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 30 PUNTI"L'arte20

Tesina maturità: di PUNTI


essere fragili"
Tesine di Maturità

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30 PUNTI 20 PUNTI
Tesina maturità: "L'arte di essere
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fragili"
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TESINA: “L’ARTE DI ESSERE FRAGILI”


5      (9)
Il termine fragilità, dal latino frangere, denota tutto ciò che può rompersi, spezzarsi;
ma, lo stesso termine, può indicare ciò che richiede cura. Noi tutti siamo di natura
fragili, perché umani. L’essere umani in quanto limitati e dipendenti, è in un certo
senso, anche la radice di tutte le fragilità che tanto ci angustiano.
Non è possibile fuggire dalla fragilità, ignorarla sarebbe un errore; bisogna viverla.
In offerta
Riconoscere tale condizione e attraversarla con coraggio, imparare ad abitarla, senza
soccombere alla paura di essere inadeguati: si può! È l’arte di vivere, “l’arte di essere

20
fragili”, perché, proprio nell’affrontare le difficoltà, nell’amare, nell’avere una
30 PUNTI PUNTI
destinazione risiede il senso più profondo dell’esistenza.

Michel Qouist scriveva: “Non negare i tuoi limiti perché sarebbe disastroso.
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Negandoli non li sopprimi, al contrario guardali bene in faccia, senza esagerarli ma
anche senza minimizzarli. Non si tratta di lasciarsi schiacciare ma di portare e di
offrire. Accetta te stesso, ma accettati anche di fronte agli altri, non desiderare di
vivere la vita di un altro, essa non èSCARICA
adatta a te.”
La fragilità se accolta ci rende più umani. La scelta di abitare il limite, non è
sinonimo di fallimento o di impotenza, perché quando scegliamo di accettare il limite
per amore, allora il limite diventa il punto di partenza, non quello di arrivo. Non c’è
“L’Infinito” senza la siepe, non c’è la siepe senza infinito. Solo recuperando il
  torneremo ad amare la vita.
mistero infinito,  Segnala documento
Certo, Giacomo Leopardi soffrì, e molto. Soffrì per motivi di salute , soffrì perché
non fu in grado di relazionarsi con l’altro. Sofferenze, più o meno, comuni a tutti noi;
fragilità che hanno tutti gli uomini. Giacomo Leopardi come risulta dalla “Ginestra”
seguì la sua ispirazione, sfidando la sua condizione di partenza.
Italiano
In un secolo di passaggio tra innovazioni reali ed illusorie ma ricco di certezze, fatto
di beni materiali e di progresso, Leopardi, con la “Ginestra”, mostra di non illudersi
di essere mortale, ma di imparare dalla terra da cui crebbe il drammatico mestiere di
vivere per trasformarlo nell’arte di essere mortali. Tuttavia, il riconoscimento delle
fragilità non impedisce di fiorire, non rappresenta un alibi per non fiorire, per ritirarsi
 25 pagine
dallo slancio  11 
eroico verso la vita, dalla lotta. La ginestra profuma la landa2017/2018
desolata
del deserto e persino la consola, rendendola abitabile, almeno un poco, per chi la
attraversa. Obiettivo della vita è quello di affrontare la fragilità, di divenire ginestra,
di essere ciò che accetta la vita per com’è, piena di durezza e impenetrabilità e ne
porta il dolce peso, trasformando tutta se stessa in profumo, colori e legami per gli
uomini; non si abbandona alla rinuncia, né teme di cambiare le cose, ma lotta e ama.

Descrizione:
Forse soltanto chi è fragile, quando sperimenta nel suo impellente bisogno l’amore
per sé, scopre la gioia di avere valore, è liberato non dalla sua debolezza, ma
dall’inutile peso della sua debolezza.
Tesina di maturità del liceo delle scienze umane ispirata al
libro "L'arte di essere fragili" di Alessandro D'Avenia.
1 / 25 latino,
Discipline trattate: 100% scienze
 
naturali, +
italiano,
matematica, inglese, scienze umane, storia e fisica.

Mostra di più 
Messaggio che dovrebbe essere diffuso tra la generazione attuale. La generazione
che secondo il sociologo Umberto Galimberti ha dentro “l’ospite inquietante”, la
generazione “dei senza”: senza lavoro, senza politica, senza speranza. La speranza è
desiderio, de-sidera, distanza dalle stelle, la sua mancanza è un disastro, dis-astro,
assenza di stelle. Ciò accade perché viviamo in un’epoca in cui si è titolati a vivere
CARICATO
solo se perfetti. IL 08/07/2018
Ogni insufficienza, ogni debolezza, ogni fragilità sembra bandita. Ma
c’è un altro modo per mettersi in salvo ed è costruire come Leopardi “una casa
pensile in aria con funi a una stella” (Zibaldone, 1° ottobre 1820), una casa con
arjannac
fondamento in alto lì dove sono i nostri desideri. Proprio come fece Plinio il Vecchio,
che pur restando legato alla propria “vocazione”, al proprio rapimento, al proprio
desiderio di osservare da più vicino il fenomeno eruttivo del Vesuvio nel 79 d.C.,
    23 recensioni - 5 documenti
 morte.
andò incontro alla
Desideri, passioni, dolori, e soprattutto l’amore, sono il catalizzatore del destino nel
SEGUI
caos di atomi della nostra fragile esistenza: “Nessuno diventa uomo innanzi di aver
fatto una grande esperienza di sé, la quale rivelando lui a lui medesimo, e
determinando l’opinione sua intorno a se stesso, determina in qualche modo la
fortuna e lo stato suo nella vita. il conoscimento e il possesso di se medesimi suol
venire o da bisogni e infortuni, o da qualche passione grande, cioè forte, e per lo più
dall’amore, quando l’amore è gran passione”. (Giacomo Leopardi, Pensieri,
LXXXII).
Solo uno è il metodo della faticosa ed entusiasmante arte di dare compimento a se
Documenti visti di recente
stessi e alle cose fragili per salvarle dalla morte: l’amore. Il segreto per rinascere,
l’arte di essere fragili.
LATINO
Plinio il Giovane, nipote e figlio adottivo di Plinio il Vecchio, in alcune lettere
indirizzate a Tacito, ci descrive la figura ma soprattutto gli interessi dello zio.


Egli fu tra i più stretti collaboratori di Vespasiano e gli venne affidato il comando
della base navale a Miseno. Qui lo sorprese, il 25 agosto del 79 d.C., l’eruzione del
Vesuvio che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia. Imbarcatosi per osservare il
fenomeno e per portare soccorso alla popolazione, morì a Stabia per asfissia o, più
probabilmente, per apoplessia condizione patologica caratterizzata da un'emorragia
Qui troverai gli ultimi documenti visitati
improvvisa o per collasso cardiaco, non risulta infatti che a Stabia ci siano stati altri
casi di morte per asfissia.

Plinio il Vecchio era l’osservatore per eccellenza, l’osservatore diretto che operava
dal vivo sul campo, il cronista della sua epoca. Filosofo, fisico e naturalista, con un
genio e un carattere generoso, lungimirante e curioso, tanto da spingersi nel cratere
dell’Etna per osservarne i fenomeni. Per questo venne riconosciuto come primo
vulcanologo della storia.

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 Tesina "L'arte di essere fragili"


     (1)

 Tesina e mappa esame di maturità


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     (1)

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 Scheda libro de "l'arte di essere fragili"
importanti!
di Alessandro D'Avenia
     (4)
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 Tesina maturita

 Leopardi in "L'arte di essere fragili" di


Alessandro d'Avenia
     (1)

 Tesina di maturita'sull'Attrazione
     (2)

 riassunto del libro l'arte di essere fragili

luogo stabilito e pertanto proseguì verso sud, alla volta di Stabia, dove passò la notte.
 L’arte di essere fragili di Alessandro
Durante la notte, alcune scosse di terremoto costrinsero gli abitanti ad uscire dalle
loro abitazioni, Plinio con Pomponiano, amico che l’aveva ospitato, cercò riparo
D’Avenia
ponendosi in testa dei cuscini e fissandoli con dei capi di biancheria; ciò però non
bastò, infatti Plinio morì sulla spiaggia di Stabia.

La data dell’eruzione del (1)del 79 d.C. è attestata da tale lettera in cui si legge:
Vesuvio
“Nonum kal. Septembres hora fere septima”, “Il nono giorno prima delle calende di
settembre, verso l’ora settima”, cioè nove giorni prima delle Calende di settembre,
data che corrisponde al 24 agosto. Il calende era il primo giorno di ciascun mese nel
 TESINA MATURITA - L'ARTE DI ESSERE
calendario romano. La lettera originaria non esiste più ma abbiamo delle sue copie
scritte nel medioevo dai monaci amanuensi: esistono più lettere con date diverse.
FRAGILI
Plinio il Giovane, nella lettera universalmente ritenuta più attendibile, fa riferimento
alle calende di settembre, mentre nelle altre copie si fa riferimento alle calende di
Questa pagina non è visibile nell’anteprima
novembre.Questa
 data  era (2)accettata come sicura, nonostante le incongruenze,
 stata
fino ad oggi, ma alcuni dati archeologici via via emersi, non si accordano con la data
estiva. Nello scavo dell'area vesuviana, sigillati dai lapilli, sono stati ritrovati,
Non
l'arte perderti
di essere parti
carbonizzati ed analizzati tramite indagini archeobotaniche, resti di frutta secca come
 fragili, come Leopardi
fichi secchi, datteri, susine; frutta tipicamente autunnale come melograni, castagne,

importanti!
uva, noci. Inoltre nella Villa Regina sono state rinvenute delle anfore con del mosto in
può salvarti la vita
fase di invecchiamento. Tali anfore venivano chiuse soltanto dopo un periodo di
fermentazione all'aria aperta della durata di una decina di giorni: dunque l'eruzione
avvenne,se si  (4)
 attendibile
considera questo elemento d'indagine, in un periodo
successivo. Altra prova a favore della data autunnale è rappresentata dai bracieri
rinvenuti nelle abitazioni. Oltre a tali prove, per lo più di natura organica, la prova più
schiacciante è rappresentata da unaSCARICA
moneta rinvenuta in un cunicolo dove si erano
 Mappa concettuale con titolo "L'arte di
rifuggiate quattro persone e che avevano con se delle monete d’argento: su una di
queste monete era inciso: “IMP TITVS CAES VESPASIAN AVG PM TR P VIIII IMP
essere fragili"
XV PP”, cioè “Imperatore Tito Cesare Vespasiano Augusto Pontefice Massimo, nona
volta con la potestà tribunizia, imperatore per la quindicesima, console per la
settima,   della
padre  (2)
 patria”. Il ritrovamento del denaro pompeiano permette di
affermare che l’eruzione avvenne, ovviamente, dopo l’emissione di questa moneta,
quindi nell’anno in cui l’imperatore Tito ricoprì il settimo consolato, il 79, dopo
l’assunzione per la nona volta della podestà tribunizia, cioè dopo il 1° luglio e dopo la
 TESINA SULLA FRAGILITA'
quindicesima acclamazione ad imperatore, che secondo alcune iscrizioni risale al 7
settembre del 79. Tale dato, quindi, ha permesso di accertare che l’eruzione del
Vesuvio  
avvenne   (7)
sicuramente dopo l’8 settembre. In particolare la conclusione della
vendemmia ed il rinvenimento di noci, fichisecchi, prugne e melagrane perfettamente
conservate, è plausibile ipotizzare una data ancora successiva e pienamente

 L'arte di essere fragili Alessandro


D'Avenia
     (5)

 L'arte di essere fragili, D'Avenia


autunnale, forse quella del 24 ottobre, data peraltro tra quelle indicate in una delle
versioni manoscritte dell'epistola di Plinio a Tacito.
     (6)
ITALIANO
Nella Ginestra, o il fiore del deserto, composta a Torre del Greco, nei pressi di

 Scheda libro L'arte d essere fragili di A.


Napoli, nella primavera del 1836, Leopardi rappresenta quello che potrebbe essere
definito il suo testamento ideale in ben 317 versi. Il poeta si sofferma su un

D'Avenia
complesso tessuto problematico in cui convergono una ricognizione esistenziale
intorno al senso e al destino dell’uomo e una serrata e vivace discussione con le
posizioni ideologiche dominanti, fino ad avanzare una proposta sociale fondata
sull’alleanza tra gli uomini e su un modello equo e solidale di società.

 Analisi del libro "L'arte di essere fragili"


Il paesaggio desolato del Vesuvio è il luogo-simbolo della condizione umana sulla
terra, e consente di smentire ogni facile ottimismo consolatorio. Su questa
di Alessandro D'Avenia
considerazione si innesta la critica, condotta con acuto disprezzo, verso le tendenze
filosofiche dominanti negli anni della Restaurazione, improntate a uno spiritualismo
religioso e a una prospettiva sociale progressista, ma in ogni caso fiduciose nel valore
     (1)
privilegiato della specie umana. Leopardi rinfaccia a tali tendenze di aver rinnegato la
grande stagione del razionalismo settecentesco culminata nel pensiero degli
Illuministi. Contro il pensiero “severo” degli anni della Restaurazione, Leopardi

 TESINA MATURITA' TESINA


rivendica la dignità del proprio andare controcorrente, e il dovere di denunciare
l’infelicità costitutiva e non modificabile della condizione umana: sempre, infatti, il
INTERDISCIPLINARE
dolore, la vecchiaia, la malattia, la morte, renderanno dolorosa la vita dell’uomo sulla
terra. Questa rivendicazione di tipo filosofico si propone come modo di sentire di tutti
gli uomini, come coscienza diffusa di una futura umanità liberata da tutte le
interrelate e fuorvianti mitologie consolatorie della religione e del progresso tecnico-
scientifico. In ciò, in questo passaggio a una prospettiva sociale allargata, si manifesta
 Tesina di maturità
il nuovo tratto della poetica leopardiana: la verità, ovvero la obiettiva coscienza delle
cose quali esse sono in realtà, non è più concepita quale puro dato filosofico ma ha
valor in  
quanto   (1)diffusa, quale coscienza di tutti gli uomini. Agli
consapevolezza
intellettuali, quindi, compete di favorire questa presa di coscienza e non mistificare i
dati reali in nome di ideologie infondate. Tale consapevolezza di massa riguardo
all’infelicità e alla fragilità della condizione umana può quindi consentire di
 Tesina e mappa esame di maturità
individuare il vero nemico degli uomini: la natura; ed è contro di essa che deve
compiersi un’alleanza tra tutti gli uomini, tesi a costruire una rete di solidarietà e di
soccorso reciproco.
La Ginestra è una poesia di pensiero: la struttura argomentativa ampia e complessa è
 Tesina
tramata da e mappa
riprese di temi e motivo che per esame
si intrecciano di maturità
e sviluppano di strofa in strofa
che rendono compatto lo svolgimento del discorso. Già l’epigrafe ha una funzione

 Tesina e mappa esame di maturità


quinto liceo
     (1)

precisa ed orienta la lettura del testo: il versetto del Vangelo di Giovanni “E

 L’arte di essere fragili di Alessandro


gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce”, è un monito che denuncia la
propensione umana ad illudersi, a preferire le “tenebre”, piuttosto che guardare in
D’Avenia
faccia la verità “la luce”. Nel contesto evangelico la verità e la luce sono attribuiti a
Dio, mentre nel testo leopardiano la luce è quella tipicamente illuministica, rifiutata
dagli uomini dell’Ottocento a favore di una visione del mondo spiritualistica e
religiosa.
La di 
frase  (1)
Giovanni quindi apre spazio all’argomentazione.
La prima strofa stabilisce un confronto tra passato e presente che prende le mosse
dalla descrizione del Vesuvio “monte sterminator Vesevo”. Il paesaggio vesuviano,
 Recensione "L'arte di essere fragili" di
verde e ridente al tempo dell’Impero romano, si è trasformato in un deserto in seguito
all’eruzione del 79 d.C.. La ginestra, arbusto ben adattabile ai terreni meno fertili
Alessandro D'Avenia
“amante, in questo suol, di tristi lochi e dal mondo abbandonati”, è l’unico fiore che
col suo profumo ingentilisce sia le rovine dell’antica Roma, che Leopardi aveva già

avuto modo 
di osservare (1)occasioni, sia il suolo arido delle zone circostanti il
in altre
Vesuvio che il poeta osserva intorno a sé: la ginestra, quindi, è testimone silenziosa
sia dei mutamenti storici che di quelli naturali; appare come colei che comprende le
sofferenze altrui, consolando con il suo profumo lo squallore del paesaggio. Coloro
 analisi linguistica romanzo di consumo
che hanno una visione positiva della vita umana dovrebbero recarsi in quei luoghi per
capire quanto poco la natura abbia a cuore il genere umano. Essa, infatti, con un
l'arte di essere fragili D'avenia
piccolo sforzo può annientare in parte le opere dell’uomo e gli stessi esseri viventi,e,
con uno sforzo soltanto di poco maggiore, distruggerli. La vanità e la labilità del
così
tutto sono  rappresentate
   dal (3)paesaggio petroso, che testimonia la vittoria della
natura sugli uomini, sulle loro creazioni, sulla storia.

La seconda strofa cambia prospettiva: il poeta si rivolge al suo tempo “secol superbo
 Testo sulla fragilità dei giovani a partire
e sciocco”, chiedendogli di guardare e riflettere sul desolato paesaggio vesuviano, per
constatare che non vi sia nessun progresso nelle sorti degli uomini, che sono indifesi
dal libro di D'Avenia L'arte di essere
di fronte alla potenza distruttrice della natura e che in ogni momento rischiano di
scomparire. A partire dal “risorto pensier”, ossia dal Rinascimento e poi con
fragili
l’Illuminismo, l’approccio razionale alla realtà era riuscito, almeno in parte, a
sconfiggere le “barbarie” medievali, ossia l’insieme delle credenze religiose e le
superstizioni irrazionalistiche. Il Romanticismo mistifica la realtà, autocelebrandosi
in modo paradossale e ingannevole: esso chiama procedere quello che in realtà è un


regresso verso il buio dell’ignoranza, “del ritornar ti vanti, e procedere il chiami”;
Tesina di maturità - Coca-Cola - Tesina
annovera tra i propri valori la Libertà, ma in realtà il pensiero contemporaneo sembra

di Maturità
imporre una nuova schiavitù della ragione nei confronti della fede e dei dogmi
religiosi. La polemica del poeta si appunta in particolar modo contro lo spiritualismo
cattolico che pone l’uomo al centro della mente divina. Tuttavia per Leopardi chi
professa 
questa   della
concezione (2) condizione umana illude sé stesso oppure è in

 Tesina di maturità tesina

 Tesina di maturità liceo linguistico


Tesina
     (1)

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termine, può indicare ciò che richiede cura. Noi
tutti siamo di natura fragili, perché umani.
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Sintesi del corso


fugacità del tempo e, dunque, della vita, le illusioni, le delusioni, il dolore, la noia, la
nostalgia, la solitudine, la morte. È certo, questo del Leopardi, un pensiero che
s’interroga, che si ripiega su di sé soffermandosi a riflettere sulla natura e sul destino
Esercizi
dell’uomo e del mondo; ma è un pensiero “dominante”, non succubo, “che domina”,
che insiste sulle domande e s’impone di rispondere, che vuole essere all’altezza del
grande mistero dell’esistenza, padrone degli “ interminati spazi“, dei “sovrumani
silenzi“, della “profondissima quiete“, che esso riesce a immaginare oltrepassandosi,
Prove
fino a mutared'esame
la propria riflessione nella decisione di immergersi, di abbandonarsi in
quell’immensità, della quale scopre, senza ombra di dubbio, di essere parte.

Leopardi quindi non può esser definito pessimista, in quanto, a differenza del
Dispense
pessimista che, in quanto sa di essere causa del proprio male di vivere, trova in se
stesso la realtà negativa, ed è, perciò, incline alla rassegnazione, egli, nella fase del
presunto pessimismo storico e in quella successiva del pessimismo cosmico, fa della
natura il correlativo oggettivo del male di vivere, che egli rappresenta con grande
Tesi di
realismo laurea
Questa pagina non è visibile nell’anteprima
e senza punta di rassegnazione.

Se in alcuni componimenti della poesia leopardiana, il pensiero si apre con una


Appunti Non perderti parti
visione apocalittica ipotizzando la fine del genere umano e del cosmo stesso, tuttavia
nella Ginestra questa terribile ipotesi, rappresentata dalle aridi pendici dello
“Sterminator Vesevo“, lascia mettere radici alla speranza, all’estremo messaggio di

importanti!
solidarietà umana del poeta, il quale volge lo sguardo fiducioso verso l’avvenire e in
un momento di “lucido” e dichiarato realismo, nonché di ottimismo, afferma che
le Schemi
verità fondamentali sulla natura umana furono un tempo “palesi al volgo” e,
dunque, esse possono tornare ad essere accolte e condivise da tutti gli uomini
confederati “social catena”, uniti nell’amore e decisi a ricostruire un “onesto e retto”
vivere civile, cessando di essere, l’uno per l’altro, “homo homini lupus” parafrasando
Documenti Store
l’espressione usata da SCARICA
Hobbes e lottando insieme contro le avversità naturali. Se,
dunque, nel deserto può nascere un fiore, cioè quella ginestra, simbolo dell’uomo
che, acquistando coscienza della propria condizione, finisce per accogliere la verità e
per costruire su questa la propria dignità, allora, con rinnovato spirito giovanile gli
Vedipossono
uomini tutte ritrovare la luce, dopo avere voluto le tenebre.

Leopardi, dall’essere etichettato come pessimista, giunge ad essere “predatore di


felicità” perchè si dedicò alla ricerca di una pienezza scagliandosi contro la Natura
che ci dà questo desiderio infinito di felicità ma non i mezzi per raggiungerlo. La
soluzione alla felicità è dentro la vita stessa e non fuori di essa: aprirsi al dolore e
abitarlo, come una delle stanze del nostro cuore. Nel “Il canto notturno di un pastore
VIDEO
errante CORSI
dell’Asia” c’è un pastore che cammina nella notte, guarda la natura e non le
lascia scampo con le sue domande, mentre il gregge, ignaro del suo tormento,
pascola. Egli, immerso nella natura, si rivolge alla luna a cui pone ben dodici
interrogativi: ma non trova risposte, bensì altrettante domande, perché la risposta
vera non è quasi mai la soluzione che fa sparire il problema: la risposta è l’apertura
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