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INTERROGAZIONE LATINO

Pronomi e aggettivi dimostrativi


- Hic,haec,hoc=questo e indica una persona o cosa vicina a chi parla
- Ille,illa,illud=quello e indica una persona o una cosa lontana da chi parla e da chi ascolta
- Iste,ista,istud=codesto e indica una persona o cosa vicina a chi ascolta.
Tutti e 3 presentano il genitivo singolare in ius e il dativo sing. in i.

IS EA ID è un pronome/aggettivo determinativo
Come dice il nome, determinano elementi del discorso.
Può essere usato come:
1) Pronome: personale di 3 persona non riflessivo, antecedente di una consecutiva,
antecedente del relativo, ma può non esserci se l’antecedente è nello stesso caso del
relativo, anticipa o richiama un infinito o una completiva (funzione prolettica o
epanalettica)
2) Aggettivo: ha stessa funzione di ille cioè dimostrativo
Uso di eius, eorum/earum è possessivo di 3 per sing non riflessivo cioè non si riferiscono al parlante.

CUM NARRATIVO
È una proposizione circostanziale costituita dal CUM +congiuntivo presente, imperfetto, perfetto o
piuccheperfetto.
Segue la consecutio temporum, i tempi del congiuntivo vengono sempre usati con valore relativo, cioè per
esprimere il rapporto di anteriorità o contemporaneità con l’ azione espressa nella reggente quindi: se nella
reggente c’è un tempo principale (pres o fut) seguito da congiuntivo presente c’è contemporaneità
(gerundio pres), se è seguito da un congiuntivo perfetto c’è anteriorità (gerundio pass), se nella reggente
c’è un tempo storico (imp, perf,ppf) seguito da cong imperfetto c’è contemporaneità (gerundio presente),
se è seguito da un cong piuccheperfetto c’è anteriorità (gerundio passato).
come si traduce?
In forma esplicita con una sub. causale, temporale, concessiva, ipotetica o avversativa
Implicita con gerundio presente o passato

Infinitiva
- Soggettiva= introdotta da verbi impersonali(constat, traditum est, oportet, licet, placet, decet) o
espressioni alla 3 sing (aequum, utile, notum est, necesse est, fama est)
- Oggettiva= introdotta da verbi come (dico, adfirmo, nego, narro, fero, respondeo, scribo) da verbi
di percezione fisica e mentale (credo, iudico, puto, cognosco, audio, video, scio, intellego) e da
verbi di stato d’animo (cupio, spero, iubeo)
Si forma con sogg in acc e verbo all’infinito. Uso dei tempi: infinito presente= contemporaneità, infinito
perfetto= anteriorità, infinito futuro= posteriorità.
Quando il sogg dell’infinitiva è identico a quello della principale ed è di 3 persona si usa il pronome se
LA PROPOSIZIONE INFINITIVA
Le dichiarative implicite all’infinito si chiamano infinitive , cioè soggettive, oggettive:
Le soggettive fungono da soggetto del verbo reggente e si costruiscono con:
verbo all’infinito e soggetto al nominativo
verbo all’infinito e soggetto all’accusativo
Ad esempio, in si dice che la frase introdotta da che fa da soggetto al verbo (“si dice che il miele faccia bene
alla salute”).
Le oggettive fungono da complemento oggetto del verbo reggente e si costruiscono con il verbo all’infinito
e il soggetto all’accusativo.
Ad esempio, in dicono che la frase introdotta da che rappresenta il complemento oggetto del verbo, dato
che il verbo ha già come soggetto sottinteso essi 
 NUMERALI
In latino sono presenti tre tipi di numerali e cioè cardinali, ordinali e distributivi.
 CARDINALI
 I numeri cardinali rappresentano il cardine di una numerazione, come in italiano rispondono alla
domanda quanti?
 Essi sono tutti indeclinabili tranne unus(uno), duo(due) e tres(tre); milia(migliaia);e i numeri della
centinaia come ducenti (duecento); trecenti (trecento) ecc. che si declinano al plurale come
aggettivi di prima classe.
 unus,a,um, uno—viene declinato come un aggettivo pronominale
 duo,duae,duo,due
 ORDINALI
 I numeri ordinali esprimono la posizione occupata in successione.Si declinano come gli aggettivi di
prima classe del tipo bonus,-a,-um.I primi due numeri ordinali: primo o secondo si possono
esprimere in due modi diversi a seconda se significano primo o secondo fra due o primo e secondo
fra molti. Es. primus per indiare primo fra due. PRIOR PRIUS primo fra molti viene utilizzato come
comparativo. Secondo fra molti SECUNDUS e secondo fra due ALTER, A UM

Idem e ipse
 Sono aggettivi/pronomi determinativi. Entrambi si possono tradurre con stesso, ma ipse significa in
persona, idem significa medesimo.

ABLATIVO ASSOLUTO
È un costrutto sintattico molto comune in latino, che è formato da:
un sostantivo o un pronome in funzione di soggetto
un participio presente o perfetto in funzione di predicato, entrambi posti in ablativo
l’ ablativo assoluto svolge la funzione di una proposizione subordinata circostanziale per lo più con valore
temporale o causale ma può avere anche valore concessivo o ipotetico.
Viene detto assoluto perché è privo generalmente di rapporti sintattici con la principale con la quale ha
invece un stretta relazione logica e temporale
L’ ablativo assoluto con participio presente ha sempre valore e significato attivo ed esprime un rapporto
di stretta contemporaneità con l’ azione espressa dal verbo della principale.
Viene tradotto in forma esplicita con il gerundio presente e in forma esplicita con una proposizione
subordinata temporale o causale
L’ ablativo assoluto con il participio perfetto dei verbi attivi transitivi ha valore passivo mentre con il
participio perfetto dei verbi deponenti ha sempre valore attivo. Entrambi esprimono un’ azione anteriore
a quella della principale e si traducono:
in forma implicita con un gerundio passato o con il corrispettivo participio passato e in forma esplicita
con una causale o una temporale
ABLATIVO ASSOLUTO NOMINALE
È un’ espressione costituita da un sostantivo in ablativo seguito da una altro sostantivo, pronome, o
aggettivo sempre in ablativo in funzione predicativa. Esprime sempre un’ azione contemporanea
Natura duce, ignaris omnibus, auctore cesare, vivo hannibale, diis invitis, invito senatu

PRONOMI RELATIVI
In latino c’è un solo relativo detto relativo definito, che è qui, quae, quod, che,il quale,la qual cosa.
Invece, i pronomi relativi indefiniti sono: quicumque,quaecumque,quodcumque, chiunque,qualunque
cosa, poi quisquis,quisquid (che non ha il femminile),chiunque,qualunque cosa.
I pronomi seguono la declinazione pronominale ma hanno nel genitivo singolare,-ius e nel dativo singolare -
i.
PROPOSIZIONE RELATIVA
è una subordinata legata alla sua reggente da un pronome relativo (qui, quae, quod e derivati), da avverbi
relativi (ubi, quo, unde, qua) o da aggettivi relativi (qui, quantus, qualis). In latino le proposizioni relative si
distinguono in proprie ed improprie.
La proposizione relativa propria corrisponde nel periodo all'attributo nella proposizione.
Reggono l'indicativo (relative proprie) quando: esprimono un fatto certo; sono rette da pronomi e
avverbi raddoppiati o che escono in -cumque (quisquis, quicumque...); rendono l'idea di un nome o un
aggettivo.
Reggono invece il congiuntivo ( relative improprie) quando: esprimono l'opinione del soggetto della
reggente (relative oblique); sono necessarie al senso; subiscono un'attrazione modale, sono cioè
dipendenti da una reggente al congiuntivo o all'infinito; ipotizzano un fatto possibile (valore eventuale).
La proposizione relativa impropria svolge la funzione delle proposizioni complementari indirette e ha
sempre il congiuntivo, con i tempi che rispettano la consecutio delle proposizioni che la relativa
sostituisce; può avere 7 valori: finale; consecutivo; causale; ipotetico; concessivo; limitativo; avversativo.
Nesso del relativo
Si trova generalmente all’inizio di un periodo dopo una pausa forte ( punto fermo,  punto e virgola o due
punti). Esso non introduce una proposizione subordinata, ma serve a legare il periodo in cui si trova a quello
antecedente.  Esso dunque assume valore di congiunzione coordinante  + pronome dimostrativo (is, ea,
id).  Si rende in italiano con un dimostrativo preceduto da “e”, “ma”, “infatti”, “dunque”.
Prolessi del relativo 
Questa costruzione prevede che la subordinata relativa preceda la reggente. L’antecedente pronominale
viene espresso nella reggente solo se si trova in caso diverso rispetto al relativo , altrimenti viene di regola
soppresso. 
Nel caso invece in cui il relativo non sia richiamato dal suo antecedente, esso ha funzione di pronome
doppio, pertanto dovrà essere sdoppiato in “colui/colei/coloro che”.
Omissione dell’antecedente del relativo 
Se l’antecedente del pronome relativo è un pronome determinativo o dimostrativo esistono due
possibilità: 
Se sono in casi diversi, l’antecedente viene espresso.
Se l’antecedente è nello stesso caso del pronome relativo, l’antecedente viene soppresso nel latino. In
ogni caso deve comunque essere espresso nella traduzione
Il pronome relativo che precede la proposizione, è sempre in relazione con un sostantivo o un pronome
della frase precedente. Concorda in genere e numero con il termine a cui si riferisce, inoltre il suo caso
dipende dalla funzione che ha nella proposizione.
Tuttavia non sempre ha questa funzione o si trova in questa forma. Esistono infatti diverse eccezioni che
saranno di seguito presentate.
taliana con “colui”, “coloro”, “quella” ecc.

QUAERO,is ivi, itum ,ere chiedere per sapere regge acc di ciò che si chiede e ex/e+ abl della persona cui si
chiede
PETO,is, ivi,itum,ere chiedere per sapere acc di ciò che si chiede e a/ab+ abl della cosa che si chiede

Il verbo fio
Ha 3 significati:
- Essere fatto (passivo di facio)
- Divenire/diventare, intransitivo
- Accadere usato soprattutto come verbo impersonale fit ut
Le forme dell’infectum derivano dal tema fi e seguono la IV coni. Tutte le altre forme derivano dal verbo
facio (part perf factus e tempi del perfectum il gerundivo faciendus,a,um e l’infinito futuro passivo factum
iri) e dal verbo sum (participio futuro futurus,a,um)
Forme passive dei composti di facio con preverbi costituiti da avverbi o da radici nominali o verbali
(calefacio,liquefacio calefio,liquefio). I composti di facio con preverbi costituiti da preposizioni proprie o
improprie la vocale a di fac si trasforma in i e forma il passivo in ficior (afficio,efficio afficior,efficior)
PRONOMI INDEFINITI
aliquis,aliquid (pronome), qualcuno, qualcosa
aliqui,aliqua,aliquod (aggettivo), qualche
Altri pronomi e aggettivi con valore positivo sono:

 quisquam,quidquam (pronome), alcuno, alcuna cosa. Si adopera in frasi di senso negativo e


sostituisce aliquis e aliqui
 ullus,-a,-um (aggettivo) alcuno, alcuna cosa. Corrisponde al pronome quisquam e anche lui si usa in
frasi di senso negativo;
 quidam, quaedam, quiddam (pronome), un tale, un certo. Segue la declinazione di qui, que ,quod
 quisque,quidque (pronome), ognuno, ciascuno. Formato da quis e dal suffisso indeclinabile -que.
L’aggettivo è quisque,quaeque,quodque

 alius, alia, aliud (pronome e aggettivo), un altro, altro. Segue la declinazione pronominale. Si


usa quando si vuole indicare un altro diverso da quello che parla. Per esempio : Alii legent
carmina mea →altri leggerenna le mie poesie;
 alter, altera, alterum (pronome e aggettivo), l’altro. Segue la declinazione pronominale. Viene
usato quando la persona o la cosa è diversa da quella di cui si parla e si intende altro fra due.
Per esempio: Alter oculus aeger est→ l’altro occhio è malato;
 reliqui, reliquae, reliqua (pronome e aggettivo), gli altri, le altre, le altre cose;
 ceteri, ceterae, cetera (pronome e aggettivo), gli altri, le altre, le altre cose. Si usa soprattutto
nei paragoni;

Il verbo eo, is, ivi o (ii), itum, ire , che significa andare e questo verbo come fero nei tempi del perfetto e e
del supino si comporta in modo identico ai verbi delle quattro coniugazioni regolari. Invece, il sistema del
presente è anomalo. Ha la coniugazione atematica dei tempi derivati dal tema del presente. È intransitivo.

Abeo, is Andar via


Adeo, is Andar vicino
Anteeo, is Andar davanti
Circumeo, is Andar attornp
Coeo, is Andar insieme
Exeo, is Andar fuori
Ineo, is Andar dentro
Intereo, is perire
Obeo, is Andar verso
Pereo. is perire
Praeeo. is Andar davanti
Praetereo, is Andar oltre
Prodeo, is Andar davanti
Redeo, is Andar indietro
Subeo, is Andar sotto
Transeo, is Andar oltre
Veneo, is Essere venduto
(manca il supino) è
usato come passivo
del verbo vendere

Il supino è un nome verbale della IV declinazione con solo 2 casi:


- Accusativo in –um detto supino attivo. Ha valore di accusativo di direzione e nel latino classico
viene usato per esprimere la finalità dell’azione in dipendenza da verbi di moto: eo dormitum, venit
rogatum
- Ablativo in –u detto supino passivo e ha valore di ablativo di limitazione: facile dictu facile a dirsi

I verbi deponenti
Hanno forma passiva ma valore attivo ari eri i iri (infinito). Il significato è sempre attivo a parte in due forme
in cui è passivo: il gerundivo e il supino in –u.
Alcune voci sono oltre che di significato, anche di forma attiva: il participio presente hortans,antis, il
participio futuro hortatururs,a,um, infinito futuro hortaturum,a,um,os,as,a esse, gerundio hortandi,
supino in –um hortatum,a.

Verbi semideponenti
Hanno forma attiva nei tempi derivati dal tema del presente e forma passiva nei tempi del perfetto:
audeo,es,ausus sum,audere osare
Gaudeo,es,gavisus sum,gaudere essere felice
Soelo,es,solitus sum, solere essere solito fidarsi

Perifrastica attiva
Participio futuro+verbo sum, esprime imminenza, intenzionalità, predestinazione. Ce l’hanno tutti i verbi
attivi e deponenti che abbiano il participio futuro. Ha solo i tempi dell’indicativo, congiuntivo e infinito
(presente e perfetto). Si traduce con sto per, ho l’intenzione di, sono destinato a scripturus,a,um

Perifrastica passiva
Gerundivo+ verbo sum esprime necessità. Ce l’hanno tutti i verbi transitivi attivi e deponenti. I verbi del
gerundivo e dalla 3 per.sing. dei tempi di sum. La persona è posta in dativo o talvolta in ablativo preceduto
da a/ab quando nella frase è presente un altro dativo. In italiano si rende con il verbo dovere o espressioni
impersonali come bisogna, è necessario, si deve… liber legendus est

Il verbo sum
Non ha il tema del supino, participio presente e perfetto, gerundio,gerundivo ma ha il participio futuro:
futurus,a,um e infinito futuro fore, congiuntivo imperfetto forem,fores..
L’imperativo futuro è usato con valore di presente es,este
Composti di sum
- possum=potere
- absum=essere assente/lontano
- adsum=essere presente/assistere
- desum=mancare/venir meno
- insum=essere dentro
-intersum=essere in mezzo/partecipare
-obsum=nuocere
-praesum=essere a capo
-prosum=giovare/essere utile
-subsum=essere sotto/essere soggetto
-supersum=sopravvivere

Possum
Composto di sum solo nelle forme che derivano dal tema del presente. I temi del perfetto derivano da il
tema potu-

Fero
Tema del presente fer-, tema del perfetto tul-(da tollo), tema del supino lat-. Imperativo fac.
Significati:
portare,trascinare,recare
sopportare,tollerare
riportare,ottenere
dire,narrare,tramandare
produrre,dare
Composti di fero
Aufero a/ab=portare via
Affero ad=apportare
Circumfero=portare attorno
Confero cum=portare insieme
Defero=portare giù
Differo dis=differire
Effero e/ex=portare fuori
Infero=portare dentro
Offero ob=offrire
Perfero=sopportare
Praefero=portare innanzi/preferire
Profero=portare innanzi/produrre
Refero=riportare/riferire
Suffero sub=sopportare
Transfero=trasportare

PARTICIPIO
Il participio in latino si comporta come il participio in italiano, cioè possiede allo stesso tempo le
caratteristiche di un nome e di un verbo.
Ciò significa che il participio in latino:
dato che è come un nome, è declinabile
dato che è come un verbo, ha un tempo e una diatesi (cioè può essere attivo o passivo)
In base al tempo, esistono in tutto tre participi, cioè participio presente, participio perfetto e
participio futuro.
All’interno della frase il participio può avere una funzione nominale, se funge da nome o da aggettivo,
oppure verbale, se funge da verbo.

A seconda della funzione che assume, il participio può essere:

Se ha funzione nominale

 sostantivato
 attributivo
 predicativo
Se ha funzione verbale

 congiunto
 assoluto

Participio futuro
Si forma aggiungendo le seguenti desinenze al tema del supino:
Maschile -urus Laudaturus

Femminile -ura Laudatura

Neutro -urum Laudaturum


Si declina poi come un aggettivo di 1a classe (il maschile e il neutro seguono cioè la seconda declinazione, il
femminile la prima)
Di base il participio futuro si traduce in uno di questi tre modi:
Che sta per…
Che ha intenzione di…
Che è destinato a…
Le caratteristiche del participio futuro sono:
posteriorità rispetto alla proposizione reggente (l’azione del participio avviene dopo quella della reggente)
azione attiva (il soggetto del participio compie l’azione)
possono averlo tutti i verbi (attivi, deponenti, transitivi, intransitivi)

Participio perfetto
Si forma aggiungendo le seguenti desinenze al tema del supino:
Maschile -us Laudatus

Femminile -a Laudata

Neutro -um Laudatum


a
Si declina poi come un aggettivo di 1  classe (il maschile e il neutro seguono cioè la seconda declinazione, il
femminile la prima
Le caratteristiche del participio perfetto sono:
anteriorità rispetto alla proposizione reggente (l’azione del participio avviene prima di quella della
reggente)
azione passiva (il soggetto del participio subisce l’azione)
possono averlo solo i verbi transitivi attivi e deponenti

Il participio perfetto dei verbi deponenti ha valore attivo e non passivo. Ad esempio, hortatus (dal


verbo hortor) significa “che ha esortato” e non “che è stato esortato”.

Participio presente
Si forma aggiungendo le seguenti desinenze al tema del presente delle varie coniugazioni:
1a -ans, -antis Laudans

2a -ens, -entis Monens

3a -ens, -entis Legens

4a -iens, -ientis Audiens


Mista -iens, -ientis Capiens
Si declina poi come un aggettivo di 2a classe (segue cioè la terza declinazione)
Le caratteristiche del participio presente sono: 
contemporaneità rispetto alla proposizione reggente (l’azione del participio avviene nello stesso momento
di quella della reggente)
azione attiva (il soggetto del participio compie l’azione)
possono averlo tutti i verbi (attivi, deponenti, transitivi, intransitivi)

GERUNDIVO
In latino il gerundivo è un aggettivo verbale, cioè un verbo che si comporta come se fosse un aggettivo. Di
conseguenza, è sempre legato a un nome.
Il gerundivo viene formato attaccando al verbo le seguenti terminazioni:
Maschile -ndus Laudandus

Femminile -nda Laudanda

Neutro -ndum Laudandum


Il gerundivo si declina come se fosse un aggettivo di prima classe (il maschile e il neutro seguono cioè la
seconda declinazione, mentre il femminile la prima) e ha sempre lo stesso genere, numero e caso del nome
a cui è riferito
Come si traduce?
Il gerundivo ha sempre valore passivo e si traduce in italiano con:
Da + Infinito presente attivo
Che deve + Infinito presente passivo
Laudandus
Da lodare
Che deve essere lodato
Hanno quindi il gerundivo solo i verbi transitivi, dato che quelli intransitivi non possono essere volti al
passivo.
Il gerundivo in funzione attributiva
Spesso il gerundivo viene usato per sostituire un gerundio che regge un complemento oggetto. In questo
caso bisogna tradurre il gerundivo come se fosse un gerundio e il nome a cui è legato come se fosse un
accusativo:
GERUNDIO
Cupido epistulam legendi
Il desiderio di leggere una lettera
GERUNDIVO
Cupido epistulae legendae
Il desiderio di leggere una lettera
E non “di una lettera da leggere”
Si parla in questo caso di gerundivo in funzione attributiva (è il contesto della frase che ci permette di
capire se debba essere tradotto in questo modo o normalmente).

GERUNDIO
In latino il gerundio è un nome verbale, cioè un verbo che si comporta come se fosse un nome. Di
conseguenza, può essere declinato e costituisce quella che è la declinazione dell’infinito. 
Il gerundio viene formato attaccando al tema del presente i seguenti suffissi, a cui vengono poi aggiunte le
desinenze dei nomi maschili di seconda declinazione
Il gerundio possiede genitivo, dativo, accusativo e ablativo (tutti quanti unicamente al singolare), mentre è
privo di nominativo e vocativo
Come si traduce?
Il gerundio può essere costruito con ogni tipo di verbo (attivo, deponente, transitivo, intransitivo) e
ha sempre valore attivo (cioè in italiano l’infinito che viene usato è lodare e non essere lodato). Per
tradurlo, basta mettere davanti all’infinito italiano la preposizione tipica del caso in questione
il significato cambia, quando il gerundio viene accompagnato da una preposizione
l genitivo seguito da causa o gratia e l’accusativo preceduto da ad si traducono con una proposizione finale

COMPLETIVE VOLITIVE
Esprimono una manifestazione di volontà, ma mentre la circostanziale finale esprime il fine dell’ azione
espressa dal verbo della principale, la completiva volitiva completa il significato del verbo della principale
con funzione di soggetto o di oggetto.
Le proposizioni volitive introdotte da verbi come moneo, admoneo, hortor, suadeo, persuadeo, petp,
quaero, impero, statuo, constituo, cupio, oro, rogo, nitor, operam do
UT/NE + il congiuntivo presente, se la proposizione reggente ha un tempo principale, o il congiuntivo
imperfetto, se la proposizione reggente ha un tempo storico.

TEMPORALI
Le proposizioni temporali possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
Congiunzione temporale + Indicativo
Cum narrativo
Le congiunzioni temporali più frequenti sono cum (quando), simul ac (non appena), dum (mentre /
finché), antequam (prima che) e postquam (dopo che). La congiunzione temporale dum cambia significato a
seconda che sia seguita dall’indicativo presente (mentre) o dal congiuntivo (finché).
Implicite
Ablativo assoluto
Participio congiunto

CAUSALI
Poiché piove, me ne vado a casa.
Le proposizioni causali possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
Quod / Quia / Quoniam + Indicativo (se però la causa esprime il punto di vista di qualcuno, viene usato il
congiuntivo)
Relativa impropria
Cum narrativo
Implicite
Ablativo assoluto
Participio congiunto

FINALI
L’esercito levò un grido, affinché i nemici si spaventassero.
Le proposizioni finali possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
Ut / Ne + Congiuntivo presente (se la reggente ha un tempo principale) o imperfetto (se la reggente ha un
tempo storico)
Relativa impropria
Implicite
Participio futuro
Supino in um (in presenza di verbi che indicano movimento)
Gerundio / Gerundivo all’accusativo (preceduti da ad)
Gerundio / Gerundivo al genitivo (seguiti da causa o gratia)
CONSECUTIVE
Le proposizioni consecutive possono essere costruite solo in forma esplicita:
Ut / Ut non + Congiuntivo (senza seguire la consecutio temporum)
Come in italiano, anche in latino le consecutive sono spesso anticipate da avverbi come tam, tantum, sic ita
eo, adeo o da aggettivi come tantus, a, um (tanto grande), is, ea, id, talis, e o tot. Sono frequenti anche i
nessi correlativi es. sic…ut, tantum…ut, adeo…ut
I tempi del congiuntivo vengono usati con valore assoluto, ovvero indipendentemente dal tempo della
principale:
la conseguenza nel presente viene espressa con il congiuntivo presente
la conseguenza nel passato viene espressa con il congiuntivo imperfetto o perfetto
come si traduce: in forma esplicita con gli stessi tempi che si trovano in latino ma al modo indicativo
in forma implicita, se il soggetto è lo stesso della principale, con il verbo all’ infinito preceduto dalla
preposizione da
Relativa impropria ovvero qui, quae, quod + congiuntivo presente o imperfetto e più raramente perfetto

CONCESSIVE
Nonostante non fossi ancora arrivato, erano già tutti pronti a combattere.
Le proposizioni concessive possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
Quamquam / Etsi / Tametsi + Indicativo
Quamvis + Congiuntivo
Cum narrativo
Relativa impropria (raro)
Implicite
Ablativo assoluto
Participio congiunto

Interrogative dirette
Pronome interrogativo
quis/quid che cosa tra molti
Uter/utra/utrum chi che cosa tra 2
Aggettivi interrogativi
Qui/quae/quod quale tra molti
Uter/utra/utrum quale tra 2
Introdotte anche da composti di quis/quid quisnam /quidam
Pronomi e aggettivi indefiniti qualis, quanta, quot
Avverbi interrogativi
Cur/quare/quid=perché
Quando=quando
Quomodo=in che modo/come
Ubi=dove
Quo=dove
Unde=da dove
Qua=per dove
Particelle interrogative
-ne segnala un’interrogativa reale e non va tradotta
Num=interrogativa retorica che presuppone una risposta negativa e si traduce con forse
Nonne=interrogativa retorica che presuppone una risposta affermativa e si traduce con forse non

INTERROGATIVE INDIRETTE
Le proposizioni interrogative indirette si dividono in:
Semplici (la domanda è una sola)
Sono introdotte dagli stessi pronomi, aggettivi, avverbi e particelle delle interrogative dirette.
Cupio scire quid agas
Desidero sapere che cosa fai
Doppie (la domanda prevede più alternative)
Sono introdotte da utrum o -ne e presentano an tra un’alternativa e l’altra:
Pater meus quasivit a me mallemne proficisci an manere
Mio padre mi chiese se preferissi partire o rimanere
Si utilizza in entrambi i casi il congiuntivo secondo la consecutio temporum.

COMPLETIVE DICHIARATIVE
ES. Accadde che gli eserciti si scontrarono.
Questa proposizione può avere funzione di soggetto o di oggetto e si trova dopo verbi ed espressioni come
accidit, evenit, fit, mos est, consuetudo est, tempus est, verum est, satis est, facere efficere
Le proposizioni dichiarative possono essere costruite sia in forma esplicita sia in forma implicita:
Esplicite
Ut / Ut non + Congiuntivo (secondo la consecutio temporum) presente o imperfetto/perfetto
Quod + Indicativo
Implicite
Infinito
Le dichiarative implicite all’infinito si chiamano infinitive , cioè soggettive, oggettive:
Le soggettive fungono da soggetto del verbo reggente e si costruiscono con:
verbo all’infinito e soggetto al nominativo
verbo all’infinito e soggetto all’accusativo
Ad esempio, in si dice che la frase introdotta da che fa da soggetto al verbo (“si dice che il miele faccia bene
alla salute”).
Le oggettive fungono da complemento oggetto del verbo reggente e si costruiscono con il verbo all’infinito
e il soggetto all’accusativo.
Ad esempio, in dicono che la frase introdotta da che rappresenta il complemento oggetto del verbo, dato
che il verbo ha già come soggetto sottinteso essi 

IL PERIODO IPOTETICO
Il periodo ipotetico è un costrutto formato da una frase subordinata che contiene un’ipotesi (protasi) e da
una frase principale che esprime la conseguenza dell’ipotesi (apodosi). 
Esistono in tutto tre tipi di periodo ipotetico:
Periodo ipotetico della realtà (I tipo)
Protasi
Si + Indicativo
Apodosi
Qualsiasi tipo di proposizione principale
Si vis pacem, para bellum
Se vuoi la pace, prepara la guerra
Periodo ipotetico della possibilità (II tipo)
Protasi
Si + Congiuntivo presente / perfetto
Apodosi
Congiuntivo presente / perfetto
Si quis vos interroget, quid respondeatis?
Se qualcuno vi interrogasse, che cosa rispondereste?
Si ab exercitu relictus sim, non pugnaverim
Se venissi abbandonato dall’esercito, non combatterei

Periodo ipotetico dell’irrealtà (III tipo)


Protasi
Si + Congiuntivo imperfetto / piuccheperfetto
Apodosi
Congiuntivo imperfetto / piuccheperfetto
Si haec videres, lacrimas non teneres
Se vedessi queste cose, non tratterresti le lacrime
Si Romam venisset, gladiatores vidisset
Se fosse venuto a Roma, avrebbe visto i gladiatori

Se la protasi è negativa, si usano nisi oppure si non (entrambi significano se non) al posto di si:


Nisi pugnas, vincemur
Se non combatti, verremo sconfitti
Spesso la protasi, quando è all’inizio della frase, è introdotta da quod si(letteralmente che se), che si
traduce semplicemente con se:
Quod si curratis, ad navem attingatis
Se correste, raggiungereste la nave

INFINITO
L’infinito in latino equivale all’infinito in italiano (esprime cioè un’azione che non fa riferimento a un
soggetto preciso) e presenta tre tempi:
infinito presente
infinito perfetto
infinito futuro
L’infinito si coniuga in questo modo:
Infinito presente attivo
Viene formato aggiungendo al tema del presente la desinenza re.

Infinito presente passivo
Viene formato aggiungendo al tema del presente la desinenza ri (soltanto i per la 3a coniugazione e quella
mista).

Infinito perfetto attivo
Viene formato aggiungendo al tema del perfetto la desinenza isse.

Infinito perfetto passivo


È formato dal participio perfetto in accusativo seguito dall’infinito presente di sum.

Infinito futuro attivo


È formato dal participio futuro in accusativo seguito dall’infinito presente di sum.

Infinito futuro passivo


È formato dal supino attivo del verbo seguito da iri.

FUNZIONI DEI CASI


-NOMINATIVO:
è il caso del soggetto e di tutto quello che si riferisce ad esso ovvero l’ attributo l’ apposizione il predicato
del soggetto e il nome del predicato.
Il doppio nominativo: si parla di doppio nominativo quando il verbo è accompagnato oltre che dal soggetto
anche da un predicato del soggetto. Richiedono questo costrutto i verbi copulativi: quelli appellativi: dico
appello, nomino. Elettivi: creo,eligo, designo, facio. Estimativi: puto existimo habeo iudico duco, tutti usati
alla forma passiva e verbi intransitivi che significano diventare risultare. Può avere funzione copulativa
qualsiasi verbo che indichi uno stato una condizione e un modo di essere. Inoltre anche videor è un verbo
copulativo particolarmente importante.
VIDEOR—è il passivo di video, è usato spesso con il significato di sembrare, parere e in questo caso
presenta dei costrutti particolari:
-doppio nominativo
-costruzione personale(nominativo con l’ infinito)
-costruzione impersonale
 Si parla di costruzione PERSONALE quando videor, concordato con il soggetto, è seguito da un
infinito, più precisamente:
-dall’ infinito del verbo sum in funzione di copula accompagnato da un nome del predicato in
nominativo
-dall’ infinito di un altro verbo con l’ avvertenza che i participi che entrano nella formazione dell’
infinito futuro e dell’ infinito perfetto passivo si trovano sempre in nominativo
 Si parla di costruzione impersonale quando videor è usato alla terza persona singolare ed è seguito
da una proposizione infinitiva soggettiva
Generalmente videor è costruito impersonalmente:
-quando è accompagnato da un aggettivo neutro (facile, difficile)
-quando assume valore deliberativo cioè di sembrare opportuno, sembrare bene
-quando è seguito da verbi e da espressioni impersonali
-in locuzioni incidentali come per esempio ut mihi videtur
Ci sono inoltre altri verbi che richiedono il nominativo con l’ infinito mentre in italiano richiedono il
costrutto impersonale:
dico, narro, fero, trado, puto, habeo, iubeo, prohibeo, permitto
la forma impersonale è di solito preferita quando i verbi si trovano al perfetto o alla perifrastica passiva. O
anche con la 3 per plur seguita da una prop infinitiva oggettiva .

GENITIVO: il genitivo è generalmente il caso del complemento di specificazione. È detto soggettivo quando
indica l’agente dell’azione espressa dal sostantivo, quando indica l’oggetto dell’azione è detto oggettivo. I
genitivi mei, tui, nostri, vestri sono sempre oggettivi.
VARIE FUNZIONI DEL GENITIVO:
-specificazione
-possesso, precisa a chi appartiene una persona o una cosa, il possesso si può trovare espresso anche in
dativo
-qualità, indica le qualità permanentemente possedute da una persona
-pertinenza, indica la persona alla quale tocca il compito o il dovere di fare qualcosa o l’ ambito in cui
rientra un certo comportamento. È sempre usato in funzione predicativa con il verbo sum e si rende in
italiano con è proprio di, è dovere di
-età, indica l’ età e spesso si trova in dipendenza da sostantivi come puer, adulescens, senex
-misura indica le dimensioni di un oggetto o il numero dei componenti

GENITIVO PARTITIVO: indica il tutto di cui viene presa in considerazione solo una parte
GENITIVO DI RELAZIONE: precisa a quale realtà vada riferito un aggettivo che indica desiderio, passione,
partecipazione, esclusione, capacità, incapacità, conoscenza, ignoranza.

GENITIVO CON I VERBI: è presente in vari costrutti verbali per completare o precisare l’azione espressa dal
verbo.
Memoria e dimenticanza:animus meminit praetoritum
Privazione e bisogno: indigeo tui consilii
Accusa e condanna: appius gabinium accusavit maiestatis
GENITIVO AVVERBIALE CON VERBI DI STIMA
I verbi che significano stimare considerare valutare sono accompagnati da un avverbio con la terminazione
in genitivo. Questi avverbi non accompagnano solo verbi con significato estimativo ma anche altri verbi con
altro significato e che così assumono valore di stima.
Interest e refert
Generalità
Quando significano "interessare", i verbi intersum e refero sono utilizzati sempre in forma impersonale,
quindi alla terza persona singolare neutra (interest, refert e forme derivate).
Applicazione
PERSONA a cui interessa qualcosa
sostantivo: genitivo
pronomi personali 1 o 2 per: mea, tua, nostra, vestra (ablativo sing femm)
pronome di 3 per: con valore riflessivo: ablativo singolare del possessivo, con valore non riflessivo: genitivo
del determinativo o del dimostrativo
oggetto dell’interesse
nom/acc del pronome neutro
infinito, prop subordinata: infinitiva, completiva volitiva, interrogativa indiretta

DATIVO
Dativo di termine esprime il complemento di termine.
Costrutti con dativo:
dono aliquid alicui
mitto,scribo,respondeo aliquid aliqui
iungo,coniungo aliquem aliqui
aufero,eripio,detraho aliquem/aliquid aliqui
circumdo aliquem/aliquid aliqui

dativo di possesso
col verbo sum e soggetto in dativo indica la persona a cui appartiene una cosa
dativo d’agente
accompagna la perifrastica passiva e assume la funzione di sogg

dativo etico=esprime la partecipazione affettiva del soggetto


dativo di relazione=indica in rapporto a chi o cosa si estende l’azione del predicato
dativo di vantaggio e svantaggio=indica lo svantaggio o il vantaggio di chi svolge l’azione
dativo con gli aggettivi=con aggettivi che indicano utilità ostilità danno amicizia..

DATIVO DI FINE E DOPPIO DATIVO


Il nome in dativo può indicare il fine dell’azione del verbo.
Quando il dativo si unisce a un dativo di vantaggio o svantaggio si ha il doppio dativo.

VERBI CON L’OGGETTO IN DATIVO


- Composti di sum
- Verbi che indicano sentimenti ostili o amichevoli (benedico)
- Verbi che indicano atteggiamenti nei confronti degli altri (irascor)
- Verbi che indicano rapporti di superiorità o inferiorità ( impero)
- Il verbo nubo che significa sposarsi della donna

ACCUSATIVO
Indica funzioni legate all’idea di movimento
ACCUSATIVO DELL’OGGETTO DIRETTO E DELL’OGGETTO DIRETTO INTERNO
Oggetto diretto=complemento oggetto
Accusativo dell’oggetto interno=nome in acc dopo un verbo transitivo che ha la stessa radice del sostantivo
o che sia legato dal punto di vista semantico (mirum somniavi somnium ho fatto un sogno strano)
VERBI CHE HANNO SIA USO TRANSITIVO SIA INTRANSITIVO
Abdico, deficio, fugio,effugio, spero,despero, ulciscor
CON VERBI IMPERSONALI
Richiedono l’accusativo della persona alcuni verbi definiti normalmente intransitivi: iuvo, fallo, praetereo,
placeo
I verbi impersonali: miseret (provare, avere compassione di) paenitet (pentirsi di) piget (dispiacersi) pudet
(vergognarsi di) taedet (annoiarsi di) richiedono
- La persona sogg in acc
- La cosa ogg può essere in: genitivo se è un sost o pron rel, nominativo/accusativo se è un pronome
neutro, infinito o prop infinitiva o dichiarativa se è una subordinata
ACCUSATIVO DI RELAZIONE
Con verbi che esprimono un sentimento doleo gaudeo
Con verbi che esprimono sensazione fisica sapio sitio
Acc del pronome neutro: in pron neutro accompagna un verbo intrans in funzione di ogg
Acc alla greca: per precisare in relazione a cosa vale una qualità o azione espressa da agg o verbo intrans
DOPPIO ACCUSATIVO
Due nomi in acc
- Quando il verbo ha oltre che l’oggetto diretto anche il predicativo dell’ogg
- Quando i verbi di movimento sono completati oltre che dall’oggetto diretto anche da acc di moto a
luogo o per luogo
- Quando il verbo richiede oltre all’ogg diretto anche l’acc di relazione
ACCUSATIVO NELLO SPAZIO
Moto a luogo in e ad
Per luogo con per
Dimensione
Distanza
Spazio percorso
NEL TEMPO
Indica la durata dell’azione

ABLATIVO

a) Ablativo di mezzo o strumento

Indica ciò di cui ci si serve per compiere un’azione. Se è espresso da una cosa o da un
animale, si usa l’ablativo semplice; se è espresso da una persona, si usa per + accusativo
oppure il genitivo retto dagli ablativi auxilio, beneficio, opera:

b) Costruzione di utor, fruor, fungor, vescor, potior
Questi cinque verbi e i loro eventuali composti, reggono in latino l’ablativo strumentale a
differenza dei corrispondenti verbi italiani che possono anche reggere il complemento
oggetto
 
c) Costruzione di dignus e indignus
 
Gli aggettivi dignus (= degno, meritevole) e indignus (= indegno) reggono l’ablativo
strumentale della cosa di cui si è degni o indegni; se sono seguiti da un verbo (es.: degno
di essere lodato; degno di fare il comandante), questo si esprime mediante una
proposizione relativa con il congiuntivo caratterizzante secondo le norme
della consecutio temporum:

d) Ablativo di abbondanza

 
Rientra nella funzione strumentale l’ablativo retto da verbi e aggettivi che indicano
abbondanza quali: abundo, redundo, affluo = abbondo: compleo, expleo, impleo =
riempio; cumulo = colmo; augeo = accresco; obruo = copro, ecc.; onustus =
carico; opulentus, opimus = ricco; abundans, fecundus = abbondante, ecc.:

e) Ablativo di prezzo e pena


 
Rientra anch'esso nella funzione strumentale in quanto indica il mezzo con cui si paga o
si sconta qualcosa. Il complemento di prezzo e il complemento di pena possono essere
espressi sia mediante l’ablativo sia mediante il genitivo:
f) Ablativo di misura e quantità
 
Indica il metro con cui si valuta o si misura qualcosa e di quanto una cosa si differenzia
da un’altra. Si trova:
a) con verbi come iudico = giudico; aestimo = stimo; metior = misuro, ecc.
b) con i comparativi e con gli avverbi e le preposizioni che contengono idea di paragone
(ante, post, supra, ultra, citra, ecc.).
c) con i verbi di eccellenza supero, antecello, praesto, antecedo, ecc., per indicare di quanto
una persona o cosa è superiore ad un’altra.
g) Ablativo di limitazione
 
Circoscrive il limite entro il quale si definisce un concetto espresso da un verbo, da un
nome o da un aggettivo. Esso può indicare l’ambito in cui uno è superiore o inferiore ad
un altro, in cui si distingue da un altro o semplicemente di che nazionalità, lingua,
costumi, ecc. egli sia.
h) Ablativo di compagnia e unione
 
Esprime un rapporto sociativo, sia di amicizia sia di ostilità, ed è accompagnato dalla
preposizione cum (= con), tanto se si tratta di persona (= complemento di compagnia),
quanto se si tratta di cosa (= complemento di unione).
i)  Ablativo di modo o maniera
 
Indica il modo in cui si compie un’azione e si trova in ablativo:
a) con cum se è espresso con un semplice sostantivo;
b) senza cum o con cum interposto se è espresso con un sostantivo accompagnato da
aggettivo;
c) senza cum se è espresso con sostantivi che di per sé implicano idea di modo o norma o che
sono accompagnati dall’aggettivo nullus, a, um, 
d) senza cum con locuzioni di tipo quasi avverbiale come agmine = in colonna; casu =
e) con per, in o ad + accusativo in espressioni idiomatiche come ad hunc modum 
l)  Ablativo di causa
 
Indica la causa concomitante e pertanto partecipa della funzione sociativa dell’ablativo.
Si esprime:
a) con l’ablativo semplice se la causa è interna, cioè riferita al soggetto e alla sua sfera fisica o
psichica;
b) con ob o propter + accusativo se la causa è esterna, cioè indipendente dal soggetto e dalle
sue condizioni;
c) con prae + ablativo se la causa è impediente, cioè impedisce che si compia un’azione; si
trova quindi per lo più in frasi negative;
m)  Ablativo di qualità
 
Partecipa della funzione strumentale-sociativa anche il complemento di qualità,

COMPARATIVO E SUPERLATIVO
In latino il comparativo e il superlativo di un aggettivo si formano:
Comparativo
Aggiungendo al tema dell’aggettivo la desinenza ior per il maschile e il femminile e la desinenza ius per il
neutro.
Superlativo
Aggiungendo al tema dell’aggettivo la desinenza issimus per il maschile, issima per il femminile
e issimum per il neutro.
Casi particolari
I seguenti aggettivi presentano alcune particolarità:
Gli aggettivi in er presentano il superlativo in errimus, errima, errimum.
pulcher → pulcherrimus
Gli aggettivi in ilis presentano il superlativo in illimus, illima, illimum.
facilis → facillimus
Gli aggettivi in dicus, ficus e volus presentano presentano il comparativo in entior, entius e il superlativo
in entissimus, entissima, entissimum.
benevolus → benevolentior

benevolus → benevolentissimus
I seguenti aggettivi hanno il comparativo e il superlativo che si formano a partire da temi diversi da quello di
base (forme irregolari):
Aggettivo Comparativo Superlativo

Bonus Melior / Melius Optimus, a, um

Malus Peior / Peius Pessimus, a, um

Magnus Maior / Maius Maximus, a, um

Parvus Minor / Minus Minimus, a, um

Multus Plus Plurimus, a, um

Iuvenis Iunior Admodum iuvenis

Senex Senior Admodum senex

Il comparativo si traduce con il comparativo di maggioranza


Il superlativo si traduce con il superlativo assoluto o con il superlativo relativo
Il comparativo di minoranza e il comparativo di uguaglianza si formano invece con avverbi (e quindi basta
tradurre il testo così come si presenta):
minus altus Meno alto

tam altus quam Tanto alto quanto


Il secondo termine di paragone
La persona o la cosa rispetto a cui viene fatto il confronto si chiama secondo termine di paragone, che
viene espresso all’ablativo oppure nello stesso caso del primo termine dopo quam:
Ablativo
Puer altior est magistro
Il ragazzo è più alto del maestro
Stesso caso del primo termine dopo quam
Puer altior est quam magister *
Il ragazzo è più alto rispetto al maestro
* Qui il secondo termine di paragone (magister) è nello stesso caso del primo termine (puer), cioè al
nominativo.
Il comparativo assoluto
Il comparativo può essere usato anche senza secondo termine di paragone (comparativo assoluto) e in
questo caso si traduce con abbastanza / piuttosto / troppo più l’aggettivo di base:

ablativo d’ agente e di causa efficiente


dativo di possesso es. tullia aveva poco denaro. Tulliae parva pecunia est
cum
aggettivi pronominali
complemento di causa. Ablativo semplice per causa strumentale,prae più ablativo impedimento e ob o
propter più accusativo causa esterna al soggetto

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