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La frase è l’unità sintattica, costituita da una sequenza di parole, compresa tra due
segni d’interpunzione, ed è retta da un verbo. Un testo può essere formato anche
da una sola frase, mentre più frasi insieme danno vita a testi sempre più lunghi.
● IL SOGGETTO
E’ la persona, l’animale, o la cosa di cui si parla. Il Soggetto può essere:
- più di uno (Es. Luca e Giovanni vanno al cinema);
- sottinteso (Es. Siete convinti?);
- collocato dopo 1 o più parole oppure alla fine della frase (Es. Silenziosa
cala la Sera);
- formato da un nome preceduto dalla preposizione di con valore positivo
(Es. Degli sconosciuti erano in mezzo alla strada), dando luogo al
“SOGGETTO PARTITIVO”;
Il soggetto può essere costituito oltre che da un Nome anche da un’altra parte del
discorso, persino da un’altra proposizione , in tal caso viene detta
PROPOSIZIONE SOGGETTIVA.
● IL PREDICATO
Ha la funzione di fornire informazioni circa il soggetto. Corrisponde SEMPRE a
un Verbo. Se esso è formato da un verbo predicativo, si dice PREDICATO
VERBALE. Se esso è formato dal Verbo Essere, si dice PREDICATO
NOMINALE.
● PREDICATO VERBALE
Corrisponde a qualsiasi forma verbale (attiva, passiva, riflessiva) che esprima
senso compiuto. I verbi servili e fraseologici (solere, volere, dovere, potere, stare,
riuscire, andare) costituiscono, insieme all’infinito o al gerundio un unico
predicato verbale (Es. Devi andare a casa).
Se il predicato è sottinteso, la frase si dice ELLITTICA DEL PREDICATO (Es.
tutti i genitori amano i propri figli, anche noi).
● PREDICATO NOMINALE
E’ costituito da una qualunque parte del discorso (nome, pronome, aggettivo)
legata al soggetto da una voce del verbo Essere, detta Copula. La parte non verbale
viene denominata parte nominale o nome del predicato.
Regole di concordanza:
1. sia il predicato verbale, che la copula concordano con il soggetto nel
numero e nella persona (Es. I fiori profumano)
Quando il soggetto è formato da un Nome Mobile o da un Aggettivo , la
parte Mobile concorda con esse anche nel genere (Es. Mio fratello è un
dottore).
Qualora i soggetti siano più di uno e genere uguale, il nome del predicato
segue quello stesso genere e si volge al plurale (Es. Maria e Chiara sono
carine).
Nel caso in cui i soggetti sono più di 1 e di genere diverso, il nome del
predicato assume il numero plurale e il genere maschile (Es. mio cognato e
mia cognata sono molto affettuosi);
2. In presenza di un soggetto corrispondente a un nome collettivo il predicato
può essere di numero sia singolare che plurale (Es. Un gregge di pecore
avanzò verso di noi);
3. Quando il Pronome Relativo ha funzione di soggetto, il predicato concorda
con esso (Es. Il calcio figura tra gli sport che hanno il maggior numero di
spettatori);
4. Il participio passato dei tempi composti non subisce alcuna variazione
quando si coniuga l’ausiliare Avere (Es. I leoni hanno ruggito), mentre
concorda col soggetto, nel numero e nel genere quando si coniuga
l’ausiliare essere (Es. Marco è venuto a farmi visita).
● ATTRIBUTO APPOSIZIONE
Per Attributo si intende un Aggettivo che si accompagna a un Nome per meglio
determinarlo.
Se si riferisce a più nomi dello stesso genere, l’attributo segue il plurale di quel
genere (Es. Marta indossa sempre maglie e scarpe bianche), altrimenti, se si
accompagna a più nomi di genere diverso, ma tutti di numero singolare, si utilizza
il maschile plurale (Es. Il cane e la gatta sono molto affettuosi).
Se si riferisce, a più nomi di genere diverso, ma tutti di numero plurale ,
l’Aggettivo va al plurale o concorda con quello più vicino (Es. Gli scavi hanno
portato alla luce dipinti e tombe romani/e).
Ogni Attributo può precedere o seguire il nome a cui si accompagna e può riferirsi
sia al Soggetto che a un Complemento.
B) I COMPLEMENTI
Si tratta di elementi che completano il senso di una frase semplice.
Un complemento si dice “Diretto” quando è direttamente unito al verbo, senza
bisogno di preposizioni. L’unico complemento diretto è Il Complemento Oggetto
(Es. Mangio pasta). Si dicono Indiretti invece i complementi che si legano al verbo
tramite una preposizione (Es. Vado a casa). Sono denominati complementi
Avverbiali quelli espressi mediante avverbi (Es. Il capitano rimproverò
aspramente i soldati).
● IL COMPLEMENTO OGGETTO
Esso Risponde alle domande: chi? che cosa? e indica la persona, l’animale
o la cosa su cui ricade direttamente l’azione espressa da un verbo
transitivo attivo (Es. Il marito ama la moglie). Può essere usato da
complemento oggetto qualsiasi parte del discorso usata in funzione di
sostantivo (Es. preferisco questo).
Si definisce Complemento Oggetto Partitivo , quello preceduto dalla
Preposizione semplice di o dalle preposizioni articolate : del, dello, dei,
degli, delle , che hanno Valore Partitivo ed equivalgono a un po’, alcuni (Es.
ho sentito degli spari).
E’ invece detto quel Complemento dell’Oggetto Interno che è retto da verbi
Intransitivi, i quali possono trasformarsi in transitivi con l’ausilio di una
parola derivata dalla loro stessa radice (Es. Vivere una vita).
● I COMPLEMENTI PREDICATIVI
Sono costituiti da Nomi o Aggettivi i quali completano il significato del verbo (che
senza di essi non avrebbe senso) , e allo stesso tempo si riferiscono
grammaticalmente al soggetto o al complemento oggetto.
1. COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE:
Esso precisa , il senso del nome, è introdotto dalla preposizione di, semplice
o articolata e risponde alle domande “di chi?, di che cosa?” (Es. Il gatto di
Susanna)
Si ricordi inoltre di non confondere, il “di” specificativo con l’articolo
partitivo, che invece introduce un soggetto o un oggetto (Es. ci furono delle
lamentele);
2. COMPLEMENTO DI QUALITA’:
Esprime le qualità fisiche di persone, animali o cose, nonché le qualità
morali e intellettuali delle persone.
Introdotto dalle preposizioni : di, da, con, a, risponde alle domande “di che,
con che cosa, da che cosa? a che cosa?” (Es. E’ un uomo di grande
intelligenza);
3. COMPLEMENTO DI TERMINE:
Indica la persona, l’animale, o la cosa sui cui “termina” l’azione o il modo di
essere espressi dal Verbo.
E’ retto dalla preposizione a, semplice o articolata, e risponde alle domande
“a chi? a che cosa?” (Es.Ho regalato un orologio a mio padre).
Sono complementi di termine anche le forme pronominali : mi, ti, si, vi, ci,
loro quando assumono il significato di: a me, a te, a sé, a noi, a voi, a loro
(Es. ci hanno detto di stare pronti).
Le stesse forme pronominali sono: complementi oggetto quando hanno il
significato di : me, te, si, noi, voi, loro (Es. Il professore mi ha interrogato);
7. COMPLEMENTO DI LIMITAZIONE
Indica entro quali limiti e sotto quali aspetti deve essere considerato un
concetto espresso da un verbo, da un nome, da un aggettivo.
E’ introdotto dalle preposizioni di, a, da, per, secondo, o dalle locuzioni
rispetto a, in quanto a, in fatto di. Risponde alle domande “quando a chi?,
quando a che cosa?” (Es. Antonio è particolarmente bravo in storia);
● LE PROPOSIZIONI PRINCIPALI
Assumono forme diverse a seconda degli scopi per cui vengono impiegate. Una
proposizione principale si dice:
1. Enunciativa (o informativa): quando serve a enunciare un fatto, riferire un
avvenimento, esprimere un'opinione (Es. ci sono brutte notizie in arrivo);
2. Volitiva (o imperativa): se esprime un ordine, un’esortazione, un divieto,
un invito (Es. E’ vietato fumare);
3. Desiderativa (o ottativa): quando indica un desiderio, un augurio, un
sentimento di nostalgia, o rimpianto (Es. Speriamo bene!);
4. Esclamativa : se esprime felicità, stupore, dolore (Es. che gioia rivederti!);
5. Interrogativa : se contiene una domanda (Es. che mangi a pranzo?);
6. Incidentale: quando traduce un’osservazione, un commento, una
precisazione. Di norma si trova racchiusa tra 2 virgole o 2 lineette, è priva
di legami sintattici con altre frasi del periodo e può essere eliminata senza
che il discorso perda il suo senso logico.
● LA COORDINAZIONE O PARATASSI
Il meccanismo che consente di collegare tra loro due o più proposizioni dello stesso
grado , è quello della coordinazione, detta anche “PARATASSI”.
La coordinazione avviene:
1. Per Asindeto: quando le proposizioni, ordinate una dopo l’altra, risultano
separate da segni d’interpunzione (Es. cosa farai sta sera?Uscirò);
● LE PROPOSIZIONI SUBORDINATE
Le proposizioni possono essere legate tra loro anche da un nesso di subordinazione
detto “IPOTASSI” costituito da:
- Una congiunzione subordinante (che, affiché, perché, quando, come);
- Un verbo in modo indefinito;
- Un verbo in modo indefinito, retto dalle preposizioni di, a, da, per, senza;
- Un pronome o un Avverbio interrogativo (chi?, che cosa?, quando?).
● PROPOSIZIONE SOGGETTIVA
Funge da Soggetto della Proposizione Principale ed è retta da verbi di
forma Impersonale (occorre, conviene, sembra, si dice, si crede, è bene,
bisogna).
Ha forma:
- esplicita : quando è introdotta dalla congiunzione che ed è espressa
da un verbo di modo finito (Es. sarebbe opportuno che tu mangiassi
anche frutta e verdura);
- implicita: quando è espressa dal verbo all’infinito, con o senza
preposizione “di” (Es. Conviene bere molto latte);
● PROPOSIZIONE OGGETTIVA
Funge da complemento oggetto alla proposizione principale. E’ retta dai
verbi transitivi dire, dichiarare, pensare, sapere, promettere, confidare,
giudicare. E dalle locuzioni: avere fiducia, avere speranza, fare promessa.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo di modo finito ed è introdotta
dalla congiunzione che (Es. tutti hanno visto che avete dato il
meglio che avevate);
- implicita: quando è espressa dal verbo all’infinito introdotto dalla
preposizione “di” (Es. mi auguro di rivedere al più presto Luisa);
● PROPOSIZIONE FINALE
Indica lo scopo (il fine) di ciò che si afferma nella proposizione principale.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo al congiuntivo, retto dalle
congiunzioni “affinché, perché, acciocché" (Es. cercherò di
esprimermi al meglio affinché possiate capirmi);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito retto dalle preposizioni “di,
a, per” oppure dalle locuzioni : allo scopo di, al fine di (Es. verrò
quanto prima a vedere il tuo appartamento);
● PROPOSIZIONE CAUSALE
Esprime il motivo (la causa) di ciò che si afferma nella proposizione
reggente.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo, all’indicativo, congiuntivo o
condizionale. E’ retta dalle congiunzioni perché, in quanto che,
giacché, per il fatto che (Es. mangerò un panino perché ho fame);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito, preceduto dalle
preposizioni “per, a, di”, oppure dal gerundio, o al participio
passato (Es. avevo bisogno di contanti, ho fatto un prelievo al
bancomat);
● PROPOSIZIONE TEMPORALE
Indica una circostanza temporale in rapporto all’azione espressa dalla
reggente.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo all’indicativo o al congiuntivo,
retto dalle congiunzioni temporali “quando, allorché, appena,
mentre, dopo che, prima che (Es. mentre ero al bar ho ricevuto una
telefonata);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito (preceduto da : a, su, in,
prima di, dopo di) al participio passato o al gerundio (Es. Prima di
andare via saluteremo tutti).
A volte la Proposizione Temporale ha forma ELLITTICA, cioè sottintende
il verbo (Es. Da giovane mi piaceva andare allo stadio);
● PROPOSIZIONE CONSECUTIVA
Indica la conseguenza di quanto si afferma nella reggente.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo all’indicativo, al congiuntivo, al
condizionale, ed è unita alla reggente tramite le congiunzioni “che,
perché” accompagnate dagli Avverbi : tanto, così, troppo, poco,
abbastanza. Dagli Aggettivi : tale, tanto, siffatto. Oppure dalle
locuzioni : in modo, al punto, al segno (Es. E’ un tennista così
bravo che vince ogni torneo);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito , preceduto dalle
preposizioni “da, si” (Es. fosti così persuasivo da convincere anche
me);
Possono essere considerate consecutive, anche le proposizioni rette da
“degno di, indegno di, adatto a, idoneo a (Es. Nessuno dei presenti si è
rivelato degno di indossare la divisa);
● PROPOSIZIONE RELATIVA
E’ quella che si unisce alla reggente tramite un pronome, un aggettivo, un
avverbio relativo.
Ha forma:
- esplicita: quando viene introdotta da un pronome relativo o
indefinito, e ha il verbo di modo finito (Es. Chi ci ama, ci segua);
- implicita: espressa mediante un participio presente o passato, oppure
per mezzo dell’infinito preceduto dalla preposizione “da”;
● PROPOSIZIONE ECCETTUATIVA
Esprime un’esclusione (eccezione) rispetto al concetto o all’azione indicati
nella principale.
Ha forma:
- esplicita: quando è legata alla reggente dalle locuzioni: tranne che,
salvo che, fuorché, eccetto che, a meno che , ed ha il verbo
all’indicativo o al congiuntivo (Es. Carmine dovrebbe essere
ancora in ufficio, a meno che non sia uscito prima);
- implicita: quando contiene un verbo all’infinito , preceduto da:
fuorché, salvo che, eccetto che, tranne che (Es. puoi fare tutto,
fuorché dormire);
● PROPOSIZIONE CONCESSIVA
Esprime una circostanza nonostante la quale l’azione della reggente si
compie ugualmente.
Ha forma:
- esplicita: quando è legata alla principale tramite le congiunzioni
“benché, sebbene, nonostante, quantunque, per quanto. O tramite
le locuzioni: posto che, ammesso che; e ha il verbo al congiuntivo
(Es. Benché mi sforzi a venirti incontro, non riusciamo ad andare
d’accordo);
- implicita: quando è espressa con pur e il gerundio (Es. pur
considerando le attenuanti, rimane comunque colpevole).
PS. Può anche essere Ellittica del verbo (Es. sebbene giovani, si dimostrano
già saggi).
● PROPOSIZIONE LIMITATIVA
Contiene una “limitazione” rispetto a quanto detto nella proposizione
reggente. E’ introdotta dalle locuzioni: per quanto, in quanto, a quanto, a
quello che, per quello che, secondo che, secondo quanto; e ha il verbo
all’indicativo o al congiuntivo (Es. per quanto mi sarà possibile, ti aiuterò)
● PROPOSIZIONE MODALE
Indica in che modo si verifica la circostanza o si compie l’azione espressa
dalla reggente.
Ha forma:
- esplicita: quando è introdotta dalle congiunzioni “ come, siccome,
quasi” seguite dal verbo all’indicativo, oppure da locuzioni: come se,
quasi se, non diversamente che, secondo che (Es. i genitori lo
trattano come se fosse un bambino);
- implicita: costruita col gerundio (retto da come) o dal participio
passato retto da come (Es. la folla invase la piazza, agitandosi
rumorosamente);
PS. Nella forma negativa, la proposizione modale è introdotta dalla
congiunzione “senza” seguita dal verbo all’infinito (Es. sono andati via
senza salutare nessuno) oppure dall’espressione senza che, seguita dal
congiuntivo (Es. stanotte è stato compiuto un furto senza che nessuno se
ne sia accorto).
● PROPOSIZIONE DICHIARATIVA
Esprime ciò che nella reggente è anticipato da un nome, da un pronome, o
da una locuzione avverbiale.
Di solito si trova dopo i pronomi : questo, quello, ciò. O dopo sostantivi
come: fatto, fiducia, speranza, pensiero. Oppure dopo le locuzioni: far
bene, far male, fare cose opportune, inopportune.
Ha forma:
- esplicita: quando è introdotta dalla congiunzione “che” e ha il verbo
all’indicativo o al congiuntivo (Es. questo solo desidero, che restiate
uniti);
- implicita: quando è introdotta dalle preposizioni: a, da; e ha il verbo
all’infinito (Es. hai fatto bene a consegnare i documenti in tempo);
● PROPOSIZIONE COMPARATIVA
E’ quella attraverso il quale viene espresso il paragone con ciò che si dice
nella reggente; e può essere comparativa di maggioranza, di eguaglianza,
di minoranza.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo all’indicativo, al congiuntivo o
al condizionale. Viene introdotta da verbi, avverbi, aggettivi indicanti
maggioranza, minoranza e uguaglianza (Es. Ho visto recitare
l’attore e mi è parso meno bravo di quanto mi aspettassi);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito preceduto da “di, che” (Es.
E’ più facile leggere che scrivere);
PS. Solo le proposizioni comparative di maggioranza possono
avere forma implicita;
● PROPOSIZIONE AGGIUNTIVA
Ha lo scopo di ampliare con un ulteriore concetto ciò che è già espresso
nella principale.
Ha forma:
- implicita: con il verbo all’infinito, preceduto da : oltre a, oltre che
(Es. Questo libro oltre ad essere lungo, non è per niente
interessante);
● PROPOSIZIONE AVVERSATIVA
Esprime un concetto contrastante con quanto detto nella reggente.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo all’indicativo o al condizionale,
ed è unita alla reggente attraverso le congiunzioni “mentre, laddove,
al contrario” (Es. l’ho lasciata andar via, mentre forse avrei dovuto
fermarla);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito ed è introdotta da
espressioni come: anziché, invece di, in luogo di (Es. Anziché
sbrigarsi, si è ulteriormente attardato.);
● PROPOSIZIONE STRUMENTALE
Indica il mezzo (lo strumento) con cui si realizza quanto affermato nella
reggente. Ha sempre forma Implicita. Richiede il gerundio o un infinito
retto dalla preposizione “con” (Es. Con il tuo fare scomposto hai creato
solo disordine);
● PROPOSIZIONE ESCLUSIVA
Esprime l’esclusione di una circostanza riferibile alla proposizione
reggente.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo al congiuntivo ed è introdotta da
senza (Es. un borseggiatore mi ha derubato senza che me ne
accorgessi);
- implicita: quando ha il verbo all’infinito preceduto da senza (Es.
Agisci senza riflettere);
● PROPOSIZIONE CONDIZIONALE
Indica la condizione da cui dipende il verificarsi di ciò che è detto nella
principale.
Ha forma:
- esplicita: quando contiene un verbo o all’indicativo o al congiuntivo,
ed è introdotta dalle congiunzioni “se, qualora” o dalle espressioni “a
condizione che, a patto che, nel caso che” (Es. se esci, non
dimenticare le chiavi di casa);
- implicita: quando ha il verbo al participio passato, al gerundio, o
all’infinito preceduto dalla preposizione a (Es. A essere ottimisti il
viaggio durerà 3 ore).
● IL PERIODO IPOTETICO
Il periodo formato da una principale e da una subordinata condizionale prende il
nome di PERIODO IPOTETICO, nel quale, la Proposizione Dipendente,
indicante la condizione, si dice PROTASI, mentre la reggente, nella quale viene
specificato ciò che deriva dall’attuarsi della condizione si dice APODOSI.