Nasce ad Arezzo nel 1304 da una famiglia fiorentina borghese
Si trasferisce con la famiglia ad Avignone
Inizia gli studi di diritto a bologna, che interrompe dopo la morte del padre per dedicarsi alla letteratura (studi classici) Ha scritto poesie sia in latino che volgare, ma preferisce il latino Le sue poesie parlano dell’amore verso Laura, richiamava l’alloro, pianta sacra di apollo Prese gli ordini minori per risolvere i problemi economici Lui allo stesso tempo ebbe sia la curiosità di conoscere, sia il bisogno di chiudersi nell’interiorità. Infatti, si chiuse in una casa a Valchiusa per approfondire la conoscenza di sé (otium letterario, distacco da ogni attività per la cultura dello spirito) Ricevette l’incoronazione poetica a Roma dissidio Cola di Rienzo proclama la repubblica e cerca di riportare Roma come centro della rinnovata cristianità Dopo l’epidemia di peste (laura muore) si trasferisce ad Arquà vicino a Padova dove trascorre gli ultimi anni della sua vita, leggendo Virgilio Petrarca è un intellettuale cosmopolita, si riconosce cittadino in ogni parte del mondo, non legato ad una città, questo è dovuto dalla sua voglia di viaggiare ERANO I CAPEI D’ORO A L’AURA SPARSI: Questa poesia è un sonetto che ha come tema centrale la figura di Laura, la sua donna amata. Vengono descritte delle sue caratteristiche fisiche: i capelli dorati sparsi all’aria, i suoi occhi luminosi Questa bellezza fisica però viene meno a causa dello scorrere del tempo; infatti, si capisce quando il poeta dice che i suoi occhi ora non sono più lucenti Si parla pure del carattere sovrannaturale della donna, visto come una cosa non mortale, uno spirito celeste, un vivo sole Vede l’amore come un punto di aggancio, un’esca amorosa lo definisce CHIARE, FRESCE E DOLCI ACQUE: In questa poesia Petrarca parla della sua donna amata, laura, attraverso la memoria. 1 strofa: si rivolge alle acque del fiume sorga, ai rami, all’erba, ai fiori, all’aria dicendo di ascoltare le sue parole 4 strofa: dice che dei fiori cadevano dal ramo sul corpo di laura, altri sui suoi 5 strofa: lui dice di sentirsi come se fosse in paradiso e che in quel posto si trova talmente bene che altrove non ha pace IL MALE DELL’ANIMA: L’inquietudine di montale si rispecchia molto in quella di Petrarca. Con petrarca, infatti, si parla di accidia: mancanza e debolezza di volontà. Il poeta la definisce come una malattia interiore, caratterizzata da una perenne inquietudine, indifferenza e dal fatto di non provare alcun tipo di sentimento. (per lui è il peccato più grave). Petrarca cercherà quindi di trovare la perfezione all’esterno, nelle sue opere (il canzoniere) LABOR LIMAE (perfezione formale). Lui usa il monolinguismo. La personalità di Petrarca è tormentata, caratterizzata da contraddizioni (incertezza tra l’aspirazione ad una vita pure e il richiamo dei beni mondani) Montale ha ricevuto il premio Nobel sul campidoglio come il poeta ha ricevuto l’incoronazione poetica. Nella sua vita non cerca regole fisse, volti plausibili e conquiste definitive. Il suo cuore non è scosso da emozioni forti, fa la similitudine del colpo di fucile nel silenzio della campagna