Sei sulla pagina 1di 37

Per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese

attribuito a Ricci e Ruggieri1

Raoul Zamponi

L’opera presa in esame è un testo manoscritto “anepigrafo”


(senza titolo; § 1) ed “adespoto” (senza nome di autore; § 2)
sprovvisto anche di una data esplicita e dell’indicazione del luo-
go in cui fu redatto (§ 3). Si tratta di un dizionario portoghese-
cinese (DPC) di notevole ampiezza (§ 5) e di eccezionale im-
portanza essendo considerato il più antico dizionario di cinese
mandarino (§ 6) in una lingua occidentale che si conosca – oltre-
ché il più antico dizionario bilingue portoghese che utilizza una
lingua straniera moderna2 – e per il primo tentativo europeo di
trascrizione del cinese mediante i caratteri dell’alfabeto latino
applicato su vasta scala che esso presenta3. Occupa le carte 32-
165 di un volume miscellaneo (§ 4) ritrovato, nel 1934, dal sino-
logo Pasquale M. D’Elia, S.J. nell’Archivio della Compagnia di
Gesù a Roma (Archivum Romanum Societis Iesu) dove è tuttora
conservato4. È dai più considerato un frutto della collaborazione
tra i missionari gesuiti Matteo Ricci (Macerata, 1552-Pechino,

1 Questo lavoro si avvale delle ricerche in corso in un progetto curato da chi scri-

ve, sostenuto dal Comitato Promotore Celebrazioni Padre Matteo Ricci e dall’Istituto
Matteo Ricci per le Relazioni con l’Oriente di Macerata e dal Pio Sodalizio dei Piceni di
Roma, finalizzato ad un’edizione diplomatica dell’opera con corredo di note e commenti.
2 Fa ciò presente, sin dal titolo, un breve ma importante articolo dedicato al

DPC: D. Messner, O primero dicionário bilingue português que utilizza uma língua
estrangeira moderna, «Verba Hispanica», 5, 1995, pp. 57-65.
3 Si osservi anche che le forme yué (cantonesi), hakka e mǐn (fukienesi) conte-

nute nel dizionario (vd. § 2) sono i primi vocaboli delle rispettive lingue trascritti in
caratteri latini giunti a noi.
4 Il dizionario fu per molto tempo ritenuto smarrito. Vedi J. A. Levi, O dicionário

português-chinês de Padre Matteo Ricci, S.J. (1552-1610): uma abordagem histórico-


linguistica, University Press of the South, New Orleans 1998, p. 15.
66 raoul zamponi

1610) e Michele Ruggieri (Spinazzola [Barletta-Andria-Trani],


1543-Salerno, 1607) durante la loro residenza a Zhàoqìng, nel
sud della Cina, nel quinquennio 1583-1588.

1. Il titolo dell’opera

In una nota manoscritta, apposta il 6 ottobre 1934 sulla prima


carta del volume che contiene il DPC, D’Elia qualifica questo, e
l’intero volume, quale «dizionario europeo-cinese», come fece poi
in una comunicazione che offre la prima descrizione dell’opera5.
Successivamente D’Elia assegnerà al volume il titolo Dizionario
portoghese-cinese6 ripreso da John W. Witek per l’edizione in fac-
simile, del 2001, del (solo) dizionario7 ed anche, in modo diretto
o attraverso Witek, da quant’altri hanno avuto modo di occuparsi
dell’opera ed oggi invalso (anche nelle sue varie traduzioni) a tal
punto da non poter che essere ripreso in questo contributo8.

2. Gli autori

Il DPC fu attribuito da D’Elia a Michele Ruggieri e Matteo


Ricci (D’Elia 1938) e la summenzionata nota del sinologo ripor-
ta quanto segue:

5 P. M. D’Elia, Il primo dizionario Europeo-Cinese e la fonetizzazione italiana

del cinese, in Atti del XIX Congresso Internazionale degli Orientalisti: Roma, 23–29
settembre 1935, Tipografia del Senato, G. Bardi, Roma 1938, pp. 172-178.
6 P. M. D’Elia, Fonti ricciane: documenti originali concernenti Matteo Ricci e la sto-

ria delle prime relazioni tra l’Europa e la Cina (1579-1615), vol. II, pte. II, libri IV-V: Da
Nanciam a Pechino (1597-1610-1611), La Libreria dello Stato, Roma 1949, p. 32, n. 1.
7 M. Ruggieri, M. Ricci, Dicionário português-chinês = 葡漢辭典 = Portuguese-

Chinese dictionary, a cura di J. W. Witek, Biblioteca Nacional Portugal, Lisbona, In-


stituto Português do Oriente (IPOR), Macao, Institute for Chinese-Western Cultural
History, San Francisco 2001, pp. 29-68.
8 Malgrado il suggerimento di Barreto (Review essay: John W. Witek, SJ (ed.),

Dicionário português-chinês (attributed in this edition to) Michele Ruggiero [sic] and
Matteo Ricci, «Bulletin of Portuguese/Japanese Studies», 5, 2002, pp. 124-125) del
suggestivo titolo «Vocabulary of the language of China with the equivalents in Por-
tuguese, done by some priests and catechists from the Company of Jesus as well as by
other scholarly and working Chinese and Portuguese» per un’opera da considerarsi
sì collettiva, ma non in questi termini (vd. oltre § 4).
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 67

Questo è il Dizionario Europeo – / Cinese fatto da Ruggieri – Ricci.


/ È il primo del genere. / La romanizzazione è italiana, proba- / bilmente
del Ricci – spesso scrittura del Ruggieri. / Al Principio c’è il primo / cate-
chismo verso il 1583-1588 e alcune nozioni di cosmografia. / Dicembre di
1583–1588. Molto prezioso. / 6.10.34 / P. M. D’Elia, S.J.

L’opera, in effetti, riflette sia la calligrafia di Ruggieri che


quella di Ricci nel “lato europeo” costituito dai lemmi in por-
toghese e dalla trascrizione in caratteri latini dei lemmi cinesi in
sinografia (cfr. § 7). Da attribuire alla mano del primo sono in
particolare i lemmi della seconda, ampia parte del dizionario – la
sezione D-Z (cc. 72r-156r) – e la romanizzazione dei traducenti
cinesi sia nella prima che nella seconda parte del manoscritto,
contrariamente a quanto indicato da D’Elia, ma come sostenuto
da Witek9 sulla base di un confronto calligrafico tra il DPC ed
una lettera autografa del padre pugliese. Furono invece scritti
da Ricci i lemmi della prima parte del dizionario corrispondente
alla sezione A-C (cc. 32r-66v)10. Ma tutto ciò, in definitiva, non
troppo conta se si tiene presente la stretta collaborazione che
deve essere intercorsa tra i due gesuiti nella stesura dei lemmi
(cfr. § 5) e la natura stessa dell’opera. Come sottolinea Barreto
(2003:120), il DPC è infatti, essenzialmente, uno strumento di-
dattico ideato da Ricci e Ruggieri ma probabilmente utilizzato
ed integrato anche da altri missionari (europei) del collegio di
Macao (vd. oltre § 3), vale a dire un’opera lessicale di consulta-
zione in fieri, destinata, molto più verosimilmente, ad un ampio
gruppo di confratelli gesuiti che all’uso esclusivo dei due italiani,
i quali, a tal fine, avrebbero potuto, più comprensibilmente, re-
digere un lemmario con intestazioni nella loro lingua materna11.
Pur nell’ottica di un’opera collettiva va, a questo punto, ri-
conosciuto l’apporto di chi ha tracciato sulle sue carte, in carat-
teri cinesi, i traducenti dei lemmi e di chi ha indicato a Ruggieri
la pronuncia dei caratteri vergati.
9 John W. Witek, Introdução, in M. Ruggieri, M. Ricci, Dicionário português-
chinês = 葡漢辭典 = Portuguese-Chinese dictionary, cit., p. 19.
10 Le cc. 32r e 72r del DPC sono riprodotte nelle figg.1 e 2.
11 Il dizionario si caratterizza comunque per un’unidirezionalità portoghese>cinese

e richiede reference skills (padronanza dell’alfabeto latino, conoscenza della lingua


latina – usata in certe voci – e di convenzioni grafiche) difficilmente disponibili, nel
tardo XVI sec., a soggetti di lingua madre cinese (sinitica).
68 raoul zamponi

È evidente, osservando la scrittura, che quasi l’intero “lato


cinese”, rappresentato dai traducenti cinesi in sinografia, si deve
all’elegante mano di un unico amanuense cinese. Solamente al-
cune aggiunte, che ampliano il corredo di informazioni delle
traduzioni introdotte o forniscono traducenti per lemmi rimasti
senza glossa, riflettono infatti una diversa calligrafia che, per l’e-
secuzione piuttosto o alquanto trascurata dei sinogrammi, sem-
bra essere, in vari casi, quella di un europeo.
Si ritiene invece che più di un collaboratore cinese abbia in-
dicato a Ruggieri la pronuncia di gran parte dei caratteri vergati
giacché la loro romanizzazione riflette una notevole eterogenei-
tà “dialettale”12. Emergenze di pronunce meridionali fanno in
particolare ritenere a Barreto13 che l’opera assembli «parole ed
espressioni che furono raccolte da mercanti portoghesi [di Macao]
e dai loro interpreti cinesi, da piloti14, dal senato e dalle comunità
marittime e commerciali cinesi» ed inducono Yáng15 a supporre
che, a collaborare con Ruggieri e Ricci, furono “insegnanti” hàn
originari del Guǎngdōng e del Fújiàn sicuramente non di lingua
madre mandarina. Per lo meno uno di essi, secondo Yáng, era un
parlante hakka ed almeno un altro un parlante fukienese origina-
rio forse della città Xiàmén (Amoy).
Un’attenta analisi della trascrizione di Ruggieri dei tradu-
centi in sinografia rivela, effettivamente, la presenza nel DPC di
un cospicuo numero di voci sinitiche non mandarine.
Un certo numero di queste forme sono, senza dubbio, “me-
ridionalismi”, non assegnabili tuttavia con sicurezza ad un par-
ticolare sistema linguistico: possono essere ricondotte ad una va-
rietà di cantonese (C), ad un dialetto hakka (H) e/o al fukienese
(F) (vd. tab. 1)16.
12 L. F. Barreto, A fronteira cultural, «Revista Macau», 58, 1997, p. 55; P. F.-M.

Yáng, Dicionário português-chinês de Michele Ruggieri e Matteo Ricci: introdução


histórico-linguística, in M. Ruggieri, M. Ricci, Dicionário português-chinês = 葡漢辭
典 = Portuguese-Chinese dictionary, cit., pp. 56-62.
13 L. F. Barreto, Review essay: John W. Witek, SJ (ed.), Dicionário português-chinês

(attributed in this edition to) Michele Ruggiero [sic] and Matteo Ricci, cit., p. 120.
14 Sono coloro che guidano una nave lungo rotte stabilite.
15 P. F.-M. Yáng, Dicionário português-chinês de Michele Ruggieri e Matteo Ric-

ci: introdução histórico-linguística, cit., p. 68.


16 Le forme cantonesi riportate in questa e nelle successive tabb. 3. 5 e 7 sono del co-

siddetto “cantonese standard”. Quelle hakka appartengono invece a diversi dialetti (non
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 69

Fig. 1 – C. 32r del Dizionario portoghese-cinese (Jap.-Sin. I, 198), Archivio ro-


mano della Compagnia di Gesù.
70 raoul zamponi

Fig. 2 – C. 72r del Dizionario portoghese-cinese.


Carattere Romanizza- Carta/e Cantonese Hakka Fukienese Significato Possibile fonte
zione del “meridio-
nalismo”

窄 <ça> 98v [tsaːk3] [tsak7], [tsat7] [tsɪk⁷] ‘stretto, an- C, H


etc. gusto’

艱 <can> 122r [kaːn1] [kan1], [kien1] [kan1] ‘difficile, ar- C, H, F


etc. duo’

該 <coi> 80v, 83v, [kɔi1] [koi1], [kai1] [kai¹] ‘dovere’ C, H


122r, 123v etc.
盖 <coi, coy> 53r, 56r, 58v, [kɔi3] [koi5] [kai⁵] ‘coperchio; C, H
63r, 89v, 104r, coprire’
147v, 148r

康 <cum> 153r [hɔːŋ1] [kʰoŋ1] [kʰɔŋ1] ‘salute, be- C, H, F


nessere’

化 <fa> 115v, 130v [faː3] [fa5] [hua⁵] ‘cambiare, C, H


trasformare;
sciogliere,
sciogliersi;
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese

Tab. 1 Forme sinitiche meridionali presenti nel DPC

digerire’

火 <fo> 121r [fɔː2] [fo3] [ho3] ‘fuoco’ C, H


71
72 raoul zamponi

C, H, F

C, H, F

C, H, F
C, H

C, H

C, H
H, F

H, F
C, F

essere in vita’
‘duro, rigido,
fermo, infles-

‘essere, stare,
‘stele, lapide’
‘battere, pic-
‘dentro, in-

‘immorale,

‘medicina,
dissoluto’
‘accordo,

farmaco’
chiare’
‘mare’

patto’

terno’

sibile’

[pʰa7]

[tsai⁶]
[lue⁶]
[hai3]

[ŋiz⁶]
[iɔk7]

[iɔk8]
[tɔŋ7]
[pi1]
[ŋaŋ5], [ŋaŋ6]

[jok8], [zok8]
[lui3], [nui5],

[tsʰai1] etc.
[je¹], [jo¹],
[jɘʔ⁷] etc.

[tsʰoi1],
[pok7]

[tʰoŋ3]
[hoi3]

[nui6]

[pi1]
etc.

[pʰaːk2]

[jœːk6]
[ŋaːŋ6]

[tɔːŋ6]

[tsɔi6]
[jœː3]

[pei1]
[hɔi2]

[nɔi6]

77v, 85r, 90r,


88r, 91r, 106v,

118r, 119r,
131r, 133r
128v, 149v

88v, 109v,
109r, 110v,
111v, 117r,
140r, 140v

35r–155r
56r, 57v,

43v, 53r,
60v, 83r

passim
104v
125r

118r
72v
<io, yo>

<nghen,

<tum>
nghẽ>

<zoi>
<lui>
hoy>

<pa>

<yo>
<hoi

<pi>

meglio precisati) mentre quelle fukienesi sono state tratte tutte dalla varietà di Xiàmén.
Si tenga presente che, con il termine cantonese, ci si riferisce ad un gruppo di dialetti
della lingua yué parlati nelle provincie del Guǎndōng e del Guǎngxī ed oggi diffusi anche
presso la gran parte delle comunità cinesi stanziate nei paesi occidentali. I dialetti hakka
(o kèjiā) sono invece parlati nel Guǎndōng centro-settentrionale e nell’area più meridio-
nale del Jiāngxī, oltreché presso numerose comunità sparse dal Shìchuān fino a Taiwan.
Con fukienese (o hokkienese) si intende un gruppo di dialetti, del complesso linguistico
mǐn (ramo meridionale), diffusi nel Fújiàn meridionale e nel Guǎndōng orientale. Yué
(oltre 55 milioni di parlanti), hakka (circa 30 milioni di parlanti) e mǐn (circa 70 milioni
di parlanti) sono generalmente classificati come membri del gruppo meridionale (o non
mandarino) delle lingue sinitiche assieme a wú, gàn e xiāng.
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 73

In ogni caso, vari di questi “meridionalismi” compaiono nel


DPC assieme al loro corrispettivo “settentrionale” mandarino
(vd. tab. 2)17.

Tab. 2 Forme mandarine equivalenti a quelle non mandarine della tab. 1

Carattere Romanizza- Carta/e Mandarino Significato


zione
窄 — — [ʈʂai3] ‘stretto, angu-
sto’
艱 — — [tɕæn1] ‘difficile, arduo’

該 <cai> 76r, 119r [kai1] ‘dovere’


盖 <cai> 78r, 89v [kai4] ‘coperchio;
coprire’
康 — — [kʰaŋ1] ‘salute, benes-
sere’
化 <cua> 35r–154r pas- [xʷaː4] ‘cambiare,
sim trasformare;
sciogliere, scio-
gliersi; digerire’

火 <cuo, guo> 34v–149r [xʷoː3] ‘fuoco’


passim
海 <hai> 58v, 62v, 122r [xai3] ‘mare’

約 — — [ɥeː1] ‘accordo, patto’


内 — — [nəi4] ‘dentro, interno’
硬 <chen> 61r–64r [kəŋ3] ‘duro, rigido,
fermo, infles-
sibile’
拍 — — [pʰai1] ‘battere, pic-
chiare’
碑 <pai> 53v, 127v [pəi1] ‘stele, lapide’
蕩 — — [taŋ4] ‘immorale, dis-
soluto’
藥 — — [jau4] ‘medicina, far-
maco’
在 <zai, zaj> 85r–144v [tsai4] ‘essere, stare,
passim essere in vita’

17 Le forme mandarine riportante in questa e nelle successive tabb. 4, 6 e 8 ap-

partengono al pǔtōnghuà, l’attuale “lingua comune” della Cina. La loro trascrizione


fonetica tiene conto di D. San, The phonology of Standard Chinese, Oxford Univer-
sity Press, Oxford 2000.
Carattere Romanizza- Carta/e Hakka Cantonese Fukienese Significato
74

zione

脚 <chio> 44v−150v [kiok7] [kœːk³] [kʰa8] ‘piede’


passim

活 <fa> 93r, 155r [fat8] [uːt6] [huat⁷] ‘vivere’

環 <fan> 129r [fan2], [van2] [waːn4] [hɪŋ²] ‘anello’


etc.
换 <fan> 121r [fan5], [van5] [uːn6] [huan⁶] ‘scambiare, cam-
etc. biare’
糊 <fu> 130v [fu2] [uː4] [hɔ²] ‘pasta, salsa densa’

戶 <fu> 103v [fu3], [fu1] etc. [uː6] [hɔ⁶] ‘porta; conto’

婚 <fun> 118r [fun1] [fɐn1] [huŋ¹] ‘matrimonio’

痕 <fun> 116r [fun2], [hen2] [hɐn4] [hun5] ‘impronta, traccia’


etc.
Tab. 3 Forme hakka presenti nel DPC

堆 <toi> 76v [toi1] [tɵɥ1] [tui¹] ‘cumulo, mucchio’

短 <ton> 32v, 53v, 63v, [ton3] [tyːn2] [tuan³] ‘corto’


83r, 89v

緞 <ton> 72r [tʰon6] [tyːn6] [tuan⁶] ‘raso’ (n.)


raoul zamponi
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 75

Vi sono poi forme che richiamano specificamente una varietà


di hakka (non ancora identificata; tab. 3).
Anche questi elementi, per lo più, si alternano nel dizionario
con il loro equivalente mandarino (tab. 4).

Tab. 4 Forme mandarine equivalenti a quelle hakka della tab. 3

Carattere Romanizza- Carta/e Mandarino Significato


zione

脚 <chieu> 151v [tɕau3]a ‘piede’

活 — — [xʷoː2] ‘vivere’

環 <guã> 45r [xʷæn2] ‘anello’

换 — — [xʷæn4] ‘scambiare,
cambiare’

糊 — — [xʷuː4] ‘pasta, salsa


densa’

戶 <cu> 76v [xʷuː4] ‘porta; conto’

婚 <cuõ> 58r [xʷən1] ‘matrimonio’

痕 — — [xən2] ‘impronta,
traccia’

堆 <tui> 42v, 120v, [tʰʷəi1] ‘cumulo, muc-


126v, 140r chio’

短 <tuon, tuõ> 105v, 133r [tʰʷæn3] ‘corto’

緞 — — [tʷæn4] ‘raso’ (n.)

a Cinese 'phags-pa (XIII sec.) [kɛu] (W. S. Coblin, A handbook of 'Phags-pa

Chinese, University of Hawai’i Press, Honolulu 2007, p. 154).


Carattere Romaniz- Carta/e Cantonese Hakka Fukienese Significato
76

a
zazione>

柑 <con, cõ> 111r, 113r [kɐm1] [kam1] [kam¹] ‘mandarino’a

Citrus reticulata.
敢 <con> 90r [kɐm2] [kam3] [kam³] ‘osare’

服 <fo> 81v, 93r, 97r, [fɔːk6] [fuk8] [hɔk⁸] ‘abito, vestito’

rispettivamente, per <siau> e <tien>.


109r, 114r,
143r, 154r

小 <siu> 57v [siu2] [siau3] [siau³] ‘piccolo’

得 <ta> 33v, 78v, [tɐk1] [tet7] [tɪk⁷] ‘ottenere, riusci-


107v re; complemento
potenziale’
Tab. 5 Forme cantonesi presenti nel DPC

凳 <tã> 94r [tɐŋ3] [ten5] [tɪŋ⁵] ‘sgabello, pan-


chetta’

天 <tin>c 127v [tʰin1] [tʰien1] [tʰian¹] ‘cielo’

NB: Non si esclude che <siu> e <tin> possano rappresentare errori aplografici,
raoul zamponi
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 77

Vi sono inoltre alcune forme assegnabili al cantonese (tab. 5),


anche queste, in genere, assieme al loro equivalente mandarino
(tab. 6).

Tab. 6 Forme mandarine equivalenti a quelle cantonesi della tab. 5

Carattere Romanizza- Carta/e Mandarino Significato


zione
柑 — — [kæn1] ‘mandarino’

敢 <cã> 119r [kæn3] ‘osare’

服 — — [fʷuː2] ‘abito, vestito’

小 <sciau, siau> 35v–155r [ɕau3] ‘piccolo’


passim
得 <te, ti> 34r–155r [tɤː2] ‘ottenere, riu-
scire’
[tɤː] ‘complemento
potenziale’
凳 — — [təŋ4] ‘sgabello, pan-
chetta’
天 <tien> 40v–154r [tʰʲæn1] ‘cielo’

Si possono infine cogliere alcune forme fukienesi riconducibi-


li al dialetto di Xiàmén (tab. 7).
Non inaspettatamente anche una parte di queste ulteriori
forme non mandarine co-occorre nel DPC con il corrispettivo
termine mandarino (tab. 8).
Carattere Romanizza- Carta/e Fukienese Hakka Cantonese Significato
78

zione

法 <cua> 150r [huat⁷] [fap⁷] [faːt3] ‘legge, modo, me-


todo’

費 <cuei, quei> 77v, 131v [hui⁵] [fui5], [pui5] [fɐi3] ‘sprecare, spende-
[fi5] [pi5] re; spesa’

服 <cuo> 154r [hɔk⁸] [fuk⁸] [fɔːk6] ‘abito, vestito’

蝠 <ho> 120v [hɔk1] [fuk7], [pʰit⁸] [fɔːk1] ‘pipistrello’

伏 <ho> 139r, 144r [hɔk⁸] [fuk⁸], [puk⁸] [fɔːk6] ‘prostrarsi; na-


scondersi’

粘 <liẽ> 128r [liam2] [ŋiam2], [niːm4] ‘appiccicoso, ade-


[niam2] sivo’

輦 <lien> 131r [lian³] [lien3], [len3] [liːn5] ‘carro tirato a


mano’
Tab. 7 Forme fukienesi presenti nel DPC

紐 <liu> 130v [liu³], [niu³] [ŋiu3], [neu3], [nɐu2] ‘bottone, pomello,


[niu3] manico’

瑙 <lo> 141r [lo3] [nau3], [no3], [nou5] ‘agata, corniola’


[lau3]
raoul zamponi
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 79

Tab. 8 Forme mandarine equivalenti a quelle fukienesi della tab. 7

Carattere Romaniz- Carta/e Mandarino Significato


zazione
法 <fa> 44v–151v [faː3] ‘legge, modo,
passim metodo’
費 <fi> 87r, 93r [fəi4] ‘sprecare,
spendere;
spesa’
服 — — [fʷuː2] ‘abito, vestito’

蝠 — — [fʷuː2] ‘pipistrello’

伏 <fu> 65r, 139v [fʷuː2] ‘prostrarsi;


nascondersi’
粘 — — [nʲæn2] ‘appiccicoso,
adesivo’
輦 — — [nʲæn3] ‘carro tirato a
mano’
紐 <niu> 53r, 115r [nʲəu3] ‘bottone,
pomello, ma-
nico’
瑙 <nau> 56v [nau3] ‘agata, cor-
niola’

Si dovrà, a questo punto, far caso all’adattamento di talu-


ne forme “meridionali” alle regole fonologiche mandarine che
comporta, ad es., la soppressione di [t] e [k] finali (vd. ça, tab. 1;
fa, tab. 3; fo e ta, tab. 5; cua, cuo e ho, tab. 7) e la velarizzazione
di [h] (vd., nella tab. 7, cua per [xwa(ː)], cuei per [xwəi] e cuo per
[xwo(ː)]18).
Quanto alla distribuzione, all’interno del DPC, delle forme
sinitiche meridionali trascritte da Ruggieri è invece opportuno
tener presente la loro uniforme occorrenza nell’opera. Le forme
hakka della tab. 3 possono essere osservate dalla prima carta del
manoscritto (32v) alla penultima (155r) mentre quelle cantonesi
dalla seconda (33v) alla terzultima (154r). È pur vero che i non
molti elementi fukienesi compaiono soltanto nella seconda parte
del dizionario (77v–154r), ma non su specifiche carte. Vi sono
18 Dal momento che il mandarino (anche quello del DPC) esclude la sillaba [xoː]

la labializzazione di [x] dà luogo ad una sequenza ammessa.


80 raoul zamponi

inoltre, in alcune carte dell’opera, sovrapposizioni di forme hak-


ka, cantonesi e fukienesi e, in particolare, sulla c. 89v, dove ton
短 hakka (tab. 3) co-occorre con coy 盖 cantonese (tab. 5), sulla
c. 130v, dove vi è fa 化 cantonese o hakka (tab. 1) assieme a fu
糊 sicuramente hakka (tab. 3) ed a liu 紐 fukienese (tab. 7), e
sulla c. 154r dove, proprio al di sotto di fo 服 cantonese (tab. 5)
possiamo notare cuo 服 fukienese (tab. 7; vd. oltre).
Dobbiamo allora respingere l’ipotesi secondo la quale diver-
si collaboratori hàn si sono avvicendati nella traduzione (fon-
damentalmente) mandarina delle entrate portoghesi del DPC.
Un’unica persona deve aver svolto questo compito: verosimil-
mente qualcuno di lingua madre hakka, stabilitosi da tempo a
Macao (città in cui il DPC fu, con ogni probabilità, concepito
ed elaborato, come vedremo) – tanto da aver acquisito la lingua
locale, il cantonese, che interferisce significativamente nella sua
produzione in mandarino – dopo aver vissuto, con molta pro-
babilità, a Xiàmén, altra importante città portuale della Cina
sud-orientale, come rivela l’involontario uso che egli fa di alcune
forme fukienesi assegnabili proprio al dialetto xiamenese.
Ci si può chiedere ora se questo traduttore hakka del DPC
sia anche l’amanuense principale del “lato cinese” dell’opera.
Escluderemo innanzitutto che, contemporaneamente al tra-
duttore hakka, possa essere intervenuto qualcuno addetto alla
sola trascrizione in caratteri cinesi dei traducenti del diziona-
rio: costui avrebbe certamente notato e segnalato le aberranti
pronunce meridionali che Ruggieri puntualmente registra. Ma
dobbiamo anche escludere che l’eventuale amanuense possa aver
lavorato disgiuntamente dal cinese hakka: il DPC presenta infat-
ti, qua e là, trascrizioni in caratteri latini di traducenti che non
furono mai notati in sinografia, nonché traducenti in caratteri
cinesi rimasti senza notazione alfabetica latina19.
Allo stato attuale delle conoscenze dell’entourage cinese di
Ricci e Ruggieri a Macao nulla può essere detto circa l’identi-
tà del cinese hakka che ritieniamo abbia fornito i traducenti in
sinografia dei lemmi del DPC ed indicato al gesuita pugliese la
19 Il simbolo <+>, che compare in varie carte della prima parte del DPC, sembra

proprio voler segnalare che il traducente in caratteri cinesi non è stato trascritto in
caratteri latini.
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 81

loro pronuncia. Individuato il suo fondamentale contributo alla


compilazione del DPC gli andrà, in ogni caso, riconosciuta un’au-
torialità dell’opera equamente condivisa con Ricci e Ruggieri.

3. Datazione e localizzazione

È quasi certo che il DPC fu portato a Roma nel 1588 da


Ruggieri assieme ad altri documenti redatti in Cina20 e, dal mo-
mento che Ricci giunse a Macao il 7 agosto 158221, l’opera si
colloca tra un inequivocabile terminus a quo (il 1582 appunto)
ed un altamente probabile terminus post quem (il 1588). Yáng22
ritiene in particolare che il DPC sia stato compilato tra il 1583
ed il 1588 a Zhàoqìng, città non molto distante da Macao nella
quale Ricci e Ruggieri, il 10 settembre del 1583, stabilirono la
loro residenza. Alquanto incautamente, come fa notare Barre-
to23, Yáng basa la propria datazione sui riferimenti temporali
forniti da alcuni dei documenti rilegati, a Roma, assieme all’o-
pera. Barreto24, dal canto suo, propone (e ripropone) l’ipote-
si secondo cui il DPC sarebbe stato elaborato a Macao ed a
Zhàoqìng a partire da raccolte lessicali realizzate a Macao, fin
dal 1580, da «gruppi di portoghesi che rappresentavano i po-
20 Ruggieri fu inviato a Roma da Alessandro Valignano, superiore delle missioni

gesuitiche delle Indie Orientali, soprattutto per organizzare un’ambasceria papale


presso l’imperatore cinese Zhū Yìjūn (Wànlì) al fine di ottenere la libertà di predica-
zione. Non fece più ritorno in Cina, sia perché il progetto fu abbandonato, sia perché
oramai troppo vecchio per affrontare il lungo e pericoloso viaggio. Evidentemente
Ruggieri portò con sé a Roma il DPC con l’intenzione di rendere accessibile all’Euro-
pa una testimonianza fondamentale della cultura cinese: quella relativa alla lingua ed
alla sua “strana” scrittura. Vedi F. A. Gisondi, Michele Ruggeri: missionario in Cina
e primo sinologo europeo, Jaca Book, Milano 1999, p. 127, n. 17.
21 Ruggieri era in città già dal luglio del 1579.
22 P. F.-M. Yáng, Dicionário português-chinês de Michele Ruggieri e Matteo Ric-

ci: introdução histórico-linguística, cit., p. 42.


23 L. F. Barreto, Review essay: John W. Witek, SJ (ed.), Dicionário português-chinês

(attributed in this edition to) Michele Ruggiero [sic] and Matteo Ricci, cit., p. 118.
24 L. F. Barreto, A fronteira cultural, cit.; Id., Review essay: John W. Witek, SJ

(ed.), Dicionário português-chinês (attributed in this edition to) Michele Ruggiero [sic]
and Matteo Ricci, cit.; Id., Macao: an intercultural frontier in the Ming period, in L.
Saraiva (a cura di), History of mathematical sciences in Portugal and East Asia II:
Scientific practices and the Portuguese expansion in Asia (1498-1579), World Scien-
tific Publishing Co., Singapore 2004, pp. 1-22.
82 raoul zamponi

teri commerciale, politico e religioso»25. È sin troppo evidente


che Barreto, ignorando o trascurando l’identificazione, da par-
te di Dieter Messner, di una fonte ben precisa da cui i lemmi
del DPC furono attinti, vale a dire un dizionario di latino di
Jerónimo Cardoso (cfr. § 5), basi le sue affermazioni sull’erro-
nea convinzione che l’opera sia stata compilata ex novo in terra
cinese e dia particolare risalto a tecnoletti (nautico, mercantile
e militare) propri della popolazione portoghese di Macao, non
tralasciando di registrare parole “di strada” che Ruggieri e Ric-
ci, con una conoscenza tutto sommato piuttosto limitata del
portoghese, non potevano senz’altro conoscere.
Vi sono però altri elementi che, a parere di chi scrive, spin-
gono a considerare Macao, più che Zhàoqìng, il luogo in cui il
DPC fu ideato ed elaborato.
Sappiamo innanzitutto, attraverso una sua lettera, che Ricci
si dedicò allo studio del cinese non appena giunto nell’allora co-
lonia portoghese.

Arrivassimo a questo porto in agosto e stessimo poco più d’un mese in


mare… Subito mi detti alla lingua cina26.

E l’elaborazione di un dizionario di questa lingua, strumento


essenziale a supporto del percorso di apprendimento intrapreso,
ben si inquadra in quest’attività.
Va poi tenuto presente che, rilegate assieme al manoscritto
del DPC, vi sono alcune carte integrative (vd. tab. 9) che non pos-
sono essere attribuite né alla mano di Ricci o di Ruggieri né a
quella dell’anonimo coautore hakka del dizionario. Contengono
brevi liste di parole portoghesi non incluse nel DPC con accanto,
tranne la c. 157, il traducente cinese notato soltanto in caratteri
cinesi, secondo un verso di scrittura verticale dall’alto al basso, in
righe disposte orizzontalmente. Come osserva Yáng27, alcune del-
le parole portoghesi di queste liste denotano prodotti, titoli e luo-
ghi cinesi (ad es. Am sam ‘Xiāngshān’, cantaõ ‘Canton’, cha ‘tè’,
25 L. F. Barreto, A fronteira cultural, cit., p. 52.
26 Lettera inviata da Macao al p. Martino de Fornari, S.J, il 13 febbraio 1583,
in L, p. 45.
27 P. F.-M. Yáng, Dicionário português-chinês de Michele Ruggieri e Matteo Ric-

ci: introdução histórico-linguística, cit., p. 41.


per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 83

licjia28 ‘litchi, lici’, misso ‘condimento a base di soia fermentata’,


mandarim darmada29 ‘mandarino d’armata’, mandarim de Letras
‘mandarino di lettere’, Maquao ‘Macao’); un paio (eclipse daluã30
ed eclipse do sol) richiamano invece il sapere astronomico dei mis-
sionari gesuiti. È piuttosto improbabile che queste integrazioni al
DPC siano state realizzate a Zhàoqìng da un missionario di pas-
saggio, con un traduttore del posto, senza la collaborazione di
Ricci e Ruggieri. Si può semmai ipotizzare che i due padri abbiano
lasciato il DPC a Macao, allorché si trasferirono a Zhàoqìng, nel
settembre del 1583, ad uso dei confratelli occidentali del collegio
gesuitico (che, di fatto, finirono per ampliarlo un po’).
Parallelamente anche la seguente constatazione dovrebbe
spingere a non datare oltre l’anno 1583 il DPC. Attraverso, anco-
ra una volta, la corrispondenza di Ricci sappiamo che, nell’autun-
no nel 1584, il gesuita maceratese ed il confratello pugliese aveva-
no acquisito un alto grado di competenza comunicativa in cinese.

è già da un anno che iniziammo una casa e una cappella, che presto
finiremo; in questo lasso di tempo ci siamo poco adoperati insegnare la
dottrina a questa gente, perché tutto il nostro tempo se ne andava in lavo-
ro e nell’apprendere le lettere cinesi, nelle quali, per grazia di Dio, siamo
talmente a buon punto che potremmo predicare e confessare, qualora
se ne presentasse l’occasione… Abbiamo scritto pure nella loro lingua il
Pater noster e l’Ave Maria e i comandamenti31

Nella lingua siamo molto avanti e già mi par che posso e confessare
e predicare32

Sappiamo inoltre che, l’anno successivo, Ricci aveva raggiun-


to anche un buon grado di competenza ricettiva di testi scritti.

28 lichia.
29 da armada.
30 da lua.
31 «… a ya un año que començamos una casa y capilla que acavaremos presto y

en este inter emos entendido poco en [en]señar esta gente, por la ocupación de la la-
bor y de aprender las letras en lengua china; en lo qual, por la gracia de Dios estamos
tan adelante que ya podríamos predicar y confesar quando ubiese oportunidad...
Tenemos impreso en su letra el Pater noster y el ave Maria, los mandamientos...».
Lettera inviata da Zhàoqìng a Giambattista Román il 13 settembre 1584, in L, p. 86.
32 Lettera inviata da Canton al p. Claudio Acquaviva, S.J, il 30 novembre 1584,

in L, p. 93.
84 raoul zamponi

Come huomo, che qua mi pare che ho da finire quei puochi giorni che
Iddio mi concederà di vita, mi vo accomodando et affetionando alla terra
quanto posso, et ogni giorno vo potendo più, perché già parlo correntemen-
te la lingua e comenzai a predicare ai christiani nella nostra chiesa, e di qui
avanti habbiamo d’aprire la porta anco ad alcuni gentili che lo desiderano.
Il simil feci nel leggere e scrivere le loro lettere, che pur sono alcune miglia-
ia; ché vo intendendo molti libri solo, et tutti con qualsivolgia agiuto33.

Per contro il DPC rivela, da parte di Ricci e Ruggieri, uno


scarso controllo delle traduzioni fornite dal coautore hakka, in-
dice di una conoscenza ancora elementare della lingua mandari-
na. Sembra sfuggire all’attenzione dei due gesuiti che i traducenti
prodotti dal cinese sono talvolta inadeguati (vd. § 5) oltre al fatto
che la lettura dei caratteri che egli effettua richiama non di rado,
come abbiamo visto, forme lessicali delle diverse varietà sinitiche
meridionali presenti nel suo repertorio ed è causa di incongruen-
ze, anche patenti, come quella, già segnalata, che possiamo co-
gliere sulla c. 154r, dove al carattere 服 (delle glosse di Vestidura
‘abbigliamento’ e Vestido de doo ‘vestito da lutto’) corrisponde la
forma cantonese fo e, nella riga successiva, cuo fukienese.

Vestidura y fo. ye tau 衣服–透套領

Vestido de doo schiau cuo 孝服 衫 喪衣 喪服

Realizzato con ogni probabilità a Macao, il dizionario po-


trebbe essere stato concepito non molto tempo dopo quel 7
agosto del 1582 in cui giunse, in tale località, Ricci e portato
a termine, nella forma (incompleta) che conosciamo (vd. qui di
seguito il § 4), qualche mese prima che il gesuita marchigiano
ed il confratello Michele Ruggieri si trasferissero a Zhàoqìng34.
33 Lettera inviata da Zhàoqìng al p. Ludovico Manselli, S.J., il 10 novembre

1585; L, p. 109.
34 A supporto della datazione e localizazione del manoscritto qui proposte è op-

portuno far presente che non è assolutamente certo che Ricci e Ruggieri disponessero
a Zhàoqìng di una copia di quel dizionario latino di Cardoso a cui è fatto cenno e che,
come vedremo (§ 5), fu fondamentale per la compilazione del “lato europeo” dell’o-
pera. Per quanto ne sappiamo, attraverso una lettera inviata da Ricci nel novembre
1585 a padre Giulio Fuligatti, gli unici libri occidentali (non religiosi) che i due gesuiti
avevano a disposizione nella residenza di Zhàoqìng erano due opere di cosmografia
matematica: In Sphaeram Ioannis de Sacro Bosco commentarius di Cristoforo Clavio
(Roma 1570) e De la sfera del mondo di Alessandro Piccolomini (Venezia 1540).
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 85

Lascia supporre ciò un implicito riferimento cronologico conte-


nuto nell’opera messo in luce da Yáng35 (1989:207) che rivela
il giorno ed il mese in cui l’ultima carta (156r) fu compilata. Si
tratta di una formula latina, a chiusura del manoscritto (scritta
dunque da Ruggieri) che, riferendosi a Gervasio e Protasio, ri-
chiama il giorno della commemorazione liturgica dei due Santi,
ossia il 19 giugno.

Laus Deo Virgniq̃ mr̃i36. / Diuis gervasio et protasio〈.〉 Amẽ. Iesus

Ed il 19 giugno a cui fa riferimento questo explicit, in base


alle nostre osservazioni, è molto probabilmente quello dell’anno
158337.

4. Il manoscritto

Il DPC, come si è detto, è compreso fra le carte 32-156 del


volume manoscritto rilegato che consta, complessivamente, di
190 fogli (in termini moderni, 380 pagine) in carta cinese di cm.
23 × 16,538. Già al momento del suo ritrovamento nell’Archi-
vio romano della Compagnia di Gesù era contrassegnato da una
segnatura: Jap[onica].-Sin[ica]. I, 198. Si ritiene che anche le va-
rie carte che precedono e seguono il DPC siano state portate a

«Feci un orologio nel frontespicio della casa et adesso ando con un globo celeste;
non so come mi riuscirà perché non ho libri; se non la opera del p. Clavio et il Pic-
colomini» (L, p. 116).
35 P. F.-M. Yáng, The Portuguese-Chinese Dictionary of Matteo Ricci: a histo-

rical and linguistic introduction, in Proceedings of the Second International Confe-


rence on Sinology, Section on Linguistics and Paleography, vol. 1, Academia Sinica,
Taipei, p. 207.
36 Virginique matri.
37 Tenendo conto che Ruggieri trascorse il periodo che va dal 18 dicembre 1582

alla fine di marzo o ai primi di aprile dell’anno successivo fuori Macao (a Zhàoqìng
per l’esattezza), il DPC sarebbe stato compilato durante le 19 settimane comprese tra
il 7 agosto ed il 18 dicembre del 1582 e le circa 11 settimane che intercorrono tra la
fine di marzo o i primi di aprile ed il 19 giugno del 1583. L’opera sarebbe insomma,
presumibilmente, il frutto di circa sette mesi di paziente lavoro.
38 I fogli (viz. le carte) appaiono oggi numerati progressivamente da 1 a 189 e

comprendono un foglio 40a (vd. nota 42). Alcuni di essi furono lasciati in bianco:
67, 68, 69, 70, 86. Altri tre furono scritti da un lato solo: 66v, 71r, 85v.
86 raoul zamponi

Roma da Ruggieri nel 1588 e che siano state in seguito rilegate


assieme al dizionario, secondo un ordine sostanzialmente arbi-
trario, da un addetto all’archivio. Il contenuto del volume è som-
mariamente indicato nella tab. 9. Per una dettagliata descrizione
dello stesso (viz. dei testi accorpati al DPC) si rimanda al saggio
di Yáng più volte citato39.

Tab. 9 Contenuto dello Jap.-Sin. I, 198 dell’Archivio romano della


Compagnia di Gesù

Carta/e Tipo di documento Autore/i

3r–7r Brossura dal titolo Pin ciù ven tà si gni (verosi- Ruggieri.
milmente 賓主問答辭意 ‘il significato di ciò che
viene detto (lett. del parlare) nelle domande e ri-
sposte tra un invitato ed un anfitrione’) in cinese
romanizzato. Riporta il dialogo immaginario tra
uno studioso cinese ed un missionario sulla fami-
glia e su aspetti della vita quotidiana.

12r–16v Breve esposizione dei principi della fede cattoli- ?


ca. In cinese non romanizzato, scritta da mano
cinese, risale al 1586.
17r–23v Descrizione dei globi celeste e terrestre. ?

24r–26v Elenco di caratteri cinesi corrispondenti a sillabe Probabilmente


con una parte (iniziale o finale) comune. uno degli inse-
gnanti di cinese
di Ricci.

27r–31v Liste di parole: termini antonimi (con equiva- Ruggieri e Ricci.


lente latino) occasionalmente romanizzati, nomi
delle quattro direzioni, delle quattro stagioni, dei
cinque elementi, dei ‘tronchi celesti’ (tiāngān 天
干) e dei ‘rami terrestri’ (dìzhī 地支) etc.; termini
medici; nomi delle 15 province dell’impero Míng
etc.
32r– Dizionario portoghese-cinese. Ruggieri, Ricci
156r ed anonimo ci-
nese.

39 P. F.-M. Yáng, Dicionário português-chinês de Michele Ruggieri e Matteo Ric-

ci: introdução histórico-linguística, cit., pp. 40-42.


per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 87

157r Lista di 21 parole portoghesi inizianti per <p>, ?


disposte in ordine alfabetico, senza traduzio-
ne cinese: la prima è parir ‘partorire’ e l’ultima
parte ‘parte’. È sicuramente un’integrazione alla
carta 127r del DPC segnalata sulla carta stes-
sa attraverso il simbolo <|——> posto tra Parar
cauallo [sic] e Particolar e la sottostante indica-
zione ‘lees F.’ ‘leggi f[oglio]’.
158r– Brevi liste di parole portoghesi, tradotte in cine- ?
158v, se (non romanizzato), vergate dalla stessa mano
160r– della c. 157r e, con ogni probabilità, ulteriori
169v, aggiunte al DPC.
172r–
185v
170r– Descrizione di un orologio solare. Sulla c. 170r ?
171v vi è anche la lista dei nomi, latinizzati, delle 15
province cinesi con l’indicazione della loro lati-
tudine.
173r Diagramma di un orologio solare. ?
186r– Verdetto di condanna nei confronti di Cài Yīlóng ?
188v 蔡一龍 (Martin), neofito che nel 1587 accusò
falsamente Ruggieri di adulterio.

189r– Brevi liste di parole: una dal titolo 人門 (‘classe Le due preghiere
189v umana’) ed un’altra dal titolo 地門 (‘classe terre- furono scritte da
stre’). Sulla carta 189v vi sono due preghiere in Ruggieri.
latino ed annotazioni varie.

5. Struttura e contenuto

Il DPC è un lemmario di quasi 6.500 voci ordinate, in base


all’intestazione portoghese, in (un non rigoroso) ordine alfabe-
tico, da Aba de vestidura (‘falda, lembo del vestito’) a Zunir a
orelha (‘ronzare l’orecchio’). È organizzato in tre colonne: una
sulla sinistra di ogni carta con i lemmi scritti da Ricci o Ruggieri,
una sulla destra con l’equivalente cinese, in caratteri cinesi, della
maggior parte dei lemmi ed una centrale, realizzata da Ruggieri,
che riporta la trascrizione in caratteri latini della maggior parte
dei caratteri cinesi. Le voci qui assunte come esempio (tratte dal-
la c. 140r) vengono dunque trattate così40:
40 Revolver equivale a ‘rovistare, frugare’, Reuer a ‘rivedere’, Reuelar a ‘rivelare’

e Revirar a ‘rivoltare’.
88 raoul zamponi

Reuoluer seu 搜
Reuer zui cã 再看
Reuelar chiã min 讲明
Reuirar fan zuon 翻转

Dal recto della c. 32 al recto della c. 34 vi è anche una sor-


ta di quarta colonna, a destra di quella dei traducenti cinesi in
sinografia, che riporta la traduzione italiana dei lemmi in porto-
ghese. La si deve a Ruggieri41 come indica, oltre alla calligrafia,
il colorito pugliese dell’italiano (abrusciarse, callo ‘caldo’, cocoz-
za, massaro, morsicare, pressa ‘fretta’).
I lemmi del DPC sono esattamente 6.47442. Consistono
prevalentemente in una singola parola e, talora, in una lessia
“composta” (una parola composta o in via di integrazione,
come Catorze mil ‘quattordicimila’, c. 58r, e Tea daranha43 ‘ra-
gnatela’, c. 148r) o “complessa” (una sequenza fissa di parole,
come A redea solta ‘a briglia sciolta’, c. 45v, e De cabo a rabo
‘da cima a fondo’, c. 73v) oppure in un raggruppamento di pa-
role nel quale non è ravvisabile un significato monosemico ed
unitario (come Carne de cabra ‘carne di capra’, c. 57v, e Quatro
noites ‘quattro notti’, c. 135v). Trentanove lemmi sono inoltre
semplici rimandi ad altri lemmi del tipo: Desgraça vide desastre
(‘disgrazia vedi disastro’, c. 80r), Maridar vide casar (‘maritare
vedi sposare’, c. 117v).
Solo in un paio di casi segue al lemma l’indicazione della ca-
tegoria grammaticale: De mais.aduerbiũ (‘troppo’ – ‘avverbio’, c.
75v) e Iantar, verbo (‘cenare’ – ‘verbo’, c. 108r), data l’omografia
(e l’omofonia) con Iantar ‘cena’ della riga successiva44.
Gli omografi, come ad es. vela ‘vela’ e vela ‘sentinella, vigi-
lante’ (c. 153v), sono trattati come lemmi distinti e, di norma,
caratterizzati e differenziati per mezzo di un sinonimo o del ter-
mine latino equivalente
41 P. M. D’Elia, Fonti ricciane: documenti originali concernenti Matteo Ricci e
la storia delle prime relazioni tra l’Europa e la Cina (1579-1615), cit., p. 32, n.1.
42 Compresi i due, scritti da mano ignota, del frammento incollato (da un addet-

to all’Archivio della Compagnia di Gesù) sul recto della carta 40a.


43 de aranha.
44 A Iantar ‘cena’ è, in ogni caso, posposto l’articolo indeterminativo hum come

discriminatore di significato.
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 89

Vela ciuõ põ 船篷
Vela vigia scieu ti 守的

E vengono così trattate, di regola, anche le voci polisemiche,


come ad es. obrigado ‘obbligato; grato, riconoscente’ (c. 123v).

obrigado schiu liau 許了


obrigado deuinctus coi cio 該着

L’ingresso di voci omografe è comunque preventivamente li-


mitato facendo ricorso a lemmi multilessicali là dove vi sareb-
bero casi di grafie coincidenti, come ad es. con toccar ‘toccare’
e toccar ‘suonare’ (c. 149v) o tronquo ‘ceppo, stirpe’, tronquo
‘tronco (d’albero)’ e tronquo ‘carcere, prigione’ (c. 152r)45.

Toccar mu. 摸
Toccar as trõbetas zui hau teu 吹號令

Tronquo cau zu 高祖
Tronquo d’aruore* mu teu 木頭
Tronquo chiã 監

* Tronco de aruore.

5.510 delle 6.474 voci del DPC presentano una glossa. 964
voci, concentrate nella prima parte dell’opera, pur non essendo
rinvii ad altra voce, appaiono non tradotte. In termini generali
sono sprovvisti di glossa quei lemmi che consistono in:
– parole per le quali non esistono in cinese traducenti mono-
lessematici (e che richiederebbero quindi perifrasi o spiegazioni)
soprattutto per il fatto di denotare referenti estranei all’univer-
so culturale cinese dell’epoca; ad es. Bamquero46 ‘banchiere’ (c.
50v), Biscoito47 ‘biscotto’ (c. 52r), Bonança ‘bonaccia’ (c. 52v),
Bramido ‘bramito’ (c. 53v), cama ‘letto’ (c. 56r), colchaõ48 ‘ma-
terasso’ (c. 59r) e vmildade ‘umiltà’ (c. 155v);
45 toccar e tronquo stanno, ovviamente, per tocar e tronco.
46 Banqueiro.
47 Biscouto.
48 colchão.
90 raoul zamponi

– parole che derivano da un’altra parola registrata sullo stes-


so lato della medesima carta e che non hanno sviluppato un si-
gnificato distante da questa; ad es. cabrito ‘capretto’ < cabra ‘ca-
pra’ (c. 55r), casinha ‘casetta’ < casa ‘casa’ (c. 58r), conheçimẽto
‘conoscenza’ < conheçer ‘conoscere’ (c. 60v) ed avverbi modali
in -mente quali Brandamente ‘blandamente’ < Brando ‘blando’
(c. 53v) e Brevemente ‘brevemente’ < Breue [cousa] ‘(cosa) bre-
ve’ (c. 53v).
Ma, rimasti senza glossa, sono anche, ad es., i lemmi Avoar
‘volare’ (48v), batalha ‘battaglia’ (51r) e quebrado ‘rotto, spez-
zato’ (c. 135v).
Tra le voci che introducono un significato sconosciuto non tra-
dotte vi è un buon numero di termini legati al Cristianesimo la cui
resa in cinese avrebbe richiesto il ponderato conio di neologismi;
ad es. amjo49 ‘angelo’ (c. 42v), baptismo ‘battesimo’ (c. 51r), bispo
‘vescovo’ (c. 52r), clerigo ‘chierico’ (c. 63v), cruxuficio ‘crocifisso’ (c.
64r), cristaõ50 ‘cristiano’ (c. 64r) e lo stesso termine Cristandade51
‘Cristianesimo’ (c. 64r) e Trindade ‘trinità’ (c. 151v).
Le traduzioni dei lemmi, anche in considerazione della loro
eterogenea natura, variano in complessità ed ampiezza. Ad un
lemma può seguire una glossa che riporta uno o più traducenti
(spesso separati da un trattino) ed un traducente può consistere
in singola parola (vd. Lua ‘luna’ → iuo月, c. 113v), in un sintag-
ma (vd. Outeiro ‘collina’ → siau san – yai san 小山 矮山, lett.
‘piccolo monte’ – ‘monte basso’, c. 125v), in una frase semplice
(Ornear.asno ‘ragliare’ – ‘asino’ → lo chiau 驢叫, lett. ‘l’asino
grida, raglia’, c. 125r) ed anche in un segmento testuale costruito
mediante la tecnica della perifrasi (Fantasma ‘fantasma’ → yau
quai schien schin 妖怪現形 妖精, lett. (all’incirca) ‘la creatura
fantastica (in grado di trasformarsi in un animale, una pianta
etc.) si rende visibile’ – ‘folletto, demone, animale divenuto uno
spirito’, c. 100r; Praguexar52 ‘imprecare’ → chiã ta po hau – cuie
pã 講他不好 – 譭謗, lett. ‘parlare di lui non bene’ – ‘calunniare’,

49 anjo.
50 Christão.
51 Christandade.
52 Praguejar.
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 91

c. 133r; Solta de cauallo53 ‘pastoia del cavallo’ → pã ta ma chio


綁他馬脚, lett. ‘legare i piedi del suo cavallo’, c. 145v).
Il significato dei traducenti è più o meno aderente a quello dei
lemmi. L’aderenza è massima quando ad essere tradotte sono voci
del lessico di base o che comunque denotato uno specifico referen-
te concreto (caualo ‘cavallo’ → ma 馬, c. 58v; Enxofre ‘zolfo’ →
leu quã 硫磺, c. 93v); solitamente parziale o scarsa negli altri casi.
Possono allora darsi traducenti con un’estensione semantica più
ampia del lemma portoghese (vd., nella tab. 10, caramelo e Iu-
stiçar cõ catana) o, al contrario, più ridotta (vd., nella stessa tab.,
Espingarda, Merchãte, Passaro, Seda, Vnha de besta).

Tab. 10 Esempi di traducenti con estensione più o meno ampia dei


rispettivi lemmi

Carta Lemma Significato Traducente/i Significato del/i


del lemma traducente/i
57r caramelo ‘ghiaccio’ scioi 水 ‘acqua’
97r Espingarda ‘fucile’ niau ciũ 鳥銃 ‘fucile per gli uc-
celli’
109r Iustiçar cõ ‘giustiziare 1. zan 斬 1. ‘tagliare, recidere’
catana con una catana’ 2. 砍 2. ‘troncare, ta-
gliare’
118v Merchãte ‘mercante’ fan gnieu ti ‘mercante di bovini’
販牛的
127r Passaro ‘uccello’ 1. niau co 1. ‘(uccello) passero’
鳥雀 2. ‘uccelli’
2. 禽
143r Seda ‘seta’ gu ssi 胡絲 ‘seta straniera’

155v Vnha ‘unghia di ani- ma ti 馬蹄 ‘zoccolo di cavallo’


de besta male’

Possono, soprattutto, darsi traducenti che esprimono una no-


zione contigua a quella indicata dal lemma (tab. 11).

53 caualo.
92 raoul zamponi

Tab. 11 Esempi di traducenti che esprimono una nozione contigua a


quella del lemma

Carta Lemma Significato Traducente Significato del


del lemma traducente
34v Acutilarse ‘accoltellarsi’ siã scia 相殺 ‘uccidersi reci-
procamente’
59r cometa ‘cometa’ cuo sin 火星 ‘Marte; scintilla’
65v çisquo a ‘immondizia’ fen 糞b ‘escrementi’
94v Escauar ‘scavare’ tiau 彫 ‘incidere, inta-
gliare’
108v Iuiz ‘giudice’ cuon 官 ‘ufficiale, funzio-
nario’
114r Luz ‘luce’ quam liam 光亮 ‘luminoso,
splendente’
117v Matta ratosc ‘topicida’ mau cio lau sciu ‘il gatto cattura
猫捉老 i topi’

121v Musica ‘musica’ ciã co 唱歌 ‘cantare’


229v Perpetuo ‘perpetuo’ ciã ciã 常常 ‘frequentemente,
spesso, solita-
mente’
130r Persuadir ‘persuadere’ 1. chiau 教 1., 2. ‘insegnare’
2. 訓
132r Porselanad ‘porcellana’ guoã 碗 ‘tazza, ciotola,
scodella’
136r Queisoe ‘formaggio, yeu gioj 牛乳 ‘latte vaccino’
cacio’
143r Saude ‘salute’ pin ngon 平安 ‘tranquillo e
sicuro’
150v Tũba ‘tomba’ cuõ chia 棺架 ‘bara, feretro’

a cisco.
b Traduce anche Çuzidade (viz. Çugidade) ‘sporcizia’ (c. 65v).
c Mata ratos.
d Porçolana.
e Queijo.

Talora è chiaramente ad un fraintendimento, più che all’ani-


somorfismo esistente tra il portoghese ed il cinese, che va attri-
buita la divergenza semantica che possiamo riscontrare tra un
lemma e la sua traduzione (vd. tab. 12).
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 93

Tab. 12 Esempi di traducenti non congruenti

Carta Lemma Significato Traducente Significato del


del lemma traducente
52r Besta fera ‘bestia feroce’ to 鴕 ‘struzzo’

52r Bicha.serpens ‘biscia’− lũ 龍 ‘drago’


‘serpente’
63r coxo ‘zoppo’ chia chio 痂脚 ‘crosta sul
piede’
63v crauo ‘garofano’ tin schiã 丁香 ‘chiodo di ga-
rofano’
98r Estar deitado ‘stare disteso’ 1. zoi na li 1. ‘dormire là’
sciui 在那裡睡 2. ‘posto in cui
2. 何處睡 si dorme’
101v fechar a bocca* ‘chiudere la 1. pi muoen 1., 2. ‘chiude-
bocca’ 閉門 re la porta’
2. 関門
113v Lombrigas doẽça ‘vermi’ − sin tũ 心痛 ‘cardialgia’
‘malattia’
119v Milho pera co- ‘granturco per scio zi 菽子 ‘legumi’
mer mangiare’
137v Rastejar ‘fare lo sgam- chin cie 跟迹 ‘impronta del
betto’ tallone’

* boca.

Come si accennava nel § 3, quasi tutti i lemmi del DPC sono


stati desunti da una specifica fonte identificata da Messner54:
il Dictionarium Latino lusitanicum & vice versa Lusitanico
latinũ dell’umanista Jerónimo Cardoso (1508–1569) pubblica-
to a Coimbra nel 157055. È, in particolare, dalla seconda parte
dell’opera, il Dictionarium, ex Lusitano in Latinum sermonem
(d’ora in poi DLLS), l’indice portoghese-latino (di oltre 12.000
entrate) che essi furono attinti. Del DLLS il DPC rilette anche
l’ordine non rigorosamente alfabetico di certe sue parti (cfr., ad
es., la c. 106r, con i lemmi Guardar, Guarda de gẽte etc. collocati
54 D. Messner, O primero dicionário bilingue português que utilizza uma língua

estrangeira moderna, «Verba Hispanica», 5, 1995, pp. 57-65.


55 Dictionarium Latino lusitanicum & vice versa Lusitanico latinũ, cum adagio-

rum ferè omnium iuxta seriem alphabeticam perutili expositione: Ecclesiasticorum


etiam vacabulorum interpretatione. Item de monetis, ponderibus, & mensuris, ad
præsentem vsum accommodatis, Coimbra, João de Barreira (Ioan. Barrerius).
94 raoul zamponi

tra Gatear e Gaviaõ56, con la p. 50r del DLLS) e, talora, la distri-


buzione dei lemmi che iniziano con la stessa sillaba in “blocchi”
distinti. Sulla c. 63v del manoscritto, ad es., i lemmi CLARA
cousa, CLERigo e CRiar, parzialmente scritti in caratteri maiu-
scoli, corrispondono, nel DLLS (p. 28r), al primo lemma di tre
“blocchi” contrassegnati e separati dalle seguenti intestazioni: ¶
Cla., ¶ Cle. e ¶ Cri. (vd. le figg. 3 e 4).
Colpisce, dal confronto del DLLS con il DPC, l’altissimo nu-
mero di lemmi riportati nel manoscritto con errori ortografici (pari
a ca. il 36% del totale delle entrate), sia da Ricci che da Ruggieri,
ma più dal primo (che scrive erroneamente quasi la metà dei lemmi
della prima parte del dizionario) che dal secondo (che scrive erro-
neamente quasi il 30% dei lemmi della seconda parte dell’opera), e
sorprende che quest’aspetto sia stato del tutto trascurato da coloro
che hanno avuto modo di occuparsi dell’opera. Non possiamo che
attribuire quest’abbondanza di infrazioni della norma ortografica
portoghese ad una trascrizione dei lemmi attinti dal dizionario di
Cardoso effettuata dai due missionari senza avere sottomano il te-
sto, sotto dettatura in particolare, ipotizzando pertanto un lavoro
di redazione che ha visto operare i due gesuiti congiuntamente e
contemporaneamente per tutta la sua durata, ma sempre con di-
stinti ruoli: di amanuense e di dettatore appunto. Se fu dunque
Ricci a vergare i lemmi della prima parte dell’opera, fu con ogni
probabilità Ruggieri ad averli selezionati dal DLLS e dettati. E se
fu Ruggieri a scrivere i lemmi dalla c. 72 in poi possiamo supporre
che i due missionari, ad un certo punto, abbiano stabilito di pro-
cedere a ruoli invertiti. Oltreché da una non profonda conoscenza
del portoghese e delle sue norme ortografiche, gli errori ortografici
di cui il “lato europeo” del DPC soffre furono infatti probabil-
mente causati, o agevolati, dalla stessa dettatura delle voci con una
pronuncia marcatamente italiana, atto questo che giustificherebbe
un frequente tipo di errore ortografico riscontrabile che consiste
appunto nell’attribuire a parole portoghesi una forma grafica ita-
lianizzata (molto spesso per aggiunta di doppie)57.
56Gavião.
57Ricci: Aversario per Adversario (36r), Anpolla per Ampola (41v), Bisesto per
Bisexto (52r), caxa per caixa (55v), cambiar per cambar ‘cambiare’ (56r), chirugia
per cirugia (65v) etc.
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 95

Fig. 3 – C. 63v del Dizionario portoghese-cinese.


96 raoul zamponi

Fig. 4 – P. 28r del Dictionarium Latino lusitanicum & vice versa Lusitanico
latinũ di Jerónimo Cardoso, Coimbra 1570.
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 97

Il fatto che i lemmi portoghesi del DPC siano stati attinti, pres-
soché tutti, dal DLLS di Cardoso, come si è detto (§ 3), smonta
l’ipotesi di Barreto circa le origini del testo. Le voci “di strada”,
legate alla vita quotidiana, ed i più numerosi vocaboli propri di
settori speciali del lessico (marinaresco, commerciale e militare)
che egli coglie nel testo ed attribuisce alla collaborazione di mari-
nai e mercanti portoghesi di Macao sono, in realtà, segni di note-
vole salienza cognitiva e culturale nel contesto sociale portoghese
dell’epoca che neppure un dizionario di latino può far a meno di
registrare. Sono anche parole, possiamo pensare, divenute familiari
a Ricci e Ruggieri data la loro pluriennale esposizione alla lingua
portoghese (dal 1577 al 1583, a Coimbra, Goa, Macao ed anche
sulle navi che, da Lisbona, li hanno portati sino a Macao).
Dal DLLS sono stati quindi tratti anche quei lemmi che con-
sistono in parole legate al cristianesimo, come Criador, Demo-
nio, Diabo, Igresia, Inferno, Peccato58 ed i vocaboli non tradotti
summenzionati la cui presenza, accanto a voci prettamente seco-
lari, riproduce nel testo quella commistione di sacro e profano
e di alto e basso che è poi tipica di un dizionario che punta a
rappresentare la lingua di un’intera società.
Sarebbe ora particolarmente interessante analizzare il signi-
ficato dei traducenti che il DPC fornisce, in particolare, per quei
termini prettamente teologici, nell’ottica, magari, di una tradu-
zione non soltanto di vocaboli ma anche di “orizzonti di senso”,
dal contesto culturale europeo-cristiano a quello “altro” cinese
a cui, come si sa, è del tutto estraneo persino il concetto di Dio
Ruggieri: Desboccado per Desbocado (78r), Edificar per Edeficar (87r), Espe-
rienza per Esperiencia (96v), Fritto per Frito (105r), Gallinha per Galinha (105v),
Lepre per Lebre (111v), Limatura per Limadura (112v), Maccanico per Macanico
(115r), masticar per mastigar (117v), Nauetta per Naueta (122r), Ordinar per Orde-
nar (124v), Pelle per Pele (128v), Pinhorar per Penhorar (129r), Rodella per Rodela
(140v), Sacco per Saco (142r), Settẽbre per Septembro (144v), Toccar per Tocar
(149v), Virtude per Vertude (154r), Vicairo per Vigairo (154v) etc.
Comuni nel PDC sono anche errori di regole, ad es.: <ç> per <c> davanti a <e> e
<i> (Çeo per Ceo ‘cielo’, c. 64v; Çinza per Cinza ‘cenere’, c. 65r), <gu> per <g> da-
vanti a <a> e <o> (adagua per adaga ‘daga’, c. 35r; aguora per agora ‘ora, adesso’, cc.
37v, 38r, 108r e 132r), <qu> per <c> davanti a <o> (poquo per poco ‘poco’; c. 132v)
e <s> per <ç> (cabesa per cabeça ‘testa’, c. 55r). Non mancano inoltre casi di elisio-
ne, fusione e separazione illegali (d’ouo per de ouo ‘d’uovo’, c. 106v; Desdaqui per
Desde aqui ‘da qui’, c. 78v; Guarda nappo per Guardanapo ‘tovagliolo’, c. 106r).
58 Peccado [sic].
98 raoul zamponi

monoteisticamente inteso. Auspicando future ricerche in questa


direzione, mi limiterò qui a riportare, nella tab. 13, il significato
letterale di alcune traduzioni segnalando la matrice buddhista
del traducente di ‘inferno’, l’ambito taoista del traducente di
‘santo’ e che quella per ‘creatore’ è una delle prime espressioni
coniate in cinese per riferirsi a Dio59.

Tab. 13 Esempi di traduzione di termini teologici

Carta Lemma Significato Traducente/i Significato


del lemma del/i traducente/i
63v Criador ‘creatore’ Tien ciù sunua- ‘signore del cielo
nue 天主生萬物 e di tutti gli esseri’a
76r Demonio ‘demonio’ quei 鬼b ‘spirito di un morto,
spirito maligno’
109v Inferno ‘inferno’ 1. ti yo 地獄 1. ‘inferno’c
2. 隂府 2. ‘dimora dei morti’
127v Peccador ‘peccatore’ hoi gin 惡人 ‘persona cattiva’

127v Peccar ‘peccare’ zo cuo 做惡 ‘fare del male’


127v Peccatod ‘peccato’ 1. zui 罪過 1. ‘errore’
2. 愆 2. ‘manchevolezza,
colpa’
142v Santo ‘santo’ sien 仙 ‘(persona) immortale’

a Dal 1704 天主 ‘signore del cielo’ è il solo termine cinese per ‘Dio’ ammesso

dalle autorità ecclesiastiche cattoliche (B. Vermander, Christianity in the Far East,
in K. Brown (a cura di), Encyclopedia of Language and Linguistics, vol. 2, Elsevier,
Oxford 2005, p. 406). Di esso si occupa D’Elia (Fonti ricciane: documenti originali
concernenti Matteo Ricci e la storia delle prime relazioni tra l’Europa e la Cina
(1579-1615), vol. I, pte. I, libri I-III: Da Macao a Nanciam (1582-1597), La Libreria
dello Stato, Roma 1942, p. 186, n. 1).
b Traduce anche Diabo ‘diavolo’ (c. 83r).
c Propriamente il termine designa la quinta o la sesta delle vie o destinazioni nel

ciclo del saṃsāra, il ciclo buddhista di vita, morte e rinascita.


d Peccado.

59 Fu però scritta, sia in caratteri latini che cinesi, da una mano diversa da quella

di Ricci o di Ruggieri.
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 99

6. Un cenno sul cinese rappresentato

Il cinese del DPC, l’idioletto dell’anonimo coautore hakka


dell’opera, corrisponde, benché interferito da varietà linguistiche
sinitiche meridionali, alla lingua di koinè, di tarda epoca Míng,
del vasto e linguisticamente eterogeneo impero cinese, il cosiddet-
to guānhuà (‘lingua dei funzionari’)60, o “mandarino”61, del quale
è una preziosa testimonianza per via della trascrizione in caratteri
latini offertane che restituisce, sia pure con un certo grado di ap-
prossimazione, l’immagine fonica di un significativo numero di
elementi lessicali62.
Pressoché concordemente ritenuto basato sul dialetto man-
darino63 di Nanchino, città rimasta centro simbolico della Cina,
malgrado il trasferimento della capitale a Pechino nel 1421, il
guānhuà non deve essere però totalmente identificato né con il
nanchinese né con un altro specifico dialetto, trattandosi di una
lingua sopralocale non normata il cui uso, tipicamente ammini-
strativo (come indica il nome), si accompagnava all’emergere di
fenomeni locali particolarmente significativi in ambito fonologi-
co64. Non è insomma uno standard indifferenziato, benché d’uso

60 cuõ cua nel DPC stesso (c. 99v), cuonhoa in E, pp. 27-28, che ne indica uno speci-

fico contesto d’uso e, al contempo, l’ampia diffusione in Cina. «In ogni Provincia vi è una
lingua propria, e molte volte più di una, non intesa dalle altre, e con tutto con lettere e libri
tutto è una medesima cosa. Con tutta questa varietà di lingue ve ne è una che chiamano
Cuonhoa, che vuol dire lingua forense, di che si usa nelle audentie e tribunali, la quale si
impara molto facilmente in ogni provincia con il suo uso, e così sino alli putti e le donne
sanno tanto di questa che possono trattare con ogni persona di altra provincia».
61 Nel DPC cuõ cua 官話 traduce, in particolare, il lemma falla mãdarin (‘parlata

mandarina’) assieme a cin yin 正音 ‘pronuncia corretta’. Varie ipotesi sono state
avanzate sull’origine della parola “mandarino”. Verosimilmente il vocabolo deriva
dal portoghese mandar, termine con cui venivano indicati quei funzionari che aveva-
no il “mandato” di trattare con gli stanieri.
62 Un tentativo di ricostruzione del sistema fonetico del cinese del DPC è offerto

da P. F.-M. Yáng, The Portuguese-Chinese Dictionary of Matteo Ricci: a historical


and linguistic introduction, cit., pp. 191-241; Id., Dicionário português-chinês de
Michele Ruggieri e Matteo Ricci: introdução histórico-linguística, cit., pp. 29-68.
63 Nel senso ora di běifānghuà (lett. ‘lingua del Nord’).
64 «At no time, however, does there appear to have been complete convergence with

Nankingese or any other dialect. The koine phonology... remained in this respect “dialec-
tally abstract”. This is not to say that it was in any sense “unnatural” but rather that it
combined various current phonological features in ways that were probably not found in
any single dialect of the time... the phonology of a traditional Chinese koine need not have
100 raoul zamponi

generalizzato, il cinese del dizionario, ma una lingua caratteriz-


zata da una certa irregolarità e da oscillazioni, che, nell’essere
“messa in atto” da parlanti hàn di lingua madre non mandarina,
può anche rivelare un carattere “contattuale”, come l’opera, del
resto, ben testimonia. Una lingua eclettica, quindi, che non ri-
specchia fedelmente alcuna specifica varietà di mandarino, non
parlata nativamente da nessuna comunità, ma impiegata diffu-
samente nella gestione degli affari in tutto l’impero cinese: un
simbolo fondamentale dell’unità del paese.

Riferimenti bibliografici

Barreto, L. F., A fronteira cultural, «Revista Macau», 2a serie, 58, 1997,


pp. 42-56.
— Review essay: John W. Witek, SJ (ed.), Dicionário português-chinês
(attributed in this edition to) Michele Ruggiero [sic] and Matteo Ricci,
«Bulletin of Portuguese/Japanese Studies», 5, 2002, pp. 117-126.
— Macao: an intercultural frontier in the Ming period, in L. Saraiva (a
cura di), History of mathematical sciences in Portugal and East Asia
II: Scientific practices and the Portuguese expansion in Asia (1498-
1579), World Scientific Publishing Co., Singapore 2004, pp. 1-22.
Coblin, W. S. , Reflections on the study of Post-Medieval Chinese histori-
cal phonology, in D. Ho (a cura di), Dialect Variations in Chinese –
Papers from the Third International Conference on Sinology, Linguistics
Section, Institute of Linguistics, Preparatory Office, Academia Sinica,
Taipei 2002, pp. 23-50.
—A handbook of 'Phags-pa Chinese, University of Hawai’i Press, Hono-
lulu 2007.
D’Elia, P. M., Il primo dizionario Europeo-Cinese e la fonetizzazione ita-
liana del cinese, in Atti del XIX Congresso Internazionale degli Orien-
talisti: Roma, 23-29 settembre 1935, Tipografia del Senato, G. Bardi,
Roma 1938, pp. 172-178.

been identical with the sound system of particular spoken dialect. And in fact, evidence
suggests that local dialects as such were often not the normal media of polite conversation
among the educated in traditional China... Instead a koine phonology was more often
an amalgam of phonological features» (W. S. Coblin, Reflections on the study of Post-
Medieval Chinese historical phonology, in D. Ho (a cura di), Dialect Variations in Chi-
nese — Papers from the Third International Conference on Sinology, Linguistics Section,
Institute of Linguistics, Preparatory Office, Academia Sinica, Taipei, 2002, pp. 31-32).
per una nuova immagine del dizionario portoghese-cinese 101

D’Elia, P. M. (a cura di), Fonti ricciane: documenti originali concernenti


Matteo Ricci e la storia delle prime relazioni tra l’Europa e la Cina
(1579-1615), Vol. I, pte. I, libri I-III: Da Macao a Nanciam (1582-
1597), La Libreria dello Stato, Roma 1942.
—Fonti ricciane: documenti originali concernenti Matteo Ricci e la storia
delle prime relazioni tra l’Europa e la Cina (1579-1615), Vol. II, pte.
II, libri IV-V: da Nanciam a Pechino (1597-1610-1611), La Libreria
dello Stato, Roma 1949.
Gisondi, F. A., Michele Ruggeri: missionario in Cina e primo sinologo
europeo, Jaca Book, Milano 1999.
Levi, J. A., O dicionário português-chinês de Padre Matteo Ricci, S.J.
(1552-1610): uma abordagem histórico-linguistica, University Press
of the South, New Orleans 1998.
Messner, D., O primero dicionário bilingue português que utiliza uma
língua estrangeira moderna, «Verba Hispanica», 5, 1995, pp. 57-65.
San, D., The phonology of Standard Chinese, Oxford University Press,
Oxford 2000.
Vermander, B., Christianity in the Far East, in K. Brown (a cura di), Ency-
clopedia of Language and Linguistics, vol. 2, Elsevier, Oxford 2005,
pp. 404-407.
Witek, J. W., Introdução, in M. Ruggieri, M. Ricci, Dicionário português-
chinês = 葡漢辭典 = Portuguese-Chinese dictionary, a cura di J. W.
Witek, Biblioteca Nacional Portugal, Lisbona, Instituto Português do
Oriente (IPOR), Macao, Institute for Chinese-Western Cultural His-
tory, San Francisco 2001, pp. 11-27.
Yang, P. F.-M., The Portuguese-Chinese Dictionary of Matteo Ricci: a
historical and linguistic introduction, in Proceedings of the Second
International Conference on Sinology, Section on Linguistics and
Paleo graphy, vol.1, Academia Sinica, Taipei 1989, pp. 191-241.
—Dicionário português-chinês de Michele Ruggieri e Matteo Ricci: in-
trodução histórico-linguística, in M. Ruggieri, M. Ricci, Dicionário
português-chinês = 葡漢辭典 = Portuguese-Chinese dictionary, a cura
di J. W. Witek, Biblioteca Nacional Portugal, Lisbona, Instituto Por-
tuguês do Oriente (IPOR), Macao, Institute for Chinese-Western Cul-
tural History, San Francisco 2001, pp. 29-68.

Potrebbero piacerti anche