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i modi, i generi
Battaglia fra
Martin Gomez
ed El Cid, da
Cronache di
Spagna, 1344,
miniatura
(Lisbona,
Academia
das Ciencias
de Lisboa).
contenere oro, ma che in realtà contengono sabbia, con il patto di aprirle a distanza di
un anno. Il Cid lascia la moglie Imena e le figlie Elvira e Sol al monastero di Burgos e si
lancia in una serie di eroiche imprese, così che in breve riesce a rendere tributaria tutta
la regione da Teruel a Saragozza.
Secondo cantare, Nel secondo cantare («delle nozze») il re Alfonso decide di riappacificarsi con il Cid,
«delle nozze» che nel frattempo è riuscito a riconquistare Valencia strappandola ai Mori, e lo incontra
sulle rive del fiume Tago, per sancire il rinnovato patto di fedeltà. In questa occasione
gli infanti di Carrion (infante è un titolo nobiliare, in uso presso l’aristocrazia spagnola),
interessati alla dote delle figlie di Rodrigo, le chiedono in spose. Il Cid, per quanto poco
convinto, accetta la proposta e le nozze vengono immediatamente celebrate a Valencia.
Terzo cantare, Il terzo cantare («dell’oltraggio di Corpes») è dedicato quasi esclusivamente alle
«dell’oltraggio» vicende private del Cid. Poco dopo il matrimonio, i due infanti sono irrisi per la codardia
dimostrata, prima alla vista di un leone, poi in battaglia, quando il re del Marocco tenta
di riprendersi Valencia. Per vendicarsi dell’affronto subito a opera del Cid, i due infanti
fingono di voler condurre le spose a Carrión, ma le abbandonano nel roveto di Corpes,
dopo averle picchiate. Il Cid chiede giustizia al re, il quale convoca le Cortes (una specie di
gran consiglio, che veniva riunito in circostanze particolarmente gravi) a Toledo, ordina
che la lite sia risolta con un duello giudiziario. I tre campioni del Cid battono gli infanti e
il loro compagno. Sopraggiungono due cavalieri che chiedono la mano di Elvira e di Sol
per i re di Navarra e di Aragona, destinandole così a essere regine.
non ha niente a che vedere con il quadro delineato nella Chanson de Roland, non è pre-
sentato come uno scontro tra due civiltà, ma rientra nel quadro di una semplice lotta per
l’egemonia territoriale e politica, tanto è vero che i cavalieri arabi sono spesso presentati
in una luce positiva, a volte sono persino più valorosi e più leali dei principi cristiani, e il
Cid non si fa scrupolo ad allearsi con loro.
Il quadro sociale L’ascesa del Cid, nobile di basso rango, è emblematica di una realtà sociale ancora
di riferimento fluida e in movimento: la guerra permanente con gli arabi lasciava largo spazio all’intra-
prendenza personale e permetteva il sorgere (e il declinare) di grandi fortune – com’è
tipico di ogni situazione di “frontiera”. Il Cid è di nobiltà recente, ma le sue caratteristiche
personali gli permettono di raggiungere uno stato ben superiore a quello della grande
nobiltà (impersonata dagli infanti), che basa il suo potere sulla proprietà terriera. L’opera
«celebra le gesta del cavaliere povero, ma leale e forte, che con la spada si conquista il
diritto all’esistenza e che, pur avendo subito un torto dal suo signore, non si piega, anche
se non viene meno al rispetto verso di lui» (A. Varvaro). Da questo punto di vista i due
piani su cui si svolge l’azione finiscono con il convergere: le calunnie che inducono il re a
condannare ingiustamente il Cid da una parte e l’oltraggio degli infanti dall’altra derivano
entrambi dalla gelosia e dall’invidia della nobiltà più antica, che mal sopporta l’ascesa
portentosa di un modesto signorotto di provincia.
L’eroe Anche dal punto di vista caratteriale il Cid è molto diverso da Orlando e Sigfrido:
della “misura” «se l’epica è il terreno delle virtù e delle imprese smisurate, senza confini, si può – con
un gioco di parole solo in parte paradossale – definire il Cid come un gigante della me-
sura» (A. Baldissera). La caratteristica principale del Cid è infatti il grande equilibrio, la
mescolanza perfetta di valore e saggezza; a differenza di un eroe come Orlando, la cui
caratteristica è invece la dismisura, il Cid non fa mai nulla impulsivamente, calcola sem-
pre con attenzione i rischi e i vantaggi di ogni sua azione, e appare sempre consapevole
dei propri limiti e delle proprie debolezze. In lui la devozione religiosa, la lealtà pubblica
e l’amore familiare si fondono perfettamente.
i modi, i generi
Monumento
dedicato al Cid
Campeador
a Burgos.
TESTO Anonimo
W8 La partenza per l’esilio
Per un caso del tutto fortuito (la perdita del primo foglio nel manoscritto che ci ha tramandato
il testo del poema), il Cantare del Cid si apre in maniera molto suggestiva, nel bel mezzo di una
scena cruciale, presentando il protagonista nel momento più duro e doloroso della sua carriera:
la partenza per l’esilio. Il Cid vede le sue case deserte, saccheggiate dai nemici, e con i pochi
uomini rimastigli fedeli si prepara a entrare a Burgos. Ma, una volta giunto in città, scopre che
lo ha preceduto l’editto del re che vieta a chiunque di offrigli aiuto e ospitalità, pena la morte.
1
Dagli occhi suoi lacrime a fiumi versando,
volgeva indietro il capo a rimirarli stando1.
Vide le porte aperte e senza catenaccio,
le pertiche2 eran spoglie: né una pelle, né un manto,
5 né un falco v’era, né alcun astore mudato3.
Sospirò il Gran Cid, oppresso da assai grande affanno,
parlò il gran Cid, bene e assai misurato4:
«Grazie a te, Signore, Padre che stai là in alto!
Ciò i miei nemici malvagi han preparato!».
2
10 Già s’accingono a spronare, già sciolgono la briglia:
la cornacchia sulla destra stava, di Vivar, all’uscita,
e entrando a Burgos stava alla sinistra5.
Scrollò il gran Cid le spalle, e scosse poi la testa:
i modi, i generi
3
15 Il Cid Ruy Díaz per Burgos entrò,
nella sua schiera sessanta persone;
stan lì a vederlo, gli uomini e le donne,
le genti di Burgos, alla finestra son,
gli occhi pieni di lacrime dall’enorme dolore,
20 dalle bocche di tutti usciva un’esclamazione:
«Dio, che buon vassallo, se avesse un buon signore!»
1. a rimirarli stando: rimanendo a osser- 4. bene e assai misurato: la misura è la ca- ziosa, secondo cui la cornacchia a destra
varli. ratteristica specifica del Cid, il quale, come i è preannuncio di sventura, a sinistra in-
2. pertiche: lunghi bastoni. più famosi eroi della Bibbia, sa affrontare vece di buona sorte. Il Cid dunque riceve
3. astore mudato: l’astore è un particolare le avversità con pazienza, senza smettere un duplice annuncio, l’uno positivo, l’altro
tipo di falco, particolarmente pregiato; «mu- di rendere grazie al Signore. negativo. Difficile dire a che cosa si rife-
dato» significa “dopo la muta”, cioè dopo che 5. la cornacchia … sinistra: probabilmente riscono: probabilmente, alla sventura pre-
ha cambiato le piume. i versi alludono a una credenza supersti- sente (l’esilio) e alla riscossa futura.
4
Lo vorrebbero invitare ma nessuno ciò osava:
il re don Alfonso grand’ira al Cid mostrava.
Prima della notte giunse a Burgos la sua carta,
25 con gran prudenza, e per bene sigillata:
che al Cid Ruy Diaz, nessuno mai offrisse casa,
e a quel che gliela offrisse la cosa fosse ben chiara:
che perderebbe ogni bene, ed anche gli occhi della faccia,
e, per di più, il corpo insieme all’alma6.
30 Gran dolore ne aveva la gente cristiana,
si nascondono al gran Cid, e per lui nessuno fiata.
Il Campeador si diresse alla sua casa,
i modi, i generi
6. alma: anima.
7. in buon’ora cingeste la spada: espressione
formulare legata al Cid: il momento in cui il
Cid è diventato cavaliere (ha cinto la spada) è un
momento che è da considerare sotto una buona
stella (un’altra espressione che ricorre spesso è
anche: nato sotto auspici positivi).
5
Martín Antolínez, uom di Burgos compito,
i modi, i generi
(da Cantare del Cid, trad. it. di A. Baldissera, Milano, Garzanti, 2003.)
i modi, i generi
gesto di solidarietà: il nobile Martín Antolínez, sfidando ne: sia nei confronti del signore celeste (il Cid accetta
l’ira e la punizione del re, offre al Cid vettovaglie d’ogni le sue sofferenze come prove volute da Dio, e più vol-
tipo, affermando che preferisce condividere la sorte del te è colto nell’atto di pregare o di offrire voti), sia di
Cid piuttosto che rendersi complice dell’ingiustizia per- quello terreno (nei confronti del quale la sua fedeltà
petrata ai suoi danni. non viene mai meno).
Attività
P e r ca pi r e 8. Un meccanismo tipico dell’epica è la ripetizione di
1. Con quale scena si apre il Cantare? alcuni elementi da una lassa all’altra, con funzione di
snodo e di raccordo. Rintraccia questi elementi nel testo.
2. Come reagisce la gente di Burgos all’arrivo del Cid?
3. Perché il Cid tenta di sfondare la porta di casa sua? Per sc rivere
4. Che cosa gli dice la bambina? 9. Riassumi in max 20 righe il contenuto del testo.
5. Come si comporta il Cid quando scopre il contenu- 10. Immagina il discorso che il Cid tiene ai suoi uomini
to dell’editto? nel momento in cui si appresta a partire da Burgos.
6. Chi è Martín Antolínez? Che cosa offre al Cid?
V er s o l ’e s ame
P e r a ppr o f o n d i r e 11. Prima prova. B - Saggio breve
7. Descrivi il personaggio del Cid sulla base delle infor- Il tema dell’esilio nella letteratura medievale (k anche
mazioni che si possono ricavare da questo primo testo. TW1).
TESTO Anonimo
W9 La conquista di Alcocer
Dopo aver abbandonato Burgos e tutti i suoi averi, il Cid inizia a vagare in cerca di nuove
opportunità, offrendo i suoi servigi militari ai signori in guerra, dando prova più volte del suo
valore. Procede così di conquista in conquista, rendendo suoi tributari numerosi principi sia
arabi sia cristiani, finché giunge con i suoi uomini nei pressi di Alcocer, il cui signore rifiuta di
sottomettersi al Cid e di pagargli i tributi richiesti.
29
[…] Quando vide il Cid che Alcocer1 non si piegava,
fece un tranello, e non lo ritardava.
Lascia una tenda sola, le altre le levava,
fu giù lungo il Jalón con l’insegna alzata2
5 (l’usbergo3 han vestito e cinta hanno la spada),
come uomo avvisato4 per trarli in imboscata:
lo vedono, quei di Alcocer, Dio come si vantavan!
«Finito avrà il Cid il pane e la biada;
una tenda ha lasciata, le altre a stento levava.
10 In tal modo va il Cid quasi scappasse a gamba levata.
Su, diamogli addosso, e la preda è assicurata,
che non lo prendan quei di Terrer (non ne daranno una fava!5):
la tassa che ci ha preso ci darà raddoppiata6».
Uscirono da Alcocer con fretta straordinaria.
15 Quando il Cid li vide fuori, fuggì come in ritirata,
per il Jalón è sceso insieme ai suoi cavalca.
i modi, i generi
1. Alcocer: cittadina della Castiglia. avvisato dell’arrivo dei nemici e avesse inten- 6. la tassa … raddoppiata: la tassa che aveva
2. insegna alzata: dispiegata. zione di abbandonare il campo. imposto il Cid dopo una sua prima vittoria.
3. usbergo: corazza. 5. non ne daranno una fava: non ci daranno
4. come uomo avvisato: come se fosse stato nulla (del bottino conquistato).
i modi, i generi
quindi giungevano i loro (ché il nemico è in ritirata):
Alcocer, il Cid – sappiate –, con un trucco ha conquistata.
[Contrariato dal successo del Cid, il re degli arabi, Tamín, organizza un nuovo esercito, formato da tremila
Mori, che assedia Alcocer per strapparla al condottiero.]
33
Piantarono le tende, la sosta han preparata;
crescono le forze, molta gente s’è ammassata;
40 ogni ronda, che i mori han inviata,
di giorno e di notte in giro se ne va armata;
molte son le ronde e grande è l’armata.
A quelli del Cid di già tolgono l’acqua,
le masnade del Cid uscire vogliono in battaglia,
45 quel che in buon’ora è nato, fermo, glielo vietava;
tre settimane intere la città fu assediata.
34
Passate tre settimane, la quarta deve iniziare,
il Cid coi suoi si va a consultare:
«L’acqua ci hanno tagliata, poi finirà anche il pane,
50 andarcene via, di notte, no, non ci lasceran;
grandi, le loro forze, che dovremo affrontare.
Ditemi, cavalieri, che mai vorreste fare?».
Per primo parlò Minaya, cavaliere da ammirare:
«Di Castiglia, la gentile, usciti siamo, sin qua,
55 se coi mori non lotteremo, non ci daranno pane.
Noi siamo ben seicento, o forse più, chissà.
Ma nel nome del Creatore, altro non v’è da fare:
andiamo ad attaccarli, domani il giorno sarà».
Disse il Campeador: «A mio gusto parlaste,
60 vi fate onore, Minaya, proprio come c’era da aspettare».
Tutti i mori, e le more, di fuori li fa cacciare,
che non sapesse nessuno queste sue pensate.
Il giorno e la notte si devono preparare,
l’indomani mattina il sole va a spuntare8,
65 armato sta il Cid con quanti egli ha.
Parlava il Cid, ve lo voglio narrare:
«Tutti usciamo fuori, nessuno stia qua,
eccetto due fanti soli, la porta a sorvegliare.
Se noi moriremo sul campo, nel castello penetreran;
70 se vinceremo la battaglia, ricchezza ci sarà.
A voi, Pedro Bermúdez, la mia insegna ecco qua:
i modi, i generi
36
i modi, i generi
Vedreste tante lance su e giù andare,
e tanti scudi forare e trapassare,
110 tanti usberghi spezzare, e smagliare11,
tanti pennoni bianchi uscire rossi di sangue,
tanti buoni cavalli senza padrone errare.
I mori chiaman: «Macometto12!», e i cristiani «Santiaghe!13».
Caddero morti, in sì breve spazio, mille e trecento fra i mori di già.
[La battaglia infuria cruenta, ma alla fine il Cid e i suoi uomini hanno la meglio e possono godere della
vittoria, spartendosi il ricco bottino conquistato.]
40
115 […] Tanti mori giacciono morti ben pochi vivi han lasciato;
ché, incalzando, senza tregua han battagliato.
Già tornano gli uomini di chi in buon’ora è nato.
9. vo’: vado. 11. smagliare: rompere le maglie (della corazza). 13. Santiaghe: San Giacomo.
10. pennone: asta a cui era attaccata la ban- 12. Macometto: Maometto.
diera, l’insegna.
41
«Ed eccovi qui gioie infinite,
un’uosa17 piena, d’ogni bene ricca;
a Santa María di Burgos dite messe mille,
quel che rimanesse, datelo a mia moglie e alle figlie:
155 preghino per me tutte le notti, ed ogni dì;
se io ancora vivo, saranno dame ricche».
14. la cuffia aggrinzata: la cuffia di maglia di ta» significa “piena di grinze”, cioè di pieghe. 16. d’avanzo: in più.
ferro che si portava sotto l’elmo; «aggrinza- 15. Cappa: mantello. 17. uosa: calzatura in pelle, usata come borsa.
i modi, i generi
Locandina del
film El Cid di
Anthony Mann,
1961.
il Cid e la sua «masnada»: il condottiero premia la fe- ha nulla a che vedere con lo spirito di crociata e con
deltà e il valore dimostrato dai soldati e li lega ancora di l’esaltazione della lotta contro gli infedeli: il Cid com-
più a sé con la sua generosità, beneficando non solo i batte sia contro i Mori, sia contro i cristiani, a volte si
cavalieri, ma anche i più umili (quelli che non potevano allea con gli uni, a volte con gli altri, a seconda delle
mantenere un cavallo e procedevano “appiedati”, cioè circostanze.
la fanteria semplice).
Se nei confronti dei suoi uomini il Cid si comporta ■ Lo stile epico del Cid
da signore ideale (benefici in cambio di fedeltà e di Come abbiamo già visto nel primo brano, la particolare
servigi militari), altrettanto corretto si dimostra nei struttura metrica del poema dà al racconto un anda-
confronti del suo re, sebbene costui lo abbia ingiu- mento molto scandito e ritmato, che sottolinea ancora
stamente esiliato, ricambiando slealtà con devozione di più la struttura paratattica (basata sulla giustapposi-
(gli invia in dono trenta cavalli riccamente bardati, zione di tante proposizioni principali, con poche secon-
ribadendo così – da parte sua – l’indissolubilità del darie): «imbracciano lo scudo / davanti al loro cuore //
legame di vassallaggio). A completare il quadro, il Cid abbassano la lancia / insieme col pennone // inclinano
non si dimentica né del suo signore celeste (al quale la faccia / giù giù fino all’arcione».
riserva un lauto omaggio), né della sua famiglia (de- Soprattutto nelle parti dedicate alla descrizione della
stinando alla moglie e alle figlie quanto rimane dei battaglia ci sono numerose ripetizioni enfatiche, che mi-
gioielli conquistati). Egli è il perfetto cavaliere feudale: rano ad amplificare il carattere solenne ed eroico dello
coraggioso, devoto, rispettoso dei vincoli pubblici e scontro: «vedreste tante lance … andare / e tanti scudi
privati. forare e trapassare / tanti usberghi spezzare e smaglia-
Tuttavia il Cid è anche un eroe individualista, che re / tanti pennoni bianchi / uscire rossi di sangue». Le
combatte in primo luogo per accrescere la sua fama cifre, come sempre, sono iperboliche, per sottolineare
e la sua ricchezza: per quanto egli sia sempre dispo- il valore e l’eroismo del Cid e dei suoi uomini: seicento
sto a condividere entrambe con i suoi sottoposti da cavalieri riescono ad avere la meglio su tremila Mori.
una parte e con il suo signore dall’altra, le battaglie Altrettanto caratteristico è l’uso di espressioni formulari
non sono compiute in nome del re o di Dio, ma sono in riferimento ai personaggi principali. Per quanto ri-
essenzialmente lo strumento di un’ascesa individuale. guarda il Cid, ad esempio, la formula ricorrente sottoli-
Di conseguenza anche lo scontro con i Mori assume nea il fatto che è nato sotto una buona stella: «quel che
connotazioni diverse rispetto al modello francese, non degli astri ha il favore»; «quel che in buon’ora è nato».
i modi, i generi
Attività
P e r ca pi r e 11. Nel brano sono presenti spesso riprese e ripetizio-
1. Qual è lo stratagemma adottato dal Cid per conqui- ni: prova a rintracciarne alcune.
stare Alcocer? 12. Riassumi e commenta la parte del brano dedicata
2. Che cosa decide il Cid, quando i Mori assediano alla battaglia tra Mori e cristiani.
Alcocer? 13. Il rapporto di fiducia e di solidarietà che esiste tra
3. Qual è il parere di Minaya? il Cid e i suoi uomini viene messo in luce più volte nel
corso del racconto: descrivilo facendo riferimento ai
4. A chi consegna la sua insegna il Cid? versi più significativi.
5. Perché Pedro Bermúdez non rispetta gli ordini? Che
cosa fa? E come reagisce il Cid?
Per sc rivere
6. Come termina lo scontro?
14. Dividi l’episodio in sequenze, assegnando a ognuna
7. Che cosa fa il Cid, dopo la vittoria? di esse un titolo esplicativo del contenuto.
8. Come si comporta nei confronti del re Alfonso?
9. In che occasione vengono citate la moglie e le figlie? V er s o l ’e s ame
15. Prima prova. B - Saggio breve
P e r a ppr o f o n d i r e Eroi epici a confronto: Orlando, Sigfrido e il Cid.
10. Scheda tutti gli epiteti riferiti al Cid: quali caratteri-
stiche del personaggio vengono messe in luce?
TESTO Anonimo
W10 L’oltraggio di Corpes e la reazione del Cid
Con questo brano ci spostiamo nel terzo cantare, incentrato sull’oltraggio subito dalle figlie
del Cid a opera dei mariti, gli infanti di Carrión. Siamo nel momento cruciale della vicenda:
gli infanti hanno organizzato un viaggio a Carrión, loro terra d’origine, con il pretesto di voler
mostrare alle spose le ricchezze e i beni di famiglia; in realtà meditano già di abbandonarle in
maniera ignominiosa, per vendicarsi del fatto di essere stati presi in giro per la loro vigliaccheria
(ma anche perché le figlie del Cid sono di rango nobiliare inferiore e la proposta di matrimonio
è stata dettata solo dall’interesse per la ricca dote delle due ragazze). Quando sono sufficiente-
mente distanti dalla corte del Cid, i due infanti con un pretesto liquidano gli uomini del seguito
e rimangono da soli con le due donne.
i modi, i generi
Statua di cavaliere
a cavallo,
xviii secolo
(Castilla y Leon,
monastero
di San Pedro
de Cardena).
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45 Gli tolsero poi i manti, la preziosa pelliccia,
le lasciano smarrite con la tunica, in camicia,
e agli uccelli del bosco e alle fiere in balìa.
Per morte le lasciarono, nessuna ormai par viva.
Qual ventura sarebbe, se apparisse ora il Campeador!
1. gli levano … camicione: allusione agli indumenti tipici dell’epo- la pelliccia e il manto si portavano sopra tutto il resto.
ca: la camicia è l’indumento intimo che tutti portavano; il camicione 2. Colada e Tizón: com’era consuetudine dell’epoca, le spade degli
è la veste che veniva indossata sopra la camicia; il pelliccione era infanti hanno un loro nome proprio.
un vestito di varia foggia creato cucendo insieme diverse pellicce; 3. le vistas o le cortes: organi di giustizia nel regno di Castiglia.
130
50 E gli infanti di Carrión [………………]
dentro al querceto di Corpes per morte le lasciaron,
che l’una all’altra aiuto non dà.
Per i boschi avanzando, quelli s’andavan vantando:
«del nostro matrimonio vendetta abbiamo fatto:
55 non potevan esser nostre concubine, se non dopo averci pregato;
e, da legittime spose, non potevano starci in braccio.
L’infamia del leone così avremo lavato!».
[Gli infanti si allontanano, lasciando le due donne moribonde; ma, per disgrazia dei due, un nipote del
131
[…] Vanno queste notizie a Valenza la maggiore,
e quando lo seppe, il gran Cid il Campeador,
60 per un bel pezzo pensò e ragionò,
alzò la sua mano, per la barba s’afferrò:
«Grazie a Cristo, che del mondo è signore,
ché tale onor m’han fatto gli infanti di Carrión!
E per questa barba che niuno4 mai rasò,
65 franca non la fanno gli infanti di Carrión,
che, le figlie, io ben le sposerò!»
i modi, i generi
Pesò al gran Cid e a tutta la sua corte,
e a Álvar Fáñez proprio con tutto il cuore.
Cavalcò Minaya con Pedro Bermúdez,
70 e Martín Antolínez, di Burgos uomo prode,
con duecento cavalieri come il Cid ordinò.
4. niuno: nessuno.
1. C o mpr e ns i o n e 2. Anal i si
1.1 Perché gli infanti hanno mandato via tutti per resta- 2.1 Quali sono le ragioni addotte dagli infanti per giu-
re soli con le loro mogli? stificare il loro atto?
1.2 In che cosa consiste la «faccenda del leone» a cui 2.2 Descrivi il comportamento e il carattere dei perso-
si riferiscono? naggi principali che compaiono nel brano: gli infanti, le
1.3 Che cosa chiedono le due donne ai rispettivi mariti? due donne, il Cid.
1.4 Come rispondono gli infanti alle suppliche delle mo- 2.3 Analizza il brano proposto sottolineando riprese,
gli? ripetizioni, parallelismi ed espressioni formulari presenti.