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L'ALTERAZIONE

L’alterazione è un processo di suffissazione che non determina cambiamenti nel significato, ma


nella qualità, nella quantità e nel giudizio del parlante, conta molto la nostra disposizione
emotiva, il nostro sentimento personale, il modo in cui noi sentiamo quella parola che stiamo
usando, cambia la sfera dell’affettività. C'è dunque una differenza fondamentale rispetto alla
suffissazione.
Nella parola donnicciola, il valore diminutivo è messo insieme a quello negativo, nella parola
ragazzone uniamo l'idea di forza a quella di grandezza, in dottorone mettiamo l'accento sul fatto
che si tratti di un dottore estremamente capace, casermone lo usiamo con un valore qualitativo e
negativo, non tanto per far riferimento alla grandezza. Questo avviene perché molto spesso gli
alterati possiedono più di un significato.
Non esiste una regola nella formazione degli alterati, tutto dipende dall'uso→
maschietto/femminuccia→ l'uso ha selezionato per maschio
-etto e per femmina -uccia. Muso/musetto/musino, muro/muretto, caro/caruccio/carino→ ogni
base seleziona dei propri suffissi senza alcuna regola. Tuttavia, c’è da dire che esistono alcune
regole su cui basarsi:
Regola fonetica Tetto/tettino/tettuccio→ le parole che finisco in -etto non formano l'alterato con il
suffisso -etto. Contadino→ non posso dire contadinino, ma contadinello→ evitiamo una successione
cacofonica di suoni.
Regola semantica→ non possiamo creare alterati che vadano a coincidere con altri che sono stati
lessicalizzati→ corpo→ non posso alterarlo in corpino o corpetto perché queste parole esistono e
hanno un altro significato e allora usiamo un altro diminutivo, corpicino (-ic- è un interfisso).
Questa parola non è più un diminutivo, è stata lessicalizzata, è entrata a far parte del lessico
italiano→ falsi alterati. Nel caso di cavallo non posso ricorrere al suffisso -etto perché cavalletto ha
un altro significato.
Ricorda→ cambiando la base può cambiare il valore e il significato del suffisso, questo perché il
significato del suffisso alterativo dipende proprio dalla base→ -ello può voler dire piccolo
(alberello) o cosa da niente (storiella). O ancora c’è una differenza tra l’-uccio che usiamo in
femminuccia e quello che usiamo in avvocatuccio (avvocato di poco credito), inoltre casetta può
avere un significato denotativo (casa piccola) o uno connotativo (casa a cui sono affezionato).
Diminutivo sociale se dovessimo chiedere un favore a una persona potremmo dire “mi potresti
battere al pc queste poche paginette?” usando il diminutivo per rendere all’interlocutore accettabile
la nostra proposta→ usiamo il diminutivo sociale per stabilire una relazione positiva con
l'interlocutore.
Diminutivo di modestia usato per non mettersi troppo in mostra, come forma attenuativa e di
modestia→ “vieni a vedere il mio appartamentino”.
Diminutivo ironico “Che bello il tuo cagnolino” davanti a un cane grande, usiamo il diminutivo
con una finalità ironica.
Alterati lessicalizzati→ melone non è un alterato lessicalizzato, è un alterato apparente (così
come piedone che non significa piede grande) perché ha una diversa origine rispetto alla parola
mela.
Melone deriva dal latino melopeponem che a sua volta deriva dal greco melopépon. Dove melo
significa mela e peponem cotta al sole.
La parola rosone indica un motivo architettonico che si trova nelle chiese e che raffigura una
grande rosa. In questo caso parliamo di alterato lessicalizzato. Spaghetti è un alterato
lessicalizzato→ da piccolo spago. Anche forchetta è un alterato lessicalizzato che significa
piccola forca.
Anche minestrone è un alterato lessicalizzato. Per quanto riguarda la parola fantino, deriva da
fante→ colui che andava a piedi→ alterato lessicalizzato perché attualmente il fantino è una
persona piccola di statura e taglia.
Fioretto può indicare una spada o una promessa → alterato lessicalizzato. Tinello→ luogo in cui si
pranza, deriva da tino=botte. C'era una distinzione tra la sala dove mangiavano i padroni e quella
della servitù. Quest'ultima conteneva le botti di vino, i tini, e da qui deriva il nome tinello. Anche
cannuccia e telefonino sono degli alterati lessicalizzati.
Inoltre, un fenomeno che riguarda sicuramente l’alterazione, ma non la suffissazione è quello del
cumulo di suffissi per cui a una base leghiamo più di un suffisso alterativo. Questo accade in parole
come mattacchione o fiorellino; notiamo che le parole, senza l’ultimo suffisso, non hanno alcun
significato (*mattacchio,
*fiorello). Ancora, gli alterati possono essere formati da interfissi, ovvero da affissi che si
incastrano all’interno della radice e che spesso hanno un valore emotivo sasso – ol – ino , libro –
icc – ino. Fra gli altri diminutivi della parola libro ricordiamo anche libretto (alterato
lessicalizzato), librettino, librino, libricciuolo / libricciolo (voce arcaica).
I suffissi alterativi più produttivi della lingua italiana sono:

 -ino→ è il più produttivo in assoluto della lingua italiana. È anche il suffisso che viene
più usato dai bambini e dai grandi che parlano con i bambini (baby talk).

 -etto→ al nord Italia si usa più -ino, al centro si usa più -etto (freschino/freschetto).

 -uccio→ anch'esso diminutivo.

 -ello→ molto usato nel meridione.

 -uzzo→ molto usato nei dialetti meridionali (pietra-pietruzza).

 -otto→ valore attenuativo se applicato a una base aggettivale (semplice-sempliciotto,


basso-bassotto). Se lo applichiamo al nome di un animale ne indica il cucciolo (passerotto,
aquilotto, orsacchiotto).

 -ozzo→ panino-paninozzo valore espressivo, marito- maritozzo→


lessicalizzato, il maritozzo è un dolce.

 -upola→ casa-casupola.

 -uncolo→ uomo-omuncolo, ladro-ladruncolo→ valore spregiativo.

 -iciattolo→ fiume-fiumiciattolo, mostro-mostriciattolo→ valore spregiativo.


 -icciolo→ valore diminutivo in porticciolo, valore spregiativo in
donnicciola.

 -astro→ valore attenuativo in biancastro, valore spregiativo a fianco al nome di persona


come poetastro.

 -iccio→ bianchiccio, valore attenuativo.


 -ognolo→ amarognolo, valore attenuativo.

 -igno→ asprigno, matrigna (alterato lessicalizzato come


fratellastro ecc).

 -astro→ valore leggermente negativo.

 -icchio→ avvocaticchio, valore spregiativo.

 -one→ casermone, donnone, trombone (alterato lessicalizzato).

Abbiamo evidenziato come spesso i diminutivi hanno un valore spregiativo che si interseca
con quello diminutivo.
Per quanto riguarda gli alterati verbali, essi indicano un’azione attenuata o ripetitiva, infatti si
chiamano verbi frequentativi / iterativi→

 -erellare→ giocherellare, tamburellare.

 -ellare→ saltellare

 -ottare→ scimmiottare.

 -in /icchiare→ lavoricchiare, mangiucchiare.

 -acchiare→ scarabocchiare.

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