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SOGGETTO
Il soggetto è la nozione grammaticale per eccellenza: nella grammatica tradizionale
si dice che il soggetto è quell’argomento del verbo che seleziona l’accordo col
predicato, pertanto il soggetto è l’argomento che ha una funzione sintattica
privilegiata all’interno di certi costrutti.
Delle 3 relazioni grammaticali (soggetto, oggetto diretto ed indiretto), il SOGGETTO
è la più importante in quanto più fenomeni sintattici lo coinvolgono.
Nel Malgascio (lingua del Madagascar) invece, queste due costruzioni sono più
limitate/vincolate: se le parole delle WH- e i sintagmi nominali delle frasi scisse sono
gli argomenti diretti, allora questi devono sempre essere il soggetto della frase.
ad es. una frase come: What did the woman wash?’
in cui what è oggetto diretto è impossibile. Per rendere questa frase in Malgascio
bisogna utilizzare la voce passiva nell’equivalente What was washed by the woman
le lingue ergative marcano il soggetto, o meglio l’agente del verbo transitivo, al caso
ergativo (che corrisponde di solito al genitivo ed altri casi obliqui). Il soggetto, unico
argomento del verbo intransitivo, e l’oggetto, altro argomento del verbo transitivo,
sono codificati allo stesso caso (assolutivo).
Quindi in una frase come “L’uomo colpì la donna e venne qui”: se si analizza
seguendo il sistema ergativo assolutivo avremo che “L’uomo ha colpito la donna e
poi la donna è venuta qui” perché abbiamo il soggetto S ed A trattati in maniera
diversa poiché S=O cioé paziente.
Se la stessa frase la analizzassimo secondo il sistema nominativo - accusativo
avremo che “L’uomo ha colpito la donna e poi l’uomo é venuto qui” poiché S ed A
sono trattati allo stesso modo.
Le lingue di questo tipo possono detransitivizzare i verbi declassando l’argomento O
e trattando A come se fosse S e questo fenomeno prende il nome di diatesi
antipassiva.
COSTRUTTO TRANSIMPERSONALE
Nel 1914 il linguista, antropologo statunitense Edward Sapir ha condotto uno studio
in cui parla dei costrutti transimpersonali.
Sapir analizza i verbi intransitivi delle lingue native americane come verbi transitivi e
propone una definizione di “soggetto impersonale inespresso”.
as es. nella frase I sleep lui fa diventare il soggetto del verbo intransitivo “I” in
oggetto diretto “me” quindi in alcune lingue la frase è espressa come se fosse:
It sleeps me, come se il soggetto subisse l’azione del dormire.
Quindi Sapir suggerisce di analizzare questi verbi/predicati che sono inattivi
intransitivi, in predicati transitivi.
(Questa costruzione non va confusa con l’intransitività scissa che invece riguarda i
verbi intransitivi.)
Ma Francesca Merlan 1985 (prof.ssa di antropologia) sottolinea che l'analisi di Sapir
è oscura e non è molto chiara, chiedendosi ‘Come può qualsiasi forma significare " it
sleeps me”. Non è chiaro come l'analisi generale di Sapir è concepita per essere
destinata a riguardare tutte le lingue attive (ovvero quelle lingue in cui l'argomento di
un verbo intransitivo può essere a volte codificato come l'agente di un verbo
transitivo (ossia come il soggetto in italiano) e a volte come un complemento
oggetto).
Grazie al lavoro di Merlan, i tipologi sono sempre più consapevoli dell'eterogeneità
delle lingue attive, che possono essere classificate secondo diversi criteri.
Da un lato se ogni verbo intransitivo supporta solo uno dei due casi si parla di lingua
split-S. In una lingua del genere l'argomento di un verbo intransitivo come cadere
sarà sempre contrassegnato come l'agente (soggetto), anche se l'azione di cadere è
involontaria. Un verbo come dormire sarà invece indicato come paziente (o
complemento oggetto). Dall’altro, se il parlante può scegliere come indicare
l'argomento, si parla di lingua fluid-S. In questo modo è possibile dare una maggiore
sfumatura riguardo al grado di intenzionalità del soggetto rispetto all’azione.
INTRANSITIVITà/VERBI INTRANSITIVI
I verbi possono essere divisi in diversi tipi di categorie: Una dimensione distintiva
importante riguarda il numero di elementi che un verbo riesce a reggere (valenza)
verbo transitivo: quando il verbo regge soggetto e complemento oggetto (Luca
suona il clarinetto)
Verbo Intransitivo: si chiama verbo intransitivo quando regge soltanto il soggetto
(piovere | morire)
Verbi ditransitivi: i verbi ditransitivi reggono soggetto, complemento oggetto e
oggetto indiretto (give| grant (concedere) He give Jhon ten dollars).
i verbi possono rappresentare diverse situazioni: alcuni rappresentano situazioni
statiche (vedere conoscere), altre azioni (correre), altre ancora a cambi di stato (per
esempio liquido-> solido), altri che coinvolgono azioni più cambi di stato
La differenza tra verbi transitivi e intransitivi risiede nella quantità di argomenti che
sono necessari per il significato del verbo:
Un test per distinguere i due tipi di verbi intransitivi è vedere l’ausiliare selezionato:
gli inergativi optano per il verbo avere, gli inaccusativi per il verbo essere. Il
fenomeno della variazione nella selezione dell’ausiliare con i verbi intransitivi prende
il nome di intransitività scissa.
Lingue austronesiane
Le lingue austronesiane delle Filippine, Taiwan, Madagascar, utilizzano sia
l’allineamento accusativo che quello ergativo nei verbi transitivi.
Gli allineamenti sono spesso (ed erroneamente) chiamati diatesi attiva e passiva
poiché il parlante può spesso scegliere di usare un tipo di allineamento piuttosto che
la voce attiva o passiva. Tuttavia, poiché non sono delle vere e proprie ‘voci’, termini
Relazioni di dipendenza
I principali approcci per descrivere la struttura sintattica sono 2:
la grammatica della dipendenza e la grammatica della struttura dei costituenti.
Dipendenza: in linguistica, è la relazione sintagmatica che un elemento
morfosintattico ha con altri elementi; questa relazione definisce la lingua come un
sistema strutturale. Un esempio di ciò è dato dalla relazione articolo-nome o
soggetto-verbo, verbo-oggetto diretto.
Un’altra relazione fondamentale è la relazione paradigmatica, che è data dal
rapporto esistente tra le parole che possono essere sostituite nella stessa posizione
sintagmatica - ad esempio: nella frase: “ho letto il libro di cui mi hai parlato”, è
possibile inserire la parola libro, romanzo, manuale, ecc...ma non la parola tavolo.
L'insieme delle parole che possono sostituirsi a “libro” costituiscono una relazione
paradigmatica.
Tipi di dipendenza
Quando due o più elementi occorrono in un dato schema sintattico, esiste una sorta
di dipendenza tra di loro. In genere c’è un elemento dominante da cui dipendono le
proprietà della disposizione sintattica e che si definisce “testa”, mentre gli altri
elementi sono i suoi “dipendenti”.
Il punto di partenza nella struttura di Dipendenze è il verbo, il verbo prende un certo
numero di dipendenti (argomenti)
es. Maria suona il pianoforte--> suona è la testa, Maria e il pianoforte sono i
dipendenti, anche tra “il” e “pianoforte” esiste una relazione di dipendenza poiché la
forma dell’articolo determinativo dipende dal sostantivo).
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Modificatore: nella linguistica strutturale, elemento che, nella costruzione di una frase, ha una
«distribuzione» (ossia una posizione nel contesto) diversa da quella della costruzione nel suo
insieme; sono tali l’attributo o l’opposizione in un sintagma nominale, gli avverbi modali e alcuni
complementi nel sintagma verbale ecc.
The very tall women like basketball → tall può occorrere senza very, women può occorrere senza
alcun modificatore.
● coordinata: tutti gli elementi hanno uno status uguale (hanno lo stesso
valore), tutti possono essere la testa.
es. The girl and the boy; the happy and young couple (conjoined phrases)
Mary cooked and ate the sandwich. Le costrutti coordinate non hanno
necessariamente bisogno di un elemento di collegamento come una
congiunzione; infatti la coordinazione senza l’uso di una congiunzione è
conosciuta come paratassi (es. Maria cucina, Giulio pulisce).
Le valenze sono elementi linguistici che devono necessariamente esistere affinché ciò che il
verbo descrive abbia un senso. Quindi è il verbo stesso, sulla base della sua natura e di ciò
che esprime, a stabilire il numero e il tipo degli argomenti chiamati in causa.
Valenza
Il concetto di valenza riguarda il numero di dipendenti che una testa può avere.
Con l’espressione ‘valenza del verbo’ ci si riferisce al numero di argomenti che un
verbo può avere, ma il numero di argomenti non coincide sempre con il numero di
dipendenti.
es: Chris gave the present to Pat at the party yesterday:
ha 5 dipendenti:
● i SN Chris, the present, to Pat, at the party
● avverbio yesterday
Differenza con il SN “at the party” e l’avverbio “yesterday”.
Infatti, mentre gli altri dipendenti sono semanticamente tutti argomenti del verbo give
e sintatticamente sono terms, at the party e yesterday non sono né argomenti del
verbo, né terms, dal momento che non denotano un partecipante all’evento del
verbo dare (give) ma il luogo in cui l’evento accade e il tempo in cui accade.
At the party e yesterday sono adjuncts in quanto sono opzionali.
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Dato che verbi come eat o give hanno una valenza sintattica variabile: è necessario distinguere tra
argomenti sintattici obbligatori e facoltativi (gli adjuncts sono sempre facoltative.). Gli argomenti
semantici solitamente appaiono come argomenti sintattici, e gli adjunct in genere sono opzionali, ma
c’è un’eccezione: nelle costruzioni passive il SN ACTOR (che è un argomento semantico del verbo)
appare come adjunct opzionale ed è marcato da un caso obliquo in lingue come il Malayalam (parlata
in India), oppure da una apposizione in inglese, tedesco, francese, ecc.
Non è detto però che tutti i SN o SP facoltativi siano adjunct altrimenti bisognerebbe ammettere che
l’oggetto diretto di un verbo come eat o drink sia un’estensione anch’essa, il che è poco credibile; o
che l’oggetto indiretto di un verbo come give sia un’estensione, di nuovo poco credibile. La distinzione
sta nel fatto che gli oggetti diretti o indiretti sono argomenti semantici dei verbi eat, drink, give mentre
espressioni come yesterday o at the party non lo sono.
Si può anche dire che i SN o SP che si riferiscono ai partecipanti che sono concettualmente necessari
per il significato del verbo sono argomenti, mentre quelli che si riferiscono ai partecipanti che non
sono concettualmente necessari non lo sono (argomenti).
Coding/Codifica
Le relazioni di dipendenza sono anche espresse attraverso mezzi morfologici, nello
specifico con il caso e l’accordo. Ci sono lingue in cui la relazione tra la testa e il
dipendente viene codificata sul dipendente, ossia, gli argomenti del verbo prendono
il caso assegnato dal verbo, gli oggetti delle apposizioni prendono il caso assegnato
dalle apposizioni e il SN possessore prende il caso genitivo.
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Ma questa non è l’unica possibilità: in altri casi la relazione tra testa e dipendente è
codificata sulla testa e questa costruzione viene definita head marking (come nello
Yagua, una lingua indigena in Perù, Swahili…) che si contrappone alla costruzione
dependent marking tipica dell’inglese, tedesco, russo, ecc… Questa distinzione,
comunque, non è assoluta: primo perché ci sono lingue a cui non è possibile
applicarla, come il cantonese che manca di caso e di accordo; secondo, perché
alcune lingue possiedono entrambe le costruzioni, come il basco che è definita
‘double-marking language’.
Ruoli tematici
I ruoli semantici descrivono la funzione che un argomento assume nell’evento
descritto dal verbo;
I parametri semantici che hanno avuto maggior rilievo nella discussione
dell’allineamento semantico sono due:
● Il ruolo tematico del predicato, in particolare la sua posizione nel continuum
agente/paziente;
● L’aspetto del predicato, in particolare la divisione tra predicati stativi e
dinamici, e tra predicati telici e atelici. I predicati stativi esprimono degli stati e
qualità. Quelli dinamici denotano delle azioni e delle situazioni.
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ERGATIVITà
Il contrasto tra modello nominativo-accusativo ed ergativo-assolutivo non si riscontra
solo nella codifica dei casi ma anche nell’ambito del comportamento sintattico degli
argomenti. Quindi bisogna distinguere tra codifica morfologica e comportamento
sintattico.
Nella costruzione antipassiva delle lingue ergative come il Dyirbal (lingua ergativa
del gruppo delle lingue australiane aborigene) sono possibili 2 modi per esprimere la
stessa frase: il soggetto del verbo intransitivo e l’agente de verbo transitivo sono
codificati allo stesso caso mentre l'oggetto é codificato con una marca di caso
diversa:
1. Si ottiene, dunque, la promozione sintattica di un SN con funzione di Agente
(sogg. verbo transitivo) codificato al caso ergativo --> 2. in posizione di S
(verbo intransitivo) con la marca del caso assolutivo: in questo caso però P/O
(paziente|compl.ogg) non avrà più la marca del caso assolutivo, ma quella di
un caso obliquo (dativo).
In dyirbal si può quindi riformulare la frase transitiva (‘L’uomo colpí la donna e la
donna venne qui) in modo che ‘l’uomo’ appaia come S (sogg. verbo intransitivo) e
‘la donna’ come oggetto obliquo, aggiungendo al verbo il suffisso antipassivo -ay
(L’uomo venne qui e colpì la donna).
L’ergatività sintattica non è molto comune nelle lingue del mondo. Si trova
principalmente nelle lingue Maya in Messico e in America Centrale, in varie lingue
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2)un’altra caratteristica delle lingue con sintassi ergativa è che queste lingue hanno
un sistema doppio marcatura di caso:
- i pronomi di solito seguono uno schema accusativo
- i sostantivi che seguono uno schema ergativo.
3)tutte le lingue che seguono uno schema ergativo hanno anche una costruzione
che segue uno schema accusativo. In quanto questi sistemi sono divisi
sintatticamente e morfologicamente.
L’ergatività sintattica non è molto comune nelle lingue del mondo, mentre l’ergatività
morfologica è più comune. Ciò significa che Le lingue più morfologicamente ergative
sono sintatticamente accusative.
Es: nella lingua Mparntwe Arrernte (lingua aranda, aborigena dell’Australia)
-I sostantivi sono marcati al caso ergativo come in Dyirbal e in Yidin.
-Mentre l’accordo verbale lo troviamo al caso nominativo-accusativo (poiché S e A
che accordano con il verbo non S e O, dunque abbiamo anche uno schema
nominativo-accusativo dove S e A accordano con il verbo e non S e O).
Ergatività scissa
La maggior parte delle lingue ergative sono ergative solo a livello morfologico, e
possiedono invece una sintassi organizzata su base nominativo-accusativa: in esse
si riscontra spesso un fenomeno, conosciuto nella letteratura linguistica con il
termine di Ergative Split ‘scissione dell’ergatività’, in base al quale la morfologia di
una lingua ergativa mostra un’organizzazione in parte di tipo ergativo-assolutivo e in
parte nominativo-accusativo.
Tale fenomeno è principalmente determinato da due fattori, da un lato dal tempo o
dall’aspetto del verbo, e dall’altro dalla natura semantica del SN.
Nelle lingue che presentano l’ergatività scissa, in altri termini, l’ergatività è spesso
confinata a certi tempi o aspetti del verbo, e in tali casi è sempre il passato o
l’aspetto perfettivo che mostra una costruzione di tipo ergativo, mentre con il
presente o con l’aspetto imperfettivo appare una costruzione accusativa.
D’altra parte, sempre in un sistema con ergatività scissa, può succedere che la
costruzione ergativa sia utilizzabile solo quando certi tipi di SN o certe combinazioni
di SN appaiono nel ruolo di A e di P/O; in tal caso l’ergatività è connessa
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all’animatezza dei SN. L’animatezza può essere definita nei termini di una gerarchia,
i cui principali componenti sono
- umano (1ª/2ª > 3ª) > animale > inanimato
Quando A si trova in un punto della gerarchia più basso rispetto a P/O, si riscontra
una costruzione ergativa, mentre se si trova in un punto più alto appare una
costruzione accusativa.
Tra le poche lingue ergative che presentano l’ergatività scissa non influenzato da
questi due fattori, vi sono il basco e il tzeltal (lingua maya); d’altra parte, nessuna
lingua sembra mostrare un’ergatività scissa condizionata da entrambi i fattori.
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ad es. in inglese il verbo finito concorda con il soggetto indipendentemente dal ruolo
semantico del soggetto, cioè indipendentemente dal fatto che il soggetto sia attore di
verbo transitivo o undergoer di verbo intransitivo…
Sul piano semantico: in entrambe le frasi “Mario” è colui che compie l’azione
(agente), mentre “la camicia” è l’entità che subisce l’azione (paziente);
Sul piano sintattico: questi ruoli sono realizzati in modi diversi:
- nella prima frase (attiva) “Mario” è agente soggetto, “la camicia” è l’oggetto
paziente
- nella seconda frase (passiva) il soggetto “la camicia” è paziente, mentre
l’agente “Mario” compare in una posizione periferica, espressa mediante un
sintagma preposizionale (introdotto dalla preposizione “da”).
Quindi mediante la voce passiva del verbo possiamo avere un paziente in funzione
di soggetto e possiamo rimuovere l’agente dalla sua posizione canonica di soggetto.
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Il ruolo semantico di “sapone” è chiamato strumento, ma in Malgascio, oltre alla voce attiva e
passiva, la cui funzione è analoga a quella nelle lingue come l’italiano o l’inglese, cioè un costrutto
sintattico che permette di avere l’originario oggetto in funzione di soggetto e l’originario soggetto
relegato ad una posizione periferica o eliminato, possiamo anche avere una voce circostanziale,
cioè una forma del verbo particolare, che viene utilizzata quando si vuole mettere uno strumento (uno
strumentale) in posizione di soggetto. In Malgascio quindi uno strumento può diventare una relazione
grammaticale.
● nozione di circostante (circumstant) è quell’argomento che specifica le circostanze di
tempo, modo e luogo e non è parte della struttura argomentale del verbo molto spesso:
soltanto in verbi come mettere l’elemento circostanziale è parte della struttura argomentale
del verbo, ma altrimenti se diciamo ‘Mario partì per Roma ieri con il sapone (strumentale)/con
l’amico (comitativo)1, le specificazioni sono tutte circostanziali.
Conclusione: non sempre c’è una corrispondenza tra ruolo grammaticale e ruolo
semantico e l’omissibilità o meno di un argomento dipende dalle proprietà lessicali
specifiche di un verbo e non dalla situazione extralinguisica descritta dal predicato.
Le relazioni termine: quando il sintagma nominale funziona come soggetto,
complemento oggetto o oggetto indiretto.
Non sono relazioni termine (non-terms): i sintagmi nominali non portatori di tali
funzioni grammaticali verranno definiti come non-terms.
COMPLEMENTO OGGETTO
I complementi oggetto sono difficili da caratterizzare in maniera universale poiché
hanno pochi attributi unici o esclusivi. Rispetto alle proprietà di codifica, vanno
tipicamente al caso accusativo, ma non è un principio valido per tutte le lingue dato
che alcune hanno gli oggetti che non vengono espressi attraverso l’accusativo
(russo, latino, islandese) mentre altre potrebbero marcare sia l’oggetto diretto che
quello indiretto attraverso l’accusativo (coreano, quechua che è la lingua di persone
che abitano in Perù, Bolivia, Ecuador, Cile…).
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Frasi semplici
3. Dative shift: In alcune lingue esistono delle costruzioni in cui gli argomenti che
non dovrebbero apparire come complemento oggetto possono essere realizzati
come tali.
es. Mary sent the book to Sally--- Mary sent Sally the book (in questa frase Sally e
the book sono 2 ogg. diretti: costruzione con doppio oggetto diretto)
es. The woman to whom I gave the book. - qui l’argomento undergoer (the woman)
é complemento oggetto
Frasi complesse:
es. Leslie believes (that) the students have forgotten the book.
Leslie believes the students to have forgotten the book. (oggetto)
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OGGETTI INDIRETTI
(compl. ogg. indiretti, introdotti da “da a, di, in pronomi gli/le”) completano
l’informazione del predicato verbale, si classificano su base semantica, non
morfosintattiche, cioè a seconda del tipo di informazione che esprimono.
Grammaticalmente, sono divisi in 3 gruppi:
1. in alcune lingue gli oggetti indiretti hanno le stesse proprietà sintattiche degli
oggi diretti (come in Lakhota e altre lingue in Messico, Africa e Thailandia);
2. in alcune lingue come l’inglese si comportano come i sintagmi preposizionali o
obliqui per quanto riguarda la formazione delle wh- questions, delle frasi
scisse e la forma relativa.
3. gli oggetti diretti ricevono una codifica distintiva (come in russo) cioè sono
codificati al caso dativo. (inoltre in queste lingue il complemento indiretto non
può fungere da soggetto in una costruzione passiva.)
Infine, nelle lingue romanze, invece, ci sono una serie di pronomi clitici per i
complementi oggetto indiretti (es: le in spagnolo, lui in Francese) che esprimono i
riceventi, beneficiari.
caso assolutivo: abbreviato in ASS: è il caso grammaticale usato per tradurre sia il
soggetto di un verbo intransitivo, sia l'oggetto di un verbo transitivo
ERGATIVITà
Il contrasto tra modello nominativo-accusativo ed ergativo-assolutivo non si riscontra
solo nella codifica dei casi ma anche nell’ambito del comportamento sintattico degli
argomenti. Quindi bisogna distinguere tra codifica morfologica e comportamento
sintattico.
Esistono 2 modelli di codifica ergativa:
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2)ergatività sintattica si può esprimere in diversi modi (non è molto comune nelle
lingue del mondo):
-nell’ordine delle parole
-nelle proposizioni relative determinando quale argomento debba essere
relativizzato
-nelle subordinate.
es: nella lingua Dyrbal
Nella costruzione antipassiva delle lingue ergative come il Dyirbal (lingua ergativa
del gruppo delle lingue australiane aborigene) sono possibili 2 modi per esprimere la
stessa frase: il soggetto del verbo intransitivo e l’agente de verbo transitivo sono
codificati allo stesso caso mentre l'oggetto é codificato con una marca di caso
diversa:
2. Si ottiene, dunque, la promozione sintattica di un SN con funzione di Agente
(sogg. verbo transitivo) codificato al caso ergativo --> 2. in posizione di S
(verbo intransitivo) con la marca del caso assolutivo: in questo caso però P/O
(paziente|compl.ogg) non avrà più la marca del caso assolutivo, ma quella di
un caso obliquo (dativo).
In dyirbal si può quindi riformulare la frase transitiva (‘L’uomo colpí la donna e la
donna venne qui) in modo che ‘l’uomo’ appaia come S (sogg. verbo intransitivo) e
‘la donna’ come oggetto obliquo, aggiungendo al verbo il suffisso antipassivo -ay
(L’uomo venne qui e colpì la donna).
CARATTERISTICHE LINGUE ERGATIVE
1)La caratteristica distintiva di una lingua ergativa è che mantiene un'equivalenza tra
l'oggetto di un verbo transitivo e il soggetto di un verbo intransitivo, e tratta il
soggetto, meglio definito come agente, di un verbo transitivo in maniera differente.
2)un’altra caratteristica delle lingue con sintassi ergativa è che queste lingue hanno
un sistema doppio marcatura di caso:
- i pronomi di solito seguono uno schema accusativo
- i sostantivi che seguono uno schema ergativo.
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3)tutte le lingue che seguono uno schema ergativo hanno anche una costruzione
che segue uno schema accusativo. In quanto questi sistemi sono divisi
sintatticamente e morfologicamente.
L’ergatività sintattica non è molto comune nelle lingue del mondo, mentre l’ergatività
morfologica è più comune. Ciò significa che Le lingue più morfologicamente ergative
sono sintatticamente accusative.
Es: nella lingua Mparntwe Arrernte (lingua aranda, aborigena dell’Australia)
-I sostantivi sono marcati al caso ergativo come in Dyirbal e in Yidin.
-Mentre l’accordo verbale lo troviamo al caso nominativo-accusativo (poiché S e A
che accordano con il verbo non S e O, dunque abbiamo anche uno schema
nominativo-accusativo dove S e A accordano con il verbo e non S e O).
Capitolo 3
Relazioni di dipendenza
I principali approcci per descrivere la struttura sintattica sono 2:
la grammatica della dipendenza e la grammatica della struttura dei costituenti.
Dipendenza: in linguistica, è la relazione sintagmatica che un elemento
morfosintattico ha con altri elementi; questa relazione definisce la lingua come un
sistema strutturale. Un esempio di ciò è dato dalla relazione articolo-nome o
soggetto-verbo, verbo-oggetto diretto.
Un’altra relazione fondamentale è la relazione paradigmatica, che è data dal
rapporto esistente tra le parole che possono essere sostituite nella stessa posizione
sintagmatica - ad esempio: nella frase: “ho letto il libro di cui mi hai parlato”, è
possibile inserire la parola libro, romanzo, manuale, ecc...ma non la parola tavolo.
L'insieme delle parole che possono sostituirsi a “libro” costituiscono una relazione
paradigmatica.
Tipi di dipendenza
Quando due o più elementi occorrono in un dato schema sintattico, esiste una sorta
di dipendenza tra di loro. In genere c’è un elemento dominante da cui dipendono le
proprietà della disposizione sintattica e che si definisce “testa”, mentre gli altri
elementi sono i suoi “dipendenti”.
Il punto di partenza nella struttura di Dipendenze è il verbo, il verbo prende un certo
numero di dipendenti (argomenti)
es. Maria suona il pianoforte--> suona è la testa, Maria e il pianoforte sono i
dipendenti, anche tra “il” e “pianoforte” esiste una relazione di dipendenza poiché la
forma dell’articolo determinativo dipende dal sostantivo).
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Le valenze sono elementi linguistici che devono necessariamente esistere affinché ciò che il
verbo descrive abbia un senso. Quindi è il verbo stesso, sulla base della sua natura e di ciò
che esprime, a stabilire il numero e il tipo degli argomenti chiamati in causa.
Valenza
Il concetto di valenza riguarda il numero di dipendenti che una testa può avere.
Con l’espressione ‘valenza del verbo’ ci si riferisce al numero di argomenti che un
verbo può avere, ma il numero di argomenti non coincide sempre con il numero di
dipendenti.
es: Chris gave the present to Pat at the party yesterday:
ha 5 dipendenti:
● i SN Chris, the present, to Pat, at the party
● avverbio yesterday
Differenza con il SN “at the party” e l’avverbio “yesterday”.
Infatti, mentre gli altri dipendenti sono semanticamente tutti argomenti del verbo give
e sintatticamente sono terms, at the party e yesterday non sono né argomenti del
verbo, né terms, dal momento che non denotano un partecipante all’evento del
verbo dare (give) ma il luogo in cui l’evento accade e il tempo in cui accade.
At the party e yesterday sono adjuncts in quanto sono opzionali.
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Dato che verbi come eat o give hanno una valenza sintattica variabile: è necessario distinguere tra
argomenti sintattici obbligatori e facoltativi (gli adjuncts sono sempre facoltative.). Gli argomenti
semantici solitamente appaiono come argomenti sintattici, e gli adjunct in genere sono opzionali, ma
c’è un’eccezione: nelle costruzioni passive il SN ACTOR (che è un argomento semantico del verbo)
appare come adjunct opzionale ed è marcato da un caso obliquo in lingue come il Malayalam (parlata
in India), oppure da una apposizione in inglese, tedesco, francese, ecc.
Non è detto però che tutti i SN o SP facoltativi siano adjunct altrimenti bisognerebbe ammettere che
l’oggetto diretto di un verbo come eat o drink sia un’estensione anch’essa, il che è poco credibile; o
che l’oggetto indiretto di un verbo come give sia un’estensione, di nuovo poco credibile. La distinzione
sta nel fatto che gli oggetti diretti o indiretti sono argomenti semantici dei verbi eat, drink, give mentre
espressioni come yesterday o at the party non lo sono.
Si può anche dire che i SN o SP che si riferiscono ai partecipanti che sono concettualmente necessari
per il significato del verbo sono argomenti, mentre quelli che si riferiscono ai partecipanti che non
sono concettualmente necessari non lo sono (argomenti).
Coding/Codifica
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CAPITOLO 4
Struttura dei costituenti - Constituent structure
La struttura dei costituenti di una frase riguarda le unità in cui sono raggruppate le
parole in una frase, ovvero i costituenti, e la loro organizzazione gerarchica.
Nell’analisi della struttura dei costituenti delle frasi è necessario SCOMPORLE nei
vari costituenti (parole)(azione conosciuta come parsing, ‘analisi sintattica’).
Il sintagma (termine introdotto da Ferdinand De Saussure,linguista svizzero):
è un insieme di costituenti (parole) tra i quali esiste una relazione sintattica; il
costituente é ognuno degli elementi in cui può essere scomposta la frase.
- Sintagma Nominale: il costituente composto da un sostantivo e da un articolo
. Es: Il cane morde, il cane è sintagma nominale.
-Sintagma Verbale: formato da un verbo ed un SN
es: Il cane morde, morde è sintagma verbale.
Mario suona il pianoforte. Suona il pianoforte è sintagma verbale
-Sintagma Preposizionale: formato da una preposizione (di, da ,del, nel, in, col) e
un SN.
es. Il cane di Mario (di Mario è sintagma preposizionale)
-Sintagma Aggettivale: può essere formato solo dall’aggettivo o da un aggettivo
modificato da un avverbio.
es: La città è deserta, deserta è sintagma aggettivale | la città è molto grande
(avverbio molto che modifica aggettivo grande)
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I rami possono collegare solo madri e figlie, e ogni figlia può avere una sola madre.
dominio immediato: il nodo madre domina i nodi figlie senza l’intervento di altri nodi
tra loro. Le figlie si dicono costituenti immediati delle loro madri.
Le quattro principali categorie sintattiche corrispondono alle quattro maggiori
categorie lessicali: nome, verbo, aggettivo e apposizione.
Adesso, possiamo dire che attraverso l’albero sintattico notiamo che un gruppo di
parole si definisce costituente se c’è un singolo nodo nell’albero che unicamente e
completamente le domina.
L’universalità delle form class - classi di forme
Assodato che Verbo e Nome sono presenti nelle grammatiche di tutte le lingue,
ovvero, sono universali, lo sono anche SN e SV?
Affiché SN sia universale, c’è bisogno che in ogni lingua un nome insieme ai suoi
modificatori formi un costituente, secondo uno o più test della costituenza
(sostituzione, permutazione, coordinazione* pag.18).
Esistono, a tal proposito, esistono diversi casi problematici.
1. riguarda il caso dello ‘split subject NP’ nel croato (SN soggetto separato). In
questo caso, SN è un costituente secondo il test della permutazione, in
quanto se cambia l’ordine nella frase si comporta sempre come un’unità.
2. quello del Kalkatungu (lingua aborigena australiana estinta) in cui l’aggettivo
appare separato da nome che modifica. Esso, tuttavia, supera tutti i test della
costituenza nonostante si tratti di modificatori non contigui.
3. caso particolare riguarda le lingue con ordine VSO come il Kwakwala (una
lingua wakashan parlata nella Columbia britannica). Una delle caratteristiche
della morfosintassi del Kwakwala è che i marcatori di caso e i SN determinanti
come dimostrativi e articoli, appaiono come clitici che si attaccano alla parola
precedente.
Quindi, mentre negli esempi precedenti, ogni nodo preterminale determinava una
parola piuttosto che una parte di parola, in questo caso abbiamo la situazione
opposta: un nodo si riferisce solo a una parte della parola. Però, l’applicazione del
test della permutazione dimostra che un nome associato a un clitico agisce come un
costituente e, di conseguenza, è possibile rappresentare la struttura dei costituenti
usando il diagramma.
Per quanto riguarda il SV (in cui abbiamo SN che appare tra il verbo e l’oggetto
diretto) bisogna considerare due fattori:
1. se non ci fosse la non-crossing condition (i rami/:linee che collegano i nodi/
non devono mai incrociarsi in una diagramma), non si porrebbe il problema di
unire il verbo e il OD in un SV
2. semplicemente perché due elementi non sono adiacenti non significa che non
possano essere parte di uno stesso costituente. Ciò significa che il fatto che
una lingua abbia un ordine delle parole molto libero, come il Kalkatungu, non
implica che non possa esistere un SV nella lingua. Per dimostrare che una
lingua manca del SV, bisogna dimostrare che il verbo + l’oggetto diretto SN
28
X-BARRA: è una teoria linguistica che cerca di identificare principi sintattici comuni a
tutte le lingue. Secondo questa teoria, tutte le lingue condividerebbero certe
similarità strutturali nel loro modo di formare la frase.
La lettera X simboleggia una categoria lessicale arbitraria; quando si analizza
un'espressione precisa, al posto della X viene assegnata una specifica categoria
lessicale - TESTA, e la X può diventare una N (per nome), una V (per verbo) o una P
(per preposizione)
Il termine X-barra deriva dalla notazione utilizzata. Alcune strutture sono
rappresentate da X (una X con sopra una barra), o in alcuni casi X′, per maggior
facilità tipografica (si legge comunque "x-barra"). La notazione XP sta per "sintagma
X" ed è equivalente a "x-barra barra" o "x doppia barra" (X con sopra una doppia
barra) o X″.
TYPOLOGY - ALLINEAMENTO
L’allineamento si riferisce alla particolare codifica degli argomenti nucleari di una
frase: soggetto/agente e oggetto dei verbi transitivi e il singolo argomento soggetto
dei verbi intransitivi.
S l’unico argomento di un verbo intransitivo;
A l’argomento agente di un verbo transitivo che coincide con il soggetto nelle lingue
in cui è possibile identificare l’azione grammaticale del soggetto;
O l’argomento paziente – oggetto di un verbo transitivo
29
30
COSTRUTTO TRANSIMPERSONALE
Nel 1914 il linguista, antropologo statunitense Edward Sapir ha condotto uno studio
in cui parla dei costrutti transimpersonali.
Sapir analizza i verbi intransitivi delle lingue native americane come verbi transitivi e
propone una definizione di “soggetto impersonale inespresso”.
as es. nella frase I sleep lui fa diventare il soggetto del verbo intransitivo “I” in
oggetto diretto “me” quindi in alcune lingue la frase è espressa come se fosse:
It sleeps me, come se il soggetto subisse l’azione del dormire.
Quindi Sapir suggerisce di analizzare questi verbi/predicati che sono inattivi
intransitivi, in predicati transitivi.
(Questa costruzione non va confusa con l’intransitività scissa che invece riguarda i
verbi intransitivi.)
Ma Francesca Merlan 1985 (prof.ssa di antropologia) sottolinea che l'analisi di Sapir
è oscura e non è molto chiara, chiedendosi ‘Come può qualsiasi forma significare " it
sleeps me”. Non è chiaro come l'analisi generale di Sapir è concepita per essere
destinata a riguardare tutte le lingue attive (ovvero quelle lingue in cui l'argomento di
un verbo intransitivo può essere a volte codificato come l'agente di un verbo
transitivo (ossia come il soggetto in italiano) e a volte come un complemento
oggetto).
Grazie al lavoro di Merlan, i tipologi sono sempre più consapevoli dell'eterogeneità
delle lingue attive, che possono essere classificate secondo diversi criteri.
Da un lato se ogni verbo intransitivo supporta solo uno dei due casi si parla di lingua
split-S (?). In una lingua del genere l'argomento di un verbo intransitivo come cadere
sarà sempre contrassegnato come l'agente (soggetto), anche se l'azione di cadere è
involontaria. Un verbo come dormire sarà invece indicato come paziente (o
complemento oggetto). Dall’altro, se il parlante può scegliere come indicare
l'argomento, si parla di lingua fluid-S (il bazbi - lingua caucasica). In questo modo è
possibile dare una maggiore sfumatura riguardo al grado di intenzionalità del
soggetto rispetto all’azione.
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-lingue SPLIT-S: c’è una scissione del soggetto, il soggetto dei verbi intransitivi è
codificato o sempre come Agente o come Oggetto, quindi si verifica o sempre una
condizione o sempre l’altra indipendentemente dal grado di controllo del soggetto
rispetto all’evento;
-lingue FLUID S: l’argomento di un verbo intransitivo può essere codificato sia come
Agente sia come Oggetto, a seconda del grado di controllo che il soggetto esercita
rispetto all’evento espresso dal verbo.
es.: la lingua Bats (della famiglia delle lingue caucasiche): un verbo come “cadere”
consente la codifica sia nominativa sia ergativa e questo dipende dall
intenzionalità/volontarietà o grado di controllo del soggetto rispetto all’azione. Ossia
se il soggetto compie l’azione volontariamente il soggetto viene codificato al caso
ergativo;
se l’azione è involontaria quindi non intenzionale il soggetto è codificato al caso
nominativo.
es.: nella lingua georgiana(lingua caucasica), un argomento S se inattivo è marcato
al caso pazientivo (come un O), mentre se S è attivo è marcato al caso agentivo
(come un A).
INTRANSITIVITà/VERBI INTRANSITIVI
I verbi possono essere divisi in diversi tipi di categorie: Una dimensione distintiva
importante riguarda il numero di elementi che un verbo riesce a reggere (valenza)
verbo transitivo: quando il verbo regge soggetto e complemento oggetto (Luca
suona il clarinetto)
Verbo Intransitivo: si chiama verbo intransitivo quando regge soltanto il soggetto
(piovere | morire)
Verbi ditransitivi: i verbi ditransitivi reggono soggetto, complemento oggetto e
oggetto indiretto (give| grant (concedere) He give Jhon ten dollars).
i verbi possono rappresentare diverse situazioni: alcuni rappresentano situazioni
statiche (vedere conoscere), altre azioni (correre), altre ancora a cambi di stato (per
esempio liquido-> solido), altri che coinvolgono azioni più cambi di stato
La differenza tra verbi transitivi e intransitivi risiede nella quantità di argomenti che
sono necessari per il significato del verbo:
I verbi transitivi hanno due argomenti: il soggetto (A, agente) e l’oggetto (O
paziente).
I verbi intransitivi hanno un solo argomento che è il soggetto (S).
La classe dei verbi intransitivi comprende due sottoclassi:
1. Verbi inergativi
Sono verbi intransitivi il cui argomento (il soggetto) si comporta sintatticamente come
il soggetto dei verbi transitivi (lavorare, camminare, ridere, dormire...). Es: Io mangio
la mela= Io lavoro);
2. Verbi inaccusativi
il termine inaccusativo fu introdotto nella terminologia linguistica da
Perlmutter
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Ergatività scissa
La maggior parte delle lingue ergative sono ergative solo a livello morfologico, e
possiedono invece una sintassi organizzata su base nominativo-accusativa: in esse
si riscontra spesso un fenomeno, conosciuto nella letteratura linguistica con il
termine di Ergative Split ‘scissione dell’ergatività’, in base al quale la morfologia di
una lingua ergativa mostra un’organizzazione in parte di tipo ergativo-assolutivo e in
parte nominativo-accusativo.
Tale fenomeno è principalmente determinato da due fattori, da un lato dal tempo o
dall’aspetto del verbo, e dall’altro dalla natura semantica del SN.
Nelle lingue che presentano l’ergatività scissa, in altri termini, l’ergatività è spesso
confinata a certi tempi o aspetti del verbo, e in tali casi è sempre il passato o
l’aspetto perfettivo che mostra una costruzione di tipo ergativo, mentre con il
presente o con l’aspetto imperfettivo appare una costruzione accusativa.
D’altra parte, sempre in un sistema con ergatività scissa, può succedere che la
costruzione ergativa sia utilizzabile solo quando certi tipi di SN o certe combinazioni
di SN appaiono nel ruolo di A e di P/O; in tal caso l’ergatività è connessa
all’animatezza dei SN. L’animatezza può essere definita nei termini di una gerarchia,
i cui principali componenti sono
- umano (1ª/2ª > 3ª) > animale > inanimato
Quando A si trova in un punto della gerarchia più basso rispetto a P/O, si riscontra
una costruzione ergativa, mentre se si trova in un punto più alto appare una
costruzione accusativa.
Tra le poche lingue ergative che presentano l’ergatività scissa non influenzato da
questi due fattori, vi sono il basco e il tzeltal (lingua maya); d’altra parte, nessuna
lingua sembra mostrare un’ergatività scissa condizionata da entrambi i fattori.
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Lingue austronesiane
Le lingue austronesiane delle Filippine, Taiwan, Madagascar, utilizzano sia
l’allineamento accusativo che quello ergativo nei verbi transitivi.
Gli allineamenti sono spesso (ed erroneamente) chiamati diatesi attiva e passiva
poiché il parlante può spesso scegliere di usare un tipo di allineamento piuttosto che
la voce attiva o passiva. Tuttavia, poiché non sono delle vere e proprie ‘voci’, termini
come “agente focale” o “causa agente/efficiente” sono usati per la tipologia
accusativa e “paziente focale” o “causa paziente” per la tipologia ergativa.
L’allineamento “causa paziente” è quello basilare in queste lingue. In ciascun
allineamento vengono usati due casi, ma avendo il nominativo e l’assolutivo la
stessa tipologia morfologica, esistono in totale 3 argomenti: nominativo-assolutivo
(chiamato convenzionalmente anche solo nominativo), ergativo e accusativo. Alcuni
studiosi di queste lingue, addirittura, credono che esistano 4 allineamenti, con diatesi
che marcano il locativo o il beneficiario con il caso nominativo, ma in generale si
ritiene che questi allineamenti non siano argomenti cardini (core arguments).
Ruoli tematici
I ruoli semantici descrivono la funzione che un argomento assume nell’evento
descritto dal verbo;
I parametri semantici che hanno avuto maggior rilievo nella discussione
dell’allineamento semantico sono due:
● Il ruolo tematico del predicato, in particolare la sua posizione nel continuum
agente/paziente;
● L’aspetto del predicato, in particolare la divisione tra predicati stativi e
dinamici, e tra predicati telici e atelici. I predicati stativi esprimono degli stati e
qualità. Quelli dinamici denotano delle azioni e delle situazioni.
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è, spesso, un singolo fattore o una serie di fattori strettamente connessi che giocano
un ruolo fondamentale nel formare una lingua.
Recentemente Primus ha proposto un modello universale di argomenti
semanticamente allineati con dei predicati a singolo argomento, seguendo lo studio
di Dowty il quale propose un processo di scomposizione lessicale al fine di catturare
gli aspetti grammaticalmente rilevanti del significato del predicato. Secondo Dowty i
ruoli tematici individuali, devono rientrare nelle due macro-categorie di proto-ruoli,
cioè quella di proto-agente e di proto-paziente.
In generale, le proprietà del proto-agente sono:
● coinvolgimento nell’evento/azione, intenzionalità
● è un essere senziente;
● è colui che causa un evento o un cambiamento di stato o il movimento di un
altro partecipante;
● esiste indipendentemente dall’evento identificato dal verbo.
Le proprietà del proto-paziente sono:
● subisce un cambiamento di stato;
● descrive un tema incrementale (come nel verbo ‘costruire’, dove l’azione
descritta ha termine solo quando è stato raggiunto lo scopo);
● influenzato da un altro partecipante all’evento
● stazionario rispetto al movimento di un altro partecipante.
AN INTRODUCTION TO SYNTAX
CAPITOLO 1
SINTASSI
La sintassi è la componente centrale del linguaggio umano, ed è lo studio delle
funzioni proprie della struttura della frase.
Il termine Sintassi deriva dalla parola greca syntaxis, ovvero “disporre”. La sintassi è
la branca della grammatica e della linguistica che studia i diversi modi in cui le
parole, i codici dei linguaggi, si combinano tra loro per formare una frase.
La lingua è il sistema attraverso il quale gli appartenenti ad una comunità comunicano tra loro
attraverso l’uso di un determinato linguaggio, ovvero un insieme di segni scritti (simboli) o parlati
(suoni) quindi vi è una correlazione sistematica tra significanti e significati. (come rappresentato qui
sotto).
Con il termine significante si indica il piano dell’espressione del segno linguistico, cioè la parte
fisicamente percepibile del segno linguistico. Col termine significato si intende il piano del contenuto
del segno linguistico.
L’unione tra forma e contenuto, ossia tra significante e significato definisce il segno linguistico.
Per quanto riguarda il linguaggio orale, la lingua parlata, i significanti (segni) sono orali, per quanto
riguarda il linguaggio dei segni, sono manuali. Non è detto che ogni possibile significato che può
essere espresso, sia legato ad un unico significante, quindi:
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-Ad un significante possono corrispondere più significati (polisemia) mentre, ad un significato possono
corrispondere più significanti (sinonimia).
Dunque, ogni lingua ha un insieme di elementi portatori di significato e diversi modi di combinarli per
esprimere diversi significati, e questi stessi modi di combinarli sono essi stessi portatori di significato.
ciò significa che possiamo combinare frasi combinando i suoi elementi in modi diversi, con gli stessi
elementi portatori di significato, ma ottenendo un risultato diverso:
es: Chris dà il computer a Dana
Dana dà il computer a Chris
queste due frasi differiscono non nei loro elementi (parole) , ma nella loro sintassi.
ORDINE SINTATTICO
La sintassi fa riferimento a come le frasi sono costruite. Uno dei principali modi per i
quali le lingue si differenziano è l’ordine degli elementi che costituiscono una frase.
-In inglese e in italiano abbiamo l’ordine sintattico: SVO, abbiamo il soggetto prima
del verbo e il complemento oggetto che segue il verbo.
-in Lakhota (una lingua sioua del nord america) il soggetto e il complemento oggetto
precedono il verbo, quindi è una lingua SOV.
-in Toba Batak abbiamo il verbo, il complemento oggetto e il soggetto, dunque è una
lingua VOS.
-Ci sono lingue poi, il cui ordine sintattico delle parole non è rilevante ai fini
dell’interpretazione del significato della frase, come il Russo. In questa lingua sono le
desinenze (o flessioni) applicate alle parole stesse che definiscono la loro funzione.
MORFOLOGIA E SINTASSI.
Questi cambiamenti nella forma delle parole per indicare la loro funzione nella frase,
sono stati definiti da Matthwes “flessioni”, e lo studio delle formazioni delle parole è
chiamata “morfologia”
DEF: la morfologia (dal greco, morphé "forma" e lògos "discorso") è la parte della
grammatica o della linguistica che ha per oggetto lo studio della struttura
grammaticale delle parole.
Tornando dunque alla lingua Russa, è importante notare come sia fondamentale la
relazione tra la sintassi e la morfologia: quindi, ciò che può essere espresso
sintatticamente in alcune lingue, può essere espresso morfologicamente in altre.
L’incontro tra morfologia e sintassi, crea ciò che è comunemente chiamato
“grammatica”. un termine alternativo è “morfosintassi” che esplicitamente riconosce
l'importante rapporto tra sintassi e morfologia.
CARATTERISTICHE DELLA SINTASSI
Una delle più importanti caratteristiche della sintassi è che le frasi semplici possono
essere combinate in diversi modi per creare frasi complesse. Una delle più
importanti caratteristiche del linguaggio umano è la sua natura illimitata, ovvero: il
fatto che il numero delle espressioni dotate di significato che possono essere
prodotte dall’essere umano è infinito.
FRASI GRAMMATICALI E AGRAMMATICALI
-Le frasi grammaticali sono quelle che seguono le regole e i principi della sintassi di
una determinata lingua
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-Le frasi agrammaticali: sono quelle frasi che violano una o più regole o principi
sintattici.
Ad esempio la frase inglese
“teacher the book a reading is” : è agrammaticale perché viola alcuni principi di
ordine delle parole per la lingua inglese: l’ordine delle parole per l’inglese, infatti,
prevede una sequenza formata da soggetto-verbo-oggetto, SVO l’articolo “the” deve
precedere “a” che deve precedere il sostantivo che esso stesso modifica, e il verbo
ausiliare ”is” deve precedere il verbo principale
1.1ASPETTI DELLA STRUTTURA SINTATTICA
Nella struttura sintattica delle frasi, è necessario distinguere due aspetti diversi ma
connessi tra loro:
1)la funzione del soggetto e del complemento oggetto nella frase: soggetto e
complemento oggetto sono tradizionalmente stati indicati come “relazioni
grammaticali”. Questa specie di sintassi verrà chiamata quindi “struttura relazionale”.
E include più di semplici relazioni grammaticali come “soggetto-complemento
oggetto”; include anche la relazione “modificatore-modificato” e la relazione
“possessore-posseduto”
2)Il secondo aspetto, invece, riguarda l’organizzazione delle unità che costituiscono
una frase; la frase, infatti, non consiste di un mero filo di parole
Es: “The teacher read a book in the library”, questo non è il caso in cui ogni parola è
collegata a quella adiacente nel “filo”: non c’è diretta relazione tra “read” ed “a” o tra
“in” e “the”. “A” è collegata a “read” solo attraverso “a book”, essendo questo il
complemento oggetto di “read”, così come “the” è relazionato a “in” solo in quanto
“the library” è l’oggetto della preposizione “in”.
Le parole sono organizzate perciò in unità che a loro volta si organizzano in unità
maggiori chiamate costituenti, l’organizzazione gerarchica tra queste unità in una
frase è chiamata struttura costituente.
SINTAGMI
Il sintagma (termine introdotto da Ferdinand De Saussure,linguista svizzero):
è un insieme di costituenti (parole) tra i quali esiste una relazione sintattica; il
costituente é ognuno degli elementi in cui può essere scomposta la frase.
- Sintagma Nominale: il costituente composto da un sostantivo e da un articolo
. Es: Il cane morde, il cane è sintagma nominale.
-Sintagma Verbale: formato da un verbo ed un SN
es: Il cane morde, morde è sintagma verbale.
Mario suona il pianoforte. Suona il pianoforte è sintagma verbale
-Sintagma Preposizionale: formato da una preposizione (di, da ,del, nel, in, col) e
un SN.
es. Il cane di Mario (di Mario è sintagma preposizionale)
-Sintagma Aggettivale: può essere formato solo dall’aggettivo o da un aggettivo
modificato da un avverbio.
es: La città è deserta, deserta è sintagma aggettivale | la città è molto grande
(avverbio che modifica aggettivo grande)
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- nomi
- verbi
- aggettivi
- avverbi
- apposizioni, che coinvolgono le preposizioni e le posposizioni
Nella grammatica tradizionale, le categorie lessicali sono determinate dalle
definizioni teoriche, ovvero sono caratterizzate a seconda del loro contenuto
semantico; nella linguistica moderna, invece, sono definite morfosintatticamente a
seconda delle loro proprietà grammaticali.
I NOMI: distinguiamo, pertanto, i nomi propri (riferiti a persone ) e i nomi comuni
(riferiti a cose). La differenza sostanziale tra i due è che i nomi comuni prendono
l’articolo. I sostantivi inoltre possono essere distinti tra numerabili e non numerabili; i
numerabili denotano entità appunto numerabili, (7 sedie). I sostantivi non numerabili
denotano entità non numerabili (acqua, burro).
I PRONOMI: I pronomi sono strettamente collegati ai nomi, entrambi funzionano nei
sintagmi nominali.
Essi sono generalmente visti come i “sostituti” dei nomi.
es: john è andato al negozio, lui ..
abbiamo i pronomi:
-personali
-relativi
-possessivi
-dimostrativi
-indefiniti
-interrogativi
-numerali
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-esclamativi.
I VERBI:
I verbi possono essere divisi in diversi tipi di categorie: Una dimensione distintiva
importante riguarda il numero di elementi che un verbo riesce a reggere (valenza)
Verbo Intransitivo: si chiama verbo intransitivo quando regge soltanto il soggetto
(piovere | morire)
verbo transitivo: quando il verbo regge soggetto e complemento oggetto (Luca
suona il clarinetto)
verbi ditransitivi: i verbi ditransitivi reggono soggetto, complemento oggetto e
oggetto indiretto (give| grant (concedere) He give Jhon ten dollars).
i verbi possono rappresentare diverse situazioni: alcuni rappresentano situazioni
statiche (vedere conoscere), altre azioni (correre), altre ancora a cambi di stato (per
esempio liquido-> solido), altri che coinvolgono azioni più cambi di stato
GLI AGGETTIVI:
Gli aggettivi, in genere, esprimono proprietà di entità (gli attributi di qualità e quantità
della persona o cosa indicata dal sostantivo a cui si riferisce).
es: mela rossa :Alcuni di questi sono intrinsechi alle entità alle quali si riferiscono, ad
esempio l’aggettivo “rosso” è intrinseco del sostantivo “mela” ma non lo è del
sostantivo “fagiolo”.
Alcune lingue sottolineano questa differenza. In spagnolo, ad esempio, per
sottolineare l’appartenenza innata di un aggettivo a un’entità, si attua una differenza
verbale: si usa, infatti, “ser” per gli aggettivi innati alle entità e “estar” per quelle
momentanee.
Abbiamo diversi tipi di aggettivi vengono tradizionalmente divisi in due classi:
-aggettivi qualificativi (forte, grande, bello, rettangolare, parco, goloso, verde,
vecchio ecc);
-aggettivi determinativi (o "indicativi”| indica il sostantivo con più certezza, lo
individua), che specificano il nome su piani diversi da quello qualitativo e si dividono
a loro volta in:
--aggettivi possessivi (mia, vostre, suo ecc...);
--aggettivi numerali (cardinali: due, trentatré ecc...; ordinali: primo, quarantatreesimo
ecc...);
--aggettivi dimostrativi (questo, quello ecc...)
--aggettivi indefiniti (alcuni, tutti, nessuna,ecc...);
--aggettivi interrogativi ed esclamativi (quale?, quanti?, quale gioia!, ma che onore!
ecc...).
AVVERBI
Gli avverbi sono una parte invariabile del discorso e modificano i verbi, gli aggettivi e
gli altri avverbi, e possono essere :
-di modo , indicano il modo in cui qualcosa viene fatto: attentamente,
meravigliosamente.
- di tempo, indicano quando qualcosa accade : ora, adesso, domani.
Gli avverbi, in inglese terminano generalmente (ma non sempre) in –ly. In italiano in
–mente.
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determinanti.
-Categorie lessicali come il sostantivo e il verbo la cui appartenenza può
essere ampliata sono chiamati categorie di classe aperta.
- le categorie come , determinanti o congiunzione, sono delle classe chiusa
perché a determinati termini non si aggiunge la possibilità di crearne di nuovi
della medesima funzione logica testuale
FUNZIONI SINTATTICHE
Argomento, Modificatore e Predicato.
In una frase come “the teacher read an interesting book”
“the teacher” e “an interesting book” : argomenti
“read” : predicato
“the” | “an” e “interesting” : modificatori.
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APPOSIZIONI
-il Russo per esempio è sprovvista di apposizioni, le quali esprimono i
contenuti semantici di solito appartenenti a preposizioni e posposizioni
attraverso suffissi apposti al sostantivo (come in Russo). Il concetto viene
espresso attraverso le finali chiamate “casi”, quelle poste a fine parola sono
chiamati “marcatori di caso”
- il Dyirbal (lingua aborigena australiana) ha solo suffissi e nessuna
apposizione, pertanto la categoria delle apposizioni non è universale.
AGGETTIVI
anche la categoria degli aggettivi non è universale.
es: per esempio le parole che esprimono proprietà come “rosso” “alto” hanno
le stesse proprietà morfosintattiche dei verbi.
es: per esempio l’aggettivo inglese “sick” in lakhota rappresenta un sottotipo di
verbo.
quindi non c’è nessun motivo di postulare una categoria “aggettivi” se esiste
già quella “verbi”.
Nel Dyirbal e nel Quechua, d’altro canto, le parole di questo tipo hanno le
stesse proprietà morfosintattiche dei sostantivi, pertanto vengono analizzate
come sottocategorie degli stessi.
AVVERBI
è difficile, infine, definire l’universalità degli avverbi poiché è stata poco
analizzata linguisticamente. In conclusione possiamo dire che i nomi e i vebi
sono categorie lessicali universali,ma apposizioni (preposizioni e posposizioni)
e aggettivi no. E’ importante tenere a mente che dicendo che quella degli
aggettivi non è una categoria universalmente valida, non vuol dire che ci sono
lingue in cui mancano parole che esprimano proprietà come “rosso”, “dolce”,
ecc. Al contrario, queste parole esistono ma sono espresse sotto forma di
membri di altre classi.
FORM CLASS
Nella linguistica moderna, la determinazione della categoria di una parola non
si basa sul suo significato, ma sul suo comportamento morfosintattico,
FORM CLASS: Sono le classi di parole che si basano sulle loro proprietà
morfosintattiche
es:
NOMI: Consideriamo le differenze tra nomi comuni e nomi propri in inglese:
entrambi sono due tipi di sostantivi, entrambi formano parte dei sintagmi
nominali, ma differiscono nel fatto che i nomi comuni possono essere
modificati dagli articoli (determ e indeterm) e dagli aggettivi, mentre i nomi
propri non possono. inoltre, i nomi comuni, se sono numerabili possono
prendere flessione plurale, mentre i nomi propri non possono pertanto, ci sono
sia differenze morfologiche che sintattiche a distinguere i nomi propri e quelli
comuni.
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VERBI:
I verbi inglesi si differenziano dalle altre classi attraverso criteri sintattici e
morfologici. Morfologicamente, solo i verbi prendono i vari suffissi –ing
/ando (progressive), -ed (past tense), -s (third person) e –en / andato (past
participle). Sintatticamente, occupano una posizione unica nella frase,
possono essere modificati solo dagli avverbi, non da aggettivi o dimostrativi
AGGETTIVI:
Non ci sono proprietà morfologiche che distinguono gli aggettivi in inglese, ma
qualche aggettivo richiede suffissi distintivi
Molti aggettivi prendono -er per le loro forme comparative, e prendono -est
per i loro superlativi; alcuni aggettivi, invece, si servono di “more” e “most”.
In inglese gli aggettivi occupano un posto specifico nei sintagmi nominali
(es. the seven tall trees) e possono funzionare da predicato solo in
combinazione con la copula “be”(Es. The tree is tall)
AVVERBI:
Gli avverbi in inglese spesso (ma non sempre) terminano in -ly; essi
funzionano solo da modificatori (ma mai di nomi) ES. the extremely quick
rabbit.
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MORFEMI LIBERI E LEGATI i morfemi liberi sono quei morfemi che possono
sussistere da soli come parole indipendenti, di nuovo “cane”, “rosa” e “gatto”. -
mentre i morfemi legati non possono sussistere come parole indipendenti, questi
sono in genere morfemi grammaticali, mentre quelli liberi possono essere sia
lessicali che grammaticali. es: dog-s , la s di dog,
in Alcune lingue i morfemi lessicali possono essere considerati morfemi legati.
Morfemi che non possono sussistere senza morfema grammaticale, come succede
nel russo, in cui il verbo “vide-“ (vedere) non può sussistere senza l’aggiunta di un
suffisso che vada ad indicare il proprio soggetto e il proprio tempo.
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