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Fonetica e fonologia

1. Quali sono gli elementi del circuito comunicativo?


Il circuito comunicativo è l’atto della comunicazione. Il cervello manda degli impulsi
elettrici agli organi addetti alla comunicazione e li materializza in parole. Tramite il
mittente manda un messaggio al destinatario attraverso un canale (l’aria, il telefono
ecc. ) in un codice (lingua italiana). Il destinatario riceve il messaggio che attraverso
stimoli elettrici arriva al cervello e lo decodifica.

2. Quali sono le dicotomie di Saussure?


Ci sono cinque e loro sono: 1. Sincronia e diacronia 2. Langue e parole 3.
Significato e significante 4. Arbitrarietà del segno linguistico 5. Rapporti
sintagmatici e paradigmatici

3. Qual è la differenza tra suoni articolati e non articolati?


Suoni articolati sono suoni intenzionali, suoni quando c’è senso tra significante e
significato. Suoni non articolati sono suoni quando manca il senso tra significante e
significato.

4. Che cos’è il segno linguistico e i suoi elementi?


Il segno linguistico è la relazione che esiste tra significato e significante, dove il
significante è l’insieme degli elementi fonetici e grafici che vengono associati ad un
significato, che è invece un concetto mentale, un’idea. Per esempio, casa unisce il
concetto di casa (significato) con il significante (l’insieme di fonemi c a s a )

5. Spiega la prima e la seconda articolazione secondo Martinet.


La prima articolazione di Martinet avviene quando suddividiamo una parola in
morfemi che hanno un significato, ad esempio “testa” : test (radice/morfema lessicale),
-a (morfema grammaticale). Dalla prima articolazione possiamo fare altre parole (test-
ardo, test-o, ecc.)
La seconda articolazione è la suddivisione in unità ancora più piccole che non hanno
significato ( “testa” : t-e-s-t-a )

6. Qual è la differenza tra parole bimorfematiche e monomorfematiche e dà gli esempi.


Le parole monomorfematiche sono quelle parole che hanno soltanto un morfema e
sono portanti di un significato ( e, o, ecc.)
Le parole bimorfematiche sono quelle parole che hanno due morfemi ( test-a )

7. Quali sono gli organi fonatori?


Gli organi fonatori sono: laringe, glottide, faringe, lingua, velo palatino, ugola, palato,
alveoli, denti, labbra e cavità nasale.

8. Come funzionano le corde vocali e che cos’hanno di specifico?


Le corde vocali sono dei muscoli che al passaggio dell’aria vibrano generando la voce.
Le corde vocali sono differenti in base al sesso e all’età della persona.
9. Con quali organi si articolano i suoni (p,b,m) nella lingua italiana?
Con la labbra superiore e inferiore.

10. Quali sono le caratteristiche di suono articolato e sue misure e specificità?


Loro sono: 1. La frequenza (La Frequenza (altezza) del suono è il numero di cicli al
secondo dell'onda sonora. Viene misurata in Hertz (Hz).
2. La durata (Ms - è determinata dal periodo di tempo in cui l’oggetto
sonoro emette vibrazioni.)
3. L’intensità (decibel – Db- il volume del suono. L’intensità è determinata
dalla forza con la quale un corpo sonoro viene messo in movimento e, di conseguenza,
dall’ampiezza delle vibrazioni)

11. Come si produce l’accento nella lingua italiana?


Si produce dando più intensità alla vocale che si vuole accentare.

12. Che cos’è F0 (frequenza fondamentale) e quali altri elementi specificano il suono?
F0 è la frequenza più bassa alla quale il sistema vibra liberamente.
Altri elementi che specificano il suono sono durata e l’intensità.

13. Che cos’è il transiente?


Il transiente, in un grafico, è il tempo impiegato da una consonante ad essere
pronunciata.

14. È la vocale o la consonante che porta il suono?


La vocale porta il suono.

15. Datemi un esempio della percezione categorica del linguaggio.


La percezione categorica del linguaggio è la classificazione di suoni in due diverse
categorie fonetiche o nella stessa categoria fonetica. Ad esempio, se ad un americano
faremo sentire una variazione di suoni che vanno da “r” a “l”, lui da un certo punto in
poi percepirà soltanto “l”, mentre un cinese percepirà soltanto “l” anche se il suono che
percepirebbe l’americano è “r”.

16. Come si possono classificare tutti i suoni nel mondo?


Per classificare un suono si usano tre parametri: 1. modo di articolazione (i vari assetti
(posizioni) che gli organi assumono nella produzione di un suono)
2. punto di articolazione (ognuno dei diversi punti del tratto vocale in cui il flusso
d’aria necessario per produrre un suono può essere modificato)
3. Sonorità (è data dalle vibrazioni delle corde vocali)

I suoni possono essere divisi in 3 classi maggiori:


1. Vocali 2. Consonanti 3. Semiconsonanti

Un’altra classificazione distingue tra:


1. suoni sonoranti (tutti sonori, vocali, semivocali, c. liquide e nasali)
2. suoni ostruenti (tutti gli altri suoni)
17. Spiega il modo di articolazione dei suoni.
I vari assetti (posizioni) che gli organi assumono nella produzione di un suono sono
detti modo di articolazione.
Consonanti dell’italiano per modo di articolazione sono: occlusive, nasali, vibranti,
monovibranti, fricative, fricative laterali, approssimanti, approssimanti laterali.

18. Spiega il punto di articolazione dei suoni.


Il flusso d’aria necessario per produrre un suono può essere modificato in diversi punti
dell’apparato vocale; ognuno di questi punti è chiamato punto di articolazione.
Loro sono: bilabiali, labiodentali, dentali, alveolari, postalveolari, velari, palatali,
uvulari, faringali, glottidali, retroflesse.

19. Spiega la sonorità-


La sonorità è data dalle vibrazioni delle corde vocali; se queste vibrano si produce un
suono sonoro, se non vibrano si produce un suono sordo.

20. Che cos’è la vocale?


La vocale è la voce in cui produzione l’aria non incontra ostacoli, fuoriesce
liberamente.
Le vocali inoltre sono normalmente sempre sonore.
La cavità orale è massimamente aperta per un vocale come a e massimamente chiusa
per vocali come ied u .
Le vocali d’italiano possono essere chiuse (alte), semichiuse (medio-alte), semiaperte
( medio-basse) e aperte (basse).

21. Che cos’è la consonante?


La consonante è suono o fonema pronunciato con la bocca chiusa o semichiusa. Per
produrre una consonante, l’aria viene momentaneamente bloccata (come per una >b< )
o deve attraversare una fessura molto stretta (come per una >f< )
Le consonanti si dividono per modo di articolazione (occlusive, fricative, affricate,
nasali, laterali, vibranti e approssimanti), per punto di articolazione (bilabiali,
labiodentali, dentali, alveolari, palato-alveolari, palatali e velari) e per sonorità (sorde
e sonore).

22. Che cos’è la semiconsonante?


La semiconsonante o approssimante è un suono di tipo vocalico, ma con una durata più
breve e con una componente fricativa, che non costituisce sillaba a sé, ma si
accompagna a una vocale.
Loro sono sempre sonore e condividono proprietà, sia delle vocali (sono articolate
come delle vocali) sia delle consonanti (per esempio, non possono costituire il nucleo
di una sillaba).

23. Quanti suoni o foni esistono in italiano?


La maggior parte degli studiosi che si sono occupati del sistema fonematico italiano
ritiene che esso contenga 27, con /z/ 28, e con /w/ e /j/ 30.

24. Descrivete i seguenti suoni secondo il modo, articolazione e sonorità.


25. Disegnate il triangolo vocalico e spiegatelo.
Se la lingua assume una posizione alta si producono
suoni come [i] o [u], se assume una posizione bassa
si producono suoni come [a]. Se la lingua è in
posizione avanzata, si produce una [i] o una [e], se è
in posizione arretrata si produceuna [u] o una [o].
Se la labbra sono arrotondate si producono vocali come
[i] ed [e]. In italiano le vocali [e] ed [o] possono essere sia
(semi)aperte che (semi)chiuse e vi è una sola [a].

26. Che cos’è un dittongo?


Ildittongoè un gruppo di due vocali pronunciate con una sola emissione di voce.
I dittonghi ascendenti sono: ia, ie, io, iu, ua, ue, uo, ui.
I dittonghi discendenti sono: ai (fai), ei (sei), oi (poi), au (mauro), eu (pneumatico).

27. Che cos’è un iato?


Lo iato è l’incontro di due vocali accostate che si pronunciano separatamente, cioè con
due distinte emissioni di voce.
Per esempio: /ae/ aeroplano, /ea/ idea, /oe/ eroe

28. Sottolinea il dittongo e spiega se è un dittongo ascendente o discendente, se consiste da


una semiconsonante o semivocale nelle seguenti parole.

29. Quali sono le lettere dell’alfabeto italiano?


Loro sono: a, b, c, d, e, f, g, h, i, l, m, n, o, p, q, r, s, t, u, v, z.

30. Che cos’è un grafema e che cos’è l’alfabeto?


Un grafema è la più piccola unità distintiva che corrisponde a un carattere dell’alfabeto.
L’alfabeto è l’insieme di segni grafici o grafemi con i quali s’indicano i fonemi di una
determinata lingua. Ci sono 21 lettere in alfabeto italiano e 5 lettere straniere.

31. Perché esistono incoerenze nel sistema grafico italiano?


Perché ci sono: a) 2 simboli diversi per un solo suono (cuore / quando)
b) 2 suoni diversi scritti con lo stesso simbolo (sera / rosa, razza /
mezzo) c) 2 o 3 simboli per un solo simbolo ( che ->ch per K, aglio -> gli per ʎ
)

32. Dare esempi: di due simboli diversi per un solo suono, due suoni diversi per lo stesso
simbolo o due o tre simboli per un solo suono.
a) 2 simboli diversi per un solo suono (cuore / quando [k])
b) 2 suoni diversi scritti con lo stesso simbolo (sera [s] / rosa [z], razza / mezzo) c) 2
o 3 simboli per un solo simbolo ( che ->ch per K, aglio -> gli per ʎ )

33. Trascrivete foneticamente le seguenti parole.


34. Che cosa studia la fonetica e che cosa la fonologia?
La fonetica si occupa dell’aspetto fisico dei suoni ( o “foni”) e studia la produzione dei
suoni, mentre la fonologia si occupa della funzione linguistica dei suoni.

35. Come si divide la fonologia?


La fonologia si divide in fonologia sincronica (si concentra sulla lingua in una
determinata fase cronologica) e fonologia diacronica (è la rappresentazione di una
lingua nella sua evoluzione nel tempo).
La fonologia sincronica si divide in: 1. fonologia del suono
2. fonologia delle parole
3. fonologia dell’enunciato

36. Cosa studia la fonologia del suono?


Studia la funzione dei tratti distintivi intrinseci che si attua nel quadro del suono. I
tratti distintivi di sonorità e non sonorità si oppongono nei foni d e t e fanno opporre i
fonemi d e t.

37. Cosa studia la fonologia della parola?


Studia il funzionamento dei fonemi che si attua nel quadro della parola. Le opposizioni
di TDI oppongono vari fonemi tramite i quali possono distinguersi (ceris pari bus –
essendo tutto il resto uguale) due morfemi. Anche i tratti distintivi prosodici di forza o
di tono e di quantità possono in determinate lingue avere valore distintivo. Es. la
quantità vocalica in latino, croato o italiano.

38. Cosa studia la fonologia dell’enunciato?


Studia vari elementi fonici (per esempio contorni melodici) che possono (ceris pari
bus) distinguere due proposizioni di significato differente. Per esempio: Giovanni è
arrivato? Giovanni è arrivato. Giovanni è arrivato!

39. Spiegate qual è la mancanza del sistema grafico italiano?


Il sistema grafico italiano è storico, ovvero i cambiamenti grafici non si sono addatti a
quelli fonemici o fonici, di conseguenza il sistema grafico italiano non differenzia i
fonemi ( casa - /kaza/ )

40. Qual è la differenza tra fono e fonema?


Il fono è un fatto puramente acustico, cioè un insieme di caratteristiche del suono,
mentre il fonema ha valore semantico, cioè, porta il significato.

41. Qual è la differenza tra langue e parole?


Langue è l’insieme dei sistemi linguistici che abbiamo all’interno della nostra mente,
mentre parole è la realizzazione di questi sistemi.

42. Come si collegano langue e parole con la fonetica e fonologia?


Fonetica e fonologia sono dicotomie come langue e parole, allora possiamo associare la
fonologia alla langue, o l’idea mentale che abbiamo di un suono, mentre la fonetica la
associamo a parole, o la realizzazione di questi suoni.
43. Esempio di segno linguistico complesso e segno linguistico semplice.
Un segno linguistico semplice si ha quando si esprime qualcosa di concreto e di reale,
dove il destinatario riesce a percepire il messaggio, ad esempio; “Ieri sono andato
all’università.”
Un segno linguistico complesso si ha quando il destinatario non riesce a percepire
concretamente il messaggio, “Ho mal di testa.”

44. Che cos’è il fono?


Il fono è un suono linguistico, prodotto dal apparato fonatorio. Il fono è l’unità di
studio della fonetica. Foni sono suoni del linguaggio articolato.
I foni hanno valore linguistico quando sono distintivi, quando cioè contribuiscono a
differenziare dei significati.
I foni si collocano a un livello “concreto”. Si rappresentano tra parentesi quadre ( p.es.
[t] ).

45. Che cos’è il fonema?


Un fonema è un segmento fonico che: -ha funzione distintiva
-non può essere scomposto in una successione fonemi
-è definito solo dai caratteri che hanno valore distintivo

I fonemi si rappresentano tra parentesi obliqui (p.es. /t/ ).


Il fonema è una unità che si colloca a un livello “astratto” .
Due foni che hanno valore distintivo sono detti fonemi. *Tutti i fonemi sono foni, ma
non tutti i foni sono fonemi*
La disciplina che individua e studia i fonemi si chiama fonologia.

46. Quali sono i fonemi della lingua italiana?


Loro sono: i, e, a, o, u, p, b, f, v, t, d, s, k, g, ʃ, m, n, ɲ, l, ʎ, r, ts, ɛ, ɔ, dz, tʃ, dʒ, z, j, w.
(30)

47. Fatte la trascrizione fonetica e fonologica delle parole:


p.es. PAROLA [pa’rola] – fonetica DUNQUE [‘dunkwe]
/parola/ - fonologica /dunkwe/

48. Che cosa sono i tratti distintivi? Dare gli esempi!


Tratto distintivo è ogni minimo elemento distintivo alla formazione di un fonema o di
un enunciato. Ogni fonema può essere analizzato in un insieme di tratti distintivi che lo
definiscono in opposizione a tutti gli altri fonemi.
Ad esempio, in italiano /p/ e /b/ si differenziano per un tratto distintivo: la sonorità. La
sonorità infatti è proprietà del secondo fonema ma non del primo. /p/ e /a/ si
differenziano per un tratto distintivo; /p/ è+consonantico e /a/ è meno consonantico.

49. Su che cosa si basano i tratti distintivi articolatori e su che cosa si basano quelli
acustici?
->I tratti distintivi articolatori si basano:
• specificare tutti i fonemi di una lingua (30 fonemi)
• numerosissimi tratti: 9 per vocali, 14 per consonanti
• non sono universali per tutte le lingue
• troppe categorizzazioni e modelli di classifica
•si devono separare vocali e consonanti

-> I tratti acustici si basano:


• universali (tratti distintivi che definiscono 95% delle lingue del mondo
• 30 fonemi italiani si possono specificare con il coppie di TD
• generalmente si usa il modello binario (strutturale e generativo)

50. Quali sono i punti negativi dei tratti distintivi articolatiori?


I tratti distintivi articolatori non sono universali per tutte le lingue , ci sono troppe
categorizzazioni per tutte le lingue, si devono separare vocali e consonanti…

51. Quali sono i tratti acustici che differenziano i seguenti fonemi?


P.es. s vs. z
Nell’Italia settentrionale, in contesto intervocalico sempre la z: ingleze, brindizi, roza
Nell’Italia centro-meridionale sempre la s: inglese, brindisi, rosa

52. Qual è la media dei tratti distintivi per fonema, secondo l’analisi binaria di Muljacic?
Ogni elemento linguistico si differenzia dagli altri per una serie di scelte binarie ( di
tipo “si/no”). Ogni fonema può essere analizzato in un insieme di tratti distintivi che
definiscono quel fonema in opposizione a tutti gli altri. Ogni fonema viene individuato
in modo univoco da un fascio di tratti distintivi. Matrice binaria (Muljacic) contiene: 30
fonemi italiani, 11 tratti distintivi. Totale: 330 dati = 174 (risposte binarie necessarie) +
156 (ridondanze o non particolarità per quei fonemi).

53. Che cos’è l’entropia e come si misura?


L’entropia è grandezza proporzionale al logaritmo della probabilità di successione di
due segnali dati (la funzionalità di ogni segno linguistico, fonema o di una lingua).
H – entropia relativa (valore massimo, H0 significa che non ci sono ridondanze)
Ld – logaritmo in base 2
N – numero delle unità da classificare (alternative) sempre conte (fonem) ???
X – numero di distinzioni binarie usate

54. Calcolate l’entropia e il ridondanza delle…. (vocali, consonanti, ecc.)

55. Qual è la differenza tra opposizione e coppia minima? Dare esempi.


Coppie minime devono avere solo un tratto distintivo. Se ci sono più tratti distintivi tra
due parole, quelle sono opposizioni.
Per esempio, folle vs. molle sono opposizioni perché tra /f/ e /m/ c’è più di un tratto
distintivo (nasale, combatto…)
Pare vs. fare sono coppie minime perché tra /p/ e /f/ c’è solo un tratto distintivo ( /f/ è
continuo, mentre /v/ non è).

Letti vs. detti – coppia minima o no? No, perché ci sono più tratti distintivi tra /l/ e /d/
chi vs. ci – un opposizione o no? Si, è un opposizione perché /k/ è grave e /tʃ/ non è.
Inoltre, /tʃ/ non è continuo e /k/ non ha questa distinzione. ????

56. Quali sono i fonemi più discussi nella lingua italiana?


Loro sono: ɛ, ɔ, dz, tʃ, dʒ, z, j, w.

57. Come si spiega la validità dei fonemi ts e dz?


Il grafema ‘z’ esprime sia l’affricata alveolare sorda [ts] sia l’affricata alveolare sonora
[dz]. La distinzione tra i due valori fonetici non si ricava pertanto dalla forma scritta ma
dal contesto relazionale.
-Coppie minime:
Mozzo motstso da mozzare (odsjećiodrezati) vs. mozzo modzdzo (parte centrale della
ruota).
Razza ratstsa 'rasa' vs. razza radzdza 'pesce'
mezzometstso 'quasi marcio' vs. mezzo medzdzo 'meta di qualcosa'.
-Distribuzione contestuale diversa:

58. Come si spiega la validità dei fonemi s e z?


Il grafema ‘s’ esprime sia la fricativa alveolare sorda [s] sia la fricativa alveolare
sonora [z].
-Coppie minime (SOLO IN TOSCANO):
es- chiese (domandò) kjese vs. chiese kjeze
es.- borghese 'abitante del borgo' vs. borgheze 'membro della borghesia'
es. – fuso 'arnese su cui è avvolto il filato' vs. fuzo 'part. pass. di fondere
-Distribuzione contestuale diversa:

59. Spiega la varietà regionale nella distribuzione di s e z.


-Nell'Italia settentrionale: in contesto intervocalico sempre la z: ingleze, frantςeze,
brindizi, roza

-Nell'Italia centro-meridionale: in contesto intervocalico sempre la s:


inglese,frantςese, brindisi, rosa

60. Spiega la varietà regionale nella distribuzione di ts e dz.


Italiani settentrionali:
- dzio, dzitto (sempre)
- ts non compare mai inposizione iniziale;romantso, prantso
- ts sempre in posizione postconsonantica romantso,
- dz non compare mai nella posizione postconsonantica
Italiani meridionali:
-tsio, tsitto (hanno spesso la ts)
-romandzo, prandzo (gli meridionali a quel posto hanno spesso la dz)

61. Le vocali aperte /ɛ/ e /ɔ/ sono fonemi o allofoni della lingua italiana e perché?
Sono fonemi perché ci sono coppie minime:
pesca 'il pescare' ['peska] vs. pesca [pεska] 'il frutto'
l[ɛ]gge (voce del verbo) vs. l[e]gge (nome)
f[ɔ]ro (come parte di una città) vs. f[o]ro 'buco, apertura'

62. Qual è la teoria della corrente monofonematista e bifonematista sulle


consconantigeminate?
Monofonematisti - in italiano esiste una classe speciale di 15 fonemi chiamati
LUNGHI, RAFFORZATI, INTENSI O TESI. Essi formano opposizioni in una lingua
fatto vs. fato, caro vs. carro.
Bifonematisti - esiste una opposizione tra parole con fonemi semplici e quelle con
fonemi gemminati (lunghi, tesi ecc), ma non è la lunghezza che forma l'opposizione,
ma la presenza di un fonema in più (poteva essere qualsiasi altro fonema). es. fato vs.
fatto, caro vs carro.
Es. In latino: factum > fatto, lat. scientia>it. scienza.

63. Quando possono occorrere i fonemi consonantici rafforzati o doppi?


1.     - in posizione intervocalica all'interno della parola: occorrere.
2.     - per effetto del cosiddetto rafforzamento sintattico in posizione iniziale non
assoluta
-  la consonante o liquida si trova dopo una voce tronca: es. gran paura
/granppaura/, /granffatica/
-   dopo una voce monosillabica terminante in vocale: es. l'ho dato /loddato/ vs. lodato
/lodato/, tra monti /trammonti/ vs. tramonti /tramonti/
-  dopo una decina di voci piane: come, dove, sopra, es. soprattutto cosiffatto

64. Che cosa sono gli allofoni e la differenza tra fonema e allofono?
Gli allofoni sono varianti di uno stesso fonema.
A differenza dei fonemi, gli allofoni non sono unità distintive e pertanto non servono a
differenziare il significato delle parole.
Per esempio la K
[k] di casa e cosa
[k’] di chilo
65. Gli allofoni dipendono da che cosa?
Ogni lingua può essere realizzato secondo un numero imprecisato di allofono che
dipendono da:
a) dalla posizione in cui il fonema si trova: LAV, OVCA, VUNA, VINO
b) da particolari abitudini dei parlanti: casa: [‘ka:za] [‘ha:sa]

66. Quali sono gli allofoni principali dei fonemi vocalici? Dare esempi.
Ogni fonema vocalico ha due allofoni fondamentali: LUNGO E BREVE.
-bene [‘be:ne] /bène/ 1. LUNGO: solo in sillaba tonica non finale
-fatto [‘fatto] /fàtto/ 2. BREVE: sia in sillaba tonica o quella atona
/a/ =[a] , [a: ]
/o/ =[o ] , [o: ]
/e/ =[e ] , [e: ]
/i/ =[i ] , [i: ] , [ ]
/u/ =[u ] , [u: ] , [ṷ ]

67. Quali sono gli allofoni principali dei fonemi consonantici orali? Dare esempi.
Molti fonemi consonantici hanno soltanto un’ allofono la r, l oppure p t k b d g f v tsdz.
s e z /// tʃ e dʒ
Toscano regionale ha due allofoni:
- /tʃ/ a Firenze e Roma ha gli allofoni [tʃ][ʃ]
cena /tʃena/ diventa [‘ʃe:na]
faccia /fatʃtʃa/ rimane [‘fatʃtʃa]
vince /vintʃe/ rimane [‘vintʃe]
cento /tʃento/ diventa [‘ʃƐnto] 
- /dʒ/ solo a Firenze ha gli allofoni [ʒ][dʒ]
agio [‘a:dʒo] diventa [‘a:ʒo]
punge [‘pundʒe] rimane [‘pundʒe]
ALTRI: Gorgia toscana p, t, k >ph, th, h; Veneto: s diventa ś štešo, šempre, šikuro, tʃ
diventa ʒ dieži, piaʒe

68. Quali sono gli allofoni principali dei fonemi consonantici nasali? Dare esempi
In italiano sembrano esistere tre fonemi nasali (m, n, ñ) come rivelano le tre seguenti
coppie minime:
[m]ano vs [n]ano
le[n]a vs le[ñ]a
ra[m]o vs ra[ñ]o
In realtà esistono anche altri due foni nasali, la nasale velare [] e la nasale
labiodentale [M]; la loro distribuzione è però predicibile, in quanto la prima si trova
solo davanti a consonanti velari, la seconda solo davanti a consonanti labiodentali:
ba[ɳ]co fa[ɳ]go a[M]fibio i[M]vidia

69. Che cosa studia la prosodia di una lingua?


La prosodia di una lingua è la parte della linguistica che studia l’intonazione, il ritmo,
la durata e l’accento del linguaggio parlato.
70. Come si forma l’accento nella lingua italiana?
Nella lingua italiana c’è l’accento grave ( ` ) e acuto ( ´ ) .
L’accento consiste nell’aumento dell’intensità con cui viene pronunciata una sillaba,
che acquisisce così maggior rilievo rispetto alle altre sillabe della stessa parola. Le
parole si distinguono a seconda della sillaba sulla quale cade l’accento.
Ci sono parole tronche (l’accento sull’ultima sillaba): così
Parole piane (l’accento sulla penultima sillaba): catena (naglasakna e), piano
(naglasakna a)

71. Quali dei tre elementi prosodici ha valore distintivo nella lingua italiana? Dare esempi
delle coppie minime.
Tre elementi prosodici sono: l’accento, il tono e la durata. L’accento ha valore
distintivo nella lingua italiana, per esempio, ancora come avverbio e àncora come
nome ed elemento di un’imbarcazione.

72. La quantità (durata) vocalica è distintiva nella prosodia della lingua italiana?
In linguistica, la quantità vocalica fonologica indica la lunghezza dei fonemi vocalici,
intesa con valore distintivo. Significa che la durata di realizzazione delle vocali è
percepita dai parlanti grazie alla durata delle parole, ma invece non ha valore distintivo.

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