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A) LE PARTI DEL DISCORSO

● PARTI VARIABILI E INVARIABILI


Fare l’analisi grammaticale significa precisare la forma delle parole che
compongono un testo e determinare l’appartenenza a una delle nove parti del
discorso, che si dividono in:
1. VARIABILI ( articolo, nome, aggettivo, pronome, verbo), così dette
perché sono soggette a una “flessione”, ossia una
“CONIUGAZIONE” per i verbi e una “DECLINAZIONE” per
nomi, articoli, aggettivi, pronomi;
2. INVARIABILI (avverbio, preposizione, congiunzione, interiezione)
così dette perché non cambiano mai la loro forma.

● LA FLESSIONE DELLE PAROLE


In caso di DECLINAZIONE o CONIUGAZIONE, la parte della parola che
resta invariata si dice “RADICE” mentre quella che cambia per (genere,
numero, o persona) si dice “DESINENZA” o “MORFEMA”.
Le parole formate da RADICE + DESINENZA si dicono parole
“PRIMITIVE”.
La radice di una parola può essere modificata aggiungendo un PREFISSO
prima della radice (Es. sotto-veste) o di un SUFFISSO dopo la radice (Es.
giornal-aio).
Questa aggiunta da vita alle PAROLE DERIVATE nelle quali può avvenire
che siano presenti oltre alla radice sia il prefisso che il suffisso (Es.
ultra-viol-etto)
Sia nelle parole primitive che in quelle derivate la parte che resta invariabile è
detta “TEMA”
Il tema coincide:
1. Con la radice nelle parole primitive;
2. E con radice più prefisso/suffisso nelle parole derivate.

I suffissi si distinguono a seconda di ciò che vanno a formare:


➢ Avverbi: -mente, -oni (Es. dolcemente, penzoloni);
➢ Aggettivi: -abile, -ale, -ano, -ibile, -ivo, -oso ( Es.amabile,costoso);
➢ Sostantivi per i quali esistono suffissi che indicano:
○ mestieri e professioni : -aio, -iere/-iera, -ore, -ante, -ino (Es.
fornaio, cameriere, pittore, cantante, postino);
○ luoghi: -aia, -eto/-eta, -orio (Es. Vigneto, Dormitorio);
○ qualità: -aggine, -anza/-enza,-ezza, -izia (Es. testardaggine,
pazienza, fermezza, pigrizia)
Per quanto riguarda i Prefissi, alcuni unendosi alla radice comportano il
raddoppiamento della consonante iniziale della radice stessa (Es. sovra →
sovrappeso) .
B) L’ARTICOLO

L’ARTICOLO è la parte variabile del discorso che precede il NOME per indicarne il genere
e il numero.
Visto che accompagna sempre un Nome , o un altra parte del discorso , l’articolo prende il
valore di SOSTANTIVO.

● ARTICOLI DETERMINATIVI E INDETERMINATIVI


Quando indicano persone, animali, cose distinti dagli altri , ben determinati, gli
articoli si dicono DETERMINATIVI. E sono:
1. il,lo,la;
2. i,gli,le;

Quando indicano cose, persone o animali considerati in modo generico, allora si


dicono INDETERMINATIVI. E sono:
1. un,uno,una

Sia i determinativi che gli indeterminativi hanno il maschile e il femminile.


Solo i DETERMINATIVI hanno il PLURALE.

Gli articoli si usano così:


1. il,i → davanti a nomi maschili che cominciano per consonante;
2. lo,gli → davanti a nomi maschili che iniziano per : x, z, gn, ps, pn, s impura;
3. la,le → davanti a nomi femminili che cominciano per consonante;
4. l’ → davanti a nomi maschili/femminili singolari comincianti per Vocale;
5. un → prima di nomi maschili comincianti per Vocale o Consonante;
6. uno → prima di nomi maschili comincianti per : x, z, gn, ps, pn, s impura;
7. una → prima di nomi femminili che cominciano per consonante;
8. un’ → prima di nomi femminili che cominciano per Vocale;

E’ possibile usare gli articoli DETERMINATIVI:


1. con i soprannomi, nomi propri di persona; se preceduti da un aggettivo o un
altro nome (Es. il buon Luigi). PS. E’ obbligatorio usare l’articolo per
un'opera di una persona (Es. Il quadro di Picasso);
2. Al plurale davanti a tutti i cognomi, al singolare davanti al cognome di donne,
o di personaggi famosi;
3. Con i nomi geografici, e con i nomi propri di città accompagnati da un
aggettivo. PS L’articolo precede direttamente il nome in eccezioni come : La
Mecca, Il Cairo, L'Aquila, La Spezia, L’Aia.

● PREPOSIZIONI ARTICOLATE E ARTICOLI PARTITIVI


PREPOSIZIONI ARTICOLATE = PREPOSIZIONI SEMPLICI (di, a, da, in,
con, su) + ARTICOLI DETERMINATIVI
di: +il = del +lo = dello +la = della +i = dei +gli = degli +le = delle

a: +il = al +lo = allo +la = alla +i = ai +gli = agli +le = alle

da: +il = dal +lo = dallo +la = dalla +i = dai +gli = dagli +le = dalle

in: +il = nel +lo = nello +la = nella +i = nei +gli = negli +le = nelle

su: +il = sul +lo = sullo +la = sulla +i = sui +gli = sugli +le = sulle

con: +il = col — — +i = coi — —

Le preposizioni articolate possono assumere anche la funzione di ARTICOLI, in


questo caso si parla di ARTICOLI PARTITIVI , in particolare:
1. dei, degli, delle : col significato di alcuni/e
2. del, della, dello : usati col significato di un po’, una parte

C) IL NOME
Il NOME o “SOSTANTIVO” è la parte Variabile del discorso che indica persone, cose,
animali e possono essere classificati rispetto: significato, genere, numero, struttura.

● IL NOME RISPETTO AL SIGNIFICATO


Può essere:
1. Concreto : quando indica qualcosa che è percepibile attraverso i sensi
(Es.Federica);
2. Astratto : quando si riferisce a qualcosa che non esiste nella realtà materiale, e
che quindi non può essere percepito attraverso i sensi ( Es. gioia, tristezza);
3. Nomi Comuni: indicanti una persona, un animale, una cosa, che abbia
caratteristiche comuni con la categoria di appartenenza (Es. Fratello)
4. Nomi Propri: Scritti con l’iniziale Maiuscola, indicano precisamente una
persona, un animale, una cosa ben distinti da tutti gli altri della medesima
specie (Es. mia moglie Anna);
5. Nomi Individuali: i quali si riferiscono a un solo individuo, un solo animale,
o una sola cosa (Es. Cittadino);
6. Nomi Collettivi: riguardano insiemi di persone, animali, o cose della stessa
specie (Es. Popolo).

● IL NOME RISPETTO AL GENERE


A seconda del sesso o in base all’uso i nomi possono essere:
1. Di genere maschile;
2. Di genere femminile;
Sono quasi sempre di genere Femminile: i nomi di città, isole, continenti, i nomi dei
frutti.
Sono prevalentemente di genere Maschile: i mari, gli oceani, i monti, fiumi, laghi, i
mesi, i giorni della settimana, e gli alberi da frutto, PS. Non mancano però le
eccezioni (Es. la Vite).

I nomi rispetto al genere possono essere divisi inoltre in:


1. Nomi mobili: detti così perché formano il femminile cambiando solo la
desinenza (Es. amico → amica) PS. Anche se esistono delle eccezioni (Es.
Cane → Cagna);
2. Nomi Indipendenti: Essi presentano i femminile in una forma completamente
differente rispetto al corrispondente Sostantivo Maschile (Es. Bue →
Mucca);
PS. Alcuni nomi che si riferiscono a professioni o cariche istituzionali non
presentano un corrispondente femminile (Es. Ministro).
3. Nomi di genere comune: Sono quelli che essendo identici sia al maschile che
al femminile, denotano l’appartenenza a l’uno o l’altro genere in base
all’articolo (Es. il nipote/la nipote).
PS. Alcuni di questi nomi se usati al plurale hanno una forma maschile diversa
da quella femminile (Es. il/la collega → i colleghi/le colleghe);
4. Nome di genere promiscuo: Sono quei nomi di animali che hanno solo la
forma maschile o solo quella femminile , e quando si vuole specificare il
sesso, è necessario ricorrere all’aggiunta delle parole maschio/femmina (Es.
l’aquila/il maschio dell’aquila).
PS. Per i nomi che passano da un genere all’altro, cambiano completamente di
significato

● IL NOME RISPETTO AL NUMERO


La differenza da considerare è quella tra i Nomi al Singolare (indicanti una singola
persona, animale, o cosa) e i Nomi al Plurale (indicanti due o più persone, animali, o
cose).
Si dicono:
1. Difettivi : i nomi che usati solo al singolare o solo al plurale, mancano di uno
o due numeri (Es. pazienza, prole);
2. Sovrabbondanti : i nomi che hanno due forme o al singolare, o al plurale, o in
tutti e due i numeri (Es. membro → membri → membra);
3. Invariabili/Indeclinabili : sono quei sostantivi che nel passaggio dal
singolare al plurale restano uguali e sono:
a. I nomi monosillabi (Es. il re);
b. I nomi Tronchi, ossia quelli che terminano per vocale accentata (Es.
città);
c. I nomi che al singolare terminano in -i (Es. la crisi → le crisi);
d. Alcuni nomi maschili che terminano in -a (Es. il sosia → i sosia);
e. I nomi abbreviati (Es. la bici → le bici) e alcuni nomi composti (Es.
l’antifurto→ gli antifurto);
f. I cognomi (Es. I Rossi);
g. I vocaboli stranieri entrati nell’uso corrente dell’italiano, per il plurale
dei quali non valgono più le regole della lingua di origine.

Il plurale dei Sostantivi si forma cambiando la desinenza finale , e riguardo a ciò


possiamo definire 3 DECLINAZIONI, che riguardano i Nomi:
1. 1° DECLINAZIONE : Sono i nomi che al singolare escono in -a e al plurale
in -i, se maschili, (Es. Poeta → Poeti) oppure in -e se femminili (Es. Scuola
→ Scuole);
2. 2° DECLINAZIONE : Sono i Nomi, quasi tutti al Maschile, che al singolare
terminano in -o e al plurale in -i (Es. Fabbro → Fabbri);
3. 3° DECLINAZIONE : Sono i nomi che terminano in -e e hanno il plurale in
-i (Es. autore → autori).

● IL NOME RISPETTO ALLA STRUTTURA


Essi si dividono in:
1. Nomi Primitivi = Detti così perché non derivano da nessun altro nome,
contengono solo radice e desinenza (Es. carta);
2. Nomi Derivati = Si ottengono aggiungendo un prefisso o un suffisso alla
radice del nome primitivo da cui derivano , da cui si differenziano per
significato (Es. cartella);
3. Nomi Diminutivi = Formati con i suffissi -ino, -ello, -etto (Es. alberello,
bacetto);
4. Nomi Vezzeggiativi = Formati con i suffissi -otto, -uccio, -uzzo (Es.
passerotto, amoruccio);
5. Nomi Accrescitivi = Formati con i suffissi -one, -acchione (Es. bambinone,
furbacchione);
6. Nomi Dispregiativi o Peggiorativi = Formati con i suffissi -accio, -astro,
-ucolo, -onzolo, -aglia, -upola (Es. monellaccio, gentaglia, casupola).

PS. Bisogna fare attenzione ai sostantivi che includendo suffissi di alterazione sono
Nomi propri dotati di un proprio significato , in questi casi si parla di FALSI
ALTERATI.

I sostantivi che derivano dall’unione di 2 parole si dicono NOMI COMPOSTI e


seguono le seguenti regole:

Nome+Nome Se hanno lo stesso genere si trasforma la desinenza finale, se no


cambia la desinenza del primo termine.
(Es. pescecane→ pescecani) (Es. pescespada → pescispada)

Nome+Aggettivo Si modificano le desinenze di entrambi i termini


(Es. cassaforte → casseforti)
Aggettivo+Nome Si modifica solo il nome
(Es. bassorilievo → bassorilievi)

Aggettivo+Aggetti Si modifica solo il secondo


vo (Es. pianoforte → pianoforti)

Verbo+Nome Se il nome è maschile singolare cambia la desinenza se no


rimane invariato.
(Es. grattacielo → grattacieli) (Es. il salvavita → i salvavita)

Verbo+Verbo Resta Invariato


(Es. il saliscendi → i saliscendi)

Verbo+Avverbio Resta Invariato


(Es. Il buttafuori → i buttafuori)

Avverbio+Verbo Resta Invariato


(Es. il benestare → i benestare)

Preposizione (o Resta Invariato


Avverbio) +Nome (Es. il sottotetto → i sottotetto)

PS. Non tutti i nomi Composti seguono però le seguenti regole.

D) L’AGGETTIVO
L’AGGETTIVO è una parte Variabile del discorso , si aggiunge a un nome per
meglio determinarlo o indicarne una qualità. Esso può precedere o seguire il
sostantivo a cui si accompagna , e la sua collocazione incide sensibilmente sul senso
della frase.

L’Aggettivo si colloca prima del nome quando ha senso generico o descrittivo (Es.
un valido consiglio), mentre si pone dopo quando svolge una funzione distintiva
(Es. la fiera canina) , oppure per determinare specificazioni di natura: scientifica,
tecnica, o storica (Es. la seconda guerra mondiale).

Quando un sostantivo è accompagnato da un Aggettivo esso si può trovare:


1. Prima del sostantivo (Es. un caldo abbraccio);
2. Dopo del sostantivo (Es. una persona strana);
3. Separati dal nome stesso (Es. un’assoluta giornata estiva).

● CONCORDANZA E CLASSIFICAZIONE
L’Aggettivo concorda nel GENERE e nel NUMERO col nome al quale si
accompagna. Se i nomi sono di genere diverso assume la Forma Maschile Plurale.
Mentre i Sostantivi di genere diverso che sono Plurali possono concordare con
quello più vicino.
Gli Aggettivi si dividono in 2 classi:
1. Quella che raggruppa gli Aggettivi terminanti in -o/-a al singolare , o in -i/-e
al plurale (Es. bello/bella , belli/belle);
2. Quella che comprende gli Aggettivi uscenti in -e al singolare e in -i al
plurale (Es. utile/utili).

Esiste poi un Terzo gruppo di Aggettivi INVARIABILI O INDECLINABILI, al


quale appartengono gli aggettivi in -i (Es. pari, dispari); Aggettivi indicanti colori o
sfumature di colore (Es. rosa, viola); Aggettivi di derivazione straniera (Es. snob);
Aggettivi costituiti da locuzioni Avverbiali (Es. perbene).

A seconda della funzione che svolgono, gli Aggettivi si dividono in 2 categorie:


1. Aggettivi Qualificativi : sono quelli che esprimono una qualità o una
condizione del nome a cui si riferiscono (Es. alto, basso, grasso);
2. Aggettivi Determinativi (o indicativi) : sono quelli che servono a precisare
meglio determinati aspetti del nome, al quale si riferiscono e si dividono in:
a. qualità (Es. molte occasioni);
b. appartenenza (Es. la tua scrivania);
c. vicinanza nel tempo e nello spazio (Es. quel giorno);

PS. Se gli Aggettivi Determinativi vengono usati da soli, senza essere accompagnati
da nomi , diventano PRONOMI.

● AGGETTIVI QUALIFICATIVI
Si dividono in:
1. Primitivi : quando non derivano da nessuna parola (Es. antico);
2. Derivati : quando derivano da sostantivi o da verbi con l’aggiunta dei suffissi
: -ale, -are, -evole, -abile, -ibile, -ile, -ese, -oso, -ano (Es. adorabile,
lodevole,costoso);
3. Composti : che derivano dall’unione di 2 aggettivi primitivi (Es. Variopinto);
4. Alterati : derivano da un aggettivo primitivo con l’aggiunta dei suffissi :
-accio, -astro, -ello, -etto, -ino, -occio, -uccio (Es. rossastro).

Un altro sottogruppo degli Aggettivi Qualificativi sono gli AGGETTIVI DI


RELAZIONE, essi derivano dal nome da cui mantengono il significato, vengono
usati di solito dopo il sostantivo e hanno perlopiù funzione distintiva (Es. strada →
stradale).

PS. Gli Aggettivi qualificativi preceduti dall’articolo , da un aggettivo numerale o


dimostrativo , Assumono funzione di Nome , detti quindi AGGETTIVI
SOSTANTIVI (Es. Ai giovani piace il nuovo).
Quando invece accompagnano il verbo per precisarne il significato l’Aggettivo
prende valore AVVERBIALE (Es. corre veloce).
● I GRADI DELL’AGGETTIVO QUALIFICATIVO
Le qualità espresse dagli aggettivi qualificativi sono misurabili, ossia graduabili. Gli
aggettivi qualificativi hanno 3 gradazioni, ossia:
1. Grado Positivo : indica una qualità del nome a cui si riferisce, senza
esprimere alcuna misura di confronto (Es. Marco è studioso);
2. Grado Comparativo : stabilisce un paragone tra due termini e si divide in:
a. Comparativo di Maggioranza : l’aggettivo è preceduto dall’avverbio
più (Es. Federica è più bella di Camilla);
b. Comparativo di uguaglianza : si ottiene scrivendo come, quanto
dopo l’Aggettivo, oppure inserendo questo tra gli avverbi
tanto…quanto, tanto…come, così…come (Es. Nessuna è tanto bella
quanto Federica);
c. Comparativo di Minoranza: in cui l’aggettivo è introdotto da meno
(Es. Camilla è meno bella di Federica) ;
PS. I due termini tra i quali si stabilisce la comparazione sono
denominati : Primo e Secondo termine di paragone. Il confronto può
avvenire tra due nomi rispetto all’aggettivo, o anche tra:
- due verbi (Es. E’ più difficile dare che ricevere);
- due nomi (Es. Mangiamo meno pane che pasta);
- due avverbi (Es. Reagì più istintivamente che
razionalmente);
- due aggettivi riferiti allo stesso termine (Es. Le tue scarpe
sono tanto comode quanto eleganti).
3. Grado Superlativo : Indica una qualità espressa al massimo grado e può
assumere forma di:
- Superlativo Assoluto : manca il secondo termine di paragone (Es.
quel ragazzo è altissimo);
- Superlativo Relativo : quando la qualità espressa è in relazione con il
secondo, costituito da un gruppo. E in questo caso può venire ad
esprimersi un comparativo di maggioranza (Es. il più bravo della
classe) o di minoranza (Es. la meno brava delle alunne) ai quali va
premesso l’articolo determinativo.

PS. Sono privi di superlativo gli Aggettivi che già di per sè esprimono una
qualità al massimo grado (Es. Enorme, Sublime) , sia quelli indicanti:
tempo, forma, misura (Es. mensile, rettangolare, decimale).

Modi per ottenere i Superlativi Assoluti:


- Aggiungendo all’Aggettivo il suffisso -issimo (Es. velocissimo),
oppure agli Aggettivi terminanti in -dico, -fico, -volo, la desinenza
-entissimo (Es. benevolo → benevolissimo);
- Premettendo all’Aggettivo i prefissi : arci-, stra-, ultra-, super- (Es.
ultraleggero) oppure con Avverbi come : molto, assai, estremamente
(Es. molto felice, assai stanco)
- Ripetendo l’Aggettivo (Es. Zitto Zitto) o rinforzandolo con un altro
aggettivo (Es. Innamorato pazzo);

PS. Alcuni aggettivi formano il Superlativo Assoluto in -errimo (Es. celebre


→ celeberrimo) e altri di essi possono avere anche 2 forme (Es. Misero →
Miserrimo o Miserissimo).

● FORME SPECIALI DI COMPARATIVI E SUPERLATIVI


Accanto alle normali forme di Comparativo e Superlativo alcuni Aggettivi hanno
forme speciali , derivanti da forme latine.

Grado Positivo Grado Comparativo di Grado Superlativo


Maggioranza Assoluto

buono migliore (più buono) ottimo (buonissimo)

cattivo peggiore (più cattivo) pessimo (cattivissimo)

grande maggiore (più grande) massimo (grandissimo)

piccolo minore (più piccolo) minimo (piccolissimo)

alto superiore (più alto) supremo (altissimo)

basso inferiore (più basso) infimo (bassissimo)

PS. Di tali aggettivi esiste anche la forma speciale del superlativo relativo (Es.
buono → il migliore o il più buono).
Taluni Aggettivi di derivazione latina mancano del grado positivo e hanno solo il
comparativo e il superlativo , ma vengono usate spesso con significato positivo (Es.
anteriore, posteriore/postumi).

● AGGETTIVI DETERMINATIVI
Essi si dividono in:
1. Possessivi : Precisano l’appartenenza del nome a cui si riferiscono, ovvero
determinano i possessori di ciò di cui si parla.

Singolare Plurale

mio mia miei mie

tuo tua tuoi tue

suo sua suoi sue

nostro nostra nostri nostre


vostro vostra vostri vostre

loro loro loro loro

PS. A quelli di terza persona bisogna aggiungere:


- Altrui ( = di altri, degli altri) : invariabile, riferito a un possessore
generico diverso da chi parla;
- Proprio: utilizzato per sostituire i possessivi di terza persona singolare
e plurale (Es. si è mosso di propria iniziativa). Si riferisce al soggetto
ed è obbligatorio in caso di costruzione impersonale (Es. Tutti
pensano ai propri interessi).
Le volte in cui si riferisce alla prima e alla seconda persona ha un
valore rafforzativo (Es. L’ho fatto con le mie proprie mani).
L’Aggettivo Possessivo precede il nome, fatta eccezione per i casi nei quali si
voglia dare maggiore risalto al possesso (Es. E’ stata un’idea mia), oppure
per le espressione con valore esclamativo o appellativo (Es. Amici miei).

PS. L’Aggettivo Possessivo può essere preceduto dall’articolo determinativo


o indeterminativo , come anche da aggettivi numerali (Es. tre miei amici),
dimostrativi (Es. questa mia abitudine), mentre ci sono alcuni casi che
rifiutano l’articolo (Es. a vostro beneficio);

2. Dimostrativi : Precisano la posizione della persona o della cosa a cui si


riferiscono, indicandone la vicinanza (nel tempo o nello spazio) rispetto a chi
parla. E sono:
- questo : qualcuno o qualcosa vicino a chi parla (Es. questo
giocattolo);
- quello : qualcuno o qualcosa lontano da chi parla (Es. quella sedia).
PS. il plurale di quello può essere : (quegli, quei);
- codesto: qualcuno o qualcosa vicino a chi ascolta (Es. codesto libro);
Quando sostituiscono questo e quello, oppure quando significano di questo
tipo, vengono considerati Aggettivi Dimostrativi anche “tale” (Es. Tale
comportamento non ti si addice) e “simile” (Es. Simili discorsi sono
inutili);

3. Identificativi : si usano per stabilire esattamente l’identità di ciò a cui si


riferisce il nome al quale si accompagnano, ossia esprimere l'identità tra due o
più cose.
E sono 2 : stesso e medesimo. Di norma precedono il nome (Es. le due auto
imboccarono la medesima strada), mentre assumono valore rafforzativo
quando lo seguono (Es. lo stesso mi sono stupito di ciò);
4. Indefiniti : Aggettivi che non definiscono esattamente le caratteristiche del
nome al quale si accompagnano , cioè non indicano in modo preciso la
quantità o la qualità delle persone o delle cose a cui si riferiscono.
E i più comuni sono:
- alcuno, alquanto, altro, certo, diverso, molto, parecchio, poco,
tanto, troppo, vario. I quali si possono usare al singolare che al
plurale;
- nessuno, ciascuno, qualche, ogni. Invariabili, si usano solo al
singolare;
- qualsivoglia, qualunque, qualsiasi. Pur essendo invariabili (Es. Un
qualsiasi evento) , si possono usare anche con il nome plurale (Es.
Eventi qualsiasi) , a patto che lo seguano;

5. Interrogativi e Esclamativi : Introducono una domanda o un’esclamazione,


relativa a una determinata quantità o qualità, si premettono sempre al nome
che accompagnano. I più comuni sono: che, quale, quanto (Es. Che bevanda
preferisci? Quante domante fai!);

6. Numerali : Sono gli Aggettivi che indicano una quantità esatta esprimibile in
forma numerica , e possono essere scritte in:
- cifre arabe (Es.4,8,27) : per le date (Es. 22/08/2003), per le misure
(Es. 30 km), per le ore (Es. 22:22), per i numeri troppo lunghi
(Es.19.834), in matematica (238 + 726 = 964);
- lettere (Es. quattro, otto) : per i secoli (Es. Trecento), i numeri a
inizio frase (Es. Quaranta soldati addestrati), numeri formati da
più elementi si scrivono uniti (Es. quarantasei), ma è possibile
scrivere anche in forma staccata quelli che hanno per cifra iniziale
(cento o mille) (Es. mille e duecento);

I numerali si ripetono davanti a ciascun Sostantivo a cui si riferiscono (Es.


sette comuni e sette province), e si dividono in:
1. Cardinali: indicano una quantità numerica e sono infiniti, poiché
corrispondono a una serie infinita di numeri. Sono tutti invariabili,
tranne : uno che ha il femminile (una), e mille, che diventa -mila nei
multipli (Es. ventimila), mentre milione e miliardo hanno il plurale e
sono seguiti dalla preposizioni di (Es. un milione di euro);
2. Ordinali: precisano il posto occupato in una serie e sono tutti
variabili nel genere e nel numero (Es. la prima della classe, i primi
del girone);
3. Moltiplicativi: indica quante volte viene moltiplicata una data
quantità e sono variabili nel genere e nel numero (Es. doppi
servizi);
4. Collettivi: indicano l’insieme numerico di persone, animali o cose
(Es. Triennale). Di questo gruppo fanno parte anche “ambedue” ed
“entrambi”, e hanno funzione di Aggettivo e di Pronome;
5. Distributivi: indicano il modo in cui sono distribuiti
numericamente esseri e cose, il vero aggettivo distributivo è
“singolo” (Es. un singolo caso), mentre tutti gli altri sono costituiti da
locuzioni distributive (Es. tre per ciascuno) ;
6. Frazionari: indicano in quante parti è stata suddivisa un'unità (Es.
un terzo della classe).

E) IL PRONOME
Il PRONOME , è quella parte del discorso Variabile che sostituisce il nome, per evitarne la
ripetizione. Essi possono sostituire anche altre parti del discorso:
1. L’Aggettivo;
2. Il Verbo;
3. L’Intera Frase;

Oltre a sostituire un elemento già noto della frase, il pronome può anche indicarne uno
ancora non espresso dal contesto, anticipandolo.

I Pronomi possono essere suddivisi in:


1. Personali: sostituiscono un nome di persona, sia esso proprio o comune.
I pronomi di 1° persona (singolare o plurale), indicanti la persona o le persone alle
quali si parla sono:
- per il singolare: io, me, mi (maschile e femminile)
- per il plurale: noi, ce, ci (maschile e femmile).
I pronomi di 2° persona (singolare o plurale), indicanti la persona o le persone alle
quali si parla sono:
- per il singolare: tu, te, ti (maschile e femminile)
- per il plurale: voi, ve, vi (maschile e femmile).
I pronomi di 3° persona (singolare o plurale), indicanti la persona o le persone alle
quali si parla sono:
- per il singolare: egli, esso, lo, gli, lui, ne, sé, si (maschile), ella, essa, la, le,
lei, ne, sé, si (femminile)
- per il plurale: essi, loro, li, ne, sé, si (maschile) esse, loro, le, ne, sé, si
(femmile).

Si ricordi inerente a quanto detto antecedentemente:


- io, tu, ella svolgono sempre il ruolo di soggetto all’interno della frase.
Talvolta al posto del pronome IO viene usato NOI, quando chi parla o scrive
è una persona particolarmente autorevole, e si parla di PLURALE
MAIESTATIS (Es. Noi, Presidente della Repubblica).
Altre volte invece esprime la propria modestia.
I pronomi noi e voi, oltre ad essere usati come soggetti per la prima e la
seconda persona plurale, vengono usati anche come complementi (Es. Voi
siete disobbedienti);
- Le forme esso, essa poco usate in riferimento a persone, sono adoperate per :
animali, cose, esseri inanimati (Es. Il fantino continuava a spronare il
cavallo, ma esso era troppo stanco)
I pronomi essi ed esse, possono essere usati come soggetti per la terza
persona plurale, e possono essere usati anche con funzione di complementi,
anche se c’è la tendenza a sostituirli con “LORO”;
- I pronomi gli, le , sostituiscono a lui/a lei;
- Le forme lo, le, li possono sostituire anche i pronomi dimostrativi : questo,
questa, quello, quella, ciò.
- Le forme mi, ti, si, ci, vi, possono equivalere a:
a. a me, a te, a sé, a noi, a voi, con funzione di complemento di
termine;
b. me, te, sé, noi, voi, con funzione di complemento oggetto;
- Le forme mi, ti, si, ci, vi, lo, la, li, le, gli, ne sono dette PARTICELLE
PRONOMINALI. Esse sono prive di un proprio accento, e si appoggiano
alla parola vicina. E si dicono:
a. PROCLITICHE: se si appoggiano alla parola che segue (Es. lo
richiamai);
b. ENCLITICHE: se si appoggiano alla parola precedente (Es.
Forniteci);
- Il pronome sé, è invariabile, si usa sia per il maschile, che per il femminile,
sia al singolare, che al plurale.
PS. Se è rafforzato da “STESSO” o “MEDESIMO” è preferibile non
accentarlo;
2. Possessivi : Indicano il possessore di ciò di cui si sta parlando e hanno le stesse forme
degli Aggettivi possessivi, dai quali si differenziano, poiché , invece di accompagnare
il nome al quale si riferiscono, lo sostituiscono.

Singolare Plurale

mio mia miei mie

tuo tua tuoi tue

suo sua suoi sue

nostro nostra nostri nostre

vostro vostra vostri vostre

proprio propria propri proprie

loro/altrui [invariabile]
3. Dimostrativi : Sono detti anche “Indicativi”, poiché indicano una persona o una
cosa, che essi stessi sottintendono, precisando, se sia vicina o lontana (nello spazio
o nel tempo) rispetto a chi parla o a chi ascolta, oppure se sia identica a un’altra.
Sono pronomi Dimostrativi : questo, questa, questi, queste, codesto, codesta,
codesti, codeste, quello, quella, quelli, quelle, lo, la, le, li, ne, ci, vi, questi, quegli,
costui, costei, costoro, colui, colei, coloro, ciò ;
4. Relativi : Si usano al posto di un nome per mettere in relazione tra loro due frasi, e
sono detti “PRONOMI CONGIUNTIVI”
Tali sono:
- che : esso è invariabile, viene adoperato per entrambi i generi e numeri, al
posto del soggetto e del complemento oggetto (Es. Il calciatore che è
entrato è proprio forte);
- il quale : esso cambia a secondo del genere e il numero del nome di cui fa
le veci e può essere usato come soggetto, e come complemento, raramente
come complemente oggetto;
- cui : esso è invariabile, viene usato per entrambi i generi e i numeri, NON
è MAI soggetto. E’ sempre Complemento. E’ spesso sostituito da “il quale”
nelle sue varie forme.
- chi : esso è invariabile, è utile per entrambi i generi e si può usare sia come
soggetto che come complemento. Significa colui il quale/colei la quale
rappresenta due pronomi.
a. Il dimostrativo (colui)
b. Il relativo (il quale)
E perciò viene detto “PRONOME MISTO” .
Può trovarsi in frasi correlative, nel significato di l’uno…l’altro;
- chiunque ( = qualsiasi persona) e checché ( = qualsiasi cosa): sono
invariabili e si usano solo al singolare;
5. Indefiniti e identificativi : si dicono indefiniti i pronomi che fanno le veci di
persone, animali, o cose in modo vago e indeterminato. I più usati sono: alcuno,
taluno, ciascuno, nessuno, tale, certo, alquanto, poco, molto, tanto, quanto, uno,
altro, qualcuno, ognuno, certuno, altri, qualcosa, alcunché.
I pronomi identificativi sono, invece, stesso e medesimo, i quali si comportano, nella
flessione, come i corrispondenti aggettivi;
6. Interrogativi ed esclamativi : si dicono interrogativi i pronomi che fanno le veci di
un nome di persona, o di una cosa in una proposizione interrogativa. Tali sono:
- chi? → è invariabile, indica solo persone, e vale per entrambi i generi e i
numeri, e può essere usato come soggetto e come complemento.
- che? → è invariabile, indica solo cose, e può essere usato come soggetto e
come complemento.
- quale? → indica sia persone che cose ed è variabile nel numero.
- quanto? → è variabile nel numero e nel genere. Al singolare indica cose e al
plurale persone e cose.
PS. Quando stanno al posto di un nome di persona o di cosa in una
proposizione esclamativa, i pronomi interrogativi sono detti esclamativi.

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