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• Il vocativo di DEUS
○ Fino a Augusto non ci sono attestazioni del vocativo di DEUS; in età imperiale ci sono alcuni
epigrammi che lo riportano come nominativo (probabilmente con motivazione socio-culturale-
linguistica, dove la società si stava cristianizzando e quindi adottava anche formulazioni
semitiche- in semitico nominativo = vocativo).
○ Ci sono due ipotesi:
▪ Wackenegel - motivazione culturale > ACCREDITATA COME SCARSA
□ ritiene che l'utilizzo del vocativo deus sia inutilizzato in quanto il popoli latini erano
di ragione politeista; se dovevano rivolgersi a un dio specifico utilizzavano il suo
nome;
▪ Svennung - motivazione fonetica > ACCREDITATA COME VERA
□ Il latino nella formulazione del vocativo di DEUS si sarebbe verificato un calco dal
greco, da cui si derivavano forme come DEE; *REE; *MEE che anche se contratte,
avrebbero portato confusione con i già presenti monosillabi DE, ME, RE
LOCĂ LOCI
= luoghi, posti = paragrafi del libro, punti di snodo narrativo, ecc.
○ SUS = cinghiale, maiale è un termine che sfrutta due formazioni al dativo e all'ablativo
▪ SUBUS = la declinazione effettiva sulla base del suo tema in -u-
▪ SUIBUS = formatosi per analogia al resto della terza declinazione
• PARISILLABI E IMPARISILLABI
Dunque sarebbe più giusto suddividere le coniugazioni in cinque vocali, raggruppate come:
- Coniugazione con vocale breve
○ ĭ, ĕ
- Coniugazione con vocale lunga
○ ā, ē, ī
Da questa divisione resta fuori il verbo dāre, dove la ā non è tematica ma radicale.
3. FORMAZIONE AD ALTERNANZA
a. SOLO QUANTITATIVA (passaggio da una vocale lunga a una breve, o viceversa)
4. FORMAZIONE SIGMATICA
Consiste nella formazione di verbi perfetti in -s, nei casi in cui c'è finale consonantica
a. SCRIBO > scripsi (si passa a -ps- nei casi -b+s-)
b. DICO > dixi (c+s = x)
c. REGO > rexi (g+s = x)
d. LUCEO / LUGEO > luxi
e. SPARGO > * spargsi > sparxi
Esistono infine un esiguo numero di perfetti che differiscono dal presente solo per le desinenze del perfetto,
andando quindi spesso a coincidere per alcune forme e persone e tempi.
es. BIBO > bibi (bibit presente III persona singolare e bibit perfetto III persona singolare).
SUM EDO E VOLO hanno il congiuntivo in -im (sĭm, edĭm, velĭm) con una -ī- derivante da un antico ottativo,
ridottasi davanti a -m o -t.
Questa -i- è sia breve che lunga, a seconda dei verbi e dei tempi.
1. SUM E POSSUM
a. SUM ha come caratteristiche:
i. Desinenza della I persona singolare in -m (residuo dell'indopeuropeo -mi)
ii. Alternanza e/zero come radice (*es-/s-);
1) Dal grado atematico -e- derivano le forme come l'imperfetto indicativo (esam >
eram;); il futuro semplice indicativo (eso > ero) e le forme atematiche (*ess > es; est;
estis);
2) Dal grado zero derivano le altre forme, come sum, sumus, sunt, sim, sis, sit, simus,
sitis, sint, ecc…
iii. Il perfectum di SUM, fui, è residuo dell'indoeuropeo che indicava il divenire e ad esso
appartengono tutte le forme derivanti dal perfetto.
a) *fio > fui
b) Ad esso appartengono fore < *fuse; forem < *fusem; e il raro fuam.
c) Possiamo considerarlo un vero e proprio suppletivismo
Come tutti i composti di SUM, POSSUM si declina non a partire da POSSUM ma solo dal verbo essere.
ii. Il suppletivismo che utilizza per la seconda persona singolare del presente indicativo
iii. Il verbo presente congiuntivo ottativo, come per SIM (congiuntivo presente di SUM)
○ FIO è al 99% interpretato come passivo di FACIO (anche se FACIO ha una sua forma organica
passiva FACIOR)
○ I composti di FACIO si formano:
▪ Con -FIO se hanno prefissi altri verbi, nomi o avverbi
□ CALEFACIO (attivo) e CALEFIO (passivo)
□ LIQUEFACIO (attivo) e LIQUEFIO (passivo)
□ MADEFACIO (attivo) e MADEFIO (passivo)
▪ Con -FICIOR se hanno prefissi preposizionali
□ CONFACIO (attivo) e CONFICIOR (passivo)
□ REFACIO (attivo) e REFICIOR (passivo)
4. FERO
FERO non ha grandi particolarità se non:
○ Essere difettivo e quindi necessitare del suppletivismo
Il suppletivismo di FERO sussiste nella forma "rubata" del perfetto di TOLLO, che sopperisce
all'assenza del perfetto di FERO.
FERO è un verbo dunque che ha come paradigma Fero, fers, tuli, latum, ferre
TOLLO significa difatti trasportare verso l'alto, sollevare, insomma un significato molto simile a
quello principale di FERO, ovvero trasportare, portare (anche in senso figurato)
TOLLO ha via via perso il suo perfetto, ormai diventato a tutti gli effetti di FERO (che
veniva utilizzato molto di più giacché più generico, con un ampio spettro di significato -
tale per cui si perderà nel latino volgare, poiché troppo carico di significati e quindi
equivocabile); a TOLLO è stato dato il perfetto subtuli, ovvero sub+tuli (portare dal
basso verso l'alto)
○ Essere atematico e quindi avere forme di puro tema legate alle desinenze (raramente, con
vocali d'appoggio)
È atematico in:
▪ Presente indicativo
▪ Tutto il congiuntivo imperfetto
▪ Imperativo presente e futuro
▪ Congiuntivo presente III persona singolare presenta oltre a ferat anche tulat
▪ L'infinito FERRE nasce da FERSE che ha subito assimilazione progressiva
▪ Quando è impersonale o usato nelle infinitive, spesso ha valore di tramandare o raccontare
5. EO
Questo verbo, come SUM, ha subito alternanza vocalica da ei/ĭ (grado pieno/grado zero).
Nonostante il latino abbia cercato di omogeneizzare tutte le forme verbale sul grado pieno (a
differenza del greco, dove persiste una forte distinzione), la alternanza è rimasta in:
○ Ĭens (I plurale participio presente)
○ Ĭtum (supino)
All'interno del grado pieno poi, si è instaurata una alternanza secondaria, tra e-/ĭ-, poiché:
○ eĭ- davanti a vocale perdeva -ĭ = eĭ- + vocale > e-
○ eĭ- davanti a consonante diventava ī- = eĭ- + consonante > ī-
Per quanto riguarda il perfetto di EO, siamo di fronte a eĭui > īui oppure īi.
6. EDO
EDO significa mangiare (basti pensare ad edibile).
Edo è stato il primo a perdere le forme atematiche giacché si sarebbe confuso con SUM.
EDS > *ets > *ess > ēs
EDT > est
E così via…
• Il perfetto di EDO è edi, formatosi sulla base di emo(presente)/emi (perfetto di essere in greco; che
invece è ricorso al suppletivismo).
• Regolare è il participio perfetto che si forma da *edtos o forse *edtus > essus > esus
• Così come il desiderativo *edturio > esurio