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Nelle epoche precedenti a Petrarca, abbiamo due maggiori tendenze poetiche: la poesia Provenzale

e il Dolce stil novo. Per i poeti provenzali, l’amore porta ad una crescita intellettuale e morale ed era
paragonato al legame vassallatico. I poeti erano trobadores, cioè ricercatori di parole adeguate per
esprimere il proprio amore. Per gli stilnovisti
una violenta passione sensuale che assume i tratti angoscianti dell'ossessione
L'amore per Laura è un amore impossibile
una violenta passione sensuale che assume i tratti angoscianti dell'ossessione

Elementi di continuità e le novità


Il sonetto “Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono” presenta vari elementi di continuità e novità
rispetto al passato. Nella poesia, si presenta il continuo dissidio tra l’amore terreno, cioè quello per
Laura e la salvezza spirituale. Infatti, Petrarca si dedica alla gloria e beni terreni, tralasciando la
salvezza dell’anima. Invece, per gli stilnovisti, era proprio l’amore per la donna ad elevare l’uomo e
dargli salutem, cioè la salvezza, nell’atto stesso di salutarlo. Invece, per i poeti provenzali, l’amore
era associato ad una crescita intellettuale e morale ed era paragonato al legame vassallatico.
L’amore nasce dalla visione della donna per passare ad un’elaborazione mentale ed alla creazione di
un ritratto, quasi fantastico. Per Petrarca, è stato un errore innamorarsi di Laura, ma sente questo
solamente in parte perché è ancora indeciso. L’amore per Laura è un amore impossibile ed è una
passione sensuale, proprio come gli stilnovisti. Non compare mai un’immagine definita di Laura
che viene descritta come essere terreno. Dante descriveva la sua donna come un angelo, mentre
Guinizzelli la paragonava alla natura. Invece, per Cavalcanti la donna era indescrivibile, quindi non
si poteva parlare di lei.
Prosa
Il sonetto “Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono” è stato scritto da Francesco Petrarca ed è il
proemio della sua opera nominata il Canzoniere. Nonostante questa poesia si trovi all’inizio, è stata
sicuramente scritta molto dopo, verso la sua morte perché include una visione generale della sua
vita amorosa. L’autore si rivolge direttamente ai lettori, anche se il soggetto principale è lui stesso.
Dice ai lettori di ascoltare attentamente in queste sue poesie sparse il suono dei suoi sospiri per il
suo primo errore, quello di amare Laura. Si definisce un uomo diverso da quello che è adesso ma
solamente in parte. Egli chiede pietà e perdono per gli stili in cui piange e ragiona tra l’inutile
dolore e speranza, presso colui che ha provato l’amore. Ma adesso, sa di essere stato oggetto di
dicerie del popolo, motivo per cui ho vergogna di se stesso dentro di lui. Questa vergogna è il frutto
della sua vergogna, il pentimento e tutti i piaceri terreni. Il mondo è come un breve sogno che
svanisce presto.
“Solo e pensoso i più deserti campi” è un sonetto scritto da Francesco Petrarca e fa parte della sua
opera “Canzoniere”. Questa poesia risale probabilmente al 1342. Il tema principale del
componimento è la continua ricerca della solitudine da parte del poeta in modo da trovare conforto
al suo tormento interiore. Egli non riesce a restare solo per riflettere poiché non è in grado di
sfuggire dal mondo perché l’amore per Laura lo segue sempre, ovunque egli vada. Il registro
utilizzato è molto malinconico e pessimista, che intensifica il dissidio interiore di Petrarca. L’amore
sembra per lui quasi una pena, una continua sofferenza. Questa visione è tipica di Petrarca. Quello
che ricompare sempre nella sua mente è il pensiero ossessivo d’amore. La causa della sua
inquietudine sembrano essere proprio i campi deserti, che suggeriscono l’idea che questa scena non
si trovi né in uno spazio né in un tempo precisi e concreti. L’autore cerca il suo confidente nella
natura, un topos letterario molto comune poiché vuole salvarsi dalla vergogna di rivelare agli altri
uomini il suo conflitto spirituale, che è visibile dal suo aspetto. La sua timidezza gli fa pensare che
tutti stanno osservando solo lui.
Le quattro strofe sono autonome dal punto di vista sintattico: nelle quartine, si nota una pausa dopo
ogni distico. Petrarca organizza la poesia in modo molto simmetrico, visto che è caratterizzata da
una disposizione proporzionata di frasi. I periodi usati sono molto lunghi e complessi, poiché sono
stati ripresi dagli autori latini come Cicerone, dai quali Petrarca era fortemente influenzato, infatti
considerava gli scrittori classici come un modello insuperabile di sapienza e di perfezione stilistica.
La costruzione binaria è quella dominante, dal momento che sono presenti una serie di dittologie e
polisindeti, che concretizzano il suo contrasto interno. Il ritmo è molto scorrevole, in quanto le
pause interne ed enjambements sono del tutto assenti. Questa fluidità è enfatizzata dagli accenti
tonici che cadono sempre sulle stesse vocali.
Infine, il sonetto inizia con un’immagine di solitudine e termina con un colloquio fra il poeta e
Amore.

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