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Master_1 Livello

“INSEGNARE ITALIANO a STRANIERI - L2”

Morfologia: Le parti invariabili del discorso.

\Sintassi: Il periodo ipotetico.

Corsista: Claudia Patricia Vergara Barrios

Data invio: 27/09/2019

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Indice

Introduzione.................................................................................................................. 3
Morfologia .................................................................................................................... 3
Parti invariabili del discorso .......................................................................................... 4
La Subordinazione ........................................................................................................ 7
Periodo Ipotetico........................................................................................................... 8
Considerazioni ............................................................................................................ 10
Bibliografia ................................................................................................................. 11

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Introduzione

La grammatica è l’insieme delle regole che fanno funzionare una lingua; e queste

regole sono indispensabili per scrivere e parlare correttamente.

Tradizionalmente la grammatica viene suddivisa in fonologia, morfologia, e sintassi.

La fonologia studia i suoni che compongono le parole.

La morfologia studia la forma delle parole, come variano e le relative regole.

La sintassi studia il modo in cui le parole si combinano in frasi e come le frasi si

combinano tra loro per formare un testo.

Morfologia

In italiano distinguiamo nove (9) parti del discorso, suddivise in due categorie.

Le parti variabili del discorso

• Articolo

• Nome

• Aggettivo

• Pronome

• Verbo

Le parti invariabili del discorso

• Avverbio

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• Preposizione

• Congiunzione

• Esclamazione o interiezione

Parti invariabili del discorso

L’avverbio

È quella parte invariabile del discorso che determina, modifica e specifica il

significato del verbo, dell’aggettivo o di un altro avverbio ai quali e riferito.

Si dividono in: Avverbi di luogo, di tempo, di modo o maniera, di quantità, di modalità.

Rispetto alla formazione gli avverbi si dividono in avverbi primitivi, composti e derivati.

La preposizione

È quella particella invariabile del discorso che si antepone a nomi, aggettivi,

pronomi, avverbi e infiniti; per formare i complementi cioè per stabilire un rapporto tra

le parole.

Le preposizioni si possono distinguere in tre tipi:

1. Preposizione proprie: Che non hanno accento autonomo e possono fondersi con

l’articolo dando luogo alle preposizioni articolate. Le preposizioni proprie

possono avere solo il ruolo grammaticale di preposizione e rappresentano un

insieme chiuso.

2. Preposizioni improprie: Che hanno un accento autonomo e non ammettono le

forme articolate (davanti, dietro, dopo, fuori, lontano, lungo, sopra, sotto, ecc.).

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Le preposizioni improprie possono essere usate anche con altri ruoli grammaticali

(aggettivi, verbi o avverbi) e rappresentano un insieme aperto.

3. Locuzioni prepositive: Sono nessi formati da avverbi e preposizioni, da sostantivi

e preposizioni, o da gruppi preposizionali. Es. (In mezzo a… a fianco di… accanto

a… insieme con… a causa di…).

La congiunzione

Parte invariabile del discorso che congiunge fra loro due elementi simili di una

proposizione, oppure due membri di un periodo.

Le congiunzioni e le locuzioni congiuntive in base alla loro funzione possono essere

coordinative o subordinative.

Coordinative: Quando uniscono due elementi con uguale funzione logica all’interno di

una proposizione o due proposizioni dello stesso tipo. Si dividono in:

• Copulative: e, anche, inoltre, pure, neppure…

• Disgiuntive: o, oppure, ovvero, ossia, altrimenti…

• Avversative: ma, però, tuttavia, anzi, invece…

• Esplicative o dichiarative: cioè, infatti, vale a dire…

• Conclusive: dunque, quindi, perciò, allora…

• Correlative: e…e, o…o, né…né, così…come, non solo…ma anche…

Subordinative: Quando collegano due proposizioni di cui l’una è subordinata all’altra.

Si dividono in:

• Dichiarative: che, come

• Causali: perché, poiché, che, siccome, giacché, dato che…

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• Finali: affinché, perché, che…

• Temporali: quando, mentre, allorché, finché, dopo che…

• Modali: come, quasi, comunque, come se…, nel modo che…

• Concessive: benché, sebbene, nonostante…

• Eccettuative e limitative: salvo che, a meno che, tranne che…

• Interrogative: se, perché, quando, come…

• Comparative: più…che, tanto…quanto, piuttosto…che.

• Condizionali: se, qualora, casomai, nel caso che…

• Consecutive: di modo che, a tal punto che, …

Locuzioni congiuntive:

Sono combinazioni di parole che svolgono la stessa funzione della congiunzione.

Le principali sono: non appena, di modo che, fino a che, nel caso che, ogni volta che, per

il fatto che, a patto che, dal momento che.

Es:” Dal momento che sei venuto, fermati anche a cena”.

“Ogni volta che lo vedo, mi tremano le gambe”.

Interiezione

Parte invariabile del discorso con valore esclamativo, che non hanno alcun legame

sintattico con gli elementi linguistici ai quali si vanno ad affiancare, utilizzate per lo più

per esprimere condizioni di agitazione, reazioni improvvise, stati d’animo concitati.

In base alla forma distinguiamo interiezioni proprie, improprie e locuzioni interiettive.

• Le interiezioni proprie: La loro funzione è puramente interiettiva, e sono: Ah! Eh!,

oh!, mah!, uffa!, boh!...

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Es: Mah! Che scenata inutile.

Boh! Non saprei proprio.

• Le interiezioni improprie: Sono parole appartenenti a categorie ben definite

all’interno della grammatica, come verbi, aggettivi, avverbi, sostantivi, che in

alcuni contesti si prestano a comportarsi come delle interiezioni. Queste sono:

bene! || evviva! || peccato! || accidenti! || zitto! || ottimo! || ecc.

• Le locuzioni interiettive: Sono espressioni composte da due o più parole o ancora

da frasi aventi un valore di espressione emotiva, come mamma mia! Meno male!

Porca miseria! Ecc.

Le interiezioni possono avere valore assertivo (“Ah va bene”), esclamativo (“Toh!

Chi si vede!”) o interrogativo (“Eh? Cosa dici?”); non si limitano dunque, ad esprimere

emozioni quali dolore, gioia, stupore ecc.

Inoltre, l’intonazione gioca un ruolo fondamentale per la corretta interpretazione delle

interiezioni.

La Subordinazione

La subordinazione in linguistica, nella sintassi del periodo, la relazione che si

stabilisce tra due proposizioni collocate nel periodo su piani diversi, in modo che l’una

(subordinata) risulti dipendente logicamente e grammaticalmente dall’altra, che viene

detta perciò principale, o reggente.

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Periodo Ipotetico

Forma: Si dice ipotetico un periodo formato da due frasi: la principale e la

secondaria, introdotta da se, che indica la condizione, l’ipotesi da cui dipende o potrebbe

dipendere la realizzazione o meno di quanto si dice nella frase principale.

Se gli scrivi Ti risponde.

fr. secondaria condizionale fr. principale (conseguenza)

PROTASI APODOSI

Tradizionalmente si distinguono tre tipi di PI.

Il tipo della realtà: Il fatto è sentito dal parlante come reale; quasi sicuramente si

realizzerà o si è realizzato.

Indicativo

Se + Indicativo Condizionale semplice

Imperativo

me lo dici?

PRESENTE Se viene Ada la vedrei volentieri.

fammelo sapere!

me lo faranno sapere.

FUTURO Se verrà Ada la saluterei volentieri.

fammelo sapere!

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me lo diranno / me lo dicono.

PASSATO Se Ada è arrivata è andata a casa sua.

fammelo sapere! / La vedrei volentieri.

Il tipo della possibilità: Il fatto è sentito dal parlante come possibile; forse si realizzerà

o si è realizzato.

Se + Congiuntivo imperfetto Condizionale presente

PRESENTE Se oggi ricevessi il passaporto Potrei prenotare subito il biglietto

FUTURO Se domani piovesse Dovremmo rimandare la gita.

Con connettivi condizionali l’ipotesi per lo più viene resa con il congiuntivo

imperfetto, anche quando la conseguenza viene espressa con l’indicativo o l’imperativo.

Nell’eventualità che si sentisse male di notte, può chiamare questo numero / chiami

questo numero.

Il tipo della irrealtà: Il fatto è sentito dal parlante come impossibile, irrealizzabile al

(presente) o irrealizzato (al passato):

Se + Cong. trapassato Cond. presente (fatti al presente)

Se + Cong. imperfetto Cond. passato (fatti al passato)

- I fatti ipotizzati sono nel presente o (futuro):

Se la terra avesse luce propria sarebbe una stella.

- I fatti ipotizzati sono nel passato:

Se avessi vinto il concorso avrei ricevuto una borsa di studio di 500 euro al mese.

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Considerazioni

Le lingue cambiano. L’evoluzione della lingua è naturale, l’italiano così

come lo conosciamo è ben diverso dal volgare dei primi anni del medioevo, ma

anche diverso dall’italiano della Divina Commedia del XIV, sebbene riusciamo

con qualche difficoltà a comprenderlo. Ancora, è importantissimo anche

considerare le varie evoluzioni che hanno subito la lingua parlata e quella scritta

che spesso e volentieri si distaccano notevolmente.

La maggior parte dei cambiamenti nella lingua italiana è avvenuta negli

ultimi 50 anni, il linguaggio stesso è in uno stato di costante evoluzione ed è

costantemente influenzato dai cambiamenti culturali, sociali, e tecnologici. E

proprio per via dell’uso continuo della chat per comunicare, la lingua dei ragazzi

rischia un impoverimento.

Comunque, l’Italia rimane un paese tipicamente multilingue. Oggi oltre il

30 % della popolazione usa abitualmente un dialetto, in casa e suoi luoghi di

lavoro; si aggiungono circa il 5% di immigrati, persone provenienti da 180 paesi

diversi di tutto il mondo, che hanno portato la loro lingua e la percentuale simile

di parlanti alloglotti (greci, albanesi, tedeschi, provenzali, franco provenzali,

francesi, catalani) che formano le minoranze storiche presenti da secoli sul

territorio italiano.

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Bibliografia

- BOZZONE COSTA, Rosella. Viaggio nell’italiano, corso di lingua italiana per

stranieri. Seconda edizione. 2004. Loescher Editore. Torino.

- PATOTA, Giuseppe. Grammatica di riferimento della lingua italiana per stranieri.

2003. Arnoldo Mondadori Editori. Milano.

- Treccani, I. Grammatica in “Enciclopedia dei ragazzi”. Tratto da www.

enciclopredia.it/enciclopedia/grammatica_%28Enciclopedia-dei ragazzi%29/

- Morfologia Gramatica Italiana. Tratto da Grammaticaitaliana.eu/morfologia

_grammatica_italiana.html

- Icotea.it/istituto/

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