Sei sulla pagina 1di 16

IL VERBO

È una parte variabile del discorso che può indicare:


- un’azione, che il soggetto compie o subisce
- un modo di essere o lo stato del soggetto
- l’esistenza di qualcosa
Ha la funzione di:
- comunicare un messaggio compiuto, anche in assenza di soggetto
- collocare l’azione, lo stato, l’esistenza nel tempo
CARATTERISTICHE GENERALI
1) composizione: il verbo è formato da
- una radice: parte invariabile che porta con sé il significato del verbo stesso
- una vocale tematica: ci dice a che coniugazione appartiene
- una desinenza: fornisce informazioni su modo, tempo, persona del verbo
es. SALUT-(RADICE) – A-(VOCALE TEMATICA) -VA (DESINENZA)
2) coniugazione: variazione delle forme verbali in rapporto a persona, numero, modo,
tempo. In italiano sono tre_
- ARE (I)
- ERE (II)
- IRE (III)
3) persona: sono tre singolari (io, tu, egli/ella/esso) e tre plurali (noi/voi/essi). A volte la
persona è sottintesa.
4) modo: è l’atteggiamento di chi parla o scrive rispetto a ciò che dice. Ad esempio, se mi
esprimo con l’indicativo utilizzo il modo dell’oggettività; se uso il congiuntivo, utilizzo il
modo della possibilità.
Si distinguono in:
- finiti (ne posso individuare la persona): indicativo, congiuntivo, imperativo, condizionale
- indefiniti (non ne posso individuare la persona): infinito, participio, gerundio
5) tempo: è il rapporto fra il momento in cui si svolge l’azione espressa dal verbo e quello
in cui viene descritta o raccontata. Si delineano tre tipologie di rapporto:
- contemporaneità: l’azione avviene contemporaneamente a quando viene raccontata
- anteriorità: l’azione è avvenuta prima di quando viene raccontata
- posteriorità: l’azione avverrà dopo di quando viene raccontata.
I tempi verbali italiani si dividono in:
- semplici: non necessitano di ausiliare (es. io amo)
- composti: necessitano di ausiliare (es. io ho amato)
6) aspetto: indica la modalità in cui si svolge un’azione, che può essere momentanea o
duratura nel tempo. In italiano, solo due tempi esprimo da soli l’aspetto verbale:
- imperfetto (azione duratura)
- passato remoto (azione momentanea)
Gli altri tempi hanno invece bisogno di un aiuto, che può essere un verbo d’appoggio (es. il
pranzo stava iniziando) o di espressioni temporali appropriate (es. il pranzo durò due ore).

VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI


I VERBI TRANSITIVI possono essere seguiti da un complemento oggetto (cioè, un
complemento che risponde alla domanda Chi? Che cosa?)
es. Ti mostro il mio lavoro (verbo transitivo)
I VERBI INTRANSITIVI non possono essere seguiti da complemento oggetto, perché
hanno un significato già completo o reggono un complemento indiretto (cioè introdotto da
una preposizione)
es. Luca ha riso a crepapelle (verbo intransitivo).
Per formare i tempi composti:
- i verbi transitivi possono avere solo l’ausiliare AVERE
- i verbi intransitivi possono utilizzare sia ESSERE che AVERE. A volte la scelta dipende
dal significato del verbo stesso (es. Ho corso a lungo; Sono corso da te)

FORMA ATTIVA E PASSIVA


In presenza della FORMA ATTIVA il soggetto compie l’azione espressa dal verbo; in
presenza della FORMA PASSIVA il soggetto subisce l’azione espressa dal verbo. La forma
passiva può avvenire solo in presenza di verbi transitivi.
Come si svolge?
IL CANE MANGIA LA MELA (FORMA ATTIVA)
(SOGGETTO) (VERBO ATTIVO) (COMPLEMENTO OGGETTO)

LA MELA È MANGIATA DAL CANE (FORMA PASSIVA)


(SOGGETTO) (VERBO ATTIVO) (COMPLEMENTO D’AGENTE)

La forma passiva può essere attuata con:


- verbo essere (coniugato) + participio passato
- verbi andare – rimanere – restare – finire (coniugati) + participio passato
- SI passivante + terza persona singolare o plurale dei verbi transitivi (es. Si dice; Si
dicono)

FORMA RIFLESSIVA – PRONOMINALE – IMPERSONALE


1) FORMA RIFLESSIVA: si ha quando l’azione compiuta dal soggetto si riflette sul
soggetto stesso. Il soggetto compie e contemporaneamente subisce l’azione (S=C.
Oggetto). Si forma con l’utilizzo delle particelle pronominali MI-TI-CI-VI-SI + VERBO
TRANSITIVO.
Può avere diverse forme:
- propria: il soggetto corrisponde la complemento oggetto
es. Luca si lava = Luca lava se stesso
- apparente: il soggetto corrisponde al complemento di termine
es. Luca si lava le mani = Luca lava le mani A se stesso
- reciproca: due soggetti compiono l’azione reciprocamente, l’uno verso l’altro
es. Luca e Marco si picchiano = Luca picchia Marco e Marco picchia Luca
2) FORMA PRONOMINALE: è formata da un verbo + particelle pronominali che NON
hanno significato riflessivo.
es. Luca si dimenticò l’ombrello: l’azione espressa dal verbo non si riflette sul soggetto
stesso.
Alcuni verbi possiedono solo la forma pronominale: pentirsi, arrabbiarsi, accorgersi…
3) FORMA IMPERSONALE: non è espresso un soggetto definito. Si costruisce con la
particella pronominale SI e il verbo alla terza persona singolare.
es. Si va al mare: non è possibile identificare un soggetto nettamente.

VERBI AUSILIARI – SERVILI – FRASEOLOGICI


Hanno la funzione di appoggio e di aiuto nei confronti degli altri verbi.
- ausiliari: sono ESSERE e AVERE e vengono utilizzati per formare i tempi composti
es. Luca ha mangiato; Luca è andato al mare.
- servili: sono VOLERE – DOVERE – POTERE. Si comportano come ausiliari, conferendo
il modo e il tempo all’azione. Reggono un verbo all’infinito.
es. Luca vuole andare al mare
- fraseologici: si definiscono in questo modo perché sono formati da più parole, che
spesso comprendono delle preposizioni.
Hanno due funzioni differenti
1) completano senza modificarlo il significato del verbo: riuscire, trovarsi, lasciarsi, vedersi,
sentirsi
Es. Luca si trova a scegliere tra due possibilità
2) denotano l’aspetto dell’azione: mettersi a , stare per, cominciare, iniziare, stare,
seguitare, insistere, finire, terminare.
es. Luca ha finito di lavorare.
ANALISI LOGICA
Ha lo scopo di definire la funzione logica di ogni elemento che compone la frase.

FRASE SEMPLICE O PROPOSIZIONE


Si tratta di un insieme di parole disposte con ordine e con un significato compiuto intorno
ad un verbo.
L’elemento fondamentale che la costituisce è il PREDICATO (VERBO); altro elemento
della frase semplice che non sempre è presente è il SOGGETTO.
Una proposizione ha sempre UN SOLO VERBO, ma può avere più di un soggetto o anche
nessun soggetto. La regola fondamentale per riconoscerne i limiti è la seguente: ad un
verbo corrisponde sempre una sola frase.
La frase formata solo da predicato e soggetto si definisce FRASE MINIMA. Altrimenti ci
sono altri elementi (COMPLEMENTI). La frase che contiene più verbi è definita FRASE
COMPLESSA o PERIODO (oggetto dell’analisi o sintassi del periodo).

PREDICATO
Può essere di due tipi:
- verbale (PV): costituito da un verbo:
• attivo: Luca mangia
• passivo: La torta è stata mangiata da Luca
• riflessivo: Luca si lava
• servile + infinito del verbo: Luca deve andare
• fraseologico: Luca sta per uscire
- nominale (PN): è formato dal verbo ESSERE (coniugato in ogni modo e tempo e definito
COPULA=ponte) + nome/aggettivo riferiti al soggetto della frase (definito parte nominale o
nome delpredicato)
es. Il sole è giallo (è= copula + giallo= nome del predicato. Insieme formano il predicato
nominale)

Il verbo essere NON è copula:


- quando ha la funzione di ausiliare del verbo per formare un tempo composto
- quando ha il significato di:
• esistere, stare, trovarsi. es. Il sole è nel cielo
• essere presente, verificarsi. es. Oggi ci sono anch’io
• fare parte di. es. Tu sei dei nostri
• appartenere a. es. La palla è dei bianchi
• andare, venire. es. Siano stati in palestra

SOGGETTO
Indica la persona, l’animale, la cosa di cui parla il predicato, con il quale concorda per
numero e persona (a volte anche per genere, per esempio nel caso della presenza di un
participio). Di solito a svolgere la funzione di soggetto ci sono un nome o un pronome; a
volte si stratta invece di un verbo sostantivato (es. Mangiare è la mia passione) o di
un’intera frase (es. Stare svegli fino a tardi è molto faticoso).
A volte il soggetto può essere sottinteso, quando è facilmente deducibile dalla desinenza
del verbo o dal contesto della frase. A volte il soggetto è mancante, in presenza di verbi
impersonali (es. Piove) o usati impersonalmente (es. Bisogna arrivare in orario).

ATTRIBUTO E APPOSIZIONE
Accompagnano soggetto e complementi.
- l’attributo è grammaticalmente un AGGETTIVO, che deve concordare per genere e
numero con il nome che accompagna. Ogni tipo di aggettivo in analisi logica può essere
un attributo.
es. Il mio (attributo) gatto bianco (attributo) sale sempre sul tetto.
- l’apposizione è grammaticalmente un NOME che accompagna un altro nome per meglio
determinarlo.
es. Il dottor (apposizione) Rossi, pediatra (apposizione) di mio figlio, è sempre molto
gentile.

I COMPLEMENTI
Sono altri elementi che completano o arricchiscono ciò che è detto da soggetto, predicato
o altre parti del discorso. Sono costituiti da nomi, pronomi o altre parti del discorso
utilizzate come sostantivi.
Possono essere di due tipi:
- diretti: si agganciano direttamente al verbo, senza bisogno di preposizioni o locuzioni
prepositive (gli articoli, gli aggettivi e gli avverbi non contano). Sono: complemento
oggetto, complemento predicativo del soggetto, complemento predicativo dell’oggetto
Es. Luca mangia una mela (complemento diretto)
- indiretti: hanno bisogno di preposizioni o locuzioni prepositive (definite FUNZIONALI) per
agganciarsi all’elemento della frase a cui si riferiscono. Sono tutti gli altri complementi.
es. Luca mangia al ristorante (complemento indiretto, introdotto dalla preposizione
articolata AL).

COMPLEMENTO OGGETTO
Risponde alle domande: Chi? Che Cosa?

Indica l’oggetto dell’azione espressa dal verbo ed è introdotto solo da verbi transitivi attivi.
È un complemento diretto.
Può essere costituito da:
- nome
- pronome: es. Luca la vede ogni giorno
Luca ti chiama ogni giorno
La macchina, che ha comprato Luca, è nuova
- parte del discorso sostantivata: es. A Luca piace mangiare

COMPLEMENTO PREDICATIVO DEL SOGGETTO (CPS)


Risponde alla domanda: come?

È costituito da un nome o da un aggettivo che predicano una qualità del soggetto.


È un complemento diretto.
È introdotto da una particolare tipologia di predicati, che prendono il nome di COPULATIVI
(si comportano come in verbo essere quando è copula all’interno di un predicato nominale,
fanno cioè da ponte tra il soggetto e il nome o l’aggettivo a cui si collega).
Esistono due gruppi di verbi copulativi:
1) verbi copulativi propri: sembrare, parere, diventare
2) verbi usati come copulativi solo in alcune occasioni:
• sempre in forma passiva: appellativi (es. chiamare), elettivi (es. eleggere), estimativi
(es. ritenere)
• sempre in forma riflessiva: effettivi (es. fare, rendere)
• verbi con significato simile ad “essere”: agire, operare, stare, restare, rimanere,
risultare, riuscire, apparire, costituire, rappresentare, formare, comportarsi,
mostrarsi, presentarsi
• nascere, vivere, morire
Di seguito, alcuni esempi di CPS:
1) Luca diventa più bravo ogni giorno che passa
2) Luca è chiamato Luchino da tutti i suoi amici
3) Luca è stato eletto sindaco
4) Luca è ritenuto da tutti molto competente
5) Luca è rimasto sempre se stesso
6) Luca è nato pelato

COMPLEMENTO PREDICATIVO DELL’OGGETTO (CPO)


Risponde alla domanda: come?

Si tratta di un nome o di un aggettivo che predica una qualità del complemento oggetto.
È un complemento diretto.
Come il CPS, è introdotto da alcuni verbi copulativi, ma questa volta in forma attiva:
- appellativi: chiamare, soprannominare
- elettivi: eleggere, nominare, proclamare
- estimativi: stimare, ritenere, giudicare
- effettivi: fare, rendere.
es. L’assemblea ha eletto Luca (c. oggetto) suo rappresentante

COMPLEMENTO DI TERMINE
Risponde alla domanda: a chi? A che cosa?

Indica la persona, l’animale, la cosa a cui è indirizzata l’azione espressa dal verbo
È introdotto dalla preposizione semplice o articolata: A
È di solito costituito da:
- nome: es. Ho dato a Luca il mio numero di telefono
- pronome:
• particelle pronominali MI-TI-CI-VI. es. Ti (= a te) ho mandato una e-mail
• pronome relativo CUI. es. L’uomo, a cui (all’uomo) ti devi riferire, è quello seduto là
in fondo
• pronome relativo QUALE. es. L’uomo, al quale ti devi riferire, è quello seduto là in
fondo

COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE
Risponde alle domande: di chi? Di che cosa?

Aggiunge una precisazione al nome a cui si riferisce


È introdotto dalla preposizione semplice o articolata: DI
È di solito costituito da:
- nome. es. La suocera di Luca è davvero terribile
- pronome relativo CUI senza preposizione. es. La mia macchina, il cui (della macchina)
colore è giallo, è nuova.
N.B. Non confondere la preposizione articolata con l’articolo partitivo
es. Passami dello (articolo partitivo) zucchero = c. oggetto
es. Passami il barattolo dello (preposizione articolata )zucchero = c. di specificazione

COMPLEMENTO D’AGENTE E DI CAUSA EFFICIENTE


Risponde alla domanda: da chi? (c. d’agente) o da che cosa? (c. di causa efficiente)

Indicano, in presenza di un verbo passivo, la persona, l’animale o la cosa che compiono


l’azione subita dal soggetto.
Sono introdotti dalla preposizione semplice o articolata: DA
es. La torta è mangiata (verbo passivo) da Luca (c. d’agente)
es. L’erba è tagliata (verbo passivo) dalla falce (c. di causa efficiente)

IL COMPLEMENTO DI TEMPO

Risponde alla domanda: quando? per quanto tempo?

Indica il momento in cui si svolge l'azione espressa dal verbo oppure il lasso di tempo che
l'azione stessa impiega per svolgersi.
Per questo motivo esistono due tipi di versi di complemento d tempo:

1) Complemento di tempo DETERMINATO


Risponde alla domanda: QUANDO?
Indica il momento in cui si svolge l'azione espressa dal verbo
È introdotto: IN-A-DI-SU-PER- VERSO-INTORNO A-AL TEMPO DI

ES. Luca è arrivato al lavoro verso mezzogiorno


Luca: soggetto
è arrivato: PV
al lavoro: complemento indiretto
verso mezzogiorno: complemento di tempo determinato (QUANDO?)

2) Complemento di tempo CONTINUATO


Risponde alla domanda: PER QUANTO TEMPO?
Indica il lasso di tempo che l'azione espressa dal verbo impiega per svolgersi
È introdotto: PER-DA-IN-FINO A

ES. Luca è rimasto a letto fino alle dieci della mattina


Luca: soggetto
è rimasto: PV
a letto: complemento indiretto
fino alle dieci: complemento di tempo continuato (PER QUANTO TEMPO?)
della mattina: complemento di specificazione

Da ricordare: nell'analisi logica di una frase non basta indicare "complemento di tempo",
ma è necessario distinguere fra determinato e continuato

Inoltre, i complementi di tempo spesso sono sostituiti da:


- avverbi: ieri, oggi, domani, tardi, presto, subito, adesso, poi, precedentemente...
- locuzioni avverbiali: a volte, per ora, di quando in quando, un tempo, a lungo, in breve,
per sempre...
Questi vengono definiti COMPLEMENTI AVVERBIALI DI TEMPO
In analisi, potete comunque indicarli in questo modo, ma anche come complementi di
tempo o avverbi di tempo.
IL COMPLEMENTO DI LUOGO

Risponde alla domanda: dove? da quale luogo? verso quale luogo? attraverso quale
luogo?

A seconda della funzione logica a cui assolvono (quindi in base alla domanda a cui
rispondono), il complemento di luogo si articola in quattro componenti:

1) Complemento di STATO in luogo


Risponde alla domanda: DOVE?
Indica il luogo in cui si svolge un'azione o in cui il soggetto mette in atto il suo modo di
essere.
È introdotto da: IN - SU - A- DENTRO- SOTTO-FUORI- SOPRA....
È retto da verbi di STASI (ovvero che indicano lo "stare fermo/essere in un determinato
luogo")

ES. Luca mangia la pizza al ristorante


Luca: soggetto
mangia: PV (verbo statico)
la pizza: complemento oggetto
al ristorante: complemento di stato in luogo (dove?)

2) Complemento di MOTO DA luogo


Risponde alla domanda : DA DOVE?
Indica il luogo da cui prende avvio l'azione espressa dal verbo
È introdotto da: DA
È retto da verbi di MOVIMENTO (ovvero che indicano un'azione che implica un moto)

ES. Luca è appena uscito dal ristorante


Luca: soggetto
è uscito: PV (verbo di moto)
appena: avverbio di tempo
dal ristorante: complemento di moto da luogo (da dove?)
3) Complemento di MOTO A luogo
Risponde alla domanda: dove? verso dove?
Indica il luogo verso cui è diretta l'azione espressa dal verbo
È introdotto da: A - VERSO - IN DIREZIONE DI....
È retto da verbi di MOVIMENTO (ovvero che indicano un'azione che implica un moto)

ES. Luca è andato al ristorante


Luca: soggetto
è andato: PV (verbo di moto)
al ristorante: complemento di moto a luogo (DOVE?)

4) Complemento di MOTO PER (ATTRAVERSO) luogo


Risponde alla domanda: attraverso dove? per dove?
Indica il luogo attraverso cui si esplica l'azione espressa dal verbo
È introdotto da: PER - ATTRAVERSO - DA
È retto da verbi di MOVIMENTO (ovvero che indicano un'azione che implica un moto)

ES. Luca è passato per la strada principale


Luca: soggetto
è passato: PV (verbo di moto)
per la strada principale: complemento di moto per luogo (per dove?) + attributo

IL COMPLEMENTO DI CAUSA

Risponde alle domande: perchè? Per quale causa?


Indica la causa, il motivo di un certo fatto.
È introdotto da: PER-A-DI-DA-CON-A CAUSA DI-GRAZIE A...
DA RICORDARE: il complemento di causa non indica solo una causa negativa di
un'azione (a causa di), ma anche una causa positiva (grazie a)
ES. Per la paura è diventato pallidissimo
Per la paura: c. di causa (per quale motivo?)
è diventato: PV
pallidissimo: c. predicativo del soggetto
NB: Può essere introdotto anche da:
- nomi: lacrime di rabbia
- aggettivi: felici per l'esito

IL COMPLEMENTO DI FINE

Risponde alle domande: per quale fine? per quale scopo?


Indica l'obiettivo, il proposito da raggiungere
È introdotto da: PER-A-DI-DA-IN-A SCOPO DI...

ES. Per la promozione studierò con impegno


Per la promozione: c. di fine (per quale fine?)
studierò: PV
con impegno: c. indiretto

NB: Può essere introdotto anche da:


- nomi: cinture di sicurezza
- aggettivi: pronti per l'esame

IL COMPLEMENTO DI MEZZO

Risponde alle domande: con che cosa? Come? Con quale mezzo?
Indica lo strumento con il quale si compie l’azione
È introdotto da: CON-IN-A-PER MEZZO DI…

Es. Luca ogni giorno esce di casa a piedi


Luca: soggetto
ogni giorno: c. di tempo determinato + attributo
esce: PV
di casa: c. di moto da luogo
a piedi: c. di mezzo (con quale mezzo?)
Il complemento di mezzo può anche indicare la persona per mezzo della quale si compie
l’azione

Es. L’ultimatum è stato comunicato per mezzo degli ambasciatori


L’ultimatum: soggetto
è stato comunicato: PV
per mezzo degli ambasciatori: c. di mezzo (per mezzo di chi?)

IL COMPLEMENTO DI MODO

Risponde alle domande: come? In quale modo?


Indica in quale modo si compie l’azione
È introdotto da: CON-DI-PER-IN-A-SENZA…

Es. Luca ha parlato con calma


Luca: soggetto
ha parlato: PV
con calma: c. di modo (in che modo?)
Da ricordare: spesso il complemento di modo può essere sostituito da un avverbio di
modo
Es. Luca ha reagito con rabbia alla tua richiesta
Luca: soggetto
ha reagito: PV
con rabbia: c. di modo (rabbiosamente)
alla tua richiesta: c. di termine + attributo

I COMPLEMENTI DI COMPAGNIA E UNIONE

Risponde alle domande: con chi? Con che cosa?


Il complemento di compagnia indica la persona o l’animale in compagnia del quale si
compie o si subisce un’azione.
Il complemento di unione indica la cosa in compagnia del quale si compie o si subisce
un’azione.
È introdotto da: CON-INSIEME CON-IN COMPAGNIA DI...
Es. Luca è uscito con la sua ragazza/con il suo cane
Luca: soggetto
è uscito: PV
con la sua ragazza/con il suo cane: c. di compagnia (con chi?)

Es. Luca si è presentato a casa con una valigia


Luca: soggetto
si è presentato: PV
a casa: c. di moto a luogo
con una valigia: c. di unione (con che cosa?)

IL COMPLEMENTO DI QUALITÀ
Risponde alle domande: com’è?
Indica una caratteristica, positiva o negativa, fisica o materiale, intellettuale, morale o
relativa al carattere
È introdotto da: DI-A-CON-DA

Es. Luca è una persona dal carattere allegro


Luca: soggetto
è una persona: PN
dal carattere allegro: c. di qualità +attributo (com’è?)

IL COMPLEMENTO DI QUANTITÀ

Risponde alle domande: quanto?


Indica in modo indeterminato in quale quantità, in quale misura si fa ciò che è espresso dal
verbo.
É costituito da espressioni che indicano quantità: in gran quantità, nella giusta misura, a
sufficienza, in eccesso…) o da avverbi / locuzioni avverbiali di quantità (molto, poco,
troppo,per niente, troppo poco…).

Es. Luca a cena ha mangiato troppo poco


Luca: soggetto
a cena: c. di stato in luogo
ha mangiato: PV
troppo poco: c. di quantità (quanto?)

IL COMPLEMENTO PARTITIVO
Risponde alla domanda: tra chi? Tra che cosa?

Indica qualcosa di cui fa parte il nome o il pronome che precede.


È introdotto da: DI-TRA-FRA
Dipende da:
- nomi che indicano una parte di qualcosa (es. parte, pezzo), o un insieme di persone/cose
(es. dozzina, centinaia, migliaia)
es. Dammi una fetta di torta
- pronomi numerali (es. uno), indefiniti (es. alcuni, molti, pochi), interrogativi (es. chi, che,
quale, quanto).
es. Uno di voi dice la verità
- gruppo in cui è stato stabilito un confronto attraverso un aggettivo superlativo relativo
es. Chiara è la più bella della classe

IL COMPLEMENTO DI MATERIA
Risponde alla domanda: di che cosa è fatto?

Indica il materiale di cui è fatto un oggetto


È introdotto dalle preposizioni semplici o articolate: DI – IN
es. Ho comprato le posate di plastica
es. Mi hanno regalato una collanina in oro

Potrebbero piacerti anche