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A) GLI ELEMENTI DELLA FRASE

La frase è l’unità sintattica, costituita da una sequenza di parole, compresa tra due
segni d’interpunzione, ed è retta da un verbo. Un testo può essere formato anche
da una sola frase, mentre più frasi insieme danno vita a testi sempre più lunghi.

Esistono 2 tipi di frase:


1. Frase Semplice o Proposizione : costituita da 2 elementi di base, il Soggetto
e il Predicato.
Una frase formata solo da Soggetto e Predicato è detta Frase Minima (Es. il
bimbo piange), che può essere ampliata da altri elementi , rimanendo
comunque un'unica proposizione, retta da un solo verbo.
2. Frase Complessa o Periodo: poiché è costituita da tante Proposizioni
quante sono i Verbi.

● IL SOGGETTO
E’ la persona, l’animale, o la cosa di cui si parla. Il Soggetto può essere:
- più di uno (Es. Luca e Giovanni vanno al cinema);
- sottinteso (Es. Siete convinti?);
- collocato dopo 1 o più parole oppure alla fine della frase (Es. Silenziosa
cala la Sera);
- formato da un nome preceduto dalla preposizione di con valore positivo
(Es. Degli sconosciuti erano in mezzo alla strada), dando luogo al
“SOGGETTO PARTITIVO”;

Il soggetto può essere costituito oltre che da un Nome anche da un’altra parte del
discorso, persino da un’altra proposizione , in tal caso viene detta
PROPOSIZIONE SOGGETTIVA.

● IL PREDICATO
Ha la funzione di fornire informazioni circa il soggetto. Corrisponde SEMPRE a
un Verbo. Se esso è formato da un verbo predicativo, si dice PREDICATO
VERBALE. Se esso è formato dal Verbo Essere, si dice PREDICATO
NOMINALE.

● PREDICATO VERBALE
Corrisponde a qualsiasi forma verbale (attiva, passiva, riflessiva) che esprima
senso compiuto. I verbi servili e fraseologici (solere, volere, dovere, potere, stare,
riuscire, andare) costituiscono, insieme all’infinito o al gerundio un unico
predicato verbale (Es. Devi andare a casa).
Se il predicato è sottinteso, la frase si dice ELLITTICA DEL PREDICATO (Es.
tutti i genitori amano i propri figli, anche noi).
● PREDICATO NOMINALE
E’ costituito da una qualunque parte del discorso (nome, pronome, aggettivo)
legata al soggetto da una voce del verbo Essere, detta Copula. La parte non verbale
viene denominata parte nominale o nome del predicato.

Riguardo al verbo essere si tenga presente:


- quando ha il significato di esistere, trovarsi, vivere, stare, risiedere,
appartenere, non è copula, ma predicato verbale (Es. I miei familiari sono
a Napoli);
- quando si accompagna al participio passato di un verbo , di cui è
l’ausiliare, forma con esso un unico predicato verbale (Es. siamo arrivati
in questo momento).

● CONCORDANZA SOGGETTO PREDICATO

Regole di concordanza:
1. sia il predicato verbale, che la copula concordano con il soggetto nel
numero e nella persona (Es. I fiori profumano)
Quando il soggetto è formato da un Nome Mobile o da un Aggettivo , la
parte Mobile concorda con esse anche nel genere (Es. Mio fratello è un
dottore).
Qualora i soggetti siano più di uno e genere uguale, il nome del predicato
segue quello stesso genere e si volge al plurale (Es. Maria e Chiara sono
carine).
Nel caso in cui i soggetti sono più di 1 e di genere diverso, il nome del
predicato assume il numero plurale e il genere maschile (Es. mio cognato e
mia cognata sono molto affettuosi);
2. In presenza di un soggetto corrispondente a un nome collettivo il predicato
può essere di numero sia singolare che plurale (Es. Un gregge di pecore
avanzò verso di noi);
3. Quando il Pronome Relativo ha funzione di soggetto, il predicato concorda
con esso (Es. Il calcio figura tra gli sport che hanno il maggior numero di
spettatori);
4. Il participio passato dei tempi composti non subisce alcuna variazione
quando si coniuga l’ausiliare Avere (Es. I leoni hanno ruggito), mentre
concorda col soggetto, nel numero e nel genere quando si coniuga
l’ausiliare essere (Es. Marco è venuto a farmi visita).

● ATTRIBUTO APPOSIZIONE
Per Attributo si intende un Aggettivo che si accompagna a un Nome per meglio
determinarlo.
Se si riferisce a più nomi dello stesso genere, l’attributo segue il plurale di quel
genere (Es. Marta indossa sempre maglie e scarpe bianche), altrimenti, se si
accompagna a più nomi di genere diverso, ma tutti di numero singolare, si utilizza
il maschile plurale (Es. Il cane e la gatta sono molto affettuosi).
Se si riferisce, a più nomi di genere diverso, ma tutti di numero plurale ,
l’Aggettivo va al plurale o concorda con quello più vicino (Es. Gli scavi hanno
portato alla luce dipinti e tombe romani/e).
Ogni Attributo può precedere o seguire il nome a cui si accompagna e può riferirsi
sia al Soggetto che a un Complemento.

L’Apposizione è un sostantivo che si unisce a un altro sostantivo per meglio


determinarlo . Oltre a essere collegata direttamente al nome a cui si riferisce (Es.
Il poeta Virgilio) , si può collocare tra 2 virgole (Es. Mio padre , medico, ha
frequentato l’università), oppure può essere congiunta al nome mediate le
locuzioni : per, come, a, da, in qualità di, in veste di.

A seconda che sia costituita da un solo nome (Es. il re Luigi) o da 2 nomi


(Leonardo, artista e scienziato), l’apposizione si dice, semplice o composta.

Se invece è formata da un nome accompagnato da un attributo e da un


complemento (Es. L’Etna, grande Vulcano d’italia) si dice Apposizione
Complessa.
PS. L’apposizione può riferirsi sia al soggetto che a qualsiasi complemento della
frase.

B) I COMPLEMENTI
Si tratta di elementi che completano il senso di una frase semplice.
Un complemento si dice “Diretto” quando è direttamente unito al verbo, senza
bisogno di preposizioni. L’unico complemento diretto è Il Complemento Oggetto
(Es. Mangio pasta). Si dicono Indiretti invece i complementi che si legano al verbo
tramite una preposizione (Es. Vado a casa). Sono denominati complementi
Avverbiali quelli espressi mediante avverbi (Es. Il capitano rimproverò
aspramente i soldati).

● IL COMPLEMENTO OGGETTO
Esso Risponde alle domande: chi? che cosa? e indica la persona, l’animale
o la cosa su cui ricade direttamente l’azione espressa da un verbo
transitivo attivo (Es. Il marito ama la moglie). Può essere usato da
complemento oggetto qualsiasi parte del discorso usata in funzione di
sostantivo (Es. preferisco questo).
Si definisce Complemento Oggetto Partitivo , quello preceduto dalla
Preposizione semplice di o dalle preposizioni articolate : del, dello, dei,
degli, delle , che hanno Valore Partitivo ed equivalgono a un po’, alcuni (Es.
ho sentito degli spari).
E’ invece detto quel Complemento dell’Oggetto Interno che è retto da verbi
Intransitivi, i quali possono trasformarsi in transitivi con l’ausilio di una
parola derivata dalla loro stessa radice (Es. Vivere una vita).

● I COMPLEMENTI PREDICATIVI
Sono costituiti da Nomi o Aggettivi i quali completano il significato del verbo (che
senza di essi non avrebbe senso) , e allo stesso tempo si riferiscono
grammaticalmente al soggetto o al complemento oggetto.

● COMPLEMENTO PREDICATIVO DEL SOGGETTO


Di solito si trova:
1. Con i verbi : sembrare, parere, diventare, divenire, restare, detti Verbi
Copulativi , ossia fungono da Cupola, cioè uniscono al soggetto un nome,
un aggettivo, un pronome, che adesso si riferisce in qualità di parte
nominale (Es. Rimasi veramente contento);
2. Con i verbi Intransitivi: nascere, vivere, morire (Es. Giovanni è nato
ricco);
3. Con le forme Verbali passive : essere stimato, essere considerato, essere
creduto, essere riconosciuto, essere eletto, essere proclamato (Es.
Napoleone fu proclamato imperatore);
4. Con alcuni Verbi di vario significato come : arrivare, partire, sedere,
camminare (Es. i corridori arrivarono al traguardo trafelati).

Il Complemento Predicativo del Soggetto può essere introdotto da : per, a, da,


come, quale, in conto di (Es. Francesca è stata trattata da Aldo come una sorella).

● COMPLEMENTO PREDICATIVO DELL’OGGETTO


E’ retto dai:
1. Verbi Elettivi : eleggere, nominare, proclamare (Es. I romani elessero
Cicerone console);
2. Verbi Estimativi : giudicare, ritenere, considerare, stimare (Es. Tutti lo
ritenevano un galantuomo);
3. Verbi Appellativi : chiamare, nominare, dichiarare (Es. I vertici
dell’esercito lo hanno nominato colonnello);
4. Verbi Effettivi : fare, rendere, creare (Es. il denaro ti ha reso egoista);
5. Verbi Transitivi Attivi : vedere, sentire, presentarsi, conoscere,
abbandonare , nelle frasi in cui è necessario precisare il senso del
complemento Oggetto (Es. Vi vedo Tristi).

Anche il Complemento predicativo dell’oggetto può essere unito al verbo da


locuzioni come : per, a, da, come, quale, in conto (Es. Hanno scelto Giacomo
quale direttore).
● COMPLEMENTI INDIRETTI

1. COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE:
Esso precisa , il senso del nome, è introdotto dalla preposizione di, semplice
o articolata e risponde alle domande “di chi?, di che cosa?” (Es. Il gatto di
Susanna)
Si ricordi inoltre di non confondere, il “di” specificativo con l’articolo
partitivo, che invece introduce un soggetto o un oggetto (Es. ci furono delle
lamentele);

2. COMPLEMENTO DI QUALITA’:
Esprime le qualità fisiche di persone, animali o cose, nonché le qualità
morali e intellettuali delle persone.
Introdotto dalle preposizioni : di, da, con, a, risponde alle domande “di che,
con che cosa, da che cosa? a che cosa?” (Es. E’ un uomo di grande
intelligenza);

3. COMPLEMENTO DI TERMINE:
Indica la persona, l’animale, o la cosa sui cui “termina” l’azione o il modo di
essere espressi dal Verbo.
E’ retto dalla preposizione a, semplice o articolata, e risponde alle domande
“a chi? a che cosa?” (Es.Ho regalato un orologio a mio padre).

Sono complementi di termine anche le forme pronominali : mi, ti, si, vi, ci,
loro quando assumono il significato di: a me, a te, a sé, a noi, a voi, a loro
(Es. ci hanno detto di stare pronti).
Le stesse forme pronominali sono: complementi oggetto quando hanno il
significato di : me, te, si, noi, voi, loro (Es. Il professore mi ha interrogato);

4. COMPLEMENTO DI VANTAGGIO, SVANTAGGIO, CONVENIENZA


- Il Complemento di Vantaggio indica a vantaggio di chi o di che cosa
viene compiuta una determinata azione.
E’ retto dalle preposizioni a, per e dalle locuzioni : a favore di, a
vantaggio di, in difesa di, (Es. I veri patrioti combattono in difesa
della Patria.);
- Il Complemento di Svantaggio indica a svantaggio di chi o di che
cosa viene compiuta una determinata azione.
E’ retto dalle preposizioni a, per, e dalle locuzioni : a svantaggio di,
a sfavore di, contro (Es.Il fumo è dannoso alla salute);
- Il Complemento di Convenienza indica a chi conviene o compete
l’obbligo di compiere una determinata azione (Es. tocca a noi
tutelare i nostri interessi);

5. COMPLEMENTO DI COMPAGNIA E UNIONE


- Il Complemento di Compagnia indica l’essere animato a cui ci si
accompagna o con il quale si compie l’azione espressa dal verbo.
E’ retto dalla preposizione con o dalle locuzioni : in compagnia di,
insieme con, e risponde alla domanda “con chi?” (Es. Ad agosto
andrò in vacanza con i miei amici);
- Se il complemento è costituito da una cosa si dice “Complemento di
Unione” (Es. gli alunni vanno a scuola con gli zaini);

6. COMPLEMENTO D'AGENTE E DI CAUSA EFFICIENTE


- Il complemento di Agente indica l’essere animato dal quale viene
compiuta l’azione espressa dal verbo in forma passiva.
E’ retto dalla preposizione da, semplice o articolata, e risponde alla
domanda “da chi?” (Es. il ladro è stato arrestato dai poliziotti);
- Se il complemento in forma passiva esprime un’azione compiuta da
un essere inanimato si parla di Complemento di Causa efficiente, è
retto dalla preposizione da, semplice o articolata e risponde alla
domanda “da che cosa?” (Es. l’albero è stato abbattuto dal
fulmine);

7. COMPLEMENTO DI LIMITAZIONE
Indica entro quali limiti e sotto quali aspetti deve essere considerato un
concetto espresso da un verbo, da un nome, da un aggettivo.
E’ introdotto dalle preposizioni di, a, da, per, secondo, o dalle locuzioni
rispetto a, in quanto a, in fatto di. Risponde alle domande “quando a chi?,
quando a che cosa?” (Es. Antonio è particolarmente bravo in storia);

8. COMPLEMENTO DI ABBONDANZA O PRIVAZIONE


- Il Complemento di Abbondanza indica di che cosa abbonda una
persona, un animale o una cosa. E’ retto dai verbi : riempire,
abbondare, caricare, nonché da Aggettivi che da essi derivano (Es.
ricco, fornito).
Risponde alla domanda “di che cosa?” (Es. è una donna piena di
virtù);
- Il Complemento di Privazione , indica di che cosa è priva una
persona, un animale o una cosa.
E’ retto dai verbi : svuotare, privare, spogliare, nonché dagli
aggettivi che da essi derivano (Es. privo, nudo).
Risponde alla domanda “di che cosa?” (Es. Fummo privati di ogni
avere);

9. COMPLEMENTO DI MEZZO O STRUMENTO


- Esso indica il mezzo (o strumento) mediante il quale si compie una
determinata azione.
Costituito da un nome preceduto dalle preposizioni con, per, di, a, o
dalle locuzioni : per mezzo di, mediante, tramite, per opera di, in
grazia di.
Risponde alle domande “per mezzo di chi?, per mezzo di che cosa?”
(Es. Andrò a Londra con l’aereo);

10. COMPLEMENTO DI MODO O MANIERA


- Indica in che modo si compie un’azione o avviene un fatto.
E’ retto dalle preposizioni con, di, a, in. Risponde alle domande
“come?, in che modo?” (Es. Un maleducato si comporta sempre
con arroganza);

11. COMPLEMENTO DI FINE O SCOPO


- Indica l’intento per cui si compie un’azione, oppure l’uso a cui è
destinato un oggetto.
E’ retto dalle preposizioni per, a, da, o dalle locuzioni : allo scopo
di, al fine di.
Risponde alle domande “per che cosa?, a che scopo?” (Es. ti do
questo consiglio per il tuo bene);

12. COMPLEMENTO DI MATERIA


- Indica di che materia è fatto un oggetto. E’ retto dalle preposizioni
di, in. Risponde alle domande “di che materia?, In che materia?,
fatto di che?” (Es. In soffitta ho trovato un vecchio servizio di
piatti in argento);

13. COMPLEMENTO DI ARGOMENTO


- Individua la persona, l’animale o la cosa di cui si parla o si scrive.
E’ retto dalle preposizioni di, su (semplici o articolate) o dalle
locuzioni : intorno a, riguardo a, a proposito di, circa.
Risponde alle domande “di chi?, di che cosa?, su chi?, su che cosa?,
intorno a chi?, intorno a che cosa?” (Es. Oggi la classe ha svolto un
tema su Manzoni);

14. COMPLEMENTO DI CAUSA


- Indica il motivo o la causa per cui si svolge una certa azione o si
verifica un fatto. E’ retto dalle preposizioni per, di, da, con o dalle
locuzioni : a causa di, a motivo di, a ragione di.
Risponde alle domande “perché?, per quale motivo?” (Es. Sudo per
il troppo caldo).
PS. Per evitare confusioni con il complemento di fine o scopo , si
tenga presente che il Fine non è stato ancora raggiunto, mentre la
causa precede il fatto da essa stessa determinato (Es. per il traffico
arrivai in ritardo);

15. COMPLEMENTO DI PARAGONE


- Corrisponde al secondo termine del confronto istituito tra 2 persone
, animali o cose. E’ introdotto da “di, che” → (quando accompagna
un comparativo di maggioranza o di minoranza), oppure da come,
quanto → (dopo un comparativo di uguaglianza)
Risponde alle domande “di chi?, di che cosa?” (Es. Giulio Cesare è
tanto famoso quanto Carlo Magno);

16. COMPLEMENTO DI ORIGINE O PROVENIENZA


- Indica da quale luogo trae origine o proviene una persona, un
animale o una cosa. E’ introdotto dalla preposizione “da” , è retto da
verbi come : nascere, provenire, uscire, apprendere.
Risponde alle domande “da chi?, da che cosa?” (Es. la lingua
italiana deriva dal latino;

17. COMPLEMENTO DI LUOGO


Essi sono 4:
- Complemento di Stato in Luogo : Indica il luogo, reale o figurato, in
cui si trova una persona, un animale, una cosa, o dove si verifica un
qualunque evento. E’ introdotto dalle preposizioni a, in, su, dentro,
sopra.
Risponde alle domande “dove?, in luogo?”. E’ costituito da Avverbi o
Locuzioni Avverbiali : qui, qua, quivi, lì, là, dove, dovunque (Es. I
treni sono fermi in stazione);

- Complemento di Moto a Luogo : Esprime il luogo, reale o figurato,


verso il quale si dirige una persona, un animale o una cosa.
E’ introdotto dalle preposizioni a, in, da, verso, per, sotto.
Risponde alle domande: “dove?, verso dove?”. E’ costituito da
Avverbi o Locuzioni Avverbiali : qui, qua, lì, là, dove, dovunque
(Es. Domani andremo a Torino);

- Complemento di Moto da Luogo : Indica il luogo, reale o figurato ,


dal quale arriva una persona, un animale o una cosa.
Risponde alle domande: “da dove?, da quale luogo?”. E’ costituito da
Avverbi o Locuzioni Avverbiali : di qui, da qua, da lì, da là, da
dove (Es. Gli scolari uscirono dalle classi ordinatamente);

- Complemento di Moto per Luogo : Indica il luogo, reale o figurato,


attraverso il quale passa o si muove una persona, un animale, una
cosa.
E’ introdotto dalle preposizioni “per, attraverso, da”.
Risponde alle domande “per dove?, attraverso quale luogo?”. Può
essere costituito da Avverbi o Locuzioni Avverbiali : di qui, per qua,
per lì, per là, per dove (Es. Sono entrato nel palazzo dal portone);

18. COMPLEMENTO DI TEMPO


- Esprime una circostanza temporale nello svolgimento di un’azione e
si distinguono in:
1. Complemento di Tempo Determinato : indica il tempo o la
data precisa in cui si verifica un evento.
E’ introdotto dalle preposizioni di, a, in, su, durante o dalle
locuzioni: in tempo di. Risponde alle domande “quando?, in
che tempo?” (Es. I fiori sbocciano in primavera);

2. Complemento di Tempo Continuato : indica per quanto


tempo dura un’azione o un modo di essere. E’ introdotto
dalle preposizioni “per, durante”. Risponde alle domande
“quanto tempo? per quanto tempo?” (Es. digiunerò per 2
giorni);
Vengono considerati complementi di tempo anche quelli che
rispondono alle seguenti domande : “da quando?, da quanto tempo
prima?, quanto tempo dopo?, quanto tempo fa?”.
Si dicono Complementi Avverbiali di tempo quelli formati con
Avverbi o locuzioni Avverbiali tipo:
- ora, allora, talora, spesso, domani, oggi, subito, presto, da
un’ora all’altra, di anno in anno (per il tempo
indeterminato);
- molto, assai, troppo tempo (per il tempo continuato).

19. COMPLEMENTO DI ESTENSIONE E PESO


- Il Complemento di estensione : Indica quanto una persona, un
animale o una cosa si estenda in: altezza, lunghezza, profondità.
E’ retto da verbi, aggettivi, sostantivi indicanti l’estensione. E’
introdotto dalle preposizioni “di, per”. Risponde alle domande
“quanto alto?, quanto lungo?, quanto profondo?” (Es. Il tratto di
autostrada è lungo 200 km);
- Il Complemento di Peso: esprime il peso di una persona, di un
animale o di una cosa. E’ retto dal verbo pesare usato in forma
intransitiva. Risponde alla domanda “quanto?” (Es. Luigi pesa 50 kg);

20. COMPLEMENTO DI PREZZO E STIMA


- Il complemento di prezzo: Indica, il prezzo effettivo di una cosa. E’
retto dai verbi : comprare, pagare, vendere, costare. E’ introdotto
dalle preposizioni “a, per”. Risponde alle domande “quanto?, a
quanto? per quanto?” (Es. quella giacca costa 60 €);
Spesso è espresso in maniera indeterminata da Avverbi come: poco,
molto, niente, troppo. Oppure da locuzioni come: due soldi, a buon
prezzo, a buon mercato, a caro prezzo.
- Il Complemento di Stima : Indica la valutazione di una persona, di
un animale, di una cosa sul piano commerciale, o su quello morale.
E’ retto da verbi quale : valere, stimare, considerare, valutare,
apprezzare.
Risponde alle domande “quanto?” (Es. quest’auto vale 15.000 euro).
PS. Spesso viene espresso in modo indeterminato da Avverbi o
locuzioni tipo : poco, molto, niente, due soldi.

21. COMPLEMENTO DI SEPARAZIONE (O ALLONTANAMENTO) E DI


DISTANZA
- Il Complemento di Separazione (o allontanamento) : Individua la
persona, l’animale o la cosa da cui si separa un’altra persona, un
altro animale, o un’altra cosa. Dipende dai Verbi : separare,
dividere, allontanare. E’ introdotto dalle preposizioni “da, di”.
Risponde alle domande “da chi?, da che cosa?” (Es. non è sempre
facile separare il giusto dall’ingiusto);
- Il Complemento di Distanza : Indica la distanza che intercorre fra
un luogo e un altro, tra una persona e un’altra. Dipende dai Verbi :
trovarsi, essere, distare, sorgere, rimanere, porre.
E’ introdotto dalla preposizione “a” o dalla locuzione “alla distanza
di”. Risponde alle domande “quanto?, A che distanza?” (Es. Roma
dista da Napoli circa 200 km);

22. COMPLEMENTO DI ESCLUSIONE (O ECCETTUATIVO)


- Esso esprime la persona, l’animale o la cosa che si intende
escludere dall’azione espressa dal Verbo. Introdotto dalle
preposizioni “tranne, senza, meno, eccetto, fuorché”. Oppure dalle
locuzioni : ad eccezione di, senza di, all’infuori di. Risponde alle
domande “senza chi?, senza che cosa?” (Es. senza i suoi fuoriclasse,
la squadra non ha speranze);

23. COMPLEMENTO DI COLPA E DI PENA


- Il Complemento di Colpa : Individua la colta (reato) di cui è
accusata una persona. Dipende da verbi, aggettivi, sostantivi, che
esprimono il concetto di “accusa” come: incolpare, incriminare,
accusare, denunciare.
E’ introdotto dalle preposizioni “di, per”. Risponde alle domande “di
quale colpa?, per quale colpa?” (Es. molti impiegati sono imputati
per corruzione);
- Il Complemento di Pena : Indica la pena inflitta a una persona.
Dipende da verbi come: condannare, punire, multare.
E’ introdotto dalle preposizioni “a, di, per, da”. Risponde alle
domande “A quanto?, A quale pena?” (Es. Giuseppe Mazzini fu
condannato all’esilio);

24. COMPLEMENTO DI ETA’


- Esso esprime l’età di una persona, di un animale o di una cosa.
Introdotto dalle preposizioni “a, di, su” o dalle locuzioni : in età di,
all’età di. Risponde alle domande “di che età?, a quanti anni?” (Es
Mia nonna è morta a 100 anni);

25. COMPLEMENTO DI VOCAZIONE E DI ESCLAMAZIONE


- Il complemento di Vocazione: Indica a chi viene rivolto un discorso
in forma diretta. E’ costituito da un sostantivo, che può essere
preceduto dall’interiezione “o”.
PS. Se si trova all’inizio della frase , è separato dalle altre parole
per mezzo della virgola, se è nel mezzo dalla preposizione, è
compreso tra due virgole (Es. Donaci, Signore, la tua misericordia)
- Il complemento di Esclamazione: fa riferimento alla persona,
all’animale o alla cosa che suscita una vivace emozione di gioia,
dolore, stupore. E’ sempre seguito dal punto esclamativo (!)
preceduto dalle interiezioni (ah, oh, evviva) (Es. oh che
meraviglia!);

26. COMPLEMENTO DI SOSTITUZIONE (O SCAMBIO)


- Esso individua la persona, l’animale, la cosa sostituiti da un'altra
persona, un altro animale, un’altra cosa.
Introdotto dalle preposizioni “per, con” o dalle locuzioni : in vece di,
in cambio di, in un luogo di, in sostituzione di.
Risponde alle domande “invece di chi?, invece di che cosa?” (Es. tua
madre ha comprato il vino al posto dell’olio).

C) LA SINTASSI DEL PERIODO


Il periodo è l’espressione logicamente ordinata di un pensiero, mediante una o più
proposizioni. Quando è formato da più frasi si configura come una struttura complessa,
nella quale le proposizioni sono collegate secondo un ordine preciso.
In un periodo ci sono tante proposizioni quanti sono i verbi in esso contenuti.
PS. Le voci dei verbi servili (volere, potere, dovere, essere solito) e quelle dei verbi
fraseologici (riuscire a, incominciare a, cessare di, tentare di) NON possono essere
considerati voci verbali a sé stanti , in quanto costituiscono un’unica voce del verbo
all’infinito al quale si accompagnano.
Una proposizione si dice:
- Principale (o indipendente o reggente), quando ha già di per sé un senso compiuto
, che non dipende da altre proposizioni;
- Secondaria (o dipendente o subordinata), quando acquista senso compiuto solo
appoggiandosi a un’altra proposizione.

● LE PROPOSIZIONI PRINCIPALI
Assumono forme diverse a seconda degli scopi per cui vengono impiegate. Una
proposizione principale si dice:
1. Enunciativa (o informativa): quando serve a enunciare un fatto, riferire un
avvenimento, esprimere un'opinione (Es. ci sono brutte notizie in arrivo);
2. Volitiva (o imperativa): se esprime un ordine, un’esortazione, un divieto,
un invito (Es. E’ vietato fumare);
3. Desiderativa (o ottativa): quando indica un desiderio, un augurio, un
sentimento di nostalgia, o rimpianto (Es. Speriamo bene!);
4. Esclamativa : se esprime felicità, stupore, dolore (Es. che gioia rivederti!);
5. Interrogativa : se contiene una domanda (Es. che mangi a pranzo?);
6. Incidentale: quando traduce un’osservazione, un commento, una
precisazione. Di norma si trova racchiusa tra 2 virgole o 2 lineette, è priva
di legami sintattici con altre frasi del periodo e può essere eliminata senza
che il discorso perda il suo senso logico.

● LA COORDINAZIONE O PARATASSI
Il meccanismo che consente di collegare tra loro due o più proposizioni dello stesso
grado , è quello della coordinazione, detta anche “PARATASSI”.

La coordinazione avviene:
1. Per Asindeto: quando le proposizioni, ordinate una dopo l’altra, risultano
separate da segni d’interpunzione (Es. cosa farai sta sera?Uscirò);

2. Per Polisindeto : quando le proposizioni, ordinate una dopo l’altra sono


collegate tra loro mediante Congiunzioni Coordinative, le quali possono
essere:
- copulative: e, anche, ancora, inoltre, parimenti, nonché, perfino,
né, neppure, neanche, nemmeno;
- dichiarative: pertanto, cioé, infatti, vale a dire;
- avversative: ma, però, invece, tuttavia, anzi, pure, del resto,
peraltro;
- disgiuntive: o, oppure, ovvero, ossia, altrimenti;
- conclusive: dunque, perciò, quindi, ebbene di conseguenza;
- correlative: e…e, sia…sia, sia che…sia che.
Due o più proposizioni possono essere coordinate tra loro anche tramite Pronomi
e Avverbi correlativi : l’uno…l’altro, chi…chi, questo…quello, tale…quale, con il
verbo nella seconda proposizione, risulta quasi sempre sottinteso.
La coordinazione può verificarsi sia fra le proposizioni principali, sia fra quelle
secondarie, cosicché si possono avere: Coordinate Principali, Coordinate
Secondarie.

● LE PROPOSIZIONI SUBORDINATE
Le proposizioni possono essere legate tra loro anche da un nesso di subordinazione
detto “IPOTASSI” costituito da:
- Una congiunzione subordinante (che, affiché, perché, quando, come);
- Un verbo in modo indefinito;
- Un verbo in modo indefinito, retto dalle preposizioni di, a, da, per, senza;
- Un pronome o un Avverbio interrogativo (chi?, che cosa?, quando?).

La Proposizione Subordinata che dipende direttamente dalla Principale ; si dice


Subordinata di Primo Grado, la subordinata che dipende dalla Subordinata di
Primo Grado si dice “Subordinata di Secondo Grado” e così via.
Una proposizione principale è detta Reggente, rispetto alla Subordinata di Primo
Grado, così quest’ultima è detta Reggente rispetto a una Subordinata di Secondo
Grado.
Il tempo delle proposizioni subordinate è sempre condizionato da quello della
Reggente, rispetto alla quale si va a instaurare un rapporto di : contemporaneità,
anteriorità o posteriorità.

Una distinzione va fatta tra:


1. subordinate Esplicite: le quali contengono un verbo di modo finito
(indicativo, congiuntivo, condizionale);
2. subordinate Implicite, che invece hanno il verbo in modo indefinito
(Infinito, Participio, Gerundio).

E’ possibile trasformare le Subordinate Implicite in Esplicite; assegnando al verbo


di modo indefinito un soggetto determinato e coniugandolo in modo finito, retto
da congiunzioni subordinanti, o da pronomi relativi.

● PRINCIPALI TIPI DI PROPOSIZIONI SUBORDINATE

● PROPOSIZIONE SOGGETTIVA
Funge da Soggetto della Proposizione Principale ed è retta da verbi di
forma Impersonale (occorre, conviene, sembra, si dice, si crede, è bene,
bisogna).
Ha forma:
- esplicita : quando è introdotta dalla congiunzione che ed è espressa
da un verbo di modo finito (Es. sarebbe opportuno che tu mangiassi
anche frutta e verdura);
- implicita: quando è espressa dal verbo all’infinito, con o senza
preposizione “di” (Es. Conviene bere molto latte);

● PROPOSIZIONE OGGETTIVA
Funge da complemento oggetto alla proposizione principale. E’ retta dai
verbi transitivi dire, dichiarare, pensare, sapere, promettere, confidare,
giudicare. E dalle locuzioni: avere fiducia, avere speranza, fare promessa.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo di modo finito ed è introdotta
dalla congiunzione che (Es. tutti hanno visto che avete dato il
meglio che avevate);
- implicita: quando è espressa dal verbo all’infinito introdotto dalla
preposizione “di” (Es. mi auguro di rivedere al più presto Luisa);

● PROPOSIZIONE FINALE
Indica lo scopo (il fine) di ciò che si afferma nella proposizione principale.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo al congiuntivo, retto dalle
congiunzioni “affinché, perché, acciocché" (Es. cercherò di
esprimermi al meglio affinché possiate capirmi);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito retto dalle preposizioni “di,
a, per” oppure dalle locuzioni : allo scopo di, al fine di (Es. verrò
quanto prima a vedere il tuo appartamento);

● PROPOSIZIONE CAUSALE
Esprime il motivo (la causa) di ciò che si afferma nella proposizione
reggente.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo, all’indicativo, congiuntivo o
condizionale. E’ retta dalle congiunzioni perché, in quanto che,
giacché, per il fatto che (Es. mangerò un panino perché ho fame);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito, preceduto dalle
preposizioni “per, a, di”, oppure dal gerundio, o al participio
passato (Es. avevo bisogno di contanti, ho fatto un prelievo al
bancomat);

● PROPOSIZIONE TEMPORALE
Indica una circostanza temporale in rapporto all’azione espressa dalla
reggente.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo all’indicativo o al congiuntivo,
retto dalle congiunzioni temporali “quando, allorché, appena,
mentre, dopo che, prima che (Es. mentre ero al bar ho ricevuto una
telefonata);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito (preceduto da : a, su, in,
prima di, dopo di) al participio passato o al gerundio (Es. Prima di
andare via saluteremo tutti).
A volte la Proposizione Temporale ha forma ELLITTICA, cioè sottintende
il verbo (Es. Da giovane mi piaceva andare allo stadio);

● PROPOSIZIONE CONSECUTIVA
Indica la conseguenza di quanto si afferma nella reggente.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo all’indicativo, al congiuntivo, al
condizionale, ed è unita alla reggente tramite le congiunzioni “che,
perché” accompagnate dagli Avverbi : tanto, così, troppo, poco,
abbastanza. Dagli Aggettivi : tale, tanto, siffatto. Oppure dalle
locuzioni : in modo, al punto, al segno (Es. E’ un tennista così
bravo che vince ogni torneo);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito , preceduto dalle
preposizioni “da, si” (Es. fosti così persuasivo da convincere anche
me);
Possono essere considerate consecutive, anche le proposizioni rette da
“degno di, indegno di, adatto a, idoneo a (Es. Nessuno dei presenti si è
rivelato degno di indossare la divisa);

● PROPOSIZIONE RELATIVA
E’ quella che si unisce alla reggente tramite un pronome, un aggettivo, un
avverbio relativo.
Ha forma:
- esplicita: quando viene introdotta da un pronome relativo o
indefinito, e ha il verbo di modo finito (Es. Chi ci ama, ci segua);
- implicita: espressa mediante un participio presente o passato, oppure
per mezzo dell’infinito preceduto dalla preposizione “da”;

Le proposizioni Relative possono anche essere:


- proprie: quando specificano il termine al quale si riferiscono e
corrispondono a un attributo, o ad un’apposizione, così da essere
nominate ATTRIBUTIVE o APPOSITIVE (Es. Fabio, che è mio
fratello, si è laureato);
- improprie: quando svolgono la funzione di proposizione causale,
finale, concessiva, modale.

● PROPOSIZIONE ECCETTUATIVA
Esprime un’esclusione (eccezione) rispetto al concetto o all’azione indicati
nella principale.
Ha forma:
- esplicita: quando è legata alla reggente dalle locuzioni: tranne che,
salvo che, fuorché, eccetto che, a meno che , ed ha il verbo
all’indicativo o al congiuntivo (Es. Carmine dovrebbe essere
ancora in ufficio, a meno che non sia uscito prima);
- implicita: quando contiene un verbo all’infinito , preceduto da:
fuorché, salvo che, eccetto che, tranne che (Es. puoi fare tutto,
fuorché dormire);

● PROPOSIZIONE CONCESSIVA
Esprime una circostanza nonostante la quale l’azione della reggente si
compie ugualmente.
Ha forma:
- esplicita: quando è legata alla principale tramite le congiunzioni
“benché, sebbene, nonostante, quantunque, per quanto. O tramite
le locuzioni: posto che, ammesso che; e ha il verbo al congiuntivo
(Es. Benché mi sforzi a venirti incontro, non riusciamo ad andare
d’accordo);
- implicita: quando è espressa con pur e il gerundio (Es. pur
considerando le attenuanti, rimane comunque colpevole).

PS. Può anche essere Ellittica del verbo (Es. sebbene giovani, si dimostrano
già saggi).

● PROPOSIZIONE LIMITATIVA
Contiene una “limitazione” rispetto a quanto detto nella proposizione
reggente. E’ introdotta dalle locuzioni: per quanto, in quanto, a quanto, a
quello che, per quello che, secondo che, secondo quanto; e ha il verbo
all’indicativo o al congiuntivo (Es. per quanto mi sarà possibile, ti aiuterò)

● PROPOSIZIONE MODALE
Indica in che modo si verifica la circostanza o si compie l’azione espressa
dalla reggente.
Ha forma:
- esplicita: quando è introdotta dalle congiunzioni “ come, siccome,
quasi” seguite dal verbo all’indicativo, oppure da locuzioni: come se,
quasi se, non diversamente che, secondo che (Es. i genitori lo
trattano come se fosse un bambino);
- implicita: costruita col gerundio (retto da come) o dal participio
passato retto da come (Es. la folla invase la piazza, agitandosi
rumorosamente);
PS. Nella forma negativa, la proposizione modale è introdotta dalla
congiunzione “senza” seguita dal verbo all’infinito (Es. sono andati via
senza salutare nessuno) oppure dall’espressione senza che, seguita dal
congiuntivo (Es. stanotte è stato compiuto un furto senza che nessuno se
ne sia accorto).

● PROPOSIZIONE DICHIARATIVA
Esprime ciò che nella reggente è anticipato da un nome, da un pronome, o
da una locuzione avverbiale.
Di solito si trova dopo i pronomi : questo, quello, ciò. O dopo sostantivi
come: fatto, fiducia, speranza, pensiero. Oppure dopo le locuzioni: far
bene, far male, fare cose opportune, inopportune.
Ha forma:
- esplicita: quando è introdotta dalla congiunzione “che” e ha il verbo
all’indicativo o al congiuntivo (Es. questo solo desidero, che restiate
uniti);
- implicita: quando è introdotta dalle preposizioni: a, da; e ha il verbo
all’infinito (Es. hai fatto bene a consegnare i documenti in tempo);

PS.Le Proposizioni Dichiarative non sono altro che : proposizioni


soggettive, oggettive, causali, finali legati alla reggente in forma
dichiarativa.

● PROPOSIZIONE COMPARATIVA
E’ quella attraverso il quale viene espresso il paragone con ciò che si dice
nella reggente; e può essere comparativa di maggioranza, di eguaglianza,
di minoranza.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo all’indicativo, al congiuntivo o
al condizionale. Viene introdotta da verbi, avverbi, aggettivi indicanti
maggioranza, minoranza e uguaglianza (Es. Ho visto recitare
l’attore e mi è parso meno bravo di quanto mi aspettassi);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito preceduto da “di, che” (Es.
E’ più facile leggere che scrivere);
PS. Solo le proposizioni comparative di maggioranza possono
avere forma implicita;

● PROPOSIZIONE AGGIUNTIVA
Ha lo scopo di ampliare con un ulteriore concetto ciò che è già espresso
nella principale.
Ha forma:
- implicita: con il verbo all’infinito, preceduto da : oltre a, oltre che
(Es. Questo libro oltre ad essere lungo, non è per niente
interessante);

● PROPOSIZIONE AVVERSATIVA
Esprime un concetto contrastante con quanto detto nella reggente.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo all’indicativo o al condizionale,
ed è unita alla reggente attraverso le congiunzioni “mentre, laddove,
al contrario” (Es. l’ho lasciata andar via, mentre forse avrei dovuto
fermarla);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito ed è introdotta da
espressioni come: anziché, invece di, in luogo di (Es. Anziché
sbrigarsi, si è ulteriormente attardato.);

● PROPOSIZIONE STRUMENTALE
Indica il mezzo (lo strumento) con cui si realizza quanto affermato nella
reggente. Ha sempre forma Implicita. Richiede il gerundio o un infinito
retto dalla preposizione “con” (Es. Con il tuo fare scomposto hai creato
solo disordine);

● PROPOSIZIONE ESCLUSIVA
Esprime l’esclusione di una circostanza riferibile alla proposizione
reggente.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo al congiuntivo ed è introdotta da
senza (Es. un borseggiatore mi ha derubato senza che me ne
accorgessi);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito preceduto da senza (Es.
Agisci senza riflettere);

● PROPOSIZIONE INTERROGATIVA INDIRETTA


E’ quella che pone una domanda in forma indiretta, cioè senza punto
interrogativo.
E’ retta da verbi come: interrogare, chiedere, domandare, pensare, sapere,
voler sapere. Oppure da Pronomi, Aggettivi, Avverbi Interrogativi: che,
cosa, come, quale, quando, quanto (Es. dimmi cosa pensi).
Può essere introdotta dalla congiunzione “se”, quando la domanda indiretta
non è preceduta da alcun Pronome o Avverbio (Es. vorrei sapere se dici la
verità).
Generalmente la proposizione interrogativa indiretta ha forma esplicita e
usa i verbi all’indicativo, congiuntivo o condizionale.
PS. Quando il verbo della reggente esprime dubbio o incertezza, si dice
DUBITATIVA (Es. non so se riuscirei a districarmi facilmente nel
traffico).

Le Interrogative Indirette possono essere:


- semplici: quando pongono una sola domanda (Es. fateci sapere se
verrete);
- doppie o disgiunte : quando pongono più di una domanda (Es. nel
campo dell’arte non so se preferire la pittura o la scultura);

● PROPOSIZIONE CONDIZIONALE
Indica la condizione da cui dipende il verificarsi di ciò che è detto nella
principale.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo o all’indicativo o al congiuntivo,
ed è introdotta dalle congiunzioni “se, qualora” o dalle espressioni “a
condizione che, a patto che, nel caso che” (Es. se esci, non
dimenticare le chiavi di casa);
- implicita: quando ha il verbo al participio passato, al gerundio, o
all’infinito preceduto dalla preposizione a (Es. A essere ottimisti il
viaggio durerà 3 ore).

● IL PERIODO IPOTETICO
Il periodo formato da una principale e da una subordinata condizionale prende il
nome di PERIODO IPOTETICO, nel quale, la Proposizione Dipendente,
indicante la condizione, si dice PROTASI, mentre la reggente, nella quale viene
specificato ciò che deriva dall’attuarsi della condizione si dice APODOSI.

Un periodo ipotetico si dice:


1. di primo tipo : se esprime un’idea reale (Es. se lavorerai guadagnerai uno
stipendio);
2. di secondo tipo: se esprime un’idea possibile (Es. se la sera andassi a
dormire presto, la mattina non ti alzeresti così tardi);
3. di terzo tipo : se esprime un'idea impossibile (Es. se avessimo le ali
saremmo uccelli).

PS. Dopo il se della Protasi si possono usare tutti i tempi dell’indicativo ,


l’imperfetto e il trapassato del congiuntivo, ma MAI il Condizionale.
Quando la congiunzione “se” non è ipotetica , ma è interrogativa, oltre alle voci
dell’indicativo e del congiuntivo, si possono usare anche quelle del condizionale
(Es. non so se avremmo mai potuto vincere il torneo).
● IL DISCORSO DIRETTO E INDIRETTO
Il discorso diretto è quello che riporta, così come vengono dette, le parole
pronunciate da qualcuno , collocandole tra “” dopo i :

Il discorso indiretto invece, introdotto dai verbi : dire, raccontare, rispondere,


interrogare, chiedere, si ha quando le parole pronunciate da una persona non
vengono riportate testualmente, ma riferite da qualcun’altro.

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