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Guido Cavalcanti

Guido Cavalcanti (1250/55-1300)


Nato a Firenze intorno al 1250

La sua famiglia, notevolmente danneggiata era fra le


pi importanti tra quelle dei guelfi bianchi
Nel 1267 si fidanza con Bice figlia di Farinata degli
Uberti
Inimicizia con Corso Donati, capo della fazione nera
Notizia di un pellegrinaggio giovanile a Saintiago de
Compostella

Guido Cavalcanti (1250/55-1300)


1280 garante di parte guelfa alla pace del cardinale
Francesco Frangipani Malabranca
1284 partecipa al Consiglio Generale di Firenze
24 giugno 1300: i Priori (tra i quali figura Dante)
espellono da Firenze Cavalcanti insieme ad altri
rappresentati turbolenti delle fazioni
Cavalcanti, confinato a Sarzana, zona malarica, si
ammala e viene richiamato in patria dove muore il 28
agosto del 1300

Il mito di Cavalcanti: i
contemporanei
Dino Compagni, Cronica (1306)
I, 103 [definizione di Guido cortese e ardito, ma
sdegnoso e solitario e intento allo studio]
I 104 [attentato subito da parte di Corso Donati e
vendetta di Guido]
I 105 [Donati deride Guido]
I, 109-110 [Guidoin confino]

Dante, Inferno X
il padre di Guido, Cavalcante, tra gli epicurei

Il mito di Cavalcanti: le
cronache
Filippo Villani, De origine civitatis Florentie et de eiusdem
famosis civibus (1380 ca)
Redazione A, XLIV, 1-6 [valente filosofo, seguace delle
dottrine epicuree; appassionato di retorica e poesia;
terzo nella lirica volgare dopo Dante e Petrarca; autore
di Donna me prega, commentata da Dino del Garbo]

Il mito di Cavalcanti: le novelle


Giovanni Boccaccio, Decameron
VI 9 [Guido, che viene motteggiato da una brigata in
quanto epicureo, risponde con un motto onesto alla
loro villania]

Francesco Sacchetti, Il Trecento novelle (1387-1400 ca)


novella LXVIII [Guido viene beffato da un fanciullo]

Il mito di Cavalcanti: Lorenzo


il Magnifico
Epistola a Don Federico dAragona, Lettera prefatoria della
Raccolta Aragonese (1465)
Il primo poeta a colorire la bella forma del volgare
italiano
sottilissimo dialettico e filosofo
bello gentile e peregrino nei suoi scritti

Il mito di Cavalcanti
giovane aristocratico, da carattere sdegnoso

implicato nelle lotte tra fazioni ma anche in piccole


beghe
acuto motteggiatore (talora a sua volta motteggiato)

ricordato come filosofo naturale


epicureo (= averroista) dopo Inferno X

ricordato come autore di Donna me prega, canzone


filosofica esposta da Dino del Garbo

La poesia di Cavalcanti
produzione raffinatissima dal punto di vista formale: il
poeta pi grande prima di Dante
porta alle estreme conseguenze la poetica di Guinizelli
gusto aristocratico nel riuso della filosofia aristotelica
duplice interpretazione da parte dei primi lettori:
cultura filosofica scolastico-tomistica
cultura filosofica averroista (interpretazione attualmente
considerata preferibile)

La poesia di Cavalcanti
Due elementi nella sua raffigurazione dellamore
ideale stilnovista dellamore angelicato; trasfigurazione
della donna
raffigurazione del carattere irrazionale, sensibile e
violento dellamore

poesia lirica per la prima volta sistematicamente e


coerentemente simbolico-allegorica
poesia strettamente connessa ad una visione del
mondo, un sistema filosofico
come sar in Dante e, per certi aspetti, in Petrarca

La poesia di Cavalcanti
poesia lirica per la prima volta sistematicamente e
coerentemente simbolico-allegorica
poesia strettamente connessa ad una visione del
mondo, un sistema filosofico
come sar in Dante e, per certi aspetti, in Petrarca

Il corpus di Cavalcanti
36 sonetti, 11 ballate, 2 canzone, 2 stanze isolate di
canzoni, 1 mottetto
Il corpus stato suddiviso e ordinato da Guido Favati in
8 raggruppamenti tematici e stilistici

al centro del corpus, anche dal punto di vista dei lettori


del Tre e Quattrocento, c la canzone Donna me prega

Il corpus di Cavalcanti:
ordinamento tematico
1. Rime legate alla tradizione siciliana e guinizzelliana (I-

IV)

Avete in n voi li fior e la verdura (Ferroni: 276-7)


Chi questa che ven (Ferroni: 278)

2. Motivo dello sbigottimento (V-IX)


[Lanima mia vilmente sbigottita]
3. Motivo del coro e dellautocommiserazione (X-XVIII)
Noi siam le triste penne sbigottite (Ferroni: 279-80)

Il corpus di Cavalcanti:
ordinamento tematico
4. Rappresentazione mentale della donna come oggetto

damore e sondaggi sulla potenza damore della donna


(XIX-XXVII)

Era in pensier damor (Ferroni: 281-283)

Donna me prega

5. Motivo dellintrospezione e del dolore damore

(XXXIX-XXXV)

Perchio non spero di tornar gi mai (Ferroni: 284-286)

Il corpus di Cavalcanti:
ordinamento tematico
6. Rime di corrispondenza (XXXVI-XLV)
7. Sonetti di carattere comico (XXXVIII, LI-LII)
8. La pastorella (XLVI)

In un boschetto (Ferroni: 287-288)

Gli occhi, la mente, gli spiriti


Elemento unificante della poetica di Cavalcanti la
tematica dello sguardo:
lepifania della donna (essere sovrannaturale) provoca
sbigottimento
fisiologia della vista: effetti della vista sullanima

Gli occhi, la mente, gli spiriti


personificazione degli spiriti (termine tecnico medicoscientifico)
gli spiriti secondo la fisiologia aristotelica:
corpi sottili che hanno sede nel fegato, nel cuore e nel
cervello
presiedono alle operazioni fisiologiche e intellettive
dellanima
assicurano la connessione anima-corpo
se danneggiati o impediti nelle loro funzioni lorganismo
collassa

Amore/conoscenza
La bellezza della donna supera le capacit intellettive
dellio poetico
Non fu s alta gi la mente nostra / e in si pose n noi
tanta salute / che propriamente navin conoscenza

Sconfitta intellettuale ed esistenziale del poeta


Gli occhi sono folli perch cercano di afferrare una
bellezza che non pu essere compresa
Limite fisico/morale della mente

Amore/morte
Lo sconvolgimento causato dalla donna ha effetti sugli
spiriti vitali
Lo sbigottimento una forma di svenimento..
che conduce vicino alla morte
La sofferenza amorosa non solo morale ma anche
fisiologica
Lo scacco intellettuale si tramute in un presagio di
morte

Donna me prega
Canzone filosofica commentata in latino da:
Dino del Garbo, un celebre medico
Egidio da Viterbo (attribuito a), un celebre teologo

Citata da Dante nel De vulgari eloquentia (II 12, 3) e da


Petrarca nella canzone delle Auctoritates (Lasso me,
chio non so in qual parte pieghi, Rvf 70)
Definizione filosofico-scientifica dellamore

Trobar clus: perifrasi, tecnicismi, ellissi, rime al mezzo

Donna me prega
La canzone riguarda lamore inteso come passione
irresistibile, intimamente disperata
una cosa diversa dal trasporto metafisico di Dante per
Beatrice ma anche diversa dal signorile e composto
tormento del Guinizelli (non parliamo della galanteria
cortigiana, nobilmente praticata dai siciliani e dagli
epigoni) (Giorgio Inglese)
Indirizzata a lettori competenti: Ed a presente
canoscente chero)

Rime di corrispondenza: le
polemiche
Sonetto di Cavalcanti a Guittone dArezzo: Da pi a
uno face sillogismo
Accusa Guittone di incompetenza in materia di
filosofia: incapace di produrre un sillogismo
Lo invita ad abbandonare unimpresa intrapresa: Fa
chom non rida il tuo proponimento!
Perduta la risposta di Guittone

Sonetto di Guido Orlando a Cavalcanti: Per troppa


sottiglianza il fil si rompe
Guido accusato per leccessiva sottigliezza filosofica e per
il ricorso ad una personificazione di Amore eccessiva e
bislacca

Rime di corrispondenza: i
sodali
Le rime di corrispondenza testimoniano un rapporto
di amicizia poetica (sodalitas) con il gruppo di giovani
poeti in seguito noti come stilnovisti
Intenso lo scambio di sonetti con Dante
Risponde al sonetto A ciascunalma presa e gentil core con
il sonetto Vedeste, al mio parere, ogni valore: nascita
dellamicizia
Risponde al sonetto Guido io vorrei, contrapponendosi
alla fantasticheria dantesca

Rime di corrispondenza: i
sodali
Lo scambio di sonetti con Dante
Col sonetto Se vedi Amore, assai ti prego, Dante, chiede a
Dante di verificare se Lapo un amante sincero
Nel sonetto Dante, un sospiro messagger del core racconta
un suo sogno allamico
Rimprovera Dante di frequentare gente villana nel
sonetto Io vegno l giorno a te nfinite volte

Avete n voi li fior e la verdura


(Ferroni: 276-7)
Lode della donna che ha in s la bellezza della natura
Sul modello di Guinizzelli, Io voglio del ver la mia donna
laudare, dover per si trattava di similitudini

Iperbole che supera quella di Guinizelli: chi non vede


la donna non pu avere in s valore ( la donna ad
infondere il valore nel gentil cor non la Natura)
Attitudine di fondo verso lamore ancora positiva e
gioiosa

Avete n voi li fior. Struttura.


Prima quartina: lode della donna che ha in s le
bellezze dei fiori e splende come il sole; chi non vede la
donna (paragonata al sole) non pu valere
Seconda quartina: la donna la creatura pi bella; chi
la vede non teme pi amore
Terzine: Il poeta prega le donne che fanno compagnia
alla donna di onorarla come merita, perch di tutte la
migliore

Chi questa che vn (p. 278)


Apparizione della donna come evento sovrannaturale,
sconvolgente
Stilema bibllico: Quae est ita qua progreditur (Cantico
dei Cantici), Qui est iste qui venit (Isaia, 63, 1)

Effetti annichilenti della donna: tremore, afasia, sospiri


(come in Vedutho la stella diana, prima terzina)
Approfondisce, rispetto a Guinizelli, il tema
dellineffabile (serie di formule negative):
Nol savria v. 6, non si poria v. 9, non fu v. 12, non si pose 13

La donna non soltanto non descrivibile ma non pu


essere compresa dalla mente umana; effetti
dellincontro con la donna nella mente

Chie questa che vn. Struttura


Prima quartina: domanda retorica, che esprime lo
sconcerto di fronte ad una bellezza ineffabile
Seconda quartina: il poeta rinuncia a contare
(descrivere) laspetto della donna quando muove lo
sguardo; invocazione a Dio e ad Amore
Terzine: si sviluppa il tema dellineffabile e del non
conoscibile; la mente del poeta non ha una virt tale
da poter conoscere a pieno il valore della donna

Noi siam le triste penne (p. 279)


Prosopopea degli strumenti scrittri che implorano
piet per il poeta
Nesso interiorit/scrittura, amore/scrittura,
scrittura/morte
Linvenzione, in apparenza giocosa, rivolta ad
esprimere la drammaticit dellamore, passione in
grado di sconvolgere lintelletto
Come in un congedo di una canzone, gli strummenti
scrittri sono inviati alla donna

Noi siam le triste penne.


Struttura.
Prima quartina: gli strumenti scrittri si presentano
alla donna; si anticipa la descrizione del dolore del
poeta: dolente, dolorosamente; identificazione
scrittore/strumenti della scrittura (poi in Petrarca)
Seconda quartina e prima terzina: gli strumenti
scrittri si fanno portavoce del dolore del poeta
Seconda terzina: gli strumenti scrittri chiedono alla
donna di tenerli con lei

In un boschetto (p. 287)


Ripresa del genere provenzale della pastorella, genere
mai imitato nella lirica italiana
Sorta di parodia del genere: scherzosamente Cavalcanti
riprende tutte le caratteristiche e il finale con il
congiungimento erotico; insistenza sui diminutivi
Il bosco lo spazio dedicato alla gioia dei sensi nella
tradizione provenzale e limmagine del peccato nella
tradizione medievale
Cavalcanti si diverte ad immaginare un amore
sensuale, un amore gioioso e non sconvolgente

In un boscetto
Struttura metrica adatta al componimento, cantante e
leggero (ripresa e volta di due versi, rima al mezzo):
Ripresa

X
(x) Y

In un boschetto trova pasturella


pi che stella bella, al mi parere.

I mutazione

A
B

Cavelli aveva biondetti e riccutelli


e gli occhi pien damor, cera rosata

II mutazione

A
B

con sua verghetta pasturavagnelli,


e, scalza, di rugiada era bagnata

volta

B
(b)Y

cantava come fosse namorata:


era adornata di tutto piacere

In un boschetto. Struttura
Ripresa: premessa della ballata: incontro in un boschetto
con una pastorella
Prima stanza: descrizione della pastorella (volutamente di
maniera e allusiva)
Seconda stanza: la pastorella confessa la poeta il desiderio di
un drudo (amante)
Terza stanza: al canto degli uccelli (sorta di segnale) il poeta
si fa coraggio e propone alla pastorella un bacio e un
abbraccio
Quarta stanza: riferimento allusivo al congiungimento
carnale

Parodia di una parodia. Il


sonetto di Lapo Farinata
Guido, quando dicesti pasturella
Vorre chavessi dettun bel pastore:
ch si conven, ad om che vogli amore,
contar, se p verace sua novella.
Tuttor verchettavea piacente bella:
per tanto lo tu dir non ha fallore,
chio non conosce re n mperadore
che non lavesse agiata, taramella.
Ma dicemun, che fu tecal boschetto
Il giorno che si pasturar gli agnelli,
che non savide se non dun valletto
che cavalcava ed era biondetto
ed avea li suo panni corterelli.
Per rasette, se vuo, tu motetto.

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