è chiusa / az ajtót csukva van.
La seconda persona singolare (2Sg) dell’imperativo (in entrambe le coniugazioni) ha 2 forme: una breve, che
esprime comando; una lunga, che esprime desiderio.
Esempi:
coniugazione soggettiva coniugazione oggettiva
Várj! Aspetta! [comando] Várd! Aspetta! [comando]
Várjál. Aspetta. [desiderio] Várjad. Aspetta. [desiderio]
Il verbo “essere/esistere”, van, ha anche la forma in lesz col significato di “diventare”, così ha una duplice
coniugazione nel Participio (passato e presente) e nel Condizionale (presente)
Esempi:
È diventato medico Orvos lett belıle lett. “Medico ne divenne ne”
Gli è venuta la febbre Lázas lett lett. “È diventato febbricitante”
Nelle frasi in cui il predicato è sostantivo/aggettivo/pronome alla 3Sg/3Pl si omettono van/vannak, che invece
sono sempre presenti se in forma negativa (nincs/nincsenek) oppure se col significato “c’è/ci sono”.
Il verbo “avere” non c’è, sostituito dalla seguente costruzione (simile al dativo possessivo del
latino):
soggetto possessore al dativo (suffisso -nak/-nek) + van/vannak + oggetto con suffisso possessivo concorde
Esempi:
Kati ha un fratello Katinak van egy testvére lett. “Kati-a c’è un fratello-suo”
non ho tempo (nekem) nincs idım lett. “(a-me) non c’è tempo-mio”
ho ragione igazom van lett. “ragione-mia c’è”
Kitti ha soldi Kittinek van pénze lett. “Kitti-a c’è soldo-suo”
*) -(o)tt, -(e)tt, -(ö)tt il più delle volte dopo doppia consonante, molte di una sillaba (molto corte): fagy, hagy, kap, ad ecc.; -t il più delle volte dopo
una consonante, sempre dopo -l, -r (es. állt, forrt)
**) -anék, -enék il più delle volte dopo doppia consonante: es. mondanék, festenék, hallanék;
*+) -anám, -eném dopo doppia consonante, il più delle volte di verbi che finiscono in -d, -t: es. mondanám, festeném
***) solo in particolari contesti: a. Kérjek neked egy kávét? (Ti ho chiesto un caffè?); b. Nem tudom, mit csináljak (Non so cosa devo fare)
**+) solo in particolari contesti: a. Megírjam ezt a levelet? (Scrivo questa lettera?); b. Nem tudom, hogy megírjam-e ezt a levelet. (Non so se devo
scrivere questa lettera)
****) ál, él, ja, je: opzionali;
++) es. szeresselek, imádjalak (1Sg); szeressünk, imádjunk (1Pl)
+) anche terminanti in -t; la “-t” scompare, se è dopo una vocale breve: es. festeni: fess! (alanyi ragozás); fesd! (tárgyas ragozás); se la “-t” è dopo una
consonante o una vocale lunga, nell’imperativo diventa -ts: es. építeni: építs(él), építs(e)d
****) ál, él, a, e: opzionali