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ESONERO
GRAMMATIC
A ITALIANA
1
LEZIONE 9
PARTI DEL DISCORSO
Un discorso è formato da parti:
Variabili:
o Nome
o Aggettivo
o Articolo
o Verbo
Invariabili:
o Avverbio
o Congiunzione
o Preposizione
o Interiezioni
L’AVVERBIO
La funzione dell’avverbio è quella di → modificare, precisare ed integrare il significato della frase o
di una sua parte.
L’avverbio può modificare:
Verbo → come si svolge l’azione: Alessio corre lentamente
Aggettivo → intensifica l’aggettivo: sono molto stanca
Nome → precisa come deve essere considerato il nome: prendi solo latte vaccino
Avverbio → la mattina mi alzo sempre abbastanza presto
Sintagma → lo ha fatto soprattutto per me
Frase → sinceramente, non me l’aspettavo
Ci sono 3 diversi tipi di forme degli avverbi
1. Semplici o primitivi → hanno una forma non derivata da altre parole
bene, dove, già
2. Composti → sono il risultato della fusione di due o più parole
almeno, infatti, perfino
3. Derivati → hanno origine da un’altra parola a cui sono stati aggiunti suffissi -mente/ -oni
allegramente, penzoloni
A seconda della loro funzione si distinguono in 7 tipi di avverbi:
Modo
Luogo
Tempo
Giudizio
Quantità
Interrogativi
Frasali
2
N.B. Sostituiti anche da perifrasi verbali → un insieme di parole con la stessa funzione
dell’avverbio
AVVERBI DI MODO
Gli avverbi di modo → indicano il modo in cui si svolge l’azione indicata dal verbo
PRINCIPALI AVVERBI
bene male forte abbastanza piano
meglio peggio volentieri velocemente penzoloni
PRINCIPALI LOCUZIONI AVVERBIALI
a più non posso di buon grado di corsa di sicuro in fretta
AVVERBI DI LUOGO
Gli avverbi di luogo → specificano la posizione di qualcuno/qualcosa rispetto a chi parla/ascolta, o
danno indicazioni di luogo generiche.
PRINCIPALI AVVERBI
accanto addosso altrove appresso attorno attraverso avanti ci
davanti dentro dietro dinanzi dovunque fuori giù indietro
intorno laggiù lassù lì lontano ne oltre ove
ovunque quaggiù quassù qui sopra sotto su vicino
PRINCIPALI LOCUZIONI AVVERBIALI
di fronte di fuori di dietro di qua di qui lì sopra
disotto in su in giù per di qua per di là
AVVERBI DI TEMPO
Gli avverbi di tempo → servono a determinare il tempo di svolgimento di un’azione
PRINCIPALI AVVERBI
adesso allora ancora appena dapprima domani
domattina dopo dopodomani entro fino finora
giù ieri mai oggi oggi/giorno ora
ormai presto prima poi quando sempre
sino spesso stavolta talora talvolta tardi
tuttora
PRINCIPALI LOCUZIONI AVVERBIALI
un giorno di quando in quando d’un tratto di botto
tutt’a un tratto in un batter d’occhio nel frattempo non appena
di buon ora in tempo per tempo in men che non si dica
N.B. Una serie di avverbi di tempo hanno una caratteristica particolare → ci permettono di
stabilire un riferimento temporale rispetto ad oggi:
-3 -2 -1 0 +1 +2 +3
3 giorni fa L’altro ieri Ieri Oggi Domani Tra 2 giorni Tra 3 giorni
AVVERBI DI GIUDIZIO
Gli avverbi di giudizio → servono per affermare, negare o esprimere un parere sulla probabilità di
un evento.
PRINCIPALI AVVERBI
3
appunto certamente certo eventualmente forse neanche nemmeno
neppure non probabilmente proprio sicuramente sicuro
PRINCIPALI LOCUZIONI AVVERBIALI
di sicuro di certo per l’appunto neanche per idea senza dubbio
AVVERBI DI QUANITITÀ
Gli avverbi di quantità → indicano in modo non precisato una quantità
PRINCIPALI AVVERBI
abbastanza alquanto altrettanto appena assai
meno molto niente nulla parecchio
più poco tanto quanto troppo
PRINCIPALI LOCUZIONI AVVERBIALI
press’a poco all’incirca né più né meno di più
di meno un poco a bizzeffe
AVVERBI FRASALI
Gli avverbi frasali → hanno la funzione di modificare un’intera frase. Servono per:
Modificare il verbo → Luca parla sinceramente (in modo sincero)
Modificare un’intera frase → Sinceramente (parlando in modo sincero), non so cosa dire
N.B. gli avverbi frasali si collocano sempre all’inizio o alla fine della frase
AVVERBI INTERROGATIVI
Gli avverbi interrogativi → servono a introdurre una domanda
PRINCIPALI AVVERBI
come dove quanto quando perché
LA GRADAZIONE DEGLI AVVERBI
Gli avverbi possono avere una gradazione e un’alterazione. Sia al:
Comparativo → più tardi
Superlativo→ tardissimo
N.B. Ci sono le forme sintetiche di comparativo e superlativo
bene meglio ottimamente
male peggio pessimamente
poco meno pochissimo
LA SINTASSI
La sintassi è il → livello di analisi linguistica in cui sono osservati e descritti il funzionamento della
frase e degli elementi che la costituiscono.
Una frase è:
Espressione linguistica di senso compiuto, compresa tra due pausa forti e costituita da una
sequenza massima di parole tra cui valgono regole di costruzione grammaticale
Un enunciato è:
Sequenza di parole usata in determinate situazioni che può essere anche
grammaticamente incompleta (hanno un significato anche se sono incomplete)
Una proposizione
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Espressione linguistica composta da almeno un verbo ed un soggetto esplicito o implicito
I SINTAGMI
La frase è costituita da sintagmi → sequenza di parole che si organizzano in unità e svolgono la
stessa funzione nella frase.
Luca parte domani, quello studente parte domani, gli amici di Luca partono domani
Tutte le parole sottolineate hanno la funzione di SN (Sintagma Nominale) all’interno della frase e
svolgono il ruolo di soggetto.
Ci sono 4 test per individuare se un gruppo di parole corrisponde ad un sintagma:
Spostamento → se un insieme di parole può essere collocato in diverse posizioni
all’interno della frase allora è un sintagma
Sostituzione → se una sequenza di parole può essere sostituita da una proforma
(pronome) allora è un sintagma
Enunciabilità in isolamento → se una sequenza di parole può costituire un enunciato allora
è un sintagma
Coordinabilità → se una sequenza di parole che sono membri di strutture coordinate allora
sono sintagmi
N.B. Una frase è composta da una serie di sintagmi. La frase minima è composta da un SN + SV
(Giulia mangia)
Ci sono 5 tipi di sintagma:
SN
SV
SA
SP
SAvv
N.B. Il tipo di sintagma è determinato dalla testa → l’elemento che determina le proprietà
sintattiche degli altri elementi (tipo, genere e numero)
Per concludere possiamo dire che la frase è la combinazione di più sintagmi e il numero di sintagmi
che può contenere è determinato dal verbo:
Correre → richiede un SN con funzione di soggetto
Mangiare → richiede un SN per il soggetto e un SN per l’oggetto
Mettere → richiede un SN per il soggetto, SN per l’oggetto e SP per il luogo dove l’oggetto
viene messo
Quindi → il verbo condiziona il numero di elementi che richiede la frase.
LEZIONE 10
LA FRASE SEMPLICE
Il verbo → è il nucleo della frase. Possiamo avere:
Frasi con un unico verbo → apri (frase imperativa)
Frasi con verbo + oggetto diretto → apri la porta
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Frasi più complesse: soggetto + verbo + oggetto diretto → Marco aprì la porta
In questo caso parliamo di frase semplice o nucleare → ha all’interno solo elementi essenziali.
VALENZA DEL VERBO
Per capire meglio come il verbo sia il nucleo della frase occorre rifarsi al concetto di valenza
verbale che è stata introdotta da Tesiere, un linguista francese, il quale ha fatto ricorso ad una
metafora della chimica:
Come gli atomi si combinano con altri atomi per formare delle molecole → così il verbo ha bisogno
di essere accompagnato da un certo numero di elementi perché la frase sia ben formata e il suo
significato sia completo.
Possiamo quindi dire che → ogni verbo ha una valenza e il numero degli elementi che completano
questa valenza dei verbi sono detto argomenti/attanti.
La valenza del verbo è determinata dal suo significato → in basi alle caratteristiche semantiche il
verbo selezione una serie di costituenti che diventano obbligatori per costruire una frase
completa.
N.B. I verbi possono avere un numero diverso di valenze sulla base di queste presentano delle
possibilità sintattiche diverse (quindi danno origine a frasi diverse).
LA STRUTTURA TEMATICA
La struttura tematica → specifica la relazione semantica tra il verbo e i suoi argomenti
identificandone i ruoli → ruoli tematici
N.B. Si tratta sempre di relazioni di significato → gli argomenti selezionati per costruire la frase di
un determinato verbo dipendono dal significato e quindi i ruoli tematici richiamati sono dei ruoli
precisi all’interno dell’evento che viene descritto.
Sui ruoli tematici non c’è un accordo da parte dei linguisti sul numero e la denominazione dei ruoli
tematici in relazione ai diversi verbi. I principali sono:
Agente → entità che intenzionalmente dà inizio all’azione
Tema/Paziente → entità che riceve o subisce l’azione
Esperiente → entità che sperimenta un particolare stato psicologico ma anche fisico
Strumentale → entità attraverso cui si realizza l’azione
Beneficiario → entità che trae beneficio dall’azione
Locativo → il luogo in cui si svolge l’azione o verso cui/da cui è diretta l’azione
RUOLO TEMATICO E RUOLO SINTATTICO
Bisogna fare attenzione a non confondere il ruolo tematico con il ruolo sintattico perché:
Ruolo tematico → ha a che fare con il significato del verbo
Ruolo sintattico → ha a che fare con le relazioni di tipo grammaticale che si stabiliscono
all’interno della frase.
N.B. Il ruolo tematico e sintattico non sono necessariamente coincidenti:
Luca mi ha telefonato → Luca = soggetto ed agente (persona che ha dato inizio all’azione)
Luca deve essere interrogato → Luca= soggetto ma dal punto di vista semantico è paziente
Luca ha fame → Luca= soggetto ma dal punto di vista semantico è esperiente
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Luca ha ricevuto molti regali per Natale → Luca= sintattico soggetto e semantico
beneficiario
Queste forbici non tagliano bene→ Forbici = sintattico soggetto e semantico strumentale
Il giardino pullula di insetti → Giardino= sintattico soggetto e semantico locativo
ANALISI INTERLINGUISTICA
La realizzazione argomentale di un verbo può essere la stessa in tutte le lingue (dipende dal
significato diverso), ciò che cambia è la realizzazione degli argomenti nei vari ruoli sintattici.
Questo è il caso del verbo to like → piacere in italiano:
Richiedono entrambi un esperiente
Dal punto di vista sintattico i due verbi si codificano in modo diverso
o I like music →
soggetto ed esperiente coincidono in I,
OD è paziente (music)
o Mi piace la musica→
paziente diventa soggetto della frase (la musica)
OI è l’esperiente della frase (mi, a me)
RUOLO TEMATICO E ARGOMENTI
Ai componenti della frase corrisponde un ruolo tematico → ad ogni ruolo tematico corrisponde un
argomento sintattico. Per esempio, il verbo dare richiede 3 argomenti:
Agente
Tema/paziente
Beneficiario (Ricevente)
Questi ruoli tematici devono poi essere realizzati dal punto di vista strutturale, quindi possiamo
dire Luca dà un libro a Davide.
Quindi c’è una composizione essenziale della frase secondo cui → la struttura argomentale di un
verbo è codificata nella sua griglia tematica, che stabilisce quali siano i componenti minimi della
frase.
VALENZA VERBALE
Esistono i verbi zerovalenti:
Non hanno bisogno di nessun tipo di argomento perché sono verbi in cui l’azione è
promossa in maniera autonoma. Di solito sono verbi che hanno a che fare con:
o Condizioni atmosferiche: piovere, nevicare, grandinare, fare caldo/freddo
I verbi monovalenti:
Hanno bisogno di un agente che metta in moto l’azione
o Dormire, nascere, morire, sbadigliare, addormentarsi, svegliarsi
I verbi bivalenti:
Hanno bisogno di 2 argomenti → uno che svolge il ruolo di agente (sintatticamente →
soggetto) ed uno di paziente (oggetto)
o Amare, baciare, abbracciare, stringere, inseguire, appartenere, confidare
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N.B. La valenza non ha nulla a che vedere con la transitività:
Valenza → concetto semantico
Transitività → concetto di tipo sintattico
Dunque, un verbo bivalente non è necessariamente transitivo e un verbo intransitivo non è
necessariamente monovalente:
Luigi dorme → monovalente intransitivo (no oggetto diretto)
Marco telefona agli amici→ bivalente e intransitivo (ammette OI)
Luca ama leggere→ bivalente e transitivo
I verbi trivalenti:
Richiedono 3 argomenti → agente + 2 argomenti
o Dare, distribuire, spedire, consegnare, mettere
I verbi tetravalenti
Richiedono 4 argomenti → agente, OD, anche locativi che indicano da quale a quel luogo
viene effettuato il trasferimento
o Trasferire, tradurre, trasportare
Dunque, la valenza → è una proprietà semantica del verbo e i suoi argomenti si devono realizzare
nella struttura sintattica della frase assumendo diverse funzioni (soggetto, OD, OI) per dare una
struttura che renda comprensibile il messaggio.
REALIZZAZIONE SINTATTICA DEGLI ARGOMENTI
Gli argomenti vengono realizzati sintatticamente in:
Soggetto →
Viene realizzato come SN o come pronome che concorda con il verbo
Si trova generalmente prima del verbo
Occupa nella struttura frasale un posto privilegiato
Questo infatti:
1. Realizza l’argomento con il ruolo semantico più importante rispetto al verbo (l’agente,
l’esperiente, il possessore)
2. Occupa una posizione estera (mentre gli altri argomenti del verbo formano un SV) lo si può
osservare nella frase: Gianni saluta Maria
FRASE
SN SV
Gianni V SN
saluta Maria
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4. Nelle frasi passive specifica → chi o cosa subisce l’azione
Il soggetto può codificare:
Giovanni è appena partito (Agente)
Eva è abbastanza brava (persona o cosa a cui è riferita una qualità)
Marco ascolta la musica (Esperiente)
La macchina è stata comprata da Mattero (paziente in frasi passive)
L’oggetto diretto si realizza con un:
SN → Gianni mangia una mela
E può quindi codificare il:
Paziente → Matteo lava la macchina
Esperiente→ La notizia lo sorprese
L’oggetto indiretto si realizza con un
SP → Gianni ha dato il libro a Maria
Clitico → Gianni le ha dato il libro
E può codificare:
Il beneficiario → ho scritto una mail a Claudia.
N.B. Quando l’OI è espresso con un pronome atono può precedere o può essere unito al verbo: mi
piace l’ultimo cd dei 1D, Posso spiegarle la lettera domani.
STRUTTURA LOGICO GRAMMATICALE
Per quanto riguarda la struttura logico grammaticale abbiamo con verbi:
Monovalenti → un soggetto + un verbo (definito predicato verbale)
Polivalenti → tuto ciò che ruota intorno al verbo viene definito gruppo del predicato:
o Gianni spedisce una lettera a Pina (gruppo del predicato comprende gli argomenti
del verbo)
Ci sono inoltre dei verbi nominali che richiedono →
nome / aggettivo (chiamato predicato nominale) che dia significato al verbo:
o Luca è un bambino (predicato nominale) di 10 anni
In sintesi si può affermare che:
Un verbo monovalente ha → soggetto + predicato
o Luigi dorme
Un verbo polivalente ha →
o soggetto + un gruppo del predicato → Luigi ha ricevuto molti regali
o soggetto + predicato nominale → Luigi è alto
N.B. anche il soggetto (dal punto di vista logico grammaticale) può essere costituito da vari
elementi, esiste infatti il:
Gruppo del soggetto: con la stessa funzione sintattica
o La cugina di Luigi spedisce una lettera
TIPI DI FRASE
Una frase può essere:
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Nucleare → formata da verbo + suoi argomenti
o Gianni parte
o Giulia apre la porta
o Gianni spedisce una lettera a Maria
Ellittica → mancano di un elemento nucleare: Marco legge
o OD considerato indeterminato → si intende qualcosa di generico (legge qualcosa)
o Azione continuativa → Marco continua a leggere
N.B. ci sono dei tipi di costruzione che modificano la valenza verbale del verbo:
Passivo → cancella l’argomento agente (diventa extranucleare)
o Il maestro consegna i fogli al bambino → I fogli sono consegnati al bambino
In questo caso si intende da qualcuno → maestro= elemento extranucleare
che può essere inserito o meno
SI passivante → sparisce l’agente
o Il maestro loda i bambini → SI lodano i bambini
SI impersonale → sparisce l’agente
o Io e Luca andiamo al cinema → Si va al cinema
CIRCOSTANZIALI
I circostanziali sono → tutti gli elementi extranucleari non richiesti per saturare la valenza del
verbo ma che aggiungono informazioni in più rispetto al contesto oppure alla modalità con cui
viene svolto un determinato evento.
Possono essere realizzati attraverso 10 diversi tipi di complementi, dunque:
Luogo → esprime le indicazioni spaziali relative allo scenario in cui ha luogo l’azione
espressa dal vero
o Luisa ha dormito a casa mia
Tempo → codifica le determinazioni temporali in cui è svolta l’azione
o Luisa è partita ieri
Causa → indica il motivo per cui si verifica l’azione espressa dal verbo
o Luisa non è uscita per la pioggia
Fine → indica l’obiettivo o lo scopo per il quale si compie l’azione
o Luisa studia per l’esame
Modo → esprime il modo in cui si è svolta l’azione espressa dal verbo
o Luisa studia con molto impegno
Mezzo → indica il mezzo attraverso cui si realizza l’azione espressa dal verbo
o Luisa va a lavoro con la macchina
Concessivo → indica l’elemento nonostante il quale si realizza l’azione espressa dal verbo
o Nonostante la pioggia, sono uscito
Esclusione → indica l’elemento che resta escluso dall’azione espressa dal verbo
o Sono uscita senza ombrello
Limitazione → indica i limiti entro i quali ha valore l’azione espressa dal verbo
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o Luisa è brava nelle lingue
Paragone → indica il secondo termine di un confronto
o Luisa è più brava di Paola
LEZIONE 11:
LA FRASE MULTIPLA E LA FRASE COMPOSTA
La frase multipla è → una frase che contiene più verbi (minimo 2), quindi due nuclei:
Sono arrivata tardi e non l’ho visto → ha 2 nuclei (quindi 2 preposizioni)
La frase composta si verifica quando → le preposizioni multiple sono sullo stesso piano e sono
autonome.
N.B. Questo è dimostrato dal fatto che è possibile accostarle da una congiunzione e o un punto.
Sono difatti due frasi indipendenti → sono arrivata tardi e/. non l’ho visto.
Quando una frase si compone di preposizioni autonome si parla di coordinazione.
TIPI DI COORDINAZIONE
Ci sono 6 tipi di coordinazione:
Copulativa
Avversativa
Disgiuntiva
Conclusiva
Dichiarativa
Correlativa
COORDINAZIONE COPULATIVA
La coordinazione copulativa → aggiunta di una preposizione ad un’altra preposizione tramite una
congiunzione
CONGIUNZIONI
e ne anche pure neanche nemmeno neppure
Ho comprato il pane e pure l’insalata
N.B. Alcune congiunzioni copulative vengono usate insieme ad altre e con elissi del predicato
verbale
COORDINAZIONE AVVERSATIVA
La coordinazione avversativa → segnala un contrasto tra ciò che si dice nella prima preposizione e
nella successiva.
Ha 2 tipi di valore:
Avversativo-limitativo → è molto stanco ma ti aiuterà lo stesso
Avversativo-oppositivo → non ha preso 30, ma 28 all’esame
CONIUGAZIONI VALORE LIMITATIVO
tuttavia eppure però ma
CONGIUNZIONI VALORE OPPOSITIVO
anzi invece bensì ma
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N.B. la congiunzione ma ha sia un valore limitativo che oppositivo
COORDINAZIONE DISGIUNTIVA
La coordinazione disgiuntiva segnala→ un’alternativa tra due elementi.
CONGIUNZIONI
o oppure ovvero
Mi inviti oppure non vengo
N.B. La congiunzione o può indicare sia un’alternativa radicale che facoltativa.
COORDINAZIONE CONCLUSIVA
La coordinazione conclusiva indica che → quanto affermato nella seconda preposizione è la
conseguenza di quanto viene detto nella prima.
c
quindi dunque pertanto perciò
Sono stanca, quindi mi riposo
COORDINAZIONE DICHIARATIVA O ESPLICATIVA
La coordinazione dichiarativa/esplicativa → segnala che la seconda proposizione conferma,
chiarisce o giustifica la prima
CONGIUNZIONI
infatti cioè invero ossia vale a dire
Si è stancato molto, infatti si è addormentato presto
COORDINAZIONE CORRELATIVA
La coordinazione correlativa → è costruita da preposizioni che si richiamano a vicenda, poiché
stabiliscono una correlazione
CONGIUNZIONI
sia…sia né…né non solo…ma o…o
TIPI DI FRASI MULTIPLA
La frase multipla può essere:
Composta → realizzata da due preposizioni autonome
Complessa → formata da
o una proposizione principale (autonoma)
o delle preposizioni (una o più) che non sono autonome ma subordinate
La proposizione principiale può essere:
Dichiarativa
Interrogativa
Desiderativa (ottativa)
Esclamativa
Esortativa (illusiva)
Incidentale
LE SUBORDINATE
Le preposizioni subordinate possono avere 2 forme. Una:
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Esplicita → verbo espresso in modo finito (indicativo, congiuntivo, condizionale)
Implicita → verbo espresso in modo indefinito (infinito, gerundio, participio)
SUBORDINATA ARGOMENTALE
La subordinata argomentale → costituisce un’espansione di uno degli argomenti del verbo.
Marco pensa a Cristina → Marco pensa che sia tardi
N.B. Si può esprimere un argomento che serve a saturare il verbo attraverso una subordinata
argomentale (frase)
Esistono 3 tipi di subordinate argomentali, la cui funzione è quella di:
Soggetto → subordinata che costituisce un’espansione del soggetto
o Lavorare per vivere è necessario
Oggetto → subordinata che costituisce un’espansione dell’oggetto
o Marco pensa di essere in ritardo
Oggetto indiretto → ne esistono 2 tipi:
o Completive oblique → subordinate che sono le espansioni dell’oggetto indiretto
Sto aspettando di partire con il treno
o Interrogative indirette
Mi chiedo perché aspetto ancora
LE OGGETTIVE
Le oggettive → hanno la stessa funzione che ha l’oggetto diretto nella frase semplice, cioè
completare il significato del verbo. Abbiamo 2 forme implicite ed 1 forma esplicita.
CONG./PREP FORMA VERBO ESEMPIO
ø Claudia ha preferito partire subito
implicita infinto
di Lucia ha promesso di arrivare in orario
indicativo
Carlo pensa che Paolo non venga questa
che esplicita congiuntivo
sera
condizionale
N.B. Come si può notare nella forma implicita si deve decidere se omettere il connettivo oppure
utilizzare il connettivo di.
La scelta del connettivo nelle frasi di forma implicita si basa su 2 concetti, se i verbi sono:
ø → sono riflessivi che esprimono un sentimento, uno stato d’animo, un’intenzione
o Preferire, odiare, amare, detestare, desiderare, gradire, intendere, volere
DI → indicano una affermazione, un’opinione, un ordine
o Dire, comunicare, affermare, chiarie, chiedere, dichiarare, raccontare, rispondere,
spiegare, pensare, ricordare, aspettarsi, dimenticare, immaginare, osservare,
scoprire, notare, rilevare, ordinare, premettere, vietare
La scelta del connettivo nella forma esplicita si esprime:
Quando il soggetto della principale è diverso da quello della proposizione oggettiva
N.B. con i verbi che esprimono un ordine, un permesso o un divieto il connettivo che è poco usato.
Si utilizza quindi la forma implicita:
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Laura ha permesso che i bambini andassero al cinema → laura ha permesso ai bambini di andare al cinema
Per capire che tempo utilizzare nella subordinata bisogna tener conto:
Intenzioni del parlante
o Indicativo → parla di un fatto certo
Penso che sei un bugiardo
o Congiuntivo → parla di un fatto incerto
Credo che sia già partito
Registro stilistico → formale → congiuntivo: dubito che arrivi prima delle 3
LE SOGGETTIVE
Le soggettive hanno → la stessa funzione che ha il soggetto nella frase semplice, cioè completano
il significato del verbo.
CONG./PREP FORMA VERBO ESEMPIO
ø provare ancora è inutile
implicita infinto
di mi è capitato di incontrare Eva in centro
che esplicita congiuntivo è sicuro che abbia rifiutato l’incarico
I connettivi ø e che sono intercambiabili con certi verbi, ovviamente, bisogna modificare anche la
forma:
VERBO CONNETTIVO IMPLICITA ESPLICITA
verbi impersonali* occorre arrivare puntuali occorre che arrivi puntuali
3ps verbo essere +
è bello andare al mare è bello che si vada al mare
agg/avv ø/che
3ps verbo essere + è un peccato dover rimanere a è un peccato che si rimanga a
nome casa casa
*occorre, basta, interessa, importa
N.B. Il connettivo che, che introduce la subordinata esplicita sia nelle oggettive che nelle
soggettive può essere omesso nel caso:
Nella principale c’è un altro che → sono sicuro che tu pensi (che) ti prenda in giro
Il verbo della subordinata è al congiuntivo → spero (che) sia guarito
Nella principale c’è un verbo che esprime un tumore o un dubbio → Spero (che) sia guarito
VERBO CONNETTIVO ESEMPI
impersonali* Sembra di dire sempre la stessa cosa
3ps del verbo essere + ora/tempo di È ora di cambiare il modo di agire
verbi usati impersonalmente** Si spera di concludere presto
*accade, succede, capita, sembra
** si dice, si spera, si pensa, si ritiene
La subordinata soggettiva si colloca rispetto alla principale:
Prima → che sia già partito non è possibile
Dopo → non è possibile che sia già partito
N.B. segue sempre la principale con verbi come
accadere, importare, succedere, sembrare, trattarsi
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è + avverbio (è bene)
COMPLETIVE OBLIQUE
Le completive oblique hanno → la stessa funzione dell’OI nella frase semplice, cioè completano il
significato del verbo
CONG./PREP FORMA VERBO ESEMPIO
a Carlo tende a vedere tutto nero
implicita infinto
di Dubita di superare l’esame
indicativo
Mi accorgo sempre troppo tardi che Luisa
che esplicita congiuntivo
non partecipa volentieri
condizionale
Per scegliere il connettivo:
di
o verbi riflessivi che esprimono un sentimento o uno stato mentale
pentirsi, scusarsi, vergognarsi, meravigliarsi, curarsi, preoccuparsi,
ricordarsi, sforzarsi
o verbi riflessivi che indicano uno stato mentale o una capacità
dubitare, soffrire, contare, parlare
a
o cominciare, continuare, riprendere, imparare, insegnare, obbligare, costringere,
indurre, spingere, tendere, mirare, aspirare
che
o assicurarsi, dimenticarsi, meravigliarsi
o soggetto della principale è ≠ dalla subordinata
N.B. alcuni verbi possono usare sia il connettivo a che di (intercambiabili):
Carlo pensava /di tornare a casa
Con il verbo badare → bada a/di non sporcarti
INTERROGATIVE INDIRETTE
Le interrogative indirette dipendo da → preposizione principale che contiene un verbo o locuzioni
verbali che esprimono:
Una domanda → chiedere, domandare
Un dubbio → dubitare, non sapere, ignorare
Un significato affermativo-dichiarativo
N.B. può dipendere anche da un elemento nominale:
Sostantivo → il problema di come affrontare la situazione mi intriga
Aggettivo → ero dubbioso su quale fosse la condotta da seguire
Anche le interrogative hanno la forma:
Esplicita → indicativo (se certo), congiuntivo, condizionale
Implicite → sono introdotte dagli stessi elementi dell’interrogativa indiretta ma hanno il
verbo all’infinito
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LEZIONE 12
SUBORDINATE NON ARGOMENTALI
Le subordinate non argomentali → svolgono nella frase la stessa funzione dei complementi
extranucleari nella frase semplice.
Di seguito si può vedere una serie di complementi extranucleari che corrispondono ad una
subordinata non argomentale nella frase complessa
FRASE SEMPLICE FRASE COMPLESSA FRASE SEMPLICE FRASE COMPLESSA
COMPLEMENTI SUBORDINATA COMPLEMENTI SUBORDINATA
fine finale causa causale
concessivo concessiva ------ consecutiva
tempo temporale modo modale
esclusione eccettuativa esclusione esclusiva
limitazione limitativa paragone comparativa
------ avversativa ------- condizionale
LA CAUSALE
La causale è → il tipo di finale che più comunemente usiamo nella comunicazione si scritta che
orale. Questa è una subordinata che:
Permette di mettere in rapporto causa-effetto tra due fattori
o Le azioni espresse/evento descritto nella proposizione principale
o Le azioni espresse/evento descritto nella subordinata.
I connettivi che possiamo usare per introdurre una causa sono:
siccome visto che dal momento poiché giacché
che
in quanto (che) considerato che per il fatto che per il motivo che che
N.B. indipendentemente dalla categoria grammaticale a cui appartengono permettono di
introdurre una causale. → la frase: non vengo che è tardi è tipica del linguaggio parlato
La struttura della preposizione causale può presentare 3 modi:
Indicativo → quando si parla di un fatto reale e certo
o Dal momento che non hai studiato, non passerai l’esame
Condizionale → esprime qualcosa che è possibile, presuppone una condizione:
o Siccome sarei libero (ho la condizione di essere libero) posso venire da te
Modo congiuntivo → esprime qualcosa che è incerto, improbabile, irreale
o È difficile che sia tornato a casa perché si annoiasse
Il punto di vista del parlante → gioca un ruolo importante nella scelta del connettivo e della
posizione della proposizione che esprime una causa. Questo infatti dipende da:
Come il parlante vuole rappresentare i fatti
N.B. si deve tenere presente di 2 fattori:
Morfologia → presenta scelte obbligate (mai libere) perché contiene regole fisse:
o Articolo + nome → *il tavola → la tavola
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Sintassi → permette al parlante di scegliere se mettere:
o Sullo sfondo → la principale: prendo l’ombrello
o In primo piano → la subordinata: poiché piove
Prendo l’ombrello, perché piove
o Sullo sfondo → la subordinata: poiché piove
o In primo piano → la principale → prendo l’ombrello
Poiché piove, prendo l’ombrello
N.B. Ci possono essere delle esigenze di comunicazione dove la scelta diventa obbligatoria, questo
accade perché nella comunicazione non ci sono solo elementi semantici/sintattici ma anche un
aspetto informativo. Motivo per cui, la frase con perché suona strana:
L’ho notato, siccome non ha studiato abbastanza non ha passato l’esame → l’ho notato, perché non ha studiato abbastanza non ha passato l’esame
L’ASPETTO INFORMATIVO
L’aspetto informativo è dato → combinazione nel parlato tra qualcosa che è:
Dato → quello che riteniamo che il nostro interlocutore/lettore sappia
o Corrisponde al tema (struttura paradigmatica)
Nuovo → l’informazione aggiuntiva
o Corrisponde al rema (struttura paradigmatica)
In questo contesto è importante introdurre l’ordine non marcato della lingua italiana: SVO
STRUTTURA
DATO NUOVO
INFORMATIVA
STRUTTURA Martina ha sperato l’esame
SINTATTICA soggetto verbo oggetto
STRUTTURA
TEMA REMA
PARADIGMATICA
Dunque, in questa frase il :
Soggetto → posizione di elemento dato
Predicato + SN → elemento nuovo da sapere
Inoltre, dal punto di vista della struttura paradigmatica:
Tema → ciò di cui parlo
Rema → quello che dico su quel determinato tema
Dunque, ci sono dei connettivi che possono essere utilizzati come sfondo e altri in primo piano:
SFONDO PIRMO PIANO
poiché perché
giacché dato che
dato che visto che
visto che dal momento che
siccome poiché
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LE SUBORDINATE CAUSALI
Le subordinate causali corrispondono al → complemento di causa della frase semplice.
Ne esistono 2 forme esplicite ed 1 implicita:
CONG./PREP FORMA VERBO ESEMPIO
perché
Matteo decise di aprire la finestra poiché
poiché
indicativo faceva caldo
siccome
esplicita condizionale
dato che
congiuntivo
dal momento che Ti aiuterei dato che sono libero domanica
per il fatto che
per implicita infinito passato Luca è felice per aver superato l’esame
N.B. ci sono anche altri modi per realizzare la subordinata in modo implicito con un rapporto
effetto-causa:
CONG.PREP VERBO ESEMPIO
per Martina era felice per/per il fatto di aver
infinto passato
per il fatto di superato l’esame
ø gerundio avendo superato l’esame, era felice
ø participio passato impaurito, scappò
La causale con causa fittizia/negativa →
è un particolare tipo di causale che richiede il congiuntivo
propone una causa possibile ma non necessariamente reale
te lo dico non perché ritenga di avere ragione, ma perché dobbiamo arrenderci all’evidenza
N.B. è sempre introdotta nella principale da una negazione
La causale testuale/paradigmatica:
esprime il motivo per cui il parlante compie un determinato atto comunicativo
o Luca e Andy devono essere al mare perché in casa non risponde nessuno
il fatto che a casa non risponda nessuno è una circostanza per cui il parlante
afferma che devono essere andati al mare
ci sono inoltre altri modi per esprime una causa che non rinviano ad una subordinata causale ma
a:
due preposizioni coordinate
Eva non sta bene perciò non viene alla festa → siccome Eva non sta bene, non viene alla festa
N.B. è solo una scelta stilistica del parlante in quanto dal punto di vista della comunicazione in sé
non ci sono differenze.
DIFFERENZE TRA SCRITTO E PARLATO DELLE CAUSALI
Ci sono delle differenze stilistiche che utilizziamo a seconda del canale di comunicazione:
SCRITTO PARLATO
poiché giacché perché
considerato che ché che
N.B. nel linguaggio giornalistico si omette il verbo:
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in manette un 43enne di Saronno per aver picchiato il figlio
LEZIONE 13:
SUBORDINATA CONSECUTIVA
Una subordinata consecutiva → permette di esprimere una conseguenza di un determinato
evento.
1. Dopo 2/3 ore dal pasto siamo così in carenza di zuccheri, che sentiamo di nuovo la
sensazione di fame
Il fatto è presentato come il risultato di una causa che è ritenuta da chi parla così
forte che il suo effetto è difficile da evitare → qualcosa di inevitabile
2. Dopo 2/3 ore dal pasto sentiamo di nuovo la sensazione di fame perché siamo così in
carenza di zuccheri
Causale
I connettivi della subordinata hanno bisogno di intensificatori nella principale:
INTENSIFICATORI DELLA CAUSA NELLA PRINCIPALE ESEMPI
talmente così
tale da tanto
era così stanca
tant’è tant’è vero che
sicché
CONNETTIVI DELLA SUBORDINATA ESEMPI
che da che è andata a dormire
Il modo della consecutiva può essere:
Indicativo → si parla di un fatto certo
o è talmente preciso che non può dimenticare l’appuntamento
Congiuntivo → azione possibile o incerta
o Lo chiamerò subito in modo che si liberi da altri
Condizionale → azione irreale
o Era così triste che avrebbe pianto anche davanti a tutti
Infinito → costruzione implicita
o È talmente intelligente da capire subito
Esistono altri modi per esprimere una conseguenza, ovvero attraverso:
In modo tale che
Al punto che
In maniera tale che
N.B. in questi casi non si intensifica la causa che è nella principale ed il modo si accorda con:
Perché → congiuntivo
Per → infinito
Così come con le causali, anche con le consecutive posso esprimere una consegenza utilizzano le
preposizioni coordinative → ciò che si perde è:
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L’idea del parlante di avere qualcosa difficile da evitare
o Giorgio era troppo stanco ed ha deciso di non venire al cinema
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al fine di, con l’intento
corro nell’intento di prendere il treno
di, nell’intento di, pur di
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Ha il significato di appena
o L’azione della subordinata introdotta da quando si svolge subito prima dell’azione
dell’altra preposizione → si usa lo stesso tempo nelle 2 preposizioni
Quando squillò il telefono corse a rispondere
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in cui, ogni volta che, tutte le volte che
posteriorità dopo che, dopo
continuità finché, fino a che, fino (a) quando, man mano che
Per quanto riguarda i verbi nella forma:
Esplicita→ indicativo e congiuntivo
Implicite → infinito e infinito passato (posteriorità)
LEZIONE 14
SUBORDINATE MODALI
Le subordinate modali indicano → il modo in cui si svolge l’azione o il gatto espressi dal predicato
della reggente
CONG./PREP FORMA VERBO ESEMPIO
ho cucinato il pollo come mi hai detto
come, nel modo che, nel indicativo
spende come fosse ricco
modo in cui, come se, esplicita condizionale
comunque vadano le cose, non
comunque, quasi che congiuntivo preoccuparti
con, da infinito a studiare così diventerai bravissimo
implicita*
ø gerundio li ascoltò prestando attenzione
*N.B. la forma implicita è possibile solo se:
Il soggetto della subordinata e della principale è lo stesso
SUBORDINATE ESCLUSIVE
Le subordinate esclusive indicano → un’esclusione rispetto al fatto espresso dalla reggente.
Esistono 2 forme di queste preposizioni: 1 implicita ed 1 esplicita
CONG./PREP FORMA VERBO ESEMPIO
senza che esplicita congiuntivo abbiamo fatto tardi senza che ce ne rendessimo conto
senza implicita infinito ho accettato la cosa senza dire nulla
SUBORDINATE CONDIZIONALI
Le subordinate condizionali esprimono → una condizione dalla quale dipende l’avverarsi di
quanto detto nella principale
CONG./PREP FORMA VERBO ESEMPIO
se, qualora, indicativo
Se vieni preso usciamo
purché congiuntivo
nel caso che, esplicita indicativo
Nell’ipotesi in cui non fossi partito,
a patto che, condizionale
saremmo potuti uscire
nell’ipotesi che congiuntivo
infinto A mangiare troppo si ingrassa
ø (se) implicita gerundio Continuando così finiremo subito
participio Se ben preparata, questa torta è buona
N.B. Si/non si verifica quanto detto nella principale se si/non si verifica quanto detto nella
subordinata.
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La concordanza dei verbi:
Periodo ipotetico della realtà e della possibilità:
o Principale indicativo → subordinata indicativo
Se ti senti solo telefonami
o Condizionale presente → congiuntivo imperfetto
Non partiremmo, se nevicasse
Periodo ipotetico dell’irrealtà → non può più realizzarsi
o Congiuntivo imperfetto → condizionale perfetto
Se fossi ricco farei tanti viaggi
o Congiuntivo trapassato → congiuntivo passato
Se lo avessi saputo lo avrei aiutato
SUBORDINATE COMPARATIVE
Le subordinate comparative stabiliscono → un rapporto comparativo con la reggente
Esistono 3 tipi di comparative:
1. Uguaglianza: solo forma esplicita
CONG./LOCUZIONE VERBO ESEMPIO
così…come non è così bravo come crede
indicativo
tanto…quanto mi sono così arrabbiato come non avrei mai
condizionale
tale…quale pensato
2. Maggioranza
CONG./LOCUZIONE FORMA VERBO ESEMPIO
quanto
più…di
indicativo
più…che è più difficile di quanto pensassi
esplicita congiuntivo
più…di come
condizionale
più…di quello
che
più, piuttosto implicita infinito più che dipingere, disegno
3. Minoranza: solo forme esplicita
CONG./LOCUZIONE VERBO ESEMPIO
meno … di quanto
indicativo è meno facile di quanto pensassi
meno… che
condizionale viaggiare in treno mi piace meno che in aereo
meno…di come
congiuntivo
meno…di quello che
SUBORDINATE AVVERSATIVE
Le subordinate avversative indicano → una circostanza, situazione o condizione opposta al fatto
espresso dalla reggente.
CONG./LOCUZIONI FORMA VERBO ESEMPI
quando, mentre, esplicita indicativo lo aspettavamo alle 3 mentre arriverà più tardi
ha messo una virgola laddove ci vorrebbe un
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laddove condizionale punto
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SUBORDINATE ECCETTUATIVE
Le subordinate eccettuative → indicano una circostanza che condiziona o potrebbe infierire con il
fatto espresso dalla reggente
CONG./LOCUZIONI FORMA VERBO ESEMPI
tranne che, eccetto che, arriverò alle 10 a meno che il treno non
salvo che, fuorché, indicativo faccia ritardo
esplicita
sennonché, a meno che, congiuntivo l’azione sarà risolutiva salvo che non ci
non siano imprevisti
tranne che, eccetto che, era disposto a tutto tranne che
implicita infinito
salvo che, fuoriché rinunciare al viaggio
SUBORDINATE AGGIUNTIVE
Le subordinate aggiuntive indicano → una circostanza che si aggiunge ad un’altra intensificandone
lo stato o gli effetti.
Esiste solo la forma implicita:
CONG./LOCUZIONE VERBO ESEMPIO
oltre che oltre ad essere in ritardo è entrato anche
infinito
oltre a senza salutare
N.B. il parlante può decidere quale evento mettere in primo piano. Abbiamo 2 posizioni:
Tematica → oltre ad essere simpatico è anche bravo
Rematica → è anche bravo, oltre ad essere simpatico
SUBORDINATE INCIDENTALI
Le subordinate incidentali sono → inserite nella frase per introdurre un elemento aggiuntivo
N.B. questo elemento aggiuntivo non ha legame sintattico con le altre preposizioni, aggiunge solo
informazioni.
È introdotta nell’ambito:
Orale → intonazione sospensiva
Scritto → due trattini, virgole, parentesi tonde
o La situazione – per dirtelo chiaramente – è molto complessa
N.B. le incidentali possono essere introdotte da un elemento subordinante (come):
Carla, come ti ho detto, ha già chiamato
PROPOSIZIONI RELATIVE
Le preposizioni relative → danno informazioni:
Modificano o completano in qualche modo le informazioni su un elemento nominale
(antecedente) presente nella proposizione principale
o La biologia è la scienza che studia gli esseri viventi
Che studia gli esseri viventi si riferisce a biologia
Il rapporto tra i costituenti ci dice che, avendo un legame così stretto:
Non è possibile inserire dei costituenti tra la relativa e l’antecedente
La collega, che ti ho presentato ieri, si chiama Eva → *la collega si chiama
Eva che ti ho presentato ieri
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Le relative sono di 2 tipi:
Restrittive/Determinative → restringono o determinano il valore dell’elemento nominale a
cui si riferiscono
o Le informazioni scientifiche, che provengono dai mezzi di comunicazione, sono
molto numerose e stimolanti
Appositive/Esplicative → forniscono informazioni accessorie, non indispensabili. Sono
un’aggiunta rispetto a quello che si dice nel resto della frase
o La cellula d’uovo diventa un embrione, che darà origine a un neonato con tutte e
caratteristiche dell’individuo donatore.
Le relative possono essere implicite o esplicite:
PRON./PREP FORMA VERBO ESEMPIO
che, il quale, indicativo
il libro che ho letto è interessante
cui, dove, esplicita condizionale
quando congiuntivo
il quale, cui, quello è il momento quando aiutare
infinito
dove, quando implicita gli altri
da, a, ø infinito, participio questo è un problema da affrontare
L’antecedente della relativa è → l’elemento nominale a cui la relativa si riferisce:
la borraccia che mi hai prestato perde
N.B. Non sempre le relative hanno un antecedente. Questo si verifica con:
Chiunque → con ognuno che
o Sono sempre gentile con chiunque mi chieda un favore
Quanti → tutti quelli che
o Ne puoi comprare quanti ne vuoi
Le relative improprie → non si limitano a modificare un nome o un pronome ma esprimo altri
significati:
Valore consecutivo
o Voglio un computer nuovo che non si blocchi ogni 5 minuti
Valore finale
o Ho cercato un libro che spiegasse la morfologia verbale
Valore causale
o Luca si è arrabbiato con il cane che aveva rubato la colazione
COMPLESSO VERBALE UNITARIO
In alcune frasi sono presenti più di una struttura verbale che si comporta come un complesso
verbale unitario: non può essere disgiunto→
si può negare solo il verbo finito
o Farò lavare la macchina domani → non farò lavare la macchina domani
o *Farò non lavare la macchina domani → *non farò non lavare la macchina domani
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Clitico → si può premettere solo al verbo finito
o La farò lavare domani
o *Farò la lavare domani
Le due frasi partecipano insieme nella formazione del passivo
o Si farà lavare domani
Le proprietà del complesso unitario sono:
Ammette un’unica soluzione
Le due forme verbali si comportano come una unità per la posizione del clitico
Le due forme verbali si comportano come una unità per la costruzione del si passivo
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