Gi ancora appena
Inserisci gi, appena, ancora negli spazi vuoti.
1)
Amalia
non
tornata
2)
Signorina,
scusi,
per
caso
ci
dalla
siamo
palestra:
incontrati
sono
da
preoccupato.
qualche
parte?
2
3)
Sono
tornato
mi
tormenti
5)
6)
Melissa
Ma
7)
8) Mi sono
sollecito.
non
l'abbiamo
ha
stato
vista
questi
discorsi!
non
sei
con
avuto
Roma?
Pensavo
un
figlio.
l'avessi
vista.
l'abbiamo
abbracciata.
pagato la bolletta: mi
arrivato un
LAVVERBIO AVVERBIO
L'avverbio (dal latino ad verbum, al verbo) quella parte invariabile del discorso
che determina, modifica e specifica il significato del verbo (?), dell'aggettivo (?) o di
un altro avverbio ai quali riferito.
Esso pu indicare la qualit di un'azione o le sue circostanze di luogo, di tempo, di
misura o anche l'affermazione, la negazione o il dubbio nei riguardi dell'azione
stessa. Pertanto, secondo le particolari determinazioni che esprimono, gli avverbi
si dividono in:
o avverbi di quantit: molto, poco, meno, troppo, pi, tanto, assai, niente,
nulla, ecc.;
o avverbi di modalit, quelli che indicano un'affermazione, una negazione, un
dubbio e un giudizio: s, certo, sicuro, no, non, neanche, neppure,
nemmeno, forse, probabilmente, quasi, ecc.
o avverbi primitivi: bene, male, forse, pure, sempre; ieri, oggi, poi, tardi, mai,
magari, volentieri; molto, tanto, poco, meno, spesso, meglio, peggio, presto,
subito, ecc.;
o avverbi composti; almeno (da al-meno), dappertutto (da da-pertutto), infatti (da in-fatti), inoltre (da in-oltre), persino (da per-sino), intanto(da
in-tanto), ecc.;
o avverbi derivati: onesta-mente, lenta-mente, rapida-mente; bocc-oni, carponi, tast-oni, tent-oni, ecc.
Avverbi di luogo
Gli avverbi di luogo sono corrispondenti agli aggettivi dimostrativi (?) e si
distinguono a seconda che il luogo sia vicino alla persona che parla, o a quella che
ascolta, o lontano dall'una e dall'altra.
Come l'aggettivo dimostrativo questo, indicano vicinanza alla persona che che
parla: qui, qua, quass, quaggi, quindi (nel significato di qui).
Indicano vicinanza alla persona che ascolta (come l'aggettivo
dimostrativo codesto): cost, cost, costass, costaggi.
Come l'aggettivo dimostrativo quello, indicano lontananza da chi parla e da chi
ascolta: l, l, col, lass, laggi, ivi, indi, quivi.
L'avverbio quivi ha il significato di l, il quel luogo; ed pertanto un errore usarlo nel
senso di qui.
Avverbi di luogo
Aggettivi dimostrativi
questo
codesto
que
Stato in luogo
qui, qua
l, l
Moto a luogo
qui, qua
l, l
Moto da luogo
di qui, di qua
di cost, di cost, ne
di l,
per
per
Altri avverbi di luogo sono: su, gi, lass, laggi, ivi, ove, dove, dove, donde,
dovunque; vicino, lontano, davanti, dietro, altrove, fuori, dentro, presso,
oltre, dappertutto, ecc.
Gli avverbi dove, dovunque, ove, onde e donde sono avverbi relativi e, pertanto, si
possono usare solo quando mettono in relazione e congiungono una proposizione
(?) con un'altra. I puristi ritengono sia un grave errore usare
l'avverbio dovunque (che significa in qualunque luogo in cui) con senso assoluto,
cio senza unire due proposizioni: ad esempio, mi trovi dovunque (correttamente si
dovrebbe dire: mi trovi dappertutto).
L'uso di questo avverbio invece corretto nelle frasi Ti seguir dovunque tu vada.
Dovunque va, trova amici. Va' dovunque ti pare e piace.
Gli avverbi ove, dove, donde spesso sono usati nelle interrogazioni: ove sei? dove
ti sei cacciato? donde vieni?, ecc.
Le forme atone ci, vi, ne, col significato di in questo luogo, in quel luogo, da quel
luogo, si usano solo con i verbi e possono essere proclitiche oenclitiche; si
pospongono con il verbo all'imperativo (?) o all'infinito (?): ad esempio, non ci
vengo, non veniteci, vi torno spesso, venirne via.
Alcuni avverbi locali ammettono il comparativo (?), il superlativo (?), e persino
l'alterazione (?): ad esempio, pi lontano, pi su, pi gi, lontanissimo, vicinissimo;
lontanuccio.
Sono locuzioni avverbiali di luogo: di qui, di qua, di l, di l. di su, di gi, di sopra, di
sotto, in qua, in l, ecc.
Avverbi di tempo
I principali avverbi di tempo sono: ora, adesso, subito, tosto, test, allora, prima,
dapprima, poi, dopo, poscia, oggi, ieri, domani (posdomani, dopodomani,
avantieri, ecc.), spesso, sovente, sempre, mai, presto, tardi, poi, gi, ancora,
talora, finora, ecc.
Inoltre sono avverbi temporali e anche relativi (quindi, vanno usati sempre per
congiungere una proposizione all'altra): quando, allorquando, allorch, qualora:
ad esempio, Verr a trovarti quando tu vorrai.
L'avverbio quando si usa anche in proposizioni interrogative (?): Quando verrai a
trovarmi?
L'avverbio mai significa propriamente una volta, una qualche volta, quando che sia;
ed errore usarlo con valore negativo, se la negazione non sia espressa: ad
esempio, verr mai non vuol dire che non verr mai, ma che verr una qualche
volta. Infatti si dice: verr mai quel giorno che tanto attendiamo? Volendo dargli
senso negativo dovr dire: non verr mai; oppure nessuno verr mai. Tuttavia
tollerato l'uso del mai negativo anche senza la negazione, quando esso preceda il
verbo: ad esempio, mai tralasci di lavorare.
Alcuni avverbi temporali ammettono la forma comparativa, il superlativo e
l'alterazione: ad esempio, pi presto, prestissimo, pi tardi, tardissimo, pi spesso,
spessissimo; prestino, tarduccio.
Avverbi di modo o di qualit
Sono gli avverbi che indicano la qualit, il modo di una azione; si riferiscono
principalmente ad un verbo, oltre che ad un aggettivo o ad un altro avverbio.
Derivano dagli aggettivi qualificativi (?) per cui sono anche detti avverbi
qualificativi. Sono assai numerosi, giacch da quasi tutti gli aggettivi si pu ricavare
l'avverbio corrispondente.
Si formano in vari modi, ma il gruppo pi importante costituito dai derivati
caratterizzati dal suffisso -mente, che si aggiunge alla forma femminile
dell'aggettivo: caramente, raramente, amaramente, magnificamente, ecc.
Gli aggettivi terminanti in -are, -ere, -ale, -ile, -ole, -ore (purch la l o la r non
siano precedute da consonanti) elidono la vocale finale davanti al
suffisso: singolarmente, celermente, platealmente, civilmente, piacevolmente,
inferiormente, ecc.
Talvolta il suffisso -mente si aggiunge al participio: correntemente, perdutamente,
ecc.
Un altro gruppo formato dai derivati in -oni (-one): bocconi, ginocchioni,
ciondoloni, tastoni, carpone, ecc.
Un terzo gruppo costituito da modali del tipo: bene, male, peggio, meglio,
volentieri, cos, ecc.
Gli avverbi qualificativi hanno i gradi di comparazione come i rispettivi aggettivi
(?).
Il comparativo dell'avverbio si forma facendo precedere la forma positiva
dall'avverbio di quantit pi o meno. Il superlativo si ottiene invece aggiungendo il
suffisso -mente al superlativo sintetico dell'aggettivo o ripetendo il grado positivo:
ad esempio, pi velocemente, meno velocemente, velocissimamente, veloce
veloce, assai o molto velocemente, il pi velocemente.
carissimamente
facilmente
facilissimamente
adagio
adagissimo
Aggettivo : BUONO
avverbio positivo
bene
comparativo
meglio
superlativo
ottimamente (benissimo), molto bene, assai bene
Aggettivo : CATTIVO
avverbio positivo
male
comparativo
peggio
superlativo
pessimamente (malissimo), molto male, assai male
Aggettivo : GRANDE
avverbio positivo
grandemente
comparativo
maggiormente
superlativo
massimamente (sommamente)
Aggettivo : PICCOLO
avverbio positivo
poco
comparativo
meno
superlativo
avverbio positivo
molto
comparativo
pi
superlativo
moltissimo (assai)
Alcuni avverbi ammettono anche l'alterazione (?): bene, benino, benone; male,
maluccio, malaccio; poco, pochino, pochetto; presto, prestino, ecc.
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o Si colloca prima del verbo quando gli si vuole conferire risalto ed efficacia
espressiva: Amaramente mi pento del torto che ho fatto a mio figlio.
o Riferito ad un aggettivo o ad un altro avverbio, si pone davanti: Sono
felicemente sorpreso del tuo arrivo. Mi hai capito molto bene:
o Nei casi in cui il verbo composto, l'avverbio si colloca tra l'ausiliare ed il
participio, o prima dell'ausiliare, oppure dopo il participio: ad esempio, Io ho
subito chiamato il dottore. Il dottore immediatamente ha risposto. Il dottore
ha risposto gentilmente.
La prima forma d maggior risalto al valore dell'avverbio. Ad ogni modo
occorre evitare che la collocazione dell'avverbio generi equivoco o sia un
errore: sarete ascoltati molto presto chiaro che non pu essere cambiato
in sarete molto ascoltati presto.
o Gli avverbi di negazione non, n di regola precedono immediatamente il
verbo; ma le particelle atone non possono essere separate da quest'ultimo e
quindi si inseriscono fra la negazione ed il verbo: ad esempio, non ci
vengo invece di non vengoci. Solo quando si tratta di infiniti, le due
costruzioni sono in condizioni di parit: non ci venire ma anche non venirci.
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locali cos, dietro, avanti, dopo, meglio, peggio: ad esempio, E' la peggio
decisione che tu possa prendere; i pi allegri sono i bambini; Carlo il
meglio sarto della citt; Mi piacerebbe un vestito cos; la strada davanti
piena di buche; ci siamo incontrati il giorno dopo.
o Questi stessi avverbi possono essere anche sostantivati: Mio zio, purtroppo
passato nel numero dei pi; il meglio il nemico del bene;
chiacchierammo del pi e del meno; in ogni risoluzione va considerato il
prima e il dopo; non c' limite al peggio.
o Talvolta gli avverbi, specialmente quelli temporali e locali, lasciano
facilmente sottintendere il verbo cui si riferiscono: ad esempio, E tutti e
quattro gli scalatori su per la vetta (salirono). Alla prima scossa, fuori di
corsa (uscirono).
o Gli avverbi qui, qua, l, l spesso rafforzano i corrispondenti pronomi
dimostrativi: ad esempio, questo qui, quello l, ecc.
o Le particelle avverbiali ci, vi si usano talvolta in senso neutro col significato
di a questa cosa qui, a quella cosa l: ad esempio, pensaci prima per non
pentirti dopo; riflettici bene prima di decidere.
o Le espressioni vederci, sentirci significano avere la vista, l'udito: ad
esempio, non ci vede bene, non ci sente abbastanza.
o Quasi tutti gli avverbi si possono rafforzare raddoppiandoli: or ora, adesso
adesso, gi gi, su su, l l, quasi quasi, ecc.