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Che cos’è il nome

Il nome, o sostantivo, è una parte variabile del discorso ed è costituito da:

 una radice, cioè la parte iniziale di una parola, che ne esprime il


significato;
 una desinenza, cioè la parte finale di una parola, che esprime e contiene
le caratteristiche grammaticali, dando indicazione su genere e numero di
un nome.

Il sostantivo, infatti, si distingue per genere (maschile e femminile)


e numero (singolare e plurale).

Il nome può indicare oggetti, persone, animali, idee, fatti, sentimenti e azioni.
Esistono infatti diverse tipologie di nomi, che si suddividono in:

 comuni e propri;
 astratti e concreti;
 individuali e collettivi;
 variabili e invariabili;
 difettivi;
 primitivi, derivati e alterati;
 composti.

Molti di questi nomi vengono scritti con la lettera iniziale maiuscola e in


particolare questo accade con:

 i nomi propri di persona o animale: Marco, Fido;


 i cognomi e i soprannomi: Rossi, Tintoretto;
 i nomi di feste, fatti o avvenimenti storici: Natale, la Rivoluzione Francese;
 i nomi di secoli e millenni: il Novecento, il Duemila;
 i nomi di continenti, nazioni, regioni, città, monti, mari, fiumi e
laghi: Europa, Italia, Lazio, Roma, Alpi, Mediterraneo, Po, Garda;
 i nomi di costellazioni e corpi celesti: il Capricorno, Plutone;
 i nomi di organizzazioni, società o enti: la Camera dei Deputati, la Croce
Rossa;
 i nomi comuni che indicano idee universali: la Patria.

Tuttavia, alcuni nomi possono essere scritti sia con l’iniziale


maiuscola che minuscola come ad esempio:

 il nome di popoli: gli Inglesi o gli inglesi;


 il nome di titoli onorifici, cariche pubbliche o qualifiche
professionali: Presidente/presidente, Re/re, Dottore/dottore.

Inoltre, tutte le tipologie di nomi elencate in precedenza sono spesso utilizzate


nei contesti scolastici per svolgere l’analisi grammaticale, mentre indicano il
soggetto nell’analisi logica.

Vediamo di seguito quali sono e quando si usano tutte le diverse classificazioni


di nomi sopra elencate.
Quali sono i nomi comuni e propri
I nomi comuni sono sostantivi che si riferiscono a persone, animali o cose
in modo generico. Per esempio, appartengono alla categoria dei nomi comuni i
sostantivi:

 ragazza;
 cane;
 città.

I nomi propri, invece, al contrario di quelli comuni, indicano persone, animali


o cose in modo specifico, rivolgendosi a qualcuno o qualcosa in particolare.
Sono sempre scritti con la lettera maiuscola e alcuni esempi di nome proprio
sono:

 Francesca;
 Snoopy;
 Francoforte.

Inoltre, bisogna ricordare che rientrano nella categoria dei nomi propri anche i
cognomi e i soprannomi.

Quali sono i nomi astratti e concreti


I nomi astratti esprimono azioni, sentimenti, idee, qualità e quantità ovvero
tutto ciò che non può essere percepito attraverso l’uso dei cinque sensi. Esempi
di questa tipologia di nomi sono:

 bellezza;
 felicità;
 pensiero;
 amore.

I nomi concreti, invece, si riferiscono a persone, animali e cose che


possono essere percepiti attraverso i sensi. Rientrano in questa tipologia
sostantivi come:

 amico;
 gatto;
 casa.

Nonostante la grande differenza tra i nomi astratti e quelli concreti, questi due tipi
di sostantivo non sono sempre facilmente distinguibili. Molto spesso, infatti, un
nome potrebbe, a seconda del senso della frase, appartenere a entrambe le
categorie: si pensi a nomi come medicina o studio che possono assumere sia un
significato concreto che astratto a seconda del contesto.

Quali sono i nomi individuali e collettivi


I nomi individuali sono dei sostantivi che indicano una sola persona, un solo
animale e una sola cosa, come:

 giocatore;
 pecora;
 rosa.

Appartengono, invece, alla categoria dei nomi collettivi, tutti quei sostantivi
che si riferiscono a un insieme di persone, animali e cose. Sono esempi di
nomi collettivi i sostantivi:

 squadra;
 gregge;
 roseto.

Un nome classificato come collettivo, inoltre, può essere sia comune che proprio.

Quali sono i nomi variabili e invariabili


Come abbiamo accennato in precedenza, i nomi possono essere singolari o
plurali. La maggior parte dei sostantivi, infatti, cambia la propria forma da
singolare a plurale e, per questo, appartengono alla categoria dei nomi variabili,
suddivisi a loro volta in:

 nomi regolari, che presentano una sola forma per il singolare e per il
plurale, ad esempio: la madre, le madri;
 nomi sovrabbondanti, che possono presentare:
o una forma per il singolare e due per il plurale con stesso significato,
come ad esempio: il lenzuolo → i lenzuoli o le lenzuola;
o due forme per il singolare con significato diverso, ad esempio il
frutto/la frutta;
o due forme per il plurale con significato diverso, ad esempio il
gesto → i gesti o le gesta.

Ci sono poi i nomi invariabili, quell’insieme di sostantivi che, a differenza dei


variabili, presentano una stessa forma per il singolare e per il plurale, ad esempio:

 un re/due re;
 una serie/due serie;
 una bici/ tante bici.

Quali sono i nomi difettivi


I nomi difettivi sono dei sostantivi che mancano, ovvero difettano, di una
forma e usati quindi solo al singolare o al plurale. Tra i nomi che si presentano
senza plurale troviamo per esempio:

 miele;
 coraggio;
 sangue.

Tra i nomi senza singolare, invece, compaiono sostantivi come:

 nozze;
 ferie;
 dintorni.
Quali sono i nomi primitivi, derivati e alterati
Alcune tipologie di nomi dipendono dalla struttura (e quindi dalla forma) di questa
parte del discorso e si suddividono in:

 nomi primitivi, cioè sostantivi che non derivano da nessun altro nome,
costruiti da radice + desinenza;
 nomi derivati, cioè che derivano da un nome primitivo e che, oltre a una
radice e una desinenza, presentano anche altri elementi come:
o prefissi: super-uomo;
o suffissi: pan-ettier-e.

Un’altra classificazione di sostantivi sono i nomi alterati che si formano


dall’unione di un nome primitivo e particolari suffissi detti alterativi. Questi nomi
creano delle forme di alterazione della parola, suddividendosi in:

 diminutivi: libricino, quadretto, secchiello;


 accrescitivi: ragazzone;
 vezzeggiativi: cavalluccio;
 dispregiativi: parolaccia, gentaglia;
 peggiorativi: ladruncolo, libraccio.

Quali sono i nomi composti


Infine, un’altra categoria di sostantivi è quella dei nomi composti, cioè formati
dall’unione di due diversi elementi o parole come:

 nome + nome: pescecane;


 nome + aggettivo: cassaforte;
 aggettivo + nome: galantuomo;
 aggettivo + aggettivo: pianoforte;
 verbo + nome: guastafeste;
 verbo + verbo: bagnasciuga;
 avverbio + aggettivo: sempreverde;
 avverbio o preposizione + nome: oltretomba o sottoscala.

La maggior parte di questi nomi presentano una forma singolare e plurale.


Tuttavia, quelli che prendono forma da verbi, avverbi e preposizioni restano
invariati quando formano il plurale.

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