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vero e proprio struggimento dell’anima che culmina con morte della persona
nostro poeta, infatti, i prodotti dell’amore sono per lo più negativi (pensieri,
sospiri, angoscia, morte, pianto e dolore) mentre invece, per gli altri stilnovisti,
concetto le ritroviamo nei testi Voi che per li occhi mi passaste ‘l core e Perch’i’
ritroviamo questa immagine nei versi 8, (“e voce alquanta, che parla dolor”), 11
dove viene espressa un’immagine di dolore fisico, (“un dardo mi gittò dentro
dal fianco”) e 14 (“veggendo morto ‘l cor nel lato manco”), rimandando sempre
personificazioni).
narratore: mentre nel Perch’i’ no spero di tornar giammai il poeta si rivolge con
un vocativo alla sua ballatetta, incaricata di portare sue nuove alla donna
amata, qui la poesia si apre con una vera e propria presentazione (noi siàn le
penne isbigotite). In questo modo il poeta vuole farci capire che non sarà lui il
cose probabilmente perché sono gli attrezzi con cui il poeta ha più familiarità.
parlare e narrare di cose molto intime, come il dolore, che riguardano il poeta
la situazione di struggimento del poeta da un punto di vista che non sia il suo,
l’utilizzo dei vezzeggiativi e diminutivi dati agli oggetti (v. 2) hanno lo scopo di
e v. 14).
Nonostante questa sostanziale differenza rispetto al resto della produzione
intorno l’intero componimento (nei testi Voi che per li occhi mi passaste ‘l core
divisione delle strofe secondo uno schema logico. In questo caso lo schema
unisce le prime due quartine (in particolare i primi 6 versi), che riguardano
che trattano dello struggimento del poeta (v.7-11) e della ricerca di pietà del
lettore per suoi attrezzi (v.12-14). Le due parti sono connesse per mezzo del
nesso presente nei versi 5 e 6 (“or vi diciàn perché noi siàn partite e siàn